Artemedica n.11

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ARTEMEDICA•ANTROPOSOFIA OGGI•NEWSLETTER TRIMESTRALE•NUMEROUNDICI•AUTUNNO 2008

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adeguata. Ogni quartiere di Berlino ha, ad esempio, una scuola frequentata da allievi che hanno dei problemi a concludere gli studi superiori. All’interno di una nuova misura scolastica ora si tenta di qualificare questi 1718enni per gli esami delle superiori; al contempo essi percepiscono però Hartz IV(1). Hartz IV è molto e poco al contempo. È però sempre più di quanto potrebbero guadagnare al livello lavorativo inferiore. Come posso motivare qualcuno al lavoro se a) non ci sono posti di lavoro b) i giovani facendo un lavoro faticoso e alzandosi presto guadagnano meno che con Hartz IV? Col che non voglio assolutamente dire che Hartz IV sia troppo elevato, il che richiederebbe di inoltrarsi in argomentazioni troppo speciose. Intendo però dire che dobbiamo cambiare modo di pensare! Bisogna che al lavoro venga di nuovo riconosciuto il suo valore, altrimenti si preferisce stare a casa a fare tutto il giorno il pieno di talkshow del più differente livello, istupidendosi sempre di più e diventando incapaci di fare alcunché. […] Alla nostra gioventù viene inculcato che deve fare tante esperienze; i centri fitness e i parchi acquatici diventano sempre più grandi, i cellulari sempre più raffinati. Tuttavia, tutto ciò che occorre fare per essere “cool” costa denaro. Ormai anche una visita allo zoo in metropolitana con successivo gelatino per una famiglia di quattro persone è un divertimento costoso. Gli insegnanti, intanto, si stupiscono che i genitori non riescano a finanziare una gita scolastica di un giorno e preferiscono continuare a organizzare gite a Vienna anziché nello Harz. Ma perché un 13enne dovrebbe voler andare nello Harz se a quattro anni è già andato a Maiorca, dove si può andare in volo al costo di 99 euro per fare shopping? In questo quadro si innescano anche altri fattori. È normale (io dico abbastanza grave) che un giovane si intrattenga per ore via sms col suo amico per decidere dove incontrarsi eventualmente, senza arrivare poi a un dunque perché si sono scambiate solo sciocchezze. Però ciò costa venti volte di più di una conversazione orale, viene promosso dalla pubblicità e venduto come ovvio. Così l’atteggiamento consumistico viene proprio coltivato e viene acquistato con denaro che non si ha. Oggetti di cui non si ha bisogno, per farsi notare da altre persone che non ci piacciono. La gioventù deve godersi la vita e amare consumare, altrimenti l’economia ristagna. Al contempo c’è un’ignoranza incredibile. Proprio coloro che comunicano solo per SMS sono quelli che poi non sanno scrivere neppure

due righe. Le lezioni hanno perso il rapporto con la vita e l’istituzione scolastica favorisce solo limitatamente l’ingresso della vita dalla porta dell’aula.

