Ducati Redline Magazine 01|2023 - ITA

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DUCATI CORSE Campioni del mondo

BARCELLONA The next/gen gateway

MULTISTRADA V4 RALLY Unlock Earth: Kenya senza confini

1|2023 The Redline Magazine L’anno magico.
Redline Magazine

L’energia che genera

• Barcelona

The next-gen gateway

• Do it like a pro L’era del connected

wellness

• Hoop Cities

Le capitali europee del basket

L’energia che trasforma

• Ducati MotoE Inizia una nuova era

• Ducati Streetfighter V4

Lamborghini

The unexpected formula

• Diavel V4

Dare to be bold

• Multistrada V4 Rally

Unlock Earth: Kenya senza confini

• E-xciting trails

I sentieri più belli in e-mtb

• Stefano Migliorini A scuola di e-riding

• Nick Selleck

La passione non ha frontiere

L’energia che trionfa L’energia che unisce

• Ducati Corse Campioni del mondo

• Francesco Bagnaia Più di ogni altra cosa

• Álvaro Bautista Arce Irresistibile

• Luigi Dall’Igna Ingegno e passione

• Panigale V4 R This is racing

• WDW 2022 Dear WDW, we’ve missed you

• Race of Champions Solo in Ducati

• We ride as one È già tradizione

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POTENZA PASSIONE
IMPULSO
LAMPO

Si può produrre, si può trasformare. Si può condividere e si può accumulare.

L’energia è quella sostanza che rende tutto possibile. Come una forza primordiale non conosce limiti né ostacoli, e una volta sprigionata non si può in alcun modo arrestare.

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Ducati Redline Magazine 1|2023
Tutte le espressioni dell’energia

Lampo - L’energia che genera. Tutto nasce da una scintilla. Come quella che accende la creatività in una metropolisimbolo delle nuove generazioni, fa esplodere una passione sportiva mai sopita e riempie il futuro di una moto iconica di nuovi colori e nuovi significati.

Impulso - L’energia che trasforma. Entrata in circolo, l’energia si propaga e traccia nuove strade. Fatte di pura avanguardia, come quelle del progetto Ducati MotoE, o di affascinanti esplorazioni alla scoperta di territori incontaminati, da vivere in sella a una Multistrada V4 Rally.

Potenza - L’energia che trionfa. Raggiunto il suo apice, l’energia converte tutto il suo potenziale in realtà. È pura energia vincente quella che ha dato origine all’anno più vittorioso di sempre per Ducati Corse, una stagione indimenticabile da rivivere attraverso le voci dei suoi protagonisti.

Passione - L’energia che unisce. Il World Ducati Week e We Ride As One sono gli eventi nati per unire e celebrare i Ducatisti di tutto il mondo. Un flusso inarrestabile di entusiasmo e passione che scorre dall’Italia agli Stati Uniti, dall’Asia fino all’Australia.

Intro

Barcelona THE NEXT/GEN GATEWAY

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Barcellona è sinonimo di arte, musica, design, cultura e creatività mixati a panorami incredibili.

Palcoscenico di Festival ed eventi della portata del Sónar e del Primavera Sound, Barcellona è anche centro nevralgico culturale grazie ad eccellenze museali come il Miro, il Picasso o il MNAC. Vibrante e reattiva di natura. Internazionale per vocazione.

Questa città ci racconta la sua identità di metropoli del mondo. È un luogo capace di creare lo spazio necessario-potenzialmente infinito-all’espressione delle diverse identità che lo vivono dall’interno: un insieme di persone, culture, suoni, forme e colori.

Arte d’avanguardia e creatività dilagante The place to be

Allo stesso tempo, Barcellona è anche un luogo ideale per le nuove generazioni dal punto di vista delle opportunità che è in grado di offrire. Infatti. oltre ad essere un posto movimentato e pulsante in cui vivere, Barcellona è anche una delle smart cities più importanti d’Europa. Con il suo polo dell’innovazione 22@, situato nel distretto di Sant Martí, e una delle più grandi reti Wi-Fi gratuite e ad accesso libero d’Europa, Barcellona è considerata l’hub 5G dell’Europa meridionale.

Anche per questo motivo, giovani da tutto il mondo la scelgono come casa. O quanto meno come tappa durante alcune fasi della propria vita. Secondo un report del 2021 redatto dal Comune di Barcellona, infatti, su una popolazione di circa 1.6 milioni di abitanti, i cittadini nati all’estero rappresentano più del 22%. Barcellona è la città che abbraccia il cambiamento e si trasforma continuamente. Il luogo ideale per le generazioni del futuro.

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NEXT /GEN

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Next-Gen

Let’s evolve in Barça!

@ Sónar Festival

Per questa sua natura sperimentale, dunque mutevole, il festival si presenta come una rappresentazione perfetta della cultura contemporanea, presa da tutti i punti di vista. Sónar, infatti, non solo lavora su una proposta di nuove tendenze della musica elettronica, ma propone tutta una serie di eventi collaterali che spaziano tra digital art shows, installazioni, mostre, incontri e presentazioni in formato ibrido. Il tutto sempre caratterizzato da una fortissima componente audiovisiva.

“Evolvere” è proprio l’espressione giusta. Perché Barcellona è davvero in costante movimento e, probabilmente anche per questo suo aspetto, è scelta ogni anno, dal 1994, come headquarters del Sònar Festival. Sónar, che per esteso si chiama Festival Internacional de Música Avanzada y Arte Multimedia, è considerato una delle maggiori manifestazioni a livello europeo dedicata alla musica elettronica d’avanguardia, oltre che palcoscenico di arti digitali sperimentali.

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Tre giorni di musica, arte e tecnologia

L’evento, che di consuetudine si tiene in estate, si suddivide tra la sezione Sónar by Day e quella Sónar by Night. Nel contesto del Sónar by Day, che si svolge nel Centre de Cultura Contemporània de Barcelona (CCCB) ed al Museu d’Art Contemporani de Barcelona (MACBA), vi è un’area, chiamata

Sónar+D, esclusivamente dedicata alla creatività e alle innovazioni tecnologiche, specialmente in campo artistico. Il Sónar by Day propone le più variegate esperienze, che spaziano da concerti, installazioni, mostre o esperienze immersive attraverso l’utilizzo di oggetti tecnologici.

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Spazi multisensoriali

Tra NFT, installazioni e Virtual Realities.

Nel contesto degli eventi proposti dal Sónar by Day, l’edizione 2022 del festival ha proposto SonarMática by Tezos, uno spazio espositivo concepito in stile gallery per l’esposizione di opere d’arte digitali.

Il format, curato da Sónar e basato sulla blockchain Tezos, ha previsto installazioni audiovisive, una selezione di esperienze di Realtà Virtuale e uno spazio espositivo NFT costruito su misura.

Tra gli obiettivi di questo progetto, infatti, è emersa la volontà di mostrare al mondo il potenziale degli NFT. In primo luogo, come nuovo mezzo di espressione nel panorama dell’arte contemporanea. In secondo luogo, come tecnologia in grado di semplificare il contatto tra gli artisti e i collezionisti o le istituzioni culturali, avendo la garanzia che la proprietà intellettuale del lavoro artistico sia correttamente e universalmente riconosciuta. L’esperienza espositiva è stata progettata per essere totalmente immersiva e interattiva, con percorsi a bassa illuminazione e l’ausilio di tecnologie digitali, come i visori VR.

Gli artisti digitali chiamati in campo sono nomi importanti provenienti da tutto il mondo. All’interno del percorso espositivo, le loro opere hanno voluto dare una chiave di lettura rispetto ad alcuni temi di attualità, quali l’ecologia e la crisi climatica, mettendoli in correlazione con la tendenza della società odierna di andare verso un mondo tecnologicamente sempre più avanzato.

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Premere il tasto Fast Forward >>

A volte, per poter riscrivere la propria storia bisogna premere il tasto Fast Forward. Ed è proprio questo che fa la nuova generazione Scrambler Ducati, che mantiene il design iconico e riconoscibile, ma lo riscrive in chiave più contemporanea, dal tono irriverente.

Let’s get personal

Mai come oggi, la personalizzazione è stata così importante. Per questa la seconda generazione Scrambler è disegnata proprio per chi cerca la libertà e desidera condividere con gli altri il proprio stile e modo di essere.

Oltre alle tre colorazioni standard giallo, rosso e nero, ogni modello può essere configurato con 6 kit colore diversi. Tutte le sovrastrutture possono in seguito essere intercambiate con altre colorazioni.

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Design, tecnologia, life style

Un’attitudine che combina life style con la più contemporanea tecnologia, grazie ad un sofisticato pacchetto elettronico che comprende le strategie dei Riding Mode, ABS cornering e Controllo di trazione in curva e sistema lighting Full Led.

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DO IT LIKE A PRO

L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLO SPORT

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Benvenuti nell’era del Connected Wellness

Oggi, grazie a smartphone, dispositivi wearable e attrezzature sempre meno ingombranti e sempre più smart, misurare le performance e monitorare gli obiettivi è alla portata di tutti. E non c’è bisogno di sottolineare quanto sia importante ricevere un feedback puntuale e preciso sul proprio operato.

