Il Giardiniere 035 IV trimestre 2022 completo

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Partire dalla visione di un progetto, per poi renderlo reale, facendo affidamento sulla conoscenza della materia, che riavvicina la figura del paesaggista a quella del giardiniere. È il pensiero di Mirco Colzani, protagnista della cover

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine
2022 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 035 + TENDENZE Cresce il mercato del verde, anche per l’economia italiana + MANUTENZIONE Case history: un tessuto innovativo contro le infestanti SOLUZIONI
Una selezione di prodotti novità per rinnovare il parco macchine e migliorare il lavoro in cantiere COVER STORY in collaborazione con
UN GIARDINO
- IV trimestre
TECNICHE
IMMAGINARE
story
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Il periodo tra fine e inizio anno porta sempre con sé tempo di bilanci e valutazioni e, probabilmente più di altri anni, il 2022 ha riportato la dimensione del verde al centro della vita di ognuno, tornando a puntare i riflettori, e interrogare, le figure professionali che vi orbitano intorno. L’intenzione di questo numero è così quella di guardare proprio in questa direzione: storie, scoperte, nuove esigenze e consapevolezze che ci impongono di questionarci sul settore e, perché no, provare a dare delle risposte.

Risposte che noi, in questo numero, abbiamo affidato alla voce delle nuove generazioni: un punto di vista fresco e nuovo, ma profondamente attento a ragionare anche sulle modalità del passato. Abbiamo riscoperto così figure professionali appassionate, che tornano a dare una profonda importanza a una conoscenza della materia e della teoria non didascalica, ma fondamentale per intervenire, concretamente nel migliore dei modi. Largo spazio ai giovani, quindi, alle loro impressioni e ai loro approcci: voci ed esperienze come quella di Dario Pizzi, intervistato per la rubrica New Generation, che ha in comune con la storia di copertina di Mirco Colzani un confine tra giardiniere e progettista sempre più sottile e meno definito. Un’interconnessione profonda, e significativa della direzione in cui procede il settore, delle diverse figure che collaborano, talvolta coesistono, per usufruire al meglio delle innovazioni che le nuove tecnologie permettono di sfruttare per operare sul verde, raccolte come sempre nella sezione Soluzioni. Riscoprendo però, allo stesso tempo, un legame col concreto delle scorse generazioni, fatto proprio, secondo paradigmi sempre nuovi, da giovani professionisti.

D
EDITORIALE 5 N°035

IL GIARDINIERE E

Arrivati alla fine di quest’anno, come spesso capita a conclusione di un ciclo, si tirano le somme e ci si prepara a una nuova avventura. Gli ultimi anni, dalla pandemia alle vicende politiche, passando per la guerra e le rivolte in giro per il mondo, hanno messo tutti gli uomini a dura prova e ognuno ha fatto i conti con sé stesso e con la sua presenza nel mondo. Uno dei temi che ha più pesato su tutti noi è stato quello del cambiamento climatico. Ognuno di lascia un’impronta sulla terra, incisiva e spesso difficile da cancellare.

L’ambiente ancora poco violentato si offriva complice, per essere manipolato con cura, e in cambio regalava piccole sorprese. Le stesse che noi ora dobbiamo cercare con attenzione, a causa di una progressiva disabitudine all’arte di osservare. Proprio questa, infatti, è venuta meno. L’adattamento incondizionato al guadagno, la fretta e il non mettersi più in ascolto del Giardino, sono dei virus che intaccano e inibiscono la capacità del Giardiniere di agire in maniera proattiva nei confronti del suo ambiente.

Il resoconto di quest’anno passato porta a profonde riflessioni, e nonostante questo la speranza che si possa migliorare non viene mai a mancare.

Il moderno Giardiniere deve però imparare ad

Ed è proprio in questa prospettiva, che il Giardiniere svolge un ruolo importante: custode del bello e idealista, o almeno così vorrei che fosse e tornasse a essere. Una sorta di guardiano in grado di trarre esempio dalla Natura e di agire con lei. Certo, il moderno Giardiniere si trova a combattere con molte difficoltà in più, che i suoi colleghi nei secoli passati non avevano. È cambiata, in particolare, la concezione del senso del bello: gli interventi un tempo si riducevano al minimo, imparando ad osservare la Natura e le sue creazioni.

adattarsi ai cambiamenti, essere simbiotico e collaborativo, creare rete tramite le sue radici e scambiarsi informazioni continue.

Quello che vedo, quotidianamente, è invece un settore sfarinato, nel quale si predilige la scelta di sopravvivere secondo leggi scorrette. Un mondo nel quale il divulgare o l’approfondire conoscenze vengono presi per pigrizia, poca attitudine al lavoro, nel quale la formazione viene sottostimata, rischiando per finire a saper fare un po’ di tutto, ma superficialmente.

Ogni realizzazione, dalla più piccola alla più grande, ci permette di creare piccoli mondi ecologici che sono in grado di influenzare più livelli attorno a noi. Doniamo gioia e serenità a chi vivrà lo spazio, creiamo corridoi ecologici per la fauna stanziale e di passaggio, aggiungiamo bellezza aI luoghi e portiamo vita, colore, frescura, riparando dal

domanda che mi pongo sempre
confrontarmi con un giardino suona così: “Come posso contenere al minimo
intervento?”.
La
nel
il mio
Russell Page
LA RIFLESSIONE 6 N°035

LA SUA IMPRONTA

caldo torrido e mitigando il freddo invernale. Un Giardiniere è in grado di fare tutto questo con il suo sapere, con il suo giusto agire, con il suo sguardo attento sul mondo e con il suo interpretare quel che la Natura ci trasmette. Tutto questo, però, non è possibile improvvisando o agendo per il solo lucro, senza una coscienza approfondita della materia. Come ho sottolineato più volte, la nostra professione è artigianale: è quella del fabbro che forgia, del pittore che rappresenta quel che vede, del musicista che crea sinfonie uniche, del fotografo

che scrive con la luce. Abbiamo in mano tutti gli strumenti per rendere il mondo attorno a noi, con gentilezza, bello!

Non perdiamo questa occasione, gestiamo questa responsabilità e per l’anno che sta per iniziare impegniamoci a far sì che tutto questo accada. Impegniamoci a comunicare con i nostri clienti, a creare reti con i nostri collaboratori, a formarci guardando con umiltà quel che gi altri possono insegnarci. Già: con umiltà, che, non dimentichiamoci, deriva da humus, terra.

Abbiamo in mano tutti gli strumenti per rendere il mondo attorno a noi, con gentilezza, bello! Non perdiamo questa occasione, gestiamo questa responsabilità e per l’anno che sta per iniziare impegniamoci a far sì che tutto questo accada.

Il cantiere

Curare il verde per curare noi stessi di Rachele Pozzato

Ripartire dalla natura di Jacopo Fromelli

SOLUZIONI

Partire dalla terra di Rachele Pozzato

Dal reale al virtuale di Emma Colombo

Quando lavorare diventa un piacere di Margherita Wotton

Potenza e precisione di Margherita Wotton

Non un vaso qualunque di Penelope Moran

Qualità per crescere di Filippo Terragni

Innovare per l’ambiente di Penelope Moran

Un 2023 vibrante di Rachele Pozzato

Precisione svizzera di Emma Colombo

È tempo di novità di Filippo Terragni

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gestione 48 La formazione
di
51 Attenzione
del
SOMMARIO N°035 COVER STORY 14 Immaginare un
colloquio
di
NEW GENERATION 18
fa… gol!
Paola Martinelli
ad ogni angolo
Comitato redazione Fondazione Minoprio
giardino
con Mirco Colzani
Giacomo Gatti e Alessandro Ferri
Creare con la natura di Rachele Pozzato

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Lavinia Raccah Margherita Wotton, Anna Zottola

GRAFICA

Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it

PRODUZIONE E SEGRETERIA

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO

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STAMPA IGP Industrie Grafiche Pacini - Pisa

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Supplemento al numero 201 di Greenup, periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 64 del 27/01/1999 – n. R.O.C. 2232. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

Labor ator io ver de e d

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

AMMINISTRATORE UNICO

Francesco Tozzi

SEGRETERIA GENERALE

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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti:

Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com • F&W magazine

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Un tessuto contro le infestanti di Rachele Pozzato

Valore al verde di Francesco Tozzi

Focus riforestazione di Rachele Pozzato

Una parete di perenni di Rachele Pozzato

Italiani pollici verdi di Rachele Pozzato rubriche

Editoriale di Francesco Tozzi

La riflessione di Sandro Degni

News Brevi dal mercato

Libreria a cura di Rachele Pozzato

L’opinione di Anna Zottola UNIVERSO IL giardiniere

Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi

035 - IV TRIMESTRE 2022
• Greenup • Agriflortec • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde
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Sandro Degni R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani

Francesco Ferrini R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico

Valerio Pasi R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste

Sara Lavinia Raccah R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma ed Edoardo Carconi

Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine IV trimestre 2022 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 035 + TENDENZE Cresce il mercato del verde, anche per l’economia italiana + MANUTENZIONE Case history: un tessuto innovativo contro le infestanti SOLUZIONI TECNICHE Una selezione di prodotti novità per rinnovare il parco macchine e migliorare lavoro in cantiere COVER STORY in collaborazione con IMMAGINARE UN GIARDINO Partire dalla visione di un progetto, per poi renderlo reale, facendo affidamento sulla conoscenza della materia, che riavvicina la figura del paesaggista a quella del giardiniere. È il pensiero di Mirco Colzani, protagnista della cover story
12 N°035 UNIVERSO IL giardiniere

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Immaginare un

Partire dalla visione di un progetto, per poi renderlo reale, facendo affidamento sulla conoscenza della materia: questo l’approccio di Mirco Colzani, che riavvicina la figura del paesaggista a quella del giardiniere colloquio con Mirco Colzani di Giacomo Gatti e Alessandro Ferri

P«rima di essere paesaggisti bisogna essere giardinieri. Non ho nessun problema nel farmi chiamare giardiniere: è una professione nobile, se svolta a dovere»: sono le parole dello stesso Mirco Colzani, giovane garden designer di successo, a riassumere alla perfezione la sua visione di questo lavoro. Un nuovo approccio al settore, tutto delle nuove generazioni, che supera la dicotomia tra il lavorare la terra e il processo creativo della progettazione. Conoscere la materia vegetale, per poterne disporre nel migliore dei modi e poi lavorarla, per rendere concreta un’idea prima solo immaginata.

Iniziamo dalla tua formazione: ti sei diplomato a Fondazione Minoprio nel 2012, da dove

è nata questa scelta? Come hai proseguito poi gli studi? Possiamo dire che già da quando ero piccolo avevo sentito parlare della Fondazione Minoprio ed è sempre stato il mio sogno. Dopo gli open day e i consigli da parte di diversi giardinieri, ho scelto di iscrivermi. Ho conosciuto lì la figura del paesaggista e del garden designer. Appena finita la scuola così ho intrapreso, grazie all’architetto Paolo Pejrone, un percorso durato sei mesi, a Cuneo, dove ho potuto conoscere meglio questo lavoro e avere delle ispirazioni sul mio futuro. Sono peraltro tornato a Minoprio, recentemente, ma in veste di insegnante, per svolgere alcune ore di lezione: una grossa responsabilità, ma di certo una grande soddisfazione, proprio perché per me la scuola è sempre stata una famiglia, importante per la crescita personale oltre che per quella professionale.

TEMPO DI LETTURA: 5 minuti
COVER STORY 14 N°035

giardino

Hai lavorato in diversi Paesi, dall’Australia all’Inghilterra, oltre all’Italia. Che valore hanno avuto queste esperienze? Dopo la formazione ho scelto di partire e andare in Australia, dove ho potuto lavorare in un’azienda di costruzione paesaggistica, che si occupava specialmente di creazione di parchi pubblici e manutenzione negli zoo. Dopo sei mesi, ho trovato un altro lavoro in una delle aziende per la manutenzione del verde più famose e rispettate del Paese. Quando sono rientrato in Italia ho scelto di mettermi in proprio, aprendo una mia azienda e iniziando a creare e progettare qualche piccolo giardino, completamente da solo. Dopo un breve periodo sono ripartito per l’Australia, dove si aprivano nuove prospettive lavorative che mi permettevano di lavorare come paesaggista in un’azienda che non faceva solo progettazione, ma anche consulenze a distanza in altri Stati. Alla fine di un anno di lavoro ho deciso di andare in Inghilterra,

sperimentando e conoscendo meglio il giardino all’inglese. Tutte esperienze che ho conservato e accumulato negli anni, che ritornano nei miei lavori di oggi come risultato di tutto quello che ho avuto modo di sperimentare in giro per il mondo.

