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POLITICA
Dario Bond: «Un anno fiscale bianco per il settore» SPECIALE
Occupazione e legalità a rischio POKER
G IOCO PUBBLIC O
MISSIONE: LAVORO 1 0
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I N C H I E S T A
Finalmente Wsop PERSONAGGI
Simone Cristicchi Fulvio Ervas COVER STORY 32
LASLOTDELMESE
Giocondabet L’operatore giusto nel momento giusto
SLOT CLUB NEW YORK | UN VIAGGIO NELLA GRANDE MELA DEL DIVE RTIME NTO
ENGLISH PAGES INSIDE
NEW SLOT | POKER | VLT | CASINÒ | ONLINE | IPPICA | SCOMMESSE
numero 5
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maggio
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Editore GN Media srl corso Tacito, 101 – 05100 Terni Redazione tel. 0744 461296 fax 0744 461362 redazione@gioconews.it Direttore responsabile Alessio Crisantemi Product manager Anna Maria Rengo In redazione Cesare Antonini Michela Carboni Daniele Duso Vincenzo Giacometti Francesca Mancosu Giuseppe Tondelli Hanno collaborato a questo numero Giovanni Adamo Alfonso ‘Alfi’ Amarante Michele Bragantini Geronimo Cardia Gianni Carra Ludovico Calvi Elena Consonni Marco Fiore Mark Griffith Michael Haile Nashira Riccardo Zerbetto Progetto grafico e impaginazione Francesco Bellucci via del Maglio, 6 – 05100 Terni fbellucci@me.com Foto GN Media Neil Stoddart Daniele Mascolo 123rf unsplash pexels Stampa Comunicare srl piazzale degli Eroi, 8 – 00136 Roma Pubblicità Fabrizio Galli mob. 342 5813311 gioconews@gmail.com Alexander Greco mob. 393 9492062 commerciale@gioconews.it Segreteria Natasha Crisantemi segreteria@gioconews.it Reg. Tribunale Terni n. 04/2009 Iscrizione ROC n. 18462 ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE Testata associata Associazione Nazionale Editoria di Settore L’editore è a disposizione degli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere la debita autorizzazione.
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MISSIONE LAVORO
E anche questo decreto legge Riaperture è andato. Sulla stessa scia degli altri dedicati al Covid e scritti anche
dal predecessore di Mario Draghi, Giuseppe Conte. E anche questo decreto legge ha omesso di parlare di gioco, di dargli una qualsiasi certezza su quando potrà riparire, lasciandolo non certo nel limbo, ma nell’inferno di una cupa disperazione, alleviata tuttavia dalla speranza che già nelle prossime settimane, in consiglio dei ministri, possano essere riviste le disposizioni vigenti, in vista di una possibile e auspicatissima riapertura per giugno. Sarebbe la fine di una chiusura che va avanti da fine ottobre 2020, e che ripete, ma superando ampiamente, il lockdown imposto da marzo a giugno dell’anno passato. Ma nel 2020, non si sapeva quanto sarebbe durata la pandemia; quali sarebbero stati i suoi effetti sanitari, economici e sociali; non c’erano i vaccini e si pensava che l’unica soluzione fosse quella di chiudere tutto. Senza se e senza ma. Un anno abbondante è passato dallo scoppio dell’emergenza anche in Italia, e tante cose si sono imparate, o si sarebbero dovute imparare, da allora. Per esempio, che questo coronavirus è un problema tanto enorme quanto prolungato, e che dunque bisogna conviverci mentre lo si combatte, senza annullare se stessi e le attività esistenti, come peraltro è possibile fare, visto che i protocolli servono a questo. Che non è detto che “ricreativo” sia sinonimo di pericoloso, e che dunque chiudere tutto quello che non rientra nelle esigenze “primarie” può essere, oltre che dannoso economicamente e occupazionalmente, anche inutile. Una consapevolezza che speriamo sia stata assunta in queste difficili settimane, portando dunque al superamento di un atteggiamento “punitivo” nei confronti del gioco legale, dopo aver constatato come chiudendolo si stia facendo anche un regalo alla criminalità, che certo non paga le generosissime tasse che il gioco legale ha sempre garantito alle casse dello Stato e che è certo ben più pericoloso e meno tutelante di quello che fa diretto capo al ministero dell’Economia e delle Finanze. La “morale”, per definizione, è l’insieme dei valori e dei principi sulla base dei quali l’individuo o la collettività decidono il proprio comportamente. Quale sarebbe dunque la morale dietro la scelta politica di continuare a disconoscere e discriminare il gioco legale? Gli operatori vorrebbero saperlo, così da potersi comportare di conseguenza. Operatori che, come raccontiamo nelle pagine a seguire, continuano a progettare, ad adattarsi, a essere resilienti e innovativi. E che nella richiesta di riapertura, finalmente inviata dal Mef al ministero della Salute, vedono finalmente la luce in fondo al tunnel. Anna Maria Rengo
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EDITORIALE
La morale della politica
anno xiii
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S O M M A R I O
POLITICA
04. Un anno fiscale bianco per il gioco
Lo propone il deputato di Forza Italia Dario Bond, che sottolinea come la perdurante chiusura del settore finisca per alimentare la liquidità della criminalità organizzata.
06. L’eccezione e la regola
INCHIESTA
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10. Effetto farfalla
Il lockdown senza fine del gioco rischia di compromettere l’operatività di quasi la metà delle imprese del settore, con forti ripercussioni sull’occupazione ma anche sulla legalità. L’analisi di Luiss, Cgia Mestre e Istituto Tolomeo. Filcams: “Prorogare gli ammortiz-
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26. Non è
un gioco da ragazzi
Proteggere i minorenni dal rischio azzardopatia è una tra le grandi sfide: l’Europa si è mossa da tempo ma la chiave di volta è rappresentata dalla collaborazione di famiglie, operatori e società civile
30. Sboccia la primavera del
NEW SLOT
40. Sostenere la ripartenza
Nella crisi che attanaglia l’intera filiera del gioco pubblico, dopo un anno di lockdown, a pagare un caro prezzo sono anche e soprattutto le imprese di produzione FISCO&SLOT
42.
SCOMMESSE
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zatori sociali, ma non basta”
gioco
contrasto tra Stato e Regioni”
NORMATIVA 34. Contraffazione, il virus sempreverde
46. Il valore inestimabile dei
Il settore del gioco non è immune da attacchi che ledono non solo la sua proprietà intellettuale, ma anche la fiducia del pubblico. Ecco come tutelarsi.
Pandemia, lockdown e scommesse sportive: cresce il movimento e la raccolta di gioco ma cresce anche un servizio fondamentale, per bettors e bookmaker, come TxOdds LEDRITTEDELMAESTRO
15. Fisascat: “Riaprire e affrontare 16. Uiltucs: “Scelte eque, giuste e
coerenti” 18. Il lavoro al tempo degli eSports 20. Sarà il poker a rilanciare le donne nel mondo del lavoro e del management 21. Dealer e croupier: non li salva neanche la Dad
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ESTERI
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
36. Scienza e buon senso contro restrizioni ed eccessi
dati e delle analisi dei flussi di betting
48.
«
Bisogna capire se il Governo vuole chiudere il gioco legale perchè è contrario o se ha capito che questa attività produce tasse e soldi per l’Erario. Tra l’altro, le sale gioco sono facilmente controllabili dal punto di vista sanitario, quindi le si tiene chiuse per un falso problema.
»
Dario Bond
FLIPPER
INTERVISTE
66. Il dovere di essere felici
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Simone Cristicchi e le sue sette parole chiave per ricercare una condizione umana che è l’obiettivo e l’imperativo di ciascuno
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67. C’è sempre bisogno di un Eden
53. Prove tecniche di ripartenza
Il papà dell’ispettore Stucky, Fulvio Ervas, racconta la lunga genesi e il messaggio della sua ultima fatica letteraria: “Piccolo libro di entomologia fantastica”
Mentre il ranking di flipper sportivo raggiunge i quindici mesi di stop a causa del Covid, proseguono le sfide a distanza con il campionato Icr e si sperimentano nuovi concept
POKER
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rubriche
Ò ESI
Ò ESI
PROMOSPACE
GIOCARE GIO CONGUSTO
NUOVE TENDENZE
POKER STRATEGY
virtuali di calcio e scommesse
TORNEANDO
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PAROLADI COLLOVATI
84. NEWSLETTER
TORNEANDO
LEAVVENTURE DAROONEY
FISCO&SLOT
47. Kiron Interactive, le nuove vesti
TORNEANDO
CAS FRA
CAS FRA
FISCO&
OCO
GIOCARE GIO CONGUSTO
nel momento giusto POKER STRATEGY
LEAVVENTURE DAROONEY
62. 64.
32. Giocondabet, l’operatore giusto
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OCO
GIOCO &ARTE
DALMONDO
DANON PERDERE
ILUOGHI DELGIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
L’OROSCOPO
LAVLT DELMESE
GIOCO &TECNICA
GIOCO &PSICHE
LEAVVENTURE DAROONEY
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
NEWSLETTER
aziende
live
Il presidente dell’Eca, Per Jaldung, sottolinea la situazione drammatica delle case da gioco europee, ma si dice sicuro che la gente tornerà a divertirsi e a viaggiare non appena sarà possibile PANNONERO LASLOTONLINEDELMESE
and processes post Covid
95. A new dawn
NUOVE TENDENZE
60. La voglia di intrattenimento è sempre
94. New skills, organization structure NEWSLETTER
DANON PERDERE
LEAVVENTURE DAROONEY
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
88. It is not a breeze 92. The desire for entertainment is
RIFLESSIONI DAORSO
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Il presidente di New Asgi Italia, Vanni Ferro, chiede di rivedere le norme inviate a Bruxelles sul puro intrattenimento e denuncia la situazione di grave crisi in cui versa il comparto nazionale
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DANON PERDERE
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LOSFIZIO DELGIOCO
COMMA 7 52. L’Europa ripensi l’amusement
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
CASINÒ
Secondo Daniele Pizzichi (Gruppo Lega Salvini Premier) il capitolo ippica deve trovare posto tra i progetti del prossimo piano nazionale di spesa con i fondi del Recovery fund DANON PERDERE
Neymar Jr
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futuro DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
50. Progettare il
56. 58.
RIFLESSIONI DAORSO
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La storia di Alessio Fratti, ottimo giocatore di Hold’em approdato nel mondo dei Bitcoin e del Mining Finalmente Wsop Consigli e sconsigli di Dario Sammartino a
GIOCO &ARTE
54. Perché i poker player vincono anche sui tavoli delle criptovalute
DALMONDO
IPPICA
22. VOXMANAGER 68. L’ORADELGIOCO 69. DALMONDO 70. DANONPERDERE 72. GIOCO&RETAIL 74. ALBARDEGLIESPORTS 76. GIOCHIDABAR 77. GIOCARECONGUSTO 78. GIOCO&PSICHE 80. L’AVVOCATODELDIAVOLO 82. LASLOTDELMESE 86. LOSFIZIODELGIOCO 96. OROSCOPO
politica
D A R I O
B O N D
Un anno fiscale bianco per il gioco
N
P H . N ATA L I YA VA I T K E V I C H , P E X E L S
di Anna Maria Rengo
Lo propone il deputato di Forza Italia
uovo Governo, vecchie politiche, almeno per quando riguarda Dario Bond, che sottolinea come la il gioco terrestre, che resta chiuso fino a “nuova disposizione” perdurante chiusura del settore sia di Mario Draghi. Una situazione da mesi drammatica e che, derivante anche da un pregiudizio appunto, per il settore resta tale nonostante dal 26 aprile il premier ideologico e finisca per alimentare la abbia avviato una graduale riapertura delle attività. liquidità della criminalità organizzata Ma andiamo con ordine, nel nostro colloquio con il deputato di Forza Italia Dario Bond. Partendo da un giudizio complessivo sull’operato del nuovo Esecutivo nel gestire l’emergenza Covid-19 e in generale il paese. C’è stato l’atteso cambio di passo? “Ci sono stati due cambiamenti che condivido. Innanzitutto, le modifiche apportate al Comitato tecnico scientifico, il cui numero di componenti si è ridotto da 30 a 14, per di più con l’ingresso di alcune figure, come il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù, che è un emitente cattedratico oltre che conoscitore delle problematiche legate alla pandemia. Poi, la nomina di Francesco Paolo Figliuolo a nuovo commissario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Questi due passi compiuti mi sembravano un cambio di marcia ma non hanno sortito gli effetti sperati. Dire che i ristoranti possono aprire la sera se si mangia all’aperto, escludendo però le attività al chiuso (che chiuso peraltro non è, essendo previsto il ricambio d’aria) significa non vedere la realtà, che resta dunque offuscata e non chiara. Quando il Governo fa questo passaggio tende a limitare la libertà dei singoli individui, della collettività e anche delle sale giochi, che sono attività al chiuso ma che dispongono di una serie di sistemi di prevenzione e di ricambio d’aria. E in generale, che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo tutti trasferirci tutti all’aperto, in qualche gazebo, e den-
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
POLITICA DARIO BOND
tro chiudiamo tutto? Non ci sono sistemi alternativi? Io penso che siano, ma che non li si voglia utilizzare e che non ci si fidi di essi. Penso al rapporto tra un ristorante, o una sala gioco, e lo Stato: se questo non ti crede vuole dire che è saltato il principio di collaborazione e di fiducia reciproca. Sono dunque triste, amareggiato e deluso da queste prese di posizione del nuovo Governo: si doveva cambiare passo anche nel rapporto di fiducia tra i soggetti”. Quali sono gli obiettivi che il Governo Draghi deve perseguire? “Lo dico con franchezza: entro metà maggio, al massimo entro fine mese, deve essere aperto tutto. Stabilimenti balneari, sale gioco: tutto. Lo scorso anno, nel mezzo di una pandemia terribile, quando ancora non sapevamo nulla e non c’erano i vaccini, il Governo Conte 2 aveva aperto tutto, o quasi, il 18 maggio. Ora il Governo Draghi deve aprire tutto, non ha senso estendere lo stato di emergenza sino al 31 luglio”. Come valuta l’ingresso nella maggioranza di Forza Italia? Ritiene che l’asse di centrodestra sia a rischio, con due partiti (Fi e Lega) al Governo e uno, Fratelli d’Italia, all’opposizione? “L’asse del centrodestra non è a rischio ma bisogna che le forze politiche che lo costituiscono e che sono al Governo dimostrino il loro Dna, che consiste nel liberalizzare il più possibile le attività e riaprire il più possibile, ovviamente nel rispetto delle prescrizioni scientifiche e sanitarie. Per le attività che nel 2020 e nei primi tre mesi del 2021 non hanno lavorato deve essere previsto un anno bianco fiscale, e invece l’anno passato la pressione fiscale è stata del 58 percento, senza alcun calo nonostante la pandemia. Non ha senso che una sala gioco prenda un misero sostegno da qualche migliaia di euro per mancati incassi, e poi gli venga chiesto di pagare in anticipo le tasse per il 2021. Mi aspetto una grande battaglia sul tema fiscale ma anche su quello dello snellimento delle procedure e della burocrazia, che sta gravando sul sistema”. Dal 26 aprile si è avviata la riapertura delle attività, ma nessuna data è stata fissata per il gioco. Come giudica questa decisione del Governo? “Torno a ripetere un concetto che ho già espresso in numerose occasioni, anche alla Camera, e che sarà alal base delle mie future iniziative: bisogna capire se il Governo vuole chiudere il gioco legale perchè è contrario o se ha capito che questa attività produce tasse e soldi per l’Erario. Tra l’altro, le sale gioco sono facilmente controllabili dal punto di vista sanitario, quindi le si tiene chiuse per un falso problema. Senza dimenticare che tenere chiuso il gioco è un danno erariale, ma anche un aiuto alla criminalità organizzata”. Cosa si può e deve fare ora, per sostenere il gioco pubblico e legale? “Occore che le forze di centrodestra al governo, assieme anche a quella di minoranza, Fratelli d’Italia, chiedano assieme e a gran voce la riapertura delle attività di gioco, che hanno tutte le caratteristiche per poter riprendere, a cominciare dall’altissima professionalità degli opera-
tori nell’attuare i protocolli e nel controllare e disinfettare i luoghi di gioco e di lavoro. Poi occorre chiedere un incontro immediato al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e a quello dell’Economia e Finanze Daniele Franco, per fare capire loro che si è di fronte a un ramo di attività assolutamente non a rischio. Poi qualcuno vuole fare una fotografia delle sale bingo come di luoghi con una grande agglomerazione di persone e a rischio contagio. È un falso problema: anche nelle sale bingo ci sono distanziamenti e divisori. Se si aprono i luoghi di cultura e gli stadi si devono aprire anche le sale giochi e bingo, che presentano le stesse caratteristiche”. Lei pensa che il gioco pubblico sia oggetto di un pregiudizio di tipo morale? “Io credo che si stia approfittando della pandemia per tenerlo chiuso. Questo ha prodotto e produrrà una immensa liquidità alla criminalità organizzata e a tutte le sue attività”. La chiusura del gioco legale, come da lei appena sottolineato, ha fatto infatti impennare i casi di illegalità. Oltre a rendere di nuovo disponibile l’offerta legale, come si auspica, come andrebbe combattuto questo fenomeno? “Le forze dell’ordine sanno benissimo dove sono situate le attività di gioco illegale. Il Governo, tramite il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, deve attuare un grande piano di repressione dell’illegalità. Fare dei blitz e bloccare le attività di gioco illecito che, ripeto, si conoscono e che si sa dove sono posizionate”.
LUI
CHI
È? !?
Dario Bond è nato a Feltre, in provincia di Belluno, il 18 maggio 1961. È eletto consigliere regionale per la provincia di Belluno nel 2005 con Forza Italia e nel 2010 con il Popolo della Libertà; nel 2007 viene nominato presidente del consiglio comunale di Feltre. Alle elezioni politiche del 2018 è eletto deputato di Forza Italia. Alla Camera è componente delle commissioni Agricoltura e Affari sociali, ed è anche membro della commissione parlamentare per le Questioni regionali.
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politica
Tanti Comuni scelgono di contenere il gioco attraverso veti e limiti imposti dall’alto: ma altri preferiscono la via del confronto con gli esercenti e della condivisione d’intenti. Ecco qualche esempio virtuoso.
In
questi anni di cronaca praticamente quotidiana dell’evoluzione delle normative locali sul gioco abbiamo, purtroppo, documentato un incremento progressivo delle restrizioni a questo tipo di attività. A colpi, oltre che di leggi regionali, anche di ordinanze sindacali e regolamenti comunali. Fino a generare quello che ormai è universalmente noto come l’effetto espulsivo dai territori di un settore che è per definizione “legale”. Di Stato. E pubblico. Ma, nella selva delle amministrazioni che l’hanno progressivamente ristretto, se non cancellato, a suon di distanziometri e limiti orari, ne emerge qualcuna che ha scelto un’altra via. Quella del confronto, del dialogo con gli operatori del comparto, dando luogo sì a delle norme, ma condivise. Con l’obiettivo di contemperare tutela della salute e del lavoro. Dei precedenti che fanno sperare che non tutto sia perduto e che possono essere “d’ispirazione” per chi ancora non ha legiferato sul tema ma, magari, ha intenzione di farlo senza cedere alle lusinghe del proibizionismo. O di qualcosa che gli somiglia molto.
L’azzardo di Novara Cominciamo dal Piemonte, al centro dei riflettori in queste settimane per il travagliato iter della modifica della legge sul gioco del 2016. Con il ritiro della Pdl del leghista Claudio Leone – che si proponeva di eliminare la retroANNA COLOMBO
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
di Francesca Mancosu
attività della normativa vigente – per l’impossibilità di trattarla,v isti i 65mila emendamenti presentati dalla minoranza, e la decisione della Giunta di elaborare un Ddl. Prima di questo imprevisto colpo di scena, fra le voci dei tanti Comuni che si opponevano al ritocco delle norme in essere, si è levata quella contraria dei consiglieri comunali di Novara, che hanno bocciato in massa la mozione dei colleghi d’opposizione del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico atta a mantenere il distanziometro regionale. Per non penalizzare ulteriormente le aziende del gioco legale, e, come spiegato dalla capogruppo della Lega Anna Colombo, perché “il contrasto al gioco d’azzardo va fatto in forma educativa e di prevenzione sociale”. È lei stessa a chiarire “come”. L’idea “sarebbe di cominciare a fare dei corsi informativi ai ragazzi, almeno nelle scuole superiori, visto che a quell’età possono esperire il gioco, hanno qualche soldo in tasca, e quindi sarebbe utile dargli una prospettiva di quello che può succedere quando il gioco diventa una malattia. Un’altra ipotesi da valutare è quella di segnalare i giocatori patologici e di organizzare una serie di incontri anche con gli adulti. Credo che prevenire sia meglio che curare, per il gioco come per il resto. Le distanze e gli orari non servono più di tanto, e, spesso, dove non c’è l’occasione di praticare il gioco legale ci si rivolge a quello illegale. A tal proposito, servirebbe un’a-
PH. RUPERT BRITTON, UNSPLASH
L’eccezione e la regola
POLITICA L’ECCEZIONE E LA REGOLA
nalisi più attenta, considerando i risvolti sociali, sanitari, psicologici, economici, nonché il pericolo della perdita dei posti di lavoro del comparto. Penso che ci voglia una legge quadro nazionale, affinché non ci sia l’anarchia in materia, ma è chiaro che un Comune, ente che conosce certe realtà direttamente, debba poter intervenire in qualche modo, ascoltando le esigenze espresse dal territorio”.
Civitanova Marche, il gioco “sano” innanzitutto Passiamo quindi nelle Marche, e precisamente a Civitanova Marche (Mc), dove a prendere la parola è Monia Rossi, consigliera comunale con delega specifica del sindaco al gioco, nonché presidente della commissione Attività produttive e membro del tavolo Anci Marche sulle problematiche del gioco pubblico. “Stiamo lavorando sul regolamento in materia, dopo le numerose interlocuzioni avute con le associazioni rappresentative del settore. Il punto forte è sicuramente il focus sulla formazione: cerchiamo di ‘fare cultura’ sull’aspetto socio sanitario del Gap, e verranno organizzati dei corsi per sensibilizzare le persone ad un gioco più sano. Inoltre, abbiamo raggiunto una sorta di intesa fra le parti per la vigilanza, il controllo e il monitoraggio, in collaborazione con Sert, operatori socio sanitari, associazioni locali, e intendiamo creare un tavolo operativo con le varie forze dell’ordine, Agenzia delle dogane e dei monopoli e altri Comuni, sia per il contrasto al Gap che per la tutela della legalità”. Rossi quindi rimarca che gli operatori del gioco si sono detti “molto d’accordo su quello che stiamo facendo, poiché abbiamo tenuto conto di quello che ci hanno mostrato, delle criticità e delle soluzioni che hanno proposto per limitare il Gap. A cominciare dal controllo e dalla tutela della legalità”. Il tutto dimostra quanto sia importante il confronto con gli esercenti per redigere delle norme “giuste” e condivise. “Direi fondamentale, ma purtroppo a volte la politica non conosce la realtà del settore, e non conoscendola agisce sul sintomo e non sulla causa. Bisogna invece cercare di mettere insieme tutti i protagonisti per arrivare ad un regolamento che contemperi le esigenze di controllo, di tutela del lavoro e della salute, di monitoraggio. Per preparare il nostro testo abbiamo lavorato quasi un anno e mezzo per acquisire informazioni da tutte le parti in causa, e indagare tutte le problematiche portate alla luce. Ora stiamo cercando di trovare un compromesso sugli orari, probabilmente anticipando la chiusura delle attività rispetto a quanto previsto originariamente. Fra un paio di mesi il regolamento dovrebbe essere pronto”. La consigliera quindi si sofferma sulla stretta attualità e il lockdown del gioco per contenere il Covid, evidenziando come il “fatto di vietare alle persone di andare fisicamente nelle strutture incentivi l’online, che è meno controllabile. Non dico che sia sbagliato, ma potrei registrarmi con tre codici fiscali diversi e giocare con tre account differenti, volendo; quindi sono convinta che la fisicità
del gioco sia più sicura, e che dia maggiori possibilità di identificare i giocatori patologici”. A proposito di attualità, ne approfittiamo per chiederle un parere in merito alla legge delle Marche, che, se non modificata, dal mese di dicembre vedrà l’applicazione del distanziometro anche per le location di gioco già in essere. “Credo sia giustissimo ascoltare le richieste degli operatori, e operiamo a stretto contatto per tentare di parlare con la Regione, eliminare la retroattività delle norme ed uniformare gli orari degli esercizi sul territorio”.
Latina, salute e lavoro in equilibrio Arriviamo quindi nel Lazio, altra regione “sotto attenzione”, sempre per un distanziometro retroattivo, che in questo caso dovrebbe scattare alla fine di agosto. La città “virtuosa” in questo caso è Latina, dove abbiamo interpellato Marco Capuccio, presidente della commissione Attività produttive, ed Emanuele Di Russo, presidente della commissione Welfare. Sotto la lente c’è la modifica del regolamento per il contrasto al Gap, emanato nel 2017, che prevedeva anche il varo di un’ordinanza sindacale sugli orari, mai arrivato. “Nel 2020 – racconta Capuccio - sull’onda di una sentenza del Consiglio di Stato una consigliera del Partito democratico presentò una mozione per limitare gli orari del gioco, approvata, ma, successivamente - poiché lo scenario nel Lazio è cambiato con la nuova normativa regionale retroattiva, senza dimenticare gli effetti della pandemia sul settore - abbiamo avviato un percorso in commissione. Abbiamo convocato i rappresentanti dell’Asl, delle associazioni dei consumatori e degli esercenti, il presidente dell’Osservatorio regionale sul Gap Maurizio Fiasco, e Domenico Faggiani, responsabile del Coordinamento Anci sulle problematiche del gioco, per avere un quadro a 360 gradi. Da questo confronto, oltre ad emergere con forza le esigenze di chi sta subendo la crisi economico-pandemica, è nata la decisione di fare un ulteriore passaggio per raccogliere i dati dall’Asl, e coinvolgere tutti gli attori di questa situazione, nell’ottica di fare davvero prevenzione, formazione e informazione. Abbiamo raccolto ulteriori elementi e dal focus iniziale, puntato sugli apparecchi da gioco, ci siamo trovati di fronte ad un mondo composito: gratta e vinci, lotterie, il legale e l’illegale, il fisico e l’online. Per questo pensiamo che concentrarsi solo sugli orari sia riduttivo. Come Comune però abbiamo un margine di intervento limitato, per noi è difficile andare a colpire certi tipi di gioco. Però, la complessità di cui ci siamo resi conto ci ha fatto spostare l’attenzione sulla prevenzione, con un lavoro più articolato. Con il coinvolgimento degli esercenti che, dal canto loro, si sono detti disponibili a collaborare anche in merito alla questione della compulsività. A tal proposito, ero convinto che l’interruzione degli orari di gioco potesse avere un qualche effetto, ma la questione è tutta da valutare, ad esempio con un maggiore approfon-
MONIA ROSSI
> MARCO CAPUCCIO
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politica
L’ECCEZIONE E LA REGOLA
> dimento dei dati forniti dall’applicativo Smart.
FABIO MACHEDA
Di pari passo, abbiamo ascoltato tutti, anche al di fuori delle commissioni, e siamo pronti a farlo ancora. Ora dobbiamo riprendere in mano il lavoro, e capire come portarlo avanti”. Di Russo invece ricorda “l’invito ricevuto dal Moica – Movimento italiano casalinghe a far collaborare le associazioni che si occupano di contrasto all’usura, obiettivo del progetto ‘Io Riesco’, finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, rete integrata e socio-sanitaria per il contrasto e l’opportunità di uscita dal gioco patologico. Vorremmo invitare anche gli operatori del gioco a farne parte, per una maggiore informazione e sensibilizzazione. Nel percorso fatto fino a qua ad essere condivisa è stata proprio la parte sulla prevenzione, con l’attivazione di tutte le risorse sul territorio per costruire delle maglie di protezione per chi mostra particolari fragilità”. Prima di approdare al nuovo regolamento, servirà un nuovo passaggio con l’Asl e bisognerà impostare il percorso sulla formazione, mentre, sui limiti orari “è in corso una riflessione che potrebbe essere indipendente dal discorso regionale. Di fondo, vorremmo tentare di salvaguardare gli spazi di socialità familiari, quindi bloccare il funzionamento degli apparecchi negli orari del pranzo e della cena, o almeno partire con uno solo di questi limiti, tenendo conto degli effetti della pandemia”, sottolineano i due presidenti di commissione. Quanto al distanziometro, “a suo tempo è stato inserito nel regolamento comunale, sulla scorta di quanto fatto da altri Comuni, con l’idea che potesse essere utile. Ma ora, soprattutto alla luce della pandemia, lo scenario è cambiato; molti giocatori si sono spostati sull’online, e le esperienze di altri Comuni e Regioni hanno dimostrato che più si marginalizzano i luoghi di gioco è peggio è per i giocatori, quindi credo che sarebbe opportuna una rivalutazione dell’effettiva efficacia del distanziometro”, afferma Capuccio. Per Di Russo, “è necessario trovare la giusta via di mezzo: ridurre le opportunità di gioco, specie per chi ha delle ‘fragilità’, ma creare dei ‘ghetti’ distanti da tutto e da tutti diventa controproducente”.
Alassio, uno sportello anti-Gap finanziato dagli esercenti Sul fronte dei regolamenti comunali “progressisti” a fare scuola è quello varato nel 2020 da Alassio (Sv), sotto la Giunta Melgrati, con la creazione di uno sportello d’ascolto e d’accoglienza per i giocatori patologici e le loro famiglie sovvenzionato dalle attività di gioco del territorio. A raccontarne i meccanismi è l’assessore al Commercio, Fabio Macheda. “Quando ho convocato gli esercenti, avevo intenzione di introdurre dei limiti orari, con uno stop agli apparecchi di sei ore, quindi di chiedergli quali orari preferissero. Ma, dopo averli incontrati, ho capito che c’era un’alternativa per fare una prevenzione del Gap davvero efficace”, esordisce. “Ascoltandoli, mi sono reso conto di quanto spegnere le famigerate macchinette fosse ormai diventata una sorta di ‘caccia alle streghe’: certo, alcune persone si rovinano al gioco, ma la possibilità di indulgere in abusi vale anche per l’alcol e il fumo, del resto. Allora ho proposto di stipulare una convenzione (con l’associazione As.tro e Fit) che ‘esenta’ dal distanziometro (come da legge regionale) e dai limiti orari (con il fermo dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19 di tutti i giorni) chi aderisce al ‘contributo contrasto ludopatia’, una tassa volontaria i cui proventi verranno destinati al finanziamento di uno sportello di ascolto, diretto da uno psicologo specializzato, grazie alla collaborazione con i medici di medicina generale del Centro Alassio salute, per un costo totale di 15mila euro l’anno. Purtroppo il progetto non è ancora partito, a causa del lockdown del settore, ma verrà realizzato non appena potrà riaprire”. Il modello elaborato per il contrasto al gioco compulsivo prevede anche corsi di formazione per gli addetti del settore gioco, per prepararli ad individuare e ad approcciare i giocatori patologici o molesti. “Credo che questa sia l’unica maniera per incidere davvero. Io non devo limitare o impedire il gioco, ma la possibilità che un giocatore si ammali o peggiori. Ne sono convinto: il proibizionismo non ha mai pagato”.
Fagg iani (Anci): "Prior ità al r iordino" A fornire uno sguardo d’insieme sui Comuni che si sono occupati, e si stanno occupando, delle tematiche connesse al gioco con vincita in denaro interviene Domenico Faggiani, responsabile del Coordinamento dell’Anci – Associazione nazionale comuni italiani sulle problematiche del gioco pubblico. “In molti casi gli amministratori comunali hanno scelto la strada del confronto non solo con le altre istituzioni, ma anche con le parti sociali e, più in generale, con le varie articolazioni della società presenti sul territorio. Non tutte le questioni che si pongono, però, possono trovare soluzioni a livello del singolo ente locale”, sottolinea. “Tanto è vero che, in qualche caso, ci si è accorti che i provvedimenti adottati non solo non erano efficaci, ma addirittura erano controproducenti. Per questo, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, occorre pervenire quanto prima, a livello nazionale, ad un riordino di tutta la materia. DOMENICO FAGGIANI
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Serve un codice del gioco, attraverso il quale provvedere a riordinare, ridurre e riqualificare tutta l’offerta di gioco pubblico. Una normativa che consenta, innanzi tutto, di affrontare adeguatamente il problema della prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo ed il contrasto al gioco dei minori. Occorre un più incisivo contrasto all’illegalità ed un aumento delle sanzioni, così da recuperare risorse da destinare, in parte, al fondo nazionale Gap, in parte direttamente ai Comuni perché possano svolgere appieno il ruolo a tutela del cittadino, e quindi anche della sua salute. Ma i Comuni, attraverso le polizie locali, possono dare un importante contributo anche nel contrasto all’illegalità. Quindi la cosa da mettere subito in cantiere è la legge di riordino della materia, un percorso da condividere con le Regioni ed i Comuni, e da portare a termine entro l’anno. Ciò anche al fine di poter poi avviare i bandi per il rinnovo delle concessioni”.
inchiesta
PH. MICHAL MROZEK, UNSPLASH
Il gioco pubblico e l’effetto farfalla
Il lockdown senza fine rischia di compromettere l’operatività di quasi la metà delle imprese del settore, con forti ripercussioni sull’occupazione ma anche sulla legalità. L’analisi di Luiss, Cgia Mestre e Istituto Tolomeo.
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iaperture (o almeno una data certa a cui guardare), sostegni economici - concreti e diretti – e riforme. Sono le richieste che le associazioni rappresentative del gioco, ormai da tanti, troppi mesi, continuano a porre al Governo, per scongiurare il collasso del settore, ormai prossimo a tagliare il “traguardo” dei 300 giorni di chiusura fra il 2020 e il 2021. In attesa di infrangere questo record, il comparto continua a contare i danni causati dal lockdown per il contenimento del Covid. E a resistere. Con una forte risposta da parte del comparto, capace, nonostante tutto, di reggere l’impatto combinato di virus e chiusure, grazie alla solidità delle sue aziende e non solo per via dell’inevitabile crescita del segmento online (dove peraltro l’occupazione è destinata ad aumentare), dando prova di grande consistenza, più che di sola resilienza. Fronteggiando una sorta di “effetto farfalla”, potremmo dire, richiamando un concetto fisico-matematico, derivato dalla teoria del caso, secondo il quale delle piccole azioni possono contribuire a generare grandi cambiamenti. Nel caso del gioco (dove il “caos”, di certo non manca), dunque, la variazione delle condizioni del sistema provocata dalla pandemia potrebbe portare a grandi conseguenze, come la perdita di posti di lavoro e la diffusione dell’illegalità. Una situazione grave e seria, come certificato anche dall’Istat, che, nel “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” pubblicato di recente, vede il 53 percento delle attività connesse a lotterie e scommesse “a rischio operativo” e quasi la metà con una tenuta strutturale in bilico. Però, indubbiamente, non c’è più tempo da perdere, come dimostrano i contributi di Luiss, Cgia Mestre e Istituto Tolomeo Studi e ricerche, protagonisti del nostro speciale.
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di Francesca Mancosu
LUISS E IPSOS FOTOGRAFANO LA FILIERA DEL GIOCO Il tema è al centro di una ricerca appena avviata dalla Luiss Business School e da Ipsos, società multinazionale di consulenza e ricerche di mercato, che analizzeranno congiuntamente le evoluzioni del mondo del gioco legale (nell’ambito dell’osservatorio sui mercati regolati), con l’obiettivo di fornire supporto scientifico ai decisori pubblici, all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, alle società concessionarie, agli operatori della filiera, agli stakeholder della società civile. A raccontarne modalità e finalità è Raffaele Oriani, docente di finanza aziendale alla Libera università internazionale degli studi sociali “Guido Carli” e componente del comitato scientifico dell’Osservatorio sul mercato regolato. “Questo progetto ha due principali obiettivi: il primo è quello di fornire una fotografia completa ed allargata della filiera del gioco regolamentato, spiegando come questo non sia limitato al solo mondo dei concessionari ma si basi su una filiera molto più lunga, fra fornitori di tecnologia e di servizi ai distributori, con un indotto molto più significativo in termini dimensionali rispetto al solo mondo del concessionari, sia in termini di fatturati che di occupazione”, sottolinea. “Ad oggi non esistono studi che affrontano il tema del gioco regolamentato con un approccio di filiera. Il secondo obiettivo è andare ad analizzare la relazione fra il gioco legale e illegale, con lo scopo di capire come effettivamente una riduzione del primo, che c’è stata con il lockdown, possa essere stata associata ad un aumento del ricorso ai canali illeciti. Noi stiamo lavorando attraverso un’indagine campionaria realizzata da Ipsos e attraverso indicatori oggettivi per la costruzione di un modello econometrico (atto a verificare la
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validità di ipotesi in fatto di politica economica, Ndr) che ci consenta di stimare la relazione fra i due poli del gioco. I risultati verranno resi noti in due fasi: ci sarà un momento intermedio verso la metà di maggio, in cui presenteremo il primo report sulla filiera e quindi realizzeremo il nostro primo obiettivo; poi un secondo momento a luglio, con la pubblicazione dei risultati dello studio sulla relazione fra legale e illegale. I dati sono di diverso tipo: la collaborazione con Ipsos ha permesso di generare dati nuovi con l’indagine sul comportamento dei consumatori durante il lockdown; per definire la dimensione del gioco legale invece abbiamo usato fonti pubbliche come i bilanci delle imprese e ci siamo avvalsi del supporto significativo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con la quale abbiamo in atto una forte collaborazione istituzionale, e che ci ha fornito indicatori sull’andamento del gioco illegale, attraverso dati su controlli e denunce”.
FRA RISCHIO OCCUPAZIONALE E INVESTIMENTI NELLA TECNOLOGIA Quanto alle prime stime disponibili, secondo quanto evidenziato da Oriani l’analisi preliminare dell’indagine mette in luce che” l’aumento del mercato illegale potrebbe aver coinvolto fino a 4 milioni di giocatori”, non tutti pienamente consapevoli di questa scelta, mentre sul versante dell’occupazione la filiera risulta impiegare “circa 100mila persone, molte di più dei dipendenti dei concessionari. Cifre che, però, allo stato attuale potrebbero essere ‘mascherate’ dal ricorso alla Cassa integrazione e dal blocco dei licenziamenti (secondo il decreto Sostegni, in atto fino al 30 giugno, e fino al 31 ottobre per i destinatari dell’assegno ordinario e della cassa integrazione in deroga, Ndr). Il rischio occupazionale non c’è solo per i dipendenti dei concessionari, ma anche per tutta la rete distributiva, le ricevitorie, i punti vendita non esclusivi, per citare alcuni esempi. L’impatto della contrazione degli occupati perciò potrebbe essere ben più ampio di quanto si era prefigurato finora, e questo pone ancora maggiore attenzione sul tema delle riaperture”, anticipa il professore della Luiss. Una parte della ricerca di prossima pubblicazione poi sarà dedicata agli investimenti in ricerca e innovazione delle aziende del gioco, tema che abbiamo affrontato più volte anche su queste pagine. Il 63 percento delle imprese con oltre 10 addetti - come da stime dell’Istat – infatti ha puntato sulle tecnologie digitali, rispetto al 61 percento della media nazionale. “Tali dati – precisa Oriani – disegnano la percentuale delle imprese afferenti al codice Ateco 92 che investono in tecnologie digitali, e sono importanti soprattutto per una ragione: spesso le aziende del settore, dal di fuori, sembrano gestire un business molto semplice e con un basso livello di tecnologia, ma invece dai numeri emerge che molti prodotti di gioco hanno un contenuto tecnologico elevato e in continua evoluzione, con un costante sviluppo di tecnologie digitali in collaborazione con i fornitori, essendo un settore industriale a tutti gli effetti. Quindi, stiamo tentando di approfondire con le aziende di quali tecnologie si parla e quanto si investe”.
