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OTTOBRE 2022 numero 239 PRIMO PIANO Intervista all’assessora Caterina Bonetti REPORTAGE A Lazise, quelle terme scoperte per caso FOCUS QUARTIERI Pablo, un quartiere da scudetto O521 IL MESE MAGAZINE MENSILE DI APPROFONDIMENTO, ATTUALITÀ, SALUTE E CULTURA DI PARMA Protagonisti Intervista esclusiva a Corrado Beldì Città bimbi Viaggio nella biblioteca Civica junior Focus salute La chirurgia mininvasiva ortopedica GROUP www.sinapsigroup.com Testata registrata Il mese Parma - gratuito Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99 PARMA? UNA STORIA DA MATTI

Le nostre due anime, per progetti unici.

Proiettati verso un

futuro più sostenibile.

mingorisrl.com

CITTÀ

10 Gusto! Gli italiani a tavola 1970-2050

Al Laboratorio Aperto del Complesso di San Paolo una mostra sulla storia del cibo e le abitudini degli italiani di Greta Umanitario

14 A gennaio la nuova biblioteca al Montanara Intervista all’assessora Caterina Bonetti di Simone Simonazzi

32 Il miglior atto? Quello che non è stato fatto Espolorando l’attività notarile a Parma di Simone Simonazzi

Il mese Parma n. 237 - gratuito Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99

Editori Edicta p.s.c.r.l. e Sinapsi Group N° iscrizione al ROC: 9980

Registrazione ISSN: 1592-6230 via Torrente Termina, 3/b PARMA Tel. 0521251848 - Fax 0521907857

Stampato in 7000 copie

Direttore responsabile: Simone Simonazzi - simonazzi@edicta.net

Art director: Pietro Spagnulo Grafica: Davide Pescini

Redazione: Rosaria Frisina, Ilaria Gandolfi, Daniele Paterlini, Francesca Costi

Hanno collaborato: Valerio Cervetti, Erika Corso, Sofia Dallafiora, Paola Gennari, Caterina Malfatto, Rocco Rovito, Alice Simonazzi, Serena Sasso, Rebecca Talignani, Greta Umanitario

REPORTAGE

21 A Lazise le terme scoperte per caso

Com’è nato il “Parco Termale di Villa dei Cedri” sul lago di Garda di Simone Simonazzi

IL PERSONAGGIO

30 Corrado Beldì

“Imprese aperte”, come coniugare cultura e mondo del lavoro di Daniele Paterlini

ITINERARI

60 Monte Fuso, tra cervi e daini

Escursioni nei boschi e attività a contatto con la natura di Alice Simonazzi

34 Pablo. Un quartiere da scudetto

Tra i più popolosi della città, un’invenzione moderna di Serena Sasso

38 Chirurgia ortopedica mininvasiva Innovazioni e vantaggi di Sofia Dallafiora e Rebecca Talignani

48 Civica Junior

Rivolta ai bambini 0-13. Se pensate che leggere sia noioso, questo è il vostro posto. Per cambiare idea! di Caterina Malfatto

50 RegioYoung

Spettacoli dedicati alle famiglie e riservati alle scuole di Serena Sasso

54 Anna Frank e il diario segreto

Un cartone animato per far conoscere la storia ai bambini di Erika Corso

58 La grande pallavolo

WiMore Volley Parma e il grande ritorno in serie A, per conquistare i tifosi di Rocco Rovito

62 Remax

Golden House 2, un gruppo in continua crescita e un modo nuovo di essere agenzia immobiliare

SOMMARIO O521 IL MESE MAGAZINE Ottobre 2022 | 0521Mag | 3 04 UN’ECCEZIONALE VISIONE DEL FUTURO A Parma si è fatta la storia: quella contro l’abominio degli ospedali psichiatrici, trovando una risposta diversa DI ILARIA GANDOLFI, VALERIO CERVETTI, PAOLA GENNARI

visione del

Un’eccezionale
FUTURO O521 IL MESE MAGAZINE A Parma si è fatta la Storia: quella contro l’abominio degli ospedali psichiatrici, per una risposta diversa alla malattia mentale
DI ILARIA GANDOLFI, VALERIO CERVETTI, PAOLA GENNARI
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Questa è la storia di Giordana, che al manicomio di Color no ci è nata. Frutto dell’a more rubato di due pazienti, nella sua vita non ha cono sciuto casa diversa dalle strutture di accoglienza: dall’ospedale al brefotro fio, quindi in un gruppo appartamento, infine in una casa di riposo. È la storia di Mauro, che a Colorno faceva l’infer miere. Lì ha conosciuto Giordana, si è affezionato: così oggi, dopo tanti anni, ogni due settimane esatte, si mette in macchina e attraversa tutta la provincia per passare un po’ di tempo con lei. Questa è anche la storia di Loredana: una vita a prendersi cura della sorella, Liliana, un ricovero dopo l’altro, fino a quando si seppe che usciva la “leg ge Basaglia” e che l’Ospedale avrebbe chiuso: e lei pensò, con sgomento “San to Dio e adesso? Come faremo?”. È la storia di Giacomo, Vincenzo, Cor rado, Maria: giovani psichiatri con la voglia di cambiare il mondo, catapultati negli anni Settanta - poco più che ven tenni - nella bocca del leone, costretti a cercare una via di fuga dall’orrore dei reparti. Senza regole già scritte o sentieri già segnati, senza libretto di istruzioni. È la storia di Stefano, un al tro psichiatra, che per evitare un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), una notte, preferì ricoverare una Moto Morini: “Era un nostro paziente storico, si presentò in sella, ubriaco, rombando per tutto l’atrio. Ovviamente non era possibile mandarlo a casa… Così a un certo punto gli dico: Il problema è la moto: ricoveriamo la moto. Però tu le devi fare la notte! Qui ci sono persone che stanno male e non c’è molto da fidarsi. Così facemmo: organizzammo una finta firma per il ricovero della mo to, lui acconsentì a rimanere lì a smal tire la sbornia; dopo poco dormiva sul divano”.

Questa la storia di tanti, di tantissimi. È la storia dell’Ospedale Psichiatrico di Colorno, e della città (della comunità)

che seppe chiuderlo. Immaginandosi una risposta diversa alla malattia men tale: mai del tutto formulata, mai del tutto compiuta. Su cui ancora oggi si interroga. Perché non c’erano (e non ci sono?) ricette pronte, armi segrete. Perché nessuno sapeva davvero come, ma “bisognava provarci”.

A volerla raccontare a chi non la co nosce, come Progetto Itaca Parma ha provato a fare nel libro che proprio così si intitola -“Bisognava provarci. Parma e la malattia mentale: dal manicomio ai servizi psichiatrici territoriali”-, non si può che cominciare dalla storia di Mario.

Tommasini, di cognome, anche se per

In queste pagine alcune immagini tratte dal libro “Bisognava provarci. Parma e la malattia mentale: dal manicomio ai servizi psichiatrici territoriali”.

Fonte: Archivi fotografici dell’Ospedale Psichiatrico di Colorno, della Provincia di Parma, dell’Ausl di Parma, di Franco Piccoli

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Parma è stato e sarà sempre “Mario” e basta. È il 1965 e lui – 38 anni, nato in Borgo del Naviglio, figlio della Barrica te, attivista, membro del gruppo diri gente locale del Partito Comunista - è appena diventato assessore provinciale con delega all’Ospedale Psichiatrico. Una mattina arriva a Colorno con la cin quecento della Provincia, vuole andare a vedere di persona. Trova una realtà che va ben oltre ogni racconto, la tocca con mano: “un lager, un carnaio” lo de finisce, qualcosa “da far venir voglia da vomitare”. Vede, intravede, persone che conosce e viene riconosciuto. Saluta e viene salutato, abbraccia e viene ab bracciato. Sono compagni, persone che abitavano nei suoi quartieri, molti par tigiani. Quelli come lui, semplicemente meno fortunati. Racconta, nel viaggio di ritorno, di un attimo di smarrimen to: rimetto la delega? No, li libero. Li riporto a casa.

Da lì parte un lavoro che, a dispetto della figura di “letturista del gas con la quinta elementare”, rivela tutta la sua intelligenza politica e sensibilità umana. Denuncia l’abominio in con siglio provinciale, solleva il problema

di porvi fine; cerca alleati nel partito – non senza difficoltà – e fuori, arri va ad ottenere la costituzione di una commissione tecnico-sanitaria per lo studio dei problemi relativi ai servizi dell’assistenza psichiatrica. Si informa su quello che sta succedendo altrove e così conosce Franco Basaglia, che a Gorizia sta iniziando la sua rivoluzione. Trova lì la conferma scientifica alla sua idea, la rinsalda: l’ospedale psichiatrico non va cambiato, non va migliorato – ad esempio almeno riportando il numero dei ricoverati a livello accettabile, 350 rispetto agli oltre mille effettivamente presenti nel 1965; va chiuso.

Nel frattempo l’aria sta cambiando, in Italia e nel mondo, donando forza e respiro al movimento antimanicomia le: nel 1968 a Roma viene approvata la riforma sanitaria del Ministro Mari otti, che prevede l’affiancamento agli ospedali psichiatrici dei primi servizi territoriali, i centri di igiene mentale. Un anno dopo, è il 2 febbraio 1969, Parma guadagna le prime pagine na zionali con l’occupazione di Colorno, primo manicomio in Italia. L’azione –con cui Tommasini intendeva mette

re all’angolo in via definitiva le forze conservatrici, accorciare i tempi, dare una svolta - dura 40 giorni e ha se non altro l’effetto di dare al problema una visibilità mai avuta prima. La città di batte, ci si schiera, e anche se le voci contrarie al movimento sono prevalenti – la Gazzetta di Parma, ad esempio, condurrà una campagna spietata contro gli occupanti – il passaggio è cruciale. Lo spiega bene Maria Bocchi, che più avanti erediterà da Tommasini l’inca rico di assessore: “Ci ha aiutato molto il fatto che su questi temi si muovesse l’opinione pubblica. Che ne ha dette di cotte e di crude, e anche di ridicole … ma il fatto che se ne occupasse era già sufficiente ad aprire degli spiragli. Perché le cose hanno iniziato a cam biare quando si è creata una cultura, una cultura che andava nelle direzione opposta al dire: “Ah beh, a’t gh è un màt… l’è colpa tòva, l’è la tò ràssa” (in dialetto, “Ah beh, hai un matto? È colpa tua, è la tua razza”). Quando l’opinione pubblica ha iniziato a pensare che il problema della malattia mentale non è solo del malato e della sua famiglia, no, no! Ma anche tuo, e dei tuoi ami

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ci, e degli amici degli amici, e anche di quelli che dicono No, toglimelo dai piedi. Di tutta la città”. Settembre 1970: i tempi sono maturi perché Tommasini apra le porte di Co lorno a Franco Basaglia, che ne diventa Direttore Sanitario. Resterà qui poco meno di un anno – attirato probabil mente da un “campo da gioco” più am pio, quello di Trieste, su cui la portata del suo lavoro poteva svilupparsi in pienezza - ma seminerà su un terreno già fertile innescando un processo di cambiamento profondo e destinato a dare frutti più avanti. Nelle parole di Luisa Mainini, laureanda e futura psi cologa a cui Basaglia affida, proprio a Colorno, una tesi dal titolo “L’ospeda le in trasformazione”: “Franco voleva capire su quale tessuto umano poteva contare, all’interno dell’istituzione: e se con queste persone – le infermiere soprattutto - era possibile raggiungere un’alleanza ideologica, fattiva, per la