Però poi sei tornato in Italia definitivamente… Sì, successivamente ho scelto di ritornare in Italia ed iniziare a creare i giardini con il mio stile. I primi progetti che ho realizzato ho scelto di regalarli, visto che ci tenevo a farli bene, fino a quando dopo essermi fatto conoscere nel settore, anche grazie alla mia partecipazione a Orticolario, ho iniziato a far pagare non solo la realizzazione ma anche il progetto. La conoscenza del mondo vegetale, pratica e con le mani nella terra, è fondamentale per la fase di progettazione, e viceversa.

Nel 2018 hai partecipato a Orticolario e vinto diversi premi. Che tipo di contesto è nel quale misurarsi?

Redazione Fondazione Minoprio, progetto che vede Edizioni Laboratorio Verde collaborare con Fondazione Minoprio ITS. Un comitato di redazione composto da allievi e professori, per raccontare il mondo del verde là dove si formano i professionisti del settore. Cinque gli studenti-redattori coinvolti: Iris Cazzaniga, Alessia De Micheli, Alessandro Ferri, Giacomo Gatti e Maddalena Mercandalli. Quattro i professori: Daniela D’Alessandro, Barbara Fedrigo, Andrea Tomé e Debora Piccolo.

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A Orticolario ho partecipato due anni consecutivi, nel 2018 e nel 2019. Nel 2018 il tema era il gioco e avevo partecipato con lo spazio spLaYce ship, un progetto molto “wild”, principalmente di Graminacee. L’anno successivo ho partecipato con una sintesi tra un giardino formale moderno e uno naturalistico, lo stile che, del resto, maggiormente mi accompagna oggi. In entrambi gli anni ho utilizzato la stessa forma e le stesse dimensioni dell’area, proprio per far vedere nei due anni consecutivi al pubblico di Orticolario, che spesso è un pubblico che si ripete, che in due pezzi completamente identici si possono creare diverse soluzioni. Si ha più o meno una tela bianca sulla quale disegnare, anche se in minima parte occorre contestualizzare nella cornice di Villa Erba.

Poi si tratta però di un contest tra paesaggisti, quindi poi si può anche osare un po’ di più.

Come nasce un giardino, secondo te? Gli elementi sono moltissimi. Innanzitutto, un giardino nasce da un luogo, che deve essere sempre rispettato. Ma è anche vero che all’interno di un determinato luogo bisogna sempre avere un po’ di coraggio per osare un pochino, perché altrimenti si realizzano lavori tutti uguali. Poi il giardino nasce dalle persone, dall’incontro degli stili e delle esigenze del cliente, tanto quanto del paesaggista. Ingredienti fondamentali, invece, conoscenza e competenza tecnica: bisogna sempre fare fede alla Botanica per realizzare al meglio l’idea che abbiamo immaginato. Da qui mi ricollego a un altro elemento fondamentale: l’immaginazione, una visione del progetto che nasca dallo spazio su cui lavorare, ma anche dalla capacità di leggere il cliente.

C’è un tuo progetto che, per qualche motivo, hai preferito ad altri? Tutti i miei lavori mi stanno sempre molto a cuore: se non mi sta a cuore un lavoro non lo prendo. Mi è capitato con alcuni clienti, ove non c’erano le condizioni per fare un bel lavoro, di rifiutare.

Il planting plan per casa Tuja. Uno dei progetti di Colzani.

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Creare con la natura

Nell’esperienza di Dario Pizzi il verde non è solo mezzo con cui dare vita a progetti e realizzazioni, ma un centro intorno al quale costruire una professione, oltre che una passione di Rachele Pozzato

Quella con Dario è stata un’intervista “a distanza”: scambio di messaggi ed e-mail, sento la sua voce solo attraverso una nota vocale. Così, può essere più difficile riuscire a riportare qualcuno su queste pagine, con la sua visione, il suo lavoro e il suo percorso. In questo caso, però, la dedizione e la passione per il suo mestiere sono subito risultate evidenti, per diventare cristalline addentrandomi via via nella sua storia. Dagli studi iniziati a Milano, proseguiti a Como e Verona, per poi spostarsi a Londra, passando per la Svizzera, l’Australia e la Nuova Zelanda, prima di tornare in Inghilterra e qui piantare radici, letteralmente. Dario Pizzi è uno

di quei giovani di successo, che sono riusciti a fare una vita della propria passione. Soprattutto a partire dal 2021 con l’avvio della sua attività, dove si dedica alla progettazione di giardini, seguendo tutto il processo creativo, di realizzazione e mantenimento.

Quando hai capito che avresti fatto carriera nel mondo del verde? In tutta onestà sono nato in questo contesto, poiché mio padre è sempre stato appassionato di

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L’IDENTIKIT

Dario Pizzi ha 31 anni, fondatore di una compagnia che abbraccia tutti gli elementi dell’orticoltura, dalla progettazione all’assistenza. Inizia i suoi studi a Milano, cinque anni che si concludono con uno finale a Como per specializzarsi in botanica e tecniche di coltivazione. Continua poi alla Nuova Accademia di Design veronese e conclude con un diploma al London College of Garden Design. Dopo gli studi si sposta in Svizzera, dove nasce la sua prima attività, prima di spostarsi in Australia e poi Nuova Zelanda, per poi stabilirsi in Inghilterra.

Attualmente hai una tua azienda a Londra: noti tante differenze tra l’approccio britannico e quello italiano a questo settore? In quali altre zone hai avuto modo di lavorare, e quali sono state le tue impressioni? Sebbene entrambi questi Paesi abbiano una profonda conoscenza e storia dei giardini, il Regno Unito ha una forte e sempre in evoluzione corrente di ricerca e studio in questo settore. Giardini e giardinaggio sono una passione nazionale. Il design è molto più sostenuto qui in Inghilterra come carriera, così come tutti gli elementi che compongono il mondo della creazione di spazi verdi. La professione e l’industria sono molto più valorizzate, e il supporto dato ai giovani che vogliono entrare a far parte di questo mondo è molto forte, specialmente dalla Royal Horticultural Society, un’importante istituzione di orticultura. Ho inoltre lavorato e vissuto in Australia, Svizzera e Nuova Zelanda e sebbene la cultura, le piante e gli stili del design siano differenti e specifici per ogni paese, credo che il Regno Unito sia unico per ciò che dà e trasmette.

piante e giardinaggio. Sono cresciuto circondato dalla natura e dalla bellezza e ho capito sin da piccolo che, in qualche modo, questo mondo avrebbe occupato una parte importante della mia vita. Sin dall’età di 9 o 10 anni mi incuriosiva la nomenclatura e la categorizzazione delle piante, ero determinato ed ossessionato a impararne e conoscerne il più possibile. In questo modo mi sono prima avvicinato al mondo delle piante, e solo in seguito a quello del design dei giardini che dà loro un significato nello spazio.

La tua giovane età è stata più un ostacolo o un vantaggio nel tuo percorso professionale? Sebbene ci siano sempre ostacoli nella vita, la mia età non è mai stata uno svantaggio, o almeno per

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ora! Senza dubbi durante il mio percorso, finora, ci sono stati ostacoli, ma sono sempre stato fin troppo concentrato e determinato per vederli. Di una cosa però vado molto orgoglioso: la mia giovane età spesso diventa motivo di piacevole sorpresa per molti quando la scoprono, considerando gli obiettivi raggiunti.

Quali sono le principali differenze, se ce ne sono, che riscontri tra l’approccio al mondo del lavoro della tua generazione rispetto a quelle precedenti?

Penso che la nostra generazione abbia molte differenze rispetto a quella precedente.

Probabilmente la più grande è che la tecnologia è cambiata molto, specialmente nel design. Prima senza saper disegnare, non era possibile progettare.

Oggi ci sono software per fare davvero di tutto. Social network e siti poi, dove è fondamentale ormai avere una presenza, possono essere uno strumento meraviglioso, soprattutto per i contatti e il networking, ed è un vantaggio che i nostri genitori non hanno mai avuto. È possibile gestire attività con molto meno personale rispetto a qualche anno fa,

tutto è molto più realizzabile: iniziare, possedere e riuscire a creare il proprio spazio di lavoro. Penso che in un certo senso abbiamo imparato a lavorare in modo più intelligente, non più duro, eppure il confine tra lavoro e vita privata è molto meno netto, rispetto alle generazioni precedenti. Gli smartphone hanno reso il business 24/7.

Come vedi il recente e sempre crescente interesse al verde nella società di oggi? Sia da un punto di vista di vita quotidiana, sia da un punto di vista di politiche pubbliche, ti sembra più una tendenza passeggera o un cambiamento più significativo?

Con una sempre crescente accettazione del cambiamento climatico e soprattutto post Covid, il mondo sta iniziando a svegliarsi e ad accettare il fatto che gli spazi verdi sono essenziali. Per il pianeta, per la salute mentale e per il genere umano. Londra è una città incredibilmente verde, siamo fortunati, ma in generale si stia iniziando a pensare di più in questa direzione. Potrebbe essere un trend di questi tempi, ma spero che non svanisca e che le persone non dimentichino ciò che hanno imparato negli ultimi due o tre anni.

Quale consiglio daresti a un giovane che vuole lavorare in questo settore?

Credo che la cosa più importante che un giovane possa fare sia crearsi esperienza di vita vera ed entrare concretamente a contatto con il verde. Piantumazione, costruzione, cura e manutenzione: qualcosa di cui ogni designer di successo possiede buona se non grande conoscenza, la pratica. Disegnare, anche senza clienti, e costruire un portfolio, sperimentare. Solo così si può capire e decidere cosa ci piace e come vogliamo lavorare, un valido aiuto per forgiare personalità e accumulare esperienza fin da giovani.

20 N°035 NEW GENERATION

Il legame tra salute dell’uomo e benessere del verde intorno a noi è ormai campo ampiamente esplorato. Proprio da questa consapevolezza parte il progetto del Libro Bianco del Verde, unendo i risultati di questi studi alle compe-tenze dei tecnici del settore di Rachele Pozzato

Visita il sito assoverde.it per scoprire di più!

curare il verde per Curare noi

Riportare la natura al centro dei nostri modelli di convivenza, attraverso politiche che possano migliorare concretamente la qualità della vita delle persone, la coesione sociale, la capacità di resilienza dei territori ai cambiamenti climatici e all’inquinamento. Questi i presupposti su cui si fonda il percorso intrapreso da Assoverde, insieme a Confagricoltura, con la pubblicazione del Libro Bianco del Verde, mettendo in dialogo tra loro le diverse realtà coinvolte nella gestione di parchi e giardini urbani, dagli amministratori agli studiosi, docenti e tecnici, ma anche imprese e cittadini.

ROMA COME SIMBOLO DELL’OBIETTIVO

Quello sul verde urbano, pubblico e privato, è un vero e proprio investimento sulla salute dei cittadini, come hanno dimostrato gli incontri e i dibattiti intorno a questa pubblicazione, culminati con l’incontro a Roma sulla cura e la gestione dei parchi. Proprio la capitale, infatti, gioca un ruolo da protagonista in questa prospettiva, con le 18 aree protette urbane e periurbane, insieme alle ville storiche, che permettono di raggiungere il 67% di estensione a verde del territorio comunale, pari a ben 85mila ettari sui 129mila totali.

TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
22 N°035 IL CANTIERE | gestione

verde stessi

VALORIZZARE

IL PATRIMONIO VERDE

A partire dalla pandemia si è sempre con più insistenza riscoperta la centralità del benessere psico-fisico e degli effetti positivi su questo, legati direttamente alla cura del verde. «Assoverde è stata capace di unire i diversi attori mettendo in risalto le esigenze e trovando soluzioni possibili alla loro risoluzione coinvolgendo il mondo medico, quello tecnico, quello progettuale con noi realizzatori del bello, sano e utile» ha spiegato Angelo Borri, consigliere nazionale di Assoverde, in occasione del convegno. Ed è proprio questa

ASSOVERDE

Assoverde è l’Associazione Italiana Costruttori del Verde, che dal 1982 promuove la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del suolo, in rappresentanza e a supporto di imprese e professionisti, nei vari settori della progettazione, costruzione, cura e manutenzione del verde.

stretta interconnessione che si propone di indagare il Libro Bianco del Verde, che gode che gode del patrocinio dei Ministeri delle Politiche Agricole, della Transizione Ecologica, della Cultura e dell’Anci, nel progetto del nuovo Focus 2022. Un panorama in cui agricoltori, florovivaisti, silvicoltori e costruttori del verde risultano tornare protagonisti, proprio perché consci dell’importanza della salvaguardia e della gestione della ricchezza che rappresenta il patrimonio vegetale per il nostro Paese.

