New Entry Magazine - Edizione di Bergamo del 09 Febbraio 2023

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Anno 29N°1 del 09/02/2022www.newentrymagazine.itredazione@newentrymagazine.itPer la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti IN BREVE.. pag. 3 Il rispetto pag.22 Miss New Entry 2023 pag.28 L’ho rivisto... pag.36 Ricordando S.Lucia pag.43 Il prezzo della vita pag.54 La suocera Sfoglia l’edizione digitale www.newentrymagazine.it www.newentrymagazine.it New Entry il Giornale della Gente newentrymagazinelombardia B E R G A M O ROSA BLU di Mauri Giorgia Abbigliamento e Intimo Donna e Uomo -50 SALDI AUTUNNO/INVERNO BONATE SOPRA (BG) - Via Broletto,11 Tel. 035040206 - Rosa Blu - @_rosablu_ anche TAGLIE FORTI

Cooperativa La Risorsa e MedicalFisio

INSIEME PER LA TUA SALUTE

Quando alla base di ogni azione c’è la volontà di fare il bene del paziente e renderlo al centro dell’attenzione, ecco che ogni sinergia che nasce non può che essere accolta positivamente. E’ il caso della Cooperativa La Risorsa, Direttore Sanitario Dottor Dragogna

Tullio con sede a Zogno e a San Pellegrino Terme e Medical Fisio, studio medico polifunzionale creato da Maffioletti Fabio (massofisioterapista) e Dott. Bernini. Entrambe le realtà rispondo ai bisogni relazionali, favorendo l’instaurarsi di un rapporto medico – paziente, fondato sull’ascolto e la fiducia.

I due centri mettono a disposizione una vasta gamma di servizi, le più moderne attrezzature per rispondere alle esigenze diagnostiche.

L’’obiettivo è quello di assicurare una terapia

personalizzata per ogni singolo paziente; è inoltre in grado di affiancare le aziende fornendo tutto il supporto necessario in materia di medicina del lavoro.

Naturalmente i tempi di attesa e di risposta sono brevi e certi come si addice a degli studi di alta qualità; la competenza e la cortesia degli operatori sono il nostro vanto e la vostra sicurezza. L’attenzione al comfort degli ambienti, accompagnata dall’efficienza del personale e dall’utilizzo di tecnologie di ultima generazione, sono gli strumenti attraverso i quali si persegue un unico obiettivo: la salute e il benessere del paziente.

Tra i numerosi servizi (che potrete leggere in fondo sulla copertina, ci sono anche l’assistenza domiciliare, assistenza in ospedale e servizi infermieristici.

02 SPECIALE VILLA D’ALMÈ (BG) Via A.Gotti n.12 Tel. 340 769 8207W info@mfmedicalfisio.it mfmedicalfisio.it Mfmedicalfisio - mfmedicalfisio ZOGNO (BG) - Via C. Battisti, 9 Tel. 0345 1822063
San Pellegrinto Terme (BG) Via Papa Giovanni XXIII,8 Poliambulatorio La Risorsa Cooperativa - larisorsacooperativa
larisorsa.bg@gmail.com www.cooperativalarisorsa.weebly.com

IL RISPETTO

Tre giorni prima di Natale, mentre stavo martellando un attrezzo agricolo nel tentativo di aggiustarlo, a mio genero (che è per l’appunto un agricoltore), è schizzata in un occhio una scheggia di ferro. Al momento non gli ha dato molta importanza, si è semplicemente risciacquato l’occhio, ma durante la notte il dolore si è fatto lancinante ed insopportabile, a nulla è servito il collirio cortisonico che mia figlia gli ha applicato e così di buon mattino sono partiti (mia figlia e suo marito), per l’Ospedale di Asola. Arrivati nei pressi del pronto soccorso, una vecchia automobile parcheggiata in mezzo alla strada ne impediva l’ingresso oltre che a bloccare il normale scorrere del traffico. Mia figlia è scesa dall’auto, si è avvicinata al finestrino del vecchio veicolo, alla guida c’era un signore molto anziano, probabilmente dopo aver accompagnato la moglie davanti all’Ospedale, forse per delle analisi, la stava aspettando in auto. Intanto la fila di macchine si stava allungando ed i clacson cominciavano a farsi sentire... dal veicolo che seguiva mia figlia, è sceso un omone sulla cinquantina, l’energumeno dopo essersi avvicinato all’auto dell’anziano ha dato tre o quattro manate contro il finestrino e poi ha iniziato ad urlare: “testa di cazzo, stronzo, togliti dai coglioni con quest’auto di merdaaa !!” - allorché mia figlia ha cercato di intervenire: “Senta signore, si può chiedere di spostarsi in modo educato, non c’è bisogno di urlare in quel modo !”. Avvicinandosi alla faccia di mia figlia, praticamente sbavando esclama: “Questi vecchi rincoglioniti devono starsene a casa, non rompere le balle a chi lavora !!”. Mia figlia, terrorizzata, non ha più aperto bocca, mio genero è sceso dall’auto ma non ha potuto intervenire, proprio non ci vedeva. L’anziano al volante ha acceso l’auto ma era talmente agitato che l’ha fatta subito spegnere. L’ha riaccesa, ha galoppato un po’ e si è rispenta finché finalmente

è riuscito a spostarsi; tutti sono risaliti in macchina e le auto hanno iniziato a defluire. Mia figlia è arrivata al pronto soccorso dove, dopo un intervento alquanto delicato, sono riusciti ad estrarre la scheggia dall’occhio di mio genero (un millimetro più in centro ed avrebbe perso la vista da un’occhio). Fortunatamente si sta riprendendo molto bene. Quando alla sera mia figlia mi ha raccontato i fatti sopra descritti ancora tremava, è rimasta talmente terrorizzata da quel bestione che faticava addirittura a parlare.

A pochi giorni dal Natale, sono episodi questi che assumono un’importanza negativa ancora più marcata; il rispetto degli altri e ancor più verso le persone anziane, non deve mai venire meno e rivolgendomi a quel bestione energumeno, gli vorrei dire che un domani seduto su quella vecchia utilitaria ci potrebbe essere lui, è meglio che questo non se lo scordi MAI.

PENSIERI E PAROLE
Giordano
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il Giornale della Gente

EQUILIBRIO

Anno 28 - N°01 del 21/01/2023

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000

Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48

Info pubblicità: Tel.347 73 52 863

Tel. 347 73 52 863 redazione@newentrymagazine.it

Ogni giorno mentre distribuisco la rivista mi capita di incontrare clienti, persone che non conosci ma che saluti quando le incontri per strada, amici. Qualche giorno fa ho bevuto un buon caffè insieme a un lettore di vecchia data. Il dialogo che ne è sorto mi ha fatto molto riflettere e volevo condividere con voi le mie sensazioni. “Sa, direttore, è brutto invecchiare. E per favore, non mi dica anche lei che morire giovani è peggio. Lo so anch’io, ci mancherebbe. Ma questo non toglie la fatica di questo periodo, i pensieri, le paure. Sono grato alla vita per essere arrivato fin qui. Resta il fatto che ho spesso pensieri tristi, che riguardano il tempo che mi rimane davanti e quello che ho alle spalle. Beh, giovane per lei ma quando parlo con qualche ventenne sembra quasi che ho un piede nella fossa”... eppure ho “solo” 49 anni! Come vede il concetto di giovinezza è molto relativo. Ho conosciuto persone che a 40 anni sembravano già morte dentro, senza alcuno scopo di vita e nessuna aspirazione e uomini e donne di 80 anni che sembravano degli arzilli quarantenni. Non le nego che quando penso ai miei 30 anni un po’ di nostalgia mi assale... cosciente che non si torna più indietro. Sa, direttore... io una ricetta di sopravvivenza l’avrei anche trovata: visto che non riesco a non pensare alla morte, cerco di tenerla a bada concedendole un posto al mio fianco, ma non lasciandola mai sola. Le affianco la vita, le cose quotidiane che riempiono le mie giornate. Le cose più piccole: il piacere dell’aria fredda sul viso, la partita a carte al circolo degli anziani, le friselle che mi mandano i miei parenti dalla Puglia… E le cose più grandi: gli affetti.“Così sono un po’ triste e un po’ contento. Mi sembra un equilibrio ragionevole, non crede? Condivido e grazie per questa lezione di vita!

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d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita
Quindicinale
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Confermano gli psicologi che quando ci sentiamo a terra, stanchi o depressi, è scientificamente provato che un abbraccio ci può riattivare e rigenerare l’organismo. Il distanziamento sociale a cui siamo stati costretti dal covid, ha causato una serie di cambiamenti nelle abitudini, nei comportamenti e nel modo di interagire e comunicare con gli altri. Anche gesti d’affetto spontanei come abbracci e strette di mano sono state eliminate per un lungo periodo e a fatica molti tornano a salutarsi affettuosamente come prima. Fin dalla nascita è proprio l’abbraccio della mamma a darci sicurezza, e anche diventando adulti, rimane un vero e proprio effetto terapeutico sul corpo e sulla mente; libera la serotonina, l’ormone del buonumore, che ci fa sentire felici e sicuri di sé. Gli abbracci stimolano nell’ippotalamo la produzione di ossicitina, l’ormone dell’amore che favorisce la diminuzione della pressione arteriosa, dà benessere interiore, calma ansie e paure. Gli abbracci aumentano l’ossigenazione del sangue, stimolano la produzione di emoglobina, che trasporta ossigeno ai tessuti, facendo vivere di più le nostre cellule. Gli abbracci aiutano il cervello a ridurre

il livello dell’ormone dello stress. Quindi un abbraccio può: alzarci l’autostima, ridurre rabbia, tristezza e stress, favorire la felicità...

Al di là della spiegazione scientifica, un abbraccio sincero è rassicurante, trasmette calore, amicizia, affetto, empatia, sia tra adulti e bambini, che tra due adulti, ma anche con gli animali, i nostri più fedeli amici! Auguriamoci dunque in questo nuovo anno di tornare con naturalezza ad abbracciarci!!

Ne abbiamo bisogno tutti, un sincero abbraccio caloroso esprime tantissime parole non dette, ma che si percepiscono a pelle e fanno molto bene a chi lo regala e a chi lo riceve!

Ornella Olfi

ABBRACCI
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La lettura è il viaggio di chi non può prendere il treno

L’anno scorso ho viaggiato molto.

Andrè Aciman, in “Chiamami con il tuo nome” scrive: “Non dovevo far altro che elencare le opere che avevo letto in quel posto, e lui avrebbe saputo in quanti paesi avevo viaggiato” Sono stata in Afghanistan, fra le pagine di Khaled Hosseini, nei suoi meravigliosi e indimenticabili romanzi “Il cacciatore di aquiloni” e “Mille splendidi soli”. Ho conosciuto Ukmina in “Le bambine non esistono”.

Con lei ho scoperto la realtà delle bacha posh, le bambine “vestite da maschio” delle famiglie Afghane, senza figli maschi.

Sono stata a Napoli negli anni ’40, ho conosciuto il piccolo Amerigo ne “Il treno dei bambini”, un romanzo ma anche un pezzo di storia dell’Italia del dopoguerra dove migliaia di bambini del Sud furono affidati per alcuni mesi a famiglie benestanti del Nord.  Viola Ardone mi ha conquistata con questo romanzo e così ho deciso di viaggiare anche in Sicilia negli anni ‘60, insieme a “Oliva Denaro”. Sono stata a Gorizia con Magda Maddalena Marconi che racconta la sua vita, da leggere tutta d’un fiato, nel suo toccante romanzo “Eh bambin…”.

Sono stata catturata dalla scrittura di Donatella Di Pietrantonio, in “Borgo Sud”, “Bella mia” e

“L’arminuta” ma anche dalla prosa pungente e ironica di Veronica Raimo, in “Niente di Vero”

Sono stata a Dachau, fra le pagine di Shari J. Ryan con “La libraia di Dachau” e ad Auschwitz con “La pianista di Auschwitz” di Suzy Zail. Ho visto i campi di concentramento anche attraverso gli occhi di Victor Frankl, il fondatore della logoterapia, in “Uno psicologo nei lager”. La sua ricerca di senso è stata la mia scoperta più affascinante di quest’anno. Ora sono a Bologna, sto terminando “Un’amicizia” di Silvia Avallone.  Due amiche così diverse che mi ricordano un po’ le due protagoniste di uno dei miei romanzi preferiti di Elena Ferrante, “L’amica geniale”.    Viaggio sempre portando con me una citazione di D’Avenia, da “Cose che nessuno sa”: “Dalla lettura ottieni qualcosa solo quando sei capace di mettere qualcosa di tuo in ciò che stai leggendo. Voglio dire che leggi un libro veramente solo quando è lui che ti legge, solo quando ti avvicini alle parole con l’animo disposto a ferire e ad essere ferito […] e dopo arricchito dal tesoro che hai scoperto!”

Barbara PENSIERI E PAROLE
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C’è chi reagisce alla sofferenza indurendo il suo cuore o peggio vendicando il male subìto facendone altro. Giuliano Colpi invece, pur avendo vissuto fin dall’infanzia pesanti sofferenze e situazioni familiari molto difficili, ha reagito con dignità, ottimismo, lavorando sodo da esperto muratore per costruirsi con orgoglio una casa per la sua famiglia, donando amore e sincera amicizia a tutti coloro che hanno condiviso tratti di vita con lui, compresi cugini acquisiti come me, per esempio, a cui ha voluto davvero molto bene.

Un uomo davvero dall’animo buono, che si è meritato tutto l’amore di cui è stato contraccambiato in vita ed oltre. Per questo i suoi familiari ringraziano di cuore medici e personale del reparto Hospice della Fondazione Madonna del Corlo di Lonato per le amorevoli cure prestate, chi gli è stato vicino nell’ultimo periodo della sua malattia e tutti coloro che sono stati affettuosamente presenti nei dolorosi giorni dopo la sua morte. Un abbraccio d’affetto che li ha avvolti, sostenuti e accompagnati al distacco, tangibile conferma che Giuliano ha lasciato una testimonianza positiva, soprattutto a figli e nipo-

ti, che ne faranno tesoro. Uno dei più significativi esempi è giunto dagli amici del nipote Davide, tramite Treedom, un’azienda italiana che gestisce la piattaforma di e-commerce online che consente di piantare alberi in diversi Paesi poveri del mondo (dal 2010 ad oggi sono stati donati più di 3 milioni di alberi). Per Giuliano verrà piantato in Camerun un albero di cacao, pianta che significa “dolcezza: anche le cose apparentemente amare nascondono un animo dolce”. I contadini locali di ogni Paese che aderisce all’iniziativa riescono così a far fronte alle spese iniziali di piantumazione e di cure fino all’inizio della produzione dei frutti, che daranno loro un’opportunità di reddito, oltre a migliorare l’aria e l’ambiente. Un piccolo ma importante gesto, lanciato da giovani che credono in un futuro migliore, che hanno sani princìpi, rincuorante conferma di quanto la catena d’amore, in ogni campo e in ogni piccola azione, sia l’unica che vale la pena diffondere, specialmente fra i ragazzi, che nel ricordo di nonni o altri cari possono addolcire il dolore sentendoli ancora vivi, seppur in altra forma e facendo del bene.

Ornella Olfi

NEW ENTRY TUBE: RICORDI, EMOZIONI, SORRISI...

DIABOLIK COMPIE 60 ANNI

DIABOLIK E I

SUOI SEGRETI

Era il 1° novembre del 1962 quando venne alla luce questo personaggio creato da due signore borghesi di Milano, belle e colte, che d’un tratto nella loro vita si lanciano in un’impresa senza precedenti. Il primo numero di Diabolik si intitola “Il re del terrore”.

Nasce il 4 settembre 1972. A 11 anni, grazie al suo talento, approda nei giovanissimi dello Sporting Lisbona. Il suo allenatore è Carlos Queiroz, che pochi anni più tardi guiderà la nazionale portoghese; Queiroz del giovane Figo ricorda: “Anche allora, Luis era avanti a tutti”.