CGIA MESTRE, L’ÀNCORA DELLA CIG E DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI Restando nell’universo dei numeri, abbiamo chiesto un commento sul tema ad Andrea Vavolo, ricercatore della Cgia di Mestre. “È difficile fare una valutazione diretta dell’impatto dell’emergenza Covid, e delle restrizioni alle attività di gioco varate per il suo contenimento. Il motivo? Il ricorso alla cassa integrazione, che ha ‘inquinato’ i dati. Ma, pur in presenza di costi fissi da sostenere – come gli affitti – e nella mancata concessione di credito da parte delle banche (in attesa che vengano tracciati percorsi preferenziali per gli operatori di gioco in possesso di tutti i requisiti di solvibilità necessari, come ventilato dal sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra in risposta ad un’interrogazione del senatore M5S Mario Turco, Ndr), Cig e blocco dei licenziamenti hanno permesso al comparto di ‘tenere botta’. Ma è grave che ancora non venga stabilita neppure una data o una prospettiva per le riaperture. Il comparto del gioco è uno di quelli che ha subito e sta subendo il periodo di sospensione più lungo: ciò ha determinato una serie di cessazioni che superano il blocco dei licenziamenti tuttora in atto. Situazione a cui si sommano gli effetti delle leggi regionali, che, se non modificate, in alcuni territori non consentiranno alle imprese di riaprire dopo il lockdown, o al massimo di farlo per pochi mesi. Avere un dato complessivo sui risvolti sull’occupazione è poi arduo, per via di un codice Ateco associato alle imprese del settore che è ‘trasversale’, fatto che rende possibili solo rilevazioni campionarie”.
IL CASO DEL PIEMONTE E, a proposito di “campioni”, per farsi un’idea può essere utile guardare all’appendice dello studio “Il settore del gioco lecito - Comparto degli apparecchi con vincita in denaro in Piemonte” dedicato all’impatto del Covid, pubblicato proprio dalla Cgia di Mestre. Considerando il 2015 come anno base, si possono osservare le rilevanti tensioni a cui è stato sottoposto il settore, prendendo in considerazione lo stop fino a fine 2020. In particolare per Awp e Vlt, i modelli presentati registrano una riduzione del fatturato da 100 a 30, della raccolta a 43 e del gettito erariale a 65, con una tenuta sorretta dagli inasprimenti delle aliquote del Preu. A causa dei periodi di sospensione dell’attività dovuti all’emergenza Covid gli operatori del settore hanno subito gravissime contrazioni del fatturato, con una media del 46 percento in meno. “L’impossibilità di coprire i costi fissi, data la riduzione del fatturato senza precedenti, l’obbligo di investire nella propria azienda, considerato che gli apparecchi devono essere adeguati alle variazioni del Preu e del payout, e la difficoltà di ottenere finanziamenti dagli istituti di credito - conclude la Cgia di Mestre - comportano il rischio che le imprese, che fino a questo momento hanno resistito, decidano di cessare la propria attività”.
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L’1 PERCENTO DEL PIL DA TUTELARE A dare, invece, una panoramica del valore occupazionale complessivo del settore di gioco prima dell’era Covid è Paolo Feltrin, direttore dell’Istituto Tolomeo Studi e ricerche, già professore di Politiche pubbliche all’Università di Trieste. “Non stiamo parlando di una nicchia, ma di un settore rilevante, visto che equivale all’1 percento del Pil italiano. Con un valore aggiunto di 15 miliardi e mezzo compreso l’indotto”, esordisce. Per dimostrare questo, Feltrin porta ad esempio alcune indicazioni, costruite sulla base dei codici Ateco Istat e dei dati forniti da Acadi, l’associazione che riunisce i concessionari italiani, relativi al 2018. “Come si vede dalle infografiche (a lato, Ndr), abbiamo una parte diretta calcolata come Ula - unità di lavoro standard, per la quale tutte le persone vengono ricalcolate sulla base di un orario standard di 8 ore per 5 giorni alla settimana per 12 mesi l’anno –, una misura statistica usata dall’Unione europea e dall’Istat per tener conto di tutti i lavoratori discontinui. Tipici del comparto del gioco, che comprende anche bar, tabaccherie ed altre attività del genere, e caratteristica che genera problemi di fonti di dati, a seconda di come vengono ‘calcolate’ le persone. Quindi, tutte le forze lavoro vengono ricondotte ad un’unità di lavoro standard, come se fossero tutti lavoratori a tempo pieno per 12 mesi l’anno. Tenendo conto di questo, nel gioco ci sono 78.500 Ula, compresi gli indiretti, i lavoratori ascrivibili a provider, gestori, produttori, che coincidono con circa 197mila persone”. Non è ancora esattamente certo cosa “produca l’online in termine di redditi e di occupati. Fra il 2013 e il 2019 era cresciuto del 250 percento e, con ogni probabilità, con i prossimi dati relativi a 2020 e 2021 l’aumento sarà al 500 percento. Mentre le cifre sono chiare per le Awp e Vlt strettamente intese, con le dovute distinzioni fra i vari tipi di location in cui sono installate, e tenendo conto che il maggior numero di esse si trova nei bar. Nel complesso, per questo segmento gli occupati sono oltre 56mila, dei quali più di
27mila negli esercizi generalisti, e l’altra metà sono dislocati fra produttori di apparecchi (1.700), gestione delle slot presso terzi (oltre 12mila), agenzie scommesse, sale bingo e negozi di gioco con Awp (circa 7mila) ed imprese che gestiscono le sale in cui si trovano slot e Vlt (quasi 8mila)”. Un vero e proprio patrimonio da tutelare, ancora di più, se possibile, alla luce della crisi generata dall’emergenza Covid, e della perdurante chiusura del settore. “Il rischio occupazionale – conclude il professore - è quello che preoccupa di più attualmente, e il rischio è di trovarsi le piazze in rivolta. Chi vuole assumersi questa responsabilità?”. La filiera del gioco pubblico vale l’1% del Pil italiano F I L I E R A D E L G I O C O L E GAL E E F F E T T I E CO NO M I C I 2017
VA LOR E A G GI U N TO
U N I TÀ DI L AVOR O
(Miliardi di euro)
(Full-time equivalenti)
DI R E T T I
Attività dei concessionari
8,5
10.500
I N DI R E T T I
Distribuzione e attività degli abilitatori (fornitori di servizi, gestori, provider)
5,0
68.000
INDOT TI
Dal consumo dei lavoratori attivati direttamente o indirettamente
78.500 FTE nella filiera = 197.000 persone
2,0 13,5 Miliardi di valore aggiunto nella filiera = 1% del Pil 15,5 Miliardi compreso anche l’indotto
Ordini di grandezza paragonabili: 60 mila ULA nell’industria farmaceutica 86 mila ULA nella fabbricazione di prodotti di elettronica 190 mila occupati in Basilicata
Fonte: Elaborazione su dati Acadi.
27 mila occupati nei segmenti maggiormente dipendenti dall’offerta AWP-VLT per la propria attività F I L I E R A D E L G I O C O L E GAL E
56.609
27.021 (48%)
27.888
Settore assimilato :
1.700
Produttori :
12.084 7.167
Attività dei gestori :
7.770
Attività tipica :
imprese, con diverso core business, nel cui esercizio si trovano AWP (esercizi commerciali, bar, alberghi, circoli privati, corner, edicole, ristoranti, tabacchi, stabilimenti balneari). imprese che costruiscono le AWP e le VLT gestione delle Slot presso terzi
Attività integrata :
imprese che svolgono anche altre attività di gioco legale (agenzie di scommesse, sale giochi, sale bingo, negozi di gioco), ma nelle quali la presenza della AWP e VLT assume un apporto rilevante. imprese che gestiscono le sale in cui si trovano le AWP e le VLT
Fonte: Elaborazione su dati CGIA Mestre.
Intrattenimento, il quadro dell’Inps Nel rapporto sul Mercato del lavoro 2020 pubblicato dall’Inps non manca lo spazio dedicato al comparto dell’intrattenimento, nel quale si può annoverare anche il gioco. Con un utile confronto sull’impatto del lockdown sulle diverse categorie. Per quanto riguarda lo scorso anno, i settori che segnalano un calo maggiore delle attivazioni “sono alberghi e ristorazione, industria in senso stretto, commercio, attività immobiliari, professionali e servizi alle imprese, per i quali la riduzione riguarda soprattutto i giovani; a eccezione dell’industria tout court, il contributo è maggiorita-
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rio per le donne. Sul versante di chi ha terminato il lavoro, ai settori precedentemente elencati si aggiungono sanità e assistenza, istruzione, servizi domestici e altri servizi collettivi e personali; più in particolare, nel commercio l’incremento di chi ha concluso il lavoro è stato maggiore per quello al dettaglio, e negli altri servizi collettivi e alla persona la quota maggiore si registra nelle attività sportive e di intrattenimento e nei servizi alla persona. Le parziali riaperture decretate dalla seconda metà di maggio 2020 hanno smorzato
la crescita di questo aggregato (+232 mila unità nel terzo trimestre). Da sottolineare che, nel secondo trimestre, l’aumento di 490 mila individui che hanno concluso il lavoro riguarda soprattutto chi si trova in una condizione di inattività, circa il 90 percento della crescita (+445 mila); tale quota scende al 61,3 percento nel terzo trimestre, segnale di una ripresa attiva nella ricerca di lavoro”. Nel dettaglio, nel periodo marzo-maggio 2020 “la riduzione del personale a tempo determinato ha riguardato invece il 6,6 percento delle imprese, quota salita al 7,5
inchiesta
percento fra giugno e novembre, interessando maggiormente i settori delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, dove circa un quinto delle imprese ha ridotto il personale a termine. Andando ad analizzare la quota dei lavoratori in smart working nelle imprese che hanno attivato il lavoro a distanza, per le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento si passa dal 5 percento di gennaio-febbraio 2020 al 48,3 percento di marzo-aprile 2020 per scendere al 39,1 fra gennaio e marzo 2021”. Un lavoro “a distanza” possibile per i dipendenti dei concessionari o altre attività connesse al gioco rimaste aperte, ma di certo non per le sale, ad esempio, chiuse in toto. Nell’approfondimento “La dinamica integrata di stock e flussi occupazionali nelle
Nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento l’occupazione è diminuita del 7,6 percento, con un tasso lordo di turnover del 315 percento (contro il 62 percento dell’industria). imprese dei settori dell’industria e dei servizi” l’Inps quindi riporta che “nel settore terziario l’occupazione è diminuita (-2,3 percento) più che nell’industria (-0,4 percento), registrando variazioni particolarmente accentuate nei servizi di alloggio e di ristorazione (-10,1 percento) e nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-7,6 percento). Questi due settori, oltre ad aver subito l’impatto più forte dell’emergenza sanitaria legato al crollo dei movimenti turistici e alle misure di lockdown, hanno anche risentito degli effetti di una struttura occupazionale caratterizzata da una elevata incidenza di rapporti di lavoro a tempo determinato, di
media, breve e brevissima durata e, quindi, ad altissimo turnover. Il tasso lordo di turnover, ottenuto rapportando il flusso complessivo di attivazioni e cessazioni allo stock iniziale di posizioni lavorative, è stato del 284 percento nei servizi di alloggio e di ristorazione e del 315 percento nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento; l’entità di tali valori diventa ancor più evidente se li si confronta con il valore del tasso lordo di turnover nell’industria, che si ferma al 62 percento. Ciò spiega anche come sia stato quasi impossibile proteggere on the job i lavoratori di tali settori con strumenti come la Cassa integrazione guadagni”.
L’impatto della Cig Guardando al complesso delle attività economiche, secondo quanto riportato dall’Inps il numero totale di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021, per emergenza sanitaria, è pari a 5.016,7 milioni di cui: 2.259,5 milioni di Cig ordinaria, 1.728,4 milioni per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 1.028,8 milioni di Cig in deroga. Come risulta evidente dalla Tavola 1 (a lato, Ndr), l’insorgere dell’epidemia in Italia alla fine di febbraio 2020 e i provvedimenti normativi emanati con riferimento alla sospensione e alla riduzione delle attività economiche a partire da marzo, determinano delle misure elevatissime degli indici congiunturali del mese di aprile 2020 rispetto a quello di marzo, mese in cui l’Istituto non aveva ancora effettuato lavorazioni relative all’emergenza: aprile
Numero ore autorizzate nel periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 con causale ‘emergenza sanitaria Covid-19’ distinte per tipologia di intervento e mese di competenza
2020 rappresenta infatti il primo mese nel quale di fatto si sono cominciate a svolgere le lavorazioni dell’istituto per l’autorizzazione delle misure di sostegno all’occupazione predisposte per l’emergenza sanitaria in atto. Nel mese di marzo 2021 sono state autorizzate 620,4 milioni di ore, il dato fa registrare un incremento del 293,1 percento rispetto alle ore autorizzate a febbraio 2021. Nella Tavola 2 (qui sotto, Ndr) vengono riportate le ore autorizzate da aprile 2020 a marzo 2021 ripartite per mese di competenza avendo ipotizzato un’uniforme distribuzione delle ore nei periodi richiesti dalle aziende. Risulta evidente come nel mese di aprile 2020 ci sia una concentrazione di ore per tutte le tipologie di intervento. In particolare, per quanto riguarda il mese di marzo 2021, le autorizzazioni si
gen. ‘20 fe. ‘20 mar. ‘20 apr. ’20 mag. ‘20 giu. ’20 lug. ‘20 ago. ’20 set. ‘20 ott. ’20 nov. ‘20 dic. ’20 gen, ‘21 feb. ‘21 mar. ’21 apr. ‘21 mag, ’21 giu. ‘21 Totale
CIG ordinaria
CIG deroga
Fondi di solidarietà
Totale
422.919 194.580.416 470.141.584 387.410.926 235.800.734 165.117.469 90.559.979 100.340.055 107.659.758 119.771.921 112.161.771 93.010.029 98.165.032 82.759.810 1.553.956 -
533.219 101.675.734 187.141.349 167.540.046 100.292.520 54.698.194 35.246.015 31.292.552 39.410.623 77.829.241 79.187.500 58.613.701 52.073.979 38.641.087 3.288.233 1.164.233 197.593
5.271.629 177.182.775 306.763.364 282.495.724 186.620.734 100.264.905 70.625.657 67.828.483 78.697.980 116.604.428 112.427.693 85.705.350 76.525.713 58.277.712 2.592.346 458.312 27.018
6.227.767 473.438.925 964.046.297 837.446.696 522.713.989 320.080.567 196.431.651 199.461.090 225.768.361 314.205.590 303.776.964 237.329.080 226.764.723 179.678.608 7.434.535 1.622.545 224.611
2.259.456.358 1.028.825.819 1.728.369.824 5.016.652.001
Fonte: Elaborazione su dati INPS rilevati ad aprile 2021.
riferiscono: a 63.558 aziende per la Cig ordinaria con un numero di ore pari a 279,1 milioni, a 53.708 aziende per l’assegno ordinario con 226,7 milioni di ore e a 147.100 aziende per la Cig in deroga con 114,7 milioni di ore.
Numero ore autorizzate mensili da aprile 2020 a marzo 2021 con causale ‘Emergenza sanitaria Covid-19’ distinte per tipologia di intervento e relative variazioni congiunturali O RE A U TO RIZ Z ATE ( VALO RI ASSO LU TI) TIPO DI INT ERVENTO
apr. ‘20
CIG Ordinaria 702.948.157 Assegno ordinario fondi solidarietà 82.582.610 CIG in Deroga 46.834.800 TOTALE 832.365.567
mag. ’20
giu. ’20
220.898.688 397.219.566 231.040.689 849.158.943
148.318.297 148.376.491 112.047.471 408.742.259
lug. ’20 214.799.060 153.968.514 80.832.950 449.600.524
ago. ’20 97.051.931 104.962.282 77.260.870 279.275.083
set. ’20 91.846.029 101.092.861 46.023.055 238.961.945
ott. ’20 152.386.160 117.235.616 60.393.668 330.015.444
nov. ’20
dic. ’20
170.948.816 127.552.162 73.869.232 372.370.210
101.768.866 116.232.862 70.143.383 288.145.111
gen. ’21
feb. ’21
56.462.763 85.086.547 48.212.371 189.761.681
22.899.262 67.407.734 67.510.752 157.817.748
mar. ’21
Totale
279.128.329 226.652.579 114.656.578 620.437.486
2.259.456.358 1.728.369.824 1.028.825.819 5.016.652.001
VA RIAZ IO NI CO NGIU NTU RALI ( VALO RI % ) apr. ‘20 / / mar. ‘20
mag. ’20 / / apr. ‘20
giu. ’20 / / mag. ‘20
lug. ’20 / / giu. ‘20
ago. ’20 / / lug. ‘20
set. ’20 / / ago. ‘20
ott. ’20 / / set. ‘20
nov. ’20 / / ott. ‘20
dic. ’20 / / nov. ‘20
gen. ’21 / / dic. ‘20
feb. ’21 / / gen. ‘21
mar. ’21 / / feb. ’21
CIG Ordinaria 5416,0% Assegno ordinario fondi solidarietà 11469,8% CIG in Deroga 2265734,5% TOTALE 6094,1%
-68,6% 381,0% 393,3% 2,0%
-32,9% -62,6% -51,5% -51,9%
44,8% 3,8% -27,9% 10,0%
-54,8% -31,8% -4,4% -37,9%
-5,4% -3,7% -40,4% -14,4%
65,9% 16,0% 31,2% 38,1%
12,2% 8,8% 22,3% 12,8%
-40,5% -8,9% -5,0% -22,6%
-44,5% -26,8% -31,3% -34,1%
-59,4% -20,8% 40,0% -16,8%
1118,9% 236,2% 69,8% 293,1%
TIPO DI INT ERVENTO
Fonte: Elaborazione su dati INPS rilevati ad aprile 2021.
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inchiesta
Filcams
«Prorogare gli ammortizzatori sociali ma non basta»
Un
conto pesantissimo, per le aziende ma anche per i loro lavoratori. Lo sottolinea Luca De Zolt, della Filcams Cgil nazionale, nel tracciare il quadro del gioco pubblico terrestre, in gravissima crisi a causa del suo perdurante lockdown. Ma si tratta di una crisi “uguale” per tutti o ci sono dei settori del gioco che corrono maggiori rischi rispetto ad altri? “La crisi del gioco legale ha le sue origini prima del lockdown. Le normative regionali sul contenimento del gioco, elaborate senza tener conto del contesto sociale esistente, e l’aumento del Preu avevano già messo in discussione gli investimenti delle aziende che hanno consentito la legalizzazione e la regolarizzazione del gioco nel nostro Paese. Il lockdown ha colpito un terreno già minato, per il perdurare delle chiusure e per lo stop a qualsiasi confronto sul futuro del settore. Come tutti in settori, le aziende più piccole e meno capitalizzate sono quelle più a rischio, mentre ad oggi non riusciamo a delineare un impatto specifico su alcune tipologie di gioco. Sicuramente le sale bingo, che sono attività labour intensive (oltre a essere quelle meno ‘socialmente
rischiose’) hanno più difficoltà a far quadrare i conti. Ma bisogna vedere come le abitudini di consumo dei giocatori sono cambiate durante il lockdown, per esempio quanti giocatori hanno scelto definitivamente l’online, dove peraltro i controlli e la prevenzione della ludopatia sono molto più deboli. Sappiamo però con certezza chi si è arricchito e ha prosperato a causa del lockdown: le attività di gioco illegale. Lo dicono i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e della Camera dei deputati”. Come valuta i provvedimenti del Governo sulla proroga della Cig e del divieto di licenziamento e che cosa potrebbe accadere una volta che queste disposizioni andranno a scadere? “Il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori in deroga sono stati interventi necessari per evitare un’enorme crisi occupazionale e sociale. Noi continuiamo a chiedere che questi provvedimenti vengano prorogati, soprattutto per i settori più colpiti. Ma teniamo presente che gli ammortizzatori, seppure abbiano tamponato un’emergenza, hanno comunque forti ricadute sul reddito delle persone, che viene comunque ridotto di un terzo o della metà, a seconda della situazione di partenza. Per chi, come i lavoratori del gioco legale, è in ammortizzatore in maniera praticamente continuativa da un anno, l’impoverimento è pesantissimo. In generale, il nostro Paese deve ripensare gli strumenti di formazione e di politiche attive e vanno riformati gli ammortizzatori sociali: senza questi interventi non possiamo affrontare lo sblocco dei licenziamenti e la fine degli ammortizzatori in deroga. Sarebbe come dire a dei passeggeri di un aereo che precipita
L U C A D E Z O LT
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di buttarsi senza paracadute”. Come stanno vivendo i dipendenti del settore del gioco questo lockdown e cosa, assieme ad essi, la Filcams auspica? “I dipendenti del gioco legale sono colpiti sotto il profilo economico e per la lunga inattività. Si sentono discriminati rispetto agli altri settori economici, e non comprendono, soprattutto, l’assenza di attenzione da parte dei decisori politici e delle istituzioni. I lavoratori e le lavoratrici del gioco chiedono solamente di essere considerati per quello che sono: persone che per vivere hanno bisogno di lavorare, che hanno famiglia, impegni, ed esercitano il loro impegno lavorativo con professionalità e serietà”. Il gioco è stato chiuso perchè attività non essenziale oppure perchè rischioso dal punto di vista sanitario? “La valutazione sulla non essenzialità delle attività è del tutto fuorviante. Senza dubbio l’universo dell’intrattenimento è stato sacrificato in ragione di una più generale esigenza di ridurre le occasioni sociali, ma è un discorso che sul lungo termine non può reggere. Dal punto di vista sanitario abbiamo attivato sin dall’inizio della pandemia un confronto proficuo con le aziende. Abbiamo prodotto protocolli per il contrasto alla diffusione del covid tra i più avanzati (una prima versione a maggio 2020, aggiornata poi a ottobre). Nei pochi mesi di apertura i protocolli hanno funzionato e non si sono registrati contagi nelle sale. Ma questi sforzi sono stati completamente ignorati. La decisione ci sembra più che altro politica, anche perché difficilmente si riesce a comprendere come in una gaming hall vi siano più rischi che in un ristorante, in quanto per giocare non è necessario neanche togliere la mascherina”. (Amr)
inchiesta
Fisascat
«Riaprire e affrontare contrasto tra Stato e Regioni»
Un
duplice binario di interventi, nell’immediato, ma anche in prospettiva, possibilmente in un futuro non troppo remoto. Questa la road map, per sostenere il gioco e la sua occupazione, delineata da Mirco Ceotto, segretario nazionale della Fisascat Cisl. Ma andiamo con ordine, e partiamo dalla più stringente attualità. Se il settore del gioco pubblico non riaprirà al più presto, c’è il rischio di una perdita di posti di lavoro? “Il settore del gioco legale occupa complessivamente oltre 120mila persone (di cui circa 45mila persone nelle sale gioco) attualmente in sospensione dal lavoro con ammortizzatori sociali e senza una prospettiva di rientro, anche parziale, in servizio. Il settore è chiuso ininterrottamente dal 14 marzo dello scorso anno (e fino a metà giugno) e dal mese di ottobre 2020 i lavoratori sono nuovamente in Fis in deroga con tutte le difficoltà per la tenuta del bilancio familiare, quadro aggravato dai ritardi sull’erogazione dei sostegni economici. Le imprese stanno avendo problemi di mancati incassi, di affitti da pagare, di fornitori, è chiaro che qualcuno sta già pensando di non riaprire o di limitare la propria rete. Se ci mettiamo anche le norme regionali sui distanziometri, è molto facile che ci siano ulteriori grosse perdite di occupazione nel prossimo futuro. Dobbiamo constatare ad oggi che i provvedimenti normativi non hanno tenuto conto della continuità necessaria per l’accesso ai i trattamenti di integrazione salariale. Questa situazione fa il paio con la contrazione dei ricavi dall’esercizio delle concessioni a fronte della necessità di mantenere comunque operative le reti affidate in concessione, con i costi fissi da sostenere. Peraltro le parti sociali firmatarie della contrattazione di settore hanno prodotto diversi protocolli e av-
visi comuni che contengono norme stringenti per la tutela del lavoro e del cliente, ma non abbiamo ritorni da parte del Governo. Il nostro timore è che, una volta terminato il divieto dei licenziamenti, tutto questo si traduca con una potenziale perdita dei posti di lavoro in un settore, quello del gioco pubblico in concessione, che apporta alle casse dello Stato oltre 10miliardi di euro all’anno. Eppure nel cronoprogramma di aperture paventato dal Governo il settore non viene neanche citato. Siamo convinti che il comparto debba riaprire così come riapriranno le altre attività con il medesimo rischio! Peraltro, per quanto ci riguarda, si dovrà affrontare anche il contrasto normativo tra Stato e regioni sulle scelte distributive del gioco in concessione, situazione che da sé, ancora prima della crisi pandemica, ha creato un bacino di disoccupazione e di precarietà”. La Fisascat rappresenta anche i dipendenti dei casinò: il fatto che la loro proprietà sia pubblica li mette a maggiore riparo da rischi occupazionali? “Come abbiamo visto nei casi di Saint Vincent e di Campione d’Italia il rischio occupazionale i casinò ce l’hanno eccome! Anche loro sono imprese che debbono ‘reggere’ il mercato; un mercato che risponde al socio pubblico, ma sempre si devono fare i conti con le realtà locali e con la necessità di quei Comuni di poter attingere risorse da quelle imprese, nella convinzione che quelle risorse siano adoperate per il bene della collettività”. La chiusura del gioco legale ha portato parte della domanda a rivolgersi all’illegalità e in questi mesi è stato un proliferare di bische, corse clandestine, ecc.. Che cosa ne pensate al riguardo e che cosa si dovrebbe fare? “Noi abbiamo sempre sostenuto che il gioco legale, esercitato alla luce del
sole, e con le sicurezze previste dalle normative, sia possibile sostenerlo, e nel contempo contribuire a lottare contro patologie degenerative del gioco. Se non lo può fare il gioco legale, è decisamente impossibile che lo faccia il gioco illegale e sommerso. È chiaro che la domanda c’è, si tratta di trovare la risposta. A nostro avviso la risposta non può essere delegata all’illegalità”. Si sarebbe potuta gestire diversamente la questione “gioco e chiusure”, secondo voi? E cosa si può fare oggi? “Si sarebbe potuta gestire attraverso la parificazione delle sale gioco ai bar o ai ristoranti. Crediamo siano le strutture più vicine in termini di attrezzature per la sicurezza, di gestione del personale interno e di gestione dei flussi dei clienti. Crediamo che tenere chiuso un settore solo perché gestisce gioco legale non sia la cura, ma invece questo contribuisca al crescere della malattia. Oggi si può intervenire parificando i settori della ristorazione con quello del gioco. I rischi sono i medesimi e gli strumenti per la limitazione del rischio anche. Sia chiaro, nessuno vuole riaprire nelle zone rosse, ma riaprire ai clienti e far lavorare gli addetti in sicurezza, che sono tantissimi, quando anche gli altri settori lavorano, ci sembra davvero il minimo”. (Amr)
MIRCO CEOTTO
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inchiesta
Uiltucs
«Scelte eque, giuste e coerenti»
Un
“piano B” imposto dall’irrigidirsi delle restrizioni in materia sanitaria: un’assemblea nazionale e virtuale, anziché una pluralità di manifestazioni nelle piazze d’Italia, sotto i consigli regionali o sotto le prefetture. Ma l’iniziativa che ha visto protagonisti i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil a fine marzo avrà sicuramente un seguito, magari tornando al “piano A”. Come spiega Paolo Proietti, responsabile nazionale settore gioco e bingo della Uiltucs-Uil. “Il nostro obiettivo era ed è quello di sensibilizzare le istituzioni, sinora piuttosto latitanti per quanto riguarda la necessità di riaprire le attività di gioco. Conosciamo bene la situazione dei lavoratori del settore, penalizzati dall’emergenza pandemica e dai conseguenti provvedimenti del Governo, che aveva iniziato a chiudere le sale a marzo 2020, prorogando questa disposizione ben oltre il previsto e consentendone la riapertura quando ormai il Paese, a giugno, era nella fase 3. C’erano state addirittura delle Regioni che avevano riaperto il gioco a luglio, mentre le attività commerciali e della ristorazione erano ripartite il 18 maggio. E poi, dal 24 ottobre, una nuova chiusura. Non vedendo una prospettiva certa all’orizzonte,
abbiamo maturato la volontà di manifestare pubblicamente ma i nuovi provvedimenti anticontagio ci hanno naturalmente portato a rimodulare l’organizzazione, così da stare all’interno del sistema di regole, che del resto abbiamo sempre rispettato anche nella fase di riapertura della scorsa estate, tant’è che nelle location di gioco non si sono registrati focolai o casi di contagio. Con le altre sigle sindacali ci siamo interrogando su come proseguire con la campagna di sensibilizzazione: non essendoci ancora le condizioni per una manifestazione dobbiamo comunque tenere alto il livello di attenzione e dobbiamo dare una risposta ai lavoratori che hanno partecipato (circa mille in collegamento!) alla nostra assemblea di fine marzo. Vediamo che da qualche parte, anche politica, arriva la spinta a ripartire, noi stiamo studiando se manifestare a livello territoriale”. Come valutate la scelta del Governo di lasciare chiuso per mesi il settore del gioco pubblico? “Sicuramente c’è stata una fase in cui la scelta di chiudere questo settore, come altri, era inevitabile. Sarebbe stato difficile sostenere misure che andassero in controtendenza. Poi il quadro, anche delle modalità di gestione, è profondamente cambiato: ora ci sono attività che dal punto di vista della rischiosità sono simili a quelle di gioco ma che, a differenza di esso, quando le Regioni erano finite in zona bianca, o gialla, avevano riaperto. Questo denota una scarsa coerenza dal punto di vista dell’approcciuo sanitario. Penso poi alle decisioni della giustizia magistratura, al Tar PAOLO PROIETTI
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Lazio che, nel respingere la richiesta di sospedere i Dpcm, sostiene che ‘non appare palesemente illogico o irregionavole prevedere le sospensioni delle attività di gioco’, anche in questo caso denotando una scarsa coerenza nelle misure che vengono adottate. Ci sono attività che riaprono anche in zona rossa e questa è una scelta politica, come pure la serrata del gioco sembra trovare una giustificazione più politica che sanitaria”. Questi mesi di lockdown hanno già provocato conseguenze irreparabili sull’occupazione nel settore del gioco? “Molto dipende da quando verrà tolto il blocco delle attività. Questo è un settore molto articolato, dove ci sono aziende di grandi dimensioni, anche multinazionali, che hanno capacità organizzativa e finanziaria e che riusciranno a sopravvivere a questa tempesta che è stato il Covid, ma ci sono pure attori locali, aziende meno strutturate che rischiano di non avere sufficienti risorse per avere prospettive a medio e lungo termine, anche dal punto di vista occupazionale. C’è inoltre da sottolineare che le aziende più grandi avrebbero potuto immaginare progetti di sviluppo ma dovranno rinunciare a degli investimenti e questo comporta un altro problema in termini di occupazione”. Cosa chiedete e auspicate dal Governo? “Ci aspettiamo equità e giustizia. Le scelte sinora adottate sono più dettate da valutazioni politiche che sanitarie e questo determina una discrezionalità della politica che porta a un costo elevatissimo per il settore e i suoi lavoratori. Essi vanno trattati in modo equo, sulla base di valutazioni oggettive, altrimenti le sollecitazioni che arrivano da alcune parti politiche, non solo a livello nazionale, possono portare a una prosecuzione a tempo indeterminato delle chiusure delle attività di gioco. E questo certamente equo non è”. (Amr)
inchiesta
Il lavoro al tempo degli eSports L’intrattenimento si fa formazione e opportunità professionale
A
nche a ManpowerGroup piacciono gli eSports. Presente in Italia dal 1994, la società statunitense che propone soluzioni per la gestione delle risorse umane, di recente ha avviato nel nostro Paese un curioso progetto che vede al centro i videogame. Accanto a Manpower una giovane realtà del mondo eSports italiano, creata da due ex calciatori, Christian Vieri e Bernardo Corradi, con l’obiettivo di valorizzare le competenze degli appassionati di videogiochi, fornendo loro suggerimenti utili a svilupparle ulteriormente per poterle utilizzare anche in ambito professionale. A Anna Gionfriddo, manpower brand Italy director, abbiamo posto qualche domanda per comprendere meglio questa partnership curiosa, che dà vita a un progetto che punta dritto ai più giovani, alla generazione Z. Un’apertura al gioco che Manpower ha fatto anche sul suo sito web, dove è possibile provare il Gaming Skills Translator, un vero e proprio test che traduce le competenze nel mondo dei videogiochi in skills da aggiungere al Cv. La gamification è un fenomeno trasversale che ha conquistato di recente moltissimi settori e ora emerge anche in ambito lavorativo, in base alla vostra recente esperienza secondo lei è un fenomeno passeggero o qualcosa che può durare nel tempo? “La gamification rappresenta un trend che sta cambiando il nostro modo di lavorare. Il modo in cui questo avverrà dipenderà fortemente dall’uso e dall’accessibilità delle nuove tecnologie, in cui l’artificial intelligence e gli algoritmi di machine learning giocano un ruolo fondamentale. A livello internazionale sono sempre più gli studi che mettono in luce come il gaming possa favorire lo sviluppo di soft skills fondamentali anche nella vita professionale. L’applicazione del gioco in ambito lavorativo favorisce l’emersione di
ANNA GIONFRIDDO
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caratteri personali del lavoratore. L’uso della strategia di gamification interessa gli esperti di recruiting in quanto fornisce ottimi strumenti per la selezione del personale ed in particolare aiuta a far emergere il miglior lavoratore per capacità di problem solving, adattamento e attitudini”. Manpower ha stretto un accordo con Plb: com’è nata la partnership con la realtà di Vieri e Corradi, e quali finalità si pone? “ManpowerGroup ha scelto di entrare nel mondo degli eSports con un progetto di formazione e intrattenimento per lo sviluppo professionale di giovani talenti, sulla scia di una campagna globale del gruppo sul gaming. Per offrire sempre nuove opportunità e per ampliare al massimo il pool di talenti per le aziende, Manpower ha pensato di rivolgersi a chi possiede una combinazione unica tra capacità digitali e soft skills, di cui le aziende hanno maggiormente bisogno: i gamers. La partnership fra ManpowerGroup e Plb Edutainment Hub nel mondo degli eSports nasce dunque per offrire un progetto di formazione e intrattenimento per lo sviluppo professionale di giovani talenti nel mondo dei videogiochi, ma non solo. L’ultimo report ‘Let’s Play 2020 – The European Esport Market’ di Deloitte rileva che, in Europa, Italia e Spagna sono i paesi in cui il gaming competitivo è cresciuto maggiormente nell’ultimo anno, anche per questo vogliamo valorizzare le competenze degli appassionati di videogiochi. Il futuro del recruiting si gioca anche sulle ‘transferable skills’, competenze che possono essere trasferite da un ambito ad un altro e che possono fare la differenza nel mondo del lavoro. La partnership con Plb ci consente di contare sulla massima competenza ed esperienza nel mondo del digital gaming. L’obiettivo è infine anche quello di aiutare le aziende a comprendere quanto sia importante valutare anche
le soft skills con modalità meno convenzionali e la possibilità di tradurle in competenze spendibili in azienda”. Il gioco aiuta l’apprendimento, aiuta lo sviluppo di competenze di team building, puoi aiutare anche a migliorare i riflessi e la coordinazione oculo manuale, avete individuato dei giochi che danno delle skill in più sul mondo del lavoro? “I giochi multiplayer, ad esempio, consentono agli individui di potenziare capacità di collaborazione, comunicazione e leadership, mentre i giochi di strategia sono più portati a perfezionare il problem-solving e il lateral thinking. Con il paper ‘Game to work’, ManpowerGroup offre alle aziende una guida per accompagnare l’assessment: come si passa dalla capacità e bravura in un determinato gioco ad una competenza specifica? Quali i cluster di giochi e a quali set di competenze sono abbinati? Scopriamo quindi che i giochi Open World sviluppano skills creative, di collaborazione, percezione sociale e coordinazione, mentre sono proprio gli esports a sviluppare il pensiero critico, la collaborazione, il decisionmaking e la capacità di valutazione. StarCraft, Civilization, Pac-Man, Words with Friends o League of Legends consentono agli individui di potenziare il pensiero critico; World of Warcraft, Assassin’s Creed, Monster Hunter o Pokémon potenziano il problem-solving e la capacità di decisionmaking, infine Minecraft, Legend of Zelda o The Elder Scrolls sviluppano creatività e coordinazione. Ciò che conta di più, ancora una volta, è l’apprendimento continuo. Il gioco aiuta il cervello a creare modelli cognitivi o schemi migliori, rendendo più facile prevedere e reagire a nuove situazioni. Grazie al Gaming Assessment, è possibile identificare il proprio stile di apprendimento e ricevere suggerimenti su come continuare a sviluppare le proprie skills e la propria employability”. (Dd)
inchiesta
Sarà il poker a rilanciare le donne nel mondo del lavoro e del management Maria Konnikova e Melanie Weisner con la Kellogg School of Management, per un progetto avanzatissimo di formazione e crescita
Non
è di certo la prima volta che il poker moderno nella specialità Hold’em e varianti, non quello classico a 32 carte, tanto per capirci, viene utilizzato nella formazione o all’università per aiutare la crescita di alcune figure professionali. A fare notizia è ancora Poker Powher, un’organizzazione statunitense che ha annunciato un programma pilota unico nel suo genere con la Kellogg School of Management, un’eccellenza nella formazione. L’idea è quella di aiutare le donne a sviluppare capacità di leadership cruciali nella negoziazione, nell’intelligenza emotiva e nel processo decisionale imparando l’arte del poker. Il programma sarà tenuto da docenti Kellogg di fama mondiale, tra cui l’esperta di negoziazione e decisione Victoria Medvec e il vicedirettore del Kellogg Center for Executive Women Gail Berger, la giocatrice di poker professionista Melanie Weisner, e sarà caratterizzato anche da una conferenza della psicologa, scrittrice e giornalista del New York Times, Maria Konnikova che ha redatto un libro sulla crescita personale nel poker dopo un’espe-
MARIA KONNIKOVA
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rienza di due anni ai tavoli da gioco grazie a PokerStars. Mentre in Italia si parla di quote rosa nella politica, all’estero si fanno parlare i fatti. Il momento per le donne nel mondo del lavoro è drammatico. Anche negli States: una donna su quattro pensa di cambiare carriera e 2,5 milioni di esse ha perso il lavoro. Molte delle migliori business school, tra cui Kellogg, hanno più del 40 percento delle studentesse e solo una frazione dei ruoli C-suite sono ricoperti da donne. Ogni settimana, i partecipanti al progetto pilota si impegneranno in una conferenza con un professore della Kellogg, seguita da discussioni in piccoli gruppi e una lezione di poker che applicherà le intuizioni di leadership apprese nei corsi. Gli studenti, infatti, hanno la possibilità di mettere in pratica le loro nuove abilità attraverso il gameplay alla fine di ogni sessione. “Siamo entusiasti di lanciare questo progetto pilota, che aiuterà le donne a esplorare e sviluppare capacità di leadership cruciali in modo creativo e coinvolgente”, afferma Victoria Medvec, professoressa di gestione e organizzazioni, co-fondatrice e di-
MELANIE WEISNER
rettrice esecutiva del Center for Executive Women. “Non solo i partecipanti acquisiranno un vantaggio nella loro carriera immergendosi in profondità nelle strategie di negoziazione, ma avranno l’opportunità di costruire relazioni con le donne Kellogg attraverso i nostri programmi di laurea Mba”. “Perché portiamo il poker alle donne di Kellogg? Perché questo gioco offre un punto di svolta”, spiega Erin Lydon, managing director e general manager di Poker Powher. “Crediamo fermamente che ci sia un collegamento tra il motivo per cui così poche donne giocano a questo gioco di abilità e perché così poche manager avanzano al vertice nel mondo degli affari e dell’industria. Grazie a questa partnership, siamo entusiasti di plasmare le menti più brillanti di domani nel mondo degli affari e di cambiare il futuro per generazioni di donne”. Questa partnership si basa sul forte impegno della Kellogg School of Management e sulla ricca storia di leadership nell’istruzione e nel progresso delle donne nel mondo degli affari. Fondamentale, nel progetto, il gameplay che utilizza Poker Powher senza giocare d’azzardo. Il fine è aiutare le donne di tutte le età a costruire la fiducia, sfidare lo status quo, apprendere la strategia e valutare il rischio in modo divertente, solidale e sicuro. Attraverso questo programma pilota con Kellogg e altri programmi per tutto l’anno, Poker Powher sta ribaltando il tavolo sui tradizionali metodi di sviluppo professionale e utilizza il poker per fornire alle donne le competenze necessarie per avanzare nelle loro vite e carriere. (Ca)
inchiesta
Dealer e croupier non li salva neanche la Dad Lockdown e chiusure di quasi tutte le sale da gioco d’Europa hanno ridotto al lumicino le possibilità di lavoro per gli addetti dei casinò formati nelle scuole ufficiali come la Jca. Ecco lo stato di salute del settore.
