82
STRATEGIE DI SCRITTURA
Strategia n°1. La descrizione oggettiva. Lo spazio narrativo. La descrizione oggettiva di uno spazio, di qualunque spazio, si limita a riportare/analizzare con precisione gli elementi in esso contenuti, senza raccontare le emozioni, le sensazioni, i sentimenti di chi scrive. Essa fornisce informazioni, caratteristiche e dati in modo impersonale. Leggi le descrizioni contenute nella tabella. Quale è soggettiva? Quale oggettiva? DESCRIZIONE.......................................................
DESCRIZIONE......................................................
Si giungeva al portone di ingresso mediante uno scalone monumentale, a gradini piuttosto ampi, e infine si accedeva a un atrio semicircolare spazioso,dove, dal suo gabbiotto la signora Pia controllava tutte le entrate e le uscite. La scuola si sviluppava su tre piani, e solo da pocoalcuni murales dipinti dai ragazzi avevano fatto la loro comparsa. La palestra si trovava nel seminterrato, era moltogrande e a prova di urla da finale di pallavolo. Nei tre piani erano invece distribuite le aule. Il primo piano era riservato alla scuola primaria, il secondo alla scuola secondaria e l’ultimo ai laboratori. Sempre al pianterreno, sulla destra, c’era l’aula magna e nell’altra ala dell’istituto c’erano i localidella mensa. Nel retro dell’edificio, un grosso spazio comune in cui i bambini della primaria trascorrevano il tempodella ricreazione; rappresentava anche il punto di raccolta per i ragazzi del primo anno della secondaria, quando attendevano di essere assegnati alle varie sezioni o quando si svolgevanole prove di evacuazione.
Si giungeva al portone di ingresso mediante uno scalone che mi provocava sempre una certa ansia con quei gradini piuttosto ampi che sembravano non finire mai. Finalmente si accedeva a un atrio spazioso dove, dal suo gabbiotto la signora Pia controllava, o faceva finta di controllare, tutte le entrate e le uscite. La scuola si sviluppava su tre piani e solo da poco alcuni murales favolosi dipinti dai ragazzi avevano fatto la loro comparsa dando un tocco di allegria alla scuola: tutti quei colori creavano un’atmosfera gradevole e invogliavano a entrare. La palestra si trovava nel seminterrato, era molto grande e a prova di urla da finale di pallavolo. Il rimbombo delle urla era bello e fastidioso allo stesso tempo, l’aria ovattata e densa di sudore a volta mi dava la nausea. Ambiente diverso dai campetti di calcio dove nel pomeriggio andavo con i miei amici per una partitella salutare. Nei tre piani erano invece distribuite le aule. Il primo piano era riservato alla scuola primaria, il secondo alla scuola secondaria e l’ultimo ai laboratori, il luogo da me preferito in assoluto. Sempre al pianterreno, sulla destra c’era l’aula magna dove entravo con un certo timore, soprattutto durante le assemblee. Nell’altra ala dell’istituto c’erano i locali della mensa da cui proveniva un profumino invitante di ragù che mi faceva venire un certo languorino.