Se c’è infatti una cosa che accomuna atleti professionisti e dilettanti, è l’energia propulsiva che scaturisce da un obiettivo raggiunto. Tutto ciò è stato chiaro da subito a Technogym, fondata proprio per unire “tecnologia” e “sport”, le due passioni più grandi del suo fondatore Nerio Alessandri. Non a caso, per l’azienda di

Cesena, centro nevralgico della Wellness Valley emilianoromagnola, la propria è “una storia di perseveranza e fiducia nell’innovazione”, i due elementi che dal 1983 a oggi l’hanno resa leader nel campo della tecnologia applicata allo sport.

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Connesso. Aumentato.

Per chiunque lo pratichi, indipendentemente dal livello, sport e fitness sono molto di più della semplice attività motoria. Sono benessere psicofisico, divertimento, personalizzazione. Sono momenti e luoghi in cui esprimere ed esercitare la propria identità. Consapevole di questo aspetto, Technogym ha sempre avuto un occhio di riguardo per le attività di Ricerca & Sviluppo, avviate sin dai primi anni duemila con l’obiettivo di aumentare la connessione tra persone e tecnologia.

Oggi lo stato dell’arte della tecnologia Technogym si chiama Technogym Live, una piattaforma che offre agli utenti la possibilità di fruire di contenuti multimediali durante l’allenamento, sia all’interno

dell’app dedicata, che attraverso la consolle di un singolo attrezzo. Si tratta di contenuti altamente personalizzati, sia sulla base degli obiettivi specifici dell’utente, che dell’ambiente circostante. L’app, infatti, grazie all’intelligenza artificiale è in grado di modificare il percorso di allenamento anche in base all’attrezzatura disponibile in quel dato luogo e momento.

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È il wellness del futuro, personalizzato e per cui non esiste una formula univoca.
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Quando funziona

Come veri atleti

Il capitolo Tracking è parte fondamentale del fitness connesso. Avere la possibilità di tenere traccia del proprio andamento e dei propri obiettivi, è una dinamica che fa sempre più parte della quotidianità di tutti. Questa tendenza ha portato un numero crescente di sportivi non professionisti a volere sempre di più, da sé stessi e dalla tecnologia. Anche l’osservatorio Technogym lo conferma: le persone oggi cercano il risultato.

L’innovazione di prodotto è talmente al centro del mondo Technogym che un pilastro della sua filosofia di business è: “Quando funziona è obsoleto”. Un concetto se vogliamo estremo, ma dal significato molto chiaro: quando un progetto si trova al massimo della propria affermazione, significa che è già ora di cambiare passo e andare avanti.

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è obsoleto.”

Le capitali europee del basket

HOOP CITIES

Hoop Cities è una docu-serie, prodotta da NBA Europe and Middle East, costituita da 8 episodi che esplorano l’anima della cultura locale, la storia e le comunità di basket in alcune città europee: Belgrado, Bologna, Colonia e Leverkusen, Istanbul, Kaunas, Parigi,

Siviglia e Salonicco. Il racconto che ne scaturisce, a tratti anche molto intimo, ci restituisce una Bologna innegabilmente internazionale e, cestisticamente parlando, molto più vicina alle città americane di quanto si possa pensare.

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Il filo diretto tra Bologna e l’NBA

Ci sono personaggi ed eventi che hanno segnato il destino del capoluogo emiliano, legandolo indissolubilmente con la lega di pallacanestro americana.

L’ottavo episodio della docu-serie Hoop Cities ci racconta proprio questo. E lo fa attraverso immagini e voci ben specifiche, come quella di Ettore Messina, ex allenatore Virtus ed ex assistente allenatore dei San Antonio Spurs, dell’ex giocatore fortitudino Gianluca Basile, o ancora di Marco Belinelli, l’unico giocatore italiano ad aver vinto un titolo NBA.

A completare il quadro, si intrecciano anche i racconti di altre figure che hanno avuto un ruolo decisivo nell’evoluzione del basket bolognese. Ad esempio quella dello storico ristoratore bolognese dall’animo fortitudino Filippo Venturi, o dell’ex giocatrice della Virtus femminile Rae Lin D’Alie, o ancora quella di Simone Motola, Presidente dell’A.S.D. Basket Giardini Margherita e organizzatore del torneo “Playground Giardini Margherita”.

Tutte personalità che, in un modo o in un altro, hanno tracciato la propria strada dentro e fuori dal parquet, segnando inevitabilmente anche il destino di Bologna Basket City.

L’episodio di Hoop Cities dedicato a Bologna, riconosce alla città il suo titolo di Basket City. Perché Bologna non è “solo” al centro della Motor Valley, ma è anche una delle capitali europee del Basket.

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Bologna non è certo una metropoli, infatti la città conta circa 400.000 abitanti. Nonostante questo, è l’unica città ad avere due squadre di basket rivali, così famose da avere entrambe così tanti tifosi.

Nei quarantadue minuti dell’episodio Hoop Cities Bologna, vengono citati diversi esempi per riuscire a descrivere la potenza e la tensione generate da una rivalità storica come quella tra Virtus e Fortitudo. Una rivalità che, negli altri Paesi, si può ritrovare tra squadre che risiedono a chilometri e chilometri di distanza, o a molte ore di volo l’una dall’altra. Qui invece siamo nella stessa casa. Sotto lo stesso tetto.

Rivalità sotto lo stesso tetto La cultura del Playground

A Bologna, l’estate inizia con il Playground.

Lo storico torneo “Playground Giardini Margherita”, oggi “Walter Bussolari Playground”, esiste dal 1990 ed è organizzato ogni anno nel principale parco del centro di Bologna. L’evento ha inizio nelle ultime settimane di giugno, dura un mese e le squadre che partecipano sono formate da giocatori del territorio.

Andrea Tassinari, MVP dell’edizione 2021, definisce il torneo dei “Gardens” come la cosa che più avvicina la realtà bolognese a quella americana, anche per via del regolamento che il torneo segue, come la riga dei tre punti posizionata a distanza NBA.

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La storia di questo importante torneo ha inizio ormai quaranta anni fa. Nel corso delle varie edizioni, hanno partecipato anche giocatori di serie A, fattore che ha permesso alla competizione di raggiungere un livello altissimo, diventando di fatto il torneo più famoso di italia.

“Probabilmente anche il più famoso di Europa, dopo quello di Parigi” - Simone Motola nella docu-serie Hoop Cities.

Il passato del Playground dei Giardini Margherita è ricco di storia e di storie delle persone che, da tempi più o meno recenti, gravitano intorno all’organizzazione di questo attesissimo appuntamento estivo. Proprio per questo, in occasione della quarantesima edizione del 2022, nella sala museale del Baraccano di Bologna è stata allestita una mostra temporanea dedicata al torneo, concepita come un racconto attraverso foto, maglie storiche, coppe e immagini del pubblico. Tutti cimeli che hanno fatto la storia di questo torneo, iniziato “al parchetto”, divenuto poi una vera e propria istituzione per la città.

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Quarant’anni di storia, di passione e amore per lo sport del basket hanno costituito la cultura del Playground bolognese.

INIZIA UNA NUOVA ERA

Per Ducati, l’ingresso nella FIM Enel MotoE™ World Cup ha aperto un nuovo campo in cui sviluppare nuove competenze e produrre innovazione tecnologica. Ne è derivata una moto che ha poco in comune con i mezzi a emissioni zero visti finora nel mondo delle competizioni. È la MotoGP delle moto elettriche.

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Impulso

Da un foglio bianco

Sperimentale all’ennesima potenza. Così si può definire il progetto Ducati MotoE. Nessun precedente da cui partire, nessuna linea guida, nessun obiettivo precostituito. Solo il più classico dei fogli bianchi, e la volontà di entrare in un mondo nuovo, quello della mobilità elettrica, dal livello più alto possibile. Un’impresa tecnologica e ingegneristica inedita in cui, come tante altre volte nella storia di Ducati, si parte dalle corse per scrivere quello che potrebbe essere il futuro.

La prima Ducati elettrica colpisce al primo sguardo. Le linee filanti e sportive. Il frontale in stile Panigale. La livrea grigio scuro con gli inserti Rosso Ducati. Impossibile non riconoscerne il DNA. Ma è sotto le carene, rigorosamente di materiale ultraleggero, che questa moto si manifesta per ciò che è veramente: un veicolo unico, dalle soluzioni tecniche senza precedenti. A cominciare dagli elementi-chiave di una moto elettrica: pacco batterie, motore e inverter.

Una moto mai pensata prima

Oggi, nella maggior parte dei progetti di moto elettriche questi elementi vengono reperiti sul mercato e poi incorporati in fase di sviluppo. Con il progetto Ducati MotoE, invece, si è seguito un approccio completamente diverso. La batteria, l’elemento più vincolante per masse e ingombri, ne è l’esempio migliore: disegnata dai tecnici Ducati, è stata dotata di una forma irregolare

per adattarsi ai volumi naturali di una moto e diventare così parte integrante della ciclistica. Una soluzione tecnica ispirata alla Panigale V4, che sfrutta il motore Desmosedici Stradale con funzione portante. Ma come la batteria, ogni altro elemento della moto è stato progettato internamente, per la totale ottimizzazione di spazi e funzioni.