Dei
cinque centri in tre Paesi solo tre sono aperti e gli altri lavorano a basso regime. Il Covid-19 è calato come una scure sui casino dal vivo e sui tornei di poker live e, ovviamente, anche sul lato fondamentale del settore, quello della formazione. La speranza è la riapertura per tornare alla normalità ma non sono solo quelli i problemi che attanagliano questa importante parte dell’industria del gioco e dell’intrattenimento europeo e mondiale. “Sì, purtroppo stiamo andando col contagocce e stiamo facendo pochissimi corsi ormai da un anno, da quando è comparso il Covid-19 e ha bloccato quasi tutte le location di gioco nel mondo – spiega Jerome Jozza della Jca, Scuola Internazionale Croupier – abbiamo due sedi sospese a Malta e Milano e quest’ultima dovrebbe riprendere solo nel mese di settembre. Purtroppo se tutto è fermo ci sono pochissime domande dalle case da gioco che, però, sperano tutte, come lo speriamo noi, su una riapertura prossima e che sia anche definitiva”. Non solo Covid-19, anche la Brexit sembra creare qualche grattacapo di troppo: “Con la nuova configurazione normativa del Regno Unito ci sono dei nuovi requisiti da rispettare per poter lavorare nel settore dei casinò e stiamo aspettando che il 17 maggio riaprano le case da gioco. Per ora sappiamo che lo stipendio minimo sarà da 26mila sterline l’anno e il livello inglese minimo dovrà essere il B2. Abbiamo bisogno di capire quali sono le linee guida del Governo Uk perché il
croupier e l’addetto alle case da gioco non sono stati inseriti negli skills jobs e le società che operano nel settore devono reclutare personale dall’estero visto che all’interno non ne hanno e hanno grossi problemi di organizzazione e di reperimento delle capacità lavorative. Stiamo cercando di capire se ci sono info in più e stiamo dialogando direttamente coi casinò”. Una situazione insostenibile che in questi mesi si è sommata ai lockdown per il contenimento del virus. Anche i poker tournament sono stati praticamente annullati al 100 percento in Europa dall’ottobre 2020: “Per quello che riguarda la figura del dealer per l’Hold’em e le sue varianti, gli otto circoli di Parigi che avevano iniziato e stavano andando molto bene per poi chiudere come tutte le altre room europee. Nella capitale francese abbiamo mandato molti lavoratori ed erano molto contenti di questa collocazione – prosegue Jozza – anzi c’era già un’idea di crescita con l’inserimento della roulette anche se le regole frenano lo sviluppo visto che ser-
vono un paio di anni di attesa prima di questa espansione. Segnaliamo che in Svizzera, a Ginevra, si registra uno sviluppo dei tavoli di Texas Hold’em con l’implementazione di tavoli da cash game e anche questo può essere un importante sbocco lavorativo”. La grande attesa è per il giorno della ripartenza, dello shuffle up and deal tanto per utilizzare un termine tecnico idoneo: “I clienti, i players, la gente non vede l’ora di ricominciare. I circoli potrebbero tornare ad aprire perché tutti vogliono uscire dal lockdown e tornare ai tavoli da gioco. Ci vorrà ancora un po’ ma l’aspettativa di tutti, adesso, sembra essere questa”. Dalle difficoltà, spesso, nascono grandi possibilità di sviluppo: “Sicuramente sarebbe il momento giusto per cambiare la fisionomia del gioco in Italia limitando le slot machine nei bar e autorizzare l’apertura di nuove case da gioco in modo da dare stimolo anche alle location turistiche e al settore stesso. Questo creerebbe maggiori posti di lavoro per rilanciare il paese”, conclude Jerome Jozza. (Ca)
SUI BANCHI DELL A JCA Come detto la Jegas Croupier Academy è una scuola di formazione di professionisti per casinò, attiva nel settore dal 2012, con cinque centri in tre Paesi, oltre 600 croupier formati e inseriti lavorativamente, scuola accreditata preso la Gambling Commission inglese e la Police de Jeux francese, contratti per l’assunzione di personale con tutti i più grandi gruppi europei del settore del gioco. Il corso di croupier ha una durata di soli 3 mesi. Il corso di formazione è basato al 95 percento sulla pratica. Per questo nei centri di formazione viene ricostruita fedelmente una vera e propria sala da gioco reale. Il corso completo di croupier si svolge a Roma, Milano, Sassari o Malta e ha una durata di 12 settimane, corsi di perfezionamento a Las Vegas. Le lezioni si svolgono tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Al termine del corso si viene inseriti direttamente in uno dei Casinò della Gran Bretagna e volendo anche in altri paesi come Francia, Svizzera, Germania o Malta.
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VOX MANAGER
Nuove competenze modelli organizzativi e processi nell’era Covid
PAROLADI COLLOVATI
La capacità di competere attraverso strumenti innovativi di Crm e Kyc (Know Your Customer) faranno sempre di più la differenza così come l’utilizzo dei social media. Le imprese di gioco si sono rese conto da tempo che le varie piattaforme social sono molto efficaci come mezzo di distribuzione di contenuti di gioco, di informazioni su nuove promozioni, bonus, contenuti personalizzati e video streaming. I social media sono molto efficaci non solo per aumentare i tempi di permanenza degli utenti sulle piattaforme di gioco digitale, ma anche come veicolo di acquisizione di nuovi giocatori. Un’altra area strategica di investimento che con la pandemia è diventata ancora più rilevante è la responsabilità sociale d’impresa. I processi di innovazione, ricerca e sviluppo saranno sempre più improntati su principi di trasparenza ed etica con l’obiettivo di generare benefici sociali tangibili e misurabili. Gli operatori di gioco, quindi, dovranno rivedere le proprie iniziative di responsabilità sociale d’impresa, e aumentare gli investimenti in progetti legati alla creazione di valore per la società, alla tutela dell’ambiente e protezione dei consumatori. L’introduzione di processi e soluzioni tecnologiche che migliorino gli standard di cybersecurity end-to-end - da prodotti, servizi e processi, alle transazioni e al cliente finale è quindi un altro aspetto sul quale le aziende di gioco verranno valutate dal mercato e da attori istituzionali in relazione al loro impegno sociale. L’entità e l’efficacia delle misure di contrasto alle frodi ed al riciclaggio di denaro come quelle che riguardano il contrasto al fenomeno del match-fixing e collusione sono altri esempi che qualificano l’impegno verso la responsabilità sociale e la tutela del consumatore.
Con l’impiego dell’intelligenza artificiale e di modelli predittivi applicati al comportamento di gioco dei consumatori, abbiamo assistito ad una crescita importante nell’uso di strumenti di marketing automatizzati e basati sui dati con un ampio ambito di sviluppo nella produzione personalizzata di contenuti video animati. I contenuti multimediali e l’analisi dei dati con strumenti di Crm (Customer Relationship Management) avanzati permettono di indirizzare sempre più traffico digitale verso gli operatori di gioco con contenuti più distintivi mentre assistiamo ad un appiattimento dell’offerta e dei livelli di payout. Il settore del gioco ha necessità di acquisire risorse specializzate in ricerca e analisi di dati, nonché competenze trasversali, che possano combinare conoscenze specifiche di marketing digitale con capacità di problem solving e interpersonali come comunicazione, creatività, disponibilità all’apprendimento o al pensiero critico. A questo proposito, la formazione, il miglioramento delle competenze e soprattutto la riqualificazione delle risorse esistenti giocheranno un ruolo fondamentale nel posizionamento di mercato e nel successo di una moderna azienda di gioco. Nel nostro settore, infatti, le opportunità di lavoro cresceranno per le risorse altamente qualificate, ristagneranno per Ludovico Calvi quelle con livelli di competenDa settembre 2017 Ludovico Calvi ha za media e diminuiranno per utilizzato la propria esperienza decennale nel settore del gaming e betting fornendo quelle poco qualificate. A seservizi di consulenza strategica, normativa conda delle mansioni e dell’oce operativa a soggetti privati e pubblici, comprese lotterie, concessionari privati, cupazione specifiche, circa il 35 governi, ministeri delle finanze, regolatori, federazioni sportive e percento dei posti di lavoro sarà forze dell’ordine. Da giugno 2015 è membro del comitato esecutivo di Global Lottery soggetto ad un inevitabile proMonitoring System, nel giugno 2017 ne è stato eletto presidente cesso di automazione ed è per e rieletto di nuovo nel maggio 2019 per il periodo 2019-2021. Da maggio 2019 è anche membro della World Lottery Association questo che si rende indispen(Wla) Sports Integrity Committee. Da maggio 2015 è membro sabile investire in formazione e dell’American Gaming Association Sport Betting Task Force. riqualificazione. ENGLISHPAGES
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pandemia, con le chiusure, le misure di lockdown e distanziamento fisico non solo ha causato perdite senza precedenti sotto il profilo economico agli operatori di gioco costringendoli a operare in un contesto di grande incertezza per garantire la continuità del business, ma li ha anche obbligati a formare e riassegnare rapidamente le risorse disponibili dal canale di distribuzione fisico a quello digitale. L’introduzione di nuove tecnologie ha trasformato il comparto del gioco da ben prima della pandemia, portandolo ad un livello di innovazione adeguato a raccogliere le sfide del mercato. Al centro del processo di innovazione rimangono le competenze, la creatività e la capacità di evolvere. I vari lockdown e la chiusura pressoché ininterrotta di tutte le location di gioco fisiche hanno accelerato il processo di cambiamento del comportamento di gioco dei consumatori dal canale fisico a quello digitale. Alcune aziende hanno reagito in maniera più determinata di altre, rivedendo i propri modelli organizzativi e i processi interni per adattare rapidamente le proprie competenze alla nuova realtà di mercato. L’automazione nella fruizione dei contenuti e la personalizzazione nell’esperienza di gioco sono evoluzioni chiave per qualsiasi operatore di gioco online e questa tendenza continuerà a crescere anche dopo la pandemia. Il presente e il futuro del marketing digitale sono caratterizzati dall’automazione, rispondendo a una domanda sempre più crescente da parte dei consumatori di contenuti personalizzati con un nuovo approccio di acquisizione e coinvolgimento degli utenti che vede premiare il modello di marketing che si rivolge al singolo consumatore anziché ad una pluralità di individui. PROMOSPACE
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A cura di Ludovico Calvi
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
inchiesta esteri
Proteggere i minorenni dal rischio azzardopatia è una tra le grandi sfide a livello globale: l’Europa si è mossa da tempo ma la chiave di volta è rappresentata dalla collaborazione di famiglie, operatori e società civile di Michael Haile
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uando si parla di gioco con vincita in denaro si pensa a un’attività per adulti. Il gioco minorile è stato trascurato per decenni e solo negli ultimi anni è stato preso sul serio, a seguito di varie ricerche sull’azzardopatia. Solo recentemente, inoltre, si è notato che la maggioranza dei giocatori formano le loro abitudini di gioco entro i loro primi vent’anni. Bisogna considerare che gli adolescenti non sono totalmente pronti a bilanciare le loro emozioni e le conseguenze delle loro azioni. Sono propensi a compiere azioni rischiose e ad agire impulsivamente. Adolescenti in tutto il mondo hanno caratteristiche simili: sono portati a cercare esperienze nuove, non riescono a calcolare i rischi, quindi sono potenzialmente giocatori a rischio azzardopatia. Statistiche raccolte in molti Paesi dimostrano che più è giovane l’età nella quale si è sperimentato il gioco per la prima volta, più è alta la probabilità di diventerà giocatori compulsivi da adulti. Questa attenzione ai giovani è anche il risultato dall’esplosione di gioco online, social media e videogiochi. Una ricerca di GambleAware, un istituto che combatte l’azzardopatia nel Regno Unito, constata che più i minorenni usano social media e giocano a videogame online, più si alza la possibilità che partecipino a qualche forma di gioco con vincita in denaro. Bisogna anche tenere a mente che con l’avvento dell’online i giovani sono esposti al gioco 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Inoltre, con l’espansione dell’uso di tablet e smartphone, i giovani sono diventati particolarmente “creativi” nell’accedere ai siti che offrono gioco. PROMOSPACE
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P H . I S A I A H R U S TA D - , U N S P L A S H
NON È UN GIOCO DA RAGAZZI
EUROPA Regno Unito e in quelli scandinavi, dove negli ultimi anni sono stati adottati diversi cambi regolatori, programmi e strategie, con vari livelli di successo. Invece, i Paesi del sud d’Europa hanno ancora molto lavoro da fare: anche se hanno leggi e regolazioni scritte, “cadono” sul controllo e sull’implementazione di strategie di successo. Secondo uno studio pubblicato nel 2019 da Europe Pmc, una piattaforma scientifica che raccoglie ricerche di altri istituti, circa il 12,5 percento dei minorenni nell’Unione europea ha giocato per soldi in una struttura terrestre oppure online nell’anno precedente. Lo studio è stato condotto nelle scuole, in Germania, Grecia, Islanda, Paesi Bassi, Polonia e Romania. Di questi minorenni, il 28 percento erano ritenuti o a rischio o già mostravano chiari segni di azzardopatia, in particolare i maschi. I più a rischio erano quei giovani che avevano problemi comportamentali o asociali, con una scarsa prestazione scolastica e con un alto tasso di uso di internet. REGNO UNITO La Gambling Commission (Gc) è uno dei pochissimi regolatori che ha un approccio olistico nei confronti del gioco minorile. Nel Regno Unito l’età legale per il gioco è 18 anni, a parte le lotterie (inclusi i gratta & vinci), accessibili dai 16 in su, ma dal 2023 anche la soglia per giocare ai gratta & vinci sarà portata a 18. Molti studi compiuti nel Regno Unito appurano che un quarto dei giocatori adulti ha scommesso illegalmente
NON È UN GIOCO DA RAGAZZI
per la prima volta quando era minorenne. Secondo la Gc, quasi 450.000 ragazzi tra gli 11 e i 16 anni scommette regolarmente. Il problema è diventato particolarmente grave durante il lockdown, quando le scuole erano chiuse e i ragazzi intrappolati nelle proprie case. Il numero di questi ragazzi supera quello di quanti di loro bevono, fumano e fanno uso di stupefacenti. Uk 2020
Totale Ragazzi Ragazze 11 anni 12 anni 13 anni 14 anni 15 anni 16 anni età 11-16 età 11-16 età 11-16
Giocatori senza problemi
31.9%
32.1%
31.9%
Giocatori a rischio
2.7%
3.6%
1.3%
0.6%
1.7%
4.1%
3.2%
1.8% 4.9%
Giocatori con problemi 1.9%
2.8%
0.3%
3.0%
0.6%
0.9%
1.6%
2.6%
27.9% 30.0% 29.5% 31.0% 34.6% 40.5%
3.5%
Fonte: Gambling Commission
La Gc ha anche stabilito che quasi il 50 percento dei 17enni attualmente partecipa al mondo del gioco. Secondo l’ultimo rapporto della Gc, pubblicato nel 2020 e relativo alle attività di gioco dei ragazzi da 11 a 16 anni: • il 9 percento dei ragazzi ha speso i propri soldi nella settimana precedente per giocare • il 5 percento di queste attività sono scommesse e giochi di carte tra famigliari e amici • il 37 percento di coloro che abitano in Inghliterra e Scozia ha giocato nell’anno precedente • il 7 percento ha giocato dopo aver visto della pubblicità • l’1,6 percento di loro sono considerati giocatori problematici Anche se iI numero dei giocatori minorenni sta diminuendo, non c’é dubbio che la Gambling Commission abbia ancora molto lavoro da fare. FINLANDIA PREVALENZA DEL GIOCO GIOVANILE 2011-2017 (12-16 ANNI) TUTTI Non gioca Ogni giorno o quasi 1 o 2 volte alla settimana Poche volte al mese Raramente
2011 58.0% 1.9% 9.0% 11.5% 19.6%
2013 82.3% 0.3% 1.6% 2.8% 12.9%
2015 88.2% 0.3% 1.0% 2.5% 7.9%
2017 85.4% 0.4% 1.2% 3.1% 9.9%
RAGAZZI Non gioca Ogni giorno o quasi 1 o 2 volte alla settimana Poche volte al mese Raramente
42.9% 3.7% 16.6% 18.8% 20.3%
73.8% 0.7% 4.9% 17.4% 9.6%
81.7% 0.6% 4.7% 11.0% 5.5%
76.4% 0.8% 6.2% 14.1% 6.8%
RAGAZZE Non gioca Ogni giorno o quasi 1 o 2 volte alla settimana Poche volte al mese Raramente
69.5% 0.6% 2.1% 7.6% 20.3%
88.7% n/a 0.3% 1.3% 9.6%
93.4% 0.1% 0.2% 0.8% 5.5%
92.2% 90.0% 0.1% 0.8% 6.8%
tenni australiani uno su sei ha giocato per soldi nell’anno precedente (più ragazzi che ragazze) anche se ciò è chiaramente illegale. Quasi la metà dei giovani australiani ha giocato in qualche forma prima di compiere 15 anni, percentuale che raggiunge i tre quarti all’età di 19. NORD AMERICA L’espansione del gioco negli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda le scommesse sportive e l’online, è un fenomeno nuovo, quindi non ci sono ricerche o dati recenti, ma non è un salto nel buio pensare che gli adolescenti americani si comportino come i loro coetanei europei e australiani. Non ci sono dati recenti neanche per quanto riguarda il Canada, ma un rapporto pubblicato dal Journal of Gambling Issues nel 2011 segnala che l’80 percento degli adolescenti ha giocato almeno una volta prima di raggiungere i 18 anni, particolarmente alle lotterie (l’età legale cambia da Stato a Stato ma va tra i 18 e i 19 anni), ma molti dichiarano che sono riusciti ad aver accesso ai casinò. Lo stesso studio nota che una fetta compresa tra il 4 e l’8 percento ha seri problemi di azzardopatia, uno dei tassi più alti del mondo. In Canada il gioco con vincita in denaro è culturalmente accettato, solo il 25 percento lo vede come un attività pericolosa, a confronto di alcol (60 percento), fumo (64 percento) e stupefacenti (75 percento). COME COMINCIANO E A COSA GIOCANO? La maggior parte degli studi e delle ricerche compiute su gioco minorile sono svolte soprattutto nei Paesi europei. Nel Regno Unito il 15 percento circa dei sedicenni e dei diciasettenni hanno scommesso soprattutto in famiglia e con amici, quindi una parte sostanziale di questi minorenni ha imparato a scommettere nell’ecosistema familiare e sociale. ATTIVITÀ DI GIOCO DI ADOLESCENTI UK NEL 2019 / 11-16 ANNI 5%
Scommessa privata in famiglia e amici 4%
Slot
Fonte: Journal of Gambling Studies 2020
IL RESTO DEL MONDO AUSTRALIA In Australia esiste un istituto governativo che scrive annualmente un rapporto sui comportamenti generale dei teenager, includendo dati sulla prevalenza del gioco (Growing Up in Australia). Nell’ultimo rapporto, pubblicato a dicembre 2019, si nota che fra i sedicenni e i diciaset-
Gratta e vinci
3%
Gioco a carte con amici
3% 3%
Scommessa al betting shop Lotto
2%
IWG (gratta e vinci online)
2%
Altre lotterie (EuroMillions)
2%
Altre lotterie
2%
Bingo
2%
I sondaggi di GambleAware hanno rilevato una significativa connessione tra la propensione al gioco dei genitori e quella dei loro figli. Più è alta la propensione al gioco dei genitori, più è bassa l’età in cui i figli cominciano a giocare. Anche in Australia le attività di gioco prevalenti tra gli adolescenti sono le scommesse private in famiglia e con amici, quelle sportive e il poker. Il 65 percento dei loro genitori dichiara che ha scommesso almeno una volta nell’anno precedente (2019), ma il 90 percento di loro non soffre di azzardopatia.
www.gioconews.it
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esteri
NON È UN GIOCO DA RAGAZZI
Inoltre, i giovani che giocano sono anche quelli che spesso hanno comportamenti a rischio (usano alcol, fumano e si drogano) e sono accademicamente fragili, quindi sono simili alla loro controparte europea. Le loro attività di gioco preferite sono scommesse in famiglia e con amici, lotterie, scommesse ippiche, gratta & vinci, keno (un gioco simile al bingo). Un prodotto che spiana la familiarità con il mondo del gioco, globalmente, sono le lotterie, in particolare i gratta e vinci, in quanto in molti Paesi non sono culturalmente considerate come un’attività “d’azzardo”, anche grazie al loro forte legame con lo Stato e con le buone cause. Molti sondaggi europei dimostrano che mentre la grande maggioranza dei genitori diventano ansiosi se scoprono che i loro figli scommettono o partecipano ad altre forme di gioco, quest’ansia non nasce se gli stessi figli giocano al Lotto o se qualche volta si comprano un gratta e vinci (a parte che per motivi religiosi, quando la disapprovazione è totale). Ci sono anche altre strade che possono portare gli adolescenti verso il mondo del gioco, in particolare i videogame. Essi sono una delle attività ludiche preferite dei teenager. Jupiter Research stima che i videogamers spenderanno globalmente 44 miliardi di dollari entro 2022 solo nelle lootbox, che sono una miscela tra l’abilità nel gestire un videogame, che per definizione è un gioco di abilità, e il gioco con vincita in denaro. Con le lootbox si paga per comprare strumenti per continuare a giocare in un livello più alto. L’Università di York ha stimato che la presenza di lootbox sia aumentata dal 4 al 71 percento nei vari tipi di videogame negli ultimi dieci anni, mentre la spesa dei giocatori è cresciuta dell’81 percento nello stesso periodo. La Gambling Commission del Regno Unito sta provando a classificare le lootbox come una forma di gioco con vincita in denaro, ma attualmente esse sono disponibili per gli adolescenti di buona parte del mondo. Vari istituti, come la Gc e GambleAware, ritengono che le lootbox incoraggino i minorenni a partecipare ad altre forme di gioco. Un’ulteriore problema è l’accessibilità. Slot e macchine da gioco sono una delle attività preferite dai teenager. In molti Paesi questi apparecchi sono disponibili in posti come bar, ristoranti, supermercati, aeroporti, soprattutto nell’Europa del nord e in Australia. Questi spazi sono difficili da controllare, e quindi è il gioco più utilizzato da minorenni in vari Paesi. Per esempio, la Gc ha trovato che l’88 percento dei pub inglesi non è riuscito a prevenire che i bambini giochino alle slot nei loro locali. Inoltre, il problema dell’accessibilità è esacerbato dalla decisione di Google di permettere App di giochi con vincite in denaro nel suo Play Store, il che è un cambiamento di paradigma, visto che ci sono 250 milioni di “download” al giorno da Google Play Store, un mercato enorme. Questo servizio non è disponibile in tutti i Paesi e ovviamente Google ha annunciato che queste applicazioni sono disponibili solo per gli adulti, ma è anche vero che gli adolescenti sono piuttosto ferrati nel superare le barriere virtuali.
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
La pubblicità è un’altra variabile che stimola i giovani a scommettere, in particolare le sponsorizzazioni nel mondo dello sport. LE STRATEGIE DI PREVENZIONE Tutti i governi hanno già stabilito restrizioni sull’età in relazione al gioco ma stanno diventando sempre più difficili da applicare nel mondo online, dove l’evoluzione del dark web e la crescita di monete virtuali come i Bitcoin rendono il lavoro dei regolatori molto arduo, mentre le complessità si moltiplicano. Quindi quale strategie devono adottare i regolatori per combattere il gioco e il rischio di azzardopatia minorile? Molti Paesi europei hanno cominciato a prendere sul serio il problema del gioco minorile. La Francia e Germania stanno già studiando quali misure mettere in campo. Ovviamente lo strumento più ovvio è il rafforzamento degli strumenti per la verifica dell’età. Nel Regno Unito la Gambling Commission ha ordinato agli operatori di casinò online di controllare l’età dei giocatori manualmente, chiedendo qualche prova dell’identità, attraverso un programma che si chiama Know your customer (Conosci il tuo cliente). In Australia vari regolatori (il Paese ha una struttura federale) stanno addirittura pensando di adottare tecnologie come la Face Recognition Technology (riconoscimento facciale) già usato da alcuni dei suoi Stati nei confronti di chi fa richiesta di residenza. Alcuni operatori hanno già cominciato a utilizzare questa tecnologia. Ma uno degli aspetti più importanti consiste nell’educare gli adolescenti sui rischi del gioco, in modo simile a quei programmi sui pericoli di alcol, fumo, stupefacenti e malattie sessualmente trasmissibili, che sono stati efficaci e continuano a esserlo. La Gambling Commission ha deciso di seguire l’approccio educativo agganciandosi, con il coinvolgimento del ministero dell’Educazione, al programma Personal, Social and Health Education (Pshe). Il Pshe è stato fondato per insegnare ai giovani i rischi connessi ad alcol, comportamenti sessuali, fumo e stupefacenti. Da settembre 2020 si sono aggiunte lezioni obbligatorie sui rischi connessi al gioco, un’iniziativa rinviata al 2021 a causa della chiusura, per Covid, delle scuole. La Gc sta anche lavorando con le istituzioni finanziarie per impedire i pagamenti a operatori del gioco se si verifica che il giocatore è minorenne. Il problema del gioco è il rischio di azzardopatia minorile è multiforme, è difficile che possa essere risolto solo dai regolatori e con azioni governative senza il coinvolgimento delle famiglie, degli operatori e della società civile. L’AUTORE
Michael Haile Economista, consulente economico e della regolamentazione, è stato market policy specialist della Gambling Commision (Regno Unito), senior economist & analyst di Gbgc (Isle of Man) e ricercatore del Censis e del Centro Internazionale di Studi Sociali (Roma).
esteri
SBOCCIA LA PRIMAVERA DEL GIOCO A maggio in programma il Mare Balticum Gaming Summit e il Prague Gaming Summit
D
ue eventi dedicati al mondo del gaming sono pronti a scaldare la primavera del gioco internazionale, nonostante le limitazioni che il Covid-19 ha imposto. Si tengono a maggio sia il Mare Balticum Gaming Summit che il Prague Gaming Summit. Ma quali sono le novità che caratterizzano questi due eventi? A rivelarle è Zoltán Tűndik, cofondatore dell’agenzia Hipther, che gli organizza entrambi, il quale sottolinea: “Nell’edizione 2021 il Mare Balticum Gaming Summit è suddiviso in due incontri virtuali e si concentra sulle sue regioni separatamente. La regione baltica sarà coperta il 13
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maggio e la regione nordica il 18 maggio”. Quali sono i principali argomenti che verranno affrontati? “L’evento affronterà le domande più ‘calde’ che ruotano intorno alla conformità e allo stato dell’industria per ciascuna regione. Ancora una volta sono riuniti i regolatori in una tavola rotonda che darà ai partecipanti l’opportunità di dare uno sguardo sui diversi mercati. Ci stiamo anche concentrando sulla condivisione delle ultime informazioni sui progetti di gioco responsabile, eSports, uso delle criptovalute nell’industria del gioco d’azzardo e altro ancora”. Quali sono le opportunità di questo mercato? “Sia gli stati baltici che quelli nordici hanno sempre avuto alcuni degli approcci più innovativi, quando si tratta di industria del gioco d’azzardo. Anche il valore del cliente è più alto e anche il rapporto con i regolatori è più aperto”. Invece, il Prague Gaming Summit, in programma il 28 maggio, conta oltre 40 speaker e più di 500 partecipanti, e “si terrà in formato virtuale e si occuperà dell’industria nelle regioni Cee (Comunità economica europea) e D-a-ch (Germania, Austria e Svizzera, Ndr)”. Quali sono i temi che verranno trattati
in questo evento? “Saranno accesi i riflettori sull’industria del gioco d’azzardo, con una serie di conferenze: ‘La Repubblica Ceca nella pandemia’; ‘L’industria del gioco d’azzardo slovacca e polacca in rassegna’; ‘Innovazione nei pagamenti 2021’; ‘Aggiornamento regionale D-a-ch’; ‘Digitalizzazione: sfide per operatori e fornitori’; ‘Blockchain e gioco d’azzardo’”. L’Europa centrale e orientale “ha dimostrato il suo potenziale come regione ben regolamentata e con i recenti aggiornamenti per la legislazione austriaca, tedesca e svizzera, la regione D-a-ch è in gran fermento. Si tratta di una enorme pietra miliare per l’industria nella regione di lingua tedesca che offre un’opportunità unica nella storia”. Il Prague Gaming Summit, lanciato per la prima volta nel 2017, punta quindi ad alzare ulteriormente il livello anche quest’anno e sulla scia dell’edizione 2020, l’ultima conferenza dal vivo che si è tenuta poco prima dell’inizio dei primi blocchi europei per il Covid-19 e ha stabilito un nuovo formato che include più argomenti, discorsi e tavole rotonde coinvolgenti. L’edizione del 28 maggio si preannuncia, quindi, come un’altra iniziativa molto coinvolgente e che riserverà molte sorprese.
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COVER STORY
politica
Giocondabet L’operatore giusto nel momento giusto Un concessionario di gaming online interamente italiano e aperto a nuovi partner, che permette ai gestori di giocarsi le proprie carte nella “nuova normalità” del gioco pubblico
Se
è vero che nelle crisi nascono sempre le migliori opportunità, a darne conferma, nel settore del gioco, è la nascita del nuovo operatore di gioco online Giocondabet. E il nome la dice già lunga: richiamando alla mente un celebre capolavoro realizzato nel nostro paese. In effetti, guardando al nuovo concessionario di gioco, si può sempre parlare di un autentico capolavoro: se non altro dal punto di vista imprenditoriale, trattandosi di un’iniziativa unica nel suo genere, poiché fondata da un gruppo di aziende attive da molti anni all’interno del comparto del gioco legale e specializzate nella fornitura di apparecchi da intrattenimento (Awp o Vlt), nella gestione di sale da gioco e PAOLO GIOACCHINI
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
agenzie di scommesse. E anche in questo caso, si tratta di un’opera italiana, parlando di un concessionario interamente “made in Italy” e basato sulla specificità del nostro territorio, poiché espressione di un gruppo specializzato nel gaming e forte della conoscenza del mercato e del giocatore. Per una duplice garanzia per quegli imprenditori che intendono affidarsi al nuovo operatore di gioco online. Sì, perché, oltre a presentarsi come una nuova realtà interamente dedicata al canale telematico, Giocondabet risulta aperta alla collaborazione con altri partner che intendano puntare sul gioco online, che oggi ricopre un ruolo sempre più rilevante nel settore. La società è quindi alla ricerca di imprenditori del settore del gioco che possano condividere la sua vision e i valori che sono alla sua base e ai quali si sono sempre ispirati i suoi fondatori, primi fra tutti la legalità e la correttezza, che costituiscono i punti salienti del Codice etico adottato dall’azienda e al quale dovranno necessariamente aderire tutti i ‘business partner’ che vorranno abbracciare questo progetto. Come spiega Paolo Gioacchini, co-fondatore dell’azienda e presidente del consiglio di amministrazione. Abbiamo parlato di un progetto unico nel suo genere: può aiutarci a capire meglio perché e come si distingue all’interno del mercato italiano del gaming? “Ciò che abbiamo realizzato, dando vita a Giocondabet, va ben oltre la costituzione di un concessionario di gioco online: cosa di per sé nient’affatto banale: ma è la creazione di un solido progetto imprenditoriale che intende offrire l’opportunità a quelle imprese che già operano nel settore del gioco pubblico di poter accedere al business dell’online, in un momento in cui tutti sappiamo quanto sia importante. Soprattutto oggi, con gli effetti generati dalle chiusure forzate provocate dalla pandemia che hanno spostato ancor più gli equilibri verso il gioco a distanza. Anche se il nostro progetto è stato pensato e avviato ben prima del Covid, quindi in una situazione diversa, non può certo sfuggire la necessità del momento dei tanti operatori del retail che cercano nuove vie di business e in questo senso la nostra proposta risulta ideale, nonché l’unica nel suo genere. Diventare partner di Giocondabet significa dunque avere l’opportunità di valorizzare la propria clientela e tutelarla dalla concorrenza, oltre ad ampliare la propria offerta di gioco in modo da poter rispondere a tutte le richieste dei giocatori. Ma non è tutto. Per un operatore di gioco diventare partner di Giocondabet significa anche poter condividere l’ambizione di contribuire alla realizzazione di grandi progetti, non soltanto nel presente ma anche guardando al futuro. Quali sono, in concreto, i benefici per un gestore che intende diventare partner di Giocondabet? “Diventare nostro partner rappresenta l’opportunità non solo di ampliare la propria offerta di gioco in linea con l’evoluzione delle richieste dei giocatori, ma anche – e so-
POLITICA ROBERTO SPERANZA COVER STORY GIOCONDABET
prattutto - di valorizzare la propria clientela e tutelarla dalla concorrenza. Abbiamo sempre pensato che l’unione possa davvero fare la forza, anche e soprattutto nell’industria del gioco, e non a caso abbiamo da sempre perseguito con coerenza questo obiettivo, con i nostri soci, fino ad arrivare oggi alla creazione di una struttura interamente dedicata al business dell’online, altamente specializzata e con competenze specifiche nel settore, ma con un know how e una storia maturati nel canale terrestre. Questo garantisce non soltanto la conoscenza del settore e di tutti gli argomenti sensibili che interessano un operatore del fisico, ma offre anche certezze sulla corretta valorizzazione di tutti gli asset e gli equilibri tipici di un’impresa di gestione. La filiera che abbiamo in mente, inoltre, è molto corta e prevede un rapporto diretto tra il concessionario e il business partner, senza figure intermedie e dove la redditività viene condivisa a beneficio di tutti gli attori coinvolti. Anche per questi motivi, dunque, la proposta di Giocondabet è assolutamente originale e, a
nostro giudizio, anche particolarmente vantaggiosa”. Possiamo quindi dire che diventare partner di Giocondabet può consentire di garantirsi un futuro nel settore? “Quello che posso dire con assoluta certezza è che il vero valore di Giocondabet, in termini imprenditoriali, è legato proprio al suo sguardo verso il futuro. Trattandosi di un esempio concreto e tangibile di integrazione tra fisico e online, è fin troppo evidente che chi decide di aderire, diventando nostro partner, potrà intraprendere un percorso che gli consentirà di mettersi nelle condizioni di affrontare le sfide future riservate agli operatori del settore, come quelle dei prossimi bandi di gara e della totale riorganizzazione della filiera. Oppure, per dirla più semplicemente, potremmo dire che sarà in grado di giocarsi le sue carte a prescindere dagli scenari commerciali che si andranno a delineare. E per quanto mi riguarda sono più che convinto che si tratta delle carte vincenti”.
