Ingegneria Alimentare gennaio 2022

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chiedetelo a...

La rubrica “Chiedetelo a…” è uno spazio attraverso il quale i nostri lettori (ma anche la redazione stessa) possono avere risposte ad argomenti di diversa natura. Le domande devono essere inviate all’indirizzo email redazione@ecod.it I quesiti proposti saranno evasi da persone competenti negli specifici settori.

Peste suina africana, una malattia ancora presente sul territorio: cos’è ed è pericolosa per l’uomo? La peste suina africana (PSA) ha ripreso a dilagare in Europa: segnalata nel mese di novembre del 2021 in due allevamenti in Germania, ora è arrivata anche in Italia. All’inizio del 2022 è stata confermata la presenza di peste suina africana in tre carcasse di cinghiali selvatici, ritrovati in due comuni dell’alessandrino in Piemonte e in un comune della provincia di Genova. La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure, i capi che contraggono l’infezione devono essere abbattuti e distrutti. È per questo che la malattia ha gravi conseguenze socio-economiche per il settore della suinicoltura nei Paesi in cui è diffusa. Gli esseri umani non sono sensibili alla malattia, anche se, avvertono gli scienziati, considerate le similitudini genetiche tra suini e umani, le future mutazioni del virus potrebbero diventare pericolose. I segni tipici della peste suina africana sono simili a quelli della peste suina classica e, per distinguere l’una dall’altra, occorre una diagnosi di laboratorio. I sintomi tipici includono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa. I ceppi più aggressivi del virus causano il decesso entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi. Tuttavia nel caso di ceppi virali meno aggressivi, gli animali possono superare la malattia, non mostrare i tipici segni clinici ed essere asintomatici, ma rimangono portatori del virus e possono contagiare altri suini sani. Maiali e cinghiali sani di solito vengono

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infettati tramite contatto diretto con animali malati (compreso il contatto tra suini che pascolano allo stato brado e cinghiali selvatici), tramite morsi di zecche infette o l’ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti; anche il contatto con qualunque oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli o attrezzature può trasmettere l’infezione. Secondo EFSA “la circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia”. Nell’Africa sub-sahariana la peste suina africana è endemica (la PSA fu individuata per la prima volta fuori dal continente africano nel 1957 in Portogallo). Nel 2007 si sono verificati focolai infettivi in Georgia, Armenia, Azerbaigian nonché Russia


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