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Per Ducati Corse, le attività si sono concentrate sul design dell’elettronica, le strategie di controllo e gestione del veicolo elettrico, le simulazioni della dinamica e dell’aerodinamica della moto e infine i processi di assemblaggio, test in pista e acquisizione dati.

L’obiettivo era disegnare una Ducati da corsa in tutto e per tutto”

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Questo approccio ha permesso di attingere al know-how congiunto di Ducati Corse e Ducati Motor, che mai come in questo progetto hanno lavorato con massima sinergia. Il Centro Stile Ducati ha curato design e livrea, mentre l’R&D Ducati si è occupato delle attività di Project Management, insieme alla progettazione e alle simulazioni sul powertrain elettrico. Per Ducati Corse, le attività si sono concentrate sul design dell’elettronica, le strategie di controllo e gestione del veicolo elettrico, le simulazioni della dinamica e dell’aerodinamica della moto e, infine, i processi di assemblaggio, test in pista e acquisizione dati.

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Il risultato finale è una moto che non solo rispetta, ma addirittura supera gli obiettivi di performance richiesti da Dorna nell’accordo di fornitura della FIM Enel MotoE™ World Cup. Inoltre promette di dare spettacolo sia in pista, che nei laboratori dell’R&D Ducati,

dove il team di sviluppo continuerà a guidare l’evoluzione del progetto. Con l’obiettivo di realizzare, non appena la tecnologia lo permetterà, una Ducati elettrica che sia sportiva, leggera e performante, capace di soddisfare tutti gli appassionati.

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È un progetto che ha fatto innamorare tutto il gruppo di lavoro”
Roberto Canè, eMobility Director Ducati

L’evoluzione in un prototipo

BATTERIA

Pesa 110 kg e offre una capacità di 18 kWh con presa di ricarica da 20 kW integrata nel codone. Al suo interno trovano posto 1.152 celle di forma cilindrica del tipo “21700”. Può essere caricata quasi contestualmente al suo ingresso al box e bastano 45 minuti per raggiungere l’80% di autonomia.

CICLISTICA

Il telaio è monoscocca Front Frame in alluminio, dal peso di 3,7 kg. Il retrotreno è composto da un forcellone in alluminio dal peso di 4,8 kg con geometria molto simile a quella della Ducati Desmosedici.

POWERTRAIN

I valori di potenza e coppia massime sono rispettivamente di 110 kW (150 CV) e 140 Nm. L’inverter, dal peso di soli 5 kg, è un’unità derivata da un modello ad alte performance impiegato nelle competizioni automobilistiche per mezzi elettrici.

RAFFREDDAMENTO

I componenti del prototipo sono raffreddati da un sistema a liquido a doppio circuito, studiato per rispondere alle differenti esigenze termiche del pacco batterie e del gruppo motore/inverter.

Peso in ordine di marcia

225 kg

Interasse

1,471 mm

Velocità massima

275 km/h

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Pronta per scendere in pista

La FIM Enel MotoE™ World Cup 2023 ha preso il via il 13 maggio con il Gran Premio di Francia a Le Mans. Il calendario prevede poi Mugello (10 giugno), Sachsenring (17 giugno) e Assen (24 giugno). Dopo la pausa estiva, le Ducati MotoE torneranno in pista a Silverstone il 5 agosto, prima di affrontare i tre Gran Premi finali al Red Bull Ring (19 agosto), Catalunya (2 settembre) e Misano (9 settembre).

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THE UNEXPECTED FORMULA

DUCATI STREETFIGHTER V4 LAMBORGHINI
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Streetfighter V4 Lamborghini
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Streetfighter V4 Lamborghini

DUE PILOTI D’ECCEZIONE. UNA SFIDA SPECIALE.

Il progetto Ducati Streetfighter V4 Lamborghini è la rappresentazione di un’intesa quasi magica.

Quella che c’è tra Ducati e Lamborghini, due brand che condividono non solo la terra d’origine, ma anche il cuore dei propri valori.

Chi, meglio dei due CEO che si divertono in pista, poteva raccontare questa storia di condivisione?

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Streetfighter V4 Lamborghini
”Ducati. Lamborghini. Due marchi della Motor Valley che condividono molto.”
Claudio Domenicali – CEO Ducati Motor Holding – Alla guida di Huracán STO
”I DNA delle due aziende sono molto vicini. Gira tutto intorno a design e performance.”
Stephan
Winkelmann – Chairman & CEO – Alla guida di Streetfighter V4 Lamborghini

DARE TO BE BOLD

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Con il suo stile ricercato, le linee muscolose ed eleganti il nuovo Ducati Diavel V4 è la sintesi perfetta fra una maxi sport naked e una muscle cruiser, tanto potente nel design quanto efficace e confortevole alla guida.

Diavel V4 trae ispirazione dalle muscle car, dall’estetica dei supereroi, e ricorda l’immagine di un atleta pronto allo scatto ai blocchi di partenza: le masse visivamente caricate sull’anteriore, le spalle larghe che stringendosi, scendendo, arrivano fino al classico puntale sportivo a V.

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Diavel

Dettagli di personalità

Muscoloso, aggressivo, con le sue “spalle” larghe e lo scarico a quattro uscite orgogliosamente a vista, il Diavel V4 è stato disegnato per non passare inosservato. A partire dai nuovi gruppi ottici, in particolare quello posteriore, fino alle pedane passeggero retraibili e al maniglione posteriore a scomparsa, sono i dettagli che fanno la differenza, e rendono il design di questa moto ancora più unico e inconfondibile.

Il DRL all’anteriore cambia forma, passando dall’Omega delle versioni precedenti a una doppia C che diventerà stilema ricorrente sulle naked di Borgo Panigale. Il gruppo ottico posteriore è costituito da una matrice di LED puntiformi posizionata sotto la coda, anch’essa con una firma ottica inconfondibilmente Diavel: una soluzione unica, inedita e spettacolare e che rende la moto riconoscibile all’istante.

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Il V4 Granturismo è il fulcro intorno al quale ruota ogni cosa: prestazioni, carattere e stile. Lo scarico a vista con il silenziatore a quattro bocche d’uscita come quattro sono i cilindri del motore, è lì a sottolinearlo.

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Il motore è da sempre al centro del concetto Diavel, e in questa terza generazione si conferma elemento distintivo tanto per lo stile quanto per il carattere e le prestazioni.

Il motore V4 Granturismo garantisce fluidità d’erogazione a ogni regime senza rinunciare a potenza elevata e tanta coppia sempre disponibile.

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Diavel V4 53

UNLOCK EARTH: Kenya senza confini

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Alla scoperta del Kenya off-road

È proprio vero che le avventure più epiche iniziano dove non si è mai stati prima. Questo a volte può significare spingersi oltre i confini di una strada battuta, ed è proprio quello che hanno fatto i due amici Andrea e Alessandro.

In sella alla loro Multistrada V4 Rally, si sono avventurati alla scoperta del Kenya off-road, entrando in contatto con la natura più autentica, in tutta la sua potenza.

Di seguito il racconto di Andrea Rossi, endurista e test rider per Ducati, dopo aver esplorato le terre del Kenya in sella a Multistrada V4 Rally. Tra paesaggi mozzafiato e ambientazioni uniche al mondo.

Che cosa ti piace di più dell’Africa?

Devo ammettere che sono un po’ innamorato dell’Africa. Le sensazioni che ti riescono a trasmettere il contatto totale con la natura incontaminata e questi paesaggi, rimasti così veri e autentici,sono indescrivibili.

Inoltre, volevamo fare un’esperienza che trasmettesse la sensazione di poter andare davvero ovunque, oltre i confini di destinazioni già conosciute.

In questo senso l’Africa è sicuramente la frontiera perfetta. Un luogo dove temperature, possibili imprevisti e i percorsi da affrontare possono metterti davvero a dura prova!

Consiglieresti ad altri di fare un viaggio in Africa in moto?

Assolutamente sì, perchè la moto ha la capacità di farti sentire molto vicino, molto dentro ai luoghi e alle realtà che incontri lungo il viaggio. Non sei mai dietro un vetro, sei più esposto a tutto. Ed è proprio questo che ti fa vivere emozioni ancora più forti. È stato incredibile riuscire ad avvicinarsi, sempre con il massimo rispetto, così tanto agli animali. Viaggiare in moto ti

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permette anche di entrare a stretto contatto con le popolazioni locali, di stabilire delle connessioni più facilmente.

La moto è così, funge un po’ da canale di comunicazione. Durante questo ultimo viaggio, ad esempio, ci eravamo persi e abbiamo chiesto indicazioni ad un ragazzo incontrato per strada, anche lui in moto. Lui non solo ci ha indicato la direzione da prendere, ma ci ha voluto accompagnare a tutti i costi fino a destinazione. Nonostante i Km da percorrere fossero tanti.