ANIME NEL VENTO
PER GIULIANO COLPI
LUIS FIGO COMPIE 50 ANNI
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UN GRANDE FUORICLASSE

INVOLTINI DI CARNE

E CONTORNO DI PISELLI E FUNGHI

Ingredienti per 5 persone

10 fettine di carne di manzo

20 fettine di lardo

10 foglie di salvia

2 cucchiai di burro

1 cipolla

1 bicchiere di vino bianco

sale e pepe

200 grammi di pisellini

150 grammi di funghi (pronti surgelati)

Preparazione ricetta:

Mettere al centro delle fettine di carne, 2 fettine di lardo e 1 foglia di salvia, poi chiudere con uno stecchino. Rosolare la cipolla tagliata sottile con il burro, mettere assieme carne e verdura per altri 5 minuti circa.

Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

GUSTO A TAVOLA 09

OSSERVARE I LIMITI

“PAROLA NASCE”

Sostano pensieri si fanno groviglio incespicar di lemmi ridondante passione.

Parola nasce parola muore vuoto inzuppa, avvolge fa l’animo sussultare.

Ogni cosa che supera un determinato limite, si trasforma nel suo opposto.

Molto spesso non siamo in condizioni di osservare i limiti. Molto spesso esageriamo in una scelta o in un’altra e il costruito si trasforma in macerie. Esiste una scuola dove possiamo imparare a mantenere il necessario equilibrio tra carente e sproporzionato, di camminare come un eccellente equilibrista, sicuro di se, senza sbandare? E quando incontriamo un limite inevitabile, fare almeno in modo di essere in possesso di documenti indispensabili per varcare la frontiera, per avere il legittimo diritto di andare avanti.

Gemono venti gettano scompiglio fasciano antri solleticano nari. Solitarie astrazioni fanno da ponte riannodo lesto rimando vorace.

Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ED È POESIA “TERRA”

Il passato è scivolato invano, il futuro è terra ignota... La mia mente si infrange come un’onda sugli scogli di un mare corrucciato e un po’ imbronciato tra lontani echi e oscure alternative. Escono, nascono e si alzano dolcemente dalla terra fiamme azzurre amaranto, cremisi quasi si disperdono innalzandosi in spirali rosse che incontrano un pallido, tiepido cielo e lo rianimano come un pittore colora la sua tela.

appagante osservare... Sarà poesia?

Forse o forse no ma è comunque dolce. Enrico Savoldi

PENSIERI
E PAROLE
ED È POESIA
È
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VISIONE DEL MONDO

E’ strano il modo con cui cambiano con il passare del tempo le nostre visioni e rappresentazioni del mondo. Tempo fa, nella mia lontana infanzia la maestoso silhouette della montagna mi faceva un’impressione opprimente, creandomi una sensazione di barriera, di ostacolo, che non mi permetteva di andare avanti, di “sbirciare” dall’all’altra parte. Sbarramento, che inchioda lo sguardo nascondendo l’orizzonte.

Gli anni hanno creato un’altra prospettiva dalla quale le cose sembrano diverse. Adesso la montagna si presenta per me piuttosto come una scala, una possibilità, una soluzione. Doloroso cambio della direzione, nuova prospettiva.

E l’orizzonte non mi manca, perché so che è fatto dalla stessa materia di cui è fatto il cielo, basta alzare gli occhi e guardare in alto.

Si sporgono verso l’alto montagne maestose, sagome impervie, coronate da neve e da sole, sentinelle silenziose, vegliano sulla vita, che si trasforma in morte, per rinasere di nuovo. Il tempo sgretola le esistenze ma a loro, i cambiamenti non sono concessi, portano il sigillo dell’eterno e rimangono sè stesse.

Facile dire addio, una parola piena di emozione, la vita così che non ti aspetti, ed un campione che combatte contro chi non guarda in faccia nessuno. Una sconfitta ancora e poi i ricordi raffiorano. Quei ricordi, omaggi ricchi di emozione, quella felicità attaccata ad un pallone. Addio a Gianluca, guerriero sin all’ultimo respiro, oggi un’altra stella brillerà nel cielo, un’altra lacrima cader dal viso. Corri adesso, a far vedere a Dio come gioca un campione in un campo di calcio e nella vita. BMG

ED È POESIA

La magia di quei luoghi incantati rimangono impregnati nella mente del viandante, accarezzato dai ricordi di quel giorno.

PENSIERI E PAROLE ED
POESIA GIANLUCA
È
Dedicata a Gianluca Vialli
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“Cascata”

Darina / Daria

Diminutivo di Daria, nome di origine persiana che deriva dal nome tradizionale della dinastia dei re Achemenedi, Darayavaush. Successivamente assume la forma greca di Dareios e il suo significato è “che mantiene il bene, che ha in sé il bene”. Tra 1880 e 2019 sono nate con il nome Darina 6.069, nell’ultimo anno 79 nascite. In Italia, negli anni settanta godeva di buona diffusione su tutto il territorio nazionale, con circa novemila occorrenze; le rare forme diminutive erano proprie del Nord. Il nome è particolarmente usato nei paesi slavi, in particolare in Cecoslovacchia, dove si è in parte confuso con Dorotea; in Slovenia e Croazia è usato anche il diminutivo Darinka, che in parte rappresenta anche un derivato dal termine slavo dar (“dono”). È attestato, a partire dal Settecento, anche nei paesi anglofoni, dove però non è mai diventato molto comune. L’onomastico si può festeggiare in memoria di più sante, alle date seguenti: 17 giugno, santa Daria, martire a Venafro con il marito Nicandro sotto Massimiano; 19 luglio, santa Daria, martire a Costantinopoli; 21 ottobre (o 31 marzo), santa Daria, madre di sant’Orsola; 25 ottobre, santa Daria, martire a Roma con il marito Crisante; 25 ottobre, santa Daria, martire nel Connaught. Due le martiri della guerra civile spagnola: Daría Campillo Paniagua C.C.V., 24 novembre, e Daria Andiarena Sagaseta S.de.M., 7 dicembre. Tra i personaggi famosi, Daria Bertolani Marchetti, botanica e accademica italiana; Daria Bignardi, giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana; Daria de Pretis, giurista italiana; Daria Galateria, scrittrice e traduttrice italiana; Daria Guidetti, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana; Daria Halprin, attrice, danzatrice statunitense; Daria Kinzer, cantante croata; Daria Menicanti, poetessa, insegnante e traduttrice italiana; Daria Nicolodi, attrice e sceneggiatrice italiana; Daria Strokous, modella russa; Daria Werbowy, modella polacca naturalizzata canadese; Daria Zawiałow, cantante polacca.

Bruno

... in ricordo di mio cugino Bruno è un raggio di sole in una notte di bufera urlante acquieta, placa, seduce.

Tramestio lesto riporta ai piedi di un monte sguardo solleva veli lacrime salse inzuppano guanciale. Mestizia fonda quella che sento vedo ed odoro interrogazione sagace che non ammette repliche. Ricordi d’ infanzia alle labbra fanno capolino rivedono volti sorridenti gesti affettuosi braccia protese. La fede insegna ad avere fede per incedere fra sentieri tortuosi valli in ombra.

Anche per te un grazie per l’umiltà con cui hai dipinto la vita per l’ allegria schietta e spontanea per l’amore generoso che hai donato per le braccia di padre con cui hai sorretto Vincenzo per la tenacia che hai sempre dimostrato. Dalle volte celesti

sui tuoi cari veglia amorevole proteggi e conduci mai abbandona il nostro passo.

Notte fonda

ingoia istanti fa nascere sogni accenna sfumature.

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QUESTO È IL MIO NOME - di Micky ANIME NEL VENTO
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
Balla per BALLARE Scuola di Ballo ASD Liscio Unificato e Ballo di Sala country line dance tango argentino caraibico boogie woogie zumba Bergamo - via Bianzana,15 - Tel. 393 45 99 459 - 339 45 99 459 www.ballaperballare.it - ballaperballare@gmail.com Country Catalano danza del ventre KIZOMBA 2023 DAL FEBBRAIO 27 Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Sabato Venerdì 20.00-20.50 COUNTRY INTERMEDIO 20.30-21.20 CARAIBICO PRINCIPIANTI 19.30-20.20 BALLI DI GRUPPO PRINCIPIANTI 20.30-21.20 BOOGIE WOOGIE AVANZATO 19.00-19.50 BALLO LISCIO INTERMEDIO 1 21.00-21.50 COUNTRY PRINCIPIANTI 19.00-19.50 CARAIBICO INTERMEDIO LISCIO UNIFICATO E BALLO DA SALA BOOGIE WOOGIE DANZE CARAIBICHE TANGO ARGENTINO BALLI DI GRUPPO 20.00-20.50 BALLO LISCIO INTERMEDIO 2 CORSI DI BALLO 18.30-19.20 BALLI DI GRUPPO INTERMEDIO 21.00-21.50 BOOGIE WOOGIE PRINCIPIANTI 2 18.00-18.50 BALLO LISCIO INTERMEDIO 1 PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SECONDO LA NORMATIVA VIGENTE PRIMA LEZIONE DI PROVA - DURATA LEZIONI 50 min. 19.00-19.50 BALLI DI GRUPPO AVANZATO 22.00-22.50 TANGO ARGENTINO INTERMEDIO 19.30-20.20 BALLO LISCIO PRINCIPIANTI 21.00-21.50 TANGO ARGENTINO PRINCIPIANTI 18.30-19.20 CARAIBICO PRINCIPIANTI 20.00-20.50 CARAIBICO AVANZATO Bergamo - via Bianzana,15 Tel. 393 45 99 459 - 339 45 99 459 www.ballaperballare.it - ballaperballare@gmail.com COUNTRY LINE DANCE 21.30-22.20 BALLO LISCIO AVANZATO 22.00-22.50 TANGO ARGENTINO PRINCIPIANTI 21.30-22.20 BOOGIE WOOGIE PRINCIPIANTI 1 17.00-17.50 BOOGIE WOOGIE PRINCIPIANTI 2 19.00-19.50 BALLO LISCIO PRINCIPIANTI

Me ne stavo appartato in un locale al tavolo con qualche adulto e un altro amichetto forse. Stavamo composti e silenziosi circondati da altre tavolate di persone che altrettanto ordinatamente attendevano in quel ristorante o probabilmente pizzeria. Non che ci fossi stato tante volte, avrò avuto del resto, 6 o 7 anni.

I miei nonni avevano un’osteria e spesso sgattaiolavo nel cinema giusto al di là della strada. Questo solo per indicare che, anche se bimbo, stavo in mezzo alla gente e ne conoscevo, o meglio, ne osservavo i comportamenti.

Non avevo mai visto nulla che andasse oltre la normalità, anche perché ero benvoluto, coccolato e sorvegliato. Erano sempre risate, chiacchiere e discussioni nella più esemplare delle normalità. E forse, tornando velocemente a quel locale, ricordo che tutti posarono l’orecchio sull’esterno del cortile, del parcheggio dove si sentì chiaramente lo stridere di una frenata di un’auto in arrivo: le gomme, i pneumatici sull’asfalto. Questo creò un clima d’attesa in tutti noi all’interno; lo vedevo sul volto di tutti coloro che occupavano la sala. Poi lo sbattere violento di una portiera generò il silenzio: gli sguardi di tutti fissavano l’entrata.... Comparve un solo uomo con una maglia e una giacca aperta, vestito leggero... considerando il freddo. Non degnò nessuno di uno sguardo e al cameriere o padrone che gli si fece incontro indicò freddamente e con distacco glaciale un tavolo vicino alla finestra, come dire: dammi quel dannato tavolo. Tre passi, lo raggiunse e togliendosela mentre lo raggiungeva gettò la giacca sulla sedia. Poi, senza dire una parola, accese una sigaretta. La nuvola azzurra del fumo mi riporta ancora a quel giorno. Non ricordo ne i tratti del volto ne alcunché. Solo il suo atteggiamento anomalo e fuori dalle righe. Certo, avevo 7-8 anni ma anche oggi, come allora, mi viene da chiedermi; ma chi era? Chi eri? Un uomo arrabbiato, deluso, forse solo

un maleducato e strafottente o, forse, oggi come allora, un uomo diverso e non ordinario, in una conformità allargata in un conformismo che oggi è lo stesso, seppure all’opposto come allora? Chissà chi eri e cosa pensavi... Forse assolutamente niente, al di sopra di tutti e anche del tutto.

ED È POESIA

“E LI CHIAMANO CANI”

E li chiamano cani, ste piccole creature, piene di vita, creature perfette. Sembra che Dio li abbia mandati proprio per far riflettere l’uomo, umili all’infinito. Che grande prodigio, fedeli sin all’ultimo respiro, vivono poco proprio per quello, per far capire che l’animo va protetto, non se ne può fare a meno, certi sono eroi senza gloria, e quando se ne vanno, il tempo si ferma, rimane il vuoto e la mancanza.

E li chiamano cani, compagni che nella vita lasciano l’impronta. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli, sono angeli a quattro zampe, non chiedono nulla, solo una ciotola, ma in compenso ti rubano l’anima

UNA VOLTA DA RAGAZZINO 14 RACCONTI
BMG

Ad ascoltarlo, l’umore cambia più o meno sottilmente diverse volte nell’arco di ventiquattr’ore. Sfumature o colori marcati attraversano le ore della giornata, si intrecciano, fluiscono. Li lascio fare. Ovviamente con quelli buoni si sta bene. Ho capito, invece, che il modo migliore -e anche più veloce- per superare gli umori grigi è lasciare che stiano con me, accettare la loro presenza come compagni che mi camminano a fianco, finché non se ne vanno. Perché spesso, impercettibilmente come sono venuti, impercettibilmente se ne vanno.Il sottobosco degli umori è ricco e variegato. A volte è appena percettibile, e ci vogliono silenzio e calma per comprendere di quali forme è fatto in quel

momento. Spesso ho l’impressione che quegli stati d’animo abbiano solo bisogno di essere riconosciuti e accettati, come qualunque essere umano vorrebbe per se stesso, e una volta che sono stati accolti, se ne vanno tranquilli, messaggeri che hanno compiuto il loro compito e che possono tornare alla loro vita.Altrimenti, come individui non amati, si ostinano a reiterare il loro messaggio, non se ne vanno, chiedono attenzione, puntano i piedi. Rimangono lì, cocciuti, arrabbiati.Meglio amarli, se possibile. O perlomeno accoglierli riconoscendo la loro dignità d’esistenza.Tutto scorre.

sguardiepercorsi

ORIZZONTI

Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte.

Konrad Adenauer

Qualche giorno fa ho riletto un post e ho pensato a queste parole…Sotto il cielo della malattia, gli orizzonti individuali sono davvero molto diversi. La condivisione di questa signora testimonia un modo possibile di percorrere una strada difficile, apre un orizzonte che allevia un po’ l’angoscia. Certo, non è possibile sapere quale potrà essere la nostra reazione a un duro colpo della vita e non penso solo alle malattie, ma ai tanti eventi dolorosi e pesanti che nell’arco di una vita prima o poi incontriamo.

Saremo forti abbastanza per reggere all’urto?

Sapremo affrontarli senza venirne distrutti?

Le esperienze vissute, le riflessioni fatte, ciò che

PENSIERI E PAROLE

avremo maturato, le risorse che avremo coltivato, ci sosterranno? Non possiamo saperlo in astratto, lo scopriamo vivendo, calati nelle situazioni concrete.

Possiamo costruire la nostra casa su basi solide e con materiali di buona qualità, possiamo coltivare il nostro giardino: credo sia molto.

Penso alle tante storie che ho ascoltato, a quante durissime prove la vita può farti incontrare, e non vedo altra via che aggiungere vita ai giorni, come diceva la Levi Montalcini.

Così, ora depongo per un po’ le storie altrui, e mi fermo. Sono in vacanza: coltiverò il mio giardino con calma. Ho libri che mi aspettano, luoghi da visitare, amici con cui stare.

Rallento, e ci vuole tempo anche per questo. Ma ora ce l’ho, e lo accolgo con gratitudine. sguardiepercorsi

DEGLI UMORI PENSIERI E PAROLE
IL SOTTOBOSCO
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SCATTO D’IMPATTO
L’abbraccio più bello tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini, dopo la vittoria
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dell’Italia all’Europeo. Magnifico murales realizzato in provincia di Rovigo.