Progetto Itaca Parma: insieme per la salute mentale

Chi fosse interessato alla storia tratteggiata in queste pagine da Valerio Cervetti, Ilaria Gandolfi e Paola Gennari può approfondirla nel volume “Bisognava provarci. Parma e la malattia mentale: dal manicomio ai servizi psichiatrici territoriali”, firmato dagli stessi autori e promosso dall’associazione Progetto Itaca Parma in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Parma. Progetto Itaca è nata a Parma nel 2013 e da allora - operando nella rete nazionale di Fondazione Progetto Itaca Onlus, presente in 17 città italiane – offre gratuitamente servizi e iniziative di informazione, prevenzione, sostegno e reinserimento socio-lavorativo dedicati alle persone con disturbi della salute mentale residenti nel parmense e alle loro famiglie. “Il nostro primo obiettivo – racconta il Vicepresidente

trasformazione e l’apertura dell’Ospe dale. Perché nella sua concezione era l’intero Ospedale che doveva diventare terapeutico, a partire dagli infermieri. Ma non vide nulla del cambiamento che

dell’associazione, Gianni Caselli, ideatore del progetto che ha condotto al libro – è però di natura prettamente culturale: promuoviamo innanzitutto l’informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica per combattere i pregiudizi nei confronti della malattia mentale. Per questo nel 2019 abbiamo deciso di promuovere “Bisognava provarci”, un lavoro che non è “solo” un libro di storia (peraltro necessario, perché viene a colmare una lacuna bibliografica significativa): infatti i testimoni interpellati nel corso della ricerca propongono anche una disamina puntuale delle problematiche della cosiddetta legge Basaglia, chiedendosi che cosa è stato fatto e che cosa resta da fare per portare a termine un percorso che - per varie ragioni – ha tutte le caratteristiche di un’opera incompiuta”. “Bisognava provarci” è in vendita presso Progetto Itaca Parma, a sostegno delle cui attività va l’intero ricavato: per info tel 335 6848068 www.progettoitacaparma.org, info@progettoitacaparma.org.

innescò. Non è così semplice… Arriva il nuovo direttore, le cose cambiano, il manicomio non è più quello di prima. Tutt’altro: il cambiamento non si crea per decreto legge, ma attraverso l’al leanza con le persone che lo devono mettere in pratica e attraverso la loro trasformazione. È un processo lunghis simo, un lavoro certosino, delicato, fat to di mille dinamiche da decifrare, di relazioni che vengono messe in crisi e poi si ricostruiscono, si assestano in modo differente”.

Nel ‘71 Basaglia se ne va. Gli succede Ferruccio Giacanelli, perugino, circon dato da un gruppo di giovani psichia tri – quelli di cui accennavamo sopra – che si trovano al lavoro su un doppio fronte: immersi fino al collo nell’inferno dell’Ospedale, ma tutti rivolti a creare qualcos’altro fuori, le famose strutture intermedie - o alternative - rese possibi li dalla legge Mariotti. Racconta Vincen zo Scalfari: “Io a Colorno fui destinato al Roncoroni-Ugolotti, un reparto dove nessuno voleva andare, perché c’erano i malati più gravemente disabili. Quella fu la mia vera università. Lì ho capito quasi tutto, ho imparato tante cose; è venuto meno il velo estetico al lavoro psichiatrico. D’altra parte quello che si curamente ricorda chiunque abbia vi

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sitato un manicomio è la puzza. E così quello che misi in campo non fu tanto una specifica scienza ma tutto quello che ero, con i libri che avevo letto, con le mie idee politiche, con il mio modo di provare affetti e sentimenti. Mi sono legato affettivamente ad alcuni pazienti, ho provato lo sgomento dell’impotenza per quasi tutti, ma con alcuni ho con diviso una qualche speranza di riscat to. Tutto questo, ogni giorno, era fonte di grande tensione e di vera e propria sofferenza; ero giovane ma sembravo già vecchio”. E poi c’era il fuori. Giacomo Conserva, collega di Scalfari, racconta “lo sforzo massiccio, sistematico, che compivamo per moltiplicare le uscite dei pazienti e le loro dimissioni. Perché l’idea di fondo era far tornare quante più per sone possibile alla propria vita, via dall’Ospedale. Tommasini ci metteva molto del suo e aveva una capacità di persuasione impressionante (oltre che l’appoggio di fondo di molte compo nenti politiche, sindacali e della società civile, molti industriali compresi): È un bravo ragazzo, prendetelo, vedrete che andrà tutto bene! Seppe stringere una marea di accordi con istituzioni, azien de e privati per ottenere locali in cui creare i gruppi appartamento e labo ratori, ma anche l’assunzione protetta o regolare di molti pazienti”. Era un lavoro da 24 ore al giorno: “Tu eri lì guardia all’Ospedale, e da fuori arri vavano queste telefonate di Tommasini o di chi per lui: Correte, correte, c’è il tale che sta male, sta facendo casino...

Ancora le ricordo con terrore. Perché, alla fine, tutto questo mandarli a casa, tutto questo lavoro svolto prima della legge 180, così prezioso, così imponen te, così innovativo in Italia, era basato su forze largamente insufficienti; a volte sembrava davvero di arrampicarsi sugli specchi”.

Arriva infine il 13 maggio 1978: il par lamento approva la legge stralcio 180, quella che verrà definita – non senza inesattezze - “legge Basaglia”, per poi venir recepita qualche mese più tardi nella più ampia riforma sanitaria. Silvio Maccherozzi , anche lui psichiatra me no che trentenne, compie la sua prima guardia a Colorno nel giorno esatto in cui la legge diventa operativa: ne gli stanzoni del Palazzo Ducale sono ricoverati ancora circa 200 pazienti (si riuscirà a chiuderne i battenti definiti vamente solo 20 anni dopo, negli anni Novanta), ma non si accettano più nuo vi ingressi e tutte le urgenze vengono gestite al neonato reparto di Diagnosi e Cura, a Parma. “Il primo contatto che ebbi fu con gli infermieri” racconta. “Persone che lavoravano lì da venti o trent’anni, non tutte d’accordo con il movimento che aveva portato alla leg

ge. C’era un uomo, legato a un tavolac cio; dicevano È impossibile slegarlo, se lo facciamo picchia tutti quelli che gli capitano a tiro! E confesso che anche io, ultimo arrivato, come loro mi ritrovai a pensare Ma questa gente, fuori di qui, dove la mettono? Perché è tutta questio ne di visione: nelle istituzioni totali le persone regrediscono, perdono l’uma nità e la capacità di vedere le cose come stanno. Mangiavamo, io e gli infermie ri, in un salone dove c’erano anche i pazienti, e uno di loro defecava per terra. Per gli infermieri era una cosa normale, avevano perso la capacità di vedere, in quel paziente, una persona che forse meritava un aiuto, un’atten zione diversa. Per questo, anni dopo, sono arrivato a capire la straordinarietà di ciò che fece Mario Tommasini: un uomo senza grande cultura che entra in manicomio – dodici anni prima di me! - e davanti a fior fiore di medici che insistono nel dire che quello è l’unico modo di curare questi malati, non solo vede che si tratta di un abominio; ma concepisce l’idea di chiudere un posto del genere, la crede possibile! Per fare una cosa simile bisognava proprio ave re un’eccezionale visione del futuro”.

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GUSTO! AL SAN PAOLO GLI ITALIANI A TAVOLA. 1970-2050 Mag | Ottobre 2022 O521 IL MESE MAGAZINE

Il Laboratorio Aperto del Com plesso di San Paolo, accoglie l’edizione speciale della mostra “ GUSTO! Gli italiani a tavola. 1970-2050”, ideata e prodotta da M9 Museo del ‘900 di Venezia Me stre. Il titolo ci fa capire fin da subito che il tema centrale non è il cibo italiano ma il gusto, qualcosa capace di mettere insieme l’esperienza in dividuale e la narrazione collettiva. Fondamentale il contributo di un comitato scientifico che ha affianca il curatore Massimo Montanari, pro fessore di Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna e fondatore del Master “Storia e cultura dell’a limentazione” e Laura Lazzaroni, giornalista, scrittrice ed esperta di pane e grano. Il percorso espositivo indaga la relazione tra gli italiani e il cibo: un rapporto che è profonda mente cambiato dagli anni Settanta, in cui comincia l’industrializzazione dell’alimentazione italiana. La parola “chiave” della mostra è “Gusto”, che

Parole come ricetta, cuore, soffritto, butta la pasta: sono termini che ricordano il mangiare italiano

è analizzata in diverse situazioni. La prima sezione è dedicata al lessico del cibo: parole ed espressioni come ricetta, soffritto, cuore, butta la pasta sono parte di un glossario costrui

Luglio 2022 | 0521Mag | 11
Mag | Luglio 2022 Vedi l’estratto del regolamento sull’App My Centro Torri oppure allo stand in galleria. Montepremi totale € 21.500,00 IVA inclusa Le immagini sono solo a scopo illustrativo con Centro TorriGioca e vinci Grande concorso Dal 1° ottobre al 31 dicembre 2022

to intorno all’universo del mangiare italiano. Si prosegue con il tema del “Gusto Italiano”, una summa della ricchezza italiana di materie prime e prodotti d’eccellenza che insieme rendono possibile e sempre diversa la cucina italiana. Il “Gusto fuori di casa”, fatto di ristoranti, trattorie, oc casioni conviviali, sagre, tutti spazi dove il cibo è protagonista. Il “Gusto del viaggio”, che illustra il modo in cui gli italiani raccontano la propria identità all’estero, ma anche com’è visto dagli altri; “il Gusto dell’incon tro”, che racconta l’incontro tra cit tà e campagna, Nord e Sud dove il gusto si pone come ponte culturale che protegge la varietà territoriale locale in chiave espansiva. In fine il “Gusto Giusto” ospita un focus sul la nutrizione e sulla salute, con info grafiche e una creatività ad hoc sullo

spreco alimentare. Si tratta di una tappa fondamentale che accompagna il visitatore alla riflessione sul cibo e sulla nutrizione attenta al benessere fisico, all’ambiente, alla società, agli

animali e sul rivoluzionario ingresso della scienza a tavola e il suo tentati vo di oggettivare il cibo nonché una sosta immancabile prima dell’ultima sezione dedicata al gusto del futuro.

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LA

QUARTIERE

14 | 0521Mag | Ottobre 2022 “A GENNAIO
NUOVA BIBLIOTECA DEL
MONTANARA”

Aprire le scuole fuori dall’orario scolastico, inaugurare una bi blioteca di quartiere e creare due nuovi asili. Sono questi al cuni dei progetti che Caterina Bonetti, assessora ai Servizi Educati vi e Transizione Digitale, Formazione professionale, Sistema bibliotecario, Diritti e pari opportunità del Comune di Parma ha già in agenda. Senza però trascurare quella che sarà la ricaduta sull’attività amministrativa nella gestio ne quotidiana del servizio bibliotecario, nel migliorare accessibilità e qualità dei servizi scolastici, avviare percorsi per una miglior conciliazione dei tempi di vita familiari.

Partiamo dalla scuola, ha già in mente come spendere i fondi del Pnrr?

“Abbiamo già alcuni progetti per l’am pliamento dell’offerta educativa, pen siamo di inaugurare, prima della fine del mandato, un nuovo asilo nido per la fascia 0-3 nel quartiere Parma Mia e una nuova scuola nell’area dell’Eu rosia per la fascia 0-6. Poi procede il cantiere de “La scuola nel parco”, che riguarda l’area del Castelletto fra via Zarotto e via Sidoli. Stiamo ragionando su quale sia la migliore destinazione per le nuove aule che sorgeranno, an che in relazione alla Pezzani e la Puc cini, avendo ben presente che la piorità non è l’esigenza di un nuovo stadio, ma ciò che è meglio per garantire la

proposta didattica più qualificata. Poi ristruttureremo l’Agazzi, la Micheli e il Quadrifoglio, mentre alla Rodari fare mo interventi per rendere autonomo l’accesso all’auditorium”.