Quali tips daresti ad un viaggiatore che vuole vivere un’esperienza di riding Safari come questa?

Mentre si viaggia in moto si è sempre pronti a ripartire. Alle volte, per viversi veramente a pieno l’esperienza occorre fermarsi un attimo e, semplicemente, godersi la spettacolarità di un momento.

Ad esempio, riuscire ad osservare leoni, leonesse o elefanti da una distanza così ravvicinata è stato pazzesco,un’esperienza davvero unica.

Ti sei sentito ben equipaggiato durante il viaggio?

Diciamo che questa moto è davvero un’instancabile viaggiatrice. Versatilità e affidabilità sono il suo grande punto di forza, caratteristiche ideali per viaggi di questo genere.

Grazie ai Riding Mode ti senti sempre a tuo agio, qualunque sia il tipo terreno. E questo senso di tranquillità ti permette di vivere l’esperienza al 100%, senza perderti un solo minuto della tua avventura. Il serbatoio da 30 litri è una caratteristica fondamentale per i viaggi in cui non è sempre così scontato fare rifornimento. Il fatto di non doversi fermare spesso, ma poter andare avanti a lungo e godersi la strada è impagabile!”

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La nuova Multistrada V4 Rally è la compagna di viaggio ideale in ogni condizione, facile e intuitiva tanto nella giungla urbana quanto nelle più avventurose strade in off-road. Performante, robusta e affidabile, grazie al V4 Granturismo e ai suoi lunghi intervalli di manutenzione, ti porterà ovunque la tua voglia di avventura ti conduca.

60.000 Km

200 mm

30 l

prima dell’intervallo di controllo gioco valvole la corsa delle nuove sospensioni Skyhook DSS EVO la capienza del nuovo serbatoio

360°

il grado di sicurezza grazie alla dotazione radar per il nuovo Power Mode Enduro per l’off-road

114 CV

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E-XCITING TRAILS

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Sentieri

La e-mtb sta diventando il modo più divertente ed interessante per sperimentare la bellezza della natura. Non c’è niente di meglio che esplorare paesaggi nuovi e variegati, scegliendo il percorso più adatto e cominciare l’avventura.

Emozioni ad alta quota e adrenalina in downhill sono il pane quotidiano degli appassionati di mountain e-biking. Lontani dai rumori e dal traffico della città, immersi nella natura, i biker sono attratti dalla

E-bikes trails

velocità e dal senso di libertà che solo una pedalata regala. Che tu sia in cerca di una nuova sfida o un amante della vita all’aria aperta, ecco la nostra top 4 di E-xciting trails.

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X-Line

Saalbach Hinterglemm Austria

Uno dei percorsi di free ride più lunghi d’Europa, che si estende per oltre 1000 metri di altitudine, la X-line di Saalbach è una combinazione di panorami straordinari, trail e sfide, in cui le montagne diventano un vero parco giochi.

Scendendo verso la foresta di Saalbach, il percorso offre diversi terreni: dal tratto “slopestyle” roccioso a sentieri sterrati. Un divertimento assicurato per i professionisti!

The Whole Enchilada

Moab - Stati Uniti

Voglia di un epic trail? The Whole Enchilada è servito! Non è un piatto messicano, come farebbe credere il suo nome, ma 45 km di sentieri organizzati dai biker di Moab, nello stato dello Utah.

Parte da quota 3300 metri e arriva fino al Colorado River, a quota 1200, passando da paesaggi alpini a quelli desertici nel giro di poche ore. Con i suoi 2100 metri di dislivello lungo percorsi in discesa, è una vera sfida per i biker di tutto il mondo. Nessuno fino ad oggi è riuscito a percorrerlo in salita!

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The Redwoods

Rotorua - Nuova Zelanda

A pochi minuti dalla città di Rotorua, la foresta di Whakarewarewa ha uno dei più antichi percorsi per mountain bike del Paese.

Con una rete di 130 km di sentieri, panorami affascinanti in ogni angolo, sorgenti termali, laghi mozzafiato e l’imponente Monte Tarawera, The Redwoods è la meta più frequentata dagli appassionati di MTB. Ciò che rende speciale e attrattivo questo trail è il terreno di rocce vulcaniche che permettono, anche durante le piogge, la possibilità di percorrerlo.

Passo della Futa

Appennino tosco-emiliano

Italia

Il Passo della Futa è un vero paradiso per gli appassionati di ciclismo e di cronoscalata. Un sentiero che attraversa i paesaggi naturali dell’appennino tosco-emiliano e alcuni centri abitati, tra tornanti e salite impegnative.

La fatica viene ripagata una volta arrivati in cima, ad un’altitudine di circa 903 metri, dalla bellezza naturale e dalla tranquillità del panorama.

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trails

A SCUOLA DI E-RIDING

I consigli di Stefano Migliorini per perfezionare la tecnica e sfruttare a fondo tutte le potenzialità delle mountain bike elettriche.

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All’anagrafe è Stefano Migliorini, per amici e appassionati è “Il Miglio”. Leggenda della BMX e del downhill, dopo una carriera agonistica da più di 30 tra titoli e podi in Italia e nel mondo ha fondato la Thok E-Bikes, azienda produttrice di e-bike ad altissime performance e promotrice della E-Academy, la scuola di e-mtb aperta a tutti coloro che vogliono migliorare la propria tecnica di guida. Chi meglio di lui per conoscere i segreti dell’e-mtb e i trucchi per perfezionare la tecnica di guida?

sella telescopico, che si alza e si abbassa a comando del biker. In salita va tenuta alta per distendere di più la gamba, dare forza alla pedalata e risparmiare batteria. In discesa o quando si affrontano tratti molto tecnici la sella dev’essere più bassa, per favorire i movimenti sulla bici.

Cos’è più importante: conoscere alla perfezione il percorso o essere in piena sintonia con la bici?

Stefano, partiamo dalle basi. Quali sono i tre consigli fondamentali per padroneggiare la e-mtb, sia in salita che discesa?

Iniziamo con una premessa, che vale per tutti i rider di e-mtb, di qualsiasi età e livello.

Mai sottovalutare la questione sicurezza: in salita si ha sempre a che fare con degli ostacoli, in discesa si possono raggiungere anche i 70 km/h. Bisogna quindi indossare sempre il casco e le protezioni per gomiti e ginocchiere.

Ciò detto, il primo consiglio è siuramente trovare il giusto setting della bici, quindi impostare sospensioni e pressione delle gomme, regolare le leve freno e la posizione della sella. Gli e-bikers esperti fanno queste cose da soli, per tutti gli altri io consiglio sempre di rivolgersi a tecnici preparati, perché davvero fa la differenza. Il secondo consiglio riguarda il motore.

È importante sapere come si comporta a fronte della pedalata per trovare la giusta sintonia. Questo è un lavoro che richiede del tempo perché si costruisce uscita dopo uscita, ma è anche molto divertente, specialmente andando in salita, che è dove le e-bike dispiegano tutto il loro potenziale di divertimento. Il terzo riguarda l’altezza sella: la maggior parte delle e-bike ha il tubo

Tutta la vita essere in sintonia con la bici. La bici ti dà la possibilità di andare ovunque. Conoscere bene il tuo mezzo ti permette di affrontare tutti i percorsi, sia in salita che in discesa, in totale sicurezza e con il massimo del divertimento.

Quanto è facile migliorare la tecnica di guida?

Affinare la tecnica di guida su una e-mtb funziona come su una motocicletta: più migliori e più vuoi migliorare. La differenza è che puoi farlo ovunque e con meno limitazioni. Si è più liberi, dopo tutto basta un prato per esercitarsi su tecnica, stile e conduzione della bici.

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È come in moto: più migliori e più vuoi migliorare.”

Quanto è importante il livello del mezzo rispetto alla tecnica del rider?

Vanno di pari passo. È chiaro che più si alza il livello della tecnica più si percepiscono le differenze tra le diverse bici e le diverse modalità di settaggio. Il bello dell’e-bike sta anche nel saper coniugare la componente fisica del biker a quella tecnologica del mezzo.

Esistono forme di allenamento che non prevedono l’uso della bici ma sono funzionali alla guida in e-mtb?

Certo! Ci sono le tecniche per preparare i riflessi e migliorare la reattività, così come gli esercizi per mantenere alto il livello muscolare. Certo, non sono divertenti come andare in bici, però sono utili. Io personalmente faccio molti esercizi a corpo libero e con l’ausilio di manubri eccentrici, ma tendenzialmente sono consigliabili tutti gli esercizi che coinvolgano mani, braccia, gambe e schiena.

Per chi va in moto, ci sono tecniche di guida che possono tornare utili anche su e-mtb?

