NO. 4 I'GIORNALINO

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U.S.A.TI

FAST FOOD di Pietro Martelli

Tutti, almeno una volta, abbiamo mangiato qualcosa in un fast food. Il prezzo è sicuramente allettante, ed in più il cibo viene servito molto velocemente. Questo grazie al fatto che le cucine di questo tipo di ristoranti sono paragonabili a catene di montaggio presenti nelle fabbriche, in cui i tempi e la quantità degli ingredienti necessari per un panino sono studiati nel minimo dettaglio. Le cucine, infatti, sono progettate con il fine di far eseguire ai dipendenti meno movimenti possibili, con lo scopo di produrre più cibo in minor tempo. I lavoratori sono costretti a compiere gli stessi movimenti a ritmi serrati, come in una fabbrica, appunto. Ogni tre ore, da qualche parte nel mondo, McDonald’s apre un nuovo locale. I fast food di questa catena sono talmente tanti che l’azienda è diventata il simbolo della globalizzazione, ovvero dell’esportazione della cultura americana. Ovviamente la globalizzazione non riguarda “soltanto” il cibo, ma anche la musica, il modo di vestire, la politica. Il primo ristorante McDonald’s viene aperto nel 1940 in California dai fratelli Richard e Maurice McDonald. La novità del locale sta nella velocità a cui vengono serviti i pasti grazie ad una cucina costruita su misura, un menù ridotto, ed una procedura molto precisa, il tutto per ridurre al minimo il tempo di preparazione. Nel 1955 l’imprenditore Ray Kroc entra in società con i due fratelli e fonda la McDonald’s Systems, Inc. (successivamente McDonald’s Corporation, nome attuale dell’azienda), con l’intenzione di aprire nuovi locali. Kroc acquista i terreni su cui sorgono i nuovi ristoranti, costringendo così i fratelli McDonald a vendergli il marchio a $2.700.000 (cifra irrisoria rispetto al valore dell’azienda). È da questo momento che comincia la vera espansione di McDonald’s, approdando, nel 1971, in 3


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