MAGLIONE - INVERNO 2022/2023 -

Per scaldarci dal freddo inverno il calore avvolgente del maglione è una coccola immancabile! Dalle nuove collezioni spiccano l’arte, il colore e la creatività utilizzando il crochet a trama larga, effetti distressed, jacquard retrò e texture vaporose, abbinamenti delle gradazioni fredde con sfumature calde, tagli cropped, confortanti volumi over e richiami anni Settanta.

Vi indico le novità più trendy:

-Pullover one-of-a-kind: ad uncinetto in fibbre naturali di lana bouclé e skill mohair.

-Total look tricot: completo pantalone e maglione, taglio faire, fondo sfrangiato e trama larga.

-Gilet in jacquard: senza maniche dallo stile scandinavo.

-Completo in maglia: composto da maglione a collo alto e gonna in canneté.

-Maglieria con paesaggio: lana intrecciata multi color per la realizzazione di paesaggi.

-Cardigan con le frange: rappresenta artigianalità e stile, realizzato in maglia mista alpaca e lana, rifinito con lunghe frange.

-Cappotto: doppio utilizzo sia da cappotto che da cardigan lungo in soffice cashmere, lavorato a trecce.

-Mini-cropped-jumper: in misto mohair, il maglioncino è a collo alto con taglio crop.

-Pullover opera d’arte: il maglione è intarsiato raffigurando opere d’arte, in misto lana e mohair.

-Mini abito: variate dell’abito corto in tessuto tradizionale, lo si trova in maglia di alpaca da abbinare a con calze coprenti.

AMO LA VITA

Un’ora libera, in attesa, seduta al parco. A guardar rami spogli e piccole gemme. Col ritmo della città che fuori dalla recinzione corre, ma qui rallenta, quieto.Oggi sono contenta. Senza un motivo particolare. Semplicemente contenta di essere nella mia vita, con le relazioni umane che qui abitano o transitano per un po’. Amo queste persone, compagni di viaggio. Li amo in modi diversi e con differenti gradi di intensità. Osservo le loro bellezze: sguardi, gesti, sorrisi… Quell’essere nella vita senza mettersi in posa. O quel che traspare dietro la posa. Li guardo e

mi sento vicina alle loro vite, solidale con i loro percorsi.Arranchiamo tutti sotto lo stesso cielo, ma nello stare accanto il passo si fa più lieve e la forza si condivide.Ovviamente non vedo solo bellezza intorno a me. E poi non sono cieca e le notizie dal mondo mi arrivano. Le lascio sullo sfondo, non posso fare un granché in quegli ambiti. Torno al mio raggio di possibilità, là dove ha senso ciò che sono e faccio.Amo la vita, con leggerezza e profondità.

FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI
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Paola
PENSIERI E PAROLE

PARCO DEI FONTANILI DI CAPRALBA

Il Parco Fontanili di Capralba si trova nella parte settentrionale della pianura cremasca ed è caratterizzato dai fontanili risalenti all’undicesimo e dodicesimo secolo; si tratta di opere artificiali che imbrigliano le risorgive naturali allo scopo di drenare le acque che affiorano naturalmente e inondare vaste superfici di piano, bonificando così i terreni e rendendoli adatti alle coltivazioni.

I fontanili costituiscono isole naturalistiche di notevole interesse per la limpidezza delle acque che fa crescere rigogliosa la vegetazione e favorisce il crearsi di tranquilli rifugi dove si può scorgere qualcuno dei tanti animali che vi trovano riparo. Il Percorso Verde, ad esempio, permette di vedere alcuni dei punti più significativi del parco con un giro ad anello di 10 km. Altri percorsi più lunghi sono ideali per la bicicletta.

Fonte: giteinlombardia.it

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ITINERARI CAPRALBA (provincia di Cremona)
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George Willig scalò l’esterno della Torre Sud del World Trade Center nel 1977.

Arrivato in cima, in un tempo di 3 ore e mezza, fu arrestato dopo aver firmato diversi autografi e fu multato di 1,10$ dalla città, un centesimo per ogni piano che superò

20 SCATTO D’IMPATTO

SPORT

UN AMICA MI HA CHIESTO ..

Perché spendere così tanti soldi e tempo per tuo figlio per allenarsi a tennis, karate, nuoto, pallavolo, calcio, basket o qualsiasi altro sport????

Io ho risposto: Non pago perché mio figlio si allena e gioca. Sai cosa sto pagando?

•Pago perché mio figlio imparari a essere disciplinato.

•Pago perché mio figlio impari a prendersi cura del suo corpo e della sua mente.

•Pago perché mio figlio imparari a lavorare con gli altri ed essere un buon compagno di squadra.

•Pago perché mio figlio impari ad affrontare la delusione quando non ottiene ciò che si

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aspettava, ma sa che deve lavorare di più.

•Pago perché mio figlio imparari a raggiungere i suoi obiettivi.

•Pago perché mio figlio capisca che ci vogliono ore e ore di duro lavoro e allenamento per vincere un campionato/gara/competizione, e che il successo non avviene da un giorno all’altro.

•Pago per l’opportunità che mio figlio ha di fare amicizie per tutta la vita.

•Pago perché mio figlio sia sul campo di gioco e non davanti alla televisione.

•Pago per tutti gli insegnamenti che lo sport ti offre: “responsabilità, umiltà, dedizione, amicizia, convivenza, ecc. Ecc.”.

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Miss New Entry 2023 7^ EDIZIONE

Dopo una lunga selezione, ecco le 24 protagoniste della 7^ edizione del concorso Miss New Entry realizzata in collaborazione con il fotografo Piero Beghi di Ghedi (Bs). Anche quest’anno numerose le partecipanti provenienti da tutta Italia. Abbiamo partecipanti delle province di Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Padova, Napoli, Ferrara, Sondrio,

Roma, Torino, Vicenza, Verona, Pavia, Parma, Alessandria, Como.

Le votazioni avverranno tramite la pagina facebook di New Entry Magazine – Il Giornale della Gente dove verrà creato un album fotografico per ogni fase, riconoscibile dalla locandina nella quale si troverà la data ultima per votare.

06
Alina
B. 01
Eleonora 02
04
05
Alice C. 03 Simona
Raffaella
22
Laura 07

Ad ogni fase la copertina verrà pubblicata con un colore diverso e ben visibile in modo da non creare confusione. Chi vorrà votare potrà entrare sulla pagina, mettere il mi piace a New Entry Magazine – Il Giornale della Gente e esprimere la propria preferenze tramite il “mi piace” alla o alle miss da lui ritenuta/e più meritevole/i. Ecco le prime 16 che hanno passato il turno alla seconda fase che terminerà il 18 febbraio 2023. L’ultima fase, dal 19 Febbraio al 4 Marzo, decreterà tra le 8 finaliste Miss New Entry

2023. Le miss candidate potranno condividere l’album creato dagli organizzatori sui propri profili social invitando le persone a votare.

Premi

Le tre finaliste oltre all’intervista corredata da fotografie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, avranno come premio dei buoni così suddivisi: € 150,00 per la prima classificata, € 100,00 per la seconda e € 50,00 per la terza per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi

Arianna 08
23
Alessandra 10 Alessia 13 Indja 16
14
Alice Z. 17
Erica
fotografici, con vari set e cambi di outfit da concordare con il fotografo Piero Beghi di Ghedi (Bs) Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno. Non si escludono altri premi offerti dai nostri sponsor. Ecco il link per iniziare la votazione della prima fase. 30 Inquadra il QR e VOTA ORA! Daniela 22 Megghy 23 Sabrina 24 Alina R. 18 24 GRAFICA E STAMPA PROGETTI DIGITAL E SOCIAL INIZIATIVE EDITORIALI REALIZZAZIONE VIDEO Quando COMUNICARE porta soluzioni e risultati. Qualità e ottimizzazione delle risorse per una comunicazione consapevole, mirata, efficace a prezzi sostenibili. Tel. 347 73 52 863 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it

“SENTIMENTO”

Siamo ombre in un tumulto di vita ove tutto è prepotentemente chiesto nessun spazio al sentimento è tutto quantificato in un dare e avere mani stanche in corpi stanchi questo non fa di un uomo una persona di valore, ma necessariamente povero.

Giuzzi Daniela

ED È POESIA

“QUANDO”

Quando mi sorprendi appoggiandoti sulla mia spalla non mi fai trasalire, non mi fai sublimare e giungere in paradiso. No, questo no ma in quell’istante mi togli dall’inferno, che è già molto più di quanto possa desiderare.

Enrico Savoldi Ghedi

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Video professionali da condividere

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Il tanto tempo che hai sulle spalle ti ha curvato in avanti, le tue gambe non riescon più a regger il peso degl’anni, adesso son le ruote i tuoi arti. Ma quant’è bello ancora il tuo viso specialmente se illuminato da un raro sorriso.

I tuoi occhi scuri, ma dolci non sono stati segnati dal tempo, sanno ancora gioire per ogni momento che i nipotini, piccoli saltimbanchi malandrini, ti sanno offrire, col loro innato talento. Sempre a ringraziare per ogni gesto a te rivolto dimenticando l’immenso bene che a noi hai fatto.

Esempio di onestà fatta persona ed io di questo ti sarò eternamente grato !!

“MADRE
ED È POESIA
MIA”
Giordano
ED È POESIA
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Gianluca Boffetti • 347 73 52 863 •
Info:

VIRGINIA CECCUTI, UNA RAGAZZA FRA SOCIAL E ARTE

Dopo una vita di studi accademici in direzione artistica tra danza, musical e recitazione, ora lavora come content creator sui social media.

Lei è Virginia B. Ceccuti, una 23enne di origini toscane che a suon di contenuti speciali ha saputo conquistare il popolo del web.

Tutto è nato da un acquisto!

Nel 2015 ho acquistato con i miei primi risparmi una Canon 1600D col fine di immortalare ricordi delle persone che amavo. Poi sono passata ad affidare la fotocamera e a farmi fotografare per gioco scoprendo che in realtà era un’arma meravigliosa a livello artistico.

Ed è così che tutto ha preso forma. Sono stata affiancata da un manager e da un’agenzia prima di iniziare il mio percorso sui

social; con loro ho potuto dare vita al mio personaggio che non era altro se non un insieme di aspetti di Virginia che non avevo sviluppato a livello personale. Ritengo magico trovare l’equilibrio tra la finzione e la realtà.

Il tuo mondo ormai è quello dei social…

Mi piace molto la nomenclatura di content creator, che esprime a mio parere molto di più della semplice definizione di “influencer” ciò che faccio. Non è solo la mia opinione quella che voglio raccontare, ma voglio farlo nei mezzi artistici che ho studiato e che mi permettono di esprimermi al meglio sia come persona sia come creator per le aziende con cui lavoro attraverso i social.

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L’INTERVISTA

Sui social, cosa vuoi raccontare di te?

Mi piace il poter raccontare la realtà come la interpreto e presentare un sogno o una fantasia a chi mi guarda che rifletta comunque una realtà. Mi piace il poter raccontare tutto a modo mio ma detesto l’ipocrisia priva di motivazioni artistiche e l’invidia che ahimè è molto frequente e più diffusa di quanto si immagini. Torniamo al tuo personaggio, che piace ai brand e alle aziende.

Ho collaborato con “Si è Lei”, un brand di intimo e moda mare per cui ho dovuto mettere in gioco il rapporto col mio corpo, che non è mai stato semplice. Ho avuto occasione di lavorare anche con Phobia Archive e presto vedrete tanti nuovi progetti a cui sto lavorando.

Cos’è per te la fotografia?

Penso che sia un discorso molto personale e più intimo di quanto si pensi; non è solo un mettersi in mostra ma un accettare qualsiasi giudizio e di conseguenza saperlo gestire. Questo mondo però mi ha dato molto, soprattutto a livello di fiducia personale. Penso che chiunque dovrebbe scegliere almeno una volta di farsi immortalare e vedere come gli altri scelgono di ritrarlo; il risultato può essere davvero inaspettato.

Come vedi il mondo dello spettacolo?

Per farne parte bisogna avere una tutela non indifferente come ho io grazie alla mia agenzia e occorre avere dei punti fissi.

Inoltre bisogna riuscire a reinventarsi continuamente accettando e amando il cambiamento e le opportunità che questo può portare.

Come sei nel quotidiano?

Vi svelo un segreto: non sono come si vede sui social; sono introversa, molto selettiva e sto spesso per le mie, ma rimango una persona eccentrica a cui piace essere guardata.

Mi piace che la gente si ricordi di me anche solo a livello estetico, che sia per una scollatura o anche solo un rossetto un po’ più forte.

Che progetti hai per il futuro?

Ne ho tanti, sia a livello personale che individuale. Ho il mio brand con il mio merchandising, “VOC” di cui presto vedrete tanti altri frutti; ho la fortuna di avere nella vita privata un fidanzato che condivide e supporta le mie passioni con cui ho aperto “la vita in un filtro”; attraverso questa pagina su Instagram la nostra ambizione è quella di viaggiare il mondo e portare con noi il nostro pubblico, con un progetto di travel blogging a 360 gradi. Ci sono tante altre cose ma non posso ancora spoilerare niente di più… aggiornerò tutti i miei followers non appena potrò con un effetto a sorpresa come da mio solito. Unico spoiler: sarà sensazionale!

27 L’INTERVISTA
CONTATTI SOCIAL
https://www.instagram.com/virginia_bc_official

L’HO RIVISTO

Mia mamma molto tempo fa, mi aveva raccontato della grande emozione che aveva provato quando aveva assistito alla riesumazione del corpo di sua nonna, straordinariamente conservata nonostante fosse al Cimitero da molti anni: - quando hanno tolto il coperchio era perfettamente integra, ho avuto cinque minuti per rivederla  e ricordarla nuovamente, dopodiché il viso è diventato polvere -, così mia madre mi aveva raccontato il fatto che tanto l’aveva colpita ed emozionata. Quando abbiamo ricevuto l’avviso dal comune che mio nonno Oddone sarebbe stato riesumato il 29 dicembre (lo stesso giorno in cui 55 anni prima era stato sistemato in un colombaro, i cosiddetti “forni”, per intenderci), noi familiari siamo rimasti un po’ tutti toccati dentro; io, mio fratello, mia sorella, mia cugina Battistina e mia mamma volevano esserci. C’è voluto molto per dissuadere mia madre (sulla sedia a rotelle ed inoltre quel giorno afflitta da una tremenda influenza) dal partecipare a quel “evento” così particolare.

Nonostante avessi solo quattro anni e mezzo quando nonno Oddone passò a miglior vita, ricordo perfettamente quella mattina del 27 dicembre 1967;  mia zia Orsolina venne a prendermi nel mio lettino a sponde alte: - dov’è mia mamma?