INTERVENTI CONCRETI

Il Libro Bianco del Verde mantiene un approccio pragmatico e chiaro, con direttive e soluzioni operative che permetteranno di risparmiare e reinvestire in maniera mirata per un’intelligente manutenzione, focalizzata sulla crescita e sullo sviluppo delle realtà urbane. L’obiettivo è quello di individuare criteri e parametri che permettano di certificare i cosiddetti “parchi della salute”, in tutte le diverse declinazioni possibili: parchi e giardini pubblici, ma anche aree verdi adiacenti alle aree commerciali, nelle scuole, zone di pertinenza delle strutture ospedaliere, o nelle case di cura e di riposo, in funzione delle diverse tipologie di utenza che ne usufruiranno.

Il convegno di Assoverde a Roma, nel Parco regionale dell’Appia Antica, “La cura e la gestione dei parchi urbani e periurbani per un neorinascimento del verde”.

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ripartire dalla

Un luogo sorprendente e accogliente: Villa Arabella fonde la tradizionale architettura dell’Isola di Capri con il lusso contemporaneo, in un costante dialogo con il paesaggio circostante. In una stradina silenziosa, isolata dal glam del centro, lo sguardo può spaziare dalla baia di Marina Piccola fino ad Ischia. Ed è proprio la fusione del luogo con il paesaggio il punto di partenza per il restyling delle aree esterne della villa progettate da Porta Engineering, realtà consolidata a livello

SOSTENIBILITÀ NEI DETTAGLI

La centralità della natura e dell’ambiente ritorna anche nella scelta dei materiali per la realizzazione del progetto. L’area esterna si caratterizza infatti per l’utilizzo di Moso Bamboo X.treme, distribuito in Italia da Ravaioli Legnami. Un elemento innovativo che si fonde con il paesaggio, tecnologico ed ecosostenibile, a impatto CO2 neutro. A base di fibre di bambù, pianta riciclabile che ricresce velocemente, è il risultato di una ricerca attenta all’ambiente, ma che garantisce qualità e resistenza.

internazionale nel settore del Luxury Real Estate con sede a Capri, sinonimo di creatività e trasformazione.

M ATERIALI AUTENTICI

Scopri di più su ravaiolilegnami.com

Legno e pietra come materiali principali, proprio con l’intenzione di utilizzare sistemi costruttivi poco impattanti a livello ambientale. Bamboo per combinare resistenza meccanica e agli agenti atmosferici, con Modo Bamboo X-Treme per garantire eccezionale stabilità dimensionale e notevole durezza. Un unico materiale che attraversa i diversi spazi: dalla terrazza laterale della villa, accogliendo la vasca idromassaggio, fino alla terra panoramica sul rooftop. Un’area, quella del tetto, ripartita in tre macroaree: l’orto in vaso, l’angolo cucina e il solarium, con diverse funzioni e fruizioni ma accomunate dal senso estetico completato dalla vegetazione.

TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
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natura

Nel centro di Capri spicca Villa Arabella, dove lo studio Porta Engineering ha progettato il restyling ispirandosi proprio al paesaggio di Jacopo Fromelli

Legno e pietra i materiali principali per realizzare sistemi costruttivi poco impattanti a livello ambientale.

La zona esterna è stata suddivisa in tre macroaree: l'orto in vaso, l'angolo cucina e il solarium.

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Tutte le piante scelte sono caratterizzate da una copiosa fioritura primaverile ed estiva.

Il percorso vegetale è dotato di un impianto di irrigazione per garantire una bagnatura costante.

del grande lentisco e arricchito dal profumo di salvia, timo, rosmarino, basilico.

Si prepara poi il gusto sfruttando e combinando direttamente le erbe aromatiche, melanzane, peperoni e pomodori dell’orto nell’elegante e funzionale cucina outdoor.

COLORI E PROFUMI

È proprio l’angolo dedicato alla cura dell’orto a centrare uno degli obiettivi del progetto: creare un luogo che sappia sollecitare i cinque sensi. Un accogliente salottino circondato da piante aromatiche mediterranee poste in cestini in fibra naturale o in vasi di ceramica smaltata, come da tradizione locale, crea un angolo da dedicare al relax, all’ombra

Il verde si combina poi con il progetto delle luci. Un percorso vegetale, adeguatamente e costantemente irrigato da un impianto ad hoc, si snoda tra essenze mediterranee quali ulivi, mandarini, corbezzoli, lentischi, melograno, e accompagna gli ospiti dall’ingresso sino al rooftop, con funzioni di ornamento, schermatura dai raggi solari o dalle proprietà confinanti, creazione di angolini riservati o parapetto per dislivelli contenuti. Anche la scelta botanica non è casuale: ortensie, lavanda, rosmarini, bouganville, lantana, westringia, plumbago. Tutte piante caratterizzate da una copiosa fioritura primaverile ed estiva che riempie la vista e delizia l’olfatto, favorendo, al contempo, la tutela della biodiversità. L’unico elemento vegetale di discontinuità è rappresentato dai bamboo, rigorosamente in vaso, che conferiscono quel tocco moderno e glamour che non si voleva trascurare.

V ERDE SOTTO I RIFLETTORI

Un importante ruolo lo giocano poi gli equilibri tra luci crepuscolari e sapiente illuminazione: ogni zona valorizzata con i giusti elementi luminosi, in un ideale percorso che raggiunge il suo culmine l’illuminazione dei maestosi pini marittimi secolari esistenti che, grazie a dei potenti fari, si stagliano in tutta la loro bellezza come sculture nel cielo caprese.

Oppure visita il sito arabellacapri.com @arabellacapri.com
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PER SAPERNE DI PIÙ Il bamboo è il materiale scelto per parte della pavimentazione, per garantire stabilità dimensionale.

SOLUZIONI

TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . IDEE

Partire dalla

Un concetto fondamentale, soprattutto per Italiana Terricci: substrati di qualità, per la realizzazione di aree verdi davvero di successo di Rachele Pozzato

Un progetto innovativo che nasce da un incontro, dalla sintesi di visioni e approcci affini. Le nuove aiuole della pista ciclabile sul lungomare di Genova hanno infatti visto la luce grazie alla collaborazione tra Italiana Terricci e A.S. Ter, Azienda del Comune di Genova, con i suoi agronomi tecnici del settore verde Giorgio Costa e Luca Girardi. Un’azienda che si occupa di manutentare il patrimonio stradale, impiantistico e delle aree verdi all’interno del territorio comunale, che opera nell’ambito dei servizi di pubblica utilità, garantendo l’intero ciclo manutentivo, dall’organizzazione, alla gestione e realizzazione degli interventi. Italiana Terricci ha invece giocato il fondamentale ruolo di supportare il progetto fornendo il terriccio, dando così il via alla collaborazione delle due realtà, dopo l’incontro alla scorsa edizione della manifestazione MyPlant & Garden, a febbraio 2022.

U N PROGETTO AMBIZIOSO

La pista ciclabile del lungomare di Corso Italia a Genova si estende per 2,7 chilometri

FOCUS MANUTENZIONE

A.S.Ter. S.p.A., Azienda del Comune di Genova, si occupa di organizzare, gestire e realizzare interventi, sul territorio del Comune, che coprono moltissimi ambiti: infrastrutture stradali e relativa segnaletica, impianti di illuminazione semaforica, argini, rivi, arenili e scogliere, aree verdi pubbliche, anche attrezzate, verde sportivo, parchi e giardini pubblici anche di dimore storiche, orto botanico comunale e vivai civici, comprese le collezioni botaniche ivi contenute.

SOLUZIONI | manutenzione

terra

GARANTIRE LA QUALITÀ

La linea produttiva di Italiana Terricci, basandosi su un sistema di economia circolare, parte dal riutilizzo e ricondizionamento del materiale di scarto ricavato da scavi o cantieri. L’obiettivo è quello di estendere il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Ogni prodotto viene così sottoposto a un prelievo e a un’analisi, per poterne sempre garantire la qualità. Solo successivamente viene poi introdotto nel ciclo produttivo, una volta accertato il superamento di specifici e rigorosi standard. Un approccio che dà davvero la possibilità all’azienda di introdurre materiali in un ciclo produttivo generando nuovo valore.

Visita il sito italianaterricci.com per saperne di più!

per una larghezza complessiva di tre metri, con il nuovo percorso che collega corso Marconi a Boccadasse, sviluppandosi tra la carreggiata stradale, con due corsie, fino all’intersezione con via Piave e un’ampia e generosa corsia fino a via Cavallotti.

L’IMPORTANZA DEI MATERIALI

La sfida, in questo contesto, era quella di raggiungere l’equilibrio necessario a creare un substrato di qualità, in grado di rispondere a specifici requisiti di pesantezza e drenaggio e che fosse altresì adatto all’inserimento di nuovi impianti. Un obiettivo a cui si poneva come ostacolo la costa rocciosa di quest’area. «La giusta composizione di materiali, idonei per queste aree verdi, ha portato a realizzare una combinazione di lapillo vulcanico, terra vagliata e compost, trovando la soluzione per il riempimento delle aiuole», ha infatti affermato l’agronomo di Italiana Terricci Michele Ripamonti: un approccio di successo, che si basa su un’attenta fase di ricerca e scelta delle materie prime, coniugando qualità, innovazione e sostenibilità.

dal reale al virtuale

I prototipi digitali, disegnati sui modelli veri e propri delle attrezzature Ego Power Plus a batteria, sbarcano nei videogiochi di Skyhook Games, per utenti sempre più attenti all’ambiente e al proprio impatto sul pianeta di Emma Colombo

Una nuova dimensione, letteralmente, per Ego Power Plus, specializzata nelle attrezzature a batteria per uso esterno. L’azienda ha infatti stretto una partnership con Skyhook Games, casa di produzione di videogames, diventando il primo specialista di utensili a batteria a far parte di Lawn Mowing Simulator, gioco di simulazione di ultima generazione. Una realtà digitale dove i giocatori avranno la possibilità di guidare autentici tosaerba,

SOLUZIONI | tecnologia

creando la propria impresa di servizi di giardinaggio da zero e imparando, progredendo via via nel gioco, un vero e proprio mestiere.

GIARDINIERI DIGITALI

L’ambientazione catapulta i giocatori nella campagna britannica: qui, iniziando da pochi utensili e dai lavori più semplici, si sale gradualmente di livello fino a sbloccare attrezzature e progetti sempre più impegnativi. Giardini pittoreschi, castelli con vasti terreni: scegliendo tra una vasta gamma di tosaerba professionali e ricreati virtualmente sulla base nei modelli originali, i giocatori potranno cimentarsi nelle più diverse tecniche. Ego è il primo specialista del settore a unirsi a Lawn Mowing Simulator, consentendo a Skyhook Games di integrare il gioco con contratti basati sulla sostenibilità, che gli utenti possono ottenere unicamente attraverso l’utilizzo di apparecchiature alimentate a batteria, per lavorare in ambienti in cui i fumi e il rumore eccessivo devono essere mantenuti a un livello minimo.

EDUCARE ALLA SOSTENIBILITÀ

Una collaborazione di successo, come ha confermato Rick Payne, capo progettista della casa

di produzione di videogiochi: «Skyhook Games è entusiasta di collaborare con Ego Power Plus e di integrare in Lawn Mowing Simulator i suoi prodotti. È stato un piacere lavorare con il team di Ego, che ci ha garantito un utilizzo illimitato del trattorino rasaerba Z6 e del decespugliatore ST1400E-ST, permettendoci di arricchire il gioco con la rappresentazione più accurata possibile». «Siamo entrati con entusiasmo a far parte di Lawn Mowing Simulator e siamo galvanizzati nel vedere il nostro nuovissimo Z6, il primo trattorino a raggio zero a batteria al mondo compatibile con la nostra piattaforma, approcciare il mondo del gaming», ha poi commentato anche Emma Gayler, Marketing Manager di Ego. Un’unione nata dalla forte e sentita esigenza, da parte di entrambe le aziende, di evidenziare l’importanza di un’educazione ai vantaggi dell’alimentazione a batteria, rispetto a quella a benzina, in un’ottica di attenzione sia in termini di impatto ambientale, sia di salute degli utenti. Aspetti rappresentativi non solo della campagna Challenge 2025, ma anche di una sempre crescente percentuale di popolazione, a mano a mano più consapevole del proprio impatto ambientale. Ego è stato così lanciato su Lawn Mowing Simulator da novembre 2022, mentre il gioco base, rilasciato nel 2021, è disponibile per PC Windows, Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4 e 5.

