Ieri e oggi di Elisa Corni
Pesca: una mostra (virtuale) sul lago di Caldonazzo
I
piani n≤on erano decisamente questi, ma saper fare di necessità virtù è un’arte. Questa storia comincia più di due anni fa quando il pescatore dilettante di Caldonazzo Adriano Bortolini e l’avvocato di Pergine Roberto d’Amato si incontrano con Nirvana Martinelli, autrice tra le altre cose nel 2008 di una ricca ricerca storica e di un bel volume sul lago di Caldonazzo tra diritti di pesca e fotografie originali. Oggetto dell’incontro: unire le ricerche storiche della volontaria dell’Associazione Culturale Forte delle Benne con quella di immagini, antiche e recenti, attorno al tema della pesca dall’inizio del Novecento in poi. I materiali raccolti erano davvero tanti, tra cartoline e immagini storiche pescate negli archivi privati di collezionisti appassionati, fotografie scattate oggi per raccontare indelebili tradizioni del passato e materiali d’archivio in grado di delineare la situazione storico-economica e quella giurisdizionale. Così tanto materiale che la prima
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ipotesi per tradurre tutto ciò in un prodotto per il pubblico è stata quella di creare una mostra diffusa in tutti i comuni rivieraschi: numerose e diverse esposizioni in luoghi pubblici, all’aperto, in sale comunali per invitare i visitatori a esplorarne e scoprirne altre. La proposta è piaciuta soprattutto al Comune di Pergine Valsugana, che ha aderito immediatamente all’iniziativa in vista di una mostra che toccasse diversi punti del proprio territorio. Purtroppo il Covid-19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite, e il DPCM dell’8 marzo scorso ha fatto sì che fossero sospese tutte le attività culturali. Con la fine dell’emergenza e il lento ritorno alla normalità, però, è stato chiaro che la mostra non poteva avere luogo in spazi chiusi come da programma. E così gli autori si sono trovati a un bivio: annullare la manifestazione o cercare una soluzione alternativa e creativa. La prima opzione era sicuramente la più semplice: si trattava di rimandare il tutto a un momento
meno funesto. Ma ciò non avrebbe permesso di rendere omaggio a molti che hanno reso possibile tutto ciò: alle famiglie di pescatori che vivevano grazie alle reti e alla bava; ai collezionisti che avevano messo a disposizione il loro materiale; a chi aveva vissuto momenti importanti di formazione e di crescita grazie a ciò. Ma anche, e soprattutto, al grande lavoro di ricerca degli autori. E così la creatività ha avuto la meglio, e la tecnologia digitale è venuta incontro alle necessità di chi voleva raccontare una storia. La mostra è riuscita a trovare una location: si tratta di un luogo accessibile a tutti, grande, dove diversi linguaggi possono trovare la corretta collocazione. Quella sulla pesca sarà la prima mostra virtuale della Valsugana. I pannelli che la compongono, infatti, troveranno presto posto nelle pagine del sito www. fortedellebenne.it e potranno essere esplorati liberamente da tutti. Anche da chi lo vorrà fare dalle rive del lago, per le quali la mostra era inizialmente pensata. Saranno infatti posizionati una serie di QR code, simili ai codici a barre, leggibili attraverso smartphone o tablet. Inquadrando questi disegni in bianco e nero, si sarà reindirizzati direttamente alla mostra. Oltre alla mostra virtuale è stato realizzato un catalogo cartaceo per la collana “Quaderni del Forte” nel quale trovano collocazione molti dei materiali della mostra accompagnati dall’interessante ricerca storica. Si tratta di un ulteriore tassello per la narrazione della nostra storia di comunità, una comunità che fino a qualche tempo fa la pesca la praticava e spesso ci viveva.