E per quanto riguarda i servizi sco lastici, come vi muoverete?

“Vogliamo potenziare il trasporto sco lastico, ma l’obbiettivo è dare il miglior supporto ai genitori, ai bambini e ai ragazzi per incrementare momenti di socialità e scambio, dopo un prolunga to isolamento dovuto alla pandemia”.

Quali sono le azioni che avete in mente?

“In collaborazione con altri assessorati come quello di Beatrice Aimi ai gio vani, pensare progetti che uniscano il mondo della scuola, quello dell’asso

CARTA D’IDENTITÀ

Caterina Bonetti

Competenze: Assessora ai Servizi Educativi e Transizione Digitale

Deleghe a Servizi Educativi e Transizione Digitale, Formazione professionale, Sistema bibliotecario, Diritti e pari opportunità, Servizi cimiteriali, Rapporti con il Terzo Settore, TSO

ciazionismo giovanile, penso ad aprire le scuole anche fuori dall’orario scola stico, farle vivere. In questo anche le biblioteche possono essere importanti”.

Quali sono le maggiori criticità che vede nella scuola oggi?

“Tre cose. La prima lavorare di più sull’orientamento scolastico, mi sem bra che spesso il percorso formativo non sia adeguato. La seconda la lotta ad una dispersione scolastica in continua crescita nelle scuole superiori, quando termina il periodo dell’obbligo. Infine sta emergendo un grande problema di intergrazione scolastica, non solo rispetto agli stranieri, ma soprattut to in riferimento a forme di disabili tà psico-cognitive, autismo, disturbo dell’apprendimento. Si tratta di distur bi più insidiosi, in continua crescita, i cui confini sono meno definiti e che stanno mettendo in difficoltà famiglie che non hanno gli strumenti per af frontarli in modo efficace. Andrebbe anche ripensato il ruolo dell’insegnante di sostegno”.

Lei viene dall’opposizione, ha detto che ha passato le prime settimane a capire la struttura e conoscere le persone: risultato?

Nella foto Caterina

Bonetti, assessora ai Servizi Educativi e Transizione Digitale del Comune di Parma

Breve Biografia: Ha frequentato il liceo classico, laureandosi poi in Lettere. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Italianistica e Filologia romanza all’Università di Parma. Giornalista pubblicista dal 2020, si è occupata di comunicazione, progetti di responsabilità. sociale, tematiche legate alle cultura e ha all’attivo pubblicazioni e articoli. Presidente dell’assemblea comunale del PD di Parma. Consigliere comunale del Comune di Parma dal 2018 al 2022.

“Ho avuto un’ottima impressione. Io credo tantissimo nella relazione con il personale, in politica si può anche avere una visione, ma poi va tradotta in azioni operative e queste sono realiz zabili se esiste collaborazione e intesa”.

Molti amministratori hanno insistito molto sulla necessità di collaborare tra di voi?

“Il sindaco Guerra ha deciso di me scolare le carte in tavola, distribuire le deleghe in modo tale che sia necessa rio collaborare tra i diversi assessorati.

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Caterina Bonetti: “Fare una vera politica per le donne, non vuol diresolo aiutarle a tenere un figlio, mariuscire a darle tutto il tempo che leserve per realizzarsi”
16 | 0521Mag | Ottobre 2022

Prenda le mie: le biblioteche devono coordinarsi con la cultura, l’associazio nismo è competenza dell’assessore Ja copozzi, ma io mi occupo di diritti ci

vili e pari opportunità. Se ad esempio io volessi chiudere le strade davanti alle scuole, all’ora di ingresso e uscita, dovrei confrontarmi con la viabilità,

per non fare disastri il giorno dopo o dover subito rivedere la decisione presa”.

Come ha trovato le biblioteche?

“Le conoscevo già, io sono una gran fre quentatrice. La situazione è buona, pro segue lo sviluppo del polo bibliotecario della Civica, con l’apertura della Civica Junior, L’apertura del San Paolo va ad integrarsi con la Guanda e l’Internazio nale e presto inizieremo il recupero del giardino di San Paolo. Nel 2023 inaugu reremo la biblioteca del quartiere Mon tanara, mentre l’Alice sarà riqualificata, dato che dovrà restare nel Parco Ducale ancora per un pò di tempo. Per quel che riguarda le attività, io credo molto nel progetto Parma “Città che legge”, attraverso il quale possiamo accedere a numerosi bandi. E poi vorrei poten ziare e lavorare sul festival della lettura LIBERaVOCE”.

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18 | 0521Mag | Ottobre 2022 @perfecta parma perfecta naturallydifferent perfecta desk@gmail com B e a u t y , H a i r & F i t n e s s L A N O S T R A M I S S I O N E È I L T U O B E N E S S E R E P a r r u c c h i e r e J u r v e d h a T r a t t a m e n t i v i s o e c o r p o I N O S T R I S E R V I Z I 0 5 2 1 1 5 5 3 9 6 8 V i a E m i l i a O v e s t 2 2 / B | P a r m a

Pari opportunità, un tema sempre attuale e delicato?

“C’è poco da dire. Occorre tenere sem pre alto il livello di sensibilizzazione, punto. Fare azioni concrete, più che tanti discorsi, io ad esempio non sono molto appassionata alle questioni lin guistiche, ma quanto a potenziare i nidi per dare più tempo alle donne. Credo che aiutare una donna, non volglia dire metterla nelle condizioni solo di essere vista come cargiver, ma le don ne devono realizzarsi a prescindere: negli affetti, nel mondo del lavoro e anche nel tempo libero. Occorre im pegnarsi per continuare a combattere gli stereotipi maschili. Anche rispetto agli stranieri, dobbiamo attivare ser vizi, come i corsi gratuiti di italiano, erogare servizi che aiutino ad essere più indipendenti. Le politiche civili devono diventare la norma”.

Lei ha anche la delega alla transizio ne digitale?

”Si, ma non da vedere solo da un punto di vista tecnologico, computer o sof

tware, Quello che dobbiamo pensare è che scambiandosi i dati si migliorano i servizi ai cittadini. Ad esempio met tendo in rete i dati della scuola e quelli del sociale, come luogo di relazioni fra passato e presente”.

Anche per i cimiteri ha idee nuove?

“Penso che i cimiteri siano luoghi di cultura e che debbano essere vissu ti. Per questo proporrò iniziative e progetti, che li rendano luoghi fre quentati e credo che così possano anche dare maggior sollievo a chi li visita per ricodare i propri cari defunti”.

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A

TERME SCOPERTE PER CASO

LAZISE, LE
Com’è nato il “Parco Termale di Villa dei Cedri”: arte e benessere sul Garda DI SIMONE SIMONAZZI

AVilla dei Cedri l’acqua cal da è stata scoperta per una fortunata casualità. Tutto ha inizio quando nel 1989, vo lendo migliorare l’impianto d’irrigazione del parco storico sette centesco, ci si accorse che l’acqua a disposizione non bastava per l’intera area di ben tredici ettari. Si decise quindi di far perforare il terreno alla ricerca di falde acquifere, indicando anche il punto dove eseguire la tri vellazione. I tentativi portarono a una scoperta sorprendente: a 160 e a 200 metri di profondità l’acqua scorreva abbondante su due falde diverse, ma con una particolarità interessantissi ma: la temperatura era di 37°C l’una e di 42°C l’altra. La quantità trovata suppliva abbondantemente alle ca renze per l’irrigazione ma, date le caratteristiche dell’acqua affiorata dal sottosuolo che, oltre a tutte le

importanti qualità termali, aveva an che il raro pregio di essere insapore, inodore e incolore, si aprivano nuove e importanti prospettive. L’intrapren denza e la capacità dei gestori hanno poi contribuito a trasformare il parco, in trent’anni, in un piccolo paradiso, un luogo diventato meta di turisti e amanti del benessere. Il Ministero della Sanità ha poi fatto il resto, rico noscendo “le proprietà terapeutiche dell’Acqua Minerale di Villa dei Cedri per la balneoterapia, l’idropinoterapia (acqua da bere) e l’utilizzo nella cura delle malattie artroreumatiche, nella riabilitazione motoria, nei postumi di flebopatie e nelle malattie cutanee”. L’acqua termale calda di Villa dei Ce dri è un’acqua minerale termale com posta in gran parte da bicarbonato, calcio, magnesio e da una quantità significativa di silicio. È un’acqua al calina con un pH tendente al 7,8 con

La scoperta delle acque termali avvenne quasi per caso: si cercava una falda ricca per irrigare l’ampio parco di Villa dei Cedri.

Il lago principale riceve ogni giorno 3500 metri cubi di acqua, che garantisce un completo ricambio in meno di 48 ore.Le acque sono ad una temperatura di 33-34 gradi

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effetti antinfiammatori. Nasce così, quello che è diventato uno dei luo ghi più romantici e affascinanti sulle rive del Garda, immerso tra piante rare ed alberi secolari con due laghi termali con vasche a temperature dif ferenziate: il Lago Principale e quello Piccolo. Entrambi attrezzati con idro massaggi, fontane cervicali, cascatelle e geyser. Un’altra delle caratteristiche dei queste terme è l’illuminazione se rale, che li rende adatti anche anche per la balneazione notturna. Il Lago Principale, che si trova di fronte alla “Serra-Giardino d’inverno”, e a tutti i suoi servizi, ha una temperatura at torno ai 33-34°C. In mezzo al lago ci sono due piccole vasche mantenute

a temperatura più alta, di 37-39°C. Questo lago esisteva già nel Parco, che venne costruito alla fine del set tecento, ma con acqua fredda. Una caratteristica del tutto particolare del luogo è rappresentata dall’enorme ri cambio di acqua programmato. Infatti il lago, che contiene circa 5000 metri cubi di acqua, ne riceve e ne scari ca ogni giorno circa 3500. In questo modo è garantito un ricambio totale del bacino nell’arco di meno di 48 ore. Il Lago Piccolo è stato ripristinato alcuni anni dopo l’apertura del Parco Termale grazie alla scoperta di una fotografia scattata alla fine dell’otto cento che testimoniava l’esistenza di questo laghetto in quel periodo. Si

tratta solo del primo di una lunga se rie di interventi, sugli edifici e sulle strutture, che rappresenta una delle più interessanti operazioni di recupe ro storico-naturalistico, aprendo strut ture moderne, ma mantenento intatto il senso della srtoria del luogo, che si è andata stratificando nei secoli. A dominare, sul parco termale, c’è la Villa dei Cedri, una Villa storica in stile lombardo costruita alla fine del XVIII secolo, neoclassica, attribuita all’architetto Luigi Canonica (Tessere te, Lugano 1762 – Milano 1844), che fu nominato da Napoleone architetto di Stato e sovraintendente. Canoni ca fu incaricato dalla Famiglia Mi niscalchi-Rizzo, imparentata con un

