Attualità di Cesare Scotoni *
Elezioni comunali 2020
Un’occasione per uscire dal prima Alla condanna a reiterare che è propria di una Politica incapace di rinnovare i propri schemi già sconfitti e gli uomini destinati ad interpretarla, sembra fare da riflesso l’impossibilità di una Comunità di accettare l’idea di un Dopo diverso da un Prima.
N
el nostro Paese è prassi vivere nella Certezza di un Prima rieditato nel Dopo. Si ricorda una prosperità preunitaria pur smentita dai Dati e dalla Storia, come si rimpiange uno stare meglio quando si stava peggio. Si arriva perfino a giustificare la corruttela endemica che ha caratterizzato la nascita stessa dell’Unità d’Italia ed una Storia di scandali che hanno accompagnato il Paese fino l’esplodere del debito pubblico nei micidiali anni ’80. Tutto si fa nel nome di “Valori” la cui elasticità è l’Ammortizzatore dei contrasti di un Paese che NON ha ancora saputo approdare a quell’Unità Nazionale che non può fondarsi che su Equità ed Eguali Opportunità. Il senno di poi ed il bisogno di “adattare” il raccontare dei Fatti ad un interminabile Contesto Postbellico, in qualche modo immobile fino alla rottura del giugno 1992, però non bastano più in un Eterno Presente che si dilata ormai da un quarto di secolo. Dal 2011 l’Europa è cambiata, molto, le cosiddette due velocità sono nei fatti ed il Nostro Paese è in sosta sul binario lento. Se il Regno Unito, di
fronte alle pretese egemoniche di una Germania riunita, ha scelto la Fedeltà Atlantica nel mentre che il nostro Paese, “L’Arlecchino servo di due padroni” su cui si è costruita un’intera classe politica che da quel Prima non si sa uscire, prende legnate da tutti nell’attesa di capire a chi darà ragione la Storia. Che fare? Continuare a fingere che le rappresentazioni più consolidate, pur fallimentari, siano certezze? La ricerca di “figurine” dall’Albo di quella Politica che accompagnò il naufragio della Prima Repubblica è un Sintomo di quell’Incapacità della Politica di evolvere o il Segnale della Nostalgia per un Sistema condannato dalla Storia? L’incessante turbinio di marionette che si succedono nelle stesse mani in quel teatrino che ci viene offerto da troppo tempo con delle storie di cui tutti conoscono la trama non ha risposto e non risponde certo all’esigenza di un “cambio di paradigma” che deve basarsi innanzi tutto su una semantica diversa, che sappia offrire schemi nuovi. Una Comunità si costruisce “convergendo” nelle risposte a dei bisogni condivisi e non fingendo che alcuni bisogni abbiano diritto di cittadinanza ed altri non abbiano la dignità per meritare una discussione costruttiva. Non è negando l’evidenza di una relazione tra spaccio di droga, propensione a delinquere e rifiuto delle regole di ingresso e residenza nel nostro Paese che si affrontano quei problemi che affliggono oggi parti di ogni media e grande città o
neppure fingendo che il decoro urbano non rientri tra gli elementi che fanno la qualità della vita in ogni contesto che si fa il bene della Città. L’Urbanistica o interpreta concretamente un’idea di Futuro o è un mero esercizio accademico e merce di scambio in commerci meno nobili. Per troppo tempo l’esigenza di dire cose belle ha piegato gli eletti da cui ci saremmo attesi cose buone, a dinamiche diverse e slegate dalla concreta, ma non facile banalità dell’offrire alla cittadinanza scelte comprensibili e trasparenti. Una città è certo un sommarsi di interessi, ma sono le logiche che presidiano il soddisfarne alcuni ed il rigettarne altri che debbono essere l’oggetto del Dibattito Politico. Il geometra del Comune si occuperà sempre della larghezza del marciapiede o dell’illuminazione della strada, ma a decidere che la strada, il marciapiede e l’illuminazione debbono precedere e non seguire la nascita di un quartiere è un Dovere della Politica. Il saper progettare la Modernità anziché subirla ed il voler decidere dei contenuti qualitativi impliciti in ogni scelta è la scommessa che tutti dobbiamo ai nostri figli. Una Politica che gioisce dell’ordinaria Amministrazione rinuncia al proprio ruolo di immaginare gli Spazi di un’Evoluzione Sociale per la Comunità che la esprime ed i risultati sono ovunque e sotto gli occhi di tutti. * L’ingegner Cesare Scotoni è Consigliere di Amministrazione della Patrimonio Trentino spa
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