- Mamma e papà stanno parlando con il medico, stanotte è accaduto un fatto straordinario: nonno Oddone è morto - me lo disse con una gioia, un sorriso, un’enfasi tale che io pensavo gli fosse accaduta la cosa più bella del mondo. Mi prese in braccio e attraversato il corridoio siamo entrati nella camera del nonno: era steso sul letto, ancora in pigiama, il viso bianchissimo, sul comodino c’erano 2 enormi flaconi di vetro pieni di sangue (il medico nel tentativo di alleggerirgli il cuore, gli aveva praticato un salasso), la sera prima a cena, il nonno aveva esagerato col cibo, nonna Elena

più volte l’aveva rimproverato: - Oddone, non ingozzarti, non sei abituato a mangiare così tanto, morirai di indigestione !! - Almeno crepe con la panso’ pieno’, - la morte l’aveva preso in parola. Il sangue sul comodino mi aveva enormemente impressionato, cominciai a chiamare il nonno sempre più forte, finché mia zia mi spiegò che stava dormendo il sonno eterno e non si sarebbe mai più svegliato. Lì  cominciai a piangere a dirotto, sceso dalle braccia di mia zia, andai giù per le scale raggiungendo la cucina, il medico era già andato via ed io urlai ai miei genitori che il nonno non mi rispondeva più, ero incalmabile... Mia zia Orsolina che era dietro di me, spiegò che aveva cercato di avvisarmi della scomparsa del nonno, sorridendo, per non spaventarmi ma quando ho compreso che non mi avrebbe più risposto, sono andato nel panico. Mia mamma si sedette e mi prese sulle sue ginocchia: - Giordano, devi pensare che nonno Oddone adesso è in un posto molto bello e lui è felice - Mi aveva detto che stamattina avremmo portato il mais alle galline con la mia carriola ! -

Mio nonno e mio papà per Natale mi avevano regalato una piccola bellissima carriola di legno costruita interamente da loro, aveva le stanghe dipinte di rosso, le maniglie intagliate e quando due giorni prima mi era stata donata ero andato fuori di testa dalla gioia. Finalmente mia mamma

PENSIERI E PAROLE 28

riuscì a calmarmi. Il giorno del funerale, prima che chiudessero la bara, qualcuno mi sollevò da terra per salutare il nonno l’ultima volta, e mi rimase fissa in mente la sua immagine. A distanza di 55 anni esatti (proprio lo stesso giorno in cui chiusero la bara), abbiamo assistito, io e i miei familiari, alla sua riesumazione; quando hanno tolto il coperchio e l’ho rivisto così ben conservato, con il suo doppiopetto scuro, mi è tornata in mente la scena di quand’ero bambino, del mio ultimo saluto, e lì i brividi mi sono corsi lungo la schiena; poi due addetti cimiteriali hanno preso il corpo, uno per le spalle e l’altro per le gambe, lo hanno sollevato dalla bara per riporlo in una cassa di cartone, e lì la testa di mio nonno si è staccata cadendo a terra. Quell’immagine è stata per me (e credo anche per gli altri parenti) una pugnalata al cuore, naturalmente è stata subito

recuperata e sistemata col resto del corpo. Nonostante tutto sia stato fatto col dovuto garbo, il cranio di mio nonno con i suoi capelli bianchi che rotolava a terra, non riesco più a togliermelo dalla mente. Essendo ancora ben conservato, la cassa di cartone con dentro il corpo di nonno Oddone, è stata seppellita. Adesso c’è una Croce di legno che indica dove sta “riposando”. Praticamente, è stato come assistere al suo secondo funerale; un’esperienza questa della riesumazione, molto forte che, con il senno di poi, non avrei voluto vivere. Sono sempre stato contrario alla cremazione, ma dopo quanto ho visto, ho già dato disposizione di fare un bel falò del mio corpo, non  voglio che un domani uno dei miei cari veda la mia testa rotolare per terra (già in vita, non è che l’abbia tenuta tanto sulle spalle).

PENSIERI E PAROLE 29
Giordano

TU NEVE

Dopo anni, eccoti. Finalmente sei tornata da noi. Lentamente e silenziosamente.

Sei arrivata dal nulla, come una sorpresa. Nessuno ti aspettava, eppure sei qui; con la stessa delicatezza di sempre.

E io, come una bambina, ti ammiro dalla finestra.

Ti guardo cadere dal cielo, venir trasportata dal vento e, infine, stenderti per terra e riposare.

Sei bellissima, coperta dal tuo abito bianco.

Con la tua freddezza che scioglie il cuore.

Sai togliere il fiato, cara neve.

Mi rendi felice in un modo che nemmeno conosco.

Sei per me quell’ancora di salvezza che mi convince a crederci.

Pazzesco per qualcosa di così minuscolo, ma allo stesso tempo così speciale.

Ti ho amato e ti ho aspettato;

Ti amo e ti aspetto.

Fuori dalla finestra c’è quel mondo così vicino che però sembra appartenere alle fiabe.

E io sono quella bambina euforica nel vederti sul prato.

Sei piena di ricordi che porti all’improvviso. Ricordi che non mi ricordavo di avere.

Quei ricordi felici di una vita che se n’è andata. Quelle risate con mio fratello mentre scendevamo con lo slittino e QUEL

sorriso stampato sul volto lontano di mia nonna.

Io, bianca come la neve, che ti aspetto.

Mi calmi con un gesto e mi fai dimenticare dei problemi della vita.

Sei malinconia e felicità, egoismo e altruismo allo stesso tempo. Eppure, fai parte di me.

Ne farai parte per sempre, male o bene che tu mi faccia.

Io ti aspetterò per sempre, come da bambina.

Io ti aspetterò per sempre per dare vita alla me bambina.

Valeggi Eleonora

Al di là delle fedi e delle ideologie, alcuni di noi vorrebbero occupare uno spazio esagerato, immenso; possedere in modo irragionevole, anche a costo di schiacciare gli altri. Altri, invece, sono quasi timorosi di uscire dalla loro mattonella, preoccupati oltremodo di evadere e sconfinare nello spazio altrui. Sono due modi opposti di vedere le cose, uno allargato e coraggioso, l’altro timido e rinunciatario o, forse, al contrario, uno egoista e invadente, l’altro composto e rispettoso.

GOCCE DI MEMORIA

NOI CHE... da piccoli ci sentivamo

dire: “se cadi e ti fai male...

ti do anche il resto!”

PENSIERI
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BREMBATE SOPRA

Seduta comodamente sul divano, immersa nella lettura di un giallo -rara lettura di totale disimpegno- mi godo la quiete di questa domenica. Assaporo il benessere del corpo dopo quei riti da centro termale casalingo: doccia, scrub, shampoo, creme, profumo… Cose semplici, eppure inaccessibili a molta umanità. È più facile essere sereni e grati, avere pensieri sulla vita, quando hai addosso vestiti puliti, quando abiti una casa confortevole, un corpo in salute, lavato e profumato. Non sono cose scontate, neanche un po’. Non è la normalità, è già una ricchezza. Nella quiete di oggi si accomodano tanti pensieri, tanta vita presente con tutte le sue sfumature, con tutti i colori. La mia casa interiore è affollata, carica di emozioni, e tutte stanno al loro posto, così diverse e contrastanti. Oggi, qui sul divano, nel silenzio, nel tempo lento, tutta questa vita quasi trabocca. Mi torna in mente un’immagine: il giorno del trasloco dalla mia casetta di 50 mq, c’erano in cortile tutti gli scatoloni che i traslocatori avevano portato giù. Guardavo tutta quella roba e mi chiedevo come poteva esserci stata in quei cinquanta metri quadri. Ecco, oggi un po’ così. Ma quanti ricordi, stati d’animo, pensieri,

emozioni stanno qui stamattina?

Quanta vita? Ovviamente c’è sempre, ma nel quotidiano indaffarato e veloce rimane in sordina, sullo sfondo, nascosta da veli che solo a tratti fanno intravvedere qualche contorno sfocato. Oggi, invece, il silenzio e la quiete hanno alzato i veli, hanno permesso a quella vita di mostrarsi in primo piano. Qui c’è tutto: gioie e dolori, preoccupazioni e serenità. Stanno insieme, contemporaneamente. Ogni sfumatura accanto all’altra, senza mischiarsi, senza confondersi. Ognuna nella sua essenza, col suo peso. Forse, un segno dell’età è che alla domanda: “Come stai?” la risposta non viene quasi mai netta. Bene, male… Mah! Suonerebbe un po’ strano rispondere: “sto nella complessità”, eppure sarebbe la risposta più vera.

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È la forma femminile di Milan o Milen, un nome slavo basato sulla radice mil (“caro”, “grazioso”, “amabile”, “clemente”), utilizzato sia indipendentemente, sia come ipocoristico di altri nomi contenenti tale termine, come Miloslav e Milorad. In alcuni casi, il nome può anche essere scambiato per una sincope di Maria ed Elena, o di Maria e Maddalena. Il nome si diffuse al di fuori dei paesi slavofoni nel XIX secolo, allorché Nicola I, re del Montenegro, sposò la tredicenne Milena Vukotic: l’arrivo del nome in Italia, nel XX secolo, è sempre dovuto alla stessa figura: la figlia di Milena e Nicola, Elena, sposò infatti Vittorio Emanuele III, futuro re d’Italia, e il nome di sua madre si diffuse nella penisola come forma di omaggio alla casa Savoia. È importante notare che, nelle varie lingue slave, il nome è pronunciato in maniere diverse: mentre ad esempio in bulgaro si ha una pronuncia piana (“Miléna”), in serbo è invece sdrucciola (“Mìlena”); Milena del Montenegro proveniva da una regione serbofona tuttavia, probabilmente a causa della diffusione del suo nome attraverso la carta stampata, in italiano prese piede la forma piana. Più presente nel nord d’Italia e nel Centro, in particolare in Toscana. Il nome è adespota, cioè non ha santa patrona; l’onomastico ricade quindi il 1º novembre, festa di

Ognissanti. Tra i personaggi che portano questo nome: Milena Agus, scrittrice italiana; Milena Canonero, costumista italiana; Milena Cantù, cantante e compositrice italiana; Milena Gabanelli, giornalista italiana; Milena Jesenská, giornalista, scrittrice e traduttrice ceca; Milena Mancini, attrice italiana; Milena Manni, cantante italiana; Milena Markivna Kunis, attrice ucraina naturalizzata statunitense; Milena Miconi, attrice, modella e soubrette italiana; Milena Milani, scrittrice e giornalista italiana; Milena Pavlovic, attrice serba; Milena Radecka, pallavolista polacca; Milena Rašic, pallavolista serba; Milena Rosner, pallavolista polacca; Milena Roucka, wrestler e modella canadese; Milena Usenik, atleta e pittrice slovena; Milena Vukotic, attrice cinematografica e teatrale italiana...

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Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Recentemente alla televisione hanno trasmesso in prima serata la serie tv sul Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e questa cosa mi ha spinto ad informarmi, per sapere qualcosa di più oltre alla storia forse un po’ romanzata, vale a dire chi fosse davvero questo servitore della Patria.

Il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa fu mandato in Sicilia a combattere la Mafia e fu ucciso dai sicari di Cosa Nostra il 3 settembre del 1982. Con lui perirono la seconda moglie Emanuela Setti Carraro e la guardia di scorta Domenico Russo. Si può tranquillamente dire che quest’uomo fu un eroe contemporaneo che ha cercato di difendere le Istituzioni italiane come lo fecero anni dopo anche altri come, ad esempio, i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. E sicuramente senza queste persone ora come ora non avremmo la democrazia che ci permette di vivere in una nazione libera come lo è la nostra. La prima moglie del Generale fu la signora Dora Fabbo che morì nel 1978 a causa di un infarto. Fu la madre di Rita, Nando e Simona, ovviamente, dalla Chiesa. La signora Fabbo e il Generale si erano conosciuti poco più che adolescenti: lui aveva 18 anni e lei solo 15. Hanno trascorso assieme gli anni in cui lui era partigiano ed anche quelli del terrorismo. Infatti fu nominato Generale di Brigata e inviato a Torino tra il 1973 e il 1977 e lì combatte duramente le Brigate Rosse e per merito suo fu creato “il Nucleo Speciale Antiterrorismo” attivo tra il 1974 e il 1976. Nel 1978 dopo essere stato promosso Generale di Divisione ottenne dei poteri speciali e fu colui che coordinava le varie forze di polizia sempre contro il terrorismo. Negli anni seguenti ebbe altri incarichi importanti fino ad arrivare al 1982 quando venne nominato Prefetto di Palermo ed ottenne l’incarico di combattere Cosa Nostra in Sicilia. Quello che è certo che il Generale conosceva alla perfezione l’Isola dove arrivò per la prima volta nel 1949 per comandare il Gruppo Squadriglia di Corleone e così facendo poté far incriminare il boss Luciano Liggio.

In seguito tornò ancora in Sicilia dal 1966 al 1973, sempre a Palermo, con lo scopo di indagare sulla scomparsa di Mauro de Mauro (si trattava di uno studioso della nostra lingua ed era un giornalista e anche ministro) che voleva cercare i collegamenti tra la brutale fine di Enrico Mattei, capo dell’Eni, e la Mafia. Dell’uomo non si seppe più niente anche se ogni tanto, come nel novembre del 2021, si riteneva di aver trovato i poveri resti del De Mauro…

Si pensava che il Generale, essendo stato già per diverso tempo sull’Isola, sarebbe stata la carta vincente per fare in modo che si potesse sconfiggere “Cosa Nostra” ed invece, purtroppo, non fu così. Il Generale non indagò solo (si fa per dire ovviamente) sulle Brigate Rosse o sulla mafia ma anche sull’eversione di destra. E questo avvenne dopo più di dieci strani attentati a Savona che lo portarono ad affermare che il problema dell’estrema destra doveva essere affrontato di petto.

Qualsiasi estremismo (e questo lo dico io) da qualunque parte arrivi non è mai sicuramente un bene. Il metodo del Generale Dalla Chiesa era sicuramente molto vincente ed efficace dato che riuscì ad infiltrare alcuni agenti tra i brigatisti e in seguito a questi primi arresti riuscì a far parlare alcuni dei pri-

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mi pentiti. E perciò ci si domanda il motivo per cui si decise nel maggio del 1975 di far chiudere il Nucleo Speciale che il Generale aveva creato dato che così facendo si stavano avendo i primi risultati… Tuttavia questa sezione (o qualcosa di molto simile) tornerà in vita grazie ai ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dei Carabinieri. Per questi tre omicidi: il suo, quello della moglie e dell’uomo della scorta furono condannati all’ergastolo alcuni dei vertici di Cosa Nostra come Toto Riina, Bernardo Provenzano e Bernardo Brusca.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è nato a Saluzzo (Cuneo) il 27 settembre 1920 e morì per mano di Cosa Nostra il 3 settembre 1982.

È stato sepolto nel Cimitero della Villetta a Parma.

Alcune date importanti

• 08/08/1974 vengono arrestati a Pinerolo grazie a un militare infiltrato sia Renato Curcio sia Alberto Franceschini entrambi fondatori delle BR e tuttavia dopo pochi mesi riescono a scappare dal carcere.

• 28/03/1980 in un covo delle BR a Genova sono uccisi quattro brigatisti e venne ferito un carabiniere del Generale.

• 12/05/1981 poco dopo la scoperta degli elenchi della P2 di Licio Gelli il Generale Dalla Chiesa viene chiamato dai magistrati perché c’è una domanda di adesione con il suo nome.

Tuttavia Gelli non aveva accettato la sua richiesta di aderire alla Loggia. Il Generale afferma che entrare nella massoneria (testuali parole) “poteva essere il mezzo per conoscere chi mi poteva ricollegare alle

indagini che a me premevano tanto” e si riferisce all’eversione di destra.

• 03/09/1982 alle ore 21.10 Il Generale e la moglie subiscono un attentato che non darà loro scampo mentre il carabiniere di scorta Russo (anch’egli ferito) morì dopo dodici giorni.

• Il funerale avrà luogo il 04/09/1982 nella chiesa di San Domenico a Palermo.

• In seguito ci furono molte polemiche tanto è vero che lo Stato fu accusato di aver lasciato da solo il Generale a combattere la mafia.

Il giorno dei funerali la figlia Rita chiese ed ottenne che dalla bara del padre fosse tolta la corona di fiori inviata dalla Regione Sicilia in quanto il presidente Mario D’acquisto aveva aspramente polemizzato con il padre.

Cosa sono le Brigate Rosse e la Loggia Massonica P2?

1. Le Brigate Rosse furono un’organizzazione armata di estrema sinistra che minava di far saltare la democrazia e le basi su cui l’Italia si fonda. Fu responsabile di diversi atti violenti e omicidi di personalità di spicco come politici, ministri e forze dell’ordine. Si sviluppò tra il 1970 e il 1988 e ancora con le Nuove Brigate Rosse tra il 1999 e il 2006.

2. La Loggia Massonica detta P2 era un gruppo di persone che erano guidate da Licio Gelli che era detto “Grande Maestro” o “venerabile” con scopo eversivo e per questo segreta. Nacque nel 1970 e la sua attività terminò dieci anni dopo.