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doge veneziano e possidente di un monumentale palazzo a piazza delle Erbe a Verona, quest’ultimi rimasero proprietari della villa sino ai primi del Novecento. All’interno si notano i pregevoli portali di marmo verde dell’ingresso, una fontana-edicola in rosso veronese, statue, tracce di affreschi e splendide sale da bagno. Oggi la Villa è stata restaurata e tra sformata in un lussuoso albergo con 27 camere, molte delle quali con vista sul parco. Il progetto di sviluppo del parco termale, soprattutto in rela zione alla proposta ricettiva, si è poi ampliato anche all’esterno dell’area dei due laghi. E’ infatti stato concepi to e attuato un importante recupero e restauro di piccole abitazione e di antichi fabbricati nel centro storico di Colà di Lazise, trasformandoli in monolocali e bilocali disponibili per essere affittati per chi volesse sog giornare per qualche giorno sul Gar da e approfittarne per organizazre gite nelle viinanze. Particolare anche

il recupero del Centro benessere, che si estende su una superficie di oltre 1.000 mq ed è stato realizzato all’in terno delle antiche scuderie e della foresteria, risalenti alla fine del XIX secolo. Strutture che mantengono gli elementi originari in marmo, le man giatoie, le colonne per i cavalli, i por tali ad arco acuto, le caratteristiche finestre circolari ed esagonali. Ad au mentare l’aspetto neo-medievale, sulla destra si erge una torretta con rivesti mento alternato di mattoni e pietra, a imitazione delle torri scaligere. All’in terno del parco si trova anche Villa Moscardo: è l’edificio più antico, risale al XV secolo, come testimonia l’epi grafe sulla facciata che celebra la vi sita dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo avvenuta il 21 Aprile del 1530. Carlo V era sovrano di colonie d’oltreoceano, conosciuto come l’imperatore “sulle cui terre non tramontava mai il sole”. Oggi all’interno di Villa Moscardo si trova un ristorante. La foresteria era ospitata nel corpo meridionale più

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Villa dei Cedri fu progettata dall’Architetto Luigi Canonica, architetto nazionale al tempo della Repubblica Cisalpina. Fu lo stesso progettista del Foro Buonaparte e dell’Arena di Milano

elevato e parzialmente inglobata nel fabbricato delle scuderie. La facciata verso la corte, in mattoni, presenta splendide finestre gotico-veneziane ed è adibita in parte ad uffici. E poi, “appoggiata” sulla riva del Lago Gran de, si trova la “Serra-Giardino d’inver no”, che pemette di entrare e uscire dall’acqua restando in un ambiente protetto dalla temperatura esterna nei mesi più freddi o durante la sera. Si tratta di un’elegante costruzione in ferro e vetro, voluta dal senatore Fran cesco Miniscalchi, intorno alla metà dell’ottocento, è costituita da una vol ta a padiglione centrale su cui si erge una lanterna a pagoda, affiancata da due lunghi bracci simmetrici chiusi all’estremità da corpi quadrangolari in muratura. Davvero pregevole è la pensilina di accesso, sostenuta da elaborati elementi in ferro e sormon tata dallo stemma araldico dei com mittenti. L’insieme rappresenta uno degli esempi più interessanti in terra veronese di giardini d’inverno che si diffusero in Europa fra il XVIII e XIX secolo. Il Parco Termale del Garda –Villa dei Cedri ha voluto così essere all’avanguardia portando innovazio ne ai concetti del termalismo classico, mettendolo al servizio del benessere e della salute e coniugando le proprie tà benefiche e terapeutiche dell’acqua termale con protocolli motori di eser cizi specifici ed attività fisioterapiche. E infine il parco secolare, che fa da cornice ai laghi: centocinquanta ce dri di ogni genere e forma (Cedrus atlantica, C. atlantica “Glauca“, C. de odara), ma anche una grande distesa di Abies alba nordmannica, Pinus ni gra, Pinus excelsa, Fragus sylvatica, Pinus purpurea pendula, Liquidambar styraciflua, Taxus baccata e T. baccata “Frastigiata”). Sono solo alcune delle specie ancora presenti e che si posso no ammirare anche lungo il sentiero che dall’ingresso conduce al luogo dove si potrà fare un bagno, immer gendosi nell’acqua calda.

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O521 IL MESE MAGAZINE 28 | 0521Mag | Ottobre 2022 I M E R C A T I N I D I N A T A L E 2 0 2 2 P E R A V E R E I L P R O G R A M M A C O M P L E T O , I N F O R M A Z I O N I O P R E N O T A Z I O N I : B E A T R I C E @ L A N D I V I A G G I . C O M T E L . 0 5 2 1 / 8 8 7 1 9 7 27 Novembre - Levico Terme e il mercatino Asburgico 3 Dicembre - Bergamo con visita alla città Alta 4 Dicembre - Grazzano Visconti (mezza giornata) 10 Dicembre - Castello di Ala Avio e Bardolino

La sicurezza alla guida è una respon sabilità sociale e il rispetto del codi ce stradale significa garantire a tutti di spostarsi senza rischi e prevenire i pericoli legati all’imprudenza e alle di sattenzioni.

Sono tantissime la cause che portano a incidenti stradali purtroppo spesso molto gravi e/o mortali e una gran par te degli scontri è dovuta ad errori del guidatore: tra questi ci sono utilizzo del cellulare, elevata velocità, scarsa distan za di sicurezza, guida in stato di ebrezza e altre distrazioni fatali.

Attenersi al codice della strada a volte non basta perché è altrettanto impor tante mettersi alla guida in condizioni psico-fisiche idonee e controllare che il veicolo sia in ottime condizioni e non abbia problemi tali da mettere a rischio automobilisti, ciclisti e pedoni. Come gruppo operante dell’automotive da oltre 40 anni vogliamo oggi fornirvi 3 regole d’oro per mettervi alla guida in totale sicurezza per voi e per chi condi vide con voi gli spostamenti.

1 - EVITARE DISTRAZIONI

Il primo consiglio può sembrare banale ma è alla base della sicurezza stradale, evitare le distrazioni significa mantenere alta la concentrazione cercando di rispet tare la segnaletica stradale, sia verticale che orizzontale. Rientra nella pericolosa categoria delle distrazioni l’utilizzo del telefono: il consiglio è (ove possibile) di connettere il bluetooth prima di mettersi alla guida oppure se necessario utiliz zare una cuffia auricolare per parlare al telefono (mai due, non permetterebbero di sentire i rumori esterni come ad esem pio il clacson).

2 – GUIDA SOLO IN CONDIZIONI

OTTIMALI

Non mettersi mai alla guida dopo aver mangiato troppo o aver assunto dei far maci che provocano sonnolenza: i colpi di sonno sono una delle principali cau se di incidenti spesso purtroppo fatali e se si dovesse essere già in marcia bi sognerebbe fermarsi subito in caso di stanchezza in modo da riposare prima di rimettersi in carreggiata. Dovrebbe essere scontato ma è bene ripetere che

SICUREZZA STRADALE: 3 REGOLE D’ORO PER VIAGGIARE SENZA RISCHI

è severamente vietato guidare dopo aver assunto alcolici e stupefacenti e che oltre a esser previsti sospensione della patente e del mezzo, si rischiano procedimenti penali.

3 – DISTANZA DI SICUREZZA E EFFICIENZA DEL VEICOLO

Durante le lezioni di scuola guida la di stanza di sicurezza viene spiegata con una semplice formuletta, tuttavia molto

spesso tale distanza non viene rispetta ta. Ma avere uno spazio adeguato dalla vettura che ci precede è fondamentale perché ci consente di avere maggiore spazio di frenata in caso di emergen za. Proprio a tal proposito è di vitale importanza che la vettura sia efficiente: effettuare una regolare manutenzione, frequenti check up all’impianto frenante, controllare la giusta pressione delle gom me e non sottovalutare i classici rumorini sono elementi preziosi in grado di evitare situazioni pericolose alla guida. Per mantenere in forma la vostra vettura oppure per avere una consulenza a 360 gradi lo staff Gruppo Zatti grazie alla sua quarantennale esperienza è totalmente a vostra disposizione per qualsiasi eve nienza, perché guidare in sicurezza è una responsabilità sociale e siamo convinti che l’informazione e la prevenzione siano la migliore ricetta viaggiare al sicuro.

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POCHE REGOLE, MA FONDAMENTALI, PER NON RISCHIARE ALLA GUIDA, LIMITANDO I PERICOLI E LA POSSIBITÀ DI INCIDENTI

Laterlite S.p.A. è azienda leader in Italia nella produzione di soluzio ni leggere, isolanti e sostenibili per l’edilizia. Il suo primo stabilimento pro duttivo è stato realizzato a Rubbiano di Solignano nel 1964. La gamma dei prodotti Laterlite, che include i marchi Leca, Lecablocco, Gras Calce e Rure gold, è protagonista nel processo di rigenerazione urbana, ristrutturazio ne e riqualificazione energetica degli edifici esistenti, ricoprendo un ruolo fondamentale nella realizzazione del percorso di miglioramento qualitativo, in termini di sostenibilità ambientale, del patrimonio edilizio italiano. Corrado Beldì è il presidente di Laterlite e, oltre a condurre le attività impren ditoriali, ha maturato interessi in tanti campi, dall’arte alla musica (è presiden

CORRADO BELDÌ Intervista a

Imprese Aperte è un progetto ideato da “Parma, io ci sto!” e Unione Parmense degli Industriali, con Cisita Parma, che coniuga cultura e mondo del lavoro: nello stabilimento Laterlite, è stato realizzato in modo originale. Ce lo spiega il presidente.

te di I-Jazz, associazione che raggrup pa 85 festival jazz in tutto il territorio nazionale), dimostrando una visione capace di superare gli schemi.

Corrado Beldì, la prima domanda non può che riguardare il progetto

“Imprese aperte” ideato da “Parma, io ci sto!” e Unione Parmense degli Industriali, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Potrebbe rac contarci in breve in cosa consiste? «Si tratta di un progetto che mi ha mol to appassionato. Nasce nell’ambito di

Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 e ha come obiettivo quello di portare il grande pubblico all’interno delle imprese, accompagnandolo alla scoperta dei luoghi del nostro territorio dove si crea il lavoro, fondamentale per il benessere delle persone. Le imprese però non si limitano solo a questa fun zione, seppure importante, ma costitui scono anche veri luoghi di cultura. Pro prio con questa convinzione abbiamo aderito al progetto, introducendo nello stabilimento di Rubbiano di Solignano allestimenti e mostre fotografiche de dicate alla natura. Il successo - oltre le aspettative - riscosso dalla prima edi zione ci ha portato quindi a proseguire anche quest’anno l’iniziativa con la mo stra fotografica “Luce Naturale”, che at traverso gli scatti dei fotografi Gabriele Basilico e Luca Santiago Mora racconta

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la realtà industriale della nostra azienda nell’arco di 40 anni di storia».

Tra i suoi incarichi vi è quello di vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna, con delega alle ri sorse umane. Quale rapporto si sta delineando tra mondo dell’impresa e mondo della formazione, dopo il biennio della pandemia?

«Le imprese emiliane investono molto in formazione e innovazione: questo fa sì che il personale interno, acquisendo nuove competenze, non solo faccia cre scere l’impresa ma al contempo cresca con essa. In generale, la disponibilità di risorse umane adeguate al nostro si stema produttivo è un elemento critico, sia per motivi demografici, sia per la struttura stessa del nostro sistema di istruzione: si registra una carenza di laureati ma soprattutto di figure con competenze tecnico-scientifiche. Oc corre quindi supportare maggiormen te chi sceglie percorsi di formazione

terziaria professionalizzante, in parti colare per quanto riguarda il sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), su cui l’Italia è molto in ritardo rispetto alla Germania e ad altri Paesi europei».

Come interpreta il concetto di soste nibilità?

«Il nostro approccio è molto cambiato negli ultimi vent’anni. Laterlite continua a realizzare prodotti per il restauro de gli edifici e per il rinforzo strutturale di opere complesse, adottando una stra tegia in linea con gli obiettivi di soste nibilità del Paese, sia in termini di ef ficientamento energetico che di minor consumo di suolo, soprattutto nei cen tri storici. Inoltre, siamo impegnati nel diminuire il consumo di combustibili fossili, in favore di un maggior utilizzo di fonti rinnovabili, così come nel pro muovere la transizione verso un’econo mia di tipo circolare. Il nostro impegno per l’ambiente è testimoniato anche da altre iniziative, come la partecipazione

al progetto KilometroVerdeParma e la realizzazione di un percorso naturalisti co nell’area circostante il nostro stabi limento, resa possibile attraverso pian tagioni particolarmente significative».

