PRIMO PIANO | andamenti
IMPROVVISO CAMBIO DI ROTTA
Una panoramica esclusiva mostra come il retail ha reagito ai quattro mesi che hanno stravolto il mercato: numeri, variazioni e percentuali di alcuni garden center del nord Italia. Con la dovuta attenzione al boom delle consegne a domicilio di Lucio Brioschi, Soluzione Garden
IN BREVE • Marzo: incassi in picchiata. • Aprile: via libera a vendita di piante e fiori, che avvantaggia le strutture ad essi dedicate. • Con la riapertura la frequentazione esplode: voglia di verde. • Scoperta della vendita on line con consegna a domicilio oltre un certo limite di spesa. • La vendita online ha dimostrato che non è necessario vendere sempre a prezzi bassi. • Nella vendita online si è visto che occorrono identità e valore per determinare il valore economico.
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ra la metà di gennaio quando, al convegno annuale di AICG, i partecipanti si scambiavano pareri, cifre, risultati del 2019 appena passato e facevano progetti per futuro, ascoltando i relatori. Immagino i loro pensieri: “Cosa posso fare per sviluppare clientela?”, “Social: ci investo oppure continuo a osservare?”, “Come uscire dall’impasse del prezzo?”. Normali domande che coinvolgono ogni realtà. Nemmeno un mese e mezzo dopo, tutto questo si è fermato. Un evento inaspettato avrebbe cambiato la storia dei primi quattro mesi di questo 2020. L’emergenza sanitaria, determinata da un virus imprevisto e imprevedibile nelle sue implicazioni ci ha coinvolti tutti: produttori, retail e consumatori, l’intera filiera. Nessuno escluso. Ci ha cambiato la vita nel modo di pensare e gestire le reazioni tra le persone, con i prodotti, con i punti vendita al dettaglio. Una chiusura imposta per ragioni sanitarie ci ha messo di fronte a una realtà mutata alla quale abbiamo dovuto rispondere immediatamente e senza troppo riflettere, per riuscire a salvare il salvabile. Ora, al di là delle considerazioni tecnico-legislative, politiche e burocratiche, questa situazione si è ripercossa sulle vendite: dapprima leggermente, poi sempre più incisivamente sino a non poter vendere alcunché. Non appena i vari Decreti annunciavano ora questa, ora quell’altra azione, i rivenditori ne hanno fatto uno strumento operativo e hanno cercato di andare avanti. Cosa emerge dai primi quattro mesi di vendite? Come si è comportato il mercato? Per comprendere meglio l’analisi, proviamo a divedere il ragionamento in due parti:
1. 2. 3.
Flortecnica e vivaismo
Le vendite fisiche e i loro andamenti Le vendite on line e il loro sviluppo Brevi considerazioni
MARZO, LA DEBACLE DELLE VENDITE FISICHE Come era logico, sono state a detta di molti “un disastro”; una buona partenza tra gennaio e febbraio con dati che facevano intendere un buon avvio dell’anno: si va da un circa +0,74% a un massimo del +22% a gennaio, seguito da febbraio con un dato medio di circa +18,81%. Positivo, quindi. Ma la sorpresa arriva girato l’angolo dell’8 marzo: il primo Decreto ha sparigliato le carte in tavola, determinando quello che sarebbe stato a seguire. Così il marzo è stato una debacle totale: frequentazione scesa del -15%, dato medio con valori oscillanti tra il -60% e un -76%; incassi in netto calo con un -64,76%. Ad aprile, per mezzo degli interventi volti alla salvaguardia del settore florovivaistico facente parte della filiera agricola, si sono attivate le vendite fisiche, seppur limitate alle sole piante e fiori e prodotti di cura e manutenzione direttamente collegati, questo intervento ha dato impulso all’insieme delle vendite stesse. Così si sono sommate quelle digitali, sempre in corsa, e quelle fisiche, con un risultato che ha determinato i seguenti valori: frequentazione: 12,23%, dato medio con valori oscillanti tra il -3 e il -36%; incassi: +6,74%, dato medio. Il tutto ha portato il primo quadrimestre dell’anno a un -16,23% come ricavi e un -28% circa come frequentazione; con un bel colpo di reni, non c’è che dire. Un elemento fa riflettere: in una situazione imposta dalla legislazione, dove talune categorie merceologiche non erano vendibili, in quanto valutate “non essenziali”, chi ne ha fatto maggiorente le spese, sulla perdita del periodo, sono stati i garden center di attrazione seguiti dai medio-grandi; in questi il peso percentuale delle piante e fiori (unici prodotti con poco altro la cui vendita era ammessa) è inferiore sul totale delle vendite annue (massimo 48% circa sul totale), rispetto a quelle di un medio-piccolo o piccolo centro giardinaggio, dove il peso di tali categorie può arrivare al 70-75%. Di conseguenza