Feltrino News n. 8/2022 Agosto

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Non solo animali di Monica Argenta

Il cavallo: simbolo di libertà, forza e nobiltà, ma anche di maltrattamento, spesso spettacolarizzato

L

a forza dei simboli sta anche nella loro ambivalenza e il caso del cavallo ne è una prova evidente. Questo animale così grande ma anche elegante e maestoso suscita in tutti noi l'idea di libertà, forza e nobiltà. Ritratto già dai tempi preistorici sulle pareti delle grotte oltre 30 mila anni fa, il cavallo è una figura centrale nei miti e nelle fiabe non solo indoeuropee e la sua domesticazione risale probabilmente all'epoca dell' invenzione della ruota. Per esser più precisi, furono probabilmente gli Ittiti che con le loro ruote con i raggi capirono per primi la grande potenzialità del cavallo. Attaccati ai loro carri, gli eserciti mesopotamici divennero velocissimi e potenti. Usati in guerra o nei cruenti spettacoli al Circo Massimo come all' ippodromo di Bisanzio, i cavalli poi durante il Medioevo divennero veri e propri status symbol, donando un aurea di nobiltà a chiunque li cavalcasse e al loro mondo. Dame e cavalieri, ancora oggi, non si incontrano (e fanno sognare le masse) semplicemente partecipando ad una partita a polo o alle corse di Ascot? C'è da chiedersi però se dietro a quest'aurea di aristocrazia e nobiltà non vi

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sia un'ombra altrettanto forte che parla di maltrattamento, sfruttamento e quanto ci può essere di peggio nel rapporto uomo-animale. La sfortuna del cavallo sta proprio nella sua etologia ovvero essere un animale altamente sociale e “programmato” per seguire un capobranco. Peccato però che pochissimi cavalli abbiano ancora la fortuna di avere come capobranco uno stallone libero delle praterie ma nella maggior parte dei casi si ritrovano a dover seguire le volontà di un umano. Intendiamoci, non tutti i “cavalieri” maltrattano o rendono la vita difficile al proprio cavallo, ci mancherebbe. Tuttavia, ancora oggi in un mondo dove la fatica e la miseria sono state alleviate dai motori, il cavallo è ancora una specie ad elevato sfruttamento, sotto gli occhi di tutti noi. E' cronaca quotidiana, specialmente in questi mesi di calura estiva, la morte per sfinimento di qualche esemplare destinato al traino delle carrozze per i turisti delle principali città d'arte. A poco servono le ordinanze dei sindaci che, sempre dopo che è successa la tragedia, limitano gli orari delle così dette “botticelle”. Mi chiedo però come un turista, che si vanta di visitare un luogo per le sue bellezze artistiche possa poi avere così poca sensibilità e si faccia scorrazzare da un povero essere, spesso vecchio e stanco, sotto al sole ...cocente. Chi lo fa per far divertire

i propri bambini, sappia che sta invece impartendo una lezione di massima inciviltà nei confronti di un animale. Sotto gli occhi di tutti, ci sono poi situazioni di degrado civile “collettivo”, camuffate da “rivisitazioni storiche” : i palii. Il più famoso, quello di Siena, si è appena concluso a luglio, per fortuna senza grandi infortuni quest'anno ma con denunce da parte di più Associazioni animaliste: Zio Frac, il cavallo vincitore ha ricevuto 18 frustate negli ultimi 15 secondi della gara. Anche lo stesso sindaco della città Luigi De Mossi ha dovuto pubblicamente dichiarare su FaceBook: “Credo che sia necessaria una profonda e attenta riflessione sul Palio che si è appena concluso. Ce la domandano le Contrade, i cittadini, i tanti soggetti che sono parte di questa nostra festa di popolo”. Ma si sa, dove ci son grossi gli interessi economici è difficile fare giustizia. I cavalli nelle corse ippiche ne sanno qualcosa, purtroppo. Quotidianamente vengono abusati, all'età di 2 o 3 anni, ovvero quando ancora non maturi psico-fisicamente, vengono spronati con fruste, bastoni chiodati, jiggers elettrici, frena-lingue, speroni e tanti altri veri strumenti di tortura. Vengono doppati con mix micidiali per esser competitivi, legalmente classificati non come atleti ma “prodotti”, sono vittime di continui infortuni che ben presto li rendono “scarti”. Siamo lontani dal glamour dei vari rotocalchi che ci mostrano solo la facciata nobile del mondo equestre, ci ammalia con esemplari di rara bellezza accompagnati da eleganti dame e cavalieri. Cavallo come simbolo di forza, libertà e nobiltà sì certo, solo se però tutti noi ci mettessimo una mano sulla coscienza e smettessimo di partecipare al suo inutile e crudele “spettacolare maltrattamento” in tutte le sue forme.


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