Ci sono molte similitudini tra andare in moto e andare in e-mtb. Io stesso quando correvo in Coppa del Mondo mi allenavo due volte a settimana in motocross, perché per quanto si trattasse di mezzi diversi, con pesi e dinamiche differenti, l’approccio all’ostacolo è lo stesso. E poi c’è il tema delle sensazioni. L’adrenalina della discesa, il desiderio di esplorare, la soddisfazione nel superare un ostacolo sono emozioni che tutti i motociclisti conoscono molto bene, e che sicuramente, quando sei in sella a un’emtb, riescono a darti quella motivazione in più per spingerti oltre i tuoi limiti.

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LA PASSIONE NON HA FRONTIERE

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Nick Selleck

Nick va in moto fin da quando era un piccolo pilota. Sebbene i suoi sogni di diventare una superstar del motocross non si siano trasformati in una carriera professionistica, insieme a sua moglie e socia in affari Trudi Selleck, ha saputo reinventarsi costruendo un’attività di adventure touring in giro per il mondo.

Un giorno, un cliente ci ha chiesto di organizzare per lui alcuni eventi aziendali su larga scala. Da lì Maschine è passata dall’organizzare due o tre eventi all’anno, accanto alla nostra principale attività di studio di design, ad un’attività a tempo pieno dal 2015 in poi.

Cosa c’è dietro all’organizzazione di un biketour?

Nick, iniziamo dalle origini, dove nasce la tua passione per le moto?

Il merito di avermi fatto appassionare alle moto è assolutamente di mio padre! Sono cresciuto in una grande fattoria nella zona di Riverina, nel sud-est dell’Australia, e ho iniziato a guidare con mio padre dall’età di circa cinque anni. A sette anni mi comprò la mia prima moto, una mini Honda Z50J da 50 cc, con cui ho imparato a fare salti e impennate. Ne conservo un ricordo veramente bello…

Poi le moto sono diventate sempre più grandi, così come me, e dopo aver lasciato la scuola mio padre ha dato il via al capitolo successivo del motociclismo: le corse.

A partire dai diciotto anni ho corso alcune gare di motocross e di enduro, ma è stata la Supermoto quella che ho amato di più e con cui ho avuto più successo.

Com’è nata l’attività di Maschine?

Io e mia moglie abbiamo gestito per molti anni uno studio di web e graphic design e avevamo diversi clienti nel settore motociclistico.

Avete mai sentito l’espressione “herding cats”? [tradotto letteralmente significa “radunare i gatti”]. È un modo di dire che usiamo spesso nel nostro ufficio! Sebbene gestire tour in moto sia senza dubbio il lavoro dei sogni per molte persone, non è affatto facile. Quando alcuni dei nostri tour coinvolgono più di 100 motociclisti, sono molti gli elementi da considerare, come ad esempio: la ricerca di itinerari e condizioni stradali che si adattino alle diverse abilità di guida, la scelta di luoghi in grado di accogliere più di 100 persone, l’assistenza meccanica sul campo, la sicurezza e il primo soccorso, il meteo o altri fattori ambientali…

Che consigli daresti a chi si avventura per la prima volta in un viaggio in moto?

Wow! Questa è una domanda difficile. La guida tecnica in fuoristrada è ovviamente un aspetto importante, ma bisogna anche cercare di acquisire esperienza nelle riparazioni meccaniche, nel primo soccorso, nella navigazione, ecc. Sono molti i fattori da prendere in considerazione! Per cominciare, frequenterei un corso di formazione sulle abilità fuoristradistiche per aumentare la propria fiducia e poi...uscire e viversi a pieno la moto.

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Nick Selleck

Quale, tra i vari viaggi che hai fatto, hai amato di più?

È come chiedere: “Qual è il tuo figlio preferito?”. Per fortuna ho solo una figlia! Direi che il viaggio più memorabile è stato nel giugno 2019, quando abbiamo portato un gruppo di turisti attraverso Germania, Austria, Italia, Croazia, Slovenia e Bosnia ed Erzegovina. Avevamo un gruppo di persone fantastiche, abbiamo macinato diversi chilometri, fatto festa e vissuto esperienze uniche, come salire su una pista da bob a Sarajevo ed esplorare una base aerea jugoslava abbandonata con hangar sepolti sul fianco di una montagna. È stato un tour indimenticabile!

Per un australiano come te, com’è stato avventurarsi in paesaggi diversi da quelli a cui era abituato, come i passi alpini europei?

È un’esperienza che lascia a bocca aperta, commovente ed emozionante. I passi alpini come il Passo dello Stelvio, il Passo di Gavia, il Passo di Giau o il Passo del Gottardo sono semplicemente pazzeschi da percorrere. Ho avuto la fortuna di valicare molti dei famosi passi alpini europei e sia io che mia moglie ci ripromettiamo di vivere almeno qualche mese della nostra vita sulle Dolomiti. Ci piace moltissimo!

Qual è la prossima destinazione in agenda?

Il nostro prossimo tour australiano, Great Divide Ride - Stage 3, è l’ultima tappa di una serie di tre giri che percorrono l’intera

costa orientale dell’Australia, per un totale di oltre 6.000 km. Questa tappa finale, della durata di 10 giorni, attraversa l’estremo nord del Queensland fino alla punta settentrionale di Cape York, dove il paesaggio è davvero unico. Grandi distanze, terra rossa, campeggi sotto le stelle, percorsi tecnici e stretti attraverso la foresta pluviale, coste meravigliose e coccodrilli. Sarà una bella avventura e un’emozione incredibile!

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L’Australia
è così grande! Dividere questo viaggio in tre tappe era l’unico modo per rendere il percorso fattibile ad un gruppo di cinquanta persone.”
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La stagione più vittoriosa di sempre per Ducati è un capolavoro di idee, visione, tecnologia, organizzazione. Che ha visto trionfare un gruppo totalmente unito, in cui ingegneri e piloti hanno lavorato all’unisono per superare qualsiasi sfida. E ora ripercorriamo questa stagione straordinaria attraverso le parole di Pecco Bagnaia, Álvaro Bautista Arce e Gigi Dall’Igna.

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BAGNAIA | BAUTISTA | DUCATI
Ducati Corse

PIÙ DI OGNI ALTRA COSA

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Pecco Bagnaia

Quando ti trovi a 91 punti dalla vetta della classifica, solo la follia può tenerti aggrappato al sogno di un titolo mondiale. Quella, oppure un’ostinata convinzione nel lavoro proprio e di quello del team. È così che Pecco Bagnaia ha riaperto un campionato che sembrava finito, e ha riportato a Borgo Panigale un titolo atteso da quindici lunghi anni.

Pecco, cosa significa vincere un Mondiale? E cosa significa vincerlo con Ducati?

Da italiano, è semplicemente il massimo possibile. Io poi son sempre stato un grandissimo fan di Ducati. Vincere con questi colori è sempre stato il mio sogno fin da bambino, e crescendo questo sogno è diventato sempre più forte. Essere riuscito a realizzarlo è stata un’emozione fortissima, che mi ha ripagato di tutti i sacrifici di questi anni.

Gigi Dall’Igna ha detto che sei sempre stato un pilota velocissimo, ma che quest’anno hai imparato a vincere anche quando non eri il più veloce. Che cosa è cambiato?

In realtà io penso che le prove siano un momento in cui testare e sperimentare, e che il vero potenziale si veda sempre in gara. Noi, ad esempio, per tutto l’anno abbiamo fatto le prove con gomme molto usate. Questo ci faceva sembrare poco veloci, ma poi in gara il discorso cambiava completamente. Sicuramente,

però, a Silverstone eravamo davvero in difficoltà. A livello personale essere riuscito a fare la differenza in quella gara è stato molto bello.

È stato quello il momento decisivo?

Lì ho capito che ce la potevamo fare. Nel weekend avevamo faticato tanto, partivo quinto. Ritrovarmi davanti e andare a vincere la gara mi ha dato una bella spinta.

Al punto da completare la rimonta più incredibile nella storia della MotoGP. Cosa ha reso possibile questa impresa?

Non abbiamo mollato mai. A inizio anno la moto non funzionava come ci aspettavamo e ci siamo ritrovati a -91. Avremmo potuto darla persa ma io volevo tutto tranne che un altro secondo posto. Ci siamo messi lì, abbiamo lavorato veramente bene e nella seconda parte siamo stati spaventosi. Io non ho mai smesso di crederci, e vincere dalle difficoltà, all’ultima

gara della stagione, è stato ancora più bello.

I Ducatisti attendevano da tanto questa vittoria. Com’è stato festeggiare insieme a loro?

Loro mi sono sempre molto vicini. Sono incredibilmente legati al marchio, e questo a volte li porta a essere molto critici. Ma proprio per questo io mi rivedo in loro. Anch’io sono attaccatissimo a Ducati e sono il primo a essere critico nei miei confronti. Sono davvero felice di aver dato loro la gioia di questa vittoria. Le scene di festa a Borgo Panigale mi hanno fatto venire i brividi.

Ora tu e la Ducati siete gli avversari da battere. Cosa significa questo?

Correre da campione del mondo, con il numero uno sulla carena, è sicuramente diverso. Ma io non sono affatto preoccupato, anzi. A Valencia, per certi versi, mi sono tolto un bel peso dalle spalle quindi, sinceramente, non sono mai stato così carico!