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Ricordando Santa Lucia e i suoi doni 70 anni fa

La Santa Lucia era è resta uno dei giorni più attesi per i bambini del nord Italia, e nei nostri paesi. Attesa per i regali per i piccoli, oggi anche per i grandi. Regali al passo con i tempi, adatti al consumismo, che sessant’anni fa non era certo di casa. Giochi con telecomando, automobiline a misura di bambino, bambole alte come le bambine, telefonini, smartphone, tablet. Va accolta con soddisfazione e come positività la tecnologia che tutti, in piccolo o in grande adoperiamo, che riguarda il futuro, le nuove scoperte, il cambiamento per il progresso. Ricordare, in molti casi è maestra di vita, non dimenticarsi del passato e delle sue tradizioni. A raccontare il passato per noi nonni riempie il cuore, tanto più se siamo ascoltati.

Santa Lucia che arriva nella notte del 12/13 dicembre, forse oggi è poco conosciuta e meno pregata del passato, protettrice della vista, dato che il suo nome significa appunto “luce”, le cui origini storiche la danno vissuta nella città di Siracusa, martire cristiana del IV° secolo, durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.

Essa conserva ancora, seppure in modo diverso, un fascino unico anche per gli adulti, un tuffo nella dimensione del sogno, dello stupore, dell’attesa, emozione per i più piccoli, momen-

CAVALLINO A DONDOLO

to magico, in una atmosfera di mistero.

La sera prima, si rinunciava al ritrovarsi nella stalla con le famiglie, per trascorre qualche ora al caldo, con giochi per noi bambini e ragazzi, chiacchiere delle mamme e gioco della carte per i maschi adulti. I più giovani si trovavano nell’osteria che aveva già la televisione, nelle nostre case non era ancora arrivata, possedere la radio era già un lusso.

Le famiglie da noi erano quasi tutte povere, ma ricche del lavoro dei padri e dell’armonia familiare, piena di calore e serenità.

Per qualche sera prima della Santa Lucia, non mancava di ricordarci l’avvenimento suonan-

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PENSIERI E PAROLE IL GIOCO DELLA CAVALLINA
LA FIONDA

do alle nostre porte o finestre il campanellino. Ricordandoci di essere buoni, viceversa non sarebbe mancato il carbone. In quel mese, eravamo tutti più buoni, ad ogni capriccio o marachella non mancava il richiamo della mamma. Oggi ai più piccoli con quel suono, lascia all’esterno dell’abitazioni qualche caramella e dolcetto. Quella sera, in una scatola si preparava un po’ di fieno e un po’ di farina gialla, per l’asinello della Santa, che nella notte sarebbe passata. Si andava a letto presto, trepidando per l’attesa, pensierosi prima di addormentarci.

L’alba per alzarci era vicina.

I doni e regali quel mattino erano ben in vista sul tavolo. Insieme a qualche caramella, anche un pezzetto di carbone, nero e zuccherato.

I più erano doni di frutta, noci, mele, cachi, aranci. Era facile pensare….sembrano identici a quelli che avevamo nel granaio, ch’erano stati raccolti nel giardino, meglio nell’orto.

Due/tre quaderni e altrettante matite per la scuola (si scriveva con pennino ed inchiostro). Qualche gioco, come pupazzi di stoffa, birilli di legno, le bambole erano di panno lenci e cartapesta realizzati artigianalmente.

Le biciclette per i bambini non c’erano allora, per più fortunati vi erano dei piccoli tricicli in ferro leggeri. Per alcuni i loro genitori, dei veri artisti, avevano costruito in legno tavolini, piccole sedie, cavallo a dondolo, piccole carriole. Non mancava la fionda, così come le biglie, erano di terracotta, le più belle in vetro colorate. Si giocava molto in strada o nella piazzetta, cosi come al pallone, giochi assimilati a tanti altri inventati con fantasia su suggerimento dei grandi.

Giocattoli che dovevano poi durare, fino all’anno successivo, perché le possibilità economiche delle famiglie erano sempre costantemente ridotte all’osso e le priorità erano ben altre.

Oggi, Santa Lucia è uno dei tanti giorni di regalo, insieme ai compleanni, alle prime promozione

scolastiche, alla ricorrenze religiose, ricordate per i regali, non per la loro valenza evangelica. Santa Lucia, conservava un fascino unico anche per gli adulti, i quali rivivevano nella dimensione del sogno, dello stupore e della memoria.

Li riportava verso emozioni antiche e quindi era suggestivo far rivivere ai loro figli piccoli il momento magico provato da bambini, in una sorta di atmosfera di mistero. Oggi i bambini sono molto più svegli, l’alone del silenzio è interrotto da certi discorsi, con parole che non lasciano spazio a sospesi segreti.

UN CARETTINO PICCOLA SEDIA

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PENSIERI E PAROLE
Marino Marini

TORTA MARGHERITA SOFFICE

Ingredienti per 4 persone

150 gr di farina

150 gr di fecola di patate

5 uova

180 gr di zucchero

90 gr di burro

130 ml di latte

16 gr di lievito per dolci

1 scorza di limone

1 pizzico di sale

zucchero a velo qb

• Preparazione ricetta

Separate i tuorli dagli albumi e tenete questi ultimi da parte. Montate i tuorli con lo zucchero. E’ molto importante lavorare le uova con una frusta (a mano o elettrica) per diversi minuti perchè più il composto incamera aria, maggiore sarà la morbidezza della torta. Utilizzate uova a temperatura ambiente. Dopo che la montata di uova avrà assunto un aspetto chiaro e spumoso, aggiungete il burro a temperatura ambiente ammorbidito a pezzetti e amalgamatelo per bene. Terminata questa operazione, setacciate la farina, la fecola e il lievito e aggiungeteli poco alla volta al composto.

Per aiutarvi nell’impasto, aggiungete anche il latte. Qualora il composto dovesse risultare ancora secco aggiungete, poco alla volta, altro latte.

Grattugiate la buccia di mezzo limone e aggiungetela all’impasto. Montate gli albumi tenuti da parte in precedenza a neve ferma.

Prendete gli albumi montati e uniteli al composto. Eseguite questa operazione con delicatezza, aggiungendoli poco alla volta e mescolando con una paletta di silicone dal basso verso l’alto per non far smontare l’impasto. Imburrate e infarinate una teglia da forno da 22 cm di diametro e versateci dentro il composto.

Livellate, non sbattendo, e cuocete in forno statico a 150 °C per circa 70 minuti. In realtà la torta potrebbe essere cotta anche 180 °C per 50 minuti, ma è preferibile scegliere una temperatura più bassa per favorire una lievitazione migliore. Prima di sfornarla, effettuate la prova dello stuzzicadenti, infilandolo nel centro della torta dovrà uscire asciutto e pulito. Una volta cotta spolverate la torta margherita con zucchero a velo a piacere.

GUSTO A TAVOLA
Sandra
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ARIETE (21/03 - 20/04)

La vita privata non è il massimo. Impegnati di più per capire ciò che non va. Quando non sei sicuro di qualcosa, preferisci ragionarci con la tua testa, piuttosto che lasciarti influenzare dalle idee degli altri.

CANCRO (22/06-22/07)

Non lasciatevi andare. Cercate di tenere duro perchè presto una situazione si sbloccherà del tutto. Affrontate con determinazione una questione che avete da tempo rimandato. Controllate la vostra alimentazione e il vostro stato di salute. Incontri piacevoli a sorpresa....

BILANCIA (23/09-22/10)

Non arrendetevi ad alcune circostanze che potrebbero scoraggiarvi: dovete imparare a lottare per quello che più desiderate, e se vi sentite senza forze, provate a reagire con il piglio giusto. L’amore vi consola: la vostra partner sa essere dolce nei vostri confronti..

CAPRICORNO (22/12-20/01)

Molte riceveranno un messaggio gradito e alcune inviti, ma occhio a non cadere nelle bramosie di qualcuno che è interessato solo alle vostre lenzuola.I sensi di colpa potrebbero distruggervi: provate a domarli riconsiderando più a fondo le situazioni che li hanno generati.

TORO (21/04-20/05)

Prendetevi una pausa con l’amore e cercate di riflettere bene a cosa state facendo. In ogni caso riflettete e molto. Molto buoni i rapporti con parenti stretti e vicini di casa. Favoriti i viaggi. Evita alcolici, fumo, medicinali...

LEONE (23/07-23/08)

Non tutti gli amici sono sinceri: qualche sgambetto e qualche pettegolezzo di troppo.

Se avete una pena d’amore potete avere speranza che sta per risolversi: però non affrettatevi a trarre conclusioni che potrebbero travi in inganno. Salute ok!

GEMELLI (21/05-21/06)

Tenete per voi le vostre opinioni che particolarmente gli altri sembrano non ben disposti a considerarle. Avrete delle buone idee riguardo a un progetto che avete in mente. In amore ottima sintonia con il partner: momenti indimenticabili.

VERGINE (24/08-22/09)

Amore e lavoro mal si conciliano: se avete un giorno di ferie... prendetelo o al lavoro o dal vostro partner! Cercherai qualcosa che ti emozioni. Non prestate ascolto ai pettegolezzi che qualcuno vorrebbe fare a tutti i costi su di voi. Il vostro amore è forte!!!

SCORPIONE (23/10-22/11)

Qualcuno cerca di distrarvi dai vostri obbiettivi e dalle vostre mete: non lasciatevi scoraggiare e proseguite come se nienete fosse se tenete al successo. Non temete. Verranno presto a bussare alla vostra porta delle grandi novità.

ACQUARIO (21/01-19/02)

Buone notizie in arrivo per quanto riguarda l’amore. Però non siate ansiosi e soprattutto non mostratevi entusiasti di fronte agli altri. Ricordate che la riservatezza è raccomandata in questo periodo. Avete l’autorevolezza e mettete il cuore in tutto...

SAGITTARIO (23/11-21/12)

Buone occasioni da amici fidati: soprattutto per il lavoro potresti ricevere una mano dagli amici inaspettatamente.

Potrebbe esserci qualche spesa imprevista per riparazioni, non saranno eccessive ma vi procureranno qualche irritazione.

PESCI (20/02-20/03)

Se il partner dovesse mostrarsi particolarmente esigente, non datevi eccessivo pensiero: potreste avere qualche malinteso se provate a reagire senza pensare. Quello che seminerete raccoglierete presto: quindi seminate bene e spargete intorno a

tanta buona

energia... 39 OROSCOPO FEBBRAIO /2023
voi

LE ORIGINI DEI RUGGERI BERGAMASCHI

Nel bergamasco è possibile enucleare almeno tre ceppi originari del cognome Ruggeri, il primo sorto in Val Brembana, il secondo ad Almè e il terzo ad Adrara. I Ruggeri della Val Brembana rappresentano i più antichi Ruggeri bergamaschi e sono probabilmente gli antenati della maggior parte degli odierni Ruggeri. Se infatti, come è noto ai genealogisti, i cognomi tendono a mutare soprattutto nel corso del Cinquecento, dei Ruggeri in Val Brembana vi è traccia già nella seconda metà del Quattrocento, allorché il 23 maggio 1454 Giovanni detto Branagi Ruggeri di Riccardo di Piazzamartina acquistò a credito della lana da Montanaro Sonzogni per la somma di 19 lire e 1 soldo. Dal ceppo brembano dei Ruggeri, ammesso che di unico ceppo possa parlarsi, deriva il pittore Jacopo Palma il Vecchio (1480 circa-1528), nato a Serina, figlio di Antonio detto Tonolo, nipote di Bartolomeo, pronipote di Comino Nigretto de Lavalle, trisnipote di Giovanni detto Nigro Ruggeri. Ciò dimostra l’esistenza di tale cognome già nel Trecento. La maggior parte dei Ruggeri visse a Poscante, nel territorio di Zogno, almeno tra il XVII e XVIII secolo. Il 31 maggio

1634 Giovanna Ruggeri fu Antonio di Poscante, vedova di Bartolomeo Zanchi di Piazza Monaci, conferì procura al figlio Andrea Zanchi per esigere la sua dote dal fratello Francesco Ruggeri, che era emigrato a Ferrara. Dai Ruggeri brembani discesero numerosi notai, operanti soprattutto a Zogno e dintorni nel corso del Settecento. Degni di nota sono poi Giovanni, rappresentante della valle Brembana inferiore nel 1796, quando venne sottoscritto un aiuto militare da portare a Venezia, mentre Giovanni, sacerdote, e Pietro figurano come scrittori di argomenti storici bergamaschi ma è certamente Pietro Ruggeri da Stabello (1797-1858), poeta dialettale, l’esponente più noto del casato.

Nessun legame vi è tra i Ruggeri della Val Brem-

bana e i Ruggeri di Almè, seppur gli antenati di questi ultimi fossero provenienti dalla medesima valle. L’origine dei Ruggeri di Almè va ricondotta infatti a Ruggero Piazzalunga, nato sul finire del Quattrocento da una famiglia che circa un secolo e mezzo prima aveva lasciato la contrada Piazzalunga, posta tra i territori di San Pellegrino e San Giovanni Bianco. Abbandonata la località da cui trassero il loro primo cognome documentalmente accertabile, gli antenati dei Ruggeri Piazzalunga si stabilirono per qualche anno, poco dopo la metà del Trecento, sul Monte San Vigilio, all’interno del territorio del comune di Bergamo. Ciò avrebbe consentito ad alcuni discendenti di questa famiglia, tra cui proprio i Ruggeri, di ottenere il riconoscimento della cittadinanza bergamasca, privilegio concesso a chi poteva dimostrare unadiscendenza in linea paterna da persone che in epoche anche remote avessero avuto la qualità di cittadini di Bergamo. La cittadinanza poteva essere riconosciuta, tra l’altro, per aver abitato all’interno del territorio del Comune. A tal fine venivano effettuate ricerche negli archivi comunali finalizzate alla ricostruzione genealogica del soggetto che presentava l’istanza per il riconoscimento della cittadinanza. Il 2 luglio 1583 a ottenere la cittadinanza bergamasca furono i fratelli Gasparino, Antonio, Tomasino, Domenghino e Gherardo, figli del fu Ruggero, a sua volta figlio di Antonio di Gherardo di Bertolino di Giacomo di Alberto “Cazzia de Platealonga”. I figli di Ruggero, il quale, oltre a prendere a colonia un podere nel 1540, aveva anche acquistato diversi appezzamenti nel territorio di Almè, dopo aver proceduto alla divisione ereditaria nel 1558 si trovarono in conflitto tra loro, riuscendo a definire la controversia per mezzo dell’arbitrato del Magnifico Marcantonio Dell’Olmo nel 1586. Quasi due secoli dopo, il 28 gennaio 1751 a vedersi riconosciuta la cittadinanza fu Paola Rug-

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geri fu Giovanni Battista “Admissa fuit civit Paula fq Jo Bapta q Caroli Andrea olim Martini q Girardi olim Martini fq Girardi olim Rugeri”. Se i suoi antenati erano stati mossi dall’intento di conseguire i vantaggi fiscali che derivavano dallo status di cittadino, Paola aveva probabilmente chiesto il riconoscimento della cittadinanza al fine di ottenere una dote di maggior importo dal Luogo Pio Colleoni, antica istituzione che garantiva doti più consistenti alle spose indigenti che potessero dimostrare di appartenere a una famiglia “cittadina”. Ulteriori ricerche negli atti dei notai hanno fatto emergere come alcuni rami della discendenza persero il cognome Piazzalunga nel corso del Seicento per assumere definitivamente il cognome Ruggeri, mentre altri conservarono il doppio cognome fino all’Ottocento.

Gherardo Ruggeri (pronipote del primo Ruggero Piazzalunga), massaro di Gianbattista Bottagisio, dopo aver definito alcune questioni sorte con quest’ultimo nel 1664, lasciò Almè per stabilirsi con i figli a Ponte San Pietro, in località Briolo. Suo figlio Antonio, tornato per poco tempo ad Almè, intorno al 1696 prese dimora a Ponteranica, dove i suoi discendenti (talvolta registrati come “Roggeri” o “Rogieri” e soprannominati “Gilardi”, dal nome del padre di Antonio) abitarono fino al primo decennio dell’Ottocento, epoca in cui i suoi pronipoti si stabilirono a Bergamo: uno a Valtesse, uno a San Vigilio e uno in via Pelabrocco. Non è ancora stato accertato se altre famiglie Ruggeri, abitanti a Ponteranica e a Sorisole nel XVIII e XIX secolo siano riconducibili ai Ruggeri della Val Brembana o ai Ruggeri di Almè. I Ruggeri della Val Calepio, presenti negli ultimi cinque secoli soprattutto ad Adrara, Foresto e Villongo, traggono origine da un ramo della famiglia Bizioli di Adrara. Anche in questo caso è probabile che il mutamento del cognome sia avvenuto in ragione del nome proprio di un antenato, Ruggero, che dovrebbe essere nato nella

prima metà del Quattrocento, se non in epoca ancora più risalente.