Un capolavoro di azienda A ribadire ed esaltare il valore imprenditoriale del progetto Giocondabet è l’amministratore delegato della società, Antonio Vallese, pienamente convinto della validità dell’iniziativa, non soltanto dal punto di vista imprenditoriale, ma anche come reale opportunità per i Business Partner che vorranno aderirvi. “Come si può dedurre dalle parole pronunciate dal presidente, Giocondabet si presenta come un soggetto qualificato, ma anche ‘qualificante’ per gli operatori che ne diventeranno Partner. Una vision chiara, rafforzata da una precisa Carta di Valori, costituisce una innegabile garanzia di serietà e di correttezza nei confronti di tutti i soggetti che a vario titolo contribuiranno alla riuscita di questo progetto, dagli obiettivi estremamente ambiziosi”. E aggiunge: “Al di là del momento attuale, che per la sua gravità impone delle scelte serie e ben ponderate, il progetto di Giocondabet è stato intrapreso con l’obiettivo principale di garantire continuità operativa e imprenditoriale a quelle imprese che, grazie ad esso, potranno riorganizzare la propria offerta in previsione di ciò che le future normative e tecnologie imporranno al mercato. Le sfide a brevissimo termine sono molteplici, prime tra tutte gli imminenti bandi di gara per l’aggiudicazione delle nuove concessioni. Siamo convinti che il modello di business proposto da Giocondabet possa realmente rappresentare la carta vincente per quegli operatori disposti a lottare ancora per mantene-
re un ruolo da protagonisti in questo settore. Diventare partner di Giocondabet garantisce la opportunità di integrare la propria offerta di servizi con quelli offerti dal canale online, servizi il cui numero si incrementerà nel tempo in conseguenza dell’inarrestabile ed inevitabile sviluppo che non riguarderà solo ciò che è finalizzato all’intrattenimento. Come ha già detto il presidente, un’offerta più ampia garantirà anche una migliore capacità di difesa dalla concorrenza. Colgo a questo proposito l’occasione per rimarcare il peso del nostro Codice etico che, riconoscendo il valore della clientela di ogni partner, si pone innanzitutto il compito di garantire l’inviolabilità di questo asset fondamentale” conclude Antonio Vallese. Insomma, stando a quanto emerge da questa prima descrizione di Giocondabet, si tratta di un progetto non solo nuovo ma senza dubbio innovativo e di sicuro interesse. Per comprendere se si può davvero definire un capolavoro, non rimane che approfondirlo personalmente contattando l’azienda compilando e inviando il modulo scaricabile all’indirizzo: www.giocondabet.it/partnership. ANTONIO VALLESE
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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Contraffazione il virus sempreverde IL SETTORE DEL GIOCO NON È IMMUNE DA ATTACCHI CHE LEDONO NON SOLO LA SUA PROPRIETÀ INTELLETTUALE, MA ANCHE LA FIDUCIA DEL PUBBLICO. ECCO COME TUTELARSI. di Serena Corbellini
Il
queste settimane si sente molto parlare del fenomeno della contraffazione in relazione agli strumenti che utilizziamo ogni giorno per combattere la pandemia. Si parla in particolare di contraffazione delle marcature di mascherine. Ma ciò cosa significa? E il fenomeno della contraffazione si estende anche oltre, ed in particolare al mondo del gaming? Il concetto di contraffazione è legato alla lesione della fiducia che il pubblico ripone in segni distintivi o altri segni che attribuiscono ad un prodotto determinate qualità e caratteristiche. In particolare nel caso di attualità delle caratteristiche protettive delle mascherine e di una particolare marcatura CE che ne attesta la veridicità. I segni che attribuisco ad un determinato bene o servizio determinate qualità hanno lo scopo di consentire al
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consumatore una scelta consapevole di un prodotto, e pertanto la loro contraffazione o usurpazione lede questa fiducia, e quindi danneggia il consumatore. Il significato di contraffazione si ricollega all’usurpazione di un diritto altrui, ed in particolare di un segno a cui è attribuito un particolare significato (es. marcature o altri segni distintivi), oppure di un altro diritto di proprietà intellettuale, cioè marchi, brevetti, design
CONTRAFFAZIONE IL VIRUS SEMPREVERDE
registrato o copyright. Ne deriva che il fenomeno si estende a tutti i settori merceologici ed anche al mondo del gaming. Il fenomeno della contraffazione è un fenomeno molto diffuso che purtroppo ha enormi conseguenze sia sul mercato sia sulla sicurezza e salute delle persone: “un prodotto contraffatto viola principi e norme sul diritto di proprietà intellettuale, infrange le disposizioni fiscali, turba gli equilibri che regolano e stimolano la competitività dei mercati” (Uibm ufficio italiano marchi e brevetti). Secondo un’indagine dell’Uibm nel 2017 il fatturato totale stimato della contraffazione, ovvero la spesa degli italiani in prodotti contraffatti, è pari a 7 miliardi e 208 milioni di euro, con un incremento notevole rispetto agli anni precedenti. Secondo il rapporto Iperico 2020 (Intellectual Property – Elaborated Report of the Investigation on Counterfeiting) nel periodo 20082018 oltre 172,5 mila sono stati i sequestri e 542 milioni i pezzi sequestrati con riferimento alla contraffazione, per un valore complessivo stimato di oltre 5,5 miliardi di euro. E questo fenomeno riguarda in particolare i settori dell’abbigliamento, accessori, prodotti audio e video del mercato digitale, prodotti alimentari, alcolici e bevande, nonché, in forte crescita con riferimento ai settori di materiali elettrici, informatici e giochi e giocattoli. L’importanza della lotta alla contraffazione è testimoniata anche dalle numerose iniziative, di sensibilizzazione e di affiancamento dei privati ed aziende, assunte da parte degli organi preposti e in particolare dell’Uibm, tra cui lo sportello tecnologie volto ad orientare le aziende nell’universo delle soluzioni tecnologiche per l’anticontraffazione, le iniziative di informazione, sensibilizzazione e approfondimento, tra cui le settimane anticontraffazione (l’ultima si è tenuta dal 19 al 25 ottobre scorso). Gli autori di un format, di un software oppure di altra opera creativa, così come gli inventori di un prodotto o di un processo nuovo, oppure di un nuovo design o i titolari di un marchio registrato hanno diritto ad utilizzarlo e ad impedire che altri ne facciano un uso non autorizzato. La tutela di questi diritti ed il conseguente divieto alla loro violazione (uso non autorizzato) costituisce anche una tutela degli investimenti economici molto spesso ingenti necessari per il processo creativo e la successiva tutela. La violazione di questi diritti infatti costituisce contraffazione ed è sanzionata sia civilmente che penalmente. I prodotti contraffati vengono, infatti, realizzati al di fuori di ogni controllo di qualità e sicurezza dei materiali e dei processi produttivi: oltre a violare di diritti di proprietà intellettuale mettono a rischio la salute, la sicurezza e la fiducia dei consumatori. Il giudizio di contraffazione attiene sostanzialmente alla valutazione degli elementi caratterizzanti di un bene o servizio, per il design si parla del cd. carattere individualizzante, cioè quell’aspetto che attribuisce al prodotto le sue qualità caratteristiche es.
per un gioco potrebbe trattarsi dei tratti caratteristi del personaggio principale dello stesso. Il tema della contraffazione è stato oggetto di un recente giudizio che ha visto quale parte in causa la società austriaca Novomatic che lamentava la violazione dei diritti d’autore e la contraffazione dei marchi in relazione ai giochi della serie “Book of Ra”, poi aggornati con le nuovi edizione di “Book of Ra Deluxe”, “Pharaoh’s Ring” e “Golden Scarabs”. Il giudizio è stato deciso con sentenza del tribunale di Venezia del 20 maggio 2020 in cui si è affermato che i giochi per le slot ora detti, sviluppati da Novomatic e commercializzati dalla stessa società a partire dal 2005 sono da considerarsi quali opere multimediali dell’ingegno protette dal diritto d’autore sebbene l’ambito in cui può esprimersi la creatività dell’autore sia delimitato dai requisiti relativi alle logiche di gioco e di vincita imposti dall’art. 110 comma 6 del Tulps. Ne deriva che la contraffazione ed usurpazione dei diritti garantiti su queste opere rappresenta una contraffazione e violazione dei diritti morali e patrimoniali di autore di Novomatic. In particolare il giudice veneziano per effettuare il giudizio di comparazione ha considerati gli elementi caratterizzanti dei gioco in questione. In conclusione il giudicante ha accertato e dichiarato che la produzione, la commercializzazione, la gestione, l’istallazione, l’esercizio, l’esposizione, la pubblicizzazione e la promozione dei giochi “I libri di Pa” integra 1) violazione dei diritti di autore in relazione ai personaggi, ai simboli, alle animazioni e alle sequenze animate e sonore contenute nei giochi “Boof of Ra”, “Book of Ra Deluxe” e “Pharaoh’s Ring”, nonché ai giochi complessivamente intesi e ai rispettivi titoli; 2) violazione dei marchi; 3) concorrenza sleale. La sentenza ottenuta dallo studio Cba con l’avvocato Barbara Sartori che ha assistito la società Novomatic è un precedente molto importante per il riconoscimento della tutela d’autore ai giochi e alle altre opere dell’ingegno ad essi connesse. Nel caso di specie successivamente al giudizio le parti si sono accordate evitando così una prosecuzione L’AUTORE del procedimento nei successivi gradi di giuAvv. Serena Corbellini Legal advisor JJ Gaming srl dizio.
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Scienza e buon senso contro restrizioni ed eccessi (PRIMA PARTE) PH. ANNA NEKRASHEVICH, PEXELS
RIAPRIRE IN SICUREZZA SENZA INDUGIO PER USCIRE DALLA PANDEMIA MA SENZA DOVER RICHIUDERE IMMEDIATAMENTE PER I DISTANZIOMETRI ESPULSIVI DELLE LEGGI REGIONALI
In
questi giorni si fa giustamente un gran parlare non solo delle chiusure imposte al comparto del gioco pubblico dalla normativa nazionale a causa della pandemia, ma anche delle espulsioni radicali dell’offerta pubblica di gioco provocate dai distanziometri delle norme regionali, si pensi a quelle di Piemonte e Lazio ma anche di Bolzano. QUESTA SALA DEVE RIAPRIRE, ANZI NO, ANZI SI, ANZI NO. MA ALLORA? A tale proposito il Tar di Bolzano ha di recente accolto un’istanza cautelare di una sala del territorio con un iter motivazionale importante secondo cui appare ritenuto che “il gravame introdotto in giudizio non sia privo di elementi di fumus boni iuris, in riferimento, in particolare, ai profili di doglianza concernenti il c.d.
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A cura di Geronimo Cardia
“effetto espulsivo” determinato dalla norma sul distanziometro (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, decreti n. 2349/2019, n. 2350/2019 e n. 2351/2019, emanati nell’ambito del ricorso per revocazione avverso la sentenza n. 1618/2019 della Sezione VI del Consiglio di Stato), e ritenuto, inoltre, che sussista il pregiudizio lamentato, atteso che l’esecuzione in parte qua dell’impugnato provvedimento comporta la chiusura della predetta sala” (cfr., in particolare, Ordinanza Cautelare pubblicata il 15 aprile 2021 n. 47/2021 Reg Prov.Cau., ricorso 54/2021 Reg. Ric). Il provvedimento è interessante perché con riferimento alla medesima sala nel 2016 alcuni ricorrenti chiedevano al Tar la chiusura per violazione del distanziometro, mentre Provincia e Comune ritenevano dovesse rimanere aperta (ricorso Tar Bolzano Rg. 299/2016), il Tar stabiliva che dovesse chiudere solo la parte delle Vlt ma dovesse rimanere aperta quella delle Awp (sen-
SCIENZA E BUON SENSO CONTRO RESTRIZIONI ED ECCESSI
tenza Tar Bolzano n. 200/2020), nel ricorso al Consiglio di Stato fatto dall’operatore la Provincia continuava a sostenere che la sala dovesse rimanere aperta mentre il Comune riteneva di cambiare posizione sostenendo l’opportunità della chiusura (ricorso Consiglio di Stato Rg 6574/2020), nelle more della discussione nel merito al Consiglio di Stato il Comune decideva di emettere un ordine di chiusura della sala che veniva poi impugnato con il ricorso che ha portato poi alla sospensione del provvedimento in questione. Ma la sala, nonostante l’ordine di riapertura del Tar non potrà intanto riattivare la sua sala con le Awp perché comunque al momento vigono i provvedimenti di chiusura per la pandemia. QUALI RISCONTRI ABBIAMO DALLE CHIUSURE? È evidente che le due questioni sono dunque legate. Ma è altrettanto evidente che quando si uscirà dall’emergenza sanitaria, si dovranno fare i conti con le chiusure della cosiddetta Questione Territoriale. Ebbene, sono molti i numeri che sono stati riportati quali conseguenze delle restrizioni imposte e spesso si sente dire che con le restrizioni sia diminuito il volume di gioco pubblico complessivo. Una cosa è certa, ogni studio al riguardo dovrebbe tenere in chiara considerazione la variabile dello sversamento della domanda di gioco, che comunque esiste (come esisteva prima della decisione dello Stato di procedere con una regolamentazione e misurazione del fenomeno), nell’offerta del circuito illegale. E ogni studio dovrebbe anche tenere conto dei numeri relativi al sommerso o meglio al fenomeno della “reimmersione”, provocato dalla proibizione di fatto imposta anche dalle norme locali che, va detto chiaramente, sopraggiunge rispetto ad una chiara e severa regolamentazione di ormai 15/20 anni che sino ad oggi ha invece portato con tanta fatica alla luce quello che ancora prima del 2000 era un sommerso veramente importante. Ma se da un lato c’è chi declina vantaggi in realtà non dimostrati del lockdown, dall’altro, va ricordato il coro delle Istituzioni, sia regionali che nazionali, sia legislative che giudiziarie, che ad oggi hanno dimostrato con fatti concreti di condividere l’inopportunità e la dannosità delle chiusure totali, agendo nella direzione della riapertura e della soluzione della questione territoriale, nonostante si operi in un contesto in cui non sono pochi i cortocircuiti che si registrano.
sivi inizialmente concepiti dalla legislazione dei propri territori anche facendo salve le realtà preesistenti (cfr., in particolare, sul punto “Una questione di tecnica – il vero cambiamento, sulla Questione territoriale, potrebbe passare per una consapevole proroga tecnica finalizzata a trovare la giusta misura. Come si evince dal caso della Puglia”, rivista Gioco News dicembre 2018; “Se non è riordino è retromarcia - Il riordino del comparto passa per i revirement delle Regioni responsabili”, rivista Gioco News settembre 2019; “Il riordino nazionale spinto dai territori – prosegue la marcia delle Regioni responsabili per una regolamentazione sostenibile”, rivista Gioco News marzo 2020”; “Meglio tardi che fuori” – un altro revirement (responsabile) dal territorio, per evitare le conseguenze dannose dei distanziometri espulsivi che non assicurano il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, rivista Gioco News ottobre 2020). Questo significa che circa il 50 percento degli enti territoriali del Paese in qualche modo ha ritenuto di compiere una scelta di regolamentazione, di contrasto al disturbo al gioco d’azzardo ma allo stesso tempo di presidio dei territori con la presenza di un’offerta pubblica anche attraverso le realtà preesistenti. GOVERNO, AMMINISTRAZIONE, LEGISLATORE E GIURISPRUDENZA SONO CONSAPEVOLI Vi è poi una piena consapevolezza di tali aspetti anche nel Governo e nell’Amministrazione di riferimento. E non certo perché nel libro “La Questione Territoriale. Il proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale” nella sua prefazione il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze al tempo con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, definisce già dal 2016 esaustiva la panoramica del fenomeno rappresentato ma soprattutto perché sono numerosi i tentativi di riordino che sono stati in effetti portati avanti (cfr., in particolare, sul punto “È tempo di riordino - I riordini nazionali del gioco pubblico in Italia negli anni solo annunciati”, “Tante ragioni un solo obiettivo - Il nuovo cigno nero planetario, quello pandemico, consentirà il
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IL 50 PERCENTO DEGLI ENTI TERRITORIALI DEL PAESE È TORNATO SUI PROPRI PASSI Partiamo dai segnali chiari dati dalle realtà istituzionali regionali e provinciali che hanno dimostrato consapevolezza del fenomeno: 10 realtà territoriali su 21 (tra Regioni e Provincie autonome) hanno deciso, nel pieno della consapevolezza dell’esistenza in concreto dell’effetto espulsivo e delle sue conseguenze, di operare degli autentici revirement, così sterilizzando e rimodulando distanziometri espul-
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normativa politica
strati di volta in volta, nonostante l’urgenza che il caso richiede e per questo ogni tanto si sente parlare di un vero e proprio corto circuito dal quale certamente occorre uscire.
> riordino del gioco pubblico in Italia nel 2021?”, rivista Gioco News gennaio 2021). E ancora la piena consapevolezza che siffatte norme di fatto proibitive rappresentino un problema e non una soluzione si coglie anche da parte del legislatore che in numerose occasioni ha imposto a Stato e Regioni di sedersi attorno ad un tavolo per trovare una soluzione modificativa, come da ultimo fatto nell’Intesa voluta con la Legge di Bilancio approvata a dicembre 2015, faticosamente raggiunta solo a settembre 2017 con l’Intesa ad oggi ancora inspiegabilmente non attuata. Da ultimo non può non ricordarsi la piena consapevolezza anche da parte della Giurisprudenza che al riguardo è vero che stenta a dare un giudizio di rimessione alla Corte Costituzionale dell’effetto espulsivo dei distanziometri regionali ma è altrettanto vero che in taluni casi, soprattutto per le misure concepite a livello comunale, non manca di censurare distanziometri non motivati, ritenuti ictu oculi esageratamente sovra-dimensionati, che lasciano intendere di essere quindi totalmente espulsivi, e con conseguenze di divieto assoluto non preventivamente verificate dalle amministrazioni (come i casi di Livorno, Bologna e Medole). Così come è vero che il Consiglio di Stato con due pareri interlocutori del 27 marzo 2019 (nn. 1057/2019 e 1068/2019) non ha mancato di indicare al ministero delle Finanze l’inopportunità di procedere con l’espletamento delle gare per l’assegnazione delle nuove concessioni per le verticali distributive on-site di bingo e scommesse, non essendo ancora stata risolta la “questione territoriale”, intesa come impossibilità oggettiva di mettere a terra i punti assegnati in ragione dei distanziometri espulsivi. MA PER LA SOLUZIONE SI REGISTRA UN VERO E PROPRIO CORTO CIRCUITO ISTITUZIONALE Il problema è dunque chiaro e noto alle istituzioni rappresentative dei diversi poteri dello Stato. Più complicata è invece la definizione della soluzione concreta per i troppi tentennamenti che vanno comunque regi-
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LE VALUTAZIONI DEL BUON SENSO Se poi si vuole accedere ad una valutazione non giuridica, ma legata al buon senso, andando a vedere le regole imposte per la distribuzione di altri e diversi prodotti/servizi delicati o vietati ai minori non si trovano regolamentazioni di distanziometri da luoghi sensibili, si trovano eventualmente distanze “tra punti di distribuzione” che sono evidentemente concepite, certamente per evitare concentrazioni, ma anche e soprattutto per assicurare un’occupazione capillare e non disomogenea che assicuri quindi, con la presenza di un prodotto di Stato, un presidio di legalità dei territori. Il buon senso poi suggerisce di riflettere sul fatto che ad esempio la distanza di 200 metri o 500 metri da una chiesa di una pasticceria certamente non farebbe desistere dalla convinzione di comprare le paste per la famiglia la domenica mattina. Se poi la pasticceria si trovasse confinata in un’altra città, certamente si troverebbe il modo di accedere alla vendita presso le bancarelle (autorizzate o meno) o ci si organizzerebbe per produrre in casa i dolci che si cercano o si ricorrerebbe ai grandi distributori del web. In ogni caso, quello che è certo è evidente che non sparisca la domanda di paste a pranzo la domenica solo per la presenza di una siffatta ipotetica limitazione. Altro dubbio posto dal buon senso è quello della individuazione dei luoghi sensibili, posto che non sfuggirà che ogni individuo da proteggere oltre a frequentare un luogo eventualmente sensibile certamente si troverebbe a frequentare prevalentemente la propria abitazione accanto alla quale per lo schema teorico del distanziometro potrebbe trovarsi un punto di distribuzione. Vi è il dubbio che lo schema teorico implementato le prime volte dagli enti locali sia stato infelicemente mutuato dal principio applicato anni prima dalla stessa normativa locale per mettere, in quel caso sì giustamente, delle distanze tra l’installazione delle antenne dei telefoni cellulari e luoghi in cui le persone si trovino a permanere per periodi prolungati (come ospedali, chiese etc) e che poi abbia continuato ad aggiungere luoghi su luoghi fino a rendere di fatto vietato ogni angolo del territorio. Andando oltre al buon senso, esistono anche delle ampie e puntuali argomentazioni scientifiche a supporto delle stesse questioni, con la scienza che da sempre esprime una perplessità profonda rispetto al distanziometro. Ma queste e altre valutazioni verranno approfondite il mese prossimo. (Segue sul prossimo numero)
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NELLA CRISI CHE ATTANAGLIA L’INTERA FILIERA DEL GIOCO PUBBLICO, DOPO UN ANNO DI LOCKDOWN, A PAGARE UN CARO PREZZO SONO ANCHE E SOPRATTUTTO LE IMPRESE DI PRODUZIONE, CHE CHIEDONO TUTELA di Alessio Crisantemi
Sostenere la ripartenza
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onostante la grande visibilità che stanno avendo le attività economiche rivolte direttamente ai consumatori, come bar, ristoranti e tutti i punti vendita al dettaglio, nella narrazione quotidiana di questa enorme crisi, provocata dal prolungato lockdown e dalla difficile ripartenza del paese, ciò che non bisogna affatto dimenticare è che, dietro a queste realtà, c’è un’intera filiera: fatta a sua volta di altre aziende, quindi altri lavoratori, famiglie, persone. Quello che troppo spesso viene stigmatizzato con la generica definizione di “indotto”, di qualunque settore si parli, racchiude in sé altre realtà e ulteriori esigenze, che non possono rimanere inascoltate. Alla pari di quelle delle altre aziende mediaticamente più esposte, anche per via delle varie proteste che hanno visto scendere in piazza un po’ tutti i settori, chi prima e chi dopo. Lo stesso accade anche nel gioco, dove la protesta dei lavoratori ha permesso di dare risalto – giustamente – a esercenti, gestori e rivenditori, come espressione dell’intera filiera: anche se molto poco si è parlato, in questi mesi, dei produttori, che rappresentano la manifattura del comparto. Si tratta di aziende specializzate, altamente tecnologiche e qualificate, spesso vere e proprie eccellenze, che sono praticamente bloccate dall’esplosione della pandemia, senza neppure poter contare su alcun tipo di ristoro o quasi. E con una prospettiva ancor meno rosea rispetto alle altre categorie, tenendo conto che qualunque data di riapertura del comparto giochi, non coinciderà con la loro ripartenza. Come spiega a Gioco News Simone Pachera, amministratore delegato di Octavian Gaming Solutions, una delle aziende leader sul mercato italiano del gaming. “Le aziende di produzione soffrono di una situazione particolare perché, a differenza di tutte le altre attività del comparto, che hanno potuto – chi più e chi meno – tenere a casa i propri dipendenti e contenete tutti i costi fissi, nel nostro caso abbiamo impiegati altamente specializzati, come i nostri progettisti, ingegneri che si occupano dello sviluppo del software che non possiamo permetterci di fermare. Anche perché in molti casi lavorano dall’estero, dove non può darci beneficio la legge italiana; e il rischio è anche quello di perderli
SIMONE PACHERA
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perché potrebbero facilmente trovare altro impiego in altre realtà. Tutto questo mentre, da un anno a questa parte, le nostre aziende non hanno percepito alcun tipo di ‘ristoro’, ad eccezione dell’acconto sull’Ires o della cassa integrazione: ma quest’ultima, come detto, nel nostro caso serve solo in parte”. Ogni categoria di impresa, quindi, ha una sua specificità che non può essere ignorata da un piano di aiuti che intenda davvero tutelare l’occupazione e l’economia dell’intera nazione. E lo stesso vale in ottica di ripartenza e rilancio. Per tenere conto delle esigenze dei produttori, infatti, oltre alla gestione del lockdown, c’è da preoccuparsi anche e soprattutto delle riaperture. “A differenza delle altre imprese – prosegue l’Ad di Octavian – per noi produttori la data di ripartenza non sarà la stessa e non coinciderà con quella fissata per le riaperture. Per dirla più semplicemente: se le attività di gioco riapriranno domani, noi non torneremo a incassare da quel giorno ma ci vorranno almeno sei mesi. Questo perché l’operatore di gestione, che è il nostro cliente, si troverà a sua volta in una situazione di difficoltà e nella situazione di dover ricominciare a pagare le tasse, i dipendenti, i concessionari e i normali costi operativi: solo alla fine di questa catena, quindi, potrà saldare i fornitori. Anche perché si troverà probabilmente a dover fare i conti anche lui con la perdita di qualche cliente e dei relativi incassi”. Ecco quindi che anche la produzione necessità di risposte concrete e di interventi ad hoc da parte del Governo, che consentano di sostenere la ripartenza delle imprese e di agevolare la fase di transizione che va oltre il lockdown. Sul punto i produttori hanno anche le idee molto chiare, chiedendo misure concrete e anche facilmente realizzabili. “Ho sentito il Governo parlare di intervento sul Preu e questo sarebbe senz’altro un passo ragionevole, perché darebbe fiato ai gestori, permettendogli di rialzare la testa. Tuttavia mi piacerebbe sentire parlare di altre manovre in grado di stimolare la ripartenza. Penso per esempio a un credito di imposta per i gestori per l’acquisto di giochi e schede: questo darebbe benefici all’intera filiera, rimettendo in moto la sua economia. Mentre un’altra possibile misura ideale potrebbe essere quella dei super o iper ammortamenti, come erano stati introdotti in passato”. Una serie di interventi, peraltro, che risulterebbero in linea con quanto già effettuato dal governo in altri settori (si pensi ai bonus per l’edilizia o ai tanti tax credit oggi in vigore) e che potrebbero essere attuati senza bisogno di leggi particolari o di riforme. Al solo scopo di salvaguardare l’occupazione.
UN NUMERO CRESCENTE DI ISTITUTI BANCARI, SPECIE IN TEMPI DI PANDEMIA, STA REVOCANDO CONTI CORRENTI E NEGANDO FINANZIAMENTI DI SOSTEGNO AGLI OPERATORI DEL GIOCO, SUL PRESUPPOSTO DI UN CODICE “ETICO” CHE NON FA ALTRO CHE DANNEGGIARE IMPRESE LEGALI FAVORENDO LA RIEMERSIONE DELL’ILLEGALITÀ. TANTO DA FAR INTERVENIRE LA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO. A cura di Francesco Scardovi
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sistema concessorio per la gestione della raccolta di gioco pubblico italiano si fonda su una serie di norme e regolamenti volti ad un controllo telematico e sistematico delle giocate realizzate mediante gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro e le sale da gioco, scommesse e bingo. Attraverso tale sistema concessorio (tra i più articolati e controllati al mondo e assunto a modello da tutti gli altri paesi che stanno regolando la raccolta di giochi pubblici con vincita in denaro) ogni “giocata” viene trasmessa dagli apparecchi da gioco e dalle agenzie di raccolta scommesse attraverso un sistema di connessione telematica ai server dei concessionari (con appositi “punti di accesso” o Pda). Ogni movimento pertanto risulta tracciato e contabilizzato, senza alcuna possibilità di “sfuggire” al controllo del sistema e al prelievo erariale e i trasferimenti delle somme raccolte devono obbligatoriamente avvenire a mezzo di bonifici bancari, con apposito Cig (codice identificativo di gara) assegnato da ciascun concessionario. Lo stesso dicasi per il sistema di raccolta di gioco online (poker games, scommesse, slot machines) da parte dei concessionari autorizzati, operanti sotto il dominio del “punto.it”. Tutto il sistema di raccolta di gioco legale necessita pertanto della collaborazione tra gli operatori ed il sistema bancario, chiamato anch’esso al rispetto delle norme in
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materia di tracciabilità dei flussi e di protocolli antiriciclaggio. Purtroppo da diversi anni, e in misura ancora più diffusa in tempi di pandemia, numerose banche hanno cominciato a disincentivare e risolvere i rapporti con gli operatori di raccolta inviando alle aziende comunicazioni aventi ad oggetto: l’obbligo di rientro immediato degli affidamenti concessi e utilizzati, la risoluzione dei contratti di mutuo e finanziamento in corso, la chiusura dei conti correnti (ancorchè attivi), il diniego di accensione di nuovi rapporti di conto corrente (anche solo attivi) e di nuovi finanziamenti. Forse, pesa nell’operatività degli Istituti, specie per quelli periferici e meno strutturati, la mole di adempimenti e di oneri connessi agli adempimenti imposti per la gestione dei rapporti con gli operatori; si pensi ad esempio alle giornaliere operazioni di riversamento di monete metalliche (unico strumento di funzionamento delle slot machines da bar) che comunque ha sempre determinato, da parte delle aziende, l’assolvimento degli elevati oneri bancari e commissioni richiesti dalle banche. Ma la vera motivazione al diniego dei rapporti, talvolta indicata in forma scritta e nella maggior parte dei casi solo verbalmente, deriva dall’applicazione di un presunto Codice etico della singola banca, che impone all’Istituto di non intrattenere rapporti con soggetti ed imprese operanti in attività connesse: “al gioco d’azzardo, al traffico di armi e allo sfruttamento della prostituzione”.
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Il contro-senso etico delle banche
IL CONTRO-SENSO ETICO DELLE BANCHE
È dunque evidente l’equivoco sul quale si fonda il comportamento del sistema bancario che continua a considerare il “gioco d’azzardo” (termine che per l’ordinamento penale italiano si riferisce ad una “tipologia di gioco nel quale ricorre il fine di lucro e la vincita o perdita è completamente o quasi aleatoria”) quale attività penalmente rilevante e fautrice di degrado sociale, da cui prendere le distanze. Lo stesso equivoco è emerso dalla lettura dell’allegato 4 al modulo di richiesta di finanziamenti con garanzia pubblica previsti dai decreti di sostegno alle imprese durante l’emergenza pandemica (decreto Rilancio). Anche in quel modulo, di estrazione europea, tra i requisiti di accesso alla garanzia, si escludevano le attività connesse al gioco d’azzardo, al pari di attività connesse al di traffico di organi, alla pornografia etc. ricomprendendo in tali attività illegali quelle non regolate dagli Stati membri, considerato che, fino ad alcuni anni fa, la maggioranza dei paesi europei non aveva legalizzato il gioco. Ma tale diniego non può valere per i paesi che hanno regolato il gioco riservandolo allo Stato. In Italia il “gioco d’azzardo” è stato legalizzato, attraverso una specifica riserva di legge, relativamente all’offerta di alcuni giochi con vincita in denaro (e dunque “di azzardo”, per definizione) quali gli apparecchi da gioco, la raccolta di scommesse etc. Tutte le aziende di raccolta di gioco legale operano in virtù di concessioni, licenze ed autorizzazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione e dalle questure competenti per territorio (ai sensi degli artt. 86 e 88 del Testo unico di pubblica sicurezza). Titoli che comportano tra l’altro il necessario possesso di requisiti professionali e reputazionali particolarmente rigidi e selettivi oltre che ingenti investimenti per l’esercizio di impresa. Quindi, anche da un punto di vista giuridico, per il settore che ci occupa, non si tratta di gioco d’azzardo (assimilabile a reato) ma al contrario di “gioco legale” cioè di attività regolata dallo Stato ove le aziende operano legittimamente con finalità di assoluta rilevanza “anche da un punto di vista etico” per il Paese: con una funzione di raccolta di entrate erariali (assimilabili ad un ente di riscossione), pari ad arrotondati 11,5 miliardi di euro annui, ridotte di circa 5 miliardi nel corso della pandemia, con l’impiego di decine di migliaia di lavoratori; rappresentando il primo baluardo contro la riemersione del gioco illegale (come confermato anche dalle recenti relazioni del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna e dal procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho, all’esito delle attività investigative che hanno sgominato, durante il lockdown, svariate decine di sale clandestine e illegali). Ma la maggior parte delle imprese del comparto si è vista chiudere i conti correnti e negare l’accesso ai finanziamenti con garanzia pubblica, necessari ed indispensabili al superamento della drammatica crisi economica conseguita alla pandemia. In alcuni casi sono invece stati erogati finanziamenti con
garanzia pubblica in sostituzione (parziale o integrale) di linee di credito in precedenza concesse dall’Istituto, con l’intento evidente di sollevare la banca dal rischio di inadempimento del cliente a danno dello Stato, oppure richieste garanzie fideiussorie sproporzionate rispetto alle linee di credito in essere. Siamo addirittura arrivati al paradosso che vengano negati finanziamenti e mutui ai dipendenti di aziende del comparto gioco legale (ad esempio per l’acquisto della prima casa) per via dell’attività del datore di lavoro. Alcuni operatori si sono visti costretti ad attivare conti correnti postali (ad oggi ancora concessi) se pur con enormi difficoltà e rischi di riversamento negli uffici postali dei denari raccolti presso i locali e gli apparecchi, ma non può essere questa la soluzione. Spiace verificare anche che il diniego di accesso al credito sia una prerogativa delle piccole e medie imprese italiane che operano a vario titolo nella raccolta e nella gestione di apparecchi da gioco e sale mentre, nella maggior parte dei casi, gli stessi istituti che negano il finanziamento o chiedono il rientro alle piccole imprese, finanziano per decine di milioni di euro le grandi multinazionali del gioco (favorendo anche la collocazione di azioni e di bond). Ma tali comportamenti, anche a seguito delle numerose segnalazioni effettuate dagli operatori e dalle associazioni di categoria del settore, comprovati da centinaia di documenti, hanno determinato l’attivazione della commissione parlamentare d’Inchiesta sul sistema bancario, presieduta da Carla Ruocco, che ha avviato una serie di indagini e consultazioni. Nei giorni scorsi è stato audito, tra gli altri, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Sabatini, su istanza dei membri della commissione, ovvero il senatore Andrea De Bertoldi e il deputato Tommaso Foti di Fratelli D’Italia, insieme al deputato Maurizio D’Ettore di Forza Italia, che hanno illustrato le criticità del sistema e la necessità che l’Abi faccia chiarezza su una serie di comportamenti ritenuti illegittimi oltre che scorretti, specie per quanto riguarda le intervenute immediate risoluzioni di rapporti pur in mancanza di pregiudizi o condotte irregolari dei contraenti. Ci auguriamo che i lavori della commissione contribuiscano a fare definitiva chiarezza sull’equivoco del codice etico sanzionando i comportamenti che dovessero risultare illegittimi e che stanno definitivamente annientando, in tempi di pandemia, centinaia di aziende. Sul presupposto che gli operatori del gioco legale sono “al servizio dello Stato” e anzi un baluardo contro la diffusione del gioco illegale e che, per operare, hanno l’imprescindibile necessità della collaborazione del sistema bancario, a cui si chiede eticamente “voltare pagina” favorendo l’apertura e lo sviluppo delle collaborazioni con le L’AUTORE aziende che operano nel comFrancesco Scardovi parto del gioco pubblico, semStudio Associato Scardovi e Giordani pre ove ne ricorrano i presupposti di regolarità e legalità.
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scommesse
Pandemia, lockdown e scommesse sportive: cresce il movimento e la raccolta di gioco ma cresce anche un servizio fondamentale, per bettors e bookmaker, come TxOdds di Cesare Antonini
C
onoscere come ha passato questi ultimi mesi TxOdds, il fornitore numero uno al mondo di dati sulle quote delle scommesse sportive aggregati in tempo reale è l’ideale per chi fa trading sulle quote ma anche per gli scommettitori che possono seguire l’evoluzione delle odds sul mercato dall’apertura alla chiusura, in modo tale da capire quale sia il trend di mercato e l’orientamento delle principali società di betting. Pandemia e restrizioni non hanno intaccato, anzi, hanno iniettato nuovi volumi nel settore delle scommesse. Sono stati mesi frenetici, non v’è dubbio, in cui alcune aziende in alcuni settori, hanno prodotto tantissimo e hanno sfruttato, paradossalmente, anche l’impossibilità di uscire di casa per portare a termine progetti vecchi e nuovi ottimizzando spesso anche i propri processi interni. Quindi, dai mesi del duro lockdown del 2020, forse i più dannosi per l’assenza delle competizioni sportive, alla recrudescenza del virus alla fine dell’anno scorso alla prima parte del 2021, andiamo a sbirciare nel bilancio delle attività aziendali di TxOdds. Com’è andata? “Molto bene, soprattutto per quanto riguarda l’allineamento dei progetti tecnologici interni con la direzione e lo sviluppo del business. Nonostante i lockdown prolungati e il lavoro da casa, tutti i progetti che avevamo in cantiere sono stati portati a termine e ne stanno prendendo piede di nuovi. Questo è qualcosa di cui essere grati ed è motivo di grande soddisfazione considerando come altre industrie siano state decimate dalla pandemia. Inoltre avere qualcosa con cui tenersi occupati ha fatto passare l’inverno più rapidamente”, spiega Einar Knobel, Ceo di TxOdds. Il mercato delle scommesse sembra andare molto bene, cosa ne pensate in generale del settore dei giochi?
EINAR KNOBEL
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“Surprise, surprise, people like to gamble! - esordisce con un sorriso Knobel - sorpresa, sorpresa, alla gente piace giocare! Bloccati a casa, con un sacco di eventi sportivi di alta qualità da guardare, ovviamente vorrai piazzare una scommessa se questo è quello che ami. Chi ti fermerà se è quello che ti piace fare? Vincere o perdere, il gioco d’azzardo è una questione di libera scelta e responsabilità delle proprie azioni. L’industria soddisfa questa domanda. A proposito dei lockdown, quanto avete speso per fare acquisti su Amazon nell’ultimo anno o quante ore avete trascorso in servizi di streaming? La domanda garantisce un’offerta”. Abbiamo notato un notevole aumento delle vostre attività social, specie su Twitter. In generale, come sta andando l’attività sociale e come è strutturata? “Stiamo cercando di raggiungere i giocatori d’azzardo sportivi che hanno a cuore le probabilità su cui scommettono e cercano il valore della giocata, l’aumento dell’attività social è mirata a questo – analizza il Ceo TxOdds - abbiamo un team di cinque persone che lavora su questo e creano contenuti, con più analisi e contenuti forniti per gli abbonati al sito web txmarkets.com”. Parlavamo di nuovi progetti. A quali nuovi servizi state lavorando per far crescere TxOdds? Avete nuovi prodotti in fase di lancio? “A livello di nuovi sviluppi il tutto si articola in due aree principali: in primo luogo, la gestione e la consegna dei dati, dove stiamo espandendo i servizi in tempo reale su tutti i tipi di sport e quote con applicazioni extra basate su regole per la generazione di prezzi e, in secondo luogo, analisi e applicazioni di machine learning. Come prodotti, questi si traducono in un nuovo
PH. LUKE CHESSER , UNSPLASH
IL VALORE INESTIMABILE DEI DATI E DELLE ANALISI DEI FLUSSI DI BETTING
IL VALORE INESTIMABILE DEI DATI E DELLE ANALISI DEI FLUSSI DI BETTING
feed di quote definitivo che può guidare qualsiasi tipo di scommesse sportive, mentre l’analisi creerà strumenti di business intelligence per la reportistica su cose come la competitività, la copertura del mercato e anche altri indicatori fondamentali per il betting. Durante l’estate rilasceremo i nostri feed di prossima generazione che si muoveranno sempre in tempo reale e con mercati e capacità ancora più importanti”. D’altra parte, quali sono i prodotti e servizi TxOdds più utilizzati dagli scommettitori? “Il nostro focus principale sul cliente è business to business, tuttavia gli scommettitori ci prendono anche Api ( e prodotti storici, oltre al sito web incentrato sugli scommettitori https://txmarkets.com. Questo sito Web è in realtà basato sulle nostre Api, quindi se qualcuno desidera creare il proprio sito Web o desidera accedere direttamente ai dati per creare applicazioni, allora questo è ciò per cui sono progettati i nostri servizi. I feed di dati in tempo reale tendono a entrare direttamente nelle funzioni di gestione del rischio e di trading, direttamente in un operatore o tramite altri fornitori e piattaforme B2B. Quali sono le previsioni per il 2021 per TxOdds e per il mercato di riferimento? “Per il business prevediamo una continua espansione e una focalizzazione sull’ottenere i componenti principali di raccolta / elaborazione / spedizione / negozio assolutamente interconnessi e sviluppati nel miglior modo
possibile, quindi offrire diverse varianti di accesso e approfondimenti su questi dati. Per il mercato, la tendenza sembra andare sempre di più verso una maggiore regolamentazione, la conformità dei prodotti e la sostenibilità delle offerte, e c’è già una reazione al gioco d’azzardo che incombe in un mercato evoluto come quello del Regno Unito. Tuttavia, ci sono sviluppi come l’apertura degli Stati Uniti, il che significa che c’è un’immensa marea di nuovi volumi di gioco che entrano nel mercato e le valutazioni delle società saranno in aumento. Quindi parola d’ordine crescita per continuare, con gli Stati Uniti che domineranno molti dei nostri pensieri”, conclude il Ceo di TxOdds. IL NUOVO PRODOT TO TXMARKE TS.COM Come illustrato da Einar Knobel, Tx Markets è il nuovo prodotto web che consente all’utente di concentrarsi sulle modifiche delle quote dei singoli bookmaker e di fornire una visione globale dei movimenti aggregati delle scommesse. Tx Markets gestisce il proprio indice su quanto il mercato sportivo si è mosso attraverso l’Odds Change Index (Oci). Questo indice monitora il peso del cambiamento in una direzione: dove, maggiore è il valore Oci, maggiore è il movimento. Sono gli esperti analisti di scommesse sportive di Tx a raccogliere i rapporti Oci che forniscono ragioni reali dietro i cambiamenti significativi delle quote. Info preziose per gli scommettitori e disponibili tramite qualsiasi browser su dispositivi desktop e laptop ma è anche usabile come app Android e iOs Apple tramite i rispettivi negozi.
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iniziano ogni 60-90 secondi, offrono esattamente il tipo di prodotto facilmente consumabile che i consumatori stanno cercando”. Il Ceo evidenzia i punti di forza dell’offerta targata Kiron: “I fattori più importanti a apprezzati dai nostri operatori partner sono la tecnologia stabile e affidabile che forniamo, il servizio personalizzato che offriamo loro e, naturalmente, il fatto che i nostri giochi generano entrate. I nostri giochi sono personalizzabili, permettendoci di adattare un prodotto per soddisfare perfettamente le esigenze dell’operatore e del giocatore. La piattaforma di Kiron è cresciuta fino a servire circa il 55 percento di tutti i contenuti sportivi virtuali agli operatori del mercato italiano, rendendola di gran lunga la piattaforma più popolare. Essendo entrati nel mercato per primi alla fine del 2013 e aumentando la nostra presenza da allora in modo costante per 7 anni, indica che non offriamo solo i contenuti più popolari ma anche l’offerta di servizi più affidabile sul mercato”.