Macchinari progettati e prodotti con sapienza sono il segreto per lavori ben fatti, svolti in comfort e sicurezza. Tutti elementi garantiti da Peruzzo con la sua linea Bio Mass di Margherita Wotton

quando lavorare diventa un piacere

Una gamma interamente dedicata a cippatori e biotrituratori, per ottenere il massimo dalla legna tagliata. Questa può infatti essere riutilizzata, portando grandi benefici non solo in termini di risparmio di spazio, ma anche a livello ecologico, energetico e fertilizzante. Bio Mass nasce proprio in quest’ottica: prodotti progettati e realizzati, da un’azienda da decenni riferimento nel settore come Peruzzo, per sminuzzare al meglio fogliame e rami di grosse dimensioni, ottenendo un prodotto sempre omogeneo e pulito. Una vasta scelta di modelli, con capacità

AFFIDABILITÀ

100% Made in Italy

Servizio post-vendita interattivo

Prodotti testati in ogni fase

Oltre 60 anni di esperienza nel settore

Presenza capillare in 80 Paesi

lavorare

di taglio che vanno dai 6 ai 17 centimetri di diametro, azionati con motore a scoppio di ultima generazione, applicabili al cardano del trattore o, in alternativa, con azionamento idraulico: compatti e maneggevoli in ogni situazione grazie alla presenza

SOLUZIONI | motori

PERUZZO IN BREVE

Dal Cavaliere Adriano Peruzzo, l’azienda muove i suoi primi passi già nel 1959. Grazie all’intuito e all’attitudine per la meccanica del suo fondatore, si sviluppano molini a martelli e prodotti affini per soddisfare l’esigenza produttiva delle aziende agricole e zootecniche italiane di quel periodo.

Visita il sito peruzzo.it

lavorare

lavorare piacere

di cingoli, ruote e tutti gli accessori necessari a rendere il lavoro piacevole, garantendo comfort ed efficienza a ogni operatore.

POTENTE E COMPATTA

Proprio in questo ambito si colloca uno dei fiori all’occhiello di casa Peruzzo per questo tipo di operazioni, il cippatore TB 50. Una macchina robusta, ma di ridotte dimensioni, destinata al taglio di rami secchi fino a 5-6 centimetri, o umidi fino a 7. TB 50 è un cippatore pensato per potature di piccola grandezza, mantenendo una elevata produttività di lavoro Il tamburo del taglio di cui dispone la macchina è formato da due lame ad alta resistenza, reversibili e alle quali si aggiunge poi una controlama, anch’essa in acciaio temperato, per garantire resistenza all’usura e al tempo. A seconda del prodotto lavorato, questo viene espulso dalla bocca di scarico del cippatore ad una

Peruzzo cresce poi sempre di più, con vendite di successo anche a livello internazionale e una spiccata sensibilità imprenditoriale. Negli anni Ottanta, da una sempre crescente esigenza di attrezzature per la manutenzione del verde pubblico e sportivo, inizia così un nuovo business per Peruzzo, al fianco dei figli, con la produzione di macchine professionali per il taglio dell’erba e per la triturazione delle potature.

LE COMPONENTI TECNICHE

Tamburo cippatore 150 mm x 150 mm;

Pulsante di sicurezza per arresto motore;

Trasmissione a cinghie e puleggia centrifuga;

Grande tramoggia e facilità di trasporto.

altezza di 142 centimetri e a 2-3 metri di distanza, agevolando quindi lo scarico all’interno di cassoni o appositi contenitori. Azionata da motore a scoppio con trasmissione a cinghia, si tratta di una macchina performante, con un’ampia tramoggia di carico per lavorare agevolmente anche su rami, ad esempio, di ulivo o pino, piuttosto che su fogliame voluminoso.

Il motore a scoppio di ultima generazione.

Potenza e precisione

Visita il sito echo-italia.it per saperne di più

L’affidabilità e la potenza dei motori a scoppio, in una gamma di motoseghe interamente dedicata ai professionisti di Margherita Wotton

Con la forza di tecnologie all’avanguardia e di materiali di ultima generazione, quella di Echo è una produzione che porta alla realizzazione di macchine affidabili e durevoli da oltre 70 anni.

MOTORI PRESTANTI

Le motorizzazioni costituiscono da sempre, in questo panorama, il cuore pulsante dei prodotti, con un processo di progettazione e realizzazione controllato direttamente dal produttore. La nuova gamma di motoseghe da potatura si inserisce proprio in questa prospettiva, fiore all’occhiello del marchio.

COMFORT ED EFFICIENZA

La proposta dedicata al mondo dei professionisti del verde trova così rappresentazione nella Serie

X, con modelli dalle prestazioni competitive, che garantiscono performance di alto livello e vantano una lunga durata nel tempo, resistenza all’usura e comfort nell’utilizzo, vera priorità per chi lavora con questi strumenti. Tra i modelli si trova infatti la motosega da potatura con motore a scoppio CS-2511TES con barra standard e la CS-2511TESC con barra carving, le più compatte e potenti della categoria. Punti di forza, senza dubbio, il bilanciamento e il rapporto pesopotenza, per ottenere equilibrio ed efficienza. I modelli della gamma E-Force, la DCS-2500 e la DCS-2500T, sono invece dotati di motore brushless da 56V e montano una batteria da 2 Ah.

SOLUZIONI | macchine

Non un vaso qualunque

Rootplus è infatti un contenitore per la potatura ad aria, per radici sempre più sane e forti di Penelope Moran

Per piante forti e belle, il punto di partenza essenziale sono delle radici sane. Un principio guida, questo, per GS Korea, da oltre 30 anni leader nel settore dell’orticoltura in Corea del Sud, specializzata in sviluppo, produzione e consegna dei prodotti a marchio RootPlus. Si tratta infatti di un prodotto che è molto più di un semplice vaso: RootPlus è un contenitore per la potatura ad aria, composto da tre parti. Grazie al suo design innovativo le radici delle piante, invece di girare intorno, entrano nei fori di aerazione, dalla forma conica, elementi che contraddistinguono il prodotto. Così, quando la punta della radice raggiunge la fine dei fori si disidrata, producendo altre fibre e rami radicali. Questo gli permette così di assorbire sempre più acqua e sostanze nutritive per la crescita. Le piante in RootPlus, infatti, crescono del 30% più velocemente rispetto a quelle in vasi normali ANCHE IN VERSIONE MINI

Di RootPlus esiste anche una versione adatta alle stagioni più calde. Questo perché i vasi più classici,

Per saperne di più visita il sito rootplus.co.kr

attirano maggiormente la forte luce solare in estate e questo potrebbe portare ad una compromissione delle radici. Per questo nasce RootPlus Mini, realizzato in due strati, di colore bianco e nero. Il lato bianco, esposto esternamente, aiuta a proteggere le piante dal surriscaldamento, mentre il lato nero, interno, offre le condizioni più adeguate per la crescita delle radici

I BENEFICI

Circolazione dell’aria e drenaggio

Sviluppo di abbondanti fibre radicali

Massimizzazione dei benefici della potatura delle radici aeree

Altissima possibilità di sopravvivenza

Risparmio sui costi di produzione

Materiale di alta qualità (resistente e durevole, stabilizzati ai raggi UV, riciclabile)

SOLUZIONI | gestione

Qualità per crescere

Greenview è un’azienda familiare che, con affidabilità e competenza, si è evoluta proponendo terricci e substrati in grado di assicurare piante rigogliose e sane di Filippo Terragni

Greenview nasce a Crocetta del Montello (TV) alla fine degli anni ’80, passando, da realtà produttrice di torbe nere per la fungicoltura, ad avviare una produzione di terricci e substrati, con un marchio interamente dedicato ai professionisti, oltre a intraprendere anche la lavorazione della corteccia nazionale per la pacciamatura

I L VERDE A 360°

Visita il sito greenviewsrl.com per saperne di più!

Attualmente, sotto la salda guida di tre fratelli, mantenendo il suo piglio famigliare anche nel rapporto con i clienti internazionali, lavora e confeziona corteccia nazionale, larice e corteccia portoghese e francese in diverse granulometrie. Tutto questo affiancato da un’attività di commercializzazione di un’ampia gamma di prodotti per la creazione e il decoro del verde, dai ciottoli al porfido, fino ai monoliti e al tufo. Inoltre, Greenview è socio di AIPSA, associazione italiana che ha come scopo la promozione dell’impiego dei substrati di coltivazioni e degli ammendanti di qualità controllata.

PER OGNI ESIGENZA

Sono diversi i prodotti proposti da Greenview, dai substrati universali ai pacciamanti, fino alle Cartobox. Per i substrati universali, la linea è pensata per ogni tipo di pianta e fiore. Tra i prodotti impossibile non segnalare il terriccio Superior, top di qualità dei terricci proposti da Greenview, il frutto dell’esperienza accumulata negli anni dall’azienda. La sua formula, infatti, è stata studiata per ottenere il miglior equilibrio chimico-fisico tra: torba calibrata, torba baltica, pomice, micorrize, trichoderma ed elementi nutritivi, come NPK e magnesio.

Greenview guarda anche alla sostenibilità con Habitat, primo terriccio volto alla salvaguardia dell’ambiente, realizzato con materie prime naturali interamente rinnovabili e anche un packaging a impatto zero.

SOLUZIONI | strumenti

Innovare per l´ambiente

Guardando a sostenibilità e praticità, la missione di Irritec è quella di proporre prodotti in grado sostenere i professionisti e ridurre al minimo gli sprechi di acqua di Penelope Moran

Soprattutto in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, bisogna sottolineare e rimarcare l’importanza dell’acqua come bene essenziale e prezioso. Lo sa bene Irritec, azienda nata in Sicilia, più precisamente a Capo D’Orlando, nel 1974, da un’idea imprenditoriale della famiglia Giuffrè, che si è specializzata nell’irrigazione di precisione, progettando e producendo impianti completi per l’irrigazione sostenibile in pieno campo, in serra e nel settore residenziale

U N ALLEATO PER LA CURA DEL VERDE

Irritec si pone l’obiettivo di rispondere alle esigenze degli operatori del verde di tutto il mondo, con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Tra le soluzioni più di successo, l’irrigazione a goccia e microirrigazione. Un sistema che permette di somministrare la giusta quantità di acqua, ideale sia in pieno campo che in serra, e perfetto per evitare gli sprechi

I VANTAGGI DELL’IRRIGAZIONE

LOCALIZZATA

Tra i prodotti proposti da Irritec due catturano subito l’attenzione: il gocciolatore on lineCapillar SystemTM e iDropR. Il primo è un sistema di irrigazione localizzata, caratterizzato da

un tubo di propilene e un capillare. Il flusso laminare che si genera, per effetto dei diametri molto ridotti, permette di ottenere una portata costante relativa alla lunghezza del capillare e alla pressione di esercizio utilizzata. Così, si ha a disposizione un sistema di irrigazione affidabile, economico e di facile manutenzione Per quanto riguarda invece iDropR, è composto da gocciolatori on line con flusso turbolento, ideale contro le occlusioni e necessita di pochissima manutenzione. I tecnopolimeri di ultima generazione con cui è costruito garantiscono poi lunga durata ed elevata resistenza a tutti i prodotti chimici e ai fertilizzanti comunemente utilizzati, rendendolo un prodotto adatto ai più svariati contesti.

Visita il sito irritec.it!

SOLUZIONI | strumenti

Un 2023 vibrante

Proprio come il colore Pantone che lo inaugura, Viva Magenta: un colore ibrido, potente e che guarda al mondo vegetale di Rachele Pozzato

Audace e anticonvenzionale, per affrontare il 2023 con lo spirito giusto: Viva Magenta, Pantone 181750, è il nuovo colore dell’anno. Una tonalità vibrante che non passa inosservata e affonda le sue radici nella natura «Un rosso animato che si crogiola nella pura gioia, incoraggiando la sperimentazione e l’espressione di sé senza limiti. Un’ombra elettrizzante e senza confini che si manifesta come una dichiarazione di spicco», per usare le parole dell’azienda americana. Insomma, un colore che sembra avere tutte le carte in regola per invadere la nostra quotidianità, dalla moda agli oggetti di design, fino a piante e fiori

ISPIRAZIONE NATURALE

È proprio dalla natura infatti, che arriva l’ispirazione: «Discende dalla famiglia dei rossi e si ispira al rosso cocciniglia, uno dei coloranti più preziosi appartenenti alla famiglia dei coloranti naturali, nonché uno dei più forti e brillanti

che il mondo abbia mai conosciuto», ha infatti commentato Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute. Ed effettivamente, gli esempi tra le varietà botaniche che ne richiamano le tinte sono moltissimi: da Tattoo Black Cherry Vinca alla Chocolate Covered Cherry Coleus, decorativa e intrigante, con le sue foglie vellutate, fino Easy Wave Burgundy Velour Petunia, con i suoi fiori inconfondibili. E ancora: Amazon Neon Cherry Dianthus, Titan Cranberry Vinca, Megawatt Pink Bronze Leaf Improved Begonia e moltissime altre.