la gioventù deve godersi la vita e amare consumare, altrimenti l’economia ristagna Ho collaborato spesso con allievi e insegnanti, semplicemente perché avevo cose importanti da dire. Nelle occasioni in cui un insegnante di matematica, ad esempio, mi ha invitato a delle manifestazioni cui partecipavano allievi, genitori e insegnanti chiedendomi di occuparmi dei corsi di perfezionamento professionale, i miei seminari sono stati molto frequentati e richiesti. Il tutto ha avuto termine durante una manifestazione a Kassel ove ho parlato davanti a 150 consulenti di debitori sulle ben note situazioni; la preside di quell’insegnante di matematica ha messo il veto. A suo parere quel che egli stava facendo era eccessivo e disdisse tutti gli altri incontri organizzati. Un’azienda avrebbe invitato l’insegnante di matematica a proseguire e l’avrebbe premiato con un aumento di stipendio, lì gli tagliarono il numero di ore con la conseguenza che lasciò perdere tutto. Quando richiesero al ministro dell’istruzione Böger i miei seminari, questi, dimostrando una grande lungimiranza, rispose che non ce n’era l’esigenza, giacché i giovani non possono contrarre debiti prima dei 18 anni. C’è anche un 19° anno di vita, di esso però il ministro dell’istruzione non era più responsabile. Nel mio lavoro incontro 22enni che hanno contratto debiti di oltre 22.000 euro e che sarebbero stati ben contenti se, quattro anni prima, avessi insegnato loro a capire qualcosa in materia. L’abuso sessuale Brigitte Christiansen(2), 48 anni Quando ripenso alla mia infanzia, per primi affiorano molti ricordi di una bambina infelice, triste che desiderava sempre allontanarsi dalla famiglia. Assieme ai miei genitori ho certo vissuto anche dei bei momenti, tuttavia essi erano sempre adombrati dalla paura che in un qualsiasi momento la situazione cambiasse di nuovo. Non c’era sicurezza; ogni momento bello poteva trasformarsi all’istante nel suo contrario a causa della mania di bere di mio padre. […] A 13 anni mio padre ubriaco mi ha aggredita nel cuore della notte, mentre dormivo, e mi ha violentata. Mi manca qualsiasi ricordo di ciò che è accaduto immediatamente dopo e nei

giorni successivi a quella vicenda; quel periodo è come cancellato. A 35 anni mi sono resa conto che da quella violenza ero scivolata adagio, ma di sicuro, in una dipendenza da analgesici. […] Cerco semplicemente di far fronte al quotidiano, vado a scuola, come se tutto fosse normale, come sempre. Tuttavia nulla è normale, nulla è mai più come prima. I miei ricordi si annebbiano, tutto è un po’ indefinito, irreale. Non mi fido più dei miei ricordi e quindi neppure di me. Cos’è vero? Cosa non è vero? Ho perso qualsiasi relazione? Chi sono io? Tutto ciò che mi attornia è davvero reale o anch’esso non è reale? Cos’è successo? Perché è successo? Perché non l’ho saputo evitare? È successo davvero? Pura fantasia? Non può essere, non è possibile! Le mestruazioni si bloccano, non può essere. Sono incinta? Del mio stesso padre? Non è possibile! O sì? Ho 13 anni e so queste cose, anche se solo grazie alle riviste porno che circolano a casa nostra. Ho una particolare sensibilità per le cose che vanno o non vanno bene. Ora questo solido terreno mi è sfuggito da sotto i piedi; non so più nulla e dubito di tutto, anche della mia esistenza. […] Vivo in attesa della mia Cresima. […] Per me la Cresima è un punto di appoggio. Decido la mia appartenenza religiosa, la mia fede che mi dà sostegno. Dopo, non solo ho la sensazione di essere maggiorenne dal punto di vista religioso, ma mi sento superiore a mio padre. Al momento della Cresima l’aggressione di mio padre risale a quattro mesi prima. Da allora del mio pane quotidiano fa parte una maggiore attenzione perché non capiti di nuovo. L’aggressione è avvenuta di notte, nel sonno, da allora soffro di disturbi ad addormentarmi e a dormire tutta la notte di fila, ho attacchi di panico al buio, paura comunque. […] È sempre dietro di me, per lo più ubriaco. Ma no, non è ubriaco, non “è” possibile. Non ne sa niente nessuno, non deve saperne niente nessuno, neppure noi. L’argomento dell’alcol è tabù. Nonostante l’argomento sia tabù siamo sempre impegnati a fargli fronte.A stare sempre attenti che non beva. È un argomento che ci ha occupati da quando riesco a ricordare. […] Una volta ce la fa ad acchiapparmi nella vasca da bagno. Mi butta sott’acqua. È solo uno scherzo o un’amara realtà? Mi accorgo che l’atmosfera si ribalta e che si diverte a farmi paura. Combatto per la vita, non riesco a respirare, bevo acqua, quasi annego. Per una volta mia madre mi salva, ma dopo c’è solo silenzio. Anche questo episodio è tabù. […] A casa nostra c’è qualcosa che non va, lo so già da lungo tempo. Troppi argomenti di cui non si deve parlare: alcol alla guida, alcol già


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