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“L’Italia è senza dubbio il più grande mercato virtuale a livello globale, quindi per noi è fondamentale continuare a essere un fornitore chiave nel mercato”. Parola di Steven Spartinos, Ceo di Kiron Interactive, che spiega come “prima della pandemia la vendita retail era di gran lunga il canale di scommesse più popolare, rappresentando oltre l’80 percento delle entrate virtuali, tuttavia, dai vari lockdown abbiamo assistito a un cambiamento significativo verso il gioco online e questo ha continuato a crescere. Ciò ha sottolineato la necessità per noi di concentrarci sul guidare il successo dei nostri prodotti online come abbiamo fatto per molti anni nella vendita retail”. E in questo contesto, “l’amore degli italiani per il calcio e le scommesse sportive rende i prodotti virtuali perfetti per questa migrazione online da parte dei giocatori italiani. La natura a più alta frequenza degli sport virtuali li rende il prodotto ideale per l’online, dove è prevalente la preferenza del giocatore per una gratificazione più immediata. I nostri giochi presentano gli stessi mercati di scommesse degli sport live e, se combinati con la loro disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e nuovi eventi che
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LEDRITTE DELMAESTRO
Trading sportivo strategie e guadagni PROMOSPACE
In
Italia la parola trading è associata al mondo della finanza e, ultimamente, alle criptovalute. Ma da anni il trading sportivo è un’attività che molti professionisti svolgono. Un lavoro che occupa molte ore ma con profitti importanti. Per anni questo business si è svolto su piattaforme punto.com che offrono il servizio exchange, puntare e bancare, ma da qualche tempo aanche in Italia due piattaforme offrono questo servizio. Il servizio consente di rimanere giocatore e puntare su un evento o di essere tu il banco e accettare scommesse. Il guadagno del sito è su ogni transazione sulle puntate vinte, con una una tassa che può variare dal 3 al 5 percento. Il trading sportivo si basa su tutte le scommesse di vari sport, dal calcio, il più giocato, al basket al tennis fino all’ippica. Per questa attività ci sono varie strategie, ma la più sicura è quella del prematch. In questo modo si cerca di giocare sulle voci e sulle notizie che influenzano le quotazioni prima dell’inizio della partita. I professionisti utilizzano vari software per il monitoraggio in tempo reale delle quote dei bookmaker che forniscono un supporto per la direzione dl mercato in base ai cambiamenti delle quote. Facciamo un esempio: i grandi
volumi di scommesse sul calcio avvengono in Asia. Qui per spostare la quota di un evento devono esserci scommesse importanti, al contrario dei siti italiani che cambiano le quote anche quando accettano cifre inferiori. Il fuso orario aiuta il trader perché la notte controlla tutte le quote che sono in discesa, mentre in Italia le quote sono bloccate. Prendiamo un mercato prematch come Milan – Lazio: la quota del Milan vincente offerta a 2.00 in Asia è in discesa fino a 1.80, il trader punta sul sito italiano, ovviamente in tempo reale mentre assiste a questa variazione, e sfrutta la quota 2.00 puntando 100 euro. Nei giorni che precedono la partita anche i siti italiani si allineano e portano la quota del Milan a 1.80. A quel punto il trader accetta una scommessa di 110 euro sulla quota di 1.80. Al termine della partita se il Milan ha vinto il trader vince 100 euro sulla vittoria dei rossoneri giocata a 2.00 e paga la “bancata” di 88 euro per effetto della quota 1.80 a 110 euro. C’è un utile di 12 euro, su cui la piattaforma applica una tassa del 5 percento. Questa è la strategia più sicura dove le percentuali sono le più basse ma il guadagno avviene prima del match. Il lavoro più difficile è individuare le quote degli eventi che scendono. Oltre all’aiuto del software bisogna essere informati in tempo reale su infortuni e soprattutto individuare gli errori delle quote in uscita dei vari bookmaker. Ci sono altre strategie più remunerative ma più rischiose: il trading live offre la possibilità di puntare su un evento prematch e
Rubrica a contenuto informativo ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n.132/19/CONS)
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Chi è Gianni Carra Cinquantanove anni, un passato sui campi da tennis serie C1 nel 1984, ha insegnato in vari circoli lombardi dal 1980 al 1987. Dal 1976 ha iniziato a frequentare gli ippodromi, nel 1992 è collaboratore del quotidiano Cavalli e Corse. Dal 1996 la sua attività professionale principale è scommettere sugli avvenimenti sportivi. Nel 2006 inizia la sua avventura anche nel mondo del poker prima come giocatore e poi come organizzatore. Dal giugno 2012 entra nel team pro di VipBox.it poi nel luglio 2013 il salto di qualità. Carra diventa l’unico poker pro player di PaddyPower.it e cura alcune rubriche radiofoniche e in tv nel seguitissimo programma ‘Qui studio a voi stadio’ di Telelombardia, sempre come uomo Paddy Power. Quotidianamente centinaia di lettori lo seguono sulla sua pagina Facebook e anche nel suo blog, ‘Le dritte del Maestro’ (www. ledrittedelmaestro.it) dove il suo motto è: mano passata, mano finita.
nel caso durante l’evento la quota si abbassa per esempio un goal della squadra a tuo favore, si esce dal mercato con utili importanti, ma se si subisce una rete avversaria diventa difficile guadagnare e si cerca di salvare più possibile dalla puntata fatta prematch. Una caratteristica molto importante del trading sportivo è che la compravendita viene fatta con un altro scommettitore che pensa di lucrare andando in senso opposto alla nostra previsione. Chiave per poter portare a termine l’operazione è quella di trovare una controparte, in Italia i campionati minori offrono poche occasioni in questo senso. Il trading sportivo è un’attività di compravendita che assomiglia a quello finanziario per la parte di funzionamento tra domanda e offerta e, in parte, per alcune strategie che si possono applicare. Non sono utili grafici, linee, studio di tendenze del mercato e dinamiche simili: l’unica cosa che conta è la conoscenza dello stesso sport e l’attenzione e l’intuito per servirsi delle proprie conoscenze. Quali sono i vantaggi e quanto è possibile guadagnare con il trading sportivo, quanto si può guadagnare dipende, come in ogni altra situazione, da quanto si è investito e dalla propria propensione al rischio e anche da quanto si vuole fare seriamente e quanto il trading sportivo. La differenza è quella di capire che non si parla più di divertimento ma di un vero lavoro.
politica ippica
PROGETTARE IL FUTURO
P
di Michela Carboni
rosegue la diatriba in seno all’amministrazione comunale sull’ippodromo dei Pini a Follonica (Gr). Daniele Pizzichi, consigliere comunale della città (Gruppo Lega Salvini Premier), sottolinea: “Il nuovo ippodromo di Follonica è nato essenzialmente come centro di allenamento. Non si spiegherebbe altrimenti la costruzione, in un’area lontana da ogni centro metropolitano di oltre 300 box per ricovero cavalli. Il fatto che attualmente si trovino all’interno dell’ippodromo solo 20 trottatori, testimonia il completo fallimento di questo obiettivo ed impone di chiedersene il perché. La ragione è la totale mancanza degli elementari interventi di manutenzione alle piste ed alle altre strutture di ospitalità da parte di Sistema Cavallo, l’attuale società di gestione dell’impianto che, malgrado il congruo contributo impianti che riceve dal sistema, ha dimostrato e dimostra di essere unicamente interessata alla effettuazione, con cadenza settimanale, delle riunioni di corse al trotto (dal 2020, anche al galoppo), nelle quali gareggiano cavalli provenienti da altre sedi e che vi rientrano alla fine della giornata”. A suo avviso come andrebbe risolta la questione dell’attuale concessione?
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PH. RON LACH, PEXELS
Secondo Daniele Pizzichi (Gruppo Lega Salvini Premier) il capitolo ippica deve trovare posto tra i progetti del prossimo piano nazionale di spesa con i fondi del Recovery fund
“Credo che la concessione dell’ippodromo dei pini andrebbe assolutamente revocata! Nel 2013 il comune di Follonica aveva iniziato il procedimento per la revoca della concessione di gestione dell’impianto. Il procedimento fu poi sospeso nel 2014 in attesa della sentenza del processo penale, allora pendente, a carico di ex amministratori per presunta lottizzazione abusiva. Nel 2016 il processo penale si è poi concluso per intervenuta prescrizione del reato di lottizzazione abusiva. Successivamente nel 2018 l’amministrazione comunale decideva di archiviare ‘il procedimento sospeso’ di revoca della convenzione, poiché il concessionario proponeva all’amministrazione comunale di integrare le attività da svolgere all’interno dell’ippodromo, cercando così di far diventare la struttura un centro di eccellenza dell’ippica e dell’equitazione con la creazione di un centro culturale sul cavallo tramite la realizzazione di numerosi interventi, ovvero : il ripristino e il funzionamento della clinica veterinaria, l’allestimento di
IPPICA PROGETTARE IL FUTURO
una biblioteca del cavallo, la creazione di un museo del cavallo con mostre temporanee e a tema, la ristrutturazione dei campi di gara per varie manifestazioni, la creazione di un parco giochi a tema, la destinazione di locali per convegni veterinari o corsi professionali e l’utilizzo delle foresterie per l’ospitalità di cavalieri e congressisti. Di tutto quello che veniva promesso e proposto dalle società ad oggi non è stato realizzato assolutamente nulla! Inoltre sempre nel 2018 la situazione tributaria del concessionario e degli altri soggetti a vario titolo operanti nella struttura, faceva emergere una situazione debitoria complessa e rilevante dal punto di vista economico per questo il concessionario dell’ippodromo, congiuntamente agli altri debitori, presentava una proposta di definizione sia del pregresso tributario, sia per i tributi che annualmente la struttura avrebbe maturato, impegnandosi al puntale pagamento a regime dei tributi annuali stessi, e a ricorrere al pagamento frazionato del pregresso. I pagamenti però non avvengono quasi mai entro i termini stabiliti. Negli ultimi anni, anche a seguito di varie interrogazioni consiliari, ho potuto constatare che l’amministrazione comunale cerchi di evitare in tutti i modi il problema della eventuale revoca anticipata della concessione. È evidente che il sindaco di Follonica cerchi di tirare avanti, di vivacchiare fino alla conclusione del suo ormai secondo mandato elettorale, per lasciare ad altri la patata bollente”. Crede che l’impianto possa ripartire e in che modo? “Lo status quo, molto precario, è destinato a continuare, perché gli interlocutori ippici sono troppo deboli per esercitare qualunque pressione e chi dovrebbe, in
loco ed in sede ministeriale, controllare sul rispetto degli impegni della concessione, non lo fa”. Per quanto riguarda l’ippica in generale, cosa auspica da parte dell’attuale Governo per rilanciare le sorti del settore? “Ogni tanto, qualche esponente del governo esce con dichiarazioni e buoni propositi per un rilancio del settore ippico, ma al momento l’argomento non ha certamente carattere di priorità”. In che modo a suo avviso andrebbero ripensati gli ippodromi? “L’unico criterio, cui ispirare un rilancio degli ippodromi, è legato alla loro apertura ad utilizzi diversi ed aggiuntivi, al servizio dei territori di riferimento. Il tutto va quindi legato ad un progetto generale”. Le misure di chiusura legate al Covid la convincono? “La chiusura in atto degli ippodromi, per quanto riguarda la disputa delle corse a porte chiuse, non crea particolari problemi, nel senso che gli ingressi sono da tempo gratuiti e non rappresentano un cespite importante per il settore ippico, particolarmente per ippodromi periferici come Follonica. Problema ben più grave per l’ippica (probabilmente destinato a prolungarsi ancora) è costituito dalla chiusura delle agenzie ippiche esterne, attraverso le quali si raccoglieva il 90 percento delle scommesse”. Crede che l’ippica abbia bisogno di una gestione di tipo privatistico? “La privatizzazione del settore è stata per molto tempo la grande aspirazione per gli ippici ma attualmente mi sembrerebbe molto pericolosa. A mio avviso potrebbe essere attuata solo attraverso una graduale (e non breve) fase di passaggio, durante la quale si mantenga al sistema, in misura decrescente, un congruo finanziamento pubblico”. Le scommesse a suo avviso come andrebbero rilanciate? “Il rilancio delle scommesse non è tanto legato alla ‘scoperta’ di nuove combinazioni, ma alla duplice garanzia che si effettuino attraverso gli stessi canali di raccolta e siano soggetto allo stesso trattamento fiscale delle altre scommesse. La situazione nella quale da oltre un anno l’Italia vive, anche per effetto della pandemia, rende oggi difficile rispondere a queste domande ma, soprattutto, evidenzia la necessità che il capitolo ippica trovi posto tra i progetti del prossimo piano nazionale di spesa con i fondi del Recovery fund”.
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L’EUROPA RIPENSI L’AMUSEMENT di Michela Carboni
Il presidente dell'associazione New Asgi Italia, Vanni Ferro, chiede di rivedere le norme inviate a Bruxelles sul puro intrattenimento e denuncia la situazione di grave crisi in cui versa il comparto nazionale
Non
VANNI FERRO
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se la passa bene il mondo del puro intrattenimento, che vede acuirsi la condizione di crisi, dopo le chiusure dovute alla pandemia. “La situazione dell’amusement è a dir poco catastrofica, le nostre aziende sono di fatto rimaste chiuse tutto l’inverno con danni irreparabili e per alcune anche irreversibili al punto di determinarne la chiusura definitiva”, afferma Vanni Ferro, presidente della New Asgi Italia (associazione solo gioco d’intrattenimento per le famiglie). “Visto l’ultimo decreto, non credo che si possa far conto nei ristori, definirli irrisori e ridicoli penso sia eufemisticamente un complimento. Ora l’ancora di salvezza a cui tutti gli italiani si stanno aggrappando sono i vaccini, che però al momento stanno arrivando troppo lentamente e la disorganizzazione per la somministrazione è sotto gli occhi di tutti. Ci auguriamo che l’arrivo del caldo e le vaccinazioni ci aiutino a ripartire al più presto, auspicando una apertura generale delle frontiere per agevolare il flusso turistico internazionale. Comunque vogliamo ricordare che, da sempre, siamo pronti ad aprire in sicurezza; già la scorsa estate lo abbiamo dimostrato, in maniera seria e concreta, rispettando tutte le prescrizioni, limitando gli accessi, dotando-
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ci di tutti gli strumenti per sanificare i giochi, le mani delle persone e far rispettare l’uso della mascherina, rendendo sicure le nostre sale, che mai sono state segnalate quali luoghi a rischio. Siamo quindi preparati, ma anche fiduciosi, perché le persone sono stanche di stare a casa, hanno voglia di uscire, di viaggiare e anche di tornare nelle nostre sale, e noi siamo pronti ad accoglierle con gioia e in totale sicurezza”. Relativamente alle norme inviate a Bruxelles “ne denunciamo ancora una volta la totale sproporzione nei confronti del gioco senza vincita in denaro e così si rischia di mettere ancora di più in crisi un settore che è già molto provato. È inaccettabile che ci impongano le stesse regole dei giochi con vincita in denaro: certificazioni, codici sorgente, nulla osta, arrivando addirittura con questo nuovo regolamento a colpire tutto il comma 7, compresi flipper, basket, cacio balilla, kiddie rides e redemption. Abbiamo evidenziato l’incongruità del regolamento nella quantificazione del costo della giocata (ad esempio il comma 7A si attiva con moneta da 1 euro, etc) e tanto meno la definizione di modico valore del premio pari a 20 euro (Capo 1 Art.2 lettera t). Oltremo-
do limite irrisorio e non più adeguato al mercato, rimandandone eventualmente la determinazione ad altra norma nazionale dei singoli Stati. Abbiamo inoltre sottolineato la totale mancanza di una norma per la salvaguardia del parco macchine esistente (tutti i giochi già di proprietà degli operatori, già installati o in magazzino), frutto negli anni di considerevoli investimenti, che verrebbe disastrosamente azzerato dal progetto e che condannerebbe alla definitiva chiusura di tutto il settore, già messo a dura prova dalle chiusure per i lockdown del Covid 19 che ancora persistono”. Da tempo il settore chiede una regolamentazione “che definisca e regolamenti il gioco senza vincita, ma pretende un progetto sensato e commisurato all’amusement e non irragionevolmente comparato al gioco d’azzardo”. Per questo “abbiamo inviato alla Commissione europea il nostro contributo-osservazione, per far sentire la nostra voce e per denunciare nuovamente la grande differenziazione tra i due settori”. Cosa si augura? “Auspico che la Commissione europea faccia sue le nostre osservazioni e che si riesca ad arrivare a una revisione del progetto”, conclude Ferro.
flipper
Mentre il ranking di flipper sportivo raggiunge i quindici mesi di stop a causa del Covid, proseguono le sfide a distanza con il campionato Icr e si sperimentano nuovi concept. Per un nuovo futuro.
Prove tecniche di ripartenza
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onostante la pandemia abbia messo in crisi l’intero ecosistema del flipper sportivo, avendo bloccato completamente le competizioni ufficiali a livello mondiale, la situazione ha offerto comunque dei preziosi spunti di riflessione e un momento (sia pure fin troppo ampio) per fermarsi a riflettere e provare a sperimentare nuove iniziative e nuove forme di sfida, di confronto e di competizioni. Per tutti. E se è vero che nella crisi nascono sempre nuove opportunità, ciò vale anche per il mondo del flipper, dove le società che gli gravitano attorno, oltre agli organizzatori di eventi, non sono rimaste con le mani in mano, sforzandosi di creare nuovi progetti e altre iniziative. Tra i soggetti più dinamici, al solito, c’è il leader del mercato Stern Pinball, che dagli stabilimenti di Chicago – dove ha continuato a produrre giochi e sfornare nuovi titoli – ha lanciato nuovi format e contest mirati a tenere alta l’attenzione dei giocatori e continuare a coltivare il fascino delle competizioni. Così, dopo l’evento mediatico delle scorse settimane dello Stern HeadsUp Pinball Invitationals organizzaR INASC E
L A
PI N BAL L
di Vincenzo Giacometti
to insieme a Marvell, che abbiamo raccontato nel numero precedente, l’azienda ha lanciato una call rivolta a tutti gli appassionati di flipper di tutte le età e di tutti i generi per portare avanti e sviluppare ulteriormente gli “Invitationals”, cercando “il migliore e il più brillante per partecipare al suo show”, estendendo questa opportunità alla base dei giocatori che partecipano al ranking internazionale del Wpr (World pinball player rankings) gestito dalla federazione internazionale Ifpa. Una chiamata rivolta a tutti i giocatori del pianeta: per partecipare è sufficiente inviare un contenuto video di 3-5 minuti, senza bisogno di fare produzioni pazzesche con musica e altri effetti speciali. Stern sta cercando infatti di far emergere la straordinaria personalità di ogni soggetto, il che può accadere soltanto da filmati grezzi. All’inizio del nastro va tenuto un pezzo di carta che può essere facilmente letto attraverso la telecamera con le seguenti informazioni: il nome del player, l’età, la città, l’indirizzo email e il numero di telefono. È preferibile stampare un foglio di carta con queste informazioni digitate in caratteri grandi oltre a riprodurre HAL L
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le stesse informazioni ad alta voce. È infatti fondamentale essere reperibili a qualsiasi contatto, altrimenti Stern non potrà invitare i protagonisti selezionati per gli eventi. “Mostrateci la vostra vita! Mostrateci le vostre macchine! Cosa significa per voi il flipper? Come fa parte della vostra vita? Come ha influenzato la vostra vita? Cosa pensa la vostra famiglia, i vostri cari, gli amici e i colleghi del vostro stile di vita da flipper? Perché pensate che dovreste essere in questo spettacolo?”, sono i messaggi di Stern che lancia il suo talent particolare dedicato ai flipper. E ora bisognerà vedere se parteciperanno anche i top del ranking dell’Ifpa. Per partecipare al contest di Stern Pinball, ecco il link per mandare il proprio video https://www.dropbox.com/request/ DZFqPfjFQMpWafZDP7lC
FAM E
Tra i progetti che rischiavano di sparire a causa della pandemia c’era anche quello ambiziosissimo del Re del flipper Tim Arnold di Las Vegas, che stava lavorando per trasformare e trasferire la storica Pinball Hall of Fame in una nuova struttura sulla Boulevard principale della Sin City. Un progetto talmente ambizioso che aveva finito col rischiare il fallimento per via del lockdown e della carenza di fondi che ne è scaturita. Invece grazie alla tenacia del promotore, che ha subito lanciato una raccolta online, si è riusciti ad andare fino in fondo al punto da inaugurare la nuova location a fine aprile. Dando (nuova) vita alla rinnovata Pinball Hall of Fame in una sede incredibilmente grande, simile a un hangar per aeroplani, ma denso di ricordi, come è stato definito da Lv Review Journal. Dopo aver aperto la sua prima location in un centro commerciale fatiscente accanto a un cinema a prezzi scontati
sulla Tropicana Avenue nel 2006, Arnold si era trasferito in un posto più grande tre anni dopo. Ora ha appena aperto le porte di un enorme nuovo complesso da 10 milioni di dollari di fronte al cartello “Benvenuti a Las Vegas” su Las Vegas Boulevard. La vecchia sede in East Tropicana aveva circa 250 macchine, ma ora vuole arrivare a ospitarne una cifra compresa tra le 600 e le 700 unità nella nuova sede. Arnold ha detto che Vegas ha avuto un’enfasi su alberghi e spa di lusso, ma la città, ha detto, è stata costruita sui turisti “per venire a spendere qualche dollaro e poi tornare a casa”. E lui ha cercato di offrire qualcosa per i turisti che fosse più “amichevole” di un casinò e del gioco d’azzardo. Che il progetto fosse ambizioso, lo avevamo detto in partenza. Ma a quanto pare, nulla può fermare il vecchio Arnold, neppure la pandemia.
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poker live
PERCHÉ I POKER PLAYER VINCONO ANCHE SUI TAVOLI DELLE CRIPTOVALUTE La storia di Alessio Fratti, ottimo giocatore di Hold’em approdato nel mondo dei Bitcoin e del Mining. Assonanze, similitudini e skills necessarie, ecco tutto quello che c’è da sapere.
Che
fosse un brillante quello l’avevamo capito subito, noi di Gioco News, impegnati per anni a seguire tornei di poker live in tutto il mondo. Poi abbiamo scoperto una persona meravigliosa e assolutamente decisa e intraprendente. Lui è Alessio Fratti, ve lo presentiamo, tranquilli, e da poker player (ma è anche calciatore e ha investito anche su un suo brand di abbigliamento) è approdato nel mondo della tecnologia blockchain, dei Bitcoin, delle criptovalute e di un concetto a molti ancora sconosciuto, il Mining. Qual è, quindi, la storia di Ale Fratti? Partiamo dal suo approccio col mondo Bitcoin: “Avevo già sentito parlare di Bitcoin nel 2012 quando ero a Las Vegas per giocare le World Series of Poker. All’epoca non approfondii l’argomento perché non avevo compreso la reale opportunità in questo ambito. Tornando indietro avrei potuto cogliere subito l’occasione. Spesso capita che uno si lasci sfuggire situazioni, per mancata voglia di approfondire o perché preso da tutt’altro, nel mio caso approfondire mi avrebbe consentito di affacciarmi e appassionarmi ben prima a questo mondo dalle enormi potenzialità”. Poi, però, la convinzione è maturata: “Sì, intorno all’estate 2019,
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di Cesare Antonini
ho iniziato a muovere i primi passi nel settore insieme a Marco “Magicbox” Bognanni (un altro giocatore di poker molto importante e che ha sfiorato anche un titolo Wsop! Ndr) e ora siamo focus in questo settore fantastico e, al contempo, redditizio. Difficilmente ricapiterà un’occasione del genere negli anni a venire”. Il poker, dicevamo, c’entra sempre e comunque sulla strada del destino di Fratti e dell’amico Bognanni: “Sì possiamo proprio dire che il poker è stato determinante. A partire dalla conoscenza del fenomeno avvenuta a Las Vegas ma soprattutto per le attitudini che avevo sviluppato nell’Hold’em che sono molto simili a quelle necessarie per lavorare nelle criptovalute. E, come detto, abbiamo intrapreso questa avventura con Marco che ho conosciuto proprio ai tavoli da gioco. Ma la fortuna che ha un giocatore di poker che si relaziona in questo settore (e come dicevamo sono tanti gli esempi di questa correlazione, Ndr) è che i Bitcoin nel breve periodo possono avere una volatilità molto alta e puoi vedere il tuo portafoglio che cresce o diminuisce dal giorno alla notte e c’è una similitudine importante proprio con quello che accade al bankroll ai tavoli da gioco. Tuttavia, Bitcoin, sul lungo periodo, ti fa apparire vincente ma nel breve le similitudini sono enormi. Questo ci porta alla seconda somiglianza importante: bisogna avere molta pazienza in questo settore, così come nel poker. Io non mi occupo di trading ma, nello specifico, di mining di Bitcoin”.
PERCHÉ I POKER PLAYER VINCONO ANCHE SUI TAVOLI DELLE CRIPTOVALUTE
Giornalisti vuol dire essere molto curiosi e noi vogliamo subito sapere cos’è il mining da uno dei principali esperti, ormai, di questa pratica: “Fare Mining vuol dire accumulare Bitcoin quotidianamente per cercare di sfruttare la sua crescita nel lungo periodo – analizza Alessio - collaboro dal 2019 con un’azienda che ha come fiore all’occhiello il mining industriale. Diamo la possibilità di noleggiare ai clienti le migliori macchine (computer) sul mercato che tutti i giorni produrranno Bitcoin che finiranno direttamente nel wallet (portafoglio) dei clienti. È frutto del loro lavoro. Ma spieghiamo, per i meno preparati, perché si possono produrre Bitcoin attraverso il Mining. Partiamo da un presupposto: per far sì che le transazioni di Bitcoin vengano verificate e permettere a tutta la rete di essere sicura il mining deve esistere ed esisterà sempre. Il perno sul quale si fonda la blockchain (catena di blocchi) di Bitcoin è la decentralizzazione. Vuol dire che non c’è un ente centrale che la governa, ma riesce ad autogestirsi attraverso una quantità elevata di computer che collaborano tra di loro per arrivare a verificare le diverse transazioni nella rete. Questi computer arrivano a fare trilioni di calcoli al secondo per convalidare i vari blocchi di transazioni, ogni blocco racchiude tutte le transazioni fatte all’incirca in una decina di minuti. Ogni volta che viene verificato un blocco i minatori ricevono automaticamente una ricompensa dal protocollo Bitcoin per l’operazione svolta. Questa ricompensa è l’estrazione di nuova moneta che, a tutti gli effetti, è denaro”. Ma non è un lavoro per tutti, giusto? “Altroché, la mia azienda nasce proprio con questo obiettivo, rendere il mining semplice per tutti coloro che credono nel Bitcoin. Perché tutti possono noleggiare la propria macchina per il mining o porzione di essa. Però, ad oggi, è molto complesso mettere in piedi una farm per minare Bitcoin. Per essere competitivi servono le migliori macchine sul mercato, come dicevo, ma serve anche abbattere i costi il più possibile; e per farlo ormai servono investimenti a livello industriale. Si guadagna su grande scala, fare per conto proprio non è remunerativo”. Un tema fondamentale è stato sfiorato: la sicurezza, nella blockchain, nelle criptovalute, è fondamentale ed è quello che ha sancito finora il suo successo. Dalla tua esperienza cosa diresti a chi vuole approcciarsi a questo settore? “I pericoli e le truffe esistono in tanti settori e in un mercato così nuovo e complesso da capire per i neofiti è facilissimo incappare in qualche operazione poco trasparente – analizza Fratti – nel mondo Crypto ci sono diverse società purtroppo che nascono senza fondamenta solide ed ideali sani, con l’intento proprio di compiere attività fraudolente. È capitato di sentire che qualcuno abbia perso tutto dopo aver investito in Bitcoin, ma la tecnologia blockchain è sicurissima e se si viene truffati non è certo colpa di Bitcoin, ma piuttosto perché si sono affidati i propri Bitcoin ad aziende terze tutt’altro che oneste. E il problema nasce proprio dall’ignoranza in materia e dalla facilità di imbrogliare il neofita assoluto del settore che cerca facili guadagni”. Approfondiamo, quindi, l’occasione di tuffarsi in questo meraviglioso mondo: “L’occasione è talmente grande e alla
portata di tutti (ricordiamoci che bitcoin nasce per questo) che non sfruttarla sarebbe più rischioso dei pericoli che potrebbero esserci qualora si dovessero investire soldi (informandosi o affidandosi ad esperti) in questo campo. Prima di tutto va capito il concetto di base: stiamo investendo in primis in tecnologia, alla base di bitcoin c’è la tecnologia blockchain. La blockchain è tra le tecnologie più avanzate disponibili al mondo. La prima applicazione di questi elevati sistemi crittografici è stata bitcoin. Nasce la blockchain quando nasce Bitcoin. La prospettiva di crescita è ancora molto alta e ci saranno ancora grosse opportunità. Basti pensare a quanto ci crede Tesla, alla platea di milioni di utenti PayPal che potranno transare in Bitcoin e anche a quanto ci stia investendo BlackRock, società finanziaria americana leader del settore finanziario. Ma la cosa più importante è che si sta andando verso una direzione digitale e a qualcosa di molto diverso dalla moneta di Stato. Quest’ultima si svaluta nel tempo, a causa dell’immissione costante di moneta da parte degli enti centrali, aumentando sempre più il tasso di inflazione, facendo si che il nostro denaro perda continuamente potere d’acquisto sull’indice del consumo mentre i Bitcoin tendono a rivalutarsi, essendo un bene scarso con un tetto massimo di 21 milioni, perché il tasso di immissione sul mercato è fisso e ogni 4 anni si dimezza. Per questi motivi viene definito ‘oro digitale’ e si sta sempre più consolidando l’idea di definirlo ‘riserva di valore’. I Bitcoin, per farla breve, non si stampano a piacere, e il suo valore è determinato semplicemente dalla domanda e dall’offerta sul mercato”. Ma a questo punto a quanto può arrivare un Bitcoin: “Non occupandomi di trading è complesso fare previsioni accurate per me – spiega Fratti – alcuni professionisti parlano di 80mila dollari o anche di più entro fine anno. Ci sono modelli di stima molto attendibili che vedono Bitcoin a 1milione ma è davvero difficile capire dove possiamo arrivare nel breve periodo. Di sicuro la tecnologia che è alla base, la blockchain, sta trovando applicazione in tanti settori dell’economia mondiale, dai social agli alimentari in ambito sanitario e farmaceutico. E questa è una garanzia di qualità”. Parliamo, però, anche un po’ di poker: hai mollato del tutto il gioco? “Diciamo che il passaggio a questo nuovo progetto è stato graduale ma al momento, passati quasi due anni, ho veramente poco tempo per dedicarmi come prima al poker. Gioco e grindo molto meno ma mi tengo in allenamento e non lo abbandonerò mai totalmente”. Io e te ci siamo spesso visti a Vegas. Le Wsop d’autunno? Ci stimolano assai? “Qui tocchi un tasto dolente. Manco dal 2018 dopo sette anni in cui ho giocato consecutivamente i campionati del mondo di poker. Ho visto le date ufficiali di inizio e dico solo che si sta già pensando ad un blitz di qualche settimana! Las Vegas, per me, è un posto fantastico e partirei domani”, conclude Fratti e siamo d’accordissimo con lui. A Vegas!
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poker
FINALMENTE WSOP di Cesare Antonini
DOPO DUE ANNI E MEZZO D’ATTESA TORNERANNO I CAMPIONATI DEL MONDO DI POKER AL RIO CASINO DI LAS VEGAS MA IN AUTUNNO: ECCO CHE WORLD SERIES SARANNO IN RELAZIONE ALL’EMERGENZA SANITARIA E ALLA CAMPAGNA VACCINAZIONI USA
La
notizia è uscita il primo aprile e in molti hanno pensato a uno scherzo. Sì, perché ormai, diciamocelo, nessuno pensava che fosse più possibile vedere un evento come le World Series of Poker con il Covid-19 ancora tra i piedi. Ma non era il classico “pesce” le Wsop hanno annunciato che si giocherà nel 2021 da giovedì 30 settembre a martedì 23 novembre. Una notizia che ha dato un segnale pazzesco al movimento mondiale anche se la differenza tra Usa e Europa è ancora abissale anche mentre scriviamo per via di una doppia velocità del virus e di una campagna vaccinale che solo adesso sembra aver cambiato il passo. Ma che Wsop saranno? Su questo ancora regna un po’ di incertezza. Ma andiamo per ordine.
BENTORNATE WORLD SERIES Come detto l’annuncio è arrivato il primo aprile anche se lo schedule è ancora avvolto nel mistero e, come amano le Wsop stesse, verrà svelato pezzo dopo pezzo. Intanto si riparte col ritorno del $ 10.000 No-Limit Hold’em World Championship, meglio conosciuto come “The Main Event”. Oltre al Main, che chiuderà l’evento a fine novembre ovviamente, il weekend di apertura del 2021 dovrebbe includere uno speciale evento di beneficenza per gli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19, un H.O.R.S.E. e un evento No-Limit Hold’em da 5 milioni di dollari garantito annunciato come “The Reunion”. Il “Main Event” dovrebbe iniziare giovedì 4 novembre e durare fino a mercoledì 17 novembre. I giocatori potranno scegliere tra quattro starting flight fissati in giovedì 4 novembre, venerdì 5 novembre e sabato 6 novembre o domenica 7 novembre. I giocatori che partecipano giovedì o venerdì avranno il loro Day2 lunedì 8 novembre. Quelli che sceglieranno sabato o domenica giocheranno martedì 9
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novembre, con i field combinati mercoledì 10 novembre. Sono già partite le prenotazioni di camere d’albergo nei resort di Caesars Entertainment a Las Vegas, inclusa la sede delle Wsop, il Rio All-Suite Hotel & Casino, con tariffe a partire da 60 dollari per i membri Caesars Rewards esistenti. Specifici protocolli di sicurezza Covid-19 e altre politiche relative ai tornei 2021 saranno rivisti con le autorità di regolamentazione del gioco in vista dell’evento. Le World Series of Poker saranno conformi a tutte le direttive dello stato del Nevada relative alle distanze sociali e ai limiti di capacità nelle date del torneo, dicono dall’organizzazione. “Quest’anno, più che mai, abbracciamo il nostro ruolo con grande convinzione per offrire esperienze memorabili e riunire la comunità degli amanti del poker. Nel 2021, il tema è vaccinarsi e tornare a Las Vegas”, ha detto Ty Stewart, direttore ssecutivo delle Wsop. Ed è arrivata la conferma anche delle Wsop Europe e quelle online d’Estate.
FINALMENTE WSOP
POKER E COVID-19, CHE WSOP SARANNO? È forse ancora presto per l’evento autunnale delle World Series of Poker ma intorno alla fine dello stesso mese sono arrivate notizie importanti da Las Vegas. La contea di Clark ha approvato le nuove linee guida Covid-19 che dovrebbero far sembrare “normale” l’edizione del ritorno, quella del 2021, anche se si svolgeranno in autunno invece che nel solito periodo estivo. Il Rio potrebbe essere di nuovo pieno per le World Series of Poker 2021. Andiamo a capire perché grazie alle news che arrivano dalla contea del Nevada. Come già reso noto, le World Series of Poker 2021 inizieranno il 30 settembre e il Main Event inizierà il 4 novembre. Ci sono tante settimane e mesi da aspettare ma questo non può che fare bene e ci può avvicinare all’evento sempre con maggiori sicurezze che sarà molto simile a quello che abbiamo amato e conosciuto per tanti anni. Tuttavia bisogna aspettare quando la contea di Clark, quella in cui si trova Las Vegas, e il Nevada Gaming Control Board rimuoveranno tutte o la maggior parte delle restrizioni Covid-19. Mentre scriviamo le attività in Nevada sono limitate al 50 percento della capacità massima ma la buona notizia è che queste restrizioni saranno revocate in tempo per il più grande festival annuale del poker. Non dovesse accadere saranno dei campionati del mondo molto diversi. L’evento inaugurale, però, sembra un “assembramento” bello e buono visto il garantito e il buy in che non sarà super low ma forse di livello medio-basso e attirerà tantissimi players. Il governatore Steve Sisolak consegnerà le decisioni sul Covid-19 ai governi locali a partire dal primo maggio, quando questa rivista sarà partita per arrivare nelle vostre
case e potrete sfogliarla online. Un’ottima speranza sembra quello che sta accandendo nella contea di Nye, appena fuori Las Vegas, dove tutte le restrizioni saranno revocate proprio in quella data. Ci sono comunque notizie positive all’orizzonte per i giocatori di poker della zona. La contea di Clark ha intanto annunciato che estenderà le restrizioni di capacità all’80 percento al 1 maggio. È ancora poco per le Wsop ma la strada sembra quella corretta. La più grande contea del Nevada ha approvato un piano per tornare alla piena capacità, senza il distanziamento sociale, non appena il 60 percento dei residenti della contea avrà ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid-19. Supponendo che un numero sufficiente di persone del posto venga vaccinato entro il 30 settembre, non ci dovrebbero essere grossi problemi con il centro congressi di Rio. Alla data del 21 aprile, circa il 43 percento dei residenti di età pari o superiore a 16 anni aveva ricevuto almeno una dose del vaccino. Il dottor Fermin Leguen, responsabile sanitario del Dipartimento della salute del Nevada meridionale, ha detto al Las Vegas Sun che l’aspettativa è che la contea raggiunga la soglia del 60 percento entro il primo giugno, quasi quattro mesi prima dell’inizio delle World Series of Poker. Ci siamo, quindi.
I CAMPIONATI DEL MONDO CAMBIANO CANALE Una delle novità dell’edizione 2021 è che le World Series of Poker hanno chuso un nuovo accordo pluriennale sui diritti con Cbs Sports che sarà il nuovo partner televisivo per il “The Main Event” e ha selezionato i “Bracelet Events” come parte dei suoi piani tanto attesi per il 2021. A partire dal 2021, Cbs Sports Network sarà l’esclusiva sede nazionale delle Wsop, con quindici ore di copertura per il “Main Event” e 36 ore di 18 eventi aggiuntivi per i “Gold Bracelet”. Sarà un nuovo massimo per lo storico festival del poker. Cbs Sports e le Wsop riaccendono una partnership passata con questo accordo. È stata la Cbs Sports a trasmettere per la prima volta il poker negli Stati Uniti e il “Main Event” delle Wsop nel suo programma Cbs Sports Spectacular nella metà degli anni ‘70. “Cbs Sports è stata a lungo un pioniere nel coprire una vasta gamma di campionati sportivi”, ha detto Ty Stewart. “Non potremmo essere più entusiasti di vedere una mag-
giore copertura televisiva delle Wsop nei prossimi anni e di beneficiare delle loro piattaforme multimediali”. “Dopo il nostro passato successo con Poker Central, siamo entusiasti di espandere il nostro rapporto con l’evento più importante e con i migliori giocatori del mondo”, ha dichiarato Dan Weinberg, vicepresidente esecutivo della programmazione, Cbs Sports. “Questo accordo si inserisce perfettamente nella nostra strategia di combinare i migliori eventi con il nostro marchio Cbs Sports.” Ulteriori dettagli sulla copertura saranno annunciati nei prossimi mesi con il rilascio del programma completo delle Wsop, così come la copertura su altre piattaforme Viacom Cbs, tra cui Paramount +. E c’è da capire come si potranno seguire anche dall’Europa e, ovviamente dall’Italia.