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“ Non ho mai smesso di crederci.”
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Pecco Bagnaia
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Álvaro Bautista Arce

IRRESISTIBILE

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Quando entri nel cuore dei Ducatisti sai che ci

La stagione di Álvaro Bautista Arce è riassumibile in una sola parola: vittoria. Dal GP di Aragona al GP di Australia, il pilota spagnolo e la sua Panigale V4 R hanno lasciato le briciole agli altri contendenti. E mentre Ducati è tornata sul tetto della WorldSBK e superato lo storico traguardo dei 1000 podi in campionato, Bautista è diventato il terzo pilota della storia a potersi fregiare di un titolo mondiale sia in MotoGP che in Superbike.

Che sensazione è vincere un Mondiale con Ducati?

Vincere un mondiale è sempre molto speciale, perché non esiste riconoscimento più grande per il tuo lavoro e per il tuo impegno. È veramente un sogno che diventa realtà. Ma vincerlo con Ducati è ancora più speciale. Perché è un marchio diverso da tutti gli altri, c’è tanta passione, tanto amore per la moto. Quando vinci qui ti rendi subito conto che la tua vittoria non sarà mai dimenticata e ti senti davvero parte della storia.

Come vivi il rapporto con i Ducatisti?

Sono incredibili: ad ogni vittoria mi scrivono in tantissimi, sembra quasi che siano loro a vincere le gare! Vivono la loro passione in modo molto intenso: sono felicissimi quando vinci e tristissimi quando perdi. Questa per un pilota è una bella responsabilità. Ma tu sai che quando vinci entri nel loro cuore e ci resti per sempre.

Si parte sempre per vincere. Ma qual è stato il momento in cui ti sei reso conto che potevi davvero conquistare il titolo?

Quest’anno sono arrivato in Ducati con più consapevolezza e più esperienza. Come pilota mi sentivo nel miglior momento della mia carriera, sia a livello mentale che fisico. Sapevo che con questa moto e con questo team potevo dare il meglio di me. Tre anni fa andavo forte ma per vincere un campionato bisogna essere i più intelligenti, non solo i più veloci.

È ciò che ha detto anche Gigi Dall’Igna: nel 2019 non volevi solo vincere ma volevi stravincere. Quest’anno, invece, già alla prima gara ha capito che tu avevi la mentalità giusta.

Quest’anno sono riuscito a gestire bene ogni gara, perché ho corso ponendomi l’obiettivo di ottenere sempre il massimo da ogni situazione. È stata difficile perché gli avversari sono stati bravissimi e non hanno sbagliato niente, ma noi abbiamo sbagliato ancora meno. Vincere il titolo è stata una conseguenza di questo approccio.

Ora tu e la Ducati siete gli avversari da battere. Cosa significa correre da campione del mondo?

Niente. Ogni volta che si inizia un campionato la stagione precedente non conta più. Si parte tutti da zero punti.

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resti per sempre.”
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LUIGI DALL’IGNA

INGEGNO E PASSIONE

La stagione più vittoriosa di sempre per Ducati affonda le sue radici in un percorso di instancabile miglioramento e inesorabile innovazione. Un lavoro fatto di ricerca, sviluppo, passione e creatività, condotto in perfetto stile Ducati, come ci spiega Gigi Dall’Igna, General Manager di Ducati Corse.

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Luigi Dall’Igna

Un successo che parte da lontano

L’epica sportiva vuole che ogni vittoria sia associata all’attimo della sua conquista. Sulla copertina dello straordinario 2022 di Ducati Corse ci sono l’atto finale della MotoGP a Valencia, quando Pecco Bagnaia ha portato a termine la rimonta più incredibile nella storia della MotoGP, e la tappa indonesiana della WorldSBK, che ha coronato la cavalcata trionfale di Alvaro Bautista. Ma se il 2022 rimarrà scolpito per sempre nella storia di Ducati e nel cuore dei Ducatisti, lo si deve anche e soprattutto a ciò che è avvenuto negli anni precedenti. A un percorso che prima dell’en plein di questa stagione aveva condotto a due Titoli Costruttori consecutivi e un Titolo Squadre in MotoGP, e a un Titolo Costruttori della WorldSBK. Una crescita graduale ma inesorabile, spinta da una costante ricerca dell’innovazione tecnica e tecnologica da parte di tutto il team Ducati Corse, capitanato dal General Manager Gigi Dall’Igna.

È giusto dire che all’origine di questi successi ci siano tante ragioni e tanti protagonisti?

È giusto dire che nel 2022 abbiamo concretizzato ciò che abbiamo

saputo costruire in tanti anni. Dal 2015, direi, perché il primo mattone lo abbiamo messo quell’anno con la Desmosedici GP15. Una moto innovativa, evoluta non solo nel motore e completamente diversa dalle Ducati che l’avevano preceduta. Nel 2016 sono arrivate le prime vittorie, nel 2017 con Dovizioso ci siamo giocati il Mondiale fino all’ultima gara. Siamo cresciuti stagione dopo stagione, innovazione dopo innovazione, facendo una cosa che nessuno aveva fatto prima: sviluppare la parte sportiva assieme a quella tecnica. Oggi tutti i piloti che corrono sulle Ducati hanno cominciato la loro carriera in MotoGP in sella a una Ducati. Si sono costruiti con noi, e noi con loro.

Come si diventa un riferimento per le altre case costruttrici? Arrivando prima di tutti o vedendo cose che gli altri non vedono?

Mi sento di dire che essere precursori faccia proprio parte del nostro DNA. Noi abbiamo cominciato a rompere gli schemi già nel 2014, quando decidemmo, soli tra i team factory, di abbracciare il progetto Open, quello con il software unico al

posto di quello proprietario. E negli ultimi anni siamo stati il team che ha introdotto le innovazioni più importanti, dall’abbassatore alle ali fatte in un certo modo, al cucchiaio e a molte altre ancora.

Alcuni vedono in queste innovazioni un tratto caratterizzante del Made in Italy: la fantasia.

Sicuramente in Ducati abbiamo il guizzo che case costruttrici di altri Paesi, per cultura, non hanno. Ma i regolamenti esistono anche per essere interpretati. E tu, con la creatività, puoi trovare quelle soluzioni che ti portano al limite consentito dal regolamento, perché più ti ci avvicini e migliori sono le prestazioni che ottieni. Noi in questi anni siamo

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stati bravi a non oltrepassarlo mai, il limite. E, infatti, tutte le verifiche a cui siamo stati sottoposti sono sempre state superate senza problemi.

Anche il fatto che oggi in pista ci siano tante Ducati è merito delle continue innovazioni?

I team satelliti sono liberi di rifornirsi dalle case che vogliono. Se scelgono le Ducati è perché sanno che oltre a ricevere una moto competitiva saranno parte attiva di un percorso di sviluppo a lungo termine. Anche questo è conseguenza di una strategia precisa, pensata a tavolino. Per noi i team satelliti sono importantissimi non solo dal punto di vista economico, ma anche tecnico, perché ci permettono di avere più dati e più informazioni a supporto dello sviluppo della moto, e soprattutto sportivo, perché con il loro aiuto possiamo investire su piloti giovani e conoscere il loro vero potenziale.

Anche qui Ducati è sembrata andare contro corrente, con la scelta di “costruirsi in casa” i propri piloti.

Abbiamo preferito non affidarci a dei piloti che avevano già una loro storia alle spalle, ma scegliere piloti giovani e di talento per accompagnarli nella loro crescita. È stata una scelta felice in tutti i sensi. In primo luogo perché ci stanno regalando enormi soddisfazioni. E poi perché anche il brand ne è uscito rafforzato. Abbiamo conquistato la fiducia dei futuri piloti che sanno che in Ducati possono trovare l’ambiente ideale per migliorare e crescere. Non tutte le case costruttrici riescono a offrire queste garanzie.

E per quanto riguarda il team? Quello di Ducati Corse sembra un gruppo davvero molto affiatato.

Il team è l’elemento di cui bisogna avere più cura in assoluto, perché il risultato è sempre frutto del lavoro di tutti e negli anni ho imparato che le vittorie arrivano soltanto se le persone sono contente. Anche perché vincere un campionato del mondo è molto complicato, senza la fiducia reciproca non sarebbe possibile farlo. Bisogna conoscere pregi e difetti di chi ti sta vicino, per valorizzare i primi e minimizzare i secondi.

In questi anni nessuno ha innovato come noi.”

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Prima di arrivare ai titoli delle ultime stagioni non sono mancati i momenti difficili. Quali sono stati i più critici?

I momenti difficili ci sono sempre, ma l’importante è non perdere mai la fiducia in sé stessi. Anche perché nella vita sono più le volte in cui si perde che quelle in cui si vince. Per noi avere a che fare con Marquez o Rea è stato motivo di crescita. Ci ha spinti a fare di più e meglio. Certamente, la fine del rapporto con Dovizioso fu un momento molto particolare. Si trattò di una scelta presa di comune accordo, ma comunque dolorosa, soprattutto da un punto di vista emotivo. Siamo pur sempre umani, non scordiamocelo mai.