Il doppio cognome venne riportato negli atti notarili per tutto il Cinquecento e per parte del Seicento: Ruggeri diverrà l’unico cognome dei discendenti di Ruggero Bizioli nel corso del XVII secolo, epoca in cui si perse qualsiasi traccia dell’originario cognome, così come avvenne per altre famiglie di Adrara, pure appartenenti al ceppo dei Bizioli (gli Zanini e gli Zilioli).

Da Bernardo Ruggeri Bizioli, nato a metà del Quattrocento e deceduto in data anteriore al 1524, nacque Michele, dai cui figli Fermo, Faustino e Giovanni discesero tutti i Ruggeri di Adrara e dintorni. L’11 gennaio 1599 il fratello Michele, abitante in contrada Costa, fece testamento, nominando erede Maffeo e lasciando 200 lire all’altro fratello Bartolomeo detto Bertramo. Bertramo il 5 febbraio 1607 vendette al fratello Maffeo un terreno a Grone in contrada Colle Termini e pagò le 800 lire promesse in dote alla figlia Domenghina, moglie di Simone Vicini, che sarebbe morto di lì a pochi anni, lasciando una figlia minorenne, Elisabetta, la cui tutela fu affidata proprio al nonno materno Bertramo Ruggeri Bizioli. Quest’ultimo, in tale veste tutoria, il 22 maggio 1617 procedette a una vendita in favore di Bernardo Vicini, zio paterno della tutelata. Il 19 giugno 1624 a dichiarare le sue ultime volontà fu Giovanni Ruggeri, figlio del defunto Maffeo, che nominò erede universale la figlia Isabetta, nata dalla moglie Lucrezia Micheli, la quale, rimasta vedova e passata in seconde nozze con Giacomo Zanini, il 5 dicembre 1629 costrinse il cognato Faustino Ruggeri a corrispondere 380 delle 1.200 lire dotali alla famiglia Zanini. La dote, cioè l’apporto conferito dalla famiglia della sposa al patrimonio dello sposo o della sua famiglia per sostenere gli oneri del matrimonio, costituiva infatti un credito vantato dalla sposa, garantito sul patrimonio dello sposo o della sua

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famiglia. La garanzia era dovuta in funzione della restituzione alla sposa del valore della dote, esigibile in caso di scioglimento del matrimonio. Nei fatti ciò avveniva in caso di passaggio della sposa a nuove nozze. Infatti, in un’epoca in cui il divorzio non era ammesso, lo scioglimento del matrimonio coincideva sostanzialmente con il decesso di uno dei due coniugi, e il marito, per evitare pregiudizi ai figli, attribuiva quasi sempre in via testamentaria l’usufrutto vitalizio della sua eredità alla moglie, purché vivesse in stato vedovile e non riscuotesse la propria dote. Non erano poi rari i casi in cui la vedova disponeva per testamento della dote stessa nominando i soggetti destinati a beneficiarne dopo la sua morte.

Quanto sopra delineato in merito alla storia del cognome Ruggeri diffuso nella bergamasca conferma come un medesimo cognome si possa es-

sere formato in via del tutto autonoma anche in località ed epoche non distanti tra loro. Non solo i Ruggeri bergamaschi non sono parenti, neppure alla lontana, dei Ruggeri presenti nel Sud Italia, ma anche tra gli stessi Ruggeri bergamaschi non potrà mai definirsi un legame genealogico patrilineare, mancando un comune progenitore tra i diversi ceppi, come è emerso nel corso delle ricerche svolte. Pertanto, è ancor più evidente come al fine di collegare una specifica famiglia a noti personaggi aventi lo stesso cognome non si possa prescindere da uno studio attento e scrupoloso delle fonti archivistiche, partendo da quelle comunali, e proseguendo con quelle parrocchiali e notarili, generazione per generazione.

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Valerio Giannetta

Brrrrr mamma mia, che freddo stamattina. Accendo subito il camino ma sento urlare la Merla ed il suo piccino

“Ci eravamo nascosti nella cappa del camino per difenderci dal freddo che ha portato la Cara San Martina”. Ma adesso siete tutti neri di fuliggine. Lo fate un bagno caldo con qualche goccia di candeggina?

Per carità, neri vogliam restare portare alta la bandiera, della nostra diversità.

Quando il freddo non ci farà più patire e fuori potremo uscire oer noi sarà un vanto mostrare a tutti il nostro scuro manto.

IL PREZZO DELLA VITA

Mi hanno sempre impressionato questi giovani motociclisti che con una velocità da capogiri e con assordante rumore sfrecciano sulle strade attirando l’attenzione e forse sentendosi padroni dell’universo. Suscitano una tale tristezza e malinconia, è possibile considerare così poco la vita a essere pronti di buttarla come carta straccia, o di essere irresponsabili a tal punto di perdere addirittura il senso di autodifesa. O peggio ancora, di non riuscire più a distinguere il male virtuale da questo reale e di pensare che la morte fa parte del gioco?

Assurdo, insensato, quasi irreale.

Mi sembra di sentire insieme ai rumori dei veicoli il fracasso di crani spaccarti. Prego e spero che non succeda niente di male e che un giorno possano capire, esistono altri modi per affermare di essere coraggiosi e che rischiare la vita senza motivo non ha alcun senso, né per gli altri, né per se stessi. Dove siete diretti con queste assordanti, infuocate motociclette? E Lei ad aspettare, è bene che lo sappiate. L’unica certezza da quando siamo nati.

Ragazzi, la vita non è un foglio strappato da un libro appena cominciato, né manciata di polvere sparpagliata né fruscio di nero vento tra spogli rami. E’ qualcosa oltre le cose, ovunque, qui e altrove. Cosa vi dà questo ingannevole istante, un volo nel vuoto? E’ noto, la tentazione miete vittime anche tra le persone mature, famose, povere o facoltose, false emozioni, avvelenate sensazioni di volare, mentre è un semplice strisciare. Fermatevi, frenate questa corsa folle, prima che sia finita chiedendovi in cambio il sangue della giovane vita.

ED È POESIA 30 Gennaio (San Martina)
E
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PENSIERI
PAROLE
GRAFICA COMPRESA

Hogwarts Legacy, che cosa sappiamo fino ad ora sul nuovo open world di Harry Potter

Uno dei videogiochi più attesi del nuovo anno 2023 è sicuramente Hogwarts Legacy, il primo videogame open world dedicato alla serie di Harry Potter.

Da sempre la saga videoludica di Harry Potter, ispirata ai romanzi e alle vicende della serie cinematografica, ha ripercorso gli eventi dei film in sequenza aggiungendo sequenze di azione

alle singole vicende accadute. In questo nuovo Hogwarts Legacy vivremo una storia completamente distaccata da quella di Harry Potter, ambientata circa 100 anni prima gli eventi del film in una modalità di totale esplorazione e costruzione del proprio personaggio.

Vediamo insieme le principali caratteristiche di Hogwarts Legacy!

44 L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE
La copertina di Hogwarts Legacy

Indice degli argomenti:

• World

• Gameplay

• Creazione del personaggio

• Date di uscita

Open World

I videogiochi open world sono una tipologia di videogames dedicati all’esplorazione, ovvero il giocatore può intraprendere la storia principale del gioco e le relative missioni secondarie oppure perdersi nell’esplorazione dell’enorme mappa messa a disposizione.

Grazie all’esplorazione si scoprono segreti e oggetti di vitale importanza che portano a migliorare la propria potenza e abilità nel corso della partita.

Hogwarts Legacy si basa proprio su questo concetto e non avrà solo ambientazioni all’interno della scuola di magia di Hogwarts, ma sarà possibile esplorare tutti gli ambienti esterni ed anche oltre. Il nostro luogo base rimarrà comunque il castello, dove potremo sviluppare le nostre magie, seguire lezioni e modificare il nostro personaggio.

Gameplay

Assieme all’open world una delle caratteristiche di Hogwarts Legacy sarà la personalizzazione del protagonista.

Infatti sarà possibile creare da zero il personaggio principale, assegnargli delle prime abilità che poi saranno

sviluppate durante il corso della storia. In base agli incantesimi che si sceglieranno si andrà ad influire sulla tipologia di approccio al gioco con il giocatore e anche a determinati incantesimi più o meno adatti al nostro stile di gameplay.

Si potranno assegnare fino a 20 incantesimi totali negli slot di scelta del protagonista durante le fasi di combattimento.

Fase di creazione del personaggio

Gli incantesimi saranno di due tipologie principali: “danno” e “controllo”. Gli incantesimi potranno esser combinati tra di loro in combo molto potenti per sconfiggere determinati nemici!

L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE 45

Creazione del personaggio

Legata alla costruzione del vostro mago / strega sarà presente anche il famosissimo evento

della suddivisone in casate tramite il “cappello parlante”.

Una delle scene di combattimento del gioco

Di seguito le case presenti nel gioco:

• Grifondoro

• Tassorosso

• Serpeverde

• Corvonero

La scelta della casa influirà caratterialmente sul protagonista mago e vi porterà a potenziare o migliorare caratteristiche del personaggio più affini alla casata di appartenenza.

Tutte e 4 le casate avranno le proprie stanze

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Combattimento in corso in una delle sale

comuni interamente esplorabili e saranno luoghi di interazione dove il giocatore potrà parlare con altri studenti e scoprire missioni secondarie.

Cosa molto curiosa è che tutte e 4 le stanze comuni avranno il loro ingresso caratteristico proprio come visto nei film della serie.

Una delle scene di volo in Hogwarts

Purtroppo non ci sarà il Quidditch, sport (simile al rugby) molto noto della serie in cui si gareggia su scope volanti.

Vedremo se nello sviluppo della serie sarà integrato qualche pacchetto d’espansione che conterrà questa attività.

Date di uscita

Hogwarts Legacy è uscito il 10 Febbraio 2023 su piattaforma PS5, Xbox Series X e PC. Per i clienti che hanno preordinato il gioco è stato possibile avere un accesso anticipato il giorno

7 Febbraio.

Per l’uscita del gioco sulle piattaforme Old Gen si dovrà aspettare il 4 Aprile 2023 per PS4 e Xbox, e il 25 Luglio 2023 per Nintendo Switch.

L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE 47

Cerimonia del cappello parlante

A livello di prezzi siamo attorno ai 60 – 70€ per la versione base e 90€ per la tipologia Deluxe Edition. Questo per ora è tutto ciò che sappiamo riguardo l’attesissimo Hogwarts Legacy, vedremo se l’uscita di un primo gioco open world dedicato alla serie di maghi più famosa al mondo saprà soddisfare le aspettative di tutti i videogiocatori!

48 L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

IL VESTITO DELLA FESTA

Ormai tutti, sia donne che uomini, abbiamo armadi e cassetti pieni di vestiti, in ogni stagione. Alla fine indossiamo quasi sempre gli stessi pochi abiti: perché sono comodi, perché sono dei nostri colori preferiti, perché sono più alla moda, alcuni perché indossati ci fanno particolarmente sentire a nostro agio durante la giornata, altri perché sono dei classici eleganti adatti alle occasioni per varie ricorrenze. Magari alterniamo gli abbinamenti tra sotto e sopra, oppure cambiamo gli accessori, per far sembrare diverso anche lo stesso abbigliamento. Gioielli, anche di bigiotteria, dai più semplici, ai più bizzarri e colorati; da quelli quasi invisibili a quelli molto vistosi. Piccoli trucchi per vestire in modo piacevole senza svenarsi. È evidente comunque che compriamo troppi capi: tra saldi, prezzi stracciati sulle bancarelle del mercato, promozioni…. Approfittiamo un po’ durante tutto l’anno di occasioni convenienti, salvo in molti casi renderci conto a casa che non sono acquisti proprio ben fatti. C’è la maglietta che segna la pancetta, è troppo scollata o col collo troppo alto che soffoca; la gonna che segna i fianchi, è troppo corta, è un modello che ingrossa; il pantalone che segna il lato b, è troppo aderente o troppo largo…Insomma un’infinità di difetti più o meno veri, fanno sì che roba nuova finisca subito in un angolo e lì ci resti. Ad ogni cambio di stagione, una buona parte di ciò che spostiamo negli armadi sarebbe da buttare, ma come si fa con capi nuovi o quasi?? Ecco perché accumuliamo montagne di abiti che probabilmente non indosseremo. È uno spreco che potremmo e dovremmo imparare a ridimensionare, pensando a qualche decennio fa, quando ci potevamo permettere davvero poco, anche nell’abbigliamento. La maggior parte di noi aveva 1 solo abito per la domenica, “per la festa”, tenuto

molto da conto, per andare la mattina a Messa e il pomeriggio a trascorrere qualche ora con le amiche o con il fidanzato. Durante i giorni feriali “per èl dé de laur” avevamo un paio di cambi d’abito o poco più. Le donne di casa indossavano sempre il grembiule, per non sporcare e sciupare gli abiti di tutti i giorni, non avendo la lavatrice e pochi cambi nell’armadio. D’inverno, ricordo che mia nonna non aveva il cappotto, ma un grande scialle di pesante lana nera, con lunghe frange, calze di lana e ciabatte chiuse, tutto nero. Mia mamma invece vestiva già un po’ più moderna, sempre tuttavia con colori piuttosto scuri o neutri, però aveva almeno per l’inverno cappotto e stivali. Anche per gli uomini il numero d’abiti era limitato, con biancheria intima di tela bella resistente confezionata in casa con la famosa macchina da cucire Singer, così come l’intimo di lana, sferruzzato da mamme e mogli. Si è passati dall’essenziale, anzi scarso, all’eccesso e ancora, a volte, ci lamentiamo perché al mattino ci sembra di non aver niente di decente da mettere!

49 PENSIERI E PAROLE

BMW X5 E53, LA PRIMA SUV DELLA CASA DELL’ELICA

Sono passati ben ventiquattro anni dal lancio della prima serie della BMW X5. Nonostante tutto non fu lei la prima suv Made in Germany a solcare le nostre strade, la genesi di questa categoria di veicoli è da attribuire a mio avviso alla Mercedes ML, che nacque qualche tempo prima della X5.

La classe G che nasce negli anni 70 non è un suv, è tutto un altro genere di auto, si parla di un veicolo concepito per un uso anche militare, nonostante poi con il passare degli anni sia diventato uno delle fuoristrada più iconiche, care e modaiole. Venendo alla vettura protagonista dell’articolo, vide la luce nel 1999 e fu da subito un grandissimo successo commerciale. Effettivamente circa venticinque anni fa stava per partire ed esplodere il fenomeno dei suv.

Al momento del lancio non erano disponibili motorizzazioni diesel ma solo a benzina.

Ai tempi la benzina costava meno, ma la X5 montava un V8 da 286 CV di potenza, abbinato ad un cambio automatico e alla trazione integrale permanente. Risultato: 210 km/h e 0-100 coperto in sette secondi netti, consumi da shuttle in fase di lancio...

Diciamo pure che le prestazioni erano corrispondenti ai consumi. Poco dopo le venne affiancato un sei cilindri in linea da 231 CV, leggermente più parco nei consumi ma comunque abbastanza prestazionale.

Disegnata da Bangle, allora capo del design BMW, a mio avviso geniale nel leggere e interpretare quel periodo storico automobilisticamente parlando, denso di cambiamenti.

Partendo dalla base della serie 5 E39 si creò un suv destinato a fare successi commerciali per i due decenni a venire e che ad oggi dopo svariate generazioni non accenna a calare.

Internamente la parentela con la serie 5 E39 si vede chiaramente.