Responsabilità sociale d’impresa significa sostenibilità ma anche cul tura.

«La Responsabilità d’Impresa non può prescindere dall’ambito culturale, che insieme all’attenzione verso la soste nibilità ambientale e sociale consente alle aziende di esercitare una forma di restituzione al territorio in cui operano. In questi anni, abbiamo partecipato a numerosi progetti culturali. Per esem pio, con “Imprese Creative Driven”, un altro progetto sostenuto da “Parma, io ci sto!” nell’ambito di Parma Capitale della Cultura 2020+21, abbiamo portato in azienda un team di creativi che ha coinvolto i nostri dipendenti in un la boratorio di “arte partecipata”, mediato da “muschi&licheni”, attraverso il quale le creazioni elaborate dalle maestranze sono state inserite all’interno del per corso espositivo realizzato a Rubbiano di Solignano. Quest’anno, inoltre, ab biamo messo a disposizione alcuni dei nostri vecchi macchinari per il progetto artistico di Gian Maria Tosatti, che ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia 2022».

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A sinistra Corrado Beldì. Nelle altre foto immagini di “Imprese Aperte” allo stabilimento di Rubbiano

Un viaggio nel mondo dell’attività notarile a Parma

L’uscita del volume “Il giuramen to dei notai”, di Antonio Ca puto, Angelo Scelzo e Antonio Aliani, impreziosita dalla prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, è l’occasione per raccontare uno dei mestieri più importanti e affascinanti in Italia, a metà strada tra “la funzio ne pubblica e l’attività imprendito riale”. Nella nostra provincia ci sono

Il miglior atto?

“QUELLO CHE NON È STATO FATTO”

cinquanta notai, di cui 39 a Parma. Il notaio riveste un ruolo importante in diverse situazioni: dall’acquisto della casa, alla costituzione di una società, di una startup, così come nelle do nazioni, successioni e testamenti, ma come deve svolgere questa funzione?

“Noi siamo testimoni della verità - af ferma Antonio Caputo, notaio a Par ma -. Ma una verità non statica, bensì dinamica, non dobbiamo essere un testimone passivo, ma un paladino e attento artefice capace di ristabilire le asimmetrie informative. Spesso ci troviamo a mediare tra pesone che hanno diversa conoscenze della leg

ge: pensiamo ad un imprenditore che è ben consapevole della propria atti vità o un privato che compra la prima casa e che si affida a un mediatore. Il nostro compito è fornire tutte le informazioni necessarie per riequli brare questo situazione, avere la pa zienza di spiegare sempre bene ogni aspetto delle questioni”. Il notaio de ve mantenere un’imparzialità tale per cui lei arriva a scrivere nel suo libro che il miglior atto è quello che non è stato fatto? “Si, perché a volte la ne cessità di fare un atto e gli interessi di chi si rivolge a noi non coincido no e noi non dobbiamo perseguire

il nostro utile particolare. Un bravo notaio è quello che riesce a non far compiere atti inutili. In questo senso noi non abbiamo clienti, ma pazienti: credo che anche per questo San Lu ca sia il patrono sia nostro, che dei medici: noi dobbiamo curare chi si rivolge a noi, offrendo la miglior as sistenza per lui”. Il ruolo del notaio è stato oggetto di riforme, come pensa sia percepito oggi? “La gente non ha capito fino in fondo il nostro ruolocontinua Antonio Caputo -, e anche la cosiddetta liberalizzazione non ha aiutato in questa comprensione. Ad un convegno un magistrato disse

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”Il notaio deve essere non compiacente, imparziale, non uno spettatore, ma intervenire, quando occorre, per riportare equilibrio tra le parti”

che i notai sono ermafroditi, un ter mine che condivido e che fotografa la non tangibilità del ministero nota rile. Noi siamo pubblici ufficiali, ma anche liberi professionisti e lo Stato

Nato ad Afragola (NA) il 30/6/1954, residente a Parma dal 1981, 4 figli, sposato. Laureatosi a 23 anni superò l’abilitazione di procuratore legale ed il concorso di funzionario del Ministero dell’Interno. Nel 1981 diviene Notaio a Parma, dove tuttora esercita tale professione. Ha fatto parte di Commissioni Studi presso il Consiglio Nazionale del Notariato e della Commissione Ministeriale Preselezione Informatica al Concorso Notarile. È stato Vice Presidente della Cassa Nazionale del Notariato. È membro di diritto del Comitato Regionale Notarile dei Distretti

dell’Emilia Romagna. È curatore di pubblicazioni storico-culturali (v. Notai a Parma X-XX SEC. Ed. Skira 2006), di libri quali “Parma, La Cattedrale cuore antico della città”, 2007), è autore e curatore del libro “Il Giuramento dei Notai” Ed. Grafiche Step 2022), di contributi e di monografie di carattere storico-culturale. È Presidente dell’Istituto del Buon Pastore Onlus di Parma che si occupa da 170 anni di assistenza alle ragazze in situazioni di disagio personale e familiare, ragazze madri, ragazze vittime della tratta. È Consigliere del CdA della Cooperativa Farmaceutica Parmense. È componente del Consiglio Direttivo della Scuola di Specializzazione post laurea per le professioni legali dell’Università degli Studi di Parma

arriva a paragonarci ad un’impresa”. Inoltre il notaio riscuote le imposte collegate a tutti gli atti (imposte di registro, ipotecarie, catastali, ecc.) versando ogni anno, cinque miliar di di imposte indirette e plusvalen ze senza alcun aggio a carico dello Stato, assumendosene i rischi. “E’ da tutte queste considerazioni che si può trovare la spiegazione al que sito che ho cercato di rivolvere nel mio libro “Il giuramento dei notai” - conclude Caputo -, come mai il giu ramento della professione dei notai, che deve essere rigorosamente laica, si svolge leggendo i versetti poeti ci del prologo di Giovanni, un testo religioso? La risposta è nella natura stessa del nostro mestiere: non solo un’arte, ma anche un impegno so ciale e morale, come affermato nella prefazione dal Cardineale Gianfranco Ravasi”.

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Chi è Antonio Caputo

Dal 2002 diviene quartiere autonomo e sul suo territorio, che costeggia il Parco Ducale, oltre all’ospedale, si trova l’EFSA

Il quartiere Pablo è un’invenzione moderna. Se si pensa che fino al 1923 la zona attuale del Pablo era divisa amministrativamente in due parti: a nord della via Emilia nel Comune di Golese, e a sud nel Comune di San Pancrazio. Poi, da quell’anno il Comune di Parma, per Regio Decreto, allargò i suoi confini inglobando questo territorio, che viene ad avere una sua vera e propria denominazione nel 1979, quando viene istituzionalizzata la III Cir coscrizione “Pablo-Golese-S.Pancrazio”.

PABLO UN QUARTIERE DA SCUDETTO

Dal 2002 diviene quartiere autonomo e nel suo territorio oltre all’ospedale, si trova l’EFSA (Autorità Europea Sicu rezza Alimentare) su Viale Piacenza che porta al Ponte delle Nazioni. Oggi, da oltre vent’anni è un popoloso quartiere a nord-ovest del centro, con 15.500 abitanti in 2 Kmq (densità = 7.750 ab/Kmq), ed è delimitato dalla linea ferroviaria ParmaLa Spezia ad ovest, dal Poligono di Tiro di via Reggio a nord, dal torrente Parma e dai viali di circonvallazione ad est e da viale Rasori e via Volturno a sud. Fino al ‘900 era territorio di aperta campagna, suddiviso tra i poderi della famiglia Boc

Tra i più popolosi della città, tra i suoi ex-abitanti anche Stefano Pioli, il mister del Milan campione d’Italia

chi (sotto Golese) e i terreni degli Ospizi Civili (sotto S.Pancrazio). Pochi casolari sparsi, in quella zona che nei decenni successivi vide una vera e propria esplo sione edilizia. Merito dell’individuazio ne, da parte della giunta comunale di Parma Zanzucchi, per l’ubicazione del nuovo Ospedale Maggiore, proprio nei

terreni degli Ospizi Civili, detti Prati di Valera. Nel 1915, il Primo Ministro del Regno d’Italia, Antonio Salandra, posò la prima pietra di un complesso ospedalie ro all’avanguardia. Fu ultimato nel 1926, mandando definitivamente in pensione dopo 725 anni di servizio, l’ospedale vec chio di Via D’Azeglio. Da lì in poi la zona

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DI SERENA SASSO

circostante divenne un fiorire di palazzi e centri residenziali a nord e a sud di via Gramsci. Successivamente venne creato il piazzale che diede il nome al quartie re, Pablo, nome di battaglia di Giacomo di Crollalanza, siciliano di Modica (Ra gusa), uno dei primi organizzatori del la resistenza partigiana sull’Appennino Parmense, deceduto nel 1944 a Bosco di Corniglio, durante una rappresaglia nazifascista. A determinare un ulteriore sviluppo urbanistico è stata la decisio ne di costruire il Ponte a Nord, progetto però rimasto incompiuto fino ad ora per quel che riguarda il suo utilizzo e in par te abortito, non procedendo alla costru zione di nuovi edifici lungo il torrente, ma soprattutto la decisione di insediare l’EFSA (Autorità Europea Sicurezza Ali mentare) in viale Piacenza, eliminando il vecchio campo da baseball e il centro sportivo circostante. Il Pablo rimane un quartiere fortemente caratterizzato dalla presenza dell’ospedale, che lo compren de per intero e conta un alto numero di residenti stranieri (al pari Oltretorrente e Parma centro). Nel quartiere Pablo un residente su quattro non possiede la cit tadinanza italiana. Il regista Pietro Me

Carta d’identità del Quartiere Pablo

Numero abitanti: 15.280 (4748 famiglie)

Età media abitanti (2020): 12,00% (0-14), 15,01% (15-29) 50,32% (30-64) 22,68% (over 65)

Livello anzianità: Età media 45,13 anni

Famiglie monopersonali: 3.327 (44% del totale)

Sesso della popolazione: 47,81% maschi e 52,19% femmine

Superficie: 1,97 Kmq

Stranieri: 3.969 (25,8%)

Numero scuole: 8

Densità popolazione per Kmq: 7.756 abitanti (tra le più alte)

Popolazione in fascia d’età 0-29 27,01%

Dimensione nuclei familiari: Medio piccoli (2,16 per famiglia)

Aree storiche: Prati Bocchi (area viale Osacca, Prati di Valera (area Ospedale Maggiore)

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dioli ha provato a raccontare il quartiere in un film, nato da un’idea di Antonio Benassi e girato tra maggio del 2014 e l’inizio del 2015, il lungometraggio è un documentario che cerca sia di ricostruire la storia di uno dei quartieri più popolari di Parma, sia di mostrare com’è oggi, rac contandone le storie degli abitanti. Una curiosità, il Pablo è anche il quartiere di Stefano Pioli, l’allenatore parmigiano che ha vinto lo scudetto con il Milan e che ha giocato da piccolo nella squadra che aveva sede proprio qui, iniziando a tirare il pallone nel cortile della parrocchia. Ma prima di lasciare il quartiere Pablo, non si può non ricordare il Marétt, oggi non fa più parte geograficamente del quar tiere. Il Maretto è un’ansa della Parma, negli anni Cinquanta/Sessanta la “me ta di villeggiatura dei parmigiani”, una piscina naturale dove si poteva andare senza pagare, popolata di rane e pesci, luogo amato dai pescatori, anche se non privo di insidie, tante sono le storie di annegamenti, congestioni e incidenti. In quel punto “la Parma si allarga, curva e si stringe seguendo le friabili sponde e lambendo spontanee spiagge di sabbia e ghiaia”, ma è anche un luogo dominato da una folta vegetazione e tanta sugge stione, con l’idea di immergersi in una piccola foresta amazzonica appena fuori dalla città, al limite del quartiere Pablo.