SOLUZIONI | tendenze

Prodotti robusti e di qualità, fatti per durare. Felco rappresenta una garanzia nel settore, con un’attenzione certosina dalla scelta dei materiali, al design, passando per un approccio sostenibile di Emma Colombo

svizzera Precisione

Una realtà strettamente interconnessa al suo territorio, di cui incarna valori: un forte senso etico, che si riversa in un approccio trasparente e affidabile lungo tutta la filiera, a partire dal rapporto con i dipendenti fino alla fiducia della clientela, guadagnata dalla fondazione nel 1945 in una frazione svizzera del cantone di Neuchâtel. Le fondamenta, solide e affidabili, per raggiungere l’obiettivo: creare armonia, con i prodotti Felco, tra la mano, l’azione dell’uomo, e il mondo vegetale.

POTATURA DI QUALITÀ

Con questi capisaldi a guidare la progettazione, per incontrare le necessità degli operatori di vigneti, frutteti, ma anche arboricoltori, paesaggisti e attività di selvicoltura, Felco ha

sviluppato una nuova gamma di forbici elettriche da potatura. Con una capacità di taglio fino a 45 millimetri, la Power Blade Series combina performance elevate a un design ergonomico. Dal modello 802, disponibile anche nella variante per mancini, ideale per interventi in vigne e frutteti, fino al modello 812, versatile ed ergonomico, o ancora il modello 822, ideale per i lavori più impegnativi, garantendo potenza senza sacrificare velocità.

TAGLIO INNOVATIVO

Scopri di più sul sito felco.com/it

La linea è caratterizzata dalla più recente innovazione Felco, La Felco Xpro Blades: una rivoluzione in materia di potatura, con lame disegnate per garantire un taglio efficiente e preciso, grazie a materiali di qualità e un nuovo design.

SOLUZIONI | attrezzature

È tempo di no

Florensis stupisce con gamme innovative e in linea con le tendenze, tra colori sgargianti, buona resistenza al freddo e facilità di coltivazione di Penelope Moran

L’

inverno potrebbe mettere a dura prova la creatività e la voglia di osare, con colori di una primavera-estate che ci siamo ormai, tristemente, lasciati alle spalle. Questo però non fa parte del DNA di Florensis, che presenta una gamma esclusiva di novità e concetti innovativi, pensati per essere in linea con le ultime tendenze del mercato, dove il colore la fa assolutamente da padrone.

PETUNIA BEE’S KNEES, C’È UN NUOVO GIALLO BRILLANTE IN CITTÀ!

Il Viva Magenta è il colore del 2023 per Pantone, ma il giallo da diversi anni è diventato un vero e

proprio colore di tendenza. La Penutia Bee’s Knees porta sul mercato un nuovo giallo standard, brillante e vivace, con una buona tolleranza alla pioggia e buone prestazioni in giardino. Se tutto questo non dovesse bastare, è anche la vincitrice del FleuroStar Award dal 2022 al 2023. Inoltre, una curiosità: “Bee’s Knees” è un’espressione americana che significa “il meglio”. Florensis non poteva scegliere termine più azzeccato.

GIALLARDIA GUAPA È GIÀ UN SUCCESSO

Già dal nome “Guapa” (che in spagnolo significa “bella”) possiamo capire che questa nuova serie proposta da Florensis è tutta un programma,

SOLUZIONI | nuove varietà
Giallardia Guapa.

vità

I trend 2023 di Florensis?

Vieni a scoprirli sul profilo Instagram della casa editrice

decisamente interessante. ll bicolore, oltre a non farla passare inosservata, la rende unica nel suo genere. Inoltre, questa varietà è la più affidabile nella produzione e nella fornitura, promette fiori grandi e una fioritura precoce, con una buona resistenza al freddo.

A STER ALPHA, COLORE ELETTRICO CHE CONQUISTA

Alpha è la prima serie Aster sul mercato ed è pronta a conquistarvi, con i suoi tempi di coltivazione brevi e il suo portamento rotondo Questa varietà non necessità di PGR e di essere pizzicata. Insomma, una pianta con soli pregi, a partire dal colore brillante? Probabilmente sì.

Aster Alpha. Pelunia Beek's Knees.

LE URGENZE DEL VIVAISMO FORESTALE

È tempo ormai che l’assenza di piante coltivate in Italia è al centro dei dibattiti, specialmente per far fronte ai bandi del Pnrr e le sempre più numerose attività di forestazione e riforestazione. La Giornata Nazionale degli Alberi, così, è diventata occasione per Assofloro, di riflettere sulla produzione vivaistica forestale italiana. L’Associazione si è fatta dunque promotrice di un’iniziativa che mira a trovare una soluzione concreta in tempi rapidi, per poter fronteggiare le richieste che derivano dall’avvio dei progetti sostenuti da bandi pubblici e soggetti privati, laddove, al momento si riscontra un già complesso reperimento degli alberi. Per rispondere a questa esigenza, l’elemento fondamentale, come ha sottolineato Assofloro, è la pianificazione in collaborazione con i Centri Nazionali Biodiversità dei Carabinieri, che detengono i materiali di propagazione di qualità e di provenienza certa, e con i Vivai Regionali, che hanno grande esperienza e capacità in termini di germinazione e prima coltivazione delle giovani piante, per concertare l’azione di accrescimento nei siti produttivi. Riuscendo, in questo modo, a mettere velocemente sul mercato la pianta giusta, in salute e controllata dal punto di vista fitosanitario, con la garanzia di provenienza certificata. “Il sistema imprenditoriale florovivaistico non intende perdere l’importante opportunità data dal PNRR in materia di forestazione”, ha infatti affermato Nada Forbici, presidente di Assofloro. Una carica, quella della presidente Forbici, da poco rinnovata: il consiglio direttivo di Assofloro è stato infatti eletto dall’assemblea con l’inizio di novembre. Un’occasione in cui c’è stato modo di tornare a ribadire la necessità di valorizzare il prodotto del florovivaismo italiano, riportando al centro del dibattito qualità dei materiali e dei prodotti. Info: www.assofloro.it

UN NUOVO SALONE PER L’OUTDOOR

Il mondo della progettazione, realizzazione cura degli spazi esterni si apre a coinvolgere la business community del mondo dell’accoglienza: con questo obiettivo nasce, nei padiglioni della Fiera di Rimini, dall’11 al 13 ottobre 2023, Greenescape, The gardem and outdoor contract fair, in contemporanea e in seno al grande market place del turismo TTG Traveò Experience. Greenscape offrirà un carnet espositivo di soluzioni progettuali, d’arredo, corredo e paesaggio secondo le nuove abitudini abitative e costruttive che stanno trasformando e modificando la distribuzione e gli equilibri degli spazi dell’accoglienza, rimuovendo i confini tra In&Out, gli spazi esterni e quelli interni, per creare nuove “stanze all’aperto” all’insegna dell’abitare fluido: un trend che proietta all’esterno comfort, qualità ed estetica dell’interior, nel segno del dialogo e della fusione tra interni ed esterni

NEWS DAL MERCATO News
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LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2023 DI IPM ESSEM

Per la prima volta, al prossimo appuntamento con IPM ESSEM, una delle fiere di riferimento per l’orticoltura a livello globale, sarà lanciato l’IPM Concept Store. La novità vedrà la luce all’edizione 2023 della manifestazione, confermata a Essen dal 24 al 27 gennaio prossimi. Un’attraente cornice espositiva per ospitare la presentazione di prodotti a completamento e a supporto dell’offerta che orbita intorno al mondo del verde, da articoli di arredo, accessori per la casa, articoli da regalo, stoviglieria, cartoleria, forniture per fioristi, garden gourmet e prelibatezze, in un moderno concetto di vendita al dettaglio. L’IPM Concept Store sarà presentato anche su piattaforma digitale. Il sistema fieristico e organizzativo IPM ESSEN, poi, tra le altre novità, ha anche annunciato che il Paese partner ufficiale per questa edizione sarà la Gran Bretagna, sulla quale ci sarà un particolare focus dal 24 al 27 gennaio, con un padiglione dedicato alle produzioni “made in the UK”. Info: www.ipm-essen.de

UN MERCATO IN CALO

Una flessione complessiva pari al 15,2% rispetto allo stesso periodo del 2021: come emerge dai dati diffusi da Comagarden, sulla base del gruppo rilevamento Morgan, infatti, la congiuntura economica non favorisce la vendita di macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde. Da gennaio a settembre, il calo ha interessato tutti i comparti produttivi del settore, con un calo del 20,7% per i rasaerba, in calo dell’8,7% per la tipologia a batteria. Segnano un passivo anche i decespugliatori, in calo del 10,3%, le motoseghe, tagliasiepi, trimmer, motozappatrici e, anche se in misura minore, dell’1,6%, sono in calo anche i trattorini. Un andamento dunque diffuso e trasversale, che dipende, in parte, da una fisiologica flessione, dopo i record toccati dal 2021, come sottolinea Comagarden. A pesare è anche però l’attuale panorama economico, con i costi energetici, di logistica e trasporti che pesano sui rallentamenti della catena delle forniture e delle consegne, riducendo la capacità produttiva delle imprese. Sul fronte della domanda, invece, le maggiori conseguenze le porta con sé un evidente aumento dei prezzi e una generalizzata incertezza economica, in gran parte legata agli effetti inflazionistici. Con la fine dell’anno, le stime confermano un calo, che potrebbe attestarsi intorno a un 15%, rispetto al consuntivo 2021. Info: www.comagarden.it

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NEWS DAL MERCATO

ITALIA E BULGARIA, UNA SINERGIA DI SUCCESSO

Quello tra Italia e Bulgaria e un rapporto commerciale che continua a rimanere solido: alla fine del 2021 si è raggiunto un interscambio pari a 5,2 miliardi di euro, con un aumento del 27,1% rispetto al 2020. Così, la Bulgaria, proprio in virtù di questa importantissima sinergia, sarà presente con i suoi espositori anche a Myplant, dal 22 al 24 febbraio 2023. L’Italia si posiziona al terzo posto, dopo Germania e Romania, tra i Paesi destinatari delle esportazioni bulgare, con 2,62 miliardi di euro e una crescita, rispetto al 2020, del 36,4%. Esaminando poi le esportazioni globali del nostro Paese, il dato ci mostra come l’Italia abbia esportato nel mondo piante vive per un totale di 454,9 milioni di euro. Sono cresciute, in particolare, le esportazioni di piante vive, del 50,5%. Tra le principali voci delle esportazioni italiane nel Paese balcanico troviamo: Talee innestate e barbatelle, di viti per un totale di 1,67 milioni di euro, piantimi di ortaggi e di fragole, conifere e piante da plein air sempreverdi, arbusti e cespugli per un valore di 718mila euro. Per le piante vive, l’Italia si colloca ancora una volta sul podio tra i Paesi con i migliori rapporti commerciali con la Bulgaria, dopo Paesi Bassi e Macedonia del Nord. Info: myplantgarden.com

Per scoprire di più visita il sito marsilioeditori.it

GLI AUTORI

Il libro, edito proprio quest’anno da Marsilio Arte, riporta sulle pagine le tappe dell’omonima mostra tenutasi a Venezia: 30 tavole disegnate da Guido Scarabottolo, con altrettante storie inedite. Guido Scarabottolo, classe 1947, è originario di Milano, da dove, laureato in architettura, ha poi portato le sue illustrazioni in tutto il mondo. Un allestimento in cui le storie degli alberi e le loro artistiche rappresentazioni dialogano, in un impianto curato da alcune delle firme più rinomate del settore: da Annalisa Metta, professoressa associata in Architettura del paesaggio presso l’Università degli Studi Roma Tre, Daniele Zovi, dottore forestale tra i maggiori esperti di natura selvatica, fino a Giuseppe Morelli, arboricoltore e agronomo naturalista, tra i massimi esperti in Europa per la gestione dei Pini.

LE VITE DEGLI ALBERI

Alberi! 30 frammenti di storia d’Italia raccoglie le storie degli esemplari monumentali più celebri e significativi per la storia del nostro Paese, che al di là del fascino biologico si fanno simbolo, narrazione e testimonianza a cura di Rachele Pozzato

Un libro che ricalca, e accompagna, una mostra per utilizzare gli alberi per parlare delle storie del nostro Paese. Raccontare la storia d’Italia attraverso lo sguardo di questi testimoni silenziosi che ci hanno accompagnato nei grandi eventi, come nella vita di tutti i giorni. Alberi dai molteplici ruoli accanto agli uomini: la nostra autobiografia, polmoni della terra, esempi a cui fare riferimento. Sedentari osservatori, che, dal passato al futuro, trasformano il paesaggio dove hanno messo radici. Raccontano di viaggi e di esotismo, di commerci ed esplorazioni. Alberi che ci parlano di noi, come italiani, di chi eravamo e di chi siamo diventati e che, a ben vedere, potrebbero aprirci qualche spiraglio su che cosa vorremo diventare e sul Paese che vorremmo abitare

PERCHÉ LEGGERLO?