Quali sono stati i momenti di svolta? Quelli in cui avete avuto la sensazione che le cose stavano girando per il verso giusto?

Nella MotoGP la svolta è arrivata a Silverstone. Prima di quella gara Pecco aveva sempre vinto perché era il più veloce in pista. A Silverstone invece non era il più veloce, ma in gara ha dimostrato di avere quella determinazione, quella freddezza e quella capacità di gestione della gara che ti fanno vincere in ogni situazione. In Superbike invece avevo capito subito che poteva essere l’anno giusto. Io conosco bene Alvaro, e il suo approccio alle gare quest’anno era completamente diverso dal 2019. Molto attento ai contatti, ai sorpassi, meticoloso nella gestione del corpo a corpo: per la prima volta nella sua carriera ha voluto vincere e non stravincere. E questa è una differenza sottile ma decisiva.

Si dice che vincere sia difficile, ma ripetersi lo sia ancora di più. Come si mantiene alta la tensione dopo una stagione così?

Innanzitutto godendosi il successo, perché le vittorie vanno festeggiate. Anche prima di Natale avevo detto alla squadra di riguardarsi le gare per capire appieno l’impresa che avevamo fatto. Ora che sappiamo quanto è bello vincere vogliamo continuare a farlo. Non sarà facile, perché il livello del campionato è altissimo e ci sono tanti piloti forti.

Un augurio particolare per la nuova stagione?

Spero che tutti possano esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Oggi si respira un’atmosfera unica, e il merito è dei piloti di oggi che sono bravissimi e sono tutti straordinariamente sportivi. Da uomo di sport, prima ancora che General Manager Ducati Corse, sono contento e orgoglioso di lavorare con persone così.

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Ora che sappiamo quanto è bello vincere vogliamo continuare a farlo.”

LE MOTO DEI CAMPIONI

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V4 2022 WORLD CHAMPION REPLICA
PANIGALE

Per celebrare un’annata storica e indimenticabile sono state realizzate due serie speciali di Panigale V4, ispirate alla Desmosedici GP22 e alla Panigale V4 R dei Campioni del Mondo Francesco Bagnaia e Álvaro Bautista Arce.

Realizzate su base Panigale V4 S, le due serie sono caratterizzate dalle livree delle moto di Francesco Bagnaia #63 e di Álvaro Bautista Arce #19, e dall’autografato del pilota apposto in originale sul serbatoio e protetto con uno strato di vernice trasparente. Le due moto, realizzate in serie numerata e limitata, celebrano non solo il presente ma anche la storia della Casa di Borgo Panigale. Ciascuna serie è infatti composta da soli 260 esemplari, in onore al 1926, anno di fondazione di Ducati.

Le moto si sono rivelate un successo immediato. In pochissime ore gli esemplari disponibili della serie limitata sono andati completamente esauriti, e sono stati tanti i Ducatisti che hanno voluto arricchire la propria collezione con entrambe le Panigale V4 2022 World Champion Replica.

Panigale V4 Replica 101

I NUMERI DI UNA STAGIONE DA RECORD

MotoGP

I podi complessivamente conquistati dalle Ducati in MotoGP, con sei piloti diversi.

32

Le pole position in questa stagione, con ben sette piloti diversi.

Le vittorie totali ottenute in stagione: 7 Bagnaia, 4 Bastianini, 1 Miller.

WorldSBK

I podi totalizzati in stagione, con tre piloti diversi.

Ducati è la prima Casa costruttrice a raggiungere il traguardo dei mille podi nella WorldSBK.

I titoli costruttori conquistati da Ducati nel campionato WorldSBK, primato assoluto.

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16 1000

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Nuovo PIRELLI DIABLO ROSSO TM IV CORSA.

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DREAM TEAMS

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STAGIONE 2023 Potenza

Per la prima volta nella storia il numero uno spiccherà sulle moto di entrambi i team Ducati Corse dei campionati MotoGP e WorldSBK. Per tutti saranno gli avversari da battere, ma sia il Ducati Lenovo Team che il team Aruba.it Racing – Ducati non hanno alcuna intenzione di interrompere il percorso vincente.

In MotoGP, al fianco del Campione del Mondo Pecco Bagnaia ci sarà Enea Bastianini, terzo nel Mondiale lo scorso anno con il Ducati Team Gresini Racing. In Superbike è confermata l’accoppiata vincente Álvaro Bautista - Michael Ruben Rinaldi, in sella alla nuova Panigale V4R.

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Ducati Lenovo Team 2023
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THIS IS RACING

240,5 CV 16.500 RPM

La nuova Panigale V4 R adotta soluzioni tecnologiche finora riservate a MotoGP e Superbike: il modello di serie più vicino alle moto da competizione di sempre.

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Panigale V4 R

Cuore a 16.500 giri

Il cuore della Panigale V4 R è il nuovo Desmosedici Stradale R da 998 cm³, un motore in grado di raggiungere un regime di rotazione massima pari a 16.500 giri al minuto in sesta marcia (16.000 negli altri rapporti).

Tutto il potenziale di questo motore, però, si esprime in pista montando lo scarico racing, che gli consente di raggiungere i 237 CV, 3 CV in più rispetto alla precedente versione.

Il nuovo Desmosedici Stradale R è ciò che rende Panigale V4 R un riferimento assoluto nel panorama delle supersportive di pari cilindrata.

Per la prima volta su un motore stradale, il mantello dei pistoni è caratterizzato dal trattamento superficiale DLC (Diamond Like Carbon) che riduce gli attriti tra pistone e camicia. Una soluzione finora impiegata solo nelle competizioni in MotoGP e Formula 1.

L’altra novità rivoluzionaria riguarda le bielle in titanio di tipo “gun drilled”. Forate longitudinalmente lungo il fusto, queste bielle permettono il passaggio dell’olio dalla testa al piede, migliorando la lubrificazione dello spinotto e quindi l’affidabilità in condizioni estreme.

Infine, la nuova frizione a secco, ridotta nel diametro e nella lunghezza assiale, è più leggera di circa 800 grammi, riducendo il momento d’inerzia e rendendo il motore più reattivo alle richieste di coppia del pilota.

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Setup elettronico da Superbike

Dagli aggiornamenti sulla strategia motore, alla nuova grafica dell’interfaccia del dashboard al nuovo software Engine Brake Control (EBC) EVO 2: tutto per rendere la Panigale V4 R 2023 ancora più veloce e sfruttabile nell’impiego racing.

Il nuovo Info Mode “Track Evo”

Per una visualizzazione immediata delle informazioni necessarie durante la guida in pista, è stata modificata la grafica del dashboard, che si differenzia per l’utilizzo un LED Esterno come avviene sulle moto SBK, per l’indicazione del cambio marcia, riducendo i tempi di risposta e migliorando la qualità del feedback fornito al pilota.

Il Software Engine Brake Control EVO 2

Si caratterizza per una differente calibrazione marcia per marcia su ciascuno dei tre livelli selezionabili, consente di migliorare stabilità, precisione, direzione nelle fasi di staccata e inserimento curva e consentire. Il pilota, così, può definire con maggior precisione il miglior setup elettronico per ogni circuito.

La nuova strategia per il DQS

Questa nuova strategia consente una migliore fluidità nelle cambiate a ogni grado di apertura dell’acceleratore.

Ogni dettaglio è stato pensato e progettato per esaltare la sensazione di puro spirito racing della moto.

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La carica che serve al Dream Team

In un weekend di gara non è certo il ritmo che manca all’interno del box, dettato dai turni di prova serrati, dalle operazioni ripetitive e meticolose da compiere sulle moto, dai rilievi cronometrici.

Serve una grande carica di energia per affrontare il weekend con piena potenza, all’inizio alla fine. La stessa carica di cui dispongono sempre le batterie Bosch ProCORE18V Professional, che non si fanno mai trovare impreparate ad affrontare i ritmi di lavoro frenetici dei meccanici. Le batterie ProCORE18V sono dotate di tecnologia COOLPACK 2.0, per una migliore dissipazione del calore verso l’esterno e una maggiore durata. Le celle di ultima generazione, con connessioni in rame, saldate laser, garantiscono un’ottimale conduzione elettrica.

L’elevato standard tecnologico, unitamente alla completa intercambiabilità delle batterie su tutti gli utensili da 18 Volt, consentono al team di lavorare senza interruzioni e senza fermarsi per la ricarica, anche utilizzando utensili molto energivori. Il lavoro è facilitato dal fatto di avere sempre a disposizione batterie potenti e pronte all’uso.

L’energia assorbita viene restituita sotto forma di potenza e coppie elevate per avvitamenti, settaggi e serraggi rapidi, per scaldare o raffreddare…ma anche per produrre decibel attraverso i 4 altoparlanti con subwoofer integrato della radio da officina GPB 18V5 SC Professional, apprezzata non solo dai

meccanici, ma anche dai piloti, per alleggerire la tensione. Grazie alla compatibilità con DAB+, al Bluetooth®, alle 2 porte USB, e al suo robusto rollbar di protezione, risulta estremamente versatile e comoda. Con una carica della batteria ProCORE18V da 4.0 Ah musica ininterrotta per oltre 13 ore!

