LEPINI, CIRCEO E ISOLA ZANNONE

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PREFAZIONE Avevo 8 anni, la prima volta che salii una cima, ovviamente dei monti Lepini. Da quel giorno non ho mai smesso di andare in montagna. Però nel mio girovagare su gran parte delle grandi montagne italiane, mi sono reso conto negli anni che le sensazioni e l’amore che provo per i “monti di casa” non hanno eguali. Per questo motivo mi sono deciso a descrivere su carta i percorsi che mi hanno segnato nel cuore fin da bambino e, visto che ormai sono passati 16 anni dall’ultima guida escursionistica dei Lepini, mi sembra doveroso pubblicare un qualcosa di più completo e aggiornato possibile. In più, ho voluto accomunare questi monti con il monte Circeo per due motivi principali: il primo è quello dell’attrazione che ho per questo luogo, che mi ha stregato fin dall’inizio; il secondo riguarda il criterio di suddivisione dei sentieri del Lazio nel Catasto, che raggruppa nello stesso settore i monti Lepini con il monte Circeo (Settore 7). Visto che il Parco Nazionale del Circeo comprende anche l’isola di Zannone con il suo monte Pellegrino (oltretutto si pensa anche che l’isola un tempo facesse parte della stessa struttura del promontorio), ho voluto accorpare anche quest’ultimo che, nonostante le relative difficoltà di accesso e la quota molto bassa, riserva spettacoli unici e indelebili. Il mio intento non è quello di scrivere la guida delle guide, la “Bibbia” completa sui monti Lepini e Circeo, ma qualcosa che possa descrivere al meglio la maggior parte dei luoghi (anche i più sconosciuti e selvaggi), delle cime e dei sentieri più interessanti cercando di trasmettere le fantastiche sensazioni di pace e di “selvaggio” che ho sempre provato girando per questi monti. Con questo lavoro quindi, vorrei portare a conoscenza di tutto quello che so e che ritengo sia importante sapere su questa “sconosciuta” perla dell’Antiappennino Laziale, descrivendo quindi: gli itinerari più interessanti e di soddisfazione (compresi tutti quelli CAI), i luoghi più suggestivi e segreti, gli eremi rupestri, i rifugi e

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le fonti d’acqua. Con ciò non mi permetto minimamente di pensare che conosca tutto di questi monti, anzi, ho conosciuto molte persone locali (escursionisti, pastori, cacciatori, cavallerizzi e mulattieri) che ne sanno molto più di me ma che, aimè, non si sono messe mai a scrivere il loro sapere. Beh, comunque sia, da queste sagge genti ho imparato molto ed ho cercato di “rubare” tutte le preziose informazioni che potevo. La cosa forse più importante che si impara da queste persone, e soprattutto da un’assidua frequentazione di questi monti, è che i Lepini (ed in parte anche il Circeo), riservano incredibilmente ancora angoli intatti e selvaggi che nessun “esperto Lepinista” può conoscere a fondo. Dedico questo libro ai miei bisnonni Maria Ciotti ed Emilio Di Fazio, che per 20 anni sono stati eremiti alla chiesetta di Sant’Erasmo, custodendo l’eremo e coltivando pioneristicamente l’aspra e ripida terra circostante nonché percorrendo per giorni interi vecchi “tratturi” andando a vendere i prodotti della terra e dell’allevamento nei paesi circostanti. Dedico questo libro anche agli amici Daniele Nardi e Marco Musichini, periti tragicamente in montagna. Daniele è scomparso il 25 febbraio 2019, insieme al compagno Tom Ballard, mentre tentava la prima scalata invernale dello sperone Mummery sul Nanga Parbat (8126 m – Karakorum) e che qui sulla sua montagna natia, il Semprevisa, è stato uno dei maggiori frequentatori, conoscitori e divulgatori. Marco, invece, è deceduto il 20 gennaio 2020 proprio mentre, insieme a me ed altri amici, affrontavamo con gli sci la discesa del Monte Rosso di Vertosan (2943 m - Alpi Pennine) in Valle d’Aosta.


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