Nel 2001 arrivò la 3.0 D con motore da 184 CV che divennero poi 218 qualche tempo dopo. Con queste motorizzazioni la questione consumi divenne quasi ragionevole: ad oggi non è semplicissimo trovare delle benzina prima serie sopratutto se le si cerca nelle costosissime e quasi introvabili 4.6 e 4.8 is.

Queste due versioni rappresentarono, la 4.6 per la prima serie e la 4.8 per il restilyng, le versioni più prestazionali e veloci della gamma. Del resto BMW è da sempre simbolo di sportività e velocità. La 4.8 IS con i suoi 360 CV sfiorava i 250 km/h e accellerava da 0 a 100

Dolce Venere

AUTO D’EPOCA
50 Produzione Propria Ampio Parcheggio Orari Apertura 06.30-20.00
il lunedì Via A. Stoppani,5 - PONTEGIURINO (Berbenno - Bg) - Tel.035.86.35.19
Chiuso
Pasticceria - Gelateria - Caffetteria

in 6 netti. Prestazioni notevoli considerata la stazza 2200 kg, ovviamente ad ogni affondo sul pedale, compariva un sorriso sul volto del benzinaio di fiducia.

Con il passare degli anni la concorrenza si fece serrata, ML, Cayenne, Q7 non resero la vita facile alla suv tedesca ma il successo del comparto fu tale da garantire spazio per tutti. Quale scegliere ? A mio avviso molto meglio benzina che diesel se la si sceglie a fini collezionistici, le rare 4.6 e 4.8 hanno un sicuro interesse storico. Costi di gestione e di manutenzione non leggeri ma sopportabili se la si compra come auto storica.

Il mercato dei suv ventennali è in rilazo.

E poi, chi non ha voglia di fare un tuffo nel passato, ai tempi dei Nokia 3310, dei pantaloni a zampa, degli ultimi festivalbar?

Sono quegli anni in cui OC stava per diventare il teen drama di più grande successo del decennio, i primi cellulari potevano essere dotati di fotocamera da 1.3 megapixel e la mia generazione adolescente sarà l’ultima che crescerà senza i social...

Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a:

meccanicagelmini@gmail.com

PASSIONI DI CUORE O INCANTO?

Sto invecchiando. Anche stamattina mi è capitato di leggere una citazione romantica e mi è salita l’orticaria: son diventata allergica alla passione che ti porta via, a quel sentire che trova nell’emozione il senso ultimo e grande della vita. Mi è appartenuto, lo conosco bene. Ma da tempo non sono più lì. Sono nella vita, concreta, piena, contraddittoria, complessa.

Leggo saggi di neuroscienze, e mi avvincono più dei romanzi. Non ho perso il senso della meraviglia e dello stupore, ma lo trovo nell’incanto delle trasmissioni sinaptiche, nell’incredibile complessità del cervello, nella vita quotidiana che si dispiega sotto il mio sguardo. Lì è andata la mia passione.

L’universo chiuso di un una passione d’amore mi toglie ossigeno, mi fa venir voglia di scappare. L’universo aperto agli incontri e alle tante forme di relazioni umane possibili, dove ci si scambia qualcosa, si dona e si riceve, è la gioia più grande e dà ampio senso alla mia vita.

Sono felice nel mondo, sono felice nell’amore

caldo e quotidiano che vivo con mio marito. Sono stata ubriaca di emozioni e infelice nelle passioni, fuochi che avvampavano e si spegnevano. Sono anche contenta di averle vissute, quelle passioni. Mi hanno formata, sono state il terreno su cui ho camminato e che mi ha portata fin qui. Vi sono grata, passioni romantiche.

“…Voi stelle,ma non viene da voi quello struggersi dell’innamoratoper il volto dell’amata? Lo sguardo che s’internanel volto puro di lei, non gli viene dal puro stellato?”

Rilke, Terza Elegia duinese

Ecco, portando con me il volto dell’amato, vado nel mondo e guardo il puro stellato, guardo la terra con le sue radici, guardo ogni essere umano che -nell’attraversare quel suolo- incrocia in qualche modo il mio cammino.

Lì, in quegli incroci di vita e di individui, il mio cuore si placa aprendosi e il mio cervello lavora felice.

AUTO D’EPOCA
Stefania
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CIAO, PAOLO...

Sono stato al funerale di Paolo Sala, 57 anni di Cadimarco, si era tolto la vita il 2 gennaio. La Chiesa di Asola era stracolma di persone che hanno voluto testimoniare con la loro presenza, il grande affetto che avevano per Paolo. Era un infermiere professionale, ha dedicato la vita al bene degli altri. Due sue colleghe dell’Ospedale di Asola, lo hanno voluto testimoniare al microfono, davanti a tutti. Anch’io avrei voluto farlo, andare là davanti e dire a tutti quant’era buono e altruista, ma ieri proprio, non riuscivo a parlare. Ho scritto un piccolo pensiero per lui (questo glielo devo), descrive la prima volta che ci siamo incontrati alle scuole medie di Gambara (io facevo la terza e lui la prima), durante la ricreazione me ne stavo solo soletto (essendo un campagnolo capitava fossi messo un po’ in disparte), mangiavo la merendina e lui vedendomi... il resto si può intuire leggendo sotto. Questo è un piccolo scorcio di vita che però ben identifica l’animo buono e altruista di Paolo.

Nessuno sa il perché di un simile gesto. Ed io neppure me lo voglio domandare, lungi da me dal giudicare.

ED È POESIA

“SULIT

Ì

DE ZENÈR”

Un’illusiù de primaéra,‘l sulitì tiepit de ‘n dommesdé de zenér.

‘na carèssa lezéra e fiaca, gnamó gajarda asé per diculà ‘l zél

‘ngnatat sóta la grösta scorzégna.

Làse deèrta ‘na fisüra nel mé cör, isé ‘ na spéra calda la pödarà s.cepà pò la mé lastra de giass.

La primaéra l’è zabèla dré a ciocà

Ti volevo semplicemente ringraziare per quel giorno ormai lontano ma che io mai potrò dimenticare. Cosa fai lì tutto solo in disparte? (Mi dicesti), Perché non vieni al nostro calorifero a riscaldare?

Dove si sta in quattro, c’è posto anche per cinque. Indelebili ricordi dell’età scolare.

Eri di gran cuore e questo, agli occhi del Signore, dovrà pur contare !!

SOLE DI GENNAIO

Un’illusione di primavera, il sole tiepido di un pomeriggio di gennaio. Una carezza leggera e debole, non ancora abbastanza forte per sciogliere il gelo che persiste sotto la crosta resistente. Lascio aperta una fessura nel mio cuore, così un raggio caldo potrà rompere anche la mia lastra di ghiaccio

La primavera sta già bussando.

ANIME NEL VENTO
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di Ornella Olfi

NEL MEZZO DELL’INVERNO

Bella riflessione di Albert Camus: “Mia cara, nel bel mezzo dell’odio ho scoperto in me un invincibile amore. Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto in me un invincibile sorriso. Nel bel mezzo del caos ho scoperto in me un’invincibile tranquillità. Ho compreso, infine, che nel mezzo dell’inverno vi era un’invincibile estate. È ciò mi rende felice.”Mi piace, e mi ci ritrovo. Anche a me è capitato di trovare oasi di tranquillità nel caos, sorrisi tra le lacrime, gioie in mezzo a periodi difficili.È facile essere felici quando le cose vanno bene, più impegnativo non farsi trascinare dalla corrente di fatica e dolore, e cercare vita in ogni momento, complessità, senso, motivi per andare avanti. Cercare bellezza, nutrimento per l’anima e lo spirito. Amare. Soprattutto amare. Perché amare ci fa sentire connessi con altri esseri umani, ci fa sentire vicine le persone che amiamo, ci rianima quando ci sembra di non farcela più. Lo vedo ogni giorno.

Penso ad A. Una donna semplice con una cartella clinica poderosa. Ha affrontato dialisi, ricoveri e interventi, per anni. Parlava di suo marito come se fossero novelli sposi, e si avvicinavano alle nozze d’oro. E poi voleva bene a medici e infermieri, che ricambiavano. Perché non potevi non volerle bene. Ce la ricordiamo tutti, A. Trovava sprazzi d’estate nel bel mezzo di gelidi inverni. Amava suo marito, e amava la vita, nonostante tutto.Preziosa testimonianza di vita. sguardiepercorsi

UNA MATTINA ANDANDO

Una fresca mattina di fine luglio, in auto per una visita domiciliare. Mentre sto guidando, una collega è in auto verso le vacanze, un altro sta andando in una casa a constatare un decesso, altri già si muovono nei reparti. Immagino tutte queste vite ed altre ancora mentre accadono insieme; ognuno nella sua, incroci contemporanei, flussi che scorrono. E mentre cerco il numero civico in cui devo andare, vedo un bel fiocco azzurro appeso al portone; ieri, mentre scendevo le scale dopo aver lasciato dei familiari in veglia, sentivo il pianto di un neonato che, con forte determinazione, segnalava il suo essere al mondo: vite che nascono, vite che muoiono, in un flusso che trascende i nostri desideri

e le nostre paure. Vita. E vita nel grande campo dove il granturco, muro verde, si staglia contro un cielo grigio e rannuvolato. Penso che dovrò venire a fare qualche foto qui.La vita scorre nel suo accadere quotidiano e straordinario. sguardiepercorsi

PENSIERI E PAROLE
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LA SUOCERA

Premetto che io non sono né sposata né fidanzata quindi non ho una suocera e, quindi, un’esperienza diretta a riguardo non l’ho mai avuta però sinceramente difficile non sapere chi sia la suocera e tutti gli aneddoti raccontati attorno a questa figura “mitica” (tale termine era stato usato qualche tempo fa dal Papa) ?!

Forse in pochi sanno che la suocera ha anche la “sua” Giornata Mondiale che ogni anno si festeggia la quarta domenica di ottobre.

Questa tradizione nasce negli Stati Uniti d’America ed esattamente in Texas nel 1934 su iniziativa della signora Gene Howe che era direttrice di un giornale locale. Facciamo una premessa: è certo (o quasi) che l’immagine della suocera risulti sempre un po’ scomoda in quanto c’è sempre (o quasi) una rivalità tra lei e la nuora in quanto entrambe si disputano l’effetto del figlio / marito. In base a degli studi scientifici sull’argomento, si è certificato che tra le due possa nascere una sorta di rivalità. Sicuramente degli attriti accadono ogni qual volta in famiglia arrivi una nuova figura e, in modo particolare, quando si tratta di una figura femminile che essa sia la fidanzata, moglie o compagna del figlio maschio. E se nella maggioranza delle situazioni la questione si risolve abbastanza velocemente e con buona pace da entrambe le parti, vi sono dei casi in cui questo sfocia, invece, in una vera e propria rivalità. Ed è di questo “fenomeno” che vorrei parlare.

Ciò comporta, quindi, a una competitività tra le due donne (magari anche pericolosa) che alla fine porterà il figlio/marito a dover scegliere tra l’una o l’altra con la conseguenza di dover incrinare il legame di coppia.

Ed esiste anche (quanto meno nella psicologia popolare dato che non rientra nei manuali ufficiali degli psichiatri) la “socerafobia” che come suggerisce il nome, indica la paura nei confronti

dei suoceri e più in particolare delle suocere. Anche se, forse, più di paura sarebbe più corretto parlare di rivalità fra nuora e suocera: una sorta di gare a chi fa meglio o di più la tal cosa... È ovvio, l’arrivo di una persona nuova in famiglia, come detto, può creare dello scombussolamento che fa alterare degli equilibri che si sono consolidati nel corso degli anni anche perché questo comporta l’allontanamento per via del matrimonio o della convivenza del figlio dalla casa dei genitori.

Ii genitori, in modo particolare la madre, devono però farsene una ragione di questa nuova realtà e capire che il figlio si è fatto grande e loro un po’ più anziani (seppur si spera ancora siano arzilli e autosufficienti) e quindi i genitori / suoceri devono prepararsi all’idea di diventare nonni. Questo perché spesso succede che quando arrivano i piccoli, la nuora poi sia più portata com’è normale a chiedere consiglio alla propria madre rispetto alla suocera e questa cosa potrebbe essere un ulteriore motivo di litigio...

Forse bisognerebbe usare una giusta via di mezzo da parte di entrambe in modo da non scontentare troppo nessuno!

Ad esempio: tre giorni i bambini vengono portati dalla propria mamma e gli altri due seppur, forse anzi certamente, un po’ a malincuore dalla suo-

PENSIERI
E PAROLE
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cera … alla fin fine è meglio tenersela “buona” perchè un’indomani, se capitasse che i propri genitori non sono disponibili, c’è sempre un collaudato piano “b”. Tutto sommato è meglio lei di una sconosciuta baby sitter o sbaglio?

E allora come fare per andare d’accordo con la suocera?! Per evitare delle inutili discussioni l’ideale è quello di non mettersi a gareggiare su chi sia più bravo a fare l’arrosto o la crostata così come è importante non invadere, come si sol dire, a gamba tesa il territorio dell’altra. L’importante è rispettare i propri spazi e restare al proprio posto. Altra cosa fondamentale è quella di riuscire a capire che il figlio amerà la moglie in quanto compagna di vita e madre dei propri figli mentre amerà la mamma in quanto sua genitrice e colei che gli ha dato la vita.

È naturale che si tratta indubbiamente di due sentimenti importanti, ma totalmente diversi.

Alcune curiosità

La storia del passaggio del mestolo tra suocera e nuora Verso la fine dell‘800 quando arrivava il giorno delle nozze fra i due novelli sposi, in alcune zone del nostro territorio c’era l’abitudine del rito del mestolo. Mi spiego meglio.

Il corteo nuziale giungeva alla casa dove aveva risieduto fino ad allora lo sposo e trovava la sua porta chiusa. Allora la sposa doveva bussare per tre volte e al terzo “toc toc” si apriva la porta. Dinanzi la suocera con il “famoso” mestolo legato alla cintura. Dopo di che la suocera avrebbe dovuto fare una sorta di terzo grado alla futura nuora e se fosse andato tutto bene avrebbe detto: “Vieni figlia mia, vieni e possa tu non dimenticarti mai delle promesse che mi hai fatto quest’oggi”, si sarebbero abbracciate e, finalmente, la suocera avrebbe consegnato il mestolo alla nuora.

Lingua di suocera

tra specialità piemontesi e piante

E lo sapete che esistono anche delle specialità

culinarie e una pianta che si chiamano “lingua di suocera”?! In Piemonte, un piatto tradizionale che viene fatto con la medesima pasta che si usa per fare i grissini si chiama “Lingua di Suocera”. Questa prelibatezza con buona probabilità ha origine antiche e addirittura si parla del Settecento e sembra che il nome sia dovuto al fatto che la lingua della suocera sia lunga per eccellenza e dato che questa specialità è abbastanza lunga si è vista così una certa rassomiglianza tra le due cose. Infine, ricordo che vi è anche una pianta lunga e sottile che in alcuni casi fa anche dei fiori colorati che sia chiama “Lingua di Suocera”. La sua particolarità sembra quella che per poter sopravvivere si debba sviluppare su altre piante da cui poi prende il nutrimento…ogni riferimento a fatti e persone, ovviamente, è puramente chiaramente casuale…

1997 - 2017

PENSIERI E PAROLE 55 ANTINFORTUNISTICA ANTINCENDIO CARTELLI SEGNALETICI TREVIOLO (BG) Via Nelson Mandela,20 Tel.035 69 31 76 - Fax 0356930 Email: maessrl@libero.it

LAGO DI SASSO

Il Lago di Sasso è un piccolo specchio d’acqua naturale che si trova ai piedi del Pizzo Tre Signori, a 1900 metri, in Alta Val Biandino, nel cuore delle Orobie. La Val Biandino è una piccola valle posta lateralmente alla Valsassina, in provincia di Lecco. Si raggiunge facilmente da Introbio (LC) a piedi oppure in jeep.

