FORUM S3 EMILIA-ROMAGNA
2.1.5 Fabbisogni formativi e competenze
nella formazione accademica, anche una valenza di orientamento/testing dell’istruzione universitaria. Per quanto riguarda, invece, le tipologie corsuali che hanno dimostrato la loro efficacia nel tempo, si sottolinea l’utilità dei percorsi IFTS che si confermano come lo strumento d’elezione per costruire percorsi molto mirati alle esigenze delle imprese, snelli e di facile gestione. Interessante viene valutata anche la sperimentazione attuata a Piacenza del 6° anno per il conseguimento della specializzazione di Enotecnico dopo il diploma di istituto agrario. È una misura che permette di selezionare giovani realmente interessati a proseguire gli studi, alcuni dei quali decidono, al termine del percorso, di proseguire gli studi in ambito universitario.
Il sistema di istruzione e formazione regionale nel settore agroalimentare presenta un buon livello di integrazione fra gli attori della formazione terziaria e, in particolare, fra Università, Fondazioni ITS e Enti di formazione. Tale integrazione andrebbe, tuttavia, potenziata, a livello di sistema regionale, per superare alcune difficoltà che si riscontrano sia sul versante impresa sia su quello dei giovani che fruiscono delle diverse opportunità formative. Per quanto riguarda le imprese il problema principale è legato alla ridotta disponibilità delle stesse a proporsi come sede formativa per stage/tirocini, specie per percorsi ITS che hanno una durata obbligatoria di 800 ore. Un altro problema è legato alla scarsa targetizzazione, almeno in termini comunicativi verso l’esterno, dei percorsi di studio della formazione terziaria che rende difficile per l’impresa capire esattamente come si differenziano le competenze di chi ha svolto gli studi in ambito IFTS o ITS da quelle di chi ha conseguito una laurea o anche livelli superiori di istruzione universitaria. Infine, l’impossibilità di passare dal sistema di formazione terziaria non accademica a quello di istruzione accademica con un meccanismo di riconoscimento automatico dei crediti impedisce una distribuzione ottimale degli studenti lungo tutta la filiera formativa in quanto chi opta, ad esempio per un ITS, non potrà poi proseguire gli studi a livello universitario. Questa separazione fra sistemi, infatti, può spingere verso il percorso universitario persone che potrebbero, invece, scegliere percorsi più brevi se solo avessero la possibilità, anche solo teorica, di poter proseguire gli studi. Analizzando questa situazione sotto un altro profilo, quello della dispersione universitaria, una maggiore comunicazione fra i diversi ambiti di formazione terziaria permetterebbe di “ripescare” nel sistema della formazione regionale chi ha problemi di proseguimento degli studi universitari. In questo modo si migliorerebbe il supporto agli studenti che incontrano delle difficoltà nel percorso universitario, evitando che diventino drop out e, per la stessa ragione, le strutture formative ne guadagnerebbero in termini di marketing. Per affrontare questi nodi critici è necessario, in primo luogo, incrementare gli spazi di coprogettazione reale dell’offerta formativa creando, per ogni corso offerto dalla Rete Politecnica, gruppi di lavoro composti da docenti universitari, progettisti della formazione professionale e imprese fin dalle primissime fasi della progettazione. Si suggerisce, inoltre, di ripensare la relazione fra Rete Politecnica (in particolare per ciò che concerne l’ITS e l’IFTS) e sistema universitario anche facendosi portavoce come regione, a livello nazionale, di istanze innovative liberamente ispirate alle esperienze europee che presentano caratteristiche di potenziale interesse per il miglioramento dei dispositivi. Si fa riferimento, in particolare: • all’esperienza francese che prevede la possibilità di conseguire una laurea triennale (Licence Professionnelle) dopo aver conseguito un DUT (Diplôme Universitaire de Technologie) presso un Istitute Universitaire de Technologie o un BTS (Brevet de Technicien Supérieur), che si prepara presso un liceo, dopo il baccalauréat • all’esperienza del Regno Unito e dei Paesi Bassi del Foundation Year, un anno ponte, solitamente rivolto a studenti internazionali, per orientarsi nell’offerta formativa universitaria, acquisire competenze linguistiche o tecniche, consolidare la propria motivazione verso un determinato percorso di studi. Alcuni corsi della Rete Politecnica potrebbero avere, se integrati maggiormente
Figure professionali di riferimento Di seguito si riportano le considerazioni relative all’impatto dei cambiamenti attesi sul sistema delle professioni, in riferimento alle diverse Value Chain.
SOSFARM Al momento in Italia una parte molto piccola di superficie agricola utilizzabile (l’1%) viene impiegata per l’agricoltura di precisione. Le cooperative più grandi, che hanno già iniziato a parlarne con i soci per farsi promotori di una nuova visione collettiva, riferiscono le seguenti difficoltà che vengono considerate insormontabili dagli agricoltori: • la dimensione media degli appezzamenti (circa 7 ettari), che sarebbe troppo bassa e renderebbe troppo costosa l’adozione di queste tecnologie • le differenze chimiche dei terreni anche a breve distanza (eterogeneità colturale). Queste difficoltà alimentano lo stereotipo secondo cui l’agricoltura di precisione sarebbe adatta solo ai grandi appezzamenti tipici dei contesti americani. In realtà la ricerca industriale ha già dimostrato come l’agricoltura di precisione possa essere adattata anche ad appezzamenti di piccole e piccolissime dimensioni (fino a mezzo ettaro) e come sia possibile sfruttare in modo positivo la variabilità che l’azienda ha in casa propria. Questi elementi di scenario fanno ritenere utile la presenza di figure in grado di accompagnare il processo di revisione della gestione delle operazioni colturali e di adattamento delle macchine utili a raccogliere dati per intervenire, successivamente, in base alle informazioni acquisite. Una figura in grado di fornire assistenza nell’analisi dei costi che l’azienda dovrebbe sostenere, mettendola in relazione con i benefici ottenibili e il ritorno degli investimenti. Si sottolinea inoltre la necessità di formare figure professionali (tecnici) rivolte ad una maggiore e migliore interpretazione del dato, in modo da restituire al produttore una informazione più puntuale e di qualità. I tecnici devono avere conoscenze più approfondite di genetica e agricoltura di precisione per facilitare l’interpretazione dei dati a beneficio dei produttori agricoli. Questo consentirebbe una maggiore interazione tra ricerca e impresa, oltre ad una maggiore fruibilità a vantaggio dei produttori, sia in campo agricolo che zootecnico e di acquacoltura.
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