Per chi lo volesse vedere oggi, “Strada Maretto” si trova appena oltre l’autostra da, in zona Fiera, proseguendo dopo il nuovo ponte a Nord e quello della tan genziale.

Chi era il partigiano “Pablo”

Giacomo di Crollalanza, noto col nome di battaglia “Pablo” (Modica, 1917 – Bosco di Corniglio, 17 ottobre 1944), è stato un ufficiale e partigiano italiano, Medaglia d’oro al valor militare. Dopo aver frequentato l’Accademia militare di Modena, con il grado di capitano fu inviato in Albania col 3º Reggimento Granatieri. Ferito durante uno scontro, venne rimpatriato nel maggio del 1943 per essere curato. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si diede alla macchia ma cadde in mano ai tedeschi mentre tentava di raggiungere la famiglia in Sicilia per trascorrervi la convalescenza. Il 13 maggio 1944 riuscì però ad evadere dal carcere di San Francesco di Parma, durante un bombardamento alleato che colpì un’ala del penitenziario, e a raggiungere l’Appennino emiliano. Con il nome di battaglia “Pablo” fu tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane nell’Appennino parmense. Divenne leggendario in Val Ceno per l’audacia delle sue azioni, e divenne comandante della 31ª brigata

Garibaldi. Alla formazione del Comando Unico Operativo del parmense, fu eletto comandante il 3 settembre 1944, nell’assemblea di Pian del Monte, nei pressi di Borgo Val di Taro. Sorpreso a Bosco di Corniglio dai tedeschi durante una riunione del Comando Unico, che aveva sede vicino all’albergo Ghirardini, il 17 ottobre 1944 cadde colpito da una raffica, mentre saltava da una finestra del primo piano dell’albergo per salvarsi. Sul posto vi è la lapide dei vari caduti di quel giorno. Giacomo Ferrari, il partigiano “Arta”, prese il suo posto come comandante dei partigiani della Val Parma. Nel 1946, l’Università di Parma, per onorarne la memoria, conferì a Crollalanza la laurea ad honorem in Ingegneria.

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S A L U T E

Chirurgia ortopedica mininvasiva:

INNOVAZIONI E VANTAGGI

Quando si parla di chirurgia orto pedica mininvasiva s’intende un insieme di tecniche chirurgiche che, grazie all’ausilio di innovazioni nelle procedure e di nuovi e sempre più raffinati strumentari, permettono un minor trauma chirurgico consen tendo maggiori benefici in termini di

comfort per il paziente.

Il dottore Riccardo Cepparulo, chirurgo presso l’Ospedale Santa Maria di Borgo

Val di Taro, insieme al dottore Marco Rossolini, chirurgo presso l’Ospedale di Vaio di Fidenza, ci spiegano alcuni aspetti rilevanti di questa innovativa tecnica chirurgica.

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Un insieme di tecniche chirurgiche innovative che donano maggiori comfortal paziente nelperiodo postoperatorio

Quando nasce la chirurgia mininva siva?

“La chirurgia mininvasiva ha iniziato a prendere piede negli ultimi vent’annici spiega il dottor Marco Rossolini. Si tratta di un’evoluzione in senso positivo perché se i primi interventi, ad esem pio quelli al ginocchio, venivano fatti aprendo le articolazioni per poter ope rare, adesso, la maggior parte degli interventi viene fatta con tre piccoli forellini di accesso attraverso i qua li si lavora all’interno del ginocchio con delle microtelecamere e micro strumenti”,.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa nuova tecnica?

“Con l’evoluzione delle tecnologie la chirurgia diventa sempre meno invasi

Intervista a Riccardo Cepparulo, chirurgo all’ospedale Santa Maria di Borgotaro e Marco Rossolini, chirurgo all’ospedale di Vaio

va - interviene il dottor Riccardo Cep parulo -, questo comporta un rilevan te risparmio tessutale, che si traduce in recuperi funzionali molto più rapidi e soprattutto un minor dolore provocato, rispetto alle tecniche tradizionali. Ma anche le perdite ematiche ridotte, sono un fattore non irrilevante, anche perché oggi assistiamo a una diminuzione delle donazioni del sangue. Queste tecniche chirurgiche innovative con sentono anche vantaggi dal punto di vista estetico. Ad esempio con la tecnica “Bikini”, utilizzata per la protesi dell’anca, si praticano inci sioni più piccole a livello cutaneo. Si tratta di una tecnica che impie ghiamo per pazienti particolarmen te giovani, specialmente donne, in cui l’incisione scompare nella piega cutanea inguinale e sotto l’indumen to intimo. La chirurgia mininvasiva rimane comunque molto difficile da apprendere e ci vogliono mani esperte, ma i vantaggi per il pazien te sono innegabile rispetto alle tec niche tradizionali”

Qual è la tipologia d’intervento più richiesto?

“La protesi all’anca e al ginocchio sono gli interventi maggiormente eseguiti- prosegue Riccardo Cep parulo. Questo perché i materiali che utilizziamo ora determinano una durata e una longevità maggio re dell’impianto rispetto al passato che, da statistiche, si aggira intor no ai 26/30 anni, anche per questo l’età dei pazienti che si sottopongono all’impianto protesico si sta abbassando notevolmente. E’ molto richiesta anche la chirurgia ricostruttiva del ginocchio e della spalla”.

All’Ospedale di Vaio è da poco pre sente il robot ortopedico che suppor ta il chirurgo. Come funziona e che miglioramenti ci sono grazie al suo utilizzo?

“Il Robot viene utilizzato nell’ambito della chirurgia protesica del ginocchio e dell’anca - ci spiega il dottor Marco Rossolini. Il vantaggio della piattafor

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ma robotica non è quello di fare delle incisioni più estetiche, ma quello di unire la precisione della macchina alla competenza del chirurgo che consente di tagliare meno osso possibile e per mette un corretto posizionamento delle componenti protesiche, garantendo una durata maggiore del impianto e tempi di recupero post-operatori più rapidi. Al momento del pre-ricovero il paziente viene sottoposto a una TAC, le cui immagini serviranno per ripro durre a computer un modello tridimen sionale del distretto da operare che replica fedelmente quello del paziente. Questo ci consente di conoscere anti cipatamente l’intera anatomia dell’ar ticolazione e di stabilire la strategia chirurgica più indicata per un corret to posizionamento delle componenti. Con l’aiuto del robot si può operare in due al posto di tre e questo per mette di ridurre il personale in sala

A desra: una frattura articolare; Nelle due foto al cetrno i vantaggi estetici della tecnica “Bikini”

In basso la sala operatoria

operatoria. L’unico problema è che si tratta di macchinari complessi da

utilizzare e molto costosi. Non tutti gli ospedali possono permetterselo”.

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S A L U T E

Dopo una lunga estate calda e arida, finalmente è arrivata la pioggia, generando le condi zioni ideali per la crescita dei fun ghi. Infatti, già da qualche tempo le montagne parmensi si sono ripopo late di appassionati raccoglitori di funghi. Più o meno esperti. Per gustarli in totale sicurezza, l’Ausl di Parma ha rafforzato l’atti vità degli Ispettorati micologi, dove i professionisti del Dipartimento di sanità pubblica, possono certificar ne la commestibilità.

Sono quattro, nella provincia di Parma, i punti messi a disposizione per i cittadini e le attività commer ciali in cui controllare e certificare i funghi e si trovano a Borgotaro, Parma, Fornovo e Langhirano. A Borgotaro a ottobre l’ispettorato è attivo nei pomeriggi di martedì e giovedì, all’ingresso dell’Ospedale Santa Maria di via Benefattori 14, dalle ore 16.30 alle 17.30. Nel mese

Funghi:

LI RACCOLGO, MA LI MANGIO?

di novembre è aperto solo al mar tedì agli stessi orari. A Parma, nel mese di ottobre l’ispettorato è atti vo il lunedì e il giovedì nella Sede del Dipartimento di Sanità pubblica di via Vasari 13, dalle ore 16.00 alle 17.30. Nei mesi novembre è aperto solo al lunedì agli stessi orari. A

Fornovo e a Langhirano presso la Casa della Salute, il servizio è di sponibile su appuntamento.

Il controllo è gratuito per l’autocon sumo, per le attività di ristorazio ne e la vendita al dettaglio, mentre per i funghi destinati alla vendita all’ingrosso, è previsto un costo di

0,40 centesimi per ogni chilogram mo esaminato.

Il controllo da parte dei micologi dell’Ausl è gratuito per l’autocon sumo, per le attività di ristorazio ne e la vendita al dettaglio, mentre per i funghi destinati alla vendita all’ingrosso è previsto un costo di

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L’Ausl mette a disposizionegratuitamente gli Ispettoratimicologici per controllarli

0,40 centesimidi euro per ogni chi logrammo esaminato. Per rendere più agevole il control lo del micologo, i funghi devono essere presentati in buono stato di conservazione, possibilmente in

contenitori rigidi e forati (cestini) e devono essere interi (quindi non recisi o tagliati, spezzettati, lavati, raschiati o privi di parti essenzia li al loro riconoscimento); inoltre è importante ripulirli da terriccio, foglie o altri corpi estranei.

“Il controllo da parte degli esper ti è di fondamentale importanzaspiega Caterina Erta, coordinatrice dei micologi dell’Ausl di Parma: -. Raccomandiamo ai cittadini di sot toporre al controllo tutti i funghi raccolti o ricevuti in regalo. Solo l’esperto micologo infatti, con l’os servazione e le sue competenze specifiche in materia, può determi narne la commestibilità o la tossi cità e pertanto sono assolutamente da evitare metodi di riconoscimento non scientifici, o peggio fidarsi di quello che si è sentito dire”.

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.ausl.pr.it

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CAMMINARE CONTRO L’ALZHEIMER

Una malattia la si batte anche gio cando d’anticipo. E’ questo che vogliono comunicare gli organizzatori con la Maratona Alzheimer: trasmet tere la cultura dell’attività fisica come prevenzione e lotta al deterioramento fisico. La partenza è prevista per dome nica 23 ottobre in piazza Gramsci, alle ore 9, a Sala Baganza, si tratta di una camminata di sette chilometri, agevole per tutti, che durerà circa due ore, do po le quali, attraversando i Boschi di Carrega, si arriverà a Ponte Verde. La camminata, per partecipare alla quale è previsto un contributo di 10 euro, è

gratuita fino ai 13 anni e costa 5 euro per i ragazzi della fascia 14-18, è coor dinata dal GES Gruppo Escursionistico Salese. Ai primi 300 partecipanti che si iscriveranno, verrà dato in omaggio uno zainetto con gadget dell’evento. In caso di maltempo, la camminata verrà

rimandata di una settimana, il 30 di ottobre. Iscrizioni e prenotazioni 0521 331342/3-3421116983

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IL RICAVATO VERRA’ INTERAMENTE DEVOLUTO AI PROGETTI DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI QUESTA MALATTIA

TUMORE AL SENO, DIAGNOSI PRECOCE E TECNOLOGIA

Il tumore al seno è la neoplasia fem minile più frequente, con una curva di incidenza in crescita. Secondo i dati colpisce una donna su otto. Ogni anno il mese di ottobre si tinge di “rosa” e di iniziative proprio per ricordare alle donne l’importanza degli screening di prevenzione e della diagnosi precoce. Nonostante la sua diffusione, infatti, il rischio di mortalità si è ridotto notevol mente grazie ai progressi terapeutici e agli avanzamenti diagnostici. “La tec nologia avanzata gioca oggi un ruolo strategico nelle diagnosi del carcinoma mammario - spiega la Dottoressa Ga briella Durante Martina, Specialista in Diagnostica per Immagini del Poliam bulatorio Dalla Rosa Prati, Gruppo Ga rofalo Healthcare -. Tra le tecnologie all’avanguardia, oltre alle metodiche tra dizionali della mammografia digitale ed ecografia, al Poliambulatorio utilizziamo la Tomosintesi, per studiare la mammel la in strati, e la Risonanza magnetica mammaria, uno strumento riservato a casi selezionati in cui è necessario un esame ad elevata sensibilità diagnostica”.