◗ Per i preziosi disegni di Guido Scarabottolo ad accompagnare i testi, tra i più celebri illustratori italiani contemporanei;

◗ Per i racconti degli alberi più celebri della Penisola: dallo smisurato Ficus di Palermo al “Fico a testa in giù” del Tempio di Mercurio di Baia, dal Platano di Marengo piantato da Napoleone, all’unica sequoia sopravvissuta all’onda del Vajont, fino all’Albero Finto Botanicamente Corretto;

◗ Per i trenta alberi, in aggiunta ai testi dei curatori, narrati da Daniele Zovi: venti per altrettante regioni, più dieci alberi “anomali” raccontati dalla penna della storica del paesaggio Annalisa Metta.

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La Formazione

Tutte lee nuove proposte per gli amanti del verde della Scuola Agraria del Parco di Monza, pronta a rinnovarsi dopo 120 anni di attività di Paola Martinelli

La Scuola Agraria del Parco di Monza, dopo aver compiuto 120 anni di attività nel campo della formazione in agricoltura – argomento che abbiamo visto sul numero scorso della rivista, il numero 34 de IL giardiniere – è pronta a raccogliere le nuove sfide che il nostro Paese propone. La grande partita del 2023 si chiama GOL, Garanzia Orientamento Lavoro. È un programma di riforma delle Politiche attive del lavoro, e della formazione, di Regione Lombardia. Dopo le prime esperienze, realizzate con successo nel 2022, che hanno coinvolto circa duecento persone, tra giovani e adulti, la Scuola avvia la programmazione del nuovo Piano GOL per il 2023.

COSA SIGNIFICA FARE GOL

Per maggiori informazioni www.monzaflora.it

“Fare GOL” , ossia un ente accreditato alla formazione, e ai servizi al lavoro, come la Scuola del Parco di Monza, che inizia un’attività di promozione di iniziative formative indirizzate all’inserimento professionale lavorativo. La persona che sceglie, e partecipa, a GOL aderisce alla Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 1 “Politiche per il lavoro”, Riforma 1.1 “Politiche attive del lavoro e formazione” del PNRR, finanziato dall’Unione Europea-Next Generation EU. Un programma che sostiene le persone in difficoltà a raggiungere nuove competenze. L’obiettivo regionale prevede di coinvolgere 69060 persone, di cui il 75% dovranno essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30 e lavoratori over 55. Il finanziamento messo a bando, pari a 75.966.000 euro, è stato avviato nel 2022, e si completerà entro il 2025. È una sfida di

in collaborazione con 48 N°035
GESTIONE | formazione/1

fa…GOL!

grande valore, da giocare sia in campo sociale sia in campo economico, investendo esclusivamente sulla formazione di base e sulla formazione specialistica, in grado di rispondere con serietà al mercato del lavoro. Sono sei le missioni del Piano GOL che rappresentano sei aree tematiche strutturali di intervento: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, Rivoluzione verde e Transizione ecologica, Infrastrutture per una Mobilità sostenibile, Istruzione e Ricerca.

LE DISPONIBILITÀ PER IL SETTORE DEL VERDE NEL 2023

Solo gli enti istituzionali accreditati per realizzare servizi di formazione e servizi al lavoro possono proporre un catalogo corsi. La Scuola Agraria del Parco di Monza, ente accreditato, propone, per il primo semestre del nuovo anno, 2023, una serie di percorsi formativi, totalmente gratuiti, della durata di 150 ore. Tra questi, il corso di Tecniche base di giardinaggio: un percorso che assegna crediti formativi per l’acquisizione del Manutentore del verde (art.12 comma 1, lettera B della Legge n.154 del 2016), dalla Botanica alla scelta delle piante negli spazi verdi, dall’agronomia agli impianti di irrigazione e all’uso delle attrezzature. O ancora, Operaio giardiniere: un corso necessario per l’acquisizione delle conoscenze e abilità minime che permettono di poter svolgere attività base di giardinaggio, più esecutive, all’interno di una squadra di lavoro, nell’ambito di una impresa del verde.

L’offerta comprende poi anche un corso in Operazioni di potatura di alberi e movimentazione in chioma: una competenza che rimanda al profilo professionale dell’Arboricoltore, figura recentemente riconosciuta. Il corso è ambito perché comprende l’attestato di formazione specifico per l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi per attività sugli alberi (ai sensi del D.Lgs 81/2008). Infine, un percorso per diventare Esperto in orti e giardini del benessere: una figura professionale, creata da soli tre anni, che sta riscuotendo molto successo, sia per le percentuali alte di frequenza, sia per le positive ricadute lavorative dei formati. Il percorso formativo trasmette conoscenze di base di Orticoltura e Giardinaggio da applicare alle tecniche di gestione di attività socioassistenziali, destinate a persone con disabilità, bambini o anziani con deficit psico-motori. Tutti i corsi descritti nel Catalogo dell’offerta formativa GOL conducono al raggiungimento di figure tecniche che sono registrate nel Quadro regionale degli standard professionali (QRSP), dotate ciascuna di una o più certificazioni delle competenze rilasciate dalla Regione Lombardia e riconosciute in tutto il territorio nazionale. Per il numero degli iscritti ai corsi, che sono i beneficiari di queste nuove opportunità di riqualificazione, e per le imprese che cercano personale preparato, il GOL è una risorsa tempestiva, efficace, ed in grado di rispondere ai bisogni di occupabilità di una società moderna e sempre più Green.

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in collaborazione con

Attenzione ad ogni angolo

Un giardino richiede cura per la creazione di ogni sua componente. Abbiamo così raccolto i consigli degli esperti di Fondazione Minoprio per riscoprire le specie che meglio si prestano alle bordure a cura del Comitato di redazione di Fondazione Minoprio

Dall’esperienza di Fondazione Minoprio, un focus su alcune specie da inserire nei più disparati progetti, ma che si rendono particolarmente adatte all’utilizzo nelle bordure. Tocchi ricercati ed eleganti, da scegliere in base alle esigenze di ogni intervento, per popolare con maestria anche le zone di delimitazione tra le diverse aree del giardino. Consigli mirati e sapienti che arrivano dopo cinquant’anni nel campo della ricerca e sperimentazione nel mondo del verde. Fondazione

LA FONDAZIONE

Minoprio rimane, infatti, dopo diversi decenni, un saldo punto di riferimento per il settore e per i professionisti. Una squadra di esperti, competenti e spinti da curiosità e meticolosità nel rimanere sempre aggiornati su tutte le novità del mondo botanico. Le novità di questo numero arrivano da ogni angolo del Pianeta e, accomunate dalla resa in aiuole e bordure, mantengono però la loro precisa identità, con proposte ben differenziate tra loro: begonietta e Coleo per portamenti più minuti, fino alla Zinnia o al Giacinto con i loro fiori colorati

La Fondazione Fondazione Minoprio prende vita a Villa Raimondi, sorta nella seconda metà del ‘700, dove hanno sede oggi gli uffici direzionali. Affreschi e fregi ottocenteschi sono circondati da una tenuta di circa 60 ettari tra parco storico, agricolo e naturalistico. Una vera chicca a 25 chilometri da Milano e 10 da Como, proprietà della Regione Lombardia che le gestisce proprio attraverso la Fondazione. Nella tenuta hanno sede anche il centro scolastico e l’azienda agricola didattico sperimentale con le sue strutture produttive. Il parco botanico misura ben sette ettari, con oltre 300 essenze arboree principali e circa 1600 arbusti e alberi minori. Un tesoro per il mondo verde, insomma, ricco e curato in tutti i suoi dettagli.

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Visita il sito per saperne di più! 51 N°035

Deliziare vista e gusto

Piccoli fiorellini a quattro petali, carnosi e dalle tinte bianche, rosa o rosse: le begoniette sono delle vere chicche che fioriscono da metà primavera e ci fanno compagnia fino ai primi freddi. Le foglie si presentano carnose e dalla forma arrotondata, lucide e di un brillante verde o bronzo-rossastro. La particolarità di questi esemplari, e delle foglie in particolare è che queste sono commestibili e possono essere consumate crude in insalata o candite, alla maniera francese. Una succulenta perenne, la begonietta, che rimane di dimensioni ridotte, tra i 25 e i 35 centimetri di altezza, formata da compatti cespuglietti. Preferisce terreni sciolti, soffici, ben drenati e soprattutto ricchi di materia organica. Originaria del Brasile, questa specie può considerarsi a bassissima manutenzione, quasi nulla. Particolarmente adatta per l’utilizzo in bordure o in contenitori.

Tesori dal Medio-Oriente

Il Giacinto si caratterizza per la sua conformazione campanulata, una texture cerosa, ma soprattutto per il suo intenso profumo. In colorazioni tra il blu e il viola che dalla base impallidiscono a contrasto con il bianco della parte superiore, con lobi allargati e ricurvi e racemi eretti, già da inizio primavera, con un massimo di 40 tubulari. Le foglie invece sono lanceolate e scanalate, di un vivido verde e arrivano a 35 centimetri di lunghezza negli esemplari più grandi. Questa bulbosa perenne, originaria delle esotiche terre dalla Turchia alla Siria, passando per il Libano, cresce in ambienti calcarei, rocciosi e dirupi, fino ad altitudini di 2600 metri e si adatta ad aiuole primaverili in una bordatura annuale, mista o erbacea.

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Concentrarsi sulle foglie

Della famiglia delle Lamiaceae, i Coleo sono di piccole dimensioni, ma di carattere ultra-vivace. Minuti fiorellini viola, con foglie vistosissime di sgargianti colorazioni, spesso variegate, sui toni del giallo, del rosso o del rosa. Per foglie dai toni accesi, si consiglia un’esposizione ridotta, preferendo una posizione in ombra o semi-ombra. I raggi diretti del sole non ne inficiano la fioritura, ma potrebbero tendere a schiarire le foglie. Si tratta di una specie erbacea perenne, che viene però coltivata come annuale e dal portamento cespuglioso. Richiedono un terreno ricco, sciolto, ben drenato e neutro, o in alternativa sub-alcalino.

Fondamentale, per una crescita sana e rigogliosa, un’irrigazione abbondante, evitando di lasciare asciugare il terreno tra un’innaffiatura e l’altra. Il punto debole? Senza dubbio gli afidi, cocciniglie o mosche bianche, dai quali spesso vengono attaccati. Questa specie, che arriva direttamente dall’Africa o dall’Asia, regala un tocco esuberante per progetti decisi, adattandosi sia alle bordure sia alle fioriere.

Il fascino della semplicità

Rispetto alle due precedenti, la Zinnia presenta un portamento un po’ differente, con grandi fiori solitari a forma di margherita, dalla struttura semplice e doppia. Una specie che si adatta a qualsiasi contesto e design, grazie al vastissimo ventaglio di varietà esistenti, in tutte le colorazioni, fatta eccezione per il blu, ma anche bicolori e screziate che vanno dai 30 ai 70 centimetri di dimensione, a seconda delle diverse varietà. La Zinnia, che popola spontaneamente le aree di Messico e America centrale, cresce bene e senza particolari criticità in tutti i terreni, garantendo ottimi risultati anche con una scarsa manutenzione. Anche in questo caso, la specie si presta ad essere utilizzata nelle bordure, o anche nelle aiuole.

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un tessuto contro le infestanti

Quello del Poligono del Giappone è un problema che si fa sempre più consistente anche in Italia: si tratta infatti di una pianta altamente infestante, capace di creare importanti danni a strutture fisse, come piste ciclabili o ferrovie, costituendo un reale problema di sicurezza. Nella maggior parte dei casi, però, le soluzioni sono invasive e costose e, spesso, anche di dubbia efficacia.

Tra gli interventi di maggiore successo, popolari soprattutto all’estero, c’è l’utilizzo di un tessuto, appositamente studiato, per contrastare l’azione

STORIA E CARATTERISTICHE DEL POLIGONO

del Poligono. Sulla pista ciclabile lungo il Sarca, Ipag ha deciso di intervenire proprio con questo procedimento.

