Il personaggio di Chiara Paoli
CARLO SCANTAMBURLO
C
arlo Scantamburlo, è un’artista autodidatta, originario di Roncegno Terme, classe 1951, che si dedica principalmente alla scultura lignea, ma non disdegna altre tecniche artistiche quali il disegno a china e la pittura ad acquerello. Carlo è un grande osservatore che ama scolpire e riprodurre ciò che vede in natura e non solo. Il suo studio a Roncegno, dove sono custodite le sue opere è visitabile su appuntamento e sarà lieto di raccontarvi sensazioni e vibrazioni che lo guidano nel modellare il legno, la ricchezza dei nostri boschi. Da dove nasce la tua passione per la scultura? Parte da una passione personale, ogni persona ha un talento proprio, io ho sempre passato il mio tempo tra i pezzetti del legno, per me questa materia è come una carne che mi permette di esprimermi, dandomi la possibilità di interpretare la forma del legno. Avendo anche lavorato diverse tipologie di legno, più di cento, mi rendo conto che per ogni essenza ci vorrebbe una forma differente, c’è un legno adeguato per ogni soggetto. Quali sono i tuoi soggetti? Per il Parco di Paneveggio, ho realizzato una xiloteca delle piante trentine, si tratta di 100 libri in legno per cui sono state utilizzate essenze diverse. Ho iniziato a realizzare serie pensate per le mostre negli anni ’90, come quella degli insetti che è costituita di 16 pezzi e che si intitola “L’isola che non c’è”, perché si tratta di insetti che non si trovano mai tutti insieme o quella delle foglie intitolata “Foglie di carne”, 106 pezzi scolpiti tutti nel legno d’acero. Vi è poi una
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Carlo Scantamburlo (foto di Lucio Linguanotto)
serie dedicata alle emozioni intitolata “Fior di pelle”, è composta di 18 pezzi, che si differenziano per genere ed età ed esprimono sensazioni e stati d’animo. “Tavole del corpo umano”, prevede invece di associare parti del corpo umano a delle essenze, il naso ad esempio è stato realizzato con il legno di cirmolo per la sua profumazione, mentre l’occhio è fatto con essenza di noce, legno nobile e che fa soggezione, perché non ha luci e non ha ombre, il seno è invece di acero, che è considerato la pianta madre e che con il suo colore bianco, fa pensare al latte materno. Come lavori? Prima di tutto disegno, faccio schizzi, individuo le difficoltà sulla carta prima di affrontarle sul legno, di modo da essere sicuro su come affrontare al meglio il lavoro d’intaglio. Per la scultura privilegio il legno di tasso che è tossico, ma che quando viene lavorato sembra carne, mentre per gli animali uso l’acero, perché con questa essenza si riesce a rendere il
pelo e la morbidezza dell’animale. Il corniolo è invece perfetto per realizzare calle e rendere la lucentezza dei fiori. Su cosa stai lavorando ora? Ora sto lavorando ad una collezione di 200 pezzi, con tema centrale la farfalla, ognuna sarà realizzata con un tipo diverso di legno; saranno perciò 200 essenze che rispecchieranno svariati stili artistici da quelli più antichi, ai più moderni come il futurismo. “L’anima del legno” è un’altra collezione che prevede di utilizzare una parte del legno che non si rompe, che rimane intatta nonostante Vaia e le intemperie, queste “anime” del legno vengono trasformate in molteplici piume. Realizzi anche dipinti? Quando devo rilassarmi, distendermi faccio anche acquerelli, disegni e opere con china ma non uso molti colori. Per me il colore è molto difficile, deve essere ragionato, studiato e quindi anche con l’acquerello realizzo