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DEAR WDW, WE’VE MISSED YOU.

L’undicesima edizione del World Ducati Week è tornata finalmente a riunire Ducatisti e appassionati del mondo delle due ruote. 80.000 persone hanno affollato il paddock del Misano Wolrd Circuit “Marco Simoncelli” per tre giorni di passione, divertimento ed esperienze indimenticabili.

Erano passati 4 anni dall’ultimo WDW prima della pandemia. È stato emozionante ritrovarsi tutti insieme. Vicini per davvero.

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Persone che fanno la differenza.

La Community di Ducatisti, provenienti da tutto il mondo, è per Ducati un valore unico e inestimabile. Perché è proprio grazie a questa community di appassionati e al loro forte senso di appartenenza che si genera il successo di questo importante appuntamento. Il nostro appuntamento.

Emozioni, racconti e adrenalina.

È stato il World Ducati Week più bello di sempre e i ricordi che rimarranno impressi nella memoria saranno moltissimi:

Gli innumerevoli test ride e drive a bordo di Ducati, Audi e Lamborghini.

Tutti i talk nelle tende tematiche e gli emozionanti racconti di viaggio con ospiti d’eccezione. La Lenovo Race of Champions, l’evento protagonista indiscusso del World Ducati Week.

La tradizionale “Rustida”, il gigantesco barbecue sul rettilineo del circuito, che quest’anno era arricchita da una ricetta speciale, firmata da Chef Riccardo Monco del ristorante tre stelle Michelin Enoteca Pinchiorri.

L’incredibile spettacolo di fuochi d’ artificio a suon dei Meduza, che ha lasciato tutti senza parole.

La parata dei Ducatisti, la più grande di sempre, che ha riempito il circuito e ha visto sfilare tantissime moto lungo la Riviera fino a Riccione.

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80.000 84

Presenze

5.805

Nazioni rappresentate

51.000

I giri in pista effettuati in totale da moto auto e durante i tre giorni

235

Foto scattate

1.244

Ducati Official Club presenti

Experience fatte tra pista, off-road e strada

Redline Magazine 120 Passione

45

Ducati Talk distribuiti su 5 palchi

22

Ore di musica tra DJ set e live show

06 OLTRE

OLTRE

18.000

OLTRE

150.000

milioni di impression sui social

Accessi alla web-app del FantaWDW

Spettatori collegati al live-streaming della Lenovo Race of Champions

sul canale YouTube di Ducati e sulla pagina Facebook di MotoGP

WDW 121
Redline Magazine 122 Passione

Al World Ducati

Week si vive la celebrazione dell’anima più profonda di Ducati: non vendiamo

moto, ma progettiamo esperienze ed emozioni per i nostri appassionati”

WDW 123

RACE OF CHAMPIONS

C’erano tutti. I due futuri campioni del mondo e i piloti che nei campionati MotoGP, Superbike e Supersport hanno contribuito alla straordinaria stagione 2022 di Ducati Corse. Sì, mai come quest’anno la Race of Champions è stata la celebrazione della passione per le corse e dell’evoluzione tecnologica che abitano a Borgo Panigale.

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Passione

Race of Champions

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Succede solo in Ducati

Race of Champions: un evento unico nel suo genere. Uno spettacolo che solo Ducati può regalare.

Trionfatore della Race of Champions 2022 è stato Pecco Bagnaia, partito in pole grazie a un tempo da record e saldamente al comando per tutta la durata della gara. Hanno completato il podio i piloti del Mooney VR46 Racing Team Luca Marini e Marco Bezzecchi.

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Passione

Race of Champions

Ho spinto al massimo per offrire ai Ducatisti uno spettacolo unico.”

Pecco Bagnaia

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1:35.8. Questo il giro veloce registrato in gara da Pecco Bagnaia, ottenuto con moto standard dotata di pneumatici slick e scarico racing. Solo 2 secondi e mezzo in più del tempo da pole position della WorldSBK di quest’anno a Misano.

I 20 campioni Ducati hanno corso sul circuito di Misano in sella a delle Panigale V4 S e V2 in configurazione da gara, personalizzate con un’esclusiva livrea ispirata alla grafica della moto usata da ogni pilota durante i campionati.

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Race of Champions

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Dopo la gara, le Panigale V4 S, personalizzate con le livree dei piloti e con l’incisione al laser sulla testa di sterzo del nome di ciascuno di essi, sono state messe in vendita online e nel giro di poche ore hanno polarizzato l’attenzione degli appassionati.

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#WeRideAsOne

Con il motto “We are Ducati. We Ride As One”, una platea eterogenea di appassionati, dagli amanti del brivido in pista agli avventurieri nei sentieri off-road o nei percorsi rilassanti tra borghi e natura, si è riunita nel segno della “red passion” Ducati, prendendo parte al We Ride As One.

Second Edition

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Una grande parata da NYC a Singapore

Da Roma a Sydney, passando per Nuova Delhi fino a Rio de Janeiro, #WeRideAsOne è tornato ad unire, a distanza, oltre 15.000 Ducatisti di più di quaranta nazioni nel mondo. Anche questa seconda edizione dell’evento è stata realizzata grazie alla sinergia tra le Concessionarie e i Club Ufficiali Ducati, che hanno personalizzato il programma della giornata, ciascuno in linea con il proprio territorio e la propria cultura: ben trecentotrentaquattro concessionari, supportati da centocinquantanove Club Ufficiali Ducati internazionali.

L’apice della giornata? Il momento della parata, quando tutti i Ducatisti hanno sfoggiato la loro passione sfilando in sella alle proprie moto per le vie più iconiche delle rispettive città.

Ducatisti da tutto il mondo

nazioni toccate

concessionari partecipanti DOC coinvolti

134 Redline Magazine 15K 50+
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Passione

Ed è già tradizione

#WeRideAsOne è un format unico nel suo genere, che nasce dal desiderio di offrire alla community Ducatista un’esperienza irripetibile di divertimento e di condivisione in sella alla propria moto, e per tenere viva la passione e la connessione che lega tutti i Ducatisti nel mondo.

Il grande successo delle prime due edizioni ha reso #WeRideAsOne un appuntamento fisso dell’agenda Ducati, da vivere con divertimento ed entusiasmo.

135 We Ride As One
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Guidare una moto è il modo più entusiasmante per godere la strada. La sicurezza di chi va in moto è l’impegno di Ducati. Per maggiori informazioni visita la sezione sicurezza del sito www.ducati.it

AVVERTENZA: le foto e le informazioni tecniche presenti su questa pubblicazione possono riferirsi a prototipi che possono subire delle modifiche in fase di produzione e hanno scopo puramente illustrativo e di riferimento, pertanto non sono vincolanti per Ducati Motor Holding S.p.A. Società a Socio Unico - Società soggetta all’attività di Direzione e Coordinamento di AUDI AG (“Ducati”). Ducati non risponderà di eventuali errori di stampa e/o traduzione. Il presente catalogo ha diffusione transnazionale ed alcuni prodotti possono non essere disponibili e/o le loro caratteristiche variare nel rispetto delle varie legislazioni locali. Non tutti i colori e versioni sono distribuiti in ogni Paese. Ducati si riserva il diritto di apportare modifiche e miglioramenti a qualsiasi prodotto, senza obbligo di preavviso o di effettuare tali modifiche su quelli già venduti. Ulteriori caratteristiche dei prodotti sono contenute nei relativi libretti di uso e manutenzione. I prodotti rappresentati non sono versioni definitive e pertanto sono soggetti a modifiche anche rilevanti a discrezione di Ducati, senza obbligo di preavviso. Le fotografie pubblicate in questo catalogo mostrano solo piloti professionisti in condizioni stradali controllate. Non imitate simili comportamenti di guida che potrebbero essere pericolosi per voi o per gli altri utenti stradali. Il presente catalogo, inclusi a mero titolo esemplificativo e non esaustivo i marchi, i loghi, i testi, le immagini, le grafiche e l’indice contenuti all’interno dello stesso, costituiscono proprietà intellettuale di Ducati o comunque essa ne ha diritto di riproduzione; è vietata ogni riproduzione, modifica o altro uso integrale o parziale del catalogo o del suo contenuto iva inclusa la pubblicazione in internet senza il previo consenso scritto di Ducati. I consumi effettivi possono differire dai consumi riportati in funzione di molti fattori tra cui, a titolo esemplificativo, lo stile di guida, la manutenzione effettuata, le condizioni metereologiche e le caratteristiche del percorso, la pressione degli pneumatici, il carico, il peso del pilota e del passeggero, gli accessori. I pesi in ordine di marcia sono considerati con tutti i liquidi di esercizio, l’equipaggiamento di serie e il serbatoio carburante riempito al 90% della capacità utile (regolamento UE n.168/2013). Per ulteriori informazioni visita il sito www.ducati.it.

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