MOBILITA’: PASSI DOLOMITICI L'Adige | 2 Luglio 2020 p. 16 «Senza limitazioni al traffico "marchio" Unesco a rischio» La sollecitazione del presidente di turno della Fondazione Dolomiti Unesco e assessore al turismo della Provincia, Mario Tonina, che rilancia la necessità di imporre dei limiti al traffico sui passi dolomitici, non può che trovare d'accordo Annibale Salsa. Antropologo, presidente dell'Accademia della Montagna, Salsa è anche membro del comitato scientifico della Fondazione. «È una questione che si trascina da tempo con un palleggio di proposte, spesso non condivise da regioni e province interessate. Non c'è dubbio - sostiene - che qualche tipo di limitazione va introdotta perché c'è un sovraccarico di traffico, soprattutto motociclistico, che fa perdere il piacere del godimento del paesaggio dolomitico». In che modo bisogna intervenire? In maniera equilibrata. Bisogna pensare in un'ottica di trasporto integrato. Ho sentito ad esempio che si pensa di puntare di più sulle funivie e questa può essere una buona idea, una valida alternativa rispetto al mezzo motorizzato. Certo un patrimonio come quello delle Dolomiti va tutelato, ma va fatto in maniera intelligente e attiva, non solo vincolistica. Si pensi a mezzi elettrici, a navette. Il problema è poi sempre quello di convincere gli operatori turistici ed economici dei luoghi attraversati. Certo, come in tutte le cose bisogna arrivare a un compromesso, non c'è un vincitore assoluto. Iniziative come queste devono essere frutto di un incontro basato sul buonsenso, perché alla fine salvaguardare il patrimonio è comunque interesse di tutti. Chiaro che limitare i passaggi è una potenziale perdita economica, ma compensata da una maggiore attrattività nel tempo. Lo status di "patrimonio universale" è legato all'interesse generale che supera gli interessi particolari. Bisogna trovare una soluzione che non sia penalizzante per nessuno ma che valorizzi il paesaggio dolomitico. Ci sono modelli da imitare? Io dico che il modello svizzero è insuperabile. Lì c'è un sistema integrato di trasporto, con i trenini, le cremagliere, gli autopostali che sono fondamentali. Cioè? In Svizzera il trasporto pubblico è gestito dall'amministrazione federale delle poste. Un sistema cadenzato organizzato in maniera tale che si può fare anche a meno dell'automobile. Le politiche dei trasporti della Confederazione sono orientate in modo che l'auto privata non sia più indispensabile. Io ho girato in lungo e in largo senza avere mai problemi. Anche grazie alle funivie che non sono solo un mezzo turistico come da noi ma sono considerate una parte del sistema integrato del trasporto locale. Certo che non è facile importare un sistema del genere. Ma il modello è quello. Mai superato da nessuno. In Svizzera ci sono dei siti Unesco come il ghiacciaio dell'Aletsch o il sistema dell'Oberland Bernese che hanno lo stesso tipo di tutela delle Dolomiti. Lì l'impatto da traffico è quasi nullo. E comunque la provincia di Bolzano sta esattamente andando in quella direzione lì. C'è secondo lei il rischio che l'Unesco metta in forse il riconoscimento di patrimonio dell'umanità delle Dolomiti? Il rischio c'è. Alcuni siti sono vacillanti. La stessa Venezia vacilla. Il rischio che una visita ispettiva colga questi aspetti problematici non è da escludere. F.G. Alto Adige | 1 Luglio 2020 p. 38 Passi e caos auto Le Dolomiti cercano regole daniela mimmi passi dolomitici L'estate è iniziata. E la stagione turistica pure. Con grande gioia dei più, qualche rammarico da parte di alcuni. Durante il drammatico lockdown conseguente all'emergenza coronavirus, la natura ha respirato, gli animali hanno ripreso possesso dei loro luoghi e chi poteva si è goduto la natura incontaminata. Domenica il sogno-incubo è finito di colpo. Le strade hanno ricominciato a riempirsi di automobili e i passi dolomitici sono stati presi d'assalto, come tante volte è accaduto in passato. Le targhe erano di macchine provenienti soprattutto dall'Italia (ma da dove? Traffico locale?), ma tante arrivavano anche da Germania, Austria, Svizzera. E a centinaia, forse migliaia, sono tornate sulle strade dolomitiche le moto. Del resto era prevedibile: dopo mesi di chiusura totale, tutti hanno voglia di aria fresca, libertà, natura. Tutte cose che le nostre montagne e valli offrono a piene mani. Anche se la giornata non era stupenda e le previsioni avevano indicato pioggia. Se questa è la situazione a fine giugno, come sarà a Ferragosto? Il dilemma è sempre lo stesso, da anni ormai: chiudere i passi? Limitare l'accesso? Aprire a fasce orarie? Concedere permessi speciali solo a chi ha problemi di mobilità? Fare pagare un ticket di accesso? Le opzioni sono tante e le opinioni pure. "Per noi è da sempre chiaro che
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