La Tomosintesi

La Tomosintesi permette di studiare la mammella in strati. Si tratta una mam mografia tridimensionale ad alta defini zione, ovvero combina immagini con venzionali acquisite a due dimensioni con immagini tridimensionali multistra to. Con questo metodo è possibile stu diare la mammella anche nella dimen sione più profonda, scomponendola in diverse sezioni (ognuna di un millime tro) e di mostrare in modo chiaro e pre ciso anche alterazioni minime relative a un tumore di piccole dimensioni che potrebbero rimanere nascoste sotto il tessuto ghiandolare con la mammografia classica.

La Risonanza Magnetica Mammaria

Si tratta di un esame diagnostico molto accurato, con un’elevata sensibilità dia

GLI ESAMI AD ELEVATA SENSIBILITÀ CONSENTONO LA PRECISIONE DEI REFERTI E LA MIGLIORE VALUTAZIONE DIAGNOSTICA

gnostica, che permette di individuare noduli di piccole dimensioni, a volte non riconoscibili con le normali metodiche tradizionali. Si tratta di un esame com plementare che non deve sostituire la mammografia e l’ecografia. Non è appli cabile a tutte le pazienti. L’esame viene eseguito in casi selezionati che, secondo le linee guida, sono: donne ad elevato rischio genetico famigliare di sviluppare un carcinoma mammario nell’arco della loro vita; nei casi di Cup Syndrome, ossia la ricerca di un tumore mammario scono sciuto in presenza di metastasi a livello dei linfonodi ascellari; nella valutazione

di neoplasie mammarie dopo chemiote rapia neoadiuvante; nei follow up, in caso di tumore già studiato, per differenziare una recidiva da una cicatrice; nello studio delle protesi mammarie; per la ricerca di bilateralità, multicentricità (la presenza di più tumori in quadranti diversi), mul tifocalità (la presenza di tumori nello stesso quadrante) in caso di neoplasie già individuate radiologicamente.

“Ottobre, il mese della prevenzione”

Anche quest’anno il Poliambulato rio Dalla Rosa Prati è in prima li nea nella prevenzione del tumore al seno offrendo gratuitamente vi site, ecografie e mammografie. Le prenotazioni gratuite (riservate ai primi accessi), fino ad esaurimento dei posti disponibili, sono possibili chiamando o inviando un Whatsapp allo 0521.2981

Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it

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Tanti pensano che leggere sia noio so, che sia un’attività per i grandi cervelloni o solo un passatempo per i “topi da biblioteca”… eppure, non potrebbe essere esserci opinione più sbagliata! Per molti, infatti,la lettura è prima di tutto un piacere, oltre che un modo per aprirsi a nuovi pensieri, a nuo vi orizzonti, a nuovi mondi. Ma avete mai pensato alla lettura come qualco sa di divertente, stimolante, come un gioco che coinvolge anche i bambini più piccoli? Se l’avete fatto, forse allora ne avete colto l’essenza più intima. Se invece un libro per voi significa so lo noia, forse proseguendo a leggere cambierete idea. Infatti, la biblioteca Civica di Parma ha voluto proporre a se stessa e a tutti i bambini e i ragazzi questa sfida: può la letteratura coinvol gere tutti, ma davvero tutti, compresi i bimbi? Ha dunque lanciato un pro getto, chiamato “Civica Junior”, dedi

CIVICA

JUNIOR

Rivolta ai bambini 0-13. Se pensate che leggere sia noioso, questo è il vostro posto. Per cambiare idea!

cato ai giovani lettori dai 0 ai 13 anni. L’obiettivo? Incoraggiare l’amore per la lettura sin dalla nascita, attraverso una ricca scelta di libri adatti a questa fascia d’età e spazi allestiti apposita mente, con angoli morbidi, ambienti accoglienti e luminosi… E non solo: per i genitori dei piccolissimi lettori è a disposizione un “Baby Pit Stop”, ossia un ambiente con fasciatoio e poltron cine per qualsiasi esigenza.

La nuova sezione si trova al primo pia no del Complesso di vicolo Santa Ma ria (dove già si trova la Sezione Adulti), nella Biblioteca Balestrazzi e Bibliote ca Bizzozero. L’iniziativa, già in atto da qualche mese, prevede tante attività e appuntamenti, specifici per ogni fascia di età, che evidenziano l’enorme valore che può avere un semplice libro: non sono intellettuale e di apprendimen to, ma anche emotivo e relazionale. La

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creazione di questi spazi, sia fisici che culturali, è necessaria al miglioramen to dello spirito e della vita di comu nità: occasioni di socializzazione, di incontro e di confronto costruttivo. Per questo la “Civica Junior” prosegue la

linea di azioni di rilancio del quartiere Oltretorrente, portate avanti dall’Am ministrazione Comunale nell’ultimo periodo. Per rinnovare un quartiere, l’idea migliore è partire dai più piccoli! Oggi più che mai, quindi, queste ini ziative sono essenziali per costruire in sieme una comunità. La nostra società, spesso legata ai social network, a in ternet e alla comunicazione istantanea, ha un po’ dimenticato l’importanza della letteratura. “Un libro è un sogno che si tiene tra le mani”, citando Neil Gaiman, scrittore inglese di bellissimi libri per ragazzi. Un libro è sogno, una porta su realtà nuove e da esplorare, una finestra attraverso cui far volare la fantasia. Un libro è un cantuccio sicuro in cui rifugiarsi, è un’esperienza da con dividere, è un amico che ci tiene com pagnia. Ed è fondamentale trasmettere l’amore per la lettura ai più piccoli, o -perché no- lasciarselo trasmettere ac compagnando figli, fratellini, nipoti o amichetti.

Dunque, cosa aspettate? La biblioteca Civica è aperta per voi! Tante fiabe e racconti, laboratori e letture, risate e divertimento… Sarà un’esperienza me ravigliosa per grandi e piccini, perché, in fondo, non si smette mai di essere bambini!

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P

arte la rassegna che il Teatro Regio dedica agli spettatori più piccoli. Dieci appunta menti tra musica, laboratori e performance. Si inizia sabato 29 ottobre 2022, ore 15.30 e 18.00, al Ridotto del Regio con “Cartoons! Un concerto da brividi!” dedicato ai bam bini dai 6 anni: “Allo scoccar della mez zanotte in quella che sembra essere una sala solitaria del teatro, personaggi da brividi appaiono misteriosamente ad ogni rintocco, per un raduno se greto, un raduno davvero pauroso…

REGIOYOUNG

o forse no… inizia così un viaggio fan tastico nel regno di mostrojazzlandia, dove paurosi, ma simpatici mostri into nano fantastiche canzoni. Un’avventura da brividi che finisce per trasformarsi un vero e proprio concerto, una festa coinvolgente che sa affrontare con spi rito il tema della diversità”. Il 5 e 26 novembre e il 3 dicembre, sempre alle 10,30, ”Opera meno 9, viaggio musica le per famiglie in attesa”: un percorso laboratoriale alla scoperta della musica e della propria voce dedicato alle fami glie in attesa, alle mamme, ai papà e ai bimbi in arrivo, consigliato dal quinto all’ottavo mese di gravidanza, quando

Spettacoli per le scuole e aperti alle famiglie. Una notte si dorme in teatro

il bambino comincia a percepire e re agire ai suoni provenienti dall’esterno. il costo del biglietto comprende un kit ludico musicale con inviti all’ascolto e per chi acquista l’abbonamento a tutti e tre gli appuntamenti, 2 biglietti in omaggio per lo spettacolo “Il flauto magico”, per vivere le prime emozioni

del teatro e innamorarsi della musica. Dal 30 novembre al 4 dicembre, “Il libro della giungla”, da 6 anni: il pic colo Mowgli perde i genitori e cresce con i lupi nella giungla, che lo salvano dalla tigre Shere-Khan. l’orso Baloo di venta suo maestro ed amico e lo inizia alle leggi della giungla, aiutato dalla pantera Bagheera. ma Shere-Khan non tollera gli uomini nella giungla e con vince i lupi che Mowgli non è uno di loro e dev’essere allontanato. Riuscirà Mowgli a lasciare la giungla e a trovare il suo posto tra gli umani? Il 4 febbraio 2023, ore 15.30 e ore 18.00 per fami glie “Va’, Peppino”, dai 5 anni, un piccolo, grande spettacolo in cui si fondono i linguaggi della musica, del canto, della commedia dell’arte e del teatro di parola. Protagonisti: Giuseppe Verdi e la moglie Giu seppina Strepponi e i personaggi dell’opera Nabucco, gli spiriti della musica, che escono dal pianoforte e ispirano i grandi maestri nella scrit tura di un capolavoro. Riusciranno nel loro intento? lo scopriremo solo guardando lo spettacolo! Onvece martedì 14 febbraio è in programma “Imparolopera Don Giovanni” da 6 a 13 anni, sullo stesso palcoscenico

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che ospita le scene di Don Giovanni è previsto nell’ambito della stagione lirica, un viaggio alla scoperta del mondo dell’opera, in un intreccio di parole e note nel racconto inedito del capolavoro di Mozart. Perché con l’ironia e la leggerezza anche i tragici destini e le passioni travol genti possono divertire e strappare un sorriso. L’11, il 15 e il 18 febbra io in scena “Il matrimonio segreto”, dramma giocoso in due atti su li bretto di Giovanni Bertati in forma ridotta per le scuole e le famiglie. Il 24 e il 25 marzo “Il flauto magico, opera kids da 3 a 6 anni”, spettaco lo di teatro musicale con cantante, due attori e pianista da Die Zauber

flöte di Wolfgang Amadeus Mozart: in un piccolo teatro abbandonato, una compagnia di attori decide di ri dare vita a alla magica storia musicale del principe Tamino e del suo fidato Papageno, che dovranno affrontare le lunatiche pretese della regina della notte e le terribili sfide dell’impetuo so Sarastro, per raggiungere l’amata principessa Pamina, con l’aiuto del pubblico. Lo spettacolo per le scuole è introdotto dalla formazione per in segnanti della scuola dell’infanzia. In programma invece il 22 aprile, ma per i più piccoli, “Il flauto magico opera baby da 6 mesi a 3 anni è invece uno spettacolo esperienziale, sempre tratto dal capolavoro di Mozart, di cui risal

ta le melodie ricorrenti per invitare all’ascolto; l’esperienza promuove la sperimentazione tramite tutti i sensi con colori, forme, materiali e linguaggi pensati per una configurazione sceni ca a misura di neonato. Per i bambini tra i 7 e 10 anni, il 13 maggio, dalle ore 20.00 alle ore 8.00, per le famiglie “Una notte all’opera”, sacco a pelo, tap petino, ciabatte, spazzolino da denti e una borraccia: ecco tutto l’occorrente per vivere una notte indimenticabile tra gli stucchi e i velluti del teatro, al la ricerca di un tesoro e alla scoperta degli angoli più nascosti del Regio e per fare il pieno di energie, cena e colazione in teatro! Prenotazioni dall’8 maggio via email a educational@tea troregioparma.it. Si finisce il 19 e 20 maggio con “Acquaprofonda, opera domani da 6 a 14 anni”, una spiaggia, una casetta, un’imponente fabbrica: la quotidianità della piccola Serena, di suo padre e del proprietario della fab brica viene sconvolta dall’arrivo di una gigantesca creatura marina. Grazie all’aiuto del vecchio marinaio Serena aiuterà la balena a liberarsi dalla tanta plastica nella pancia. Lo spettacolo per le scuole è preceduto da attività di for mazione per insegnanti riconosciuta dal Miur.

