POMEZIA-NOTIZIE
Gennaio 2022
QUADRETTI di Antonia Izzi Rufo Tempo d’autunno Giornate grigie, bagnate dalla pioggia che scende ad intermittenza. Noia e solitudine, come sempre del resto. Deserta la piazza. Si vede soltanto, di tanto in tanto, qualche gatto che gironzola, forse in cerca di cibo. Guardo l'esterno dalle finestre: non vedo persona, soltanto il solito panorama che conosco a memoria. Sono le ore sedici e già comincia ad imbrunire; alle diciassette è già buio completo e vien voglia di andare a letto. La notte, comunque, sarà molto lunga, molto lunga. Conviene, perciò, aspettare almeno le ore venti per andare a dormire. E il tempo passa, lentamente, lo trasciniamo per condurlo avanti. Si resta a casa tutto il giorno e le ore, le ore non passano mai. Siamo ancora in autunno, verrà l'inverno e soffriremo il freddo che ancora non è quello forte, intenso, insopportabile. Com'è triste questo periodo! Ed è lungo, non finisce mai. Per chi è in pensione,
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il tempo si trascorre in casa, per i vecchi soprattutto e per i malati. Non sorridiamo, ma sospiriamo pazienti e diciamo: <<Com'è brutto l'inverno! E come tarda a passare! Sembra che voglia restare in eterno sulla terra>>. Aspettiamo (tanto, proprio tanto) che venga la primavera per godere di più luce, per accrescere la nostra speranza in giornate più calde e più chiare. Paesi in via di estinzione? Soltanto una trentina, circa, di anni fa, i paesi, non così vuoti come adesso, durante l'estate si trasformavano, si riempivano di gente, di persone che erano andate via e tornavano ad abitare la casetta antica che avevano lasciato, proprio con l'intenzione di tornare, un giorno, a trascorrervi le ferie. Non i vecchi, non i malati si trasferivano, ma i giovani. Questi non trovavano lavoro nel proprio ambiente, dove non c'erano fabbriche e non c'era la possibilità di guadagnare nemmeno quanto necessitava per affrontare le spese giornaliere e andavano via (all'estero o in alta Italia). Tornavano soltanto d'estate quando ottenevano le ferie. Poi, improvvisamente, non è venuto più nessuno: quale il motivo? In paese non si divertivano abbastanza: preferivano andare al mare o fare viaggi. Veniva soltanto qualcuno che, magari, non si poteva permettere di spendere soldi. Da un paio d'anni, comunque, le famiglie non tornano più, per le vacanze, ma sono giustificate: c'è in giro il covid e si cerca di stare il più possibile isolati per paura del contagio. Può darsi (lo speriamo!) che quando ci saremo liberati di questo indistruttibile virus, la gente verrà di nuovo e i paesi si ripopoleranno, torneranno ad essere vivi. Le punizioni di qualche anno fa Rabbrividisco se ricordo le punizioni che si davano, una volta (pochi anni fa), alle bestie e ai ragazzi. Un mio paesano, quando la mattina si svegliava, prendeva una mazza e la tirava, con tutta la sua forza, tante volte sul dorso del