L’INTERVENTO

Appena sopra Riva del Garda, dove troviamo una pista ciclabile che corre lungo il fiume Sarca, il Poligono del Giappone aveva già bucato l’asfalto della strada in diversi punti, rendendola poco sicura. Si è così deciso di creare un’area test, di circa 200 metri lineari, ponendo una membrana a 40 centimetri al di sotto del livello della strada, creando una sezione simile a una ‘C’ leggermente

Il Poligono del Giappone è una pianta infestante di tipo altamente invasivo: basti pensare che, a livello internazionale, è riconosciuta tra le 100 specie più invasive del mondo. Arriva in Europa intorno all’Ottocento, in Inghilterra, per poi allargarsi da lì. A nord delle Alpi è un problema importante ormai, tanto che esistono figure professionali dedicate all’eradicazione specificatamente di questa pianta. Arriva poi in Italia intorno alla fine degli anni ’70, spostandosi attraverso le alpi oltre i valichi di confine. Preferisce le zone lungo i fiumi e si propaga per via rizomatosa, sviluppandosi in verticale fino a tre metri, in orizzontale per oltre dieci. Questo significa che rimanendo quiescente nel terreno per diversi anni, anche un piccolo rizoma può far sviluppare la pianta: quando si va a spostare il terreno contaminato, così, si diffonde il problema. Per questo oggi possiamo trovare il Poligono anche in alcune aree della Toscana o dell’Emilia, rendendo necessario, quando si interviene, trattare questa specie come un residuo speciale.

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A contrasto di una delle specie più invasive dei nostri territori, ma non solo, uno degli interventi più di successo prevede di ricorrere all’installazione di una membrana che ne possa contenere la propagazione

di Rachele Pozzato, in collaborazione con Enrico Pinali

schiacciata sui lati. Sopra il tessuto si è poi andati a riportare del terreno pulito, e quindi la finitura della pista. Ed è sui bordi, proprio perché più estesi e con uno spessore di terra sottostante minore, che si fa più sentire la spinta del rizoma. Questo non vanifica l’intervento, ma per contenere il movimento del Poligono verso l’alto normalmente qui si usano dei pesi. «L’intervento è stato svolto la primavera scorsa e ad oggi rimane tutto ancora integro. Si vede che il poligono si muove, ha attraversato la pista ed è andato dalla parte opposta. Ovviamente il sito continuerà ad essere monitorato, ma secondo la nostra esperienza, questo tipo di tessuto riesce a resistere alla spinta del Poligono per almeno una decina d’anni» riferisce Enrico Pinali, che da anni studia questa infestante e, per Ipag, si è occupato anche di questo intervento in Trentino. Una lunga durata è la priorità in casi come questi, dal momento che si tratta di una tipologia di lavoro piuttosto invasiva. I principali ostacoli sono legati poi proprio alla conformità del paesaggio: se si dovesse ripresentare il problema, è fondamentale capirne la motivazione e l’imponenza del nuovo danno: si può poi ricorrere allo sfalcio, senza ripetere l’intervento, ma

si tratta di un’azione di contenimento che, anche in questo caso, non eradica la pianta.

I LIMITI

«Approcciandomi a questa problematica, mi sono sempre scontrato con l’idea di immettere plastica nell’ambiente, perché non ci sono materiali alternativi al momento. In alcuni paesi si usano diserbanti chimici, che però lungo i fiumi non si possono usare», continua Pinali. «L’intervento rimane sempre di contenimento e sono attività che comunque vanno contestualizzate: in aperta campagna può essere sufficiente, ma lungo un argine o in presenza di strade non può bastare. Insieme al grado di infestazione diventa importante quindi il contesto di intervento. Non esistono vere e proprie misure di prevenzione, bisogna ricorrere al confinamento tramite tessuto, un po’ lo stesso tipo di procedimenti che sta interessando il contenimento del bambo».

Come si presentavano alcuni tratti della pista ciclabile, dove il rizoma aveva già bucato l’asfalto.

IL TESSUTO

Quella utilizzata in questo caso è la membrana progettata da DuPont: una multinazionale attiva per più servizi, che ha sviluppato una divisione per tessuti legati al paesaggio dedicati proprio a questo tipo di infestante. Il tessuto nasce così da un’accurata ricerca, iniziata una decina di anni fa, dopo l’identificazione del Poligono del Giappone come un problema europeo.

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Il posizionamento del tessuto.

Valore al verde

Tecnologie GIS per la gestione dei dati territoriali, con strumenti innovativi per costruire le città del futuro. Quello di R3GIS è un concetto versatile e declinabile in più ambiti, che porta la gestione del verde su un nuovo livello colloquio con Paolo Viskanic di Francesco Tozzi

Una lunga esperienza nella creazione di soluzioni Web-GIS, i sistemi informativi geografici, per la gestione dei dati territoriali. Soluzioni flessibili, efficienti e intuitive, nutrite da investimenti in innovazione e ricerca: quello di R3GIS è l’ambizioso progetto di una realtà che è riuscita ad affermarsi come fornitore affidabile e competente in questo nuovo spazio del mercato, a livello globale. «Vent’anni di esperienza in un settore che è sul mercato già da tempo, ma nel quale c’è ancora poca concorrenza», ci spiega il CEO Paolo Viskanic. Questo approccio, applicato al mondo del verde, ha così permesso una gestione degli spazi e un’organizzazione della manutenzione puntuale e precisa. Un’esperienza che si è poi tradotta in quello che si potrebbe definire un vero e proprio impegno civico nell’attenzione al verde, di R3GIS al fianco delle città e delle imprese, includendo anche un processo di consapevolizzazione dei cittadini.

PARTIRE DALL’INNOVAZIONE

La tecnologia di R3GIS permette di effettuare le operazioni direttamente sul campo: raccogliere e aggiornare dati anche in campo in modalità offline, con una soluzione digitale che può essere configurata per diversi utilizzatori contemporaneamente e supportata da qualunque browser. Insomma, davvero a portata di mano e di tutti. «Prima dell’arrivo di Google maps era difficile spiegare ai clienti la tecnologia alla base e l’utilità di un prodotto GIS. La diffusione delle tecnologie poi

si pensava potesse oscurarci sul mercato, in verità ci ha aperto nuove strade: i clienti avevano già chiara in mente l’utilità di una mappa, ma la volevano interfacciata con i propri dati e gestionali. Da lì ci siamo sempre più sviluppati: attualmente il verde copre due terzi del nostro fatturato, un terzo sono altri gestionali, come per i patrimoni immobiliari o le strade. Molto spesso chi ha acquistato da noi il software del verde, comprendendone e apprezzandone i benefici, ci richiede, per esempio, un software per la gestione degli idranti. Così abbiamo sviluppato altri due prodotti a complemento: uno estremamente flessibile, in grado di gestire dai pannelli fotovoltaici alle piste ciclabili, l’altro sviluppato sul codice della strada e quindi mirato all’utilizzo da parte di chi gestisce strade e segnaletica stradale». Con un grande spirito innovativo, dalle prime versioni, R3GIS ha poi implementato nuove funzionalità via via sempre più innovative per i suoi software, grazie anche alla collaborazione con altre aziende e istituti di ricerca nell’ambito di progetti europei.

I DATI PER IL VERDE

Conoscenza e dati consultabili in qualsiasi momento, in modo semplice e veloce. Un’operazione fondamentale in molti settori, ma che sempre di più si sta rivelando essenziale per l’organizzazione efficiente e la documentazione delle attività di manutenzione e cura del verde urbano. R3GIS ha così sviluppato GreenSpaces, un software integrato e georeferenziato progettato pensando proprio al lavoro di tutti coloro che sono coinvolti

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nella gestione delle aree verdi. GreenSpaces gestisce tutti gli elementi delle aree verdi in un database spaziale. Il software permette di programmare i lavori di manutenzione, registra eventuali problemi con documenti e foto associate, ed esegue valutazioni sugli alberi e sulle attrezzature ludiche e sportive. Un solido aiuto specialmente per la gestione del patrimonio arboreo, che con procedure specifiche, permette di documentare accuratamente le ispezioni e le attività di manutenzione effettuate. I dati degli oggetti gestiti, i documenti di monitoraggio, le procedure di convalida, la tipologia di lavoro e i profili degli utenti possono poi essere configurati per fornire ai clienti la migliore soluzione di interfaccia secondo le loro esigenze.

L A PARTECIPAZIONE

DELLA COLLETTIVITÀ

Un attento lavoro di ricerca che R3GIS ha svolto anche pensando alle sempre più pressanti questioni ambientali. GreenSpaces incentiva infatti una riduzione dell’impronta ecologica delle attività di cura e manutenzione del verde, in un processo di adattamento delle città ai cambiamenti climatici. Un contributo e supporto arriva anche nel coinvolgimento dei cittadini su queste tematiche, attraverso il modulo Green City, un portale pubblico, che evidenzia in tempo reale i principali benefici offerti dalle aree verdi urbane. Le informazioni su alberi, arbusti, beni e parchi sono visualizzate attraverso l’uso di una mappa interattiva. I dati si basano su un censimento dettagliato e possono includere il calcolo dei

servizi ecosistemici. «L’opinione pubblica è sempre più sensibile a queste tematiche, e questo spinge le amministrazioni a investire di più nel settore. La chiave è imparare a non guardare più solo ai costi ma valorizzare patrimonio e benefici, facendo diventare i costi marginali. E per entrare in quest’ottica, è necessario partire da dati, censimenti e proiezioni». Questo il segreto secondo Paolo Viskanic del successo della visione di R3GIS, che si è tradotta in progetti di successo, in cui le amministrazioni pubbliche lavorano gomito a gomito con realtà innovative allo sviluppo di portali pubblici, come quelli di Bolzano, Lugano, Rimini o Cracovia.

LA PAROLA A…

Paolo Viskanic nasce come agronomo, con gli studi a Firenze completati con una tesi in Uganda sui parchi nazionali, usando già allora la tecnologia GIS. «Erano gli inizi degli anni Novanta, quindi era una tecnologia proprio ai suoi albori. Una passione che mi porto dietro dallo studio, che da lì è sempre rimasta legata al mio percorso professionale. Il filo conduttore, paradossalmente, è stata la tecnologia inizialmente e non il verde, nonostante i miei studi. Poi col tempo ci siamo sempre più specializzati nella nicchia del verde».

Visita il sito r3gis.com per saperne di più
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Una parete di perenni

Un nuovo parco urbano, polmone verde dell’area e a mitigazione dell’impianto di depurazione di Imperia: è proprio in questo contesto, che, come un ponte verde unisce il contesto urbano al mare, si inserisce un importante progetto di riqualificazione ambientale. Un progetto che passa anche, e soprattutto, per una grande parete verde, realizzata proprio a copertura del depuratore, grazie a delle specie particolari e realizzate appositamente per interventi di questo tipo. Le perenni in placca 35 f di Floricoltura Pironi costituiscono infatti un prodotto specifico per paesaggismo, verde verticale e rinvaso.

I L CONTESTO

Uniformità e radicazione ottimale per più di cento varietà tra cui poter scegliere, con cui Peverelli ha potuto realizzare uno dei punti focali del sistema di riqualificazione dell’area. Un intervento, dunque, che si innesta in una più ampia riconversione delle aree situate lungo l’ex ferrovia, prevedendo la realizzazione di una serie di strutture di servizio e di spazi pubblici attrezzati, integrati da un’ampia zona verde e posta in posizione strategica, a cerniera tra Oneglia e il nuovo porto turistico di Porto Maurizio. Con la realizzazione del nuovo parco pubblico, infatti, è stata trasformata da discarica di inerti in punto focale del sistema

paesaggistico e ambientale di Imperia, di fondamentale importanza proprio per essere l’unico grande polmone verde sul mare della città.

U NA VASTA AREA

La necessità di portare a nuovo splendore un’area dal grande potenziale, ma ormai degradata proprio per la presenza di un grosso impianto di depurazione, ha portato l’amministrazione di Imperia allo sviluppo di un ambizioso progetto, che è però ancora solo al suo inizio. Ai circa 20mila metri quadri del Parco San Leonardo già realizzati, infatti, si aggiungeranno quelli del nuovo Parco dell’Energia, arrivando a una superficie totale di quasi 65mila. Un intervento imponente, con zone dedicate alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio vegetale, aree giochi, di svago e divertimento, ma anche dedicate ad arte e cultura con installazioni ed eventi, in una zona che in riva al mare che si sviluppa intorno a un depuratore

I VANTAGGI DELLE PERENNI PACK 35 F DI FLORICOLTURA PIRONI

Indicate per paesaggismo, pareti verticali e rinvaso

Più di 100 varietà disponibili

Maneggevolezza e velocità di trapianto

Uniformità e costo competitivo

Inoculate con micorrize e funghi antagonisti

Radicazione ottimale

Visita il sito floricolturapironi.it

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© David Schivo. 59 N°035 GESTIONE | soluzioni
Come quella realizzata da Peverelli Design a copertura del depuratore di Imperia, scegliendo le piante in placca 35f di Floricoltura Pironi di Rachele Pozzato

Peverelli è un punto di riferimento nel settore, con oltre un secolo di attività nella cura e costruzione del verde. Un ambito di grande interesse e specializzazione si è rivelato poi quello della realizzazione di verde verticale: i loro progetti si distinguono per la qualità del substrato, la grande varietà di essenze utilizzate, sempre nel rispetto della biodiversità e l’utilizzo di moduli precoltivati, versatili e agili nell’installazione.

