Lo Sparviere, pescaturismo da vivere e per vivere il mare di Massimiliano Rella
Il pescaturismo come attività per integrare il reddito del mare. La storia riguarda una coppia di Porto Cesareo, marito e moglie, pescatori di professione e da qualche anno operatori “turistici” con lo Sparviere, un peschereccio per la piccola pesca artigianale riconvertito in estate per ospitare a bordo gruppi di persone interessate a fare un’esperienza diversa dal solito, fianco a fianco con un professionista. È la storia di GIOVANNI COLELLI, 53 anni, famiglia di pescatori da almeno tre generazioni che a un certo punto decide di “diversificare” dalla tradizione dei nonni e dei genitori per sviluppare una nuova attività, che oggi gestisce con la moglie BARBARA. L’idea nasce per caso dopo la continua richiesta di amici di poter assistere alla pesca in mare con le reti. «All’epoca era un’attività non
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autorizzata, quindi impossibile da realizzare — ci spiega Colelli — però quando fu approvata la nuova legge sul pescaturismo, finalizzata a ridurre lo sforzo e il prelievo nel Mediterraneo, ho pensato che poteva diventare un modo intelligente per integrare il reddito. Così, nel 2005, ho ottenuto l’autorizzazione». Gli adempimenti necessari sono: avere la licenza di pesca, fare richiesta alla Capitaneria di porto del collaudo del Registro Navale Italiano (l’ente certificatore per l’adeguatezza dell’imbarcazione e del numero di persone consentito a bordo); ovviamente le condizioni ottimali del mare e avere una barca… Dopo aver cominciato l’attività professionale con reti e palangaro, anche di notte, Colelli vide che non c’era sufficiente richiesta e che per lo più proveniva da uomini adulti.
Così per incoraggiare le famiglie decise di creare la formula dello “Sparviere – Pescaturismo per vivere il mare”, diversificando per adattare le attività ad orari più comodi e lenti, con soste bagno, pesca alla canna, pesca sportiva con attrezzi più adatti, canne e lenza a mano; il tutto a 1/1,5 miglia dalla costa, dove viene ancorato lo Sparviere durante le battute di pescaturismo. I partecipanti possono anche portarsi via il pescato e certamente mangiarlo a bordo, cotto dalla moglie di Colelli su un cucinotto a gas. Il menu di bordo prevede aperitivo con conserve di pesce autoprodotte, sarde macinate, tonno sottolio, patè di murena, seppia in crostino, frittura del pescato dei turisti, in gran parte pesce povero come sgombro, vopa, S. Andrea, fragolini, saraghi, piccole cernie. Si finisce il pasto con
IL PESCE, 2/22