EDITORIALE DMM
Perché la GDO deve essere omnicanale, a qualsiasi costo.
Nell’arco del mese di settembre mi è capitato di moderare alcuni webinar focalizzati su come sarà il consumatore del futuro post pandemia e sul ruolo del digitale nella trasformazione del settore retail, in particolare del
grocery. I dati e le ricerche ci mostrano il cambio epocale avvenuto per necessità: da un giorno all’altro ci si è trovati ad affidarsi al digital come unico strumento in grado di mantenere attiva la possibilità di lavorare, comunicare, avere delle relazioni, acquistare. A questo si aggiunge l’e-commerce che ha raggiunto numeri incredibili: +43% di famiglie che hanno effettuato almeno un acquisto in rete nel 2021 rispetto al 2020. Ma non è tutto, perché il commercio online è, chiaramente, solo la punta dell’iceberg. Tutta la parte sommersa è rappresentata dall’omnicanalità, perché il consumatore da fidelizzare compra sia in rete che offline. E pretende di avere una customer experience omogenea, indipendentemente dal touchpoint che decide di utilizzare. Nei negozi fisici, oggi, bisogna offrire la possibilità di effettuare una spesa completa e allo stesso tempo facile e veloce. In più, i negozi stessi diventano dei veri centri omnicanale: per la spesa tradizionale, per il delivery e per il click-and-collect. Per le aziende del settore tutto questo rappresenta sì una sfida, ma pone anche diversi problemi e soprattutto genera costi di tipo logistico e distributivo, in primis per la consegna a casa della spesa. Sono servizi che non rappresentano un segmento core per le catene e quindi necessitano di piani di sviluppo di lungo termine e di volumi di merce significativi. E quindi, cosa succederà in futuro? Il retail dovrà ripensare al proprio modello di business integrando da un lato la preparazione del proprio team per un servizio sempre più personalizzato e dall’altro adeguando le proprie tecnologie con nuovi strumenti digitali in grado di superare i limiti della vendita fisica. Il negozio tradizionale non scomparirà, ma dovrà adeguarsi a questi cambiamenti con nuovi modelli di integrazione tra fisico e digitale. Le nuove tecnologie permetteranno di conoscere gli spostamenti all’interno del punto vendita, rilevando il tempo di permanenza del cliente nelle varie zone, fornendo così informazioni importanti dal punto di vista dall’analisi prospettica. Il resto lo staremo a vedere.
Stefania Lorusso, Responsabile Editoriale DM
DM MAGAZINE 3