Per scoprire di più visita il sito peverelli.it

con un capannone di ben 10mila metri quadri. Proprio intorno a quest’ultimo si sviluppa il progetto di Peverelli, realizzato con le perenni di Floricoltura Pironi.

L’INTERVENTO

Più di 400 metri quadrati di verde verticale, per trasformare una parete, originariamente elemento di disturbo visivo, a punto di forza di tutta l’area. Un sistema studiato nei minimi dettagli che non ha però valore solo estetico: l’obiettivo, infatti, è soprattutto quello di mitigazione ecologica della zona, che permette l’assorbimento di 72 tonnellate di CO2 ogni anno. Una prerogativa,

I BENEFICI DEL VERDE VERTICALE

Purifica l’aria convertendo CO2 in ossigeno ◗ Accresce il benessere: meno mal di testa e irritazioni respiratorie ◗ Riduce la temperatura dell’ambiente ◗ Agisce come barriera sonora ◗ Aumenta il valore dello spazio ◗ Più interazioni sociali, meno vandalismo

questa di guardare all’ambiente e all’impatto ecologico dei sistemi, propria delle pareti e del verde pensile che ne ha fatto soluzioni sempre più diffuse e in uso, nei più svariati contesti e progetti. La tecnologia su cui si basa l’intervento è quella dei Green box: moduli precoltivati di 40 per 36 centimetri, montati su griglia metallica, supportati da un sistema di ventilazione continua, brevetto Vègètalis. Lo sfagno sul fondo dei box, muschio di origine cilena immerso in contenitori d’acqua, è poi in grado di assorbire il volume per oltre venti volte, rendendo l’acqua disponibile per la sopravvivenza della pianta. Un progetto, dunque, che ancora una volta guarda all’elemento scenografico tanto quanto a quello ambientale, garantendo un concreto impatto positivo sull’ambiente e un notevole risparmio idrico. Una tecnologia di controllo a distanza permette poi di monitorare costantemente i valori dell’intero sistema, in un’ottica di manutenzione efficiente e puntuale.

L’IMPORTANZA DELLA GIUSTA PIANTA

Nella realizzazione di progetti di verde verticali, proprio come in questo caso, sono molti gli elementi da valutare e tenere monitorati, per assicurarsi una buona riuscita dell’intervento che possa rispondere a tutte le esigenze e durare nel tempo con installazioni vegetali in salute. Tra le principali criticità, per esempio, si contano il pH e la salinità, ma anche agenti esterni come il vento o le temperature, sempre strettamente sotto controllo. Altro elemento fondamentale è la tipologia di specie che costituiscono le pareti verdi come questa a Imperia. Ed è proprio in questa direzione che guarda la scelta delle varietà proposte da Pironi. Le piante in pack 35 f sono infatti erbacee perenni, che si adattano al meglio al verde verticale. E questo, specialmente, perché non vanno incontro a un processo di lignificazione: non producendo legno nella loro crescita, non finiscono per occupare volumi diversi da quelli previsti in fase di progettazione e si riprendono molto bene.

IL TOCCO DI PEVERELLI DESIGN © David Schivo.
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© Andrea Rossini.

Italiani pollici

Come rivela il bollettino annuale di Myplant & Garden, quello legato al mondo vegetale è un trend in continua crescita, che sta divenendo anche un mercato di sempre maggiore rilevanza per l’economia italiana di Rachele Pozzato

Volumi in aumento, comparto in ottima salute e una tendenziale crescita lungo tutto il 2022: continua a crescere in Italia il giardinaggio. A rivelarlo, è il tradizionale bollettino annuale prodotto dal Salone internazionale del Verde, Myplant & Garden.

M ERCATO IN CRESCITA

Le aspettative, senza dubbio alte, per il settore sono infatti state confermate con un sell-in che per il 2022 si assesterà tra i 3,35 e i 3,40 miliardi di euro, surclassando lo storico record del 2021 di 3 miliardi. Dall’anno di debutto di Myplant, ormai nel 2015, il settore è cresciuto di 290

milioni. I risultati rimangono dunque ottimi, in miglioramento di anno in anno. L’unica incognita in campo, a pesare sulle cifre stimate per quest’anno, ormai verso la sua chiusura, è quella giocata dai diffusi rincari: dai costi energetici, all’inflazione, fino al costo delle materie prime, il 2022 è stato un anno di successi, ma non senza ostacoli, che hanno messo in difficoltà il comparto del verde, in una crisi però certamente trasversale a tutta la società.

I L BENESSERE SI TINGE DI VERDE

Gli italiani però confermano la loro passione per il verde, specie domestico: crescono gli acquisti

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pollici verdi

e gli investimenti per circondarsi di sempre più piante e fiori. Quello vegetale sta diventando così un elemento sempre più fondamentale per la quotidianità di tutti, che investe il settore di rinnovata fortuna e popolarità. Prova ne è anche la dimensione che il verde va via via assumendo anche come vero e proprio fenomeno urbano, sostenuto da nuove proposte, tecnologie: le realizzazioni immobiliari contemplano quote di giardini, logge, terrazze, le amministrazioni pubbliche investono in città più verdi, e, di conseguenza, più sostenibili. Un green trend contagioso in un mercato che modifica i concetti di agricoltura urbana e hobby garden, dove benessere, salute, sostenibilità, richiamo ecologista, rimedio allo stress cittadino e gratificazione personale sembrano essere le leve su cui si poggia la crescita di questo mercato. Tendenze che, soprattutto, ben si sposano con Millennials e Generazione Z, coinvolgendo in questo universo fasce d’età fino a poco fa escluse dal panorama e che negli USA valgono già quasi il 30% del mercato complessivo.

I DATI

10 milioni di appassionati nel 2012 ◗ 19 milioni di pollici verdi nel 2020 ◗ Un terzo della popolazione in Italia nel 2021 considerava già terrazzi, orti, balconi, terrazzi e giardini la “stanza in più” ◗ 200% di vendite in più nel 2022 per elementi d’arredo da giardino

I RISCHI DELLA CRISI

Questa nuova forte propensione degli italiani al panorama del verde rischia però di non compensare la forte pressione che quadro inflattivo, costi energetici e incertezze politiche a livello internazionale stanno esercitando sul settore. Questa complessa situazione generale si è infatti tradotta in una contrazione delle produzioni, aumento dei prezzi, mancata programmazione, frenata degli scambi internazionali: tutti fattori che concorrono a rallentare e indebolire la filiera tutta, dalla produzione alla distribuzione, dal commercio agli operatori del verde, fino alla progettazione per privati e pubblici.

Nel primo semestre del 2022 l’export del comparto segna un incremento del 9% sul medesimo periodo del 2021, mentre l’import arriva a toccare quota +60%: uno squilibrio tra entrate e uscite che rischia di compromettere il saldo della bilancia commerciale di fine anno. È proprio alla luce di questi dati, così, che le associazioni e le rappresentanze di categoria stanno lanciando appelli alla politica e alle istituzioni.

DAL NUOVO CONTINENTE

Il grande periodo di incertezza e, soprattutto, di perdita d’acquisto che sta investendo un po’ tutto il mondo, non sembrerebbe fermare una propensione di spesa in crescita per il verde. A rivelarlo è la ricerca Grownomic Reporto 2022-23, e il fenomeno interesserebbe gli americani dai 25 anni in su. Sempre maggiori investimenti negli USA anche da parte dei produttori, che stanno concentrando le energie nello sperimentare nuove soluzioni in grado di garantire resilienza alla carenza di acqua, mantenendo una persistente bellezza delle piante. Una logica secondo la quale sarebbero le piante xerofile, resistenti ai periodi siccitosi, a diffondersi sempre di più, proprio a causa dei cambiamenti climatici.

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UN ORTO IN GIARDINO

Sempre più diffusa e condivisa l’esigenza di creare micro-produzioni: da qui prende piede un fenomeno tutto britannico, che però ha fatto il giro del globo in poco tempo. Piante da frutto, aromatiche e verdure con una sempre crescente attenzione per vegetali biologici e prodotti bio per l’allestimento, la cura, il nutrimento e la manutenzione di questi spazi. Gli spazi più minuti si prestano così a mini-serre od orti rialzati, quelli più estesi fanno invece largo a progetti più ambiziosi, anche per le attrezzature e gli utensili impiegati che sempre più si avvicinano agli stessi usati dai professionisti, prediligendo fonti di alimentazione pulite.

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I TREND PASSATI IN RASSEGNA

L’ultima edizione di Myplant ha poi dato modo di toccare con mano quelli che si sono poi affermati come trend di successo lungo tutto il resto dell’anno: teche, terrari e microcosmi vegetali, piante xerofile, funghi e alghe, come il marimo, succulente, piante a foglia variegata, erbe officinali. Tra i grand ritorni anche gli alberelli da frutto, specialmente agrumi, con tocchi freschi e del tutto nuovi sul mercato italiano come i kumquat e il calamondino, ornamentali e ricchi di vitamine. Orchidea, celosia, amaryllis, rudbeckia e spirea incoronate piante del nuovo anno, secondo il National Garden Bureau statunitense. Per i progetti a cornice delle specie più richieste, poi, l’estetica si fa sempre più curata, trasformando gli esemplari vegetali in elementi di arredo, con materiali quanto più possibile sostenibili, di riuso, di fibre vegetali o riciclabili. Di origine naturale anche terricci, concimi e sementi, in un’ottica di profonda attenzione alle tematiche ambientali che si conferma, con ancora più insistenza, tra i motori trainanti anche del 2023.

CONNECTING GARDENS

La progressiva riscoperta degli spazi esterni passa anche attraverso una personalizzazione degli stessi, fatta di scelte di design specifiche e, soprattutto, nel segno della connessione: con la natura e l’ambiente, con amici e parenti, oltre che con sé stessi. I danesi parlerebbero di “hygge”, il sostantivo usato per indicare quel senso di intimità e comfort da ritrovare, o creare, nel proprio ambiente.

Rudbekia in un giardino, una delle piante del 2023 per il National Garden Bureau. Albero da frutto di calamondino.
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L’albero: memoria del passato, perché il futuro sia migliore

Leggere il libro Natura aere perennius, recente opera di Vincenzo Cazzato, dedicata ai “viali delle rimembranze”, mi ha fatto pensare a quante testimonianze di storia e di racconti leggendari gli alberi, e i giardini, ci possano proporre ancora oggi. L’autore, già Sovraintendente e ora Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI), ha pubblicato il libro in collaborazione con l’Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione. L’obiettivo, a mio modo di vedere, è molto ambizioso, dal momento che la ricerca potrebbe, in un futuro non lontano, portare a censire un patrimonio arboreo di straordinario valore storico, culturale e sociale –quello dei viali delle rimembranze – ad oggi poco o per nulla sentito. Una ricchezza, in troppi casi, abbandonata e in fase di decadenza. Pochi forse sanno infatti che in tutta Italia sono presenti parchi, giardini e viali alberati a memoria della Grande Guerra. A Trieste c’è il parco delle Rimembranze sul Colle di San Giusto, a Roma il parco di Villa Glori, a Cagli (Pesaro-Urbino) il

viale delle Rimembranze, con tempietto dedicato ai caduti. E sono solo alcuni dei molti esempi che si potrebbero citare. Era il 1922 quando Dario Lupi, l’allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione, invitava le amministrazioni locali a ricordare i caduti della Grande Guerra proprio piantando un albero. Ed è proprio l’essenza dell’editto ministeriale che fa riflettere, perché pone il ricordo e la memoria di una tragedia per la perdita di numerose vite umane, nei principi di solidità e di sostenibilità dell’albero. Un albero che, se sopravvive, superando le condizioni climatiche e le altre avversità, può rappresentare uno stimolo ad essere difeso e tutelato per tutto quello che vale, che resta e che si rigenera.

Lo confermano i 170 alberi definiti “Hibaku Jumoku”, alberi sopravvissuti, che per volontà dell’architetto Kenzo Tange sono conservati e valorizzati nel Peace Memorial Parc di Hiroshima, perché sopravvissuti alla bomba atomica. Anche per noi sarebbe educativo dedicare maggiori risorse economiche per la cura di questo importante patrimonio arboreo, come dono da consegnare alle prossime generazioni del nostro Paese, che con la storia ha costruito le proprie origini.

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