Grilli.qxp_Layout 1 04/07/22 11:55 Pagina 11
PREVENZIONE Maria Grilli
aBRCAdabra
Segretaria Generale aBRCAdabra ONLUS
“La prima Associazione nazionale nata per sostenere tutti i portatori di mutazioni dei geni BRCA e le loro famiglie” La prevenzione è in assoluto lo strumento più potente per far fronte alle malattie oncologiche che, se non vengono “intercettate” per tempo, diventano un concreto pericolo per la vita delle persone. In questo numero di Salutepertutti.it gli Esperti dell’Associazione aBRCAdabra affrontano questo aspetto riguardo al tumore ovarico.
O
gni anno in Italia vengono diagnosticati circa 5.200 nuovi casi di carcinoma ovarico. Solo una diagnosi tempestiva può migliorare le probabilità di sopravvivenza che, se il tumore ovarico viene diagnosticato in stadio iniziale, è del 75% - 95%. Il tumore ovarico è molto insidioso per due principali motivi: 1. Anzitutto è caratterizzato da sintomi aspecifici; 2. Non esistono attualmente strumenti di prevenzione, nè test di screening per la diagnosi precoce. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è bassa, pari al 39,5%, poiché la maggior parte di queste forme tumorali viene diagnosticata in fase avanzata.
Il cancro ovarico rappresenta circa il 30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile • Le forme epiteliali sono le più frequenti (60%) e colpiscono le donne sia in età riproduttiva, sia in età avanzata • I principali fattori di rischio delle forme epiteliali sono legati all’assetto ormonale e all’ovulazione
Cosa dice la Specialista
Ketta Lorusso Professore associato di Ginecologia e Ostetricia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. Responsabile UOS Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Gemelli IRCSS. Membro Comitato Tecnico Scientifico di aBRCAdabra.
“Alcune strategie terapeutiche sono in grado di aumentare la sopravvivenza globale delle nostre pazienti e non solo la sopravvivenza libera da progressione di malattia. Le due strategie sono una chirurgica e l’altra farmacologica. Lo studio internazionale DESKTOP-III ha dimostrato che la chirurgia della recidiva di tumore ovarico si traduce in un aumento della sopravvivenza: le pazienti operate vivono almeno 8 mesi più rispetto a quelle non operate e che ricevono la sola chemioterapia. Fondamentale, naturalmente, è che la recidiva del tumore sia asportata completamente presso un ottimo centro di riferimento, dove la donna possa trovare tutte le competenze e l’expertise per gestire la chirurgia della recidiva che spesso è ancora più complessa della chirurgia della prima linea. Un’altra indicazione che viene da questo studio è quella di potenziare il follow-up (controllo programmato) di queste pazienti, perché bisogna essere in grado di individuare la recidiva in fase iniziale, quando è ancora potenzialmente operabile. I risultati ottenuti in questo studio suggeriscono dunque di far sempre valutare al chirurgo la paziente con recidiva di tumore ovarico, prima di iniziare la chemioterapia”.
11
• Un aumento del rischio è stato registrato infatti in donne in post-menopausa trattate con terapia ormonale sostitutiva (estrogenica) per lungo tempo (più di 10 anni) • L’aver avuto gravidanze multiple, l’allattamento al seno e un prolungato impiego di contraccettivi orali riducono il rischio • In particolare, donne con pregresse gravidanze multiple presentano una riduzione del rischio di circa il 30% rispetto a donne che non hanno partorito • Circa il 10% - 20% dei tumori ovarici riconosce una base di predisposizione ereditaria
2022;5,2.