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PH. NEIL STODDART
poker
Consigli e sconsigli di Dario Sammartino a Neymar Jr IL VICE CAMPIONE DEL MONDO WSOP 2019 E PLAYER PIÙ RAPPRESENTATIVO D’ITALIA PARLA DELLA POKER PASSION DELL’ASSO BRASILIANO DEL PSG di Cesare Antonini
La
notizia non è uno scoop. Che Neymar Jr sia un grande appassionato di poker e che voglia intensificare la sua presenza ai tavoli appena smetterà col calcio lo sappiamo da un tempo. Tra qualche anno, ovvio, visto che è ancora molto giovane. Appena può, però, si piazza al tavolo da gioco. Quello online è molto comodo visto che, finiti allenamenti e partite, basta un clic e l’asso brasiliano del Paris Saint Germain si cimenta anche in tornei low buy in e vince cifre bassissime per il suo bankroll. Abbiamo già parlato della bellezza del suo approccio. Ma che futuro può avere uno come Neymar Jr nel poker professionistico? A rispondere alle domande dalla sua University of Gaming è il giocatore più vincente d’Italia, Dario Sammartino. In molti hanno invitato l’attaccante brasiliano a buttarsi nel poker fiutando i danari del suo immenso bankroll. Altri l’hanno scoraggiato come per dire, “ma chi te lo fa fare”. In generale con i contratti e gli sponsor che ha Neymar potrebbe giocare serenamente a vita tutti i
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circuiti live mondiali senza temere di andare “rotto”. Può avere senso, quindi, la sua decisione? Dario Sammartino, il vice campione del mondo 2019 e fondatore di University of Gaming, aveva accennato all’argomento durante la sua ospitata a “Muschio Selvaggio”, il podcast di Fedez che ha riscosso un grande successo. Perché Dario? Perché, intanto, lui, c’ha giocato contro: “L’ho incrociato all’Ept di Barcellona, a un 25k turbo one-day, al quale erano presenti anche Vidal e Piqué. Come ho già detto avevano stili molto riconoscibili, super chiuso Piqué e super ‘aggro’ (molto aggressivo) Neymar, che ho avuto al tavolo per diverse ore. Ma la sua era un’aggressività un po’ così, fine a se stessa, più che altro perché gli piace giocare tutti i colpi”. Che player è? “Premetto che è evidentissimo che il poker gli piace da morire e si diverte un mondo a giocare. Questo è forse l’aspetto più importante se pensiamo al poker, perché avere personaggi famosi con questa passione per il giochino può portare sempre nuova linfa, in termini di visibilità e nuovi appassionati che si affacciano. Detto questo Neymar ha moltissime lacune, non ha mai studiato il gioco e si vede perché va esclusivamente a istinto. Non lo dico con cattiveria perché anzi è un personaggio simpatico al tavolo, ma per me non può che essere così”. Spiegati meglio: “Uno che ha raggiunto questi livelli di successo e popolarità nel suo ambito sportivo, non avvertirà mai l’esigenza di vincere – analizza Sammartino - il poker ad alti livelli è soprattutto una questione di esigenze, e non parlo solo di fame di soldi ma di vittoria e competizione. Uno che ha raggiunto quegli obiettivi dubito abbia gli stimoli adatti. Per fare la differenza nel poker bisogna
essere capaci di rimettersi in discussione. Io non credo che al posto suo avrei mai forza e voglia necessari per farlo, e credo nemmeno lui”. Ma è anche una questione di soldi, inutile negarlo. Quell’High roller da 25mila euro lui lo giocava come io gioco un freeroll, forse: “Certo che lo è. Se non giocano cifre che spostano – o per meglio dire “che spostano per loro” – difficilmente si accenderà quella lampadina che chiama in causa il cervello per concentrarsi al mille per mille su quella cosa. Ma anche quando succede, si troverà ad affrontare gente che ragiona su livelli di pensiero costruiti nel tempo, e che avrà sempre un vantaggio su di lui. Conosco solo un’eccezione di personaggio ricco e famoso che è diventato davvero un giocatore di poker ad alti livelli, e non è uno sportivo ma un attore”. Si parla di Tobey Maguire, il primo Spiderman di Stan Lee della Marvel: “Esatto. Conosco storie che non posso divulgare di partite private in cui lui ha vinto una quantità incredibile di soldi, per anni. Ci credo che per un periodo avesse anche smesso di fare l’attore!”, rivela Dario. Ma c’è qualche sportivo bravo con le carte in mano? “Quasi nessuno, tranne uno. Ecco, se dovessi bettare su un calciatore che diventerà poker pro quando smette, direi senza esitazioni Max Kruse (attaccante dell’Union Berlino, Ndr). Ci ho giocato tantissimo sia alle Wsop che alle Wsop Europe, perché anche a lui piacciono tutte le varianti ed ha anche avuto buoni risultati. È un ottimo calciatore ma non ha il roll di Neymar e, per questo, ha la “libertà mentale” di dedicarsi con maggiore concentrazione al poker. Per Neymar, invece, il poker rimarrà sempre un bell’hobby e al tavolo sarà sempre bello come il sole”, conclude Sammartino.
La voglia di intrattenimento è sempre live di Anna Maria Rengo
Il presidente dell’European Casino Association, Per Jaldung, sottolinea la situazione drammatica delle case da gioco europee a causa delle chiusure e delle restrizioni dovute al Covid-19, ma si dice sicuro che la gente tornerà a divertirsi e a viaggiare non appena sarà possibile
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hiuso per Covid-19”. Questo cartello inizia a essere ingiallito dal tempo, ma continua a troneggiare tristemente sugli ingressi dei casinò di mezza Europa. E l’Italia, purtroppo, non fa eccezione, visto che neanche maggio, salve novità imprevedibili ma che certamente sarebbero assai auspicate, sarà il mese della riapertura del settore del gioco, casinò compresi. Da questo preoccupante dato di fatto partiamo, nell’intervista al presidente dell’European Casino Association, Per Jaldung. In molti paesi europei, compresa l’Italia, i governi continuano a tenere chiusi i casinò. Cosa ne pensa di questa decisione, anche in riferimento al fatto che a Macao e Las Vegas i casinò hanno riaperto da molto tempo? “Mentre non vediamo l’ora di riaprire e tornare alla nostra normalità, comprendiamo appieno l’estrema cautela dei nostri governi nell’affrontare questa situazione. Tuttavia ci rammarichiamo che, nonostante i nostri sforzi per garantire un’esperienza sicura, i nostri casinò non possano riaprire, con drammatiche conseguenze socioeconomiche che interessano i nostri dipendenti e l’intero settore del turismo. Non avremmo mai potuto immaginare, dopo un anno di pandemia, che i casinò sarebbero stati ancora chiusi. Eppure questa è la realtà e dobbiamo affrontarla. La maggior parte dei nostri membri è ancora chiuso oppure opera con restrizioni molto rigorose. Alcuni dei noPROMOSPACE
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stri membri non hanno riaperto dal secondo lockdown, mentre la Svezia non ha mai riaperto da marzo 2020. Purtroppo l’Europa è molto indietro sulle vaccinazioni, soprattutto rispetto agli Stati Uniti o Macao, che prendiamo come modelli per la nostra riapertura. Nella situazione attuale i nostri membri si uniscono per mostrare ai governi che i casinò possono riaprire in quanto rispettano i più elevati standard di igiene e sicurezza. Si spera che, con il procedere della vaccinazione, le misure saranno allentate e il settore del tempo libero potrà riaprire. Crediamo che le persone torneranno nei luoghi di intrattenimento e viaggeranno il prima possibile”. I casinò sono sicuri dal punto di vista sanitario? “Dalla riapertura dopo il primo lockdown i casinò si sono preparati per consentire ai clienti di avere l’esperienza di gioco più sicura e divertente e ci sono riusciti molto bene. Lo scambio delle migliori pratiche tra i nostri membri si è rivelato cruciale a tale riguardo. Allo stesso tempo i partner dell’Eca potrebbero promuovere le ultime innovazioni innovazione per facilitare la riapertura nelle condizioni più sicure, come l’allontanamento sociale, la sanificazione avanzata e i controlli della temperatura. Non c’è dubbio che i casinò siano pronti e ben attrezzati per garantire i più elevati standard di sicurezza a tutti i dipendenti e clienti, in linea con le ultime linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”. Quali saranno le conseguenze di questa chiusura prolungata
CASINÒ LA VOGLIA DI INTRATTENIMENTO È SEMPRE LIVE
per le aziende, le loro proprietà e i dipendenti? “Le perdite economiche nel settore sono piuttosto significative. Le aziende sono state obbligate a riorganizzare le loro strutture e licenziare il personale. In Svezia, ad esempio, una delle quattro operazioni nel paese è stata chiusa definitivamente, con gravi conseguenze sociali ed economiche. Quasi tutti i casinò europei hanno dovuto licenziare il personale o trovare soluzioni flessibili. Ma siamo fiduciosi che il peggio sia passato e che sia in arrivo una forte ripresa”. Cosa possono fare i governi locali per supportare l’industria dei casinò e cosa può fare invece l’Eca? “I governi locali sono ben consapevoli dell’impatto positivo che il turismo e le attività ricreative, inclusi i casinò, hanno sulle comunità dal punto di vista economico e sociale. La crisi ha colto i politici alla sprovvista, costringendoli a fare scelte difficili, ma è giunto il momento di consentire a queste attività di riaprire poiché si sono dimostrate sicure, soprattutto in quelle aree in cui i tassi di contagio sono bassi. In Austria, ad esempio, è stata istituita una ‘zona di prova’ in cui due casinò hanno potuto riaprire, anche se con misure rigorose, dal 15 marzo. In Svizzera i casinò sono stati autorizzati a riaprire il 19 aprile. Come voce europea dei casinò terrestri, l’Eca ha svolto un ruolo di supporto per i suoi membri istituendo una piattaforma di scambio di informazioni che ha aiutato le aziende a prendere coscienza di come i loro colleghi europei stavano affrontando la situazione, fornendo loro gli strumenti per impegnarsi in discussioni costruttive con i governi nazionali, aumentando la consapevolezza sulle difficoltà che l’industria sta affrontando. Intendiamo continuare i nostri sforzi in questa direzione”. La chiusura dei casinò e del gioco legale in Italia ha portato, tra gli effetti collaterali, alla proliferazione del gioco illegale. Questo fenomeno si è verificato anche in Europa? “Il gioco d’azzardo illegale prospera quando l’offerta legale viene soppressa. Il gioco illegale è stato un flagello in molti paesi europei per molto tempo e la chiusura dei casinò terrestri con licenza ha ulteriormente aggravato il problema. Ciò illustra ulteriormente l’importanza di offrire ai giocatori uno spazio sicuro per divertirsi, dove i giocatori vulnerabili sono protetti e senza sostenere la criminalità organizzata. Per questo motivo chiediamo ai governi europei di riaprire il prima possibile i casinò terrestri con licenza ed evitare l’ulteriore proliferazione di gioco illegali”. La pandemia ha “incoraggiato” nuovi modelli di business, come il maggiore utilizzo dell’online e live online, e nuove forme di organizzazione del lavoro? “La pandemia ha indubbiamente messo in discussione il modello di business esistente e la sua fattibilità. I nostri membri hanno dovuto razionalizzare i costi; altri hanno esplorato le loro opzioni online. Non escludiamo che sempre più aziende prenderanno in considerazione il mondo online, sebbene riteniamo che alle persone manchi l’esperienza della vita reale. Ora possiamo potenzialmente fare di tutto da casa - guardare film, fare shopping, cenare in un ristorante stellato - ma questo non sostituirà
mai un’esperienza di vita reale e, dopo più di un anno, penso che sia chiaro a tutti”. I casinò torneranno a essere luoghi di socializzazione e divertimento, oppure la pandemia, anche quando sarà finita, avrà cambiato per sempre, in tutto o in parte, la socialità e il divertimento? “Sebbene i casinò non siano essenziali come i supermercati e le farmacie, siamo consapevoli del loro ruolo cruciale nel tempo libero delle persone, proprio come teatri, cinema e concerti. Tutte queste attività intrattengono le persone. Dopo un anno di pandemia probabilmente tendiamo a dimenticare quanto sia vitale l’intrattenimento. Il tempo libero distoglie l’attenzione delle persone dalle loro frenetiche attività quotidiane, portando felicità e, in definitiva, migliorando la vita delle persone. La verità è che a tutti noi mancano le emozioni che otteniamo dall’intrattenimento e dalla socializzazione e i casinò, insieme alle altre attività ‘non essenziali’, forniscono quelle emozioni. Siamo convinti - e l’abbiamo visto anche quando abbiamo potuto riaprire - che le persone torneranno volentieri nei casinò e siamo sicuri che lo faranno nella ‘vita dopo il Covid’”. Quali sono i principali progetti che manterranno impegnata l’Eca nei mesi a venire? “In tempi normali la prima metà dell’anno è un periodo frenetico per l’Eca, con il campionato europeo dei croupier, il Forum dell’industria e vari workshop e gli impegni di Bruxelles. Sfortunatamente tutti gli eventi live di Eca sono stati cancellati per il 2021. Quest’anno è leggermente diverso, ma stiamo sfruttando questo tempo per andare avanti con diversi progetti. Miglioriamo i nostri gruppi di lavoro di nuova costituzione, guidando progetti in diverse aree come marketing, gioco d’azzardo responsabile, innovazione, inclusione di genere e conformità. Inoltre stiamo attualmente lavorando a un nuovo sito web progettato per fornire ai nostri membri, alle parti interessate e ai responsabili politici informazioni pertinenti e aggiornate s posizioni, iniziative, notizie della nostra industria e includeremo anche una sezione per facilitare offerte/ ricerche di lavoro nel settore, che riteniamo sarà particolarmente utile nella vita postpandemia. A parte questo, continueremo a supportare i nostri membri e forniremo una piattaforma aperta per lo scambio di informazioni, in attesa del giorno in cui ci incontreremo di nuovo nella vita reale”. PER JALDUNG
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PANNONERO di Marco Fiore
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE L’ORA DEL GIOCO
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zione del comparto produttivo di cui scriviamo. Esiste sicuramente un costo da sostenere per avviare questo epocale processo di cambiamento, ma meglio considerarlo un investimento da capitalizzare non appena la ripartenza sarà possibile e si scatenerà la voglia di divertimento che è stata per molti mesi repressa dagli effetti della pandemia. A parere di Sblendorio e nostro, non esistono alternative, i casinò devono aprirsi al mondo esterno, siglare partnership con altre aziende per fare un salto di qualità. Il grande passato che appartiene al loro Dna deve rappresentare la solida base su cui costruire un futuro di successo. A proposito di Dna, il rischio è mestiere con cui hanno particolarmente confidenza, comportamenti attendisti in questa fase storica non saranno premianti, anzi potrebbero indirizzare questo splendido business verso una pericolosa deriva i cui effetti negativi non tarderanno a farsi sentire. E questa è ipotesi che ovviamente non ci piace!
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relative possibilità di comunicazione. Per quanto riguarda le sinergie con il gioco d’azzardo, è già possibile trovare alcune piattaforme di gioco online che all’interno del loro palinsesto hanno inserito le scommesse sugli eSports. Non v’è dubbio alcuno sul fatto che i “puristi” storceranno il naso, accusandoci di voler violare il cosiddetto “sancta sanctorum”, ma i tempi sono più che maturi per avviare un processo di armonizzazione tra azzardo e divertimento che aiuti ad aumentare lo spazio dedicato all’intrattenimento del cliente. I casinò non possono più permettersi di vivere facendo affidamento sul solo prezioso apporto dei giocatori, devono obbligatoriamente aumentare il numero dei propri clienti, abbassando l’età media dei frequentatori e diversificando le proprie entrate, accettando di gestirne di nuove anche se caratterizzate da marginalità inferiori rispetto a quelle alle quali sono storicamente abituati. Insomma è venuto il tempo di affrontare una pacifica rivolu-
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gioco d’azzardo tradizionale, caposaldo irrinunciabile per la gestione di un casinò, deve essere da subito affiancato da una proposta di divertimento e di intrattenimento ad ampio spettro. La nostra riflessione è frutto di un confronto con Cristiano Sblendorio, attuale responsabile dell’area marketing e business development al Casinò di Saint-Vincent che ha curato insieme a noi la stesura di questo numero della rubrica. Insieme a lui ci rivolgiamo ai nostri lettori invitandoli a riflettere sul tema dei nuovi giochi che si potrebbero dedicare all’interno di un casinò ad un target di clientela più giovane. Citiamo ad esempio gli eSports. Si tratta di videogiochi, come ben sanno i lettori di Gioco News, molto conosciuti e di grande successo utilizzati nell’ambito professionistico e dove la definizione di “sports” è data dal fatto che i giocatori di videogame sono dei veri e propri atleti. Vengono giocati in forma di torneo con diversi temi: sportivo, simulatori di guida, sparatutto e altri. Il target di riferimento è molto giovane, mediamente tra i 18 e i 35 anni. Si potrebbe immaginare una serie di offerte dedicate a quel target specifico di clientela come musica di sottofondo, grandi pareti di videowall, offerta food & beverage tematica. L’ambiente va costruito specificatamente, come l’interazione con i social media e le
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entre permane la chiusura dei casinò in Italia, in Europa la situazione sta lentamente migliorando: in Croazia sono aperti dal 15 febbraio con orario ridotto, dalla metà del mese di marzo hanno riaperto due casinò in Austria, lo scorso 19 di aprile hanno riaperto tutti i casinò in Svizzera, in Liechtenstein hanno riaperto dal 26 di aprile. Il nostro auspicio è che presto si possa assistere alla ripresa delle attività anche nella nostra nazione mettendo fine ad un lungo digiuno che ha certamente generato gravi ripercussioni economiche sullo stato di salute dell’intero comparto. Con il preciso intento di mantenere un approccio ottimistico, torniamo a trattare un argomento che ci è particolarmente caro: l’innovazione. La pandemia ha messo in evidenza molti limiti e per molte attività produttive, limiti di carattere strutturale e per la maggior parte collegati all’offerta di prodotto. Il Covid-19 ci ha cambiato la vita e dovremo purtroppo conviverci. Ne consegue, a nostro parere, che in questo periodo di profonda incertezza diventa necessaria una valutazione sul dimensionamento adeguato delle offerte di gioco e di intrattenimento. Rinnovare e ampliare l’offerta di prodotto è quanto mai urgente oltre che assolutamente necessario. La formula a nostro parere è una sola, il
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Casinò e innovazione un matrimonio non più rinviabile
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20 GOLDEN COINS Il fascino delle monetine funziona anche online | Nome_ 20 Golden Coins | Data di rilascio_ marzo 2021 | Disponibile su_ Omnichannel
| Produttore_ Egt Interactive | Payout_ 95,5%
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›› grafica
C’è qualcosa nell’oro di quelle monete che brillano sullo schermo che attira immediatamente l’attenzione, quando si fanno girare i rulli di questa nuova slot, che è in grado di dare fin dal primo momento la sensazione di ricchezza, di grandi vittorie e di grandi ricompense in arrivo. Il nuovo gioco di Egt Interactive è pieno di immagini dorate e ricco di colori audaci e vibranti, che richiama il mito di Las Vegas. Il tutto su un gameplay in stile casual che risulta coinvolgente e accattivante. In generale la qualità grafica è altissima e la scelta dei simboli risulta particolarmente accurata oltre ad essere esaltata dall’ottima resa video, su qualunque dispositivo, grazie all’impiego della tecnologia Html5 che consente agli utenti di utilizzarlo su tutti i desktop, tablet e ogni dispositivo mobile, adattandosi alle dimensioni dello schermo per fornire in ogni caso la migliore qualità di gioco. Non siamo quindi di fronte alla “solita” slot tutti-frutti, ma a un gioco abbagliante, energico, colorato e moderno.
›› sound
20 Golden Coins è una slot vibrante che attira immediatamente l’attenzione, e la fa salire ulteriormente anche grazie alle sue sonorità. Proponendo musiche molto gradevoli ed effetti sonori piacevoli, in tutte le fasi del gioco. Soprattutto nei momenti di vincita, quando la slot “canta” nel migliore dei modi. Come per il video, anche nell’audio si registra un’altissima qualità e risoluzione, che consentono di esaltare al meglio l’esperienza di gioco. Particolarmente piacevoli, in particolare, le musiche che accompagnano i bonus game. Ma anche nella semplice “rullata” gli effetti sonori sanno essere piuttosto coinvolgenti.
›› bonus
›› giocabilità
Quella che abbiamo di fronte è una video slot a 5 rulli, 3 file e 20 linee di pagamento che permette una frammentazione del “bet” da un minimo di 20 centesimo per giro fino a un massimo di 40 euro. È dotata di una funzione di gioco automatico che consente anche di scegliere ogni volta tra il gioco manuale e automatico. Dal punto di vista della giocabilità, si tratta di una slot a bassa volatilità con una percentuale di ritorno al giocatore del 95,5 percento. Il motore collaudato, l’Rtp attraente, l’alta qualità di esecuzione e il gameplay fluido sono solo alcuni degli elementi che rendono questa slot particolarmente gradevole. Di certo, si tratta di una video slot per giocatori moderni, in grado, però, di mantenere un gusto classico. Attenzione al simbolo Star Scatter, il successo arriva se atterra sui rulli, mentre il simbolo del numero 7 è il classico “Wild” per le vincite. Tra le altre funzionalità di spicco, quella delle monete bonus, il Reel Nudge (quando il 5° rullo gira misteriosamente, vengono rivelati nuovi simboli e possibilmente nuove vincite.
La slot è ricca di funzioni bonus tra le quali spuntano le “spinte misteriose” e le carte bonus che valgono il jackpot. Durante il gioco, si possono attivare vincite massime pari a 1.000 volte la puntata in un singolo giro. C’è anche la possibilità di attivare vincite progressive maggiori durante il gioco bonus “Jackpot Cards”. Questa funzione viene attivata in modo casuale e offre l’opportunità di vincere uno dei quattro jackpot misteriosim, ognuno dei quali è collegato a un seme di carta con i fiori che assegnano il valore del jackpot più basso e le picche che assegnano il più alto. Quando viene attivato il bonus Jackpot Cards, compare una seconda schermata in cui vengono visualizzate 12 carte a faccia in giù e l’obiettivo è selezionare 3 simboli di semi di carte corrispondenti. In caso di successo, verrà pagato l’importo del jackpot corrispondente. Grazie alla funzione Gambling, inoltre, si può tentare anche di moltiplicare le vincite. Il simbolo “Wild”, come detto, è il “Seven” e sostituisce tutti gli altri simboli sui rulli tranne “Star”, “Coin” e “Piggy Bank”. La funzione “mystery nudge” può essere attivata casualmente in qualsiasi momento e riguarda soltanto il quinto rullo, ma solo quando sono disponibili uno o più simboli Coin. Quando l’ultimo rullo si sposta, si sposterà verso il basso per rivelare nuovi simboli. La spinta sui rulli può rivelare un salvadanaio per raccogliere le monete attualmente presenti.
il nostro giudizio.
Con la nuova 20 Golden Coins, il produttore Egt Interactive propone un gioco ricco di funzionalità, innovativo e moderno che segna l’inizio di una nuova e avanzata era del gaming online. Si tratta di un gioco frizzante, molto coinvolgente e in grado di attirare fin dal primo momento l’attenzione del giocatore. Nonostante l’attività più che prolifica di questo produttore di giochi, leader a livello internazionale, ci viene dimostrato ancora una volta che è possibile innovare ancora in questo settore, ed Egt continua a farlo in maniera pregevole, e questa slot ne è una prova.
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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INTERVISTE
Il dovere di essere felici Simone Cristicchi e le sue sette parole chiave per ricercare una condizione umana che è l'obiettivo e l'imperativo di ciascuno di Anna Maria Rengo
Chi
vuole essere felice? Non è detto che tutti noi, lettori e scrittori, alzeremmo la mano. Ma sicuramente dovremmo farlo. Almeno, questa è la convinzione di Simone Cristicchi, che aun tema così importante, esistenziale e filosofico dedica il suo libro “HappyNext – Alla ricerca della felicità”, edito da La nave di Teseo. In tutto, 194 pagine che hanno come filo conduttore la felicità e la sua ricerca. Ma prima di iniziare a dipanarlo, una questione fondamentale, che poniamo allo stesso autore: la felicità, a tuo giudizio, è un diritto o un dovere? “Ognuno di noi ha il dovere di cercarla
Lui chi è?!? Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977, è cantautore, scrittore e attore. Ha pubblicato diversi album di successo e ha vinto il Festival di Sanremo nel 2007 con la canzone “Ti regalerò una rosa”. Nel 2006 porta in scena lo spettacolo tra teatro e canzone “Centro di igiene mentale”, dedicato ai pazienti psichiatrici. Nel 2010 debutta con lo spettacolo “Li Romani in Russia” a cui segue nel 2012 “Mio nonno è morto in guerra”, entrambi dedicati alla seconda guerra mondiale. Il 2013 è la volta di “Magazzino 18”, co-prodotto da Promo Music e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, incentrato sulla storia dell’esodo degli istriani, fiumani, dalmati e giuliani. Dal 2017 è il direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo. Nel 2019 ha realizzato lo spettacolo “Marocchinate”, di cui La nave di Teseo ha pubblicato il libro. Tra i suoi riconoscimenti, la Targa Tenco 2006 per la migliore opera prima, il premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo 2007 e il premio Amnesty Italia 2011. Nel 2019 ha presentato al Festival di Sanremo la canzone “Abbi cura di me”, aggiudicandosi i premi come migliore interpretazione e migliore composizione musicale.
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e costruirla. La felicità è il fondamento della società e della comunità in cui viviamo. Se non partiamo da una ricerca personale, intima e interiore, è difficile immaginare l’utopia del mondo felice”. Nel tuo libro dici che esistono al mondo sette miliardi di felicità. La tua in cosa risiede? E l’hai trovata? “Io l’ho trovata nella realizzazione di me stesso. Lo psicologo e psicoanalista Eric Fromm diceva che lo scopo principale di ogni essere umane è di dare alla luce se stesso. Ecco: la mia felicità personale coincide con quello che faccio. Dunque, scrivere canzoni e libri, realizzare spettacoli teatrali. Certamente questa è una parte della mia felicità. Quella vera è uno stato di gioia permanente, quella che san Francesco definiva ‘la perfetta letizia’, quindi mantenere la gioia attorno a sé qualsiasi contingenza esterna possa accadere. Da questo tipo di felicità sono ancora molto lonano”. Se esistono sette miliardi di felicità, è così anche per l’infelicità? “La mia, di sicuro, è molto diversa dalla tua, e comunque quella di ciascuno dipende dall’approccio filosofico che si ha verso la vita”. Restando in tema, il Covid-19 ha precluso la possibilità di essere felici? Ci ha insegnato o avrebbe dovuto insegnare qualcosa? “Io sono molto ottimista e credo che un buon 50 percento della popolazione abbia sfruttato questo momento di spaesamento generale per rivedere la propria vita, per capire dove si è sbagliato, per scandagliare la propria interiorità. L’altro 50 percento, per quanto assurdo possa sembrare, non vedeva invece l’ora di tornare al proprio inferno personale. In alcuni dunque, ha incattivito gli animi, e la quarantena è stata presa come una vera e propria cattività”.
Il percorso verso la felicità che tu racconti nel tuo libro è contrassegnato da sette parole chiave: attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento, noi. Cosa ci puoi dire al riguardo? “Ho scelto queste sette parole come se fossero cartelli stradali che ti fanno tornare a casa. Ho costruito una sorta di vademecum molto personale che può servire quando si perde la bussola. Una qualsiasi di queste sette parole mi può aiutare e spero che possa essere d’aiuto anche agli altri, a non perdere di vista il famoso scopo dell’essere vivi su questa terra: cercare la felicità”. Da dove è nata l’idea di NextHappy e il suo intero progetto, che comprende anche uno spettacolo teatrale dal titolo omonimo e un film documentario di Andrea Cocchi? “L’idea è nata da un’esperienza che descrivo nel primo capitolo del libro: intima e potente, è un’immersione nell’oceano della beatitudine, come ho cercato di definirla. Poi ho deciso di andare in cerca di questa parola, di cercarne il senso in persone che hanno fatto un percorso di profondità nella propria vita. In generale mi piacerebbe costruite un nuovo vocabolario che possa servire a conoscere meglio certe parole di cui ci sfugge il significato reale. La prima parola è, appunto, felicità, ma potrebbero seguire amore, bellezza, fede, speranza, nell’ambito di un progetto molto più ampio”. Nel tuo libro ci sono numerosi riferimenti al gioco. Che ruolo ha questo aspetto nella tua vita professionale e personale? “Ho due bambini piccoli e dunque continuo a giocare e a divertirmi, a inventare cose che non siano già preconfezionate e questo stimola la creatività. Poi sono tempestato da cartoni animati e videogiochi e questo tipo di divertimento invece atrofizza la mia parte creativa”.
INTERVISTE
C’è sempre bisogno di un Eden Il papà dell’ispettore Stucky, Fulvio Ervas, racconta la lunga genesi e il messaggio della sua ultima fatica letteraria, “Piccolo libro di entomologia fantastica”
di Daniele Duso
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nche nel “Piccolo libro di entomologia fantastica” Fulvio Ervas ci fa incontrare i temi a lui cari della natura, vista con un occhio scientifico che però non perde la capacità e la voglia di stupirsi, e il sentimento, inteso quasi come forma di dialogo, sia interiore che con il mondo esterno. Il padre dello scanzonato ispettore “Stucky” (otto romanzi e un’apparizione al cinema con “Finché c’è prosecco c’è speranza”), ama spesso deliziare i suoi lettori con storie che stimolano riflessioni profonde, come “Se ti abbraccio non aver paura”. Come nasce invece questo ultimo libro, da quale esigenza scaturisce? “È un libro che nasce 17 anni fa, dopo una visita a un farfallario a Montegrotto Terme (Pd) e una villa tra i colli euganei. I due mondi mi sembravano incredibilmente fantastici e ho provato a unire due contenitori di bellezza e di tempo. Forse cercavo una favola un po’ originale, un’attraversata delle esperienze del vivere mescolando piccoli insetti, piccoli uomini e grandi giardini. Il bisogno di un Eden, in fin dei conti, dove si coltiva, ci si ascolta, si fanno dei bilanci e dove c’è spazio per diventare farfalle”. È una storia che, in qualche modo, si collega a qualcuna delle sue precedenti? “Penso in particolare a ‘Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo’, se non altro per i protagonisti, che anche in questo caso sono dei bambini. Ne Il convegno dei ragazzi il tema è esplicitamente ambientalista e parla a un pubblico di ragazzi, solleva il bisogno, che si sente in tante piazze che si battono per la tutela ambientale, di avere cura per la Terra, perché non c’è davvero un pianeta B. I ragazzi si autoconvocano in un convegno mondiale, dove non c’è posto per gli adulti, quelli che stanno mettendo in crisi l’ambiente. È il sogno di una generazione che si prende il diritto al futuro, con gioia, coraggio e molto sentimento. I ragazzi del Piccolo libro non sono coscientemente degli ambientalisti, sono degli aspiranti collezionisti, dei ragazzi curiosi, anche originali e finiranno per intrapren-
dere un viaggio in cui la cosa più bella da collezionare è l’esperienza e la relazione”. Nel libro si racconta dell’incontro di due poli opposti: da una parte i ragazzi, perennemente in cerca di novità, dall’altra gli anziani, chiusi in una villa e intenti a una ordinata e paziente cura dell’orto. Ma possiamo leggerla anche come un incontro che è anche “scontro”, per quanto a lieto fine, tra due realtà molto diverse, qui presentato quasi come le due facce della stessa medaglia? “Sì, anzi nella versione di 17 anni fa, i due mondi si confrontavano piuttosto duramente. Ma la riscrittura attuale mi ha spinto a limare certe contrapposizioni, penso che il conflitto generazionale debba evolvere in una compenetrazione tra i diversi stadi della vita. Probabilmente è utopistico, ma il bisogno di una alleanza tra umani è sempre più urgente e necessaria, come ci mostra questa pandemia. Non ci si salva da soli”. C’è anche una diversa concezione del tempo negli spazi della narrazione… “I tempi dei due mondi, ragazzi e anziani, scorrono diversamente per una parte del libro. È un fatto di diversa velocità dell’agire, del sognare, del pretendere. Però poi si incontrano e lì, forse, la sfida narrativa era più forte e, spero, sia stata più emotivamente coinvolgente. I tempi si mescolano, sia pure temporaneamente, come due maree lasciando uno scambio di piccoli, affettuosi, detriti, come piccoli doni”. I ragazzi del libro non hanno adulti di riferimento, possiamo vederla come una critica al periodo attuale, alla difficoltà (o impossibilità) di comunicazione tra giovani e adulti? “Sono i figli di famiglie distratte, come accade spesso e lo dico senza accuse. Essere genitori è un lavoro complesso. I loro adulti sono presenze in transito, apparizioni, certo non prive di forza come la mamma di Red. Probabilmente hanno fame di persone adulte, ma non riescono a trovare il posto dove nutrirsi di questo bisogno affettivo. Paradossalmente convergono in un luogo dove gli adulti sono giunti a una fase delicata della vita e, tuttavia, è in quel luogo bello e fragile che possono entrare in contatto due mondi temporali diversi.
Invece i ragazzi hanno una guida forse atipica, una bambina, una pippicalzelunghe che con intelligenza e carisma riesce a crearsi un gruppo attorno e a convincere tutti a seguirla. Il suo essere l’unica ragazza del gruppo pone ancora più in risalto il personaggio. È la forza delle ragazze, Daisy è miscela di carisma e di sogno, sospesa tra il fascino delle farfalle e la volontà di aiutare la madre, la dolce balena. È acuta, competente, sa tessere relazioni e sa confidarsi con gli adulti, quando ne trova di speciali come madame Lamarr. È, insomma, quel tipo di adolescente che comincia ad imparare a tessere i fili della sua vita, magari provocando qualche nodo ma con grande energia”. Quanto è presente, anche in questo libro, la figura di un autore che è anche insegnante, quindi in contatto quotidiano con decine di studenti, in una delle fasi più caotiche della loro vita? “Ma sì, un poco del lavoro dell’insegnante si vede spero. E in questo periodo complicato, gli adolescenti stanno sperimentando un’intensità relazionale diventata più sottile, anche la scuola ha assunto un aspetto strano: anche le emozioni sono al 50 percento, come le classi ingessate dallo schermo della didattica a distanza, una sorta di polarizzatore che potrebbe ridurre quel sano vagare che è il crescere attraverso la comunità scolastica, ecosistema molto vario e istruttivo quando è libero di esprimersi”. Quello dei giovanissimi protagonisti in fin dei conti è un gioco, ma un gioco serio, come tutti i giochi dei bambini, che divertendosi imparano a stare al mondo. È un altro modo per lanciare un messaggio di prendere la vita con più leggerezza? “Sì, sarebbe una medicina portentosa. Non facile da trovare in farmacia. Ma bisogna cercarla sempre. Soprattutto oggi”. Prima di chiudere, ha qualcosa da annunciare a tutti quelli che erano abituati a incontrare con regolarità l’ispettore Stucky? “Qualche idea c’é. Ci sto ancora lavorando. Stucky, con la sua ironia, mi manca…”.
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L’ORA DEL GIOCO
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Può un mondo post-pandemia dare nuova vita all’intrattenimento fuori casa? InterGame prova a rispondere a questa domanda L’ORA DEL GIOCO
LA NUOVA ALBA DELL’INTRATTENIMENTO
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re, complicando ulteriormente le cose. Oltreoceano gli Stati Uniti lottano per mantenere a galla le aziende durante i periodi di inattività, ma si stanno riprendendo in modo straordinario, secondo David Wallace, Turfway Entertainment Management. “Il Covid è stato decisamente un ostacolo per la maggior parte dei centri di intrattenimento negli Stati Uniti”, spiega. “Sebbene fosse molto difficile sopravvivere, la maggior parte di loro lo ha fatto. Con l’assistenza del governo e la rielaborazione dei pacchetti di prestito insieme agli accordi di locazione, la maggior parte delle proprietà sono state sistemate secondo necessità. Eravamo coinvolti tutti insieme e la maggior parte dei gruppi lo ha capito. Facendo un gioco di squadra”. La buona notizia, tuttavia, è che al momento della ripartenza poi le cose sembrano subito tornare a funzionare. “Quando abbiamo iniziato a riaprire gli affari sono andati eccezionalmente bene. Molte proprietà sono andate ben oltre i numeri pre-Covid del 2019 e continuano a registrare un ritmo elevato rispetto allo scorso anno. Ciò è dovuto a molti fattori, inclusi i pagamenti degli stimoli governativi, le ‘pause’ per le vacanze di primavera e il periodo dell’anno che è uno dei più impegnativi, tipicamente di tendenza. L’impegno sociale è necessario e l’intrattenimento è un ottimo percorso per ritrovare amici e famiglie. Anche le proprietà con solo il 50 percento di capacità stanno registrando vendite incredibili, attualmente”, spiega l’esperto. “Stiamo assistendo a prospettive molto forti a breve termine. Tuttavia, a un certo punto, una volta tornati alla normalità, le ENGLISHPAGES
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intrattenimento fuori casa è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia, con lockdown che impediscono l’apertura alla maggior parte delle location di gioco. Anche con le restrizioni allentate, i rischi di contagio e le rigide misure di sicurezza scoraggiano le persone dal lasciare le proprie case, con metodi di intrattenimento affidabili e sicuri come lo streaming e i giochi per console. A partire dal 12 aprile il Regno Unito ha allentato le restrizioni, consentendo piccoli incontri all’aperto in luoghi come pub e caffetterie. L’intrattenimento, nel senso di cinema, bowling e simili, è ancora lontano, con maggio e giugno come obiettivi fissati per la fine delle restrizioni hanno portato a disordini per il tempo libero basato sulla sede. In particolare i lavoratori delle sale giochi a Valencia, in Spagna, hanno recentemente manifestato davanti al municipio nella capitale provinciale per protestare contro il fatto che le loro sale giochi sono ancora chiuse. Lo staff delle sale giochi, oltre 300 di loro, membri di Utsaju, il sindacato dei lavoratori delle sale da gioco, si sono riuniti per la loro protesta davanti al Palau de la Generalitat per protestare contro il fatto che, al momento in cui scriviamo, sono senza lavoro da oltre 80 giorni. Molto peggio in Italia dove, oltre alla pandemia, si continua anche a lottare con la frustrante legislazione relativa alle sale giochi. Con l’aggiunta della recente ricostruzione normativa italiana sulle macchine da divertimento che è stata definita “disastrosa” dal settoPROMOSPACE
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NUOVE TENDENZE
TORNEANDO
A cura di Mark Griffith
vendite manterranno ancora una volta un trend stagionale. Ci aspettiamo un rimbalzo di sei mesi, dopo il Covid, prima di tornare allla ‘normalità’. In questo periodo di luna di miele ci sono molti nuovi clienti potensialmente di lungo termine. Trattarli nel modo giusto aiuterà la crescita continua in futuro”. Guardando ai prodotti, quello che trarrà il massimo beneficio dalla pandemia è il mini-golf, secondo Wallace, il quale si aspetta che il gioco diventi popolare poiché i prossimi mesi porteranno restrizioni allentate. “Il minigolf all’aperto sta vivendo un enorme aumento a causa della pandemia. Vediamo che questo modello continuerà nei prossimi anni. Inoltre ci sono alcune nuove interpretazioni moderne del minigolf come Popstroke di Tiger Wood, Lucky Putt di Creative Works, insieme a Puttshack e Swingers London, che quest’anno stanno penetrando negli Stati Uniti con diverse sedi. Questi sono progettati per indirizzare i millennial e l’impegno sociale con un servizio, un design e cibo/ bevande eccezionali. “La realtà virtuale continua a crescere e ogni anno diventerà un’attrazione principale in una forma nuova. Anche il gioco social al chiuso e all’aperto sta registrando una crescita enorme. Molti gruppi realizzano una significativa flessione durante i mesi primaverili ed estivi a causa della competizione all’aperto, l’aggiunta di uno spazio “cortile” all’aperto con attrazioni sociali come cornhole, bocce, ping-pong e biliardo insieme a opportunità di cibo e bevande aiuterà a resistere alla recessione” Wallace è certo che l’industria potrà tornare ai livelli pre-pandemici. “Nella maggior parte dei casi, lo ha già fatto”, ha detto, “e gli affari stanno crescendo in stati aperti con restrizioni limitate. Questo fa ben sperare per gli altri gruppi che desiderano riaprire presto o aumentare la loro capacità limitata”.
