Conosciamo il territorio di Chiara Paoli
La Madonna nera di Strigno La cappella della Beata Maria Vergine di Loreto, nota anche come chiesa di Santa Maria di Loreto venne costruita nel borgo di Strigno intorno alla metà del XVII secolo. Un primo documento legato a questo luogo mariano è datato 1632, si tratta di una supplica diretta a Giovanni Paolo Savio, vescovo di Feltre e recante la firma di Giuseppe Bertagnoni, proprietario del fondo che chiede di poter dare avvio ai lavori per un tempio dedicato alla Madonna Nera.
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na volta procurata l’autorizzazione, i lavori hanno inizio, con il consueto orientamento della facciata ad est e come modello di riferimento per la costruzione, quello della Santa Casa che si colloca all’interno della balisica di Loreto. I lavori vengono seguiti dal parroco di Strigno, don Gaspare di Castelrotto, membro di una nobile famiglia valsuganotta, come ricorda il Bertondelli nel suo “Ristretto della Valsugana”. In questo testo si fa riferimento alla grande devozione del Castelrotto per la Vergine e si legge che esso “prese assonto con semplicissime elemosine di far fabricare in quella sua Parochia la Capella Lauretana à tutta similitudine alla vera ove il Verbo Divino s’incarnò; perfettionata che l’ebbe a 7 di maggio dell’anno 1645 con grandi apparati & Strigno Chiesa della Madonna di Loreto
con processione solenissima in quella collocò la Sacra Imagine Lauretana.” Nel 1645 risultano quindi portati a termine i lavori in muratura e la statua della Madonna Nera, particolarmente venerata dopo il Concilio Tridentino, viene collocata sull’altare maggiore. Continuano per altri due anni i lavori all’interno della chiesa, per completare la decorazione ad affresco delle pareti, opera attribuita alla bottega dei Fiorentini già da Nicolò Rasmo nel 1983 e secondo Vittorio Fabris, si tratterebbe più precisamente delle mani di Giacomo e Francesco, figli di Lorenzo senior. Molto probabilmente lo stesso parroco, don Gaspare di Castelrotto aveva visitato il santuario Mariano di Loreto e aveva voluto che la Santa Casa fosse riprodotta fin nei minimi particolari, offrendoci quella che ancora oggi appare come una esemplare riproduzione. Il luogo di culto si erge poco distante dal centro abitato e si trova in posizione elevata sulla destra del torrente Chieppena. Dal 1786, come le altre chiese della Valsugana cambia giurisdizione ecclesiastica, lasciando Feltre per entrare a far parte della diocesi di Trento. Nel 1828 iniziano i lavori per il cimitero che ancora oggi circonda la chiesetta e che viene consacrato con una solenne messa nel 1840. L’alluvione del novembre 1966 induce gli abitanti a spostare la statua, ritenuta miracolosa, per collocarla all’interno della chiesa parrocchiale intitolata alla Vergine Immacolata, affinché potesse
proteggere la popolazione in questo difficile momento. La piena del vicino torrente Chieppena provoca però purtroppo ingenti danni, causando la distruzione di parte del Campo Santo, il crollo di alcune case e di conseguenza la morte di tre persone. Nel decennio successivo si susseguono gli interventi di restauro conservativo e viene disposta una nuova pavimentazione. Curiosa caratteristica di questa chiesetta è che la facciata principale è finestrata, ma non è presente alcun ingresso, gli accessi si collocano invece sui prospetti pareti laterali. Sulle pareti esterne sono murate alcune lastre tombali, tra cui quelle dei sacerdoti di Strigno Mons. Antonio Coradello, Mons. Pasquale Bortolini e il Decano don Remo Pioner. Statua Madonna Nera
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