La zona circostante il Lago di Sasso è l’ideale per un pic-nic immersi nell’ambiente dell’alta montagna. Per raggiungere la Val Biandino hai due possibilità: seguire il sentiero per 2 ore e mezza (900 mt di dislivello) oppure farti portare in jeep fino al rifugio Tavecchia. Dal rifugio in 1h e mezza si raggiunge il lago di Sasso. Se si parte direttamente da Introbio ci vogliono tre ore e mezza, dopo aver attraversato la Val Biandino passando, appunto, per il rifugio Tavecchia. L’ultimo tratto di sentiero, che va invece dal Rifugio Madonna della Neve (il 5 agosto di ogni anno giunge la processione da Introbio e viene celebrata una messa) al lago, è caratterizzato da una pendenza piuttosto impegnativa, pur non essendo particolarmente difficile né pericoloso. Il panorama è mozzafiato in ogni stagione, le rocce del Pizzo Tre Signori fanno da cornice al laghetto in uno spettacolo che non smetteresti mai di guardare.

CURIOSITÀ

Alla formazione del lago di Sasso è legata una nota leggenda. Si racconta che in zona abitò un pastore solitario e scontroso, soprannominato “Ransciga”. Il pastore vide un giorno un uccello mai visto, che improvvisamente lo attaccò in picchiata. Runscida si rifugiò allora dietro a un masso. Prese poi il suo fucile e alla seconda picchiata del volatile lo colpì in pieno. L’uccello lanciò un urlo e iniziò a precipitare; ma, nel farlo, si trasformò in una palla di fuoco che si schiantò nel fondo della vallata, creando un cratere. Ransciga si avvicinò allora ad osservarlo, sentì prima un odore

nauseabondo e poi la voce del Diavolo: “Io me ne torno all’Inferno, ma tu rimarrai sempre lì, dove ti trovi ora”. Il pastore venne trasformato in un masso, proprio lo stesso masso che ancora oggi si trova al centro del lago.

Fonte: lavalsassina.com

ITINERARI INTROBIO (provincia di Lecco)
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STIAMO ASSUMENDO

Stiamo cercando per Front Office Informatico, Amministrazione Jr. e Segreteria:

HkStyle, azienda di informatica specializzata nel campo IT ed ITC dal 2007 è alla ricerca di una figura per il nostro front office, che sia di supporto alle figure Sales, Amministrative e Tecniche. Non servono super competenze tecniche ma serve passione per l’informatica e saper utilizzare il PC sia Windows che Apple, sia smartphone Apple che Android. L’azienda offre un progetto di grande innovazione tecnologica, ambiente internazionale, giovane, dinamico e vivace. Leggere bene competenze e caratteristiche richieste prima di inviare la candidatura in modo che tutti i punti siano soddisfatti per non perdere tempo da entrambe le parti

Caratteristiche ideali - Soft Skills:

- Molta pazienza con il cliente privato e aziendale

- Capacità lavorare in Team

- Organizzazione e precisione in ufficio e con i documenti

- Capacità di auto organizzazione e gestione dei compiti assegnati in giornata, settimana e mese.

- Dinamicità generale

- Voglia di imparare e tenersi aggiornati in ambito tecnologico/informatico

- Capacità di comunicazione e risoluzione problemi

• Caratteristiche tecniche - Tech Skills:

- Utilizzo medio sistemi operativi Apple e Windows

- Utilizzo medio sistemi operativi smartphone: Android e iOS

- Utilizzo programmi contabili standard per carichi di magazzino, emissione DDT o Fatture, controllo flussi di cassa

- Utilizzo di CRM ed ERP aziendali condivisi

- Utilizzo, gestione e sistemazione di calendari e contatti aziendali

- Utilizzo dei SOCIAL NETWORK

• Sede di lavoro ed inserimento:

- La sede di lavoro sarà presso gli uffici di Presezzo

- La data d’inserimento in azienda è presunta tra Marzo e Aprile 2023 dopo il periodo di prova.

• Ambito ed orario di lavoro:

- Principalmente nella regione Lombardia, nel nord Italia ed in tutta la penisola.

- Dal Lunedì al Venerdì in orari da ufficio + due sabati al mese

• Tipologia di Remunerazione:

- Viene richiesto un periodo di prova e visione di almeno un paio dì settimane.

- Stiamo assumendo con contratto di sostituzione maternità, con la necessità di successivo e definitivo inserimento in azienda.

• Segnalazione Candidatura:

Si prega di aggiornare il proprio CV ed inviarlo all’indirizzo job@hkstyle.tech.

Per eventuali informazioni e chiarimenti chiamare in orario d’ufficio al numero 035 4517039. Si chiede di esplicitare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali (D.Lgs196/03). Qualora il CV verrà ritenuto valido l’azienda vi contatterà per un colloquio conoscitivo di primo livello. Si richiede di non presentatevi in azienda previo appuntamento.

ANNUNCI ECONOMICI - LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI
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La signora in Giallo in ”Omicidio alle Hawaii” di Donald Bain e Jessica B. Fletcher

Penso che sarà capitato più o meno a tutti quanti di vedere in televisione almeno un episodio de “La signora in giallo” con Angela Lansbury. Quest’attrice ha fatto ben 12 stagioni nei panni di Jessica B. Fletcher. L’attrice era nata a Londra il 16 ottobre del 1925 ed è morta a Los Angeles lo scorso 11 ottobre.

Però, forse, pochi sanno che ci sono anche i libri che narrano le vicende di questa arzilla vecchietta. A me è capitato di leggerne qualcuno e mi sono piaciuti davvero molto. In Italia sono editi della Sperling & Kupfer. Sono ben 47 romanzi e 9 di essi sono ancora inediti da noi. L’autore è Donald Bain (seppure i libri siano firmati da lui e dall’immaginaria Jessica B.Fletcher), nell’ultimo libro ossia “Appuntamento con la morte” del 2018 è cofirmatario anche Jon Land.

Donald Bain è uno scrittore americano nato nel 1925 e morto nel 2017 e Jon Land è pure lui uno autore americano di libri per lo più thriller di 65 anni. Per quanto concerne la signora Fletcher, invece, ha risolto nella sua carriera la bellezza di più di 270 omicidi.

Le vicende si svolgono a Cabot Cove (successivamente anche a New York e Boston) che è una località di mare nel Maine negli Stati Uniti d’America. Per la cronaca segnalo che questa cittadina è immaginaria e nella realtà, quindi, non esiste. La signora Jessica B. Fletcher è una tranquilla signora tra i sessanta e i settanta, vedova, ma non sente la necessità di convolare a nuove nozze nonostante abbia conosciuto diversi ed interessanti uomini dopo la prematura scomparsa del consorte.

Il marito era Frank Fletcher che non si è mai visto perché la storia inizia con lei che è già vedova. Di lui si sa solamente che era un capitano, morto all’inizio degli anni Ottanta e che non

hanno mai avuto figli. Però la donna ha davvero tantissimi nipoti che man mano impareremo a conoscere e che le vogliono davvero un gran bene. La signora è una professoressa d’inglese in pensione che inizia a scrivere libri così tanto per riempire le giornate dopo di che fa un nuovo ed interessante lavoro unito alla risoluzione dei misteri.

I libri de “La signora in giallo” hanno una struttura abbastanza semplice che non cambia mai. Si inizia con la presentazione dei vari personaggi che sono per lo più amici, conoscenti, parenti, colleghi di lavoro de “la signora in giallo”. Si prosegue poi con l’omicidio e la polizia solitamente trova, sbagliando, come colpevole un amico della Fletcher ed è questo il motivo “scatenante” delle sue indagini: scagionare il presunto colpevole in quanto in virtù dell’amicizia o parentale che li lega non può essere il colpevole. Successivamente grazie a una chiacchierata con qualcuno degli altri personaggi Jessica capisce com’è successo l’omicidio e svela il reale assassino che in alcuni casi vorrebbe anche ucciderla per evitare che il suo crimine venga reso noto alla polizia. Grazie al provvidenziale intervento di quest’ultima la nostra investigatrice evita ogni volta la morte. La scena finale, solitamente, è tra la Fletcher e il primo sospettato che la ringrazia per l’aiuto che le ha dato anche perché senza di esso,sarebbe rimasto sicuramente in carcere.

PROFUMO DI LIBRI
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Premesso questo ora vorrei raccontarvi il libro che ho preferito in assoluto e che consiglio di leggere e che, ovviamente, starò ben attenta a non svelare il finale...

Si tratta de: “La signora in Giallo: omicidio alle Hawaii”. La signora Fletcher viene invitata nelle isole Hawaii ed esattamente a Maui per tenere una lezione di criminologia. Sono tanti anni che non insegna più perciò non sa se accettare o rifiutare. Il suo amico Seth, medico di famiglia di Cabot Cove, la sprona ad accettare ed è così che inizia questa nuova avventura. Jessica pensa di poter trascorrere qualche giorno tranquillo e sereno, una piccola vacanza inaspettata... però si sbaglia perché neanche fa in tempo ad arrivare che già trovano un cadavere ai piedi di una scogliera. Si tratta di una famosa botanica locale, la dottoressa Mala Kapule. La donna oltre ad essere una importante bo-

tanica è anche un’attivista a livello ecologico che vuole proteggere e salvaguardare l’isola da eventuali speculatori.

Ma la Fletcher si domanda se il motivo della sua morte sia solo questo oppure non ci sia anche qualcosa di personale ed è così che un apparente e tranquillo periodo di riposo si trasforma, invece, in una nuova ed interessante indagine per la nostra eroina. Quello che è certo che scoprirà il colpevole ma non mancheranno i colpi di scena... come del resto troviamo nei suoi tanti bellissimi libri. Questi sono libri di facile lettura e non bisogna farsi scoraggiare se vediamo che sono tante pagine (almeno 200) perché sono scritti in caratteri grandi e, comunque, sono assai avvincenti e sono sicura che non mancheranno di prendere l’interesse pure del lettore più svogliato che c’è. Provare per credere.

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MARTINA AQUILIO, DA EX ON THE BEACH A... MILLE SOGNI ANCORA DA REALIZZARE!

Il pubblico italiano ha imparato a conoscerla come concorrente di Ex on the Beach, la fortunata trasmissione che lo scorso mese di dicembre l’ha vista entrare nelle televisioni di tutta Italia. Ma la storia di Martina Aquilio, 27enne dalla Provincia di Pescara, parte molti anni addietro ed è un insieme di passione per la fotografia, sfida col proprio corpo, amore per la moda e semplicità acqua e sapone. Nella vita è una onicotecnica con la passione verso l’immagine e la cura della propria persona che l’ha portata a raggiungere traguardi davvero straordinari e a diventare una icona per le ragazze che non vogliono arrendersi davanti agli ostacoli che la vita inevitabilmente pone dinnanzi.

Riavvolgiamo il nastro: fra te e il mondo dello spettacolo c’è un legame che parte da mondo lontano…

Proprio così: sin da piccola sono stata circondata dal mondo dello spettacolo. Mia madre era una modella e mio padre come hobby faceva il fotografo. Ricordo che guardavo tantissimi programmi di moda, crescendo mi sono resa conto che mi piaceva quel mondo.

Il mio primo shooting è stato a 16 anni, ero emozionatissima! Quando uscirono le prime foto editate mi resi conto di avere un potenziale. Il pubblico apprezzava le foto che pubblicavo su Facebook. Il passaparola fece il resto. Cominciarono a chiamarmi altri fotografi per creare nuovi shooting e tutto prese un andamento sempre più importante!

Ecco, la tua carriera prese il via proprio così… E naturalmente… arrivarono belle e brutte sorprese, come un’agenzia di moda di Milano che ben presto si rivelò poco seria! Ma nel periodo

adolescenziale, fu soprattutto il mio corpo a diventare problematico complice un seno importante nonostante la giovane età. Non riuscivo a sfondare il muro che mi impediva di realizzare il mio sogno. Le agenzie, le mie professoresse… tutti mi dicevano che non sarei mai potuta diventare una fotomodella per il mio seno molto abbondante. Col passare del tempo il mio fisico stava prendendo forma in maniera proporzionata e io cominciai a riprendere confidenza con il mio corpo. Ricevevo ogni giorno mille complimenti, ma nella maggiore erano per il mio seno. Non prendevo questi complimenti in positivo perchè percepivo quel pizzico di malizia nelle persone.

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L’INTERVISTA

Insomma, tutto pareva togliere spazio al tuo sogno.

In quel periodo della mia vita tutto era complicato anche nel comprare vestiti. Verso i miei 21 anni venni contattata da un fotografo per un nuovo progetto. Quando vidi le foto pronte, decisi che da quel momento in poi potevo e dovevo ricominciare a posare e a pubblicare nuovamente sui social.

Da allora non hai più smesso. Proprio così, non mi sono più fermata nel mettermi in mostra. D’altronde, sono sincera: il mondo della fotografia mi ha dato molto. Mi ha aiutato a crescere a livello caratteriale, a valorizzare i miei punti forti del mio corpo. Mi ha aiutato a riprendere confidenza con il mio corpo. Nonostante tutto ho sempre continuato a inseguire il mio sogno.

Cosa ti spinge ad andare avanti?

La voglia di lavorare perché un giorno… voglio ritrovarmi su una rivista o su un cartellone pubblicitario, tipo come quelli di Cristiano Ronaldo, per poter dire ai miei genitori “Ciao mamma e papà ce l’ho fatta!”. L’idea di vedere il mio viso ovunque mi fa impazzire in maniera positiva… Che rapporto hai col mondo dei social?

Un rapporto… assolutamente tranquillo! Nella maggior parte dei casi uso Instagram dove pubblico la mia quotidianità, mi piace condividerla

con gli altri senza entrare troppo nel privato.

Mi reputo, seppur in parte, una influencer! Mi rendo conto che tutto quello che pubblico piace alle persone.

Chi ti trova sui social, cosa deve percepire di te? Vorrei che per le persone mi prendano come un esempio da seguire, soprattutto le donne.

E vorrei che lo facessero per via del mio carattere molto deciso, che rispecchia molto come quello di “Donna Alfa”. Mi piace che le persone seguano la mia vita, il bello di queste piattaforme è che si ha sempre un pubblico che ti osserva, in qualunque momento. Di negativo c’è… la cattiveria della gente. Odio il fatto che alcune

61 L’INTERVISTA
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persone scrivano in maniera del tutto liberatoria le cattiverie sotto ai post delle persone senza un minimo di conoscenza.

Chi è Martina Aquilio nel quotidiano?

Io sono una ragazza esibizionista sempre, credo che faccia parte del mio carattere. Tante ragazze mi chiedono spesso quale sia il segreto.

Io credo che sia dovuto dal fatto che ho sconfitto la vergogna con il mio corpo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Uno è quello che inseguo ogni giorno sperando che diventi un mio lavoro e l’altro è quello di aprire un centro estetico. D’altronde… bisogna avere sempre un piano “B”.

Tra dieci anni mi auguro di essere la nuova Naomi Campbell italiana ed essere l’esempio per ogni donna da poter ammirare.

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Un ragazzo ventenne studia in un’altra città condividendo l’appartamento con una ragazza stupenda. Un giorno la madre del ragazzo va a trovarlo per cena, e notando l’avvenenza della ragazza, comincia a chiedersi se loro due non abbiano una relazione sessuale. Il figlio, conoscendo la natura di sua madre, anticipa la domanda assicurandole che si tratta solo di una inquilina che, fra l’altro, è anche una bravissima ragazza, molto religiosa. Dopo circa una settimana la ragazza dice allo studente: “Da quando è venuta tua madre, manca la mia padella”. Il ragazzo risponde: “Non credo proprio che mia madre abbia preso la tua padella, ma se ti fa stare meglio glielo chiedo la prossima volta che la sento”. Così, nella successiva lettera alla madre, il ragazzo aggiunge la seguente frase:

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SODOKU BARZELLETTE
“Cara mamma, non voglio dire che hai preso o che non hai preso la padella della mia coinquilina, ma il punto è che da quando sei venuta per cena non si trova più”. Dopo un paio di giorni arriva una lettera della madre che scrive: “Caro figlio, non voglio dire che vai a letto con la tua coinquilina, ma il punto è che se lei nelle ultime settimane avesse dormito nel suo letto avrebbe già trovato la padella!”.

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