DALMONDO A cura di Francesca Mancosu
Il gioco del West Arizona, i Phoenix Suns puntano sulle scommesse con FanDuel
Texas nuova frontiera del gioco, Repubblicani permettendo
Concorrenza sleale, l’Illinois “salva” un operatore di videogiochi
Subito dopo la firma del disegno di legge sulla legalizzazione del gioco sportivo da parte del governatore dell’Arizona, alla fine di aprile i Phoenix Suns e l’operatore FanDuel hanno annunciato che la casa in centro del team di basket, la Phoenix Suns Arena, aprirà un lussuoso sportsbook in loco dall’inizio della stagione 2021-22. Avrà una superficie di circa 600 metri quadrati e sarà aperto tutti i giorni per consentire agli utenti di piazzare scommesse su eventi sportivi durante tutto l’anno, con tanto di chioschi self-service e una biglietteria. Chi lo vorrà, poi, potrà farlo anche sul proprio smartphone in occasione delle partite ospitate dall’arena. “Questo è un momento di svolta per la nostra società e per i nostri fan”, dichiara Jason Rowley, presidente e Ceo di Phoenix Suns. “FanDuel è il partner perfetto poiché le nostre missioni sono completamente allineate. In poche parole, FanDuel si impegna a rendere lo sport più eccitante mentre i Suns si concentrano sulla fornitura di sport e intrattenimento entusiasmanti e sul coinvolgimento dei fan al più alto livello possibile”. Il disegno di legge consente di scommettere su sport professionali e universitari su siti di proprietà di squadre sportive professionistiche e casinò tribali, su fantasy sport e nuovi giochi di Keno su ippodromi e organizzazioni fraterne.
Da qualche tempo, sulle radio e le tv del Texas riecheggia una campagna pubblicitaria multimilionaria - finanziata dalla Sands Corporation con sede a Las Vegas – che esorta la legislatura del secondo Stato più grande degli Usa ad approvare la legalizzazione di casinò e scommesse sportive, attualmente vietati espressamente dalla Costituzione. Ma ora, due progetti di legge presentati nella legislatura corrente potrebbero modificare questo stato di cose, se venissero approvati dalla maggioranza dei due terzi sia alla Camera dello Stato che al Senato. Peccato che al potere ci siano i repubblicani, schierati quasi all’unanimità contro la legalizzazione del gioco nei casinò del Paese. Un recente sondaggio invece ha rilevato che il 57 percento dei texani sostiene il gioco nei casinò con solo il 29 percento contrario. Al restante 14 percento invece il tema non interessa affatto. Il gioco sportivo incassa l’approvazione del 43 percento degli intervistati, mentre il 26 percento di loro si oppone. Il Texas è uno dei cinque Stati che ancora non consentono il gioco nei casinò. Gli altri sono: Utah, Tennessee, Hawaii e Alaska. La Sands Corporation ha presentato piani per costruire grandi casinò resort a Houston, Dallas-Fort Worth, San Antonio e Austin con hotel, ristoranti, negozi al dettaglio e strutture ricreative.
Un operatore di videogiochi ha accettato di pagare 75mila all’Illinois Gaming Board come parte di un accordo che bloccherà la revoca della sua licenza, chiesta per aver offerto un “incentivo illegale” di 5 milioni di dollari al proprietario di una catena di sale da gioco. La Gold Rush Gaming di Rick Heidner ha accettato nell’accordo approvato all’unanimità di pagare 45mila dollari per rimborsare il consiglio di amministrazione per “costi amministrativi e investigativi”, insieme con una multa di 30mila dollari per “condotta non professionale”. Il caso disciplinare ruotava attorno ai messaggi di testo che Heidner, fondatore e segretario di Gold Rush, ha inviato a Gary Leff, la cui società era proprietaria della catena di bar da gioco Stella e Shelby, poi acquistata da Dan Fischer, il quale ha detto a Heidner che “stava sostituendo le macchine da gioco Gold Rush con dispositivi del suo fornitore preferito”. Heidner ha affrontato la perdita di macchine in 44 località, da cui provenivano quasi un quarto delle entrate del gioco della sua azienda, secondo i record di Heidner e Gaming Board. Secondo l’accordo raggiunto nessuna delle parti ha ammesso “illeciti, responsabilità o errori”. Gold Rush continuerà la sua attività come operatore di terminali di gioco in regola.
www.gioconews.it
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Mississippi Coast Coliseum & Convention Center Stati Uniti www.sgsummit.com 5
WEBINAR/ LET THE SEASON BEGIN! (FINALLY…) WHAT’S NEW IN THE EMEA REGION
L The international appointments that you can’t lose
China Import & Export Fair Complex Guangzhou – Cina www.aaaexpos.com 12
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Gli appuntamenti internazionali ai quali non puoi mancare
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ANALYTICS & AI IN GAMING (AAIG) 2021 PAROLADI COLLOVATI
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Dubai, Emirati Arabi www.eventus-international.com/ai-in-gaming 18
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.). GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
WEBINAR/ HOW SUSTAINABLE BUSINESS PRACTICES GIVE YOUR ATTRACTION THE COMPETITIVE EDGE IN THE FUTURE
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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LA VARIABILE DEL LEGISLATORE Ecco un film che vale la pena di essere visto dagli operatori del gaming retail: The Founder. Soffermandosi su una frase: il Mc Donald’s sarà la nuova Chiesa americana. Mentre in Italia si cerca ancora il messia. A cura di Michele Bragantini
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osa fa di un uomo “normale” un vero imprenditore? La visione. La capacità di capire cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere, tra il presente e il futuro, interpretando il tutto alla luce di quanto è già accaduto. Un concetto, questo, che emerge chiaramente da un recente film in cui si racconta la storia delle origini di un brand leader del retail mondiale, qual è Mc Donald’s: The Founder. Come si capisce chiaramente dalla pellicola, la visione ha bisogno dell’esperienza, che ha valore solo se abbiamo capacità di analisi. A sua volta, la capacità di analisi l’abbiamo solo se conosciamo e se sperimentiamo, imparando. Oggi più che mai: adesso che tutto è globale e velocissimo. Il questo momento storico, invece, chi ci governa non ha alcuna visione: redige leggi e norme che, oltre a non permettere un presente, pregiudicano in maniera definitiva il futuro. Manca, nelle figure politiche di medio livello, la capacità di valutare in maniera completa le decisioni, manca “il quadro” e non ne vengono considerate, se non con molta superficialità, le conseguenze
LUI CHI È?!? Michele Bragantini si forma in marketing e business administration. Entra nel mondo del gioco e dell’intrattenimento dal 1996, con incarichi di direttore generale e Ad di importanti aziende del settore, sia nel comparto delle macchine Comma 6 che Comma 7. È tra i primi che credono in un nuovo mercato per l’amusement, quello dei centri commerciali, e a parlare di strategie retail nell’intrattenimento, così come di “entertainment” nello shopping. Dal 2008 al 2015 è Ad di Fec Spa, la prima catena in Italia gestita direttamente di Family Entertainment Center, con insegna Playcity. Collabora negli anni successivi con un concessionario del gioco, come amministratore delegato di una società del Gruppo, per la riorganizzazione ed il riposizionamento di una catena di Sale Bingo. Attualmente è uno degli amministratori di Robox, holding del Gruppo Marai e presidente di Optima Gaming Service. È inoltre attivamente coinvolto nell’industria dei centri commerciali, membro del Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), coordinatore della commissione Food & Leisure. Svolge attività di advisor per catene retail ed è vicepresidente di due consorzi.
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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
(immediate e future). Concetti che sono invece ben chiari a un imprenditore, un gestore, un manager: quando si prende una decisione, questa decisione produrrà una serie di reazioni nel brevissimo, medio e lungo periodo, coinvolgerà una serie di funzioni dell’impresa, necessiterà della collaborazione di persone in diverse mansioni, ci saranno rischi e benefici, si dovrà essere in grado di gestire i cosiddetti effetti collaterali, potenzialmente non sempre positivi. Quando in un’impresa si mette in atto un qualsiasi processo strategico, quindi decisionale, lo schema da seguire è semplice ma, secondo me, sempre efficace: cosa vogliamo fare (obiettivo della nostra azione), come farlo, chi lo fa, in quanto tempo, quanto costa, eventuali criticità. Se nella nostra mente seguiamo questo semplice percorso, non dico che non sbaglieremo, ma ridurremo sensibilmente le probabilità di errore e soprattutto potremo intervenire per step per operare eventuali aggiustamenti della strategia. La capacità di fare impresa, di pianificare investimenti e valutarne i ritorni, di creare strategie che esprimano vantaggi competitivi, si basa quindi sulla capacità di imprenditori e manager di organizzare e gestire l’azienda, soprattutto per chi come noi fa retail, secondo parametri di efficienza e di efficacia, dotando l’impresa di strumenti per interpretare il mercato, capirne le dinamiche, prevenirne i cambiamenti e le evoluzioni ed agire rapidamente e positivamente in termini di prodotto ed offerta. Consideriamo però che abbiamo un terzo player, oltre ad operatori e mercato, e cioè lo Stato, chi fa in sostanza le leggi che normano tale mercato o, in altre parole, le regole del gioco. Qui, cari colleghi, casca l’asino: e se il terzo player è inaffidabile? Se proprio lo Stato non rispetta gli impegni assunti, sottoscritti per contratto, e cambia le regole unilateralmente,
arrogante, incoerente e (peggio) inadempiente verso quel contratto? Torniamo quindi alle considerazioni di inizio sulla pochezza che la politica oggi esprime a tutti i livelli, dalle amministrazioni locali a quella centrale, verso chi fa impresa in maniera seria e legale. Lo abbiamo già detto, l’ideologia diviene per alcuni (improvvisati?) amministratori pubblici, la discriminante decisionale; non abbiamo più “pro o contro”, ma giusto o sbagliato”, “mi conviene o non mi conviene”. Si cavalca unicamente il tema che produce voti: chiudiamo il gioco legale, pericolo per la sanità pubblica, senza considerare i danni collaterali e cioè perdita di posti di lavoro, mancato gettito erariale, dilagare dell’illegalità. L’esperienza e la competenza per la politica sono diventanti dei limiti piuttosto che valori e le rare eccezioni, che pur ci sono, spesso soccombono. Così la politica, che dovrebbe stimolare crescita e sviluppo del Paese, prende decisioni che non hanno attinenza con la realtà di mercato e che non tengono conto delle conseguenze economiche e sociali, di fatto impedendo tale sviluppo. Forse qualcosa sta cambiando nei vertici, ma non ancora per quanto riguarda i nostri interlocutori più diretti. Cosa fare di fronte a uno scenario di questo tipo? Essere sempre più bravi nella gestione della nostra impresa, amministrativa e commerciale, salvaguardare la coscienza di settore che abbiamo dimostrato in occasione delle manifestazioni di piazza, sostenere le Associazioni di categoria costringendole ad essere incisive. Ma soprattutto, ricordiamoci di come siamo considerati quando andremo ad esprimere il nostro più importante diritto democratico: ovvero, il voto. L’unica “arma” in possesso dei cittadini e, quindi, degli imprenditori e l’unica possibilità che si ha di poter incidere concretamente sulla costituzione della classe dirigente.
SIMONE TRIMARCHI
ALBAR DEGLIESPORTS
ALBAR DEGLIESPORTS LOSFIZIO DELGIOCO
LOSFIZIO DELGIOCO
Il Marty McFly degli eSports italiani
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hiunque abbia seguito qualche competizione eSports in Italia avrà quasi certamente sentito nominare Simone “Akira” Trimarchi. Egli ha vissuto in prima persona buona parte della storia degli eSportsin Italia, fin dal 1997 quando, diciottenne, fonda quello che è uno dei primi team eSportsitaliani, il team “Sol”. Nel 2001 vince il primo campionato italiano di Starcraft, diventando il primo campione italiano di questa disciplina, e andando in Corea del Sud a disputare le olimpiadi dei videogiochi. Quattro anni più tardi, è il 2005, Akira che nel frattempo aveva cominciato anche a castare (a commentare competizioni eSportive) si avvicina a uno dei principali tournament organizer mondiali, Esl (le cui operazioni in Italia sono gestite da Pro Gaming) diventandone, nel 2017 la voce ufficiale. Fino a fine 2020 quando, non senza titubanze, compie una piccola rivoluzione che nel giro di qualche mese lo riporta all’inizio. E da qui è iniziata la nostra chiacchierata con lui, con il Marty McFly degli eSports italiani, che ci racconta di come, dall’inizio di quest’anno, abbia avuto la possibilità, quasi un quarto di secolo dopo la prima esperienza, di tornare alle origini, di tornare a far parte di un team eSport. A sentire il racconto di Simone Trimarchi, conosciuto dalle community dei player semplicemente come “Akira”, vien difficile non fare un parallelo con la saga cult di Ritorno al futuro, e con quel Marty McFly che grazie all’invenzione di Doc, riesce a viaggiare nel tempo. “Dall’inizio di quest’anno – racconta Akira - ho lasciato Esl
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Questo articolo è realizzato in collaborazione a eSportsMag.it, il primo magazine online in Italia interamente dedicato al fenomeno degli eSports
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
A cura di Daniele Duso
Pro Gaming per diventare eSportsmanager di una digital company che si chiama Cookies Digital. Cookies si occupa di telecomunicazioni e lavora principalmente con l’estero. Io, anche se non come prima, continuo a occuparmi di eSports”. Ed è così che, ora, hai avuto l’opportunità di entrare, o per meglio dire rientrate, in un team eSport? “Sì, soprattutto grazie al mio lavoro sui social. Mi hanno proposto di diventare ambassador di Plb. Così, a 42 anni, e a 24 anni di distanza dalla mia prima esperienza, torno a far parte di un’organizzazione eSports”. Ma cosa è Plb? “Non è un vero e proprio team di pro-player, è più una community aperta a tutti. Così la intendono Christian Vieri e Bernardo Corradi, che l’hanno creata con l’idea di dare vita a un ambiente in cui far crescere i prospetti più talentuosi. Con allenamento, metodo e benessere psicofisico. Plb infatti deriva dalle iniziali di tre parole: power, leadership e balance”. Per Plb di cosa ti occupi di preciso? “Oltre a fare l’ambassador, e quindi diffondere la cultura degli eSports, ad esempio con i miei video settimanali della serie ‘Colazione con Akira’, ricopro anche il ruolo di mentor. Plb si occupa di tutte le figure che fanno parte del panorama eSports, tra queste ci sono anche i caster, e proprio dei giovani, futuri, caster, dovrò occuparmi”. Interessante, quindi di fatto insegnerai una professione a dei futuri professionisti. “Darò dei suggerimenti, delle indicazioni, non terrò corsi. Anche perché ritengo che sia ancora un po’ presto per una scuola di caster in Italia. Si sono create alcune opportunità, cose che prima non c’erano, ma il settore rimane ancora piccolo per avere una necessità di formazione. Quello che posso fare io è dare ai ragazzi una mano
nel crescere a livello professionale”. Ragazzi che poi si inseriranno nel mondo del lavoro e potranno vivere facendo i caster, è possibile? “No, attenzione. Al momento io non conosco nessuno in Italia che vive facendo solo il caster. Penso che anche i più famosi, ad oggi, senza Twitch, senza essere anche creatori di contenuto, non avrebbero modo di arrivare a fine mese. Anche perché determinati posti di caster oggi nel nostro Paese vengono presi da chi ha competenza, ma soprattutto da parte di chi ha visibilità e può quindi ‘garantirla’ a competizioni e sponsor”. Quindi bisogna essere versatili e non focalizzarsi solo sull’idea di commentare gli eSports? “Direi che bisogna avere passione. Ci sono tanti che si improvvisano, ma è un settore dove la passione è il punto primo, anche se le aziende sembrano non aver bisogno di professionisti, ma di gente appassionata, che viene dalla community dei player e nella community rimane”. Quindi che consiglio ti sentiresti di rivolgere oggi ad un aspirante caster? “Innanzitutto direi che è meglio puntare su più titoli. Essere quindi competenti su più giochi, ma senza smettere di approfondire quelli più nazional-popolari, come Fifa ad esempio, poi Pes, League of Legends e Rainbow Six. Questi non devono essere dimenticati da un aspirante caster”. Possiamo dire che suggerisci quindi di essere pronti per una realtà che ancora non c’è, ma che sta crescendo? “La scena eSports italiana attualmente può comunque dare varie opportunità di lavoro, e non solo a ragazzi giovani, come dimostra il sottoscritto. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Gli eSports possono offrire opportunità da tanti punti di vista, ma credo che per il futuro sia auspicabile che si riescano a creare link il più virtuosi possibili con le scuole. Primo perché ho notato è che tanti ragazzi vogliono capirne di più, su eSports e sulle opportunità, e a volte non sanno da dove partire, ma soprattutto per un altro aspetto…” Sempre legato alla scuola? “Sì, deve passare il messaggio che studiare è importante. Anche io ad esempio sono stato scelto da Plb che ha riconosciuto quello che ho fatto nel corso degli anni, ma è giusto dirla tutta: gli spazi che mi sono conquistato credo sia stati anche merito della mia laurea in ingegneria. Quando vado a parlare con brand e aziende questo è un aspetto che emerge sempre”.
GIOCHI DABAR
A cura di Elena Consonni
Chiusura “da Covid” istruzioni per l’uso
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caso Billionaire la scorsa estate. In settembre lo stellato David Muñoz a Madrid chiude temporaneamente il suo DiverXo perché alcuni dipendenti sono risultati positivi. Questi sono solo nomi illustri, ma sono tanti i ristoranti e i locali che hanno scelto di chiudere (o in casi estremi sono stati costretti a farlo) per positività accertate all’interno dello staff o perché coinvolti in qualche focolaio. Come comportarsi in questi casi? Lo abbiamo chiesto a due professionisti che affrontano la questione da due punti di vista diversi: quello tecnico e quello della comunicazione. “Se si dovesse verificare un caso di positività accertato all’interno di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, che si tratti di un ristorante o di un bar con possibilità di servizio al tavolo – spiega Valerio Sarti, tecnologo alimentare e titolare di Viesse Consulting – la procedura da adottare è molto simile. Innanzitutto, tutte le attività di ristorazione, come previsto dalle Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative pubblicate l’11 giugno a seguito della Conferenza Stato-Regioni, devono essere munite di un protocollo specifico per la gestione e il contenimento di Covid-19 all’interno della propria attività”.
LA GESTIONE DEI SINTOMI/ Il primo aspetto è quello della rilevazione della temperatura, che va fatta non solo per i clienti ma anche al personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro. “Se la temperatura corporea dovesse risultare superiore a 37,5 gradi – sottolinea Sarti – non deve essere consentito l’accesso o la permanenza nei luoghi di lavoro. Se un dipendente segnala un sintomo (durante la rilevazione della temperatura o in qualunque momento della giornata lavorativa) il titolare del locale deve comunicarlo tempestivamente al proprio medico competente”. Nel caso in cui la positività del dipendente venga accertata, il protocollo redatto dal Sistema Nazionale Sanitario, prevede che una delle figure deputate alla salute negli ambienti di lavoro collabori con l’Ats di competenza per definire eventuali “contatti stretti” all’interno del luogo di lavoro avvenuti negli ultimi 14 giorni. “Sulla base delle circolari e ordinanze ministeriali – sottolinea Sarti – le Autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura della quarantena con sorveglianza attiva per quattordici giorni e il ristoratore deve quindi valutare caso per caso i contatti stretti all’interno del locale. Mentre sono in corso gli accertamenti da parte dell’Autorità sanitaria, il datore di lavoro può chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente il locale. Esiste però un margine di discrezionalità: caso per caso, competono ai singoli Dipartimenti di Igiene e prevenzione sanitaria (Dips) delle differenti Ats/Asl le valutazioni per disporre o meno l’isolamento domiciliare fiduciario dei contatti stretti. In entrambi i casi, oltre alle normali attività di igienizzazione e sanificazione dei locali prevista dal protocollo aziendale, nel caso di presenza di un lavoratore positivo, deve essere prevista una sanificazione straordinaria delle aree del ristorante”.
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Da oltre 30 anni Mixer con la sua distribuzione raggiunge ogni mese bar, ristoranti, pizzerie e hotel in tutta Italia. Mixer è un riferimento privilegiato dell’informazione professionale per i pubblici esercizi, affrontando tutte le tematiche “calde” che toccano gli operatori del fuori casa. Offre agli operatori del settore idee, spunti, opportunità con un approccio pragmatico. Mixer è disponibile anche online nella versione sfogliabile sul sito www.mixerplanet.com.
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SE IL CLIENTE È POSITIVO/ Diverso il caso in cui la positività riguardi un cliente. “In questo caso – conclude Sarti – il ristoratore deve collaborare con i Dipartimenti di Igiene segnalando che questa persona si è recata nel locale, per definire la presunta catena di contagio. Inoltre, deve rendere disponibili le prove del rispetto delle mi-
Cosa fare se, per un caso di positività tra i collaboratori o per un focolaio o per una distrazione nel rispetto delle misure preventive, il proprio locale viene chiuso? Due esperti spiegano le procedure tecniche e come gestire al meglio la comunicazione. sure preventive anticontagio previste dal protocollo Aziendale Covid-19. Mi preme sottolineare che la chiusura scatta solo a fronte di misure imposte da Ats, può però essere volontaria se, a causa della quarantena imposta ai colleghi della persona positiva, il ristorante si trova senza organico. Il problema è di business continuity”.
COMUNICARE BENE PER GESTIRE LA CRISI/ Ma cosa succede, se pur facendo bene il proprio lavoro di ristoratore e rispettando le norme, il locale viene chiuso o deve rimanerlo perché i dipendenti non possono andare al lavoro? Questa situazione non deve trasformarsi in un’onta, ma bisogna prepararsi alla riapertura. Ci spiega come Alessandra Disnan, esperta di comunicazione in ambito food e titolare di Make it Food. “Partiamo dal presupposto che facciamo bene il nostro lavoro, le norme le conosciamo e, soprattutto, le facciamo rispettare. Capita (perché noi siamo stati attenti, vero?) che il locale venga chiuso per sospetto focolaio o a seguito di un controllo in pieno servizio, magari nel momento in cui la nostra mascherina era leggermente abbassata, per aiutare il signore di una certa età a comprendere meglio il menu. Arriva la multa per violazione delle norme anti-Covid, o un caso di positività tra i dipendenti e il nostro locale, malauguratamente, chiude per un determinato periodo. Cosa fare in questo caso? Come riuscire a togliersi di dosso questa ‘macchia’ che inevitabilmente avrà ricadute economiche, d’immagine e reputazione? Prima cosa: comunicarlo. Non omettiamo il ‘danno’, non facciamo finta di nulla annunciando improvvisamente qualche giorno di ferie o simulando l’imminente sistemazione dell’impianto di riscaldamento. I social, i media, il semplice passaparola nel quartiere o in paese sono una potentissima cassa di risonanza. Affrontiamo la situazione a testa alta perché noi esercenti siamo dei professionisti e la violazione è stata causata semplicemente da una concatenazione sfortunata di eventi”.
CASINÒ FRANCESI
TORNEANDO
TORNEANDO
Nato in Puglia e cresciuto in Romagna: come si coniugano queste due “influenze” nei tuoi piatti? “Sicuramente sono due regioni di campagna, anche se c’è il mare. Mio nonno poi era un grande contadino. Quindi, per questo motivo, mi accorgo che anche se la mia cucina è molto legata a quello che ‘mi sento’ al momento, tendo sempre verso materie prime ‘povere’, stagionali, di facile reperibilità. Certi sapori si portano dentro, come il passatello in brodo, o una panzanella con pane bagnato, cipolla, sedano, cetriolo e pomodoro”.
PAROLADI COLLOVATI
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RIFLESSIONI DAORSO CASINÒ FRANCESI
PH. DANIELE MASCOLO
rentacinque anni appena compiuti, una carriera ben avviata come maître e docente di sala, e tanta determinazione, o come dice lui stesso,“la cazzimma”. Questo l’identikit di Francesco Aquila, vincitore dell’edizione 2020/2021 di Masterchef Italia e fresco autore di “My Way. Zio Bricco che ricette!”, libro con cui racconta, in oltre 100 piatti, la strada fatta insieme con la sua famiglia, dalla Puglia alla riviera romagnola. E che presto porterà in tour, per incontrare chi “gli vuole bene”. Cominciamo dal titolo. Chi è “Zio Bricco?” “È un mio intercalare, un sinonimo di ‘caspita’, e ci sta bene dappertutto. Una volta, ad alcuni anziani in un bar sentii dire ‘zio Brec’ e da lì è nato questo gioco di parole”. In cosa questo libro si differenza dagli “altri”? “Ho cercato di tracciare il mio percorso di vita, dal passato al futuro, i miei viaggi, le mie cadute e le mie scalate. Ciò che ho imparato. Sia come esperienze che come ricette: la lasagna, il pancotto, la ciambella classica romagnola, ma anche l’innovazione, i contrasti fra carne e pesce, come nella paella valenciana. Per arrivare alla cucina del domani, per tutti e di tutti, con ricette facilmente riproducibili e molto pensate. Un esempio?
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Il raviolo della domenica con due ‘camere’ fuse fra loro: una con un ripieno di pollo, l’altra con uno di pomodori gratinati. Con un brodo di patate arrosto. Senza dimenticare il lato salutare e il benessere”. Maître e docente di sala: quanto è contato svolgere questo mestiere per imparare a cucinare e capire quali sono i gusti della clientela? “Sono in aspettativa per un anno, dal luglio dell’anno scorso, ma sicuramente questo lavoro mi ha dato una grandissima mano a mantenere il self control anche in situazioni difficili. Poi, è stato importante anche vedere le facce dei clienti, ascoltare le loro critiche, che possono diventare costruttive e ti aiutano a fare delle scelte. Comunque, ho sempre cucinato in casa, con amici e parenti”.
CASINÒ FRANCESI
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RIFLESSIONI DAORSO
Francesco Aquila In cucina con Zio Bricco
GIOCARE GIO CONGUSTO
A cura di Francesca Mancosu
La ricetta dello chef BIANCOMANGIARE Ingredienti per 4 persone Per il budino: mandorle pelate 250 g, mandorle amare 2, zucchero semolato 210 g, acqua 1 l, vaniglia 1/2 bacca, amido di mais 90 g Per la meringa svizzera: albume 50 g, zucchero semolato 50 g, zucchero a velo 50 g
Per la meringa francese: albume 45 g, zucchero semolato 100 g, cremor tartaro 1 g Per la salsa alle fragole: fragole 200 g, spremuta di limone 20 ml, zucchero a velo 35 g
Preparazione Tostare appena le mandorle, quindi tritarle nel mixer. Mettere l’acqua intiepidita in una ciotola e unire il trito di mandorle. Lasciar riposare tutta la notte. Aggiungere lo zucchero all’albume e mescolare continuamente riscaldando a bagnomaria finché l’insieme non raggiunge i 70°C. Mettere il composto in planetaria e iniziare a montare a velocità media, fino a neve ferma. Mettere la meringa svizzera in un sac à poche. Montare gli albumi, aggiungendo lo zucchero poco alla volta. Prima che siano ben fermi, unire il cremor tartaro. Riempire un sac à poche e spremere la meringa creando uno strato sottile sulla leccarda. Infornare a 80°C per tre ore, o comunque finché sarà bella croccante. Frullare le fragole con la spremuta di limone e con lo zucchero, quindi passare al setaccio la salsa. Filtrare l’acqua, conservando il trito di mandorle in una garza pulita, e versarla in una pentola da portare sul fuoco intiepidendola appena. Con uno spago chiudere il fagottino con le mandorle e immergerlo nell’acqua strizzandolo più volte finché non sarà diventata bianca. Unire lo zucchero, la vaniglia e l’amido che andrà sciolto per bene. Mettere sul fuoco, girando con una frusta e aspettare che il latte di mandorla si rapprenda senza formare grumi. Versare nelle formine individuali bagnate precedentemente. Lasciar riposare per almeno quattro ore in frigo. Su un piatto creare una piccola catena di montagnole di meringa, flambarle con il cannello e adagiare sopra il budino. Accompagnare il tutto con fettine di fragole e il loro coulis, terminare con lastre irregolari di meringa francese.
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Nevada Council on Problem Gambling, sul tema di come “Fissare limiti - sia in tempo che in denaro - può aiutare a garantire che il gioco d’azzardo rimanga un’attività divertente”. Il gioco d’azzardo responsabile riguarda l’uso del gioco d’azzardo per divertimento e intrattenimento. Il gioco d’azzardo può diventare problematico quando i clienti lo usano come fonte di reddito o quando giocano con più soldi di quanti possano permettersi di perdere. Alla domanda su “quale sia la differenza tra gioco d’azzardo responsabile e gioco d’azzardo problematico?” la risposta è che “i programmi di gioco responsabili sono davvero sulla prevenzione. Sono destinati all’intera base di clienti degli operatori del gioco d’azzardo perché l’obiettivo è impedire lo sviluppo di comportamenti di gioco problematici in primo luogo”. Lo spazio disponibile per questo contributo non consente di entrare nello specifico di questo tipo di approccio al quale ci dedicheremo eventualmente in un momento successivo. Il discorso è ovviamente insidioso, e potrebbe facilmente venire manipolato da concessionari delle attività di gioco interessati a diffondere una informazione “riduttiva” sulla legittimità di promuovere il gioco d’azzardo per il solo fatto di essere autorizzato dai Monopoli di stato. Resta, in ogni caso, la validità, a mio parere, di fare informazione scientifica senza preclusioni a priori e stando ai dati di realtà che l’esperienza ci propone nell’evoluzione dei sistemi di cura e di prevenzione.
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È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.
sull’ esperienza degli Alcolisti Anonimi (Aa) per i quali non è realistico proporsi “vie di mezzo” nella relazione con la sostanza (o comportamento), nei confronti della quale un individuo ha ripetutamente dimostrato di non saper mantenere un auto-controllo. I gruppi autogestiti (e quindi senza il ricorso a professionisti esterni) di Aa, e successivamente anche di Ga (gamblers anonimous, appunto) si sono diffusi molto nel mondo rappresentando una risorsa importante nel sostenere un’astinenza dal ricadere nell’abuso dell’elemento “dipendentogeno” e che, nello stesso tempo, mettevano in guardia dalla illusione di poter fare ricorso saltuariamente allo stesso dal momento che “un bicchiere” avrebbe significato i cinquanta che al primo sarebbero inevitabilmente seguiti. In un recente viaggio negli Usa ho verificato come questa la “filosofia dei 12 passi”, come viene chiamato l’orientamento che definisce questa proceduta di disassuefazione, rappresenta l’assoluta maggioranza della grande produzione, anche scientifica, applicata alle dipendenze sino a quella amorosa all’insegna della prima pubblicazione sul tema “Love as an addiction”. Non mancano tuttavia segnali in senso diverso all’insegna, appunto, di un responsible gambling (come anche drinking) che si indirizzano più all’individuo che non alle istituzioni. Ne è stato oggetto un articolo pubblicato recentemente che riporta un’intervista fatta a Jennifer Shatley, esperta dell’International Gaming Institute di Unlv e presidente del
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uando si parla di “gioco responsabile”, sappiamo che questa definizione viene generalmente riferita a una strategia complessiva di carattere scientifico-politico che prevede un agreement di massima tra tre soggetti cointeressati: i rappresentanti dell’industria del gioco, quelli dei giocatori (in genere attraverso gli operatori specializzati che si occupano della patologia collegata) e i politici (a livello nazionale e locale) che dettano le leggi che regolamentano le diverse forme di gioco d’azzardo, connotato, come sappiamo, dal convergere di due elementi: il denaro e l’aleatorietà della attività ludica in questione. Con questo termine non si intende quindi, generalmente, un invito al gambler a giocare “responsabilmente” dal momento che è ben noto che il giocatore problematico (per non dire patologico) non è in grado, per definizione, di tenere sotto controllo la componente compulsiva della sua propensione al gioco. Similmente a come l’alcolista non sa porre dei limiti al bere. Questa associazione, tra alcol e tutte le altre dipendenze, risente molto della filosofia sviluppatasi soprattutto negli Usa e fondata
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diversi anni l’Agenzia avesse permesso la gestione di una rivendita speciale al di fuori dei luoghi ordinariamente adibiti ad ospitarla, in quanto secondo giurisprudenza consolidata occorre evidenziare l’eccezionalità della rivendita speciale e la sua sussidiarietà rispetto all’istituzione delle rivendite ordinarie o alla concessione del patentino, che nel caso di specie era stato concesso. Il Consiglio, infine, in relazione a tale censura chiariva che “l’amministrazione rimane libera, nell’esercizio della sua discrezionalità di apprezzare diversamente gli interessi in gioco e di ritenere non rinnovabile la concessione precedentemente concessa, e ciò tanto più in un caso quale quello in esame, nel quale si è verificata una considerevole sopravvenienza in fatto: lo spostamento della sede della stazione ferroviaria in un altro edificio distante centocinquanta metri dal precedente”. In conclusione, il Consiglio rigettava anche il secondo motivo di impugnazione rilevando che la “normativa che disciplina la materia dell’istituzione delle rivendite di generi di monopolio è finalizzata ad assicurare la razionale distribuzione della vendita sul territorio, al fine di garantire un ragionevole equilibrio tra la protezione degli interessi economici connessi alla liberalizzazione del mercato e la protezione della tutela della salute, che sarebbe messa in pericolo da un’offerta sproporzionata rispetto alla domanda.” Alla luce di tali osservazioni il Consiglio di Stato, ha confermato la legittimità delle statuizioni dell’amministrazione e respinto ogni pretesa risarcitoria, condannando l’appellante alla rifusione delle spese di lite.
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In particolare in merito a quest’ultimo deduceva che, a causa dei dinieghi opposti, aveva proseguito la propria attività mediante un patentino richiesto all’Agenzia, con il quale però aveva subito ingenti perdite rispetto al regime di rivendita speciale. Il ricorso, tuttavia, veniva dichiarato in parte improcedibile e in parte infondato e, pertanto, il gestore impugnava la sentenza di primo grado innanzi al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, chiamato a decidere, rilevava che “L’art. 53, comma 1, del d.P.R. 14 ottobre 1958 n. 1074, disciplinante l’“Istituzione delle rivendite speciali – Gestione”, prevede che “Le rivendite speciali sono istituite dall’Ispettorato compartimentale nelle stazioni ferroviarie, marittime, tranviarie, automobilistiche, delle aviolinee e di servizio automobilistico, nelle caserme e nelle case di pena, nonché ovunque siano riconosciute necessità di servizio alle quali non possa sopperirsi mediante rivendita ordinaria o patentino”. Nel caso di specie, poi, il gestore non operava all’interno dell’edificio della stazione, e in ogni caso aveva continuato ad operare mediante la concessione di un patentino, prontamente concesso dall’Agenzia resistente. Il Consiglio dunque sosteneva che “il presupposto invocato per stigmatizzare la pretesa illegittimità del provvedimento – la possibilità di concedere una rivendita speciale anche al di fuori dei luoghi elencati dalla norma, per necessità di servizio” risultava insussistente stante il continuo dell’attività tramite apposito patentino. Inoltre il Consiglio di Stato riteneva del tutto irrilevante la circostanza che per
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sentenza n. 02599/2021 del 29 marzo 2021, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da un gestore di una rivendita speciale e di ricevitoria del Lotto per la riforma della sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia con la quale veniva confermata la legittimità del diniego dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli al rinnovo delle concessioni. In particolare, nel caso di specie, il gestore rilevava di essere stato titolare per diversi anni della concessione di rivendita speciale e di ricevitoria del lotto esercitate in un locale ubicato nei pressi della stazione di Cividale del Friuli. In occasione dello spostamento della stazione in una nuova sede, tale gestore aveva domandato il rinnovo della concessione speciale che gli veniva tuttavia negata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A motivazione di tale diniego l’Adm rilevava l’assenza del presupposto per riconoscere la concessione di rivendita speciale o il suo rinnovo in quanto l’attività non sarebbe sorta nei locali all’interno della nuova sede della stazione. L’agenzia, inoltre, respingeva anche la richiesta di concessione di rivendita ordinaria presentata dall’interessato poiché non risultava soddisfatto il requisito del criterio di produttività minimo delle tre rivendite più vicine. Il gestore, dunque, impugnava i provvedimenti davanti Giovanni Adamo al Tar del Friuli Venezia Giulia riFondatore Studio Legale Adamo tenendoli illegitti(www.studiolegaleadamo.it) Avvocato in Bologna – Cultore mi e domandando della Materia di Diritto Civile il risarcimento del nell’Università di Bologna danno.
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INNOVARE LE COMMUNITIES PER ACCELERARE IL BUSINESS L’evoluzione delle B2B communities al centro delle strategie di marketing
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Payout_ 65% | Ciclo_ 30.000
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La grafica è sempre stata una delle caratteristiche vincenti dei giochi di Octavian e anche in questo caso la tradizione viene confermata. Oltre all’altissima qualità e alla perfetta risoluzione – merito anche di un hardware assai performante – il gioco si presenta con un’estetica accattivante e un mix di animazioni estremamente coinvolgenti, che rappresentano un tratto distintivo che si può ritrovare in tutti e cinque i giochi. Il più bello, almeno per noi, è Wily Fox, più vicino a un cartone animato che a una slot.
EFFETTI SONORI E AUDIO 18,5
/20
Se la grafica risulta moderna, accattivante e di alto livello, analoghe considerazioni si possono fare anche per la parte audio. In tutti i giochi le sonorità sono divertenti, coinvolgenti e in grado di dare una sensazione di leggerezza e spensieratezza, che è proprio quello che cerca un giocatore in una slot. In tutte le fasi di ogni gioco si ha sempre il suono giusto nel momento giusto: segno evidente dell’accuratezza con cui è stata sviluppata la slot e dell’esperienza del team che l’ha realizzata.
GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO 19
/20
Una slot molto divertente e varia che può contare su un
IL NOSTRO GIUDIZIO: Ancora una volta Octavian riesce a conquistare la scena realizzando un prodotto nuovo e innovativo ma anche attraverso lo sviluppo di una strategia che sta dando senz’altro i suoi frutti. Come quella della (perfetta) integrazione tra il canale fisico e online, che sta permettendo all’azienda di posizionarsi ai massimi livelli in entrambi i canali. E questo gioco è l’ennesima dimostrazione del momento magico vissuto dal gruppo, che continua a fare le mosse giuste.
