Attualità di Nicola Maschio
Orsi e cittadini trentini.
Una convivenza difficile, ma non impossibile Certo, nel tempo i consigli e le buone pratiche da adottare, nel momento in cui ci si trovi faccia a faccia con un esemplare, hanno permesso a escursionisti e amanti della natura di continuare a svolgere le loro attività in sicurezza. Tuttavia, il grido d’allarme è giunto soprattutto dagli allevatori che, tra orsi e lupi, non dormono sicuramente sonni tranquilli pensando ai rischi che quotidianamente corrono i loro animali. Se dovessimo parlare di orsi “famosi”, i nomi principali sono due: M49 e JJ4.
M
49, soprannominato Papillon dopo la sua prima fuga dal Parco del Casteller, ha già dato prova più volte della propria abilità evasiva. La sua storia infatti è alquanto particolare: comincia lo scorso luglio 2019, con l’ordinanza del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ne prevede la cattura; operazione che va a buon fine il 14 luglio, quando M49 viene catturato con una trappola a tubo ma, incredibilmente, in poco meno di un’ora fugge dal recinto elettrificato del Centro faunistico Casteller (scavalcando un muro di 4 metri!). La fuga prosegue senza sosta nel mese successivo, quando M49 entra anche in contatto con alcuni turisti, rendendo necessario l’intervento del Corpo Forestale. Passano i mesi e l’orso non si trova: o meglio, i movimenti vengono seguiti eppure, con il passare del tempo, risulta sempre più difficile catturarlo una seconda volta. Il vero problema, evidenziano le Autorità, è che l’esemplare in questione non è di quelli pacifici e tranquilli, ma tende ad essere un vero e proprio predatore creando non pochi allarmismi agli allevatori delle diverse zone in cui ne viene segnalata la presenza. Tuttavia, dopo una fuga di circa nove mesi, Papillon viene catturato nuovamente il 30 aprile 2020, ancora una volta grazie ad una
trappola a tubo. Passano i giorni e le settimane, ma sembra che finalmente M49 abbia deciso di adattarsi al Parco del Casteller, subendo tra l’altro una castrazione chimica al fine di evitare avvicinamenti all’orsa DJ4, sua “compagna di stanza”. Ma poi, il 27 luglio, un altro colpo di scena: M49, dopo aver scavalcato nuovamente le recinzioni elettrificate, riesce a rompere la rete in ferro e a scappare verso la libertà (questa volta però munito di radiocollare). Ancora uno colpo di scena il 22 agosto: M49 si libera anche del collare e le sue ricerche proseguono solo su avvistamenti. Le giornate successive sono molto frenetiche, con gli uomini della Forestale impegnati nel tracciare i movimenti dell’orso che, per qualche giorno, si stanzia nei pressi della Marzola. Nel frattempo si rincorrono ancora oggi le teorie sul fatto che qualcuno possa aver agevolato la fuga del plantigrado, oppure che effettivamente la voglia di libertà abbia prevalso una seconda volta. La storia di JJ4 è un po’ diversa, seppure altrettanto ricca di aneddoti: comincia tutto lo scorso 22 giugno, quando l’esemplare (forse per difendere i
propri cuccioli) aggredisce un padre e suo figlio nei boschi di Trento. In un primo momento l’ordine è quello di abbatterla, ma successivamente il Tar di Trento, impugnata l’ordinanza del Presidente Fugatti che ne prevedeva appunto la soppressione, impone un dietrofront. Infine, nella giornata del 30 luglio, la stessa JJ4 viene catturata e rilasciata dal Corpo Forestale dopo un rapido controllo. Insomma, la convivenza tra orsi e cittadini nel nostro territorio è possibile? Probabilmente sì, ma con le dovute accortezze. Il rispetto di poche e semplici regole, come ad esempio seguire i percorsi tracciati in montagna, possono permetterci di vivere serenamente una passeggiata nella natura. Ricordandoci sempre però che, addentrandoci in questa stessa natura, diamo inizio ad una convivenza con coloro i quali la abitano da sempre.
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