Uomo e natura di Nicola Maschio
Insetti amici se rispettati A contatto con la natura, ma con la massima attenzione. Soprattutto durante passeggiate nei boschi, escursioni in montagna o giornate in compagnia tra i parchi del Trentino. Api, vespe e calabroni possono rappresentare un pericolo ben più grande della loro piccola dimensione, che spesso può portarci a pensare che una puntura crei poco più di un leggero fastidio.
S
ebbene infatti il numero di decessi legato a shock anafilattici sia veramente molto basso in tutto il nostro Paese, le punture di vespe o calabroni possono ugualmente rivelarsi molto dolorose. «Da quasi vent’anni in Italia la media di persone decedute a causa di punture di vespe non supera le quattro unità – ha spiegato Paolo Fontana, entomologo e apidologo, nonché ricercatore presso il Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach di Trento. – Questo però non ci deve far abbassare la guardia, soprattutto negli spazi aperti. Le api sono impollinatori, fondamentali per l’agricoltura e l’ecosistema in cui si stabiliscono, ma vespe e calabroni sono predatori di altri insetti e possono essere più aggressivi. In più, attualmente sono favoriti dall’innalzamento delle temperature e dal forte utilizzo di pesticidi». Al fine di evitare spiacevoli situazioni, occorre dunque fare un riepilogo di quelle che sono le buone pratiche per evitare di incappare in dolorose punture: guardarsi sempre attorno quando si camminaa in spazi aperti, ricordandosi di prestare anche la massima attenzione quando si spostano oggetti come cataste di legno o simili, perché le bestiole potrebbero posarsi su di esse. Ancora, indossare guanti robusti e da lavoro, evitare di attraversare boschi o prati in infradito ma scegliere invece sempre scarpe protettive e adeguate al contesto in cui ci si trova. Questo perché le vespe di terra, percependo in modo più acuto le vibrazioni pro-
dotte dai nostri passi, potrebbero essere maggiormente inclini ad attaccare se disturbate eccessivamente. Infine, nel caso in cui una puntura dovesse produrre un eccessivo prurito o dolore, oppure gonfiarsi in modo innaturale, vanno svolte quanto prima le dovute analisi, per scongiurare eventuali allergie. «La situazione in Trentino e in Italia è sotto controllo – ha concluso Fontana. - Nella nostra realtà ci sono circa 15 mila apicoltori che quotidianamente sono esposti a situazioni di potenziale pericolo, ma come detto i numeri sono veramente molto bassi e, per quanto coloro che vengono a mancare per queste situazioni lascino un vuoto enorme nella loro famiglia, dobbiamo ricordarci che i casi sono davvero molto rari. A contatto con la natura siamo noi ad essere a casa loro, dunque occorre sempre prestare la massima attenzione». Un occhio di riguardo va infine rivolto
alla vespa asiatica, che in Toscana, Liguria e Piemonte sta causando più qualche problema agli agricoltori, ma che fortunatamente in Trentino non è ancora riuscita ad insediarsi. Un plauso in questo senso i ricercatori e gli esperti lo fanno alla cittadinanza, sempre molto attenta nel monitorare situazioni sospette: tante infatti le foto che, per esempio, arrivano con regolarità alla fondazione Mach, la quale le prende in consegna, le esamina e, fino ad ora, ha sempre scartato l’ipotesi che si trattasse di una vespa diversa da quelle autoctone. Meglio comunque avere una foto in più che una in meno, ha chiarito il dottor Fontana, così da essere sempre sicuri. Nessun impatto sulle vespe nostrane ha invece avuto il rilascio della vespa samurai, antagonista della cimice asiatica, che al momento convive con la sua simile nel nostro territorio senza alcun problema.
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