TORNEANDO
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DESIGN E GRAFICA 19
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Una nuova slot multigioco della saga di successo realizzata da Octavian Gaming e dedicata alle città americane. In uno straordinario esercizio di multicanalità eseguito dal produttore veneto, in grado di mettere a disposizione i suoi titoli in tutti i tipi di piattaforme. Nel caso di questa slot, tre dei giochi presenti (Dynamite Jack, Secret Of Sphinx e Wily Fox) sono disponibili anche in versione online e distribuiti per Octavian da WorldMatch, mentre gli altri due (Phantom Of The Opera e Scary Family) lo saranno nel corso del 2021.
motore di pagamento molto dinamico e performante che sa accontentare il giocare quando serve, salvo poi tenerlo sulle spine tra una vincita e l’altra. Ma senza mai annoiarlo. I cinque titoli risultano tutti molto accurati e divertenti al punto da rendere difficile la scelta: in questo caso, infatti, a differenza di tanti multi-gioco in circolazione, è difficile che un giocatore possa concentrarsi su un singolo titolo ma è piuttosto orientato a giocarli tutti o comunque più di uno. In generale, abbiamo a che fare con una slot 5x3 con 5,10 o 15 linee di vincita e il “Bet” ampiamente frammentabile, in 25, 50, 100, 200 o 300 punti. A rendere ancora più interessante questo multigioco, come detto in premessa, è il fatto di poter ritrovare i giochi anche sul canale online, aumentando così l’affezione del cliente.
PRESTAZIONI 18,5
/20
Anche per questa slot, come per tutte le altre prodotte negli ultimi dodici mesi, non si possono certo valutare le prestazioni “sul campo”, per via delle restrizioni adottate dal governo che hanno importo il lockdown dei locali di gioco nella maggior parte degli ultimi dodici mesi, rendendo le slot irraggiungibili dai giocatori. In questo caso, tuttavia, possiamo comunque basarci sul riscontro avuto dal gioco nel periodo compreso tra luglio e ottobre dello scorso anno e, soprattutto, dall’appeal che stanno avendo i suoi tre titoli che esistono anche in versione online. E il voto, in questo caso, è sicuramente positivo.
BUDGET 18,5
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Abbiamo più volte ribadito, su questa rubrica, la convenienza intrinseca racchiusa nei prodotti di Octavian Gaming che scaturisce dall’ottimo rapporto tra qualità e prezzo, tenendo conto dell’alta affidabilità dei suoi hardware ma anche dell’indiscutibile qualità dei suoi contenuti di gioco, trattandosi di uno dei produttori leader indiscussi sul mercato italiano. E se, in generale, la qualità non solo paga ma va anche pagata, in questo caso viene data al giusto prezzo.
DESIGN E GRAFICA EFFET TI SONORI E AUDIO GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO PRESTAZIONI BUDGET
18,7 /20
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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A cura di Vincenzo Giacometti
Data omologazione_ luglio 2020
NOTE GENERALI
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Specifiche normative_ art. 110 Tulps, comma 6a
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Produttore_ Octavian Gaming Solutions
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Nome_ Slot Club New York
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U N V I A G G I O N E L L A G R A N D E M E L A D E L D I V E R T I M E N T O
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PAROLADI COLLOVATI
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GREENTUBE LA SODDISFAZIONE DEI DIPENDENTI AL PRIMO POSTO
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ctavian Lab Srl annuncia il lancio del sito di gioco e scommesse online http://www.signorbet.it che opera il concessionario Slot Plus Srl (parte del gruppo Distante) attraverso la piattaforma di conti di gioco di Octavian Lab. Octavian Lab Srl ha messo a disposizione di Signorbet un team di tecnici specializzati, realizzando un portale di gioco dall’esperienza unica, accattivante e moderna, integrando i migliori software e giochi di terze parti e lavorando attivamente con il team di Signorbet.it per lanciare delle esclusive novità. “Il nostro sforzo per una continua crescita all’interno del mercato italiano ci ha spinto a voler sempre di più stringere delle partnership con aziende fra le più innovative del settore come Octavian Lab”, afferma Elia Cosimo, direttore commerciale di Slot Plus Srl. Cristiano Azzolini, head of Casinò di Slot Plus, aggiunge: “Siamo certi che con questa partnership, di cui siamo particolarmente orgogliosi, avremo degli ottimi risultati”. Emanuele Nocentelli, Ceo di Octavian Lab, afferma: “Siamo convinti che il lavoro svolto da entrambe le parti permetterà a SignorBet.it di distinguersi sul mercato e raggiungere ambiziosi risultati, nell’immediato futuro”. “Il Gruppo Distante è uno dei più grandi gruppi in Italia nel nostro settore e noi siamo felici di poter condividere l’innovazione dei nostri prodotti con loro. Continuiamo a crescere e questa nuova collaborazione ci permetterà di arrivare ad un pubblico ancora più vasto”, conclude Andres Galan Chillon, sales manager di Octavian Lab.
avorare sì, ma possibilmente con piacere e in un bell’ambiente. Sicuramente è quello di Greentube, la divisione Novomatic Interactive, che ha ottenuto la certificazione Great Place to Work, a sottolineare l’impegno dell’azienda nell’offrire una forte cultura del posto di lavoro e garantire la soddisfazione dei dipendenti. La certificazione viene assegnata a seguito di sondaggi tra i dipendenti e di un audit sulla cultura aziendale che valuta le misure, le procedure e le politiche delle risorse umane e garantisce che i membri del team abbiano fiducia in chi lavorano, siano orgogliosi del proprio lavoro e apprezzino le persone con cui lavorano. Ai dipendenti sono state poste domande su cinque diverse categorie: credibilità, correttezza, rispetto, cameratismo e orgoglio. Il sondaggio, condotto da Great Place to Work, ha anche raccolto feedback dai dipendenti che aiuteranno Greentube a migliorare ed evolversi per rendere l’azienda un luogo di lavoro ancora più grande. Sandra Zeinlinger, direttore dei servizi per i dipendenti del gruppo, dichiara: “Il benessere olistico dei nostri dipendenti e il supporto che offriamo loro è fondamentale per noi. Siamo molto felici e orgogliosi di aver ricevuto la certificazione Great Place to Work che dimostra che Greentube è un luogo di lavoro entusiasmante e che offriamo l’opportunità di realizzare il potenziale dei nostri dipendenti. Ognuno nella famiglia Greentube contribuisce con spirito di squadra, apertura e impegno alla nostra cultura aziendale, ogni giorno, e questo è ciò che rende Greentube un posto fantastico in cui lavorare”.
NAZIONALE ELETTRONICA DAL RETAIL ALL’ONLINE, SI ALLARGA LA “ZONAGIOCO”
I
titoli più amati dai player, online e retail, e firmati Nazionale Elettronica, diventano disponibili anche nel catalogo zonagioco.it. Questo grazie all’accordo di distribuzione dei giochi raggiunto e che riguarda titoli come “Black Black”, “Book of Cleopatra”, “Stellina” e “Lucrezia”. “Grazie alla nostra esperienza ventennale nella produzione e distribuzione di giochi in Italia e nel mondo, abbiamo sviluppato una suite di giochi molto amata per la loro semplicità di utilizzo, per le grafiche accattivanti e per la possibilità di scegliere tra i differenti Rtp – dichiara Diego Mendez, amministratore di GetBet, divisione giochi online del gruppo Nazionale Elettronica – siamo sicuri che i giocatori di zonagioco. it apprezzeranno particolarmente i nostri titoli e le loro features”. “Grazie al nostro team che oramai è ramificato in diverse sedi in Italia e all’estero e all’ideazione del nostro Mtpu , un sistema di ‘interconnessione agile’, è stato possibile arrivare in tempi brevi alla integrazione in modalità Seamless di zonagioco.it all’interno del nostro sistema – prosegue Massimo Roma, coordinatore di progetto, divisione giochi online del gruppo Nazionale Elettronica – questo traguardo è stato raggiunto grazie anche alla collaborazione fattiva di tutto lo staff tecnico di zonagioco.it”. “Lavoriamo quotidianamente per ampliare la nostra offerta di gioco e garantire ai nostri giocatori un offerta sempre più amplia e multicanale, - sottolinea Fabrizio Frenna, head of online, della Diecimilauno Spa (società concessionaria del portale zonagioco.it) - siamo sicuri che questa nuova suite di giochi sarà molto apprezzata dai nostri players”.
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OCTAVIAN LAB SIGNORI, ANCHE NEL GIOCO, SI NASCE!
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ack&co strizza l’occhio alla fortuna, con un bracciale con catena rolò in argento 925, della collezione Jack&Co Iconic. Il bracciale presenta ciondoli a forma di quadrifoglio che hanno al centro un punto luce, che lo rende luminoso e molto chic. La chiusura è a moschettone e la lunghezza è varia dai 16 ai 19 centimetri. Un gioiello che si abbina bene a un look raffinato e giovanile, ottima idea per un regalo ad un’amica o alla propria partner.
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I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE PANNONERO
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er promuovere la collezione primavera/estate 2021, Salvatore Ferragamo ha scelto un gioco online intitolato “Enigma”. Il progetto trae ispirazione dal fashion film firmato dal regista Luca Guadagnino, girato in a Milano e proiettato per la prima volta durante la sfilata dello scorso settembre. Gli utenti sono invitati a risolvere quattro enigmi attraverso quattro differenti giochi, esplorando alcune location del capoluogo lombardo. I giocatori si caleranno nei panni di investigatori a caccia di indizi. Livello dopo livello, attraverso contenuti familiari a tutte le generazioni quali il memory, i giocatori saranno più vicini a risolvere l’enigma metropolitano sbloccando contenuti che utilizzano i codici rappresentativi del marchio. “Enigma – dichiara in una nota l’Ad Micaela le Divelec Lemmi – nasce dall’idea di arricchire l’interazione di Ferragamo con il pubblico, amplificando la capacità di rivolgersi anche alle nuove generazioni con un linguaggio universale, il gioco. Si tratta di un’esperienza digitale innovativa ed ambiziosa che oltre a svelare la collezione primavera/estate 2021 mira a creare un engagement dinamico con i giocatori che, mediante semplici mosse, possono scegliere di penetrare l’universo Ferragamo attraverso i touchpoint, sia digitali che fisici, con cui hanno maggiore familiarità”.
SEGNALI DI FORTUNA
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Per
celebrare l’imminente arrivo di Wraith: The Oblivion - Afterlife sulla piattaforma Quest, ecco una selezione dei migliori giochi ed esperienze che si possono provare indossando il proprio visore. Wraith: The Oblivion – Afterlife, è il nuovo gioco horror Oculus di World of Darkness. Il fotografo Ed Miller muore durante una misteriosa seduta spiritica e diventa uno Spettro, uno dei Morti Senza Riposo che ha degli affari in sospeso nella terra dei vivi. Blair Witch: Oculus Quest Edition è un gioco horror psicologico che si basa sulla storia folkloristica di Blair Witch. The Exorcist: Legion offre ben cinque storie con una varietà incredibile di entità demoniache, strumenti di esorcismo, artefatti nascosti e luoghi suggestivi. Affected: The Manor è il gioco per sperimentare un tipo di horror diverso. Il terrore è in agguato dietro ogni angolo mentre ci si avventura nella casa abbandonata. Lies Beneath è un gioco horror di sopravvivenza single-player con una forte componente action! Face Your Fears II si svolge nella casa degli Harvest e si entra a conoscenza della tragica storia della famiglia, mentre si esplora la loro abitazione abbandonata da tempo. Five Nights at Freddy’s: Help Wanted è un’esperienza di realtà virtuale per Oculus Quest, una collezione di minigiochi classici e originali ambientati nell’universo di Five Nights. In Death: Unchained si combatte attraverso i castelli fluttuanti di questo fantasy medievale per ripristinare l’armonia in Paradiso, Purgatorio e Inferno.
L’ENIGMA DI FERRAGAMO
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HORROR E VIDEGIOCHI CHE PASSIONE!
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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P H . I S A I A H R U S TA D - , U N S P L A S H
IT IS NOT A BREEZE Protecting minors from the risk of gambling addiction is one of the great challenges at a global level: Europe has been moving for some time, but the keystone is represented by the cooperation of families, operators and civil society By Michael Haile
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ENGLISH PAGES A cura di Natasha Crisantemi
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hen we talk about gambling, we think about an activity for adults. Underage gaming has been neglected for decades, and only in recent years it has been taken seriously, following several researches on gambling addiction. Furthermore, only recently we noticed that the majority of players form their gaming habits within their first twenty years. We must take into account that teenagers are not totally ready to balance their emotions and the consequences of their actions. They are inclined to take risky actions and act impulsively. Teenagers all over the world have similar characteristics: they are inclined to seek new experiences, they cannot calculate risks, therefore they are potentially gamblers, at risk of gambling addiction. Statistics collected in many countries show that the younger the age at which gaming is experienced for the first time, the higher the probability that one will become addicted to gaming as an adult. This focus on young people is also the result of the explosion of online gaming, social media and video games. A research by GambleAware, an institute that fights gambling addiction in the UK, finds that the more minors use social media and play online video games, the higher the chance they participate in some form of gambling. It must also be taken into account that with the coming of online gaming, young people are exposed to gaming 24/7. In addition, with the development of the use of tablets and smartphones, young people have become particularly creative in accessing websites offering games.
EUROPE In Europe, attention and concern about underage gaming are particularly severe in the countries of the north of the continent, particularly in the United Kingdom and Scandinavian ones, where various regulatory changes, programs and strategies have been adopted in recent years, with different levels of success. Instead, the countries of southern Europe still have a lot of work to do: even if they have written laws and regulations, they fall on the control and implementation of successful strategies. According to a study published in 2019 by Europe Pmc, a scientific platform that collects research from other institutions, about 12.5 percent of minors in the European Union played for money in a land-based or online facility in the previous year. The study was conducted in schools in Germany, Greece, Iceland, the Netherlands, Poland and Romania. Of these minors, 28 percent were considered to be either at risk or already showing clear signs of gambling addiction, particularly boys. Those young people who had behavioral or antisocial problems were the most at risk, with poor school performance and with a high rate of internet use. UNITED KINGDOM The Gambling Commission (Gc) is one of the very few regulators with a holistic approach against underage gaming. In the UK, the legal age for gaming is 18, apart from lotteries (including scratch & win) which is 16, but from 2023 the limit for playing scratch & win will be raised to 18.
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HOW DO THEY START AND WHAT DO THEY PLAY? La maggior parte degli studi e delle ricerche compiute su gioco minorile sono svolte soprattutto nei Paesi europei. Nel Regno Unito il 15 percento circa dei sedicenni e dei diciasettenni hanno scommesso soprattutto in famiglia e con amici, quindi una parte sostanziale di questi minorenni ha imparato a scommettere nell’ecosistema familiare e sociale.
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The Gc also decided that nearly 50 percent of 17-year-olds currently participate in the gaming world. According to the latest Gc report, published for 2020 and relating to gaming activities for children aged 11 to 16: - 9 percent of teenagers spent their money in the previous week to play for money - 5 percent of these activities are betting and card games between family and friends - 37 per cent of those living in England and Scotland have played in the previous year - 7 percent played after seeing advertising - 1.6 percent are considered problem gamblers Even if the number of underage players is decreasing, there is no doubt that the Gc still has a lot of work to do.
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Gamblers with problems 1.9%
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Source: Gambling Commission
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NORTH AMERICA Gaming expansion in the United States, in particular as regards sports betting and online gaming, is a new phenomenon, so there is no recent research or data, but it is not a leap into the unknown to think that American teenagers behave like their European and Australian peers. There is no recent data for Canada either, but a report published by the Journal of Gambling Issues in 2011 reports that 80 percent of teenagers have played at least once before reaching the age of 18, particularly in lotteries (legal age changes from state to state, but ranges between 18 and 19 years), but many say they have managed to gain access to casinos. The same survey notes that between 4 and 8 percent have serious problems with gambling addiction, one of the highest in the world. In Canada, gambling is culturally accepted, only 25 percent see gaming as a dangerous activity, compared to alcohol (60 percent), smoking (64 percent) and drugs (75 percent). NEWSLETTER
Total Boys Girls 11 years 12 years 13 years 14 years 15 years 16 years age 11-16 age 11-16 age 11-16 old old old old old old
Nearly half of young Australians have played in some form before reaching the age of 15, a figure that reaches a spectacular three-quarters at the age of 19.
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Uk 2020
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Several studies in the UK find that a quarter of adult gamblers first gambled illegally when they were underage. According to the GC, nearly 450,000 children between 11 and 16 years old regularly gamble. The problem became particularly serious during the lockdown, when schools were closed and children trapped. The number of these children exceeds that of those who drink, smoke and use drugs.
IT IS NOT A BREEZE
PREVALENCE OF YOUTH GAMING 2011-2017 (12-16 YEARS) EVERYBODY Doesn’t play Everyday or almost 1 or 2 times per week Few times a month Rarely
2011 58.0% 1.9% 9.0% 11.5% 19.6%
2013 82.3% 0.3% 1.6% 2.8% 12.9%
2015 88.2% 0.3% 1.0% 2.5% 7.9%
2017 85.4% 0.4% 1.2% 3.1% 9.9%
BOYS Doesn’t play Everyday or almost 1 or 2 times per week Few times a month Rarely
42.9% 3.7% 16.6% 18.8% 20.3%
73.8% 0.7% 4.9% 17.4% 9.6%
81.7% 0.6% 4.7% 11.0% 5.5%
GIRLS Doesn’t play Everyday or almost 1 or 2 times per week Few times a month Rarely
69.5% 0.6% 2.1% 7.6% 20.3%
88.7% n/a 0.3% 1.3% 9.6%
93.4% 0.1% 0.2% 0.8% 5.5%
UK TEENAGERS GAMING ACTIVITY IN 2019 / 11 – 16 YEARS 5%
Private bet with family and friends 4%
Slots Scratch & win
3%
76.4% 0.8% 6.2% 14.1% 6.8%
Card game with friends
3%
Bet at the betting shop
3%
Lottery
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92.2% 90.0% 0.1% 0.8% 6.8%
IWG (online scratch & win)
2%
Other lotteries (Euromillions)
2%
Other lotteries
2%
Bingo
2%
Source: Journal of Gambling Studies 2020 Source: Gambling Commission
THE REST OF THE WORLD AUSTRALIA In Australia there is a government institution that writes an annual report on the general behavior of teenagers, including data on the predominance of gaming (Growing Up in Australia). In the latest report, released in December 2019, it is noted that one in six 16-year-old Australians played for money in the previous year (more boys than girls), even if it this clearly illegal.
GambleAware surveys found a significant connection between parents’ inclination to gamble and that of their children. The higher the parents’ inclination to play, the lower the age at which their children begin to play. In Australia, too, the prevailing gaming activities among teenagers are private betting with family and friends, sports betting and poker. 65 percent of their parents say they have gambled at least once in the previous year (2019), but 90 percent of them do not suffer of gambling addiction.
www.gioconews.it
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IT IS NOT A BREEZE
that 88 percent of British pubs failed to prevent children from playing slots on their premises. Furthermore, the accessibility problem is increased by Google’s decision to allow gambling apps in its Play Store, which is a paradigm shift, given that there are 250 million “downloads” per day from the Google Play Store, a huge market. This service is not available in all countries and, of course, Google has announced that these applications are only available for adults, but it is also true that teenagers are quite familiar in overcoming virtual barriers. Advertising is another variable that stimulates young people to bet, particularly sponsorships in the world of sports.
> Furthermore, young people who gamble are also the ones who often have risky behaviors (they use alcohol, smoke and drugs) and are academically fragile, so they are similar to their European counterpart. Their favorite gaming activities are betting with family and friends, lotteries, horse racing betting, scratch & win, keno (a game similar to bingo). Lotteries are a product that globally paves the way for familiarity with gaming world, in particular scratch & win, as in many countries they are not culturally considered as a gambling activity, also thanks to their strong link with the State and with good causes. Many European surveys show that while the vast majority of parents become anxious if they discover that their children are betting or participating in other forms of gaming, this anxiety doesn’t arise if the children play the lotto or if they sometimes buy a scratch & win ticket (except for religious reasons, when the disapproval is total). There are also other ways that can lead teenagers to the gaming world, especially video games. They are one of teenagers’ favorite recreational activities. Jupiter Research estimates that videogamers will globally spend $44 billion by 2022 only on lootboxes, which are a blend of the ability to manage a video game, which by definition is a game of skill, and gambling. Lootbox is a video game where you pay to buy tools to continue playing at the highest level. The University of York has estimated that lootbox features have increased from 4 to 71 percent across different types of video games over the past decade, while player expense has increased by 81 percent over the same period. The UK Gambling Commission is trying to classify lootboxes as a form of gambling, but they are currently available to teenagers across a large part of the world. Various institutions, such as Gc and GambleAware, believe that lootboxes encourage minors to participate in other forms of gambling. Another problem is accessibility. Slots and gaming machines are one of the favorite activities of teenagers. In many countries, these devices are available in places such as bars, restaurants, supermarkets, airports, especially in Northern Europe and Australia. These spaces are difficult to control, and therefore it is the game most used by minors in various countries. For example, the Gc found
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PREVENTION STRATEGIES All governments have already established age restrictions for gaming, but these restrictions are becoming increasingly difficult to enforce in the online world, where the evolution of the dark web and the growth of virtual currencies such as Bitcoin make the job of regulators very difficult, while the complexities multiply. So, what strategies should regulators adopt to combat gaming and the risk of underage gambling addiction? Many European countries have begun to take the problem of underage gaming seriously. France and Germany are already studying what measures to take. Of course, the most obvious tool is the strengthening of age verification tools. In the UK, the Gambling Commission has ordered online casino operators to manually verify the age of players, asking for proof of identity, through a program called Know your customer. In Australia, various regulators (the country has a federal structure) are even thinking of adopting technologies such as Face Recognition Technology, already used by some of its states for people applying for residence. Some operators have already started using this technology. But one of the most important aspects is to educate teenagers about the risks of gambling, in a similar way of those programs on the dangers of alcohol, smoking, drugs and sexually transmitted diseases, which have been and continue to be effective. The Gc has decided to follow the educational approach by engaging, with the involvement of the Ministry of Education, in the Personal, Social and Health Education (Pshe) program. Pshe was founded to teach young people about the risks associated with alcohol, sexual behavior, smoking and drugs. Since September 2020, compulsory lessons on gambling risks have been added, an initiative postponed to 2021, due to the closure of schools for Covid. The Gc is also working with financial institutions to prevent payments to gaming operators if the player is a minor. Gaming problem and the risk of underage gaming addiction is many-sided, it is difficult for it to be solved only by regulators and government actions, without the involvement of families, operators and civil society.
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The desire for entertainment is always live By Anna Maria Rengo
The president of the European Casino Association, Per Jaldung, points out the dramatic situation of the European casinos, because of the closures and restrictions due to Covid-19, but he is sure that people will return to have fun and travel as soon as possible.
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losed for Covid-19”. This sign begins to be faded by time, but continues to sadly dominate the entrances of casinos across half of Europe. And Italy, unfortunately, is not an exception, given that not even May, except for unpredictable news but which would certainly be very welcome, will be the month of the reopening of the gaming sector, including casinos. We start from this worrying fact, in the interview with the president of the European Casino Association, Per Jaldung. In many European countries, including Italy, governments continue to keep casinos closed. What do you think about this decision, also in reference to the fact that in Macau and Las Vegas, the casinos have reopened for a very long time? “While we are looking forward to reopening and getting back to our normality, we fully understand our governments’ extreme caution in dealing with this situation. Nonetheless, we regret that despite our efforts to ensure a safe experience, our casinos cannot reopen, with dramatic socioeconomic consequences, affecting our employees and the whole tourism sector. We could never have imagined after a year of the pandemic that casinos would still be shut down. Yet this is the reality, and we must face it. Most of our members are still closed or operate under very rigorous restrictions. Some of our members have not reopened since the second lockdown, while Sweden has
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never reopened since March 2020. Regrettably, Europe is far behind on vaccination, especially compared to the United States or Macau, which we take as models for our reopening. In the current situation, our members join together to show governments that casinos can reopen as they comply with the highest hygiene and safety standards. Hopefully, as vaccination proceeds, the measures will be eased, and the leisure sector will be allowed to reopen. We believe that people will return to entertainment venues and travel as soon as they can”. Are casinos safe from a health point of view? “Since the reopening after the first lockdown, casinos have prepared to allow customers to have the safest and most enjoyable gaming experience, and they succeeded very well. The exchange of best practices between our members proved crucial in this respect. At the same time, Eca partners could promote the latest innovation to facilitate the reopening under the safest conditions, such as social distancing, advanced sanitisation and temperature checks. There is no doubt that casinos are ready and well equipped to guarantee the highest safety standards to all employees and customers, in line with the World Health Organisation’s latest guidelines”. What will be the consequences of this protracted closure for companies, their properties and employees? “The economic losses in the sector are pretty significant. Companies have been obliged to reorganise their struc-
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pharmacies, we are conscious of their crucial role in people’s leisure time, just as theatres, cinemas, and concerts. All these activities entertain people. After one year of pandemic, we probably tend to forget how vital entertainment is. Leisure diverts people’s attention from their frantic daily activities, bringing happiness, and ultimately improving people’s lives. The truth is that we all miss the emotions we get from entertainment and socialising, and casinos, together with the other “nonessentials” activities, provide those emotions. We are convinced - and we also saw it when we could reopen - that people gladly return to casinos, and we are sure they will in the “aftercovid life”. What are the main projects that will keep the Eca busy in the months to come? “In regular times, the first half of the year is a hectic period for the Eca, with the European Dealer Championship, the Industry Forum, and various workshops and Brussels’ commitments. Unfortunately, all Eca live events were cancelled for 2021. This year, it is slightly different, but we are making use of this time to move forward with several projects. We enhance our newly established working groups, leading projects in several areas such as marketing, responsible gambling, innovation, gender inclusion and compliance. Moreover, we are currently working on a new website designed to provide our members, stakeholders and policymakers with relevant and up-to-date information about our industry’s positions, initiatives, news, and we will also include a section to facilitate job offers/searches in the sector, which we think will be particularly useful in the post-pandemic life. Apart from that, we will keep on supporting our members and provide an open platform for exchanging information, waiting for the day when we will meet again in real life”. DANON PERDERE
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tures and lay off staff. In Sweden, for instance, one of the four operations in the country has closed for good, with severe social and economic consequences. Almost all European casinos have had to lay off staff or find flexible solutions. But we are confident that the worst is behind us and that a strong recovery is now on the way”. What can local governments do to support the casino industry, and what can the Eca do instead? “Local governments are well aware of the positive impact that tourism and leisure activities, including casinos, have on communities economically and socially. The crisis has caught policymakers off guard, forcing them to make difficult choices, but it is high time to allow these activities to reopen as they are proved to be safe, especially in those areas where infections’ rates are low. In Austria, for instance, a “test zone” has been established in which two casinos have been able to reopen, albeit under strict measures, since March 15. In Switzerland, casinos were allowed to reopen on March 19. As the European voice of land-based casinos, the Eca has played a supportive role for its members by establishing an information exchange platform that has helped companies becoming aware of how their European colleagues were dealing with the situation, giving them the tools to engage in constructive discussions with national governments, while raising awareness on the difficulties that the industry is facing. We intend to continue our efforts in this direction”. The closure of casinos and legal gaming in Italy has led, among the side effects, to the proliferation of illegal gaming. Has this phenomenon also occurred in Europe? “Illegal gambling thrives when the legal offer is suppressed. Illegal gaming has been a scourge in many European countries for a long time, and the closure of licensed land-based casino has further exacerbated the problem. This further illustrates the importance of offering players a safe space to enjoy themselves, where vulnerable players are protected, and without supporting organised crime. For this reason, we call on European governments to reopen the licensed land-based casinos as soon as possible and avoid the further proliferation of illegal gaming”. Has the pandemic “encouraged” new business models, such as the greater use of online and live online, and new forms of work organisation? “The pandemic has undoubtedly called into question the existing business model and its viability. Our members have had to rationalise costs; others have explored their online options. We do not exclude that more and more companies will consider the online world, although we believe that people lack real-life experience. We can now potentially do everything from home - watch movies, shopping, dine at a starred restaurant - but this will never replace a real-life experience, and after more than a year, I think that’s clear to everyone”. Will casinos return to being places of socialising and entertainment, or will the pandemic, even when it is over, have forever changed, in whole or in part, sociability and entertainment? “Although casinos are not essential as supermarkets and
THE DESIRE FOR ENTERTAINMENT IS ALWAYS LIVE
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By Ludovico Calvi
VOX MANAGER
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New skills, organization structure and processes post Covid
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he pandemic with its related lockdown and physical distancing measures caused not only unprecedented disruption in the way gaming organizations had to operate in order to guarantee business continuity but also forced operators to quickly train and re-allocate available resources towards digital channels. Even before the pandemic, disruptive technological changes were transforming the gaming industry, which had to innovate effectively in order to compete and evolve. Skills and creativity are at the heart of innovation. The quarantine and the closure of most physical gaming locations have accelerated the gaming behaviour shift from retail to digital channels. Some gaming companies have reacted promptly by reviewing organisational structures and internal processes to quickly adapt existing practices to meet the new challenges. Content automation and personalized digital gaming experience have been key in customer acquisition and retention processes and the trend will continue to grow after the pandemic. The present and future of digital marketing is automated, responding to an everincreasing demand from consumers
Ludovico Calvi • President of Global Lottery Monitoring System Executive Committee • Member of the American Gaming Association Sport Betting Task Force (Aga) • Member of the World Lottery Association (Wla) Sports Betting Integrity Committee
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for customized content with a new acquisition and engagement approach, which in recent years, has been moving from a one to all to a one-to-one consumer marketing model. With artificial intelligence and data driven predictive models applied to marketing, we have witnessed a significant growth in the use of automated marketing tools with significant scope to expand into automated video generation and customized animated content generation. Media content and data analytics with enhanced CRM tools are driving more and more traffic to gaming operators in a market, which in terms of prize payout and offering is flattening out. The industry needs resources specialised in research and analytics as well as transversal skills, combining digital marketing-specific knowledge with problem-solving and interpersonal skills such as communication, creativity, readiness to learn or critical thinking. In this respect, training, upskilling and reskilling of existing resources are playing a major role in the success of a modern gaming organisation. In our industry job opportunities will grow for highly-skilled people, stagnate for medium-skill levels and decline for the low skilled ones. Depending on specific tasks and occupation, about 35% of jobs will be subject to automation and this is why investment in upskilling and reskilling is indispensable. The ability to compete through in-
novative CRM and KYC tools is paramount to succeed as it is the use of social media. Gaming organisations have long-realised that social media sites are very effective as a medium to distribute gaming contents as well as details on new promotions, bonuses, and customised stats and video streaming, which not only keep their consumers on their digital platforms, but also help attract new ones. On the back of the pandemic, another strategic area of investment is corporate social responsibility. Innovation and product development processes will be increasingly founded on principles of transparency and ethics with the aim of generating tangible and measurable social benefits. Gaming companies, will therefore have to review their corporate social responsibility initiatives, and increase investments in projects related to the creation of value for society, the protection of the environment and consumers. The introduction of processes and technological solutions which enhance cybersecurity standards end-to-end -from products, services and processes, to transactions and finally to customers – will serve as key benchmarks for evaluating gaming companies, among the market, the public, regulators and public stakeholders. The extent and effectiveness of measures to combat fraud and money laundering including match-fixing and collusion are other examples that may prove a commitment to social responsibility and consumer protection.
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-of-home entertainment has been one of the sectors hit hardest by the pandemic, with lockdowns prohibiting most locations from opening. Even with restrictions loosened, health concerns and strict safety measures dissuade the majority of guests from leaving their homes, with reliable and safe methods of entertainment like streaming and console gaming just a button-press away. As of April 12, the UK has eased restrictions, allowing small outdoor gatherings at places like pubs and coffee shops. Entertainment, in the sense of cinemas, bowling and the like, are still a way away, with May and June the targets set for further lockdown lifting. Elsewhere in Europe, lockdowns have led to turmoil for location-based leisure. Notably, arcade workers in Valencia, Spain, have recently demonstrated in front of the Town Hall in the provincial capital to protest that their arcades are still closed. The arcades’ staff, over 300 of them, members of UTSAJU, the union of gaming hall workers, gathered for their protest in front of the Palau de la Generalitat to protest that they have, at the time of writing, been without work for 84 days in the shutdown. On top of the pandemic, Italy also continues to wrestle with frustrating legislation relating to arcades. Recent reconstruction of Italian regulations on amusement machines have been described as “disastrous” for the amusements sector; outdated regulations covering Italian amusement machines have been long overdue for revision, who points out that under the current legislation there is no mention of ticket redemption games, for example. Across the pond, the US has struggled in keeping businesses afloat during downtime but is bouncing back in extraordinary fashion, according to David Wallace, Turfway Entertainment Management. “Covid was definitely a bump in the road for most entertainment centres throughout the United States,” he said.
“Although it was very challenging to survive, most did! With the government’s assistance and reworking of loan packages along with lease arrangements, most properties were accommodated as needed. We were all in this together and most groups understood this. There were some, yet very few, banks and landlords that were not as forgiving, causing a small amount of permanent closings. “As we started to open back up, business has been exceptionally well. Many properties are well over the 2019 pre-Covid numbers and continue to pace over last year at a high rate. This is due to many factors, including government stimulus payments, spring break ‘staycations’ and the time of year being one of the busiest, typically on trend. Social engagement is necessary and entertainment is a great path for friends and families to hang out again. Even properties with only 50 per cent capacity are seeing incredible sales, currently.” Lockdowns in the US are lifting at a similar rate to the UK. As such, the signs are looking positive for out-of-home entertainment to be back on track within around six months, said Wallace. “We are seeing a very strong outlook in the short term. However, at some point, once we are back to normal, sales will once again maintain a seasonal trend. “We are expecting a six month, after Covid, bounce before we get back to ‘normal.’ In this honeymoon period, there are many new possible long-term guests. Treating them right will help the continued growth in the future.” Although the past 12 months have largely been a waiting game, certain trends have emerged – the demand for walk-in entertainment has grown due to its extensive forced absence, and there is also a predictable focus on hygiene. “As of today, most properties are seeing significant growth. This is due to walk-in traffic, mainly. Corporate event business is starting to trickle in but our expectation is we will not see this back in full force, if things continue down the path of vac-
cines, until the fourth quarter of 2021. Some properties, depending on type of entertainment, average 25 per cent of revenues through corporate events. Once back, this will help bolster the already increased sales vs 2019, pre-Covid. “On operational protocol, we are seeing enhanced cleaning, sanitiser everywhere and signage asking for the basics. Most groups are complying with the requests.” The product that stands to benefit the most from the pandemic is mini-golf, said Wallace – he expects the game to jump in popularity as the coming months bring eased restrictions. “Outdoor mini-golf is on a huge upswing due to the pandemic. We see this pattern to continue over the next several years. As well, there are a few new modern interpretations of mini-golf such as Tiger Wood’s Popstroke, Creative Works’ Lucky Putt, along with Puttshack and Swingers London, which are penetrating the US this year with several locations. These are designed to target millennials and social engagement with exceptional service, design and food/beverage. “VR continues to climb and will be a main attraction in some new form each year. Indoor and outdoor social gaming is on a huge upswing as well. Many groups realise a significant downturn during the spring and summer months due to outdoor competition, adding outdoor ‘yard’ space with social attractions such as cornhole, bocce, fowling, ping-pong and billiards along with food and beverage opportunities will help withstand the downturn.” Wallace is assured the industry can return to pre-pandemic levels. “In most cases, it already has,” he said, “and business is growing in states that are open with limited restrictions. This bodes well for the other groups looking to reopen soon or add on to their limited capacity.”
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By Mark Griffith
A NEW DAWN
Can a post-pandemic world bring new life to out-of-home entertainment?
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a cura di Nashira astrologa e sensitiva
7, 27, 35 Ambo, Terno e su Tutte, Roma, Genova SUPERENALOTTO
Leonard Albert (Lenny) Kravitz
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Cantautore e produttore statunitense New York, 26 maggio 1964
Ricordatevi che siete un acquario e non un pesciolino, e dunque non vi perdete in veri e propri nonnulla. Concentratevi sulle cose fondamentali e vedrete che questo mese un pochino ostico sarà superato agevolmente e in scioltezza. Per giocare, meglio approfittare dei primi giorni di maggio.
GEMELLI
VERGINE
SAGITTARIO
PESCI
È inutile intestardirsi a cercare di raddrizzare delle situazioni ormai irrimediabilmente compromesse. Fareste meglio a concentrare le vostre energie nel perseguire nuovi obiettivi, specie nel campo lavorativo, dove purtroppo avrete qualche delusione. Molto bene invece il gioco.
La primavera che ormai volge all’estate giova moltissimo al vostro umore e raramente in questo 2012 siete stati così pimpanti e pieni di spirito di iniziativa. Il vostro partner è davvero felice e vi spingerà a fare progetti a lunga scadenza: valutate bene! La dea bendata vi è vicina.
Se non avete ancora deciso cosa fare da grandi, è il momento giusto per farlo. Gli astri vi sono particolarmente propizi e sapranno indicarvi la giusta direzione, sia in amore che nella vita professionale. Date loro retta! Tanta fortuna al gioco, fino a metà mese.
Qualche acciacco fuori stagione vi renderà un po’ difficoltoso l’inizio di un mese che proseguirà invece ottimamente, soprattutto se siete in cerca di qualcosa che possa dare una svolta alla vostra vita. Nuovi amori in vista? Puntate poco al gioco, almeno sino al 20.
TORNEANDO
RIFLESSIONI DAORSO CASINÒ FRANCESI
CASINÒ FRANCESI
TORNEANDO
CASINÒ FRANCESI
GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021
PAROLADI COLLOVATI
ACQUARIO
Cercate di prendere una decisione e di non protrarre ulteriormente una situazione che necessita di essere presa in mano senza ambivalenze e tentennamenti. Gli astri vi osservano benevolmente e sapranno consigliarvi per il meglio. Giocate con prudenza fino al giorno 20.
PAROLADI COLLOVATI
SCORPIONE
Non è tempo di cullarvi sugli allori, che potrebbero rivelarsi più scomodi del previsto, se non saprete guardare avanti con lungimiranza e spirito organizzativo. Cercate di contare di più su voi stessi e meno sull’aiuto di terzi. Fortunatissimi al gioco, specie dal 15 in poi.
TORNEANDO
LEONE
POKER STRATEGY
TORO Avete spesso nutrito dei dubbi su un amico di fresca conoscenza e come tale da voi ritenuto non meritevole di fiducia. In questo mese vi chiarirete una volta per tutte le idee, anche a causa di un evento imprevisto che vi consentirà di ‘testarlo’. Prudenza al gioco.
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Contare fino a dieci prima di rispondere è cosa buona, e prima di prendere una decisione magari contate fino a cento! Siete curiosamente impulsivi ma gli astri consigliano prudenza, specie se in ballo c’è il vostro futuro professionale. Piuttosto, dedicatevi senza timori al gioco!
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CAPRICORNO
Siete il segno più fortunato del mese e gli astri vi doneranno tutta la loro benevolenza. Soprattutto, questo maggio è d’oro se volete iniziare una romantica storia d’amore che potrebbe addirittura culminare con profumatissimi fiori d’arancio! Molto bene, ovviamente, pure il gioco!
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BILANCIA
Il periodo non è facile per nessuno ma un pizzico di generosità e di ottimimo non hanno mai fatto male. Quindi, per favore, mettete da parte i vostri malumori e, sempre per favore, ricordatevi che ognuno deve dare il proprio contributo anche in termini di positività. Giocate con prudenza.
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CANCRO
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ARIETE A chi è single questo mese porterà delle fantastiche opportunità per conoscere finalmente l’anima gemella. Occhio a non scacciarla da voi con atteggiamenti troppo ritrosi e malinconici. Avete un bellissimo sorriso, è ora di sfoderarlo e tutti saranno ai vostri piedi! Gioco: così così.