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NON SOLO HALLOWEEN

Non rattristiamoci per l’inizio del le temperature fredde, perché il divertimento può continuare con l’arrivo dell’autunno, una stagione splendida per i bambini da vivere sia in casa sia all’aperto.

I colori e le forme di questa stagione sono perfetti per stimolare la creatività dei più piccoli.

Il tempo è ancora bello per passeg giare all’aria aperta, in un parco o nel bosco, per cercare foglie variopinte, rami, pigne e altri elementi che posso

no trasformarsi in vere e proprie crea zioni artistiche. Le foglie sono le vere star dell’autunno, passeggiando se ne

trovano di mille colori e dimensioni e con esse, si possono realizzare delle corone o dipingerle, attività semplice

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Cosa fare in attesa di dolcetto scherzetto! Impariamo a far apprezzare i colori e la bellezza dell’autunno ai nostri bambini. Ecco alcuni suggerimenti per divertenti attività

da fare anche con i bambini più pic coli. Inoltre nelle giornate autunnali, durante il weekend si possono orga nizzare picnic in campagna, o costru ire insieme ai bambini una mangiatoia per uccelli. Nei giorni piovosi o più freddi non preoccupatevi, con la giusta organizzazione si può divertire anche all’interno, colorando un album o fogli bianchi da riempire d’immaginazione o incollando le foglie raccolte, crean do insieme un portafoto o dei segna posti originali per i pranzi e cene in famiglia. Un’alternativa può essere di organizzare una caccia al tesoro, con indizi divertenti, ognuno che porta al successivo fino ad arrivare al tesoro che può essere costituito semplice mente da qualche caramella. Non scor diamoci che con l’arrivo dell’autunno, oltre al cambiamento di clima, abbia mo l’ingresso dei cibi tipici di questa stagione.

Melograno, uva, castagne, cavolfio ri, funghi e zucca sono solo alcuni dei tantissimi frutti e verdure che la stagione autunnale ci regala, con la possibilità di raccoglierli durante le escursioni. La regina di questo mese è la zucca, che come sappiamo, oltre ad essere gustosa e un ingrediente

speciale, è la star della giornata che aspettano i bambini prima di Natale: Halloween. Durante dolcetto e scher zetto, oltre a vestirsi con costumi spa ventosi e uscire a prendere caramelle e cioccolatini, è divertente intagliare

Halloween: dall’Irlanda agli Stati Uniti, fino a noi…

Il 31 ottobre è la festa più spaventosa dell’anno. Da molti anni Halloween si festeggia anche qui in Italia. Le origini di questa ricorrenza ha radici profonde, che risalgono all’epoca dei Celti, un popolo prevalentemente di pastori i cui ritmi di lavoro erano scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, quando riportavano a valle le loro greggi per prepararsi all’arrivo dell’inverno e del nuovo anno. L’anno nuovo non cominciava il primo gennaio, ma il primo novembre, ossia quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava quella fredda. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere

la zucca per allestire la casa. Insomma l’autunno e pieno di sorprese, e anche se è il periodo di transizione per l’arri vo dell’inverno, non ci si annoia!

grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Verso la metà del XIX secolo l’Irlanda fu investita da una terribile carestia e per sfuggire alla povertà molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentare la fortuna negli Stati Uniti dove crearono una forte comunità al cui interno venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria tra cui anche Halloween. Ma perché si usa la zucca? Anche la tradizione di intagliare le zucche ad Halloween è stata diffusa in America dagli immigrati irlandesi, che in patria erano soliti decorare le rape e le patate. Una volta arrivati oltreoceano, si accorsero che lì l’ortaggio era più piccolo, impossibile da usare per i loro scopi. Scoprirono invece che le zucche erano grandi, molto più facili da coltivare e da intagliare.

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BIMBI

ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO

Èuscito nelle sale cinematografiche un lungometraggio d’animazione molto particolare. Era il 2009 quan do la fondazione Anna Frank cominciò a pensare di rendere il Diario di Anna Frank un’animazione con l’obbiettivo di far conoscere, in maniera più legge ra, al pubblico dei più piccoli l’orribile pagina storica dell’Olocausto. Il film, infatti, è stato sviluppato avendo come obiettivo quello di completarlo per il 75° anniversario della pubblicazione del Diario e 65 anni dopo la realizza zione del primo film.

Un cartone animato per far conoscere la Storia ai bambini

Il cartone animato, considerato un capolavoro per non dimenticare, è fir mato dal regista israeliano Ari Folman. Il film segue la storia di Kitty, amica immaginaria di Anna, che prende vi ta nella Amsterdam dei giorni nostri. Nella pellicola Kitty è convinta che, se lei è in vita, allora deve esserlo anche Anna. Con il diario sempre con se e con

l’aiuto del suo amico Peter, che gestisce un centro di accoglienza segreto per rifugiati clandestini, Kitty andrà alla ricerca di Anna per tutta l’Europa. Man mano che la storia prende piede, Kitty è attraversata da moltissime emo zioni, dalla disperazione alla curiosi tà, dalla delusione alla resilienza. Più conosce il presente e più si avvicina all’immagine che Anna aveva di lei, diventa insomma una presenza reale, incarna una giovane dall’animo antico ma dallo spirito moderno. Vuole stare dalla parte dei deboli, di chi non ha diritti e la cui vita ancora oggi viene considerata senza valore. Turbata, infat ti, da un mondo lacerato e dalle ingiu stizie sopportate dai bambini rifugiati, Kitty decide di realizzare l’intento di Anna e, grazie alla sua onestà e al suo senso morale, lancia un messaggio di speranza e di generosità indirizzato alle generazioni future

L’animazione è il mezzo più efficace per avvicinare i giovani, soprattutto quando questa permette di riscoprire il Diario di Anna Frank, approfondire curiosità sulla vita della giovane Anna. Inoltre, i protagonisti sono bambini e ragazzi e questo consente ai giovani spettatori di assistere ad un’esperienza di apprendimento emozionante e coin volgente.

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PERCHÈ CURARE I DENTI DA LATTE

Si pensa erroneamente che i denti da lat te non necessitino di cure perché sono destinati a cadere, al contrario è dimostra to come sia fondamentale curare i denti decidui sia per consentire al bambino di alimentarsi e crescere in modo corretto, sia perché imparare ad avere una buona igiene orale già dall’infanzia è determi nante per sviluppare la giusta sensibilità verso la cura dei denti in età adulta. In particolare:

Nell’infanzia i denti da latte consento no una corretta masticazione, indispen sabile per l’assimilazione delle sostanze necessarie alla crescita. Se i dentini sono cariati e provocano fastidio o dolore, il bambino si limiterà a mangiare alimenti molli e poco impegnativi da masticare, ma questo tipo di alimentazione/masti cazione potrà limitare il corretto svilup po della bocca e delle sue funzioni. I denti da latte mantengono la lunghezza d’arcata e guidano l’eruzione dei den ti permanenti e la crescita scheletrica. Quando un dente da latte viene distrutto da un processo carioso, i denti adiacenti si spostano, con la conseguente perdita dello spazio necessario all’eruzione ed al corretto posizionamento del dente definitivo corrispondente. Ciò compor ta l’insorgenza dell’affollamento degli elementi dentali definitivi.

La struttura dei denti da latte è più fragile rispetto a quella dei permanen ti. Per questo motivo è molto più facile che si formino carie penetranti, causan do dolore e infezioni gengivali. Inoltre, in un dente deciduo la carie può pro cedere velocemente attraverso polpa e osso alveolare fino a giungere al germe del dente permanente, determinando

macchie o anomalie dello smalto an che sull’elemento definitivo. Può anche anticipare quella che dovrebbe essere la fisiologica caduta del dente da latte, ponendo così le basi per denti storti o, peggio ancora, per una futura malocclu sione dentale.

In alcuni casi, il processo cariogeno nei denti decidui si manifesta così velocemen te che quando ci si rivolge al proprio den tista per cercare di risanare l’infezione, è oramai troppo tardi per prolungarne (di alcuni mesi o pochi anni) la caduta fisio

logica. Laddove l’otturazione non fosse sufficiente per curare una carie che si è spinta oltre la dentina, invadendo la polpa del dente, è necessario intervenire con metodi più drastici: estrarre il dente da latte cariato può talvolta costituire l’unica soluzione pensabile. Il bambino che impara, giocando, a prendersi cura dei propri dentini, sarà un paziente col laborativo e consapevole in età adulta. Questa è la filosofia che ispira l’attività quotidiana del nostro centro di odontoia tria pediatrica FACEKIDS.

R.

Tel.

Fax.

Ottobre 2022 | 0521Mag | 55 Via
Bormioli 5/A 43122 Parma
0521 035122
0521 035120 info@facekids.it www.facekids.it
L’igiene orale già dall’infanzia è importante per il posizionamento della dentatura definitiva. Ne parliamo con la Dr.ssa Beccuti del centro FACEKIDS di Parma

La stagione sarà caratterizzata da un’intensa la presenza di contami nazioni di linguaggi, dal circo alla clownerie, con artisti come il francese Rémi Lasvènes nell’ambito del Festival “Tutti matti sotto zero”), Circo Carpa Di em, Michele Cafaggi, dal teatro di figura (Teatro Medico Ipnotico) alla musica e all’arte figurativa (Piccoli principi) e di nuove scritture teatrali per l’infanzia, che fanno leva su una drammaturgia per immagini e testi. Il ruolo delle emozioni nell’età infantile, la specifi cità dell’immaginario e della fantasia nei primi anni di vita, la fragilità della

LE BRICIOLE PORTANO I BAMBINI A TEATRO

Terra e l’importanza della cura, dell’ac coglienza, di un ripensamento radicale del rapporto tra l’uomo e la natura in una chiave di vero e nuovo rispetto dell’ambiente, le riflessioni su libertà e responsabilità, su diversità e valore dell’amicizia nelle prime fasi della vita, la riflessione sulla crisi del rapporto tra generazioni, il percorso di conoscenza di se stessi, sono alcuni dei nuclei tema tici percorsi dagli spettacoli tout public

Svelata la stagione 2022-2023 di Solares Fondazione delle arti per i più piccoli

e per le scuole e declinati da artisti come Marina Allegri e Maurizio Ber cini, Manuela Capece e Davide Doro, Katia Ippaso e Arturo Armone Caruso, Marco Cacciola, I Sacchi di Sabbia, Il Mulino di Amleto, Mattatoio Sospe so, DispensaBarzotti, Claudio Milani, Tam Teatromusica, Silvano Antonelli, Dendi/Scalzi/Nardin, Fondazione Trg, Fontemaggiore. In questa cornice il te atro italiano per un pubblico giovane si confronterà con il teatro europeo, ospi te in stagione con tre lavori diretti da compagnie francesi che si rivolgono a età diverse, dall’infanzia all’adolescen za, per indagare le trasformazioni del mondo ispirandosi al duo di illustrato ri Icinori (La Soupe Cie), per servirsi dell’uccello migratore come metafora del viaggio di cambiamento dentro se

stessi (Compagnie STT), per raccontare il dramma del rapporto di una madre con una figlia che ha deciso di compie re scelte estreme di abbandono delle radici (Compagnie AnteprimA).

La stagione 2022/23 presenta tre nuove produzioni e due coproduzioni. “Il ra gazzo d’argilla”, rivolto agli adolescenti dai dodici anni, scritto da Katia Ippa so e diretto da Arturo Armone Caruso, trae spunto dalla leggenda ebraica del Golem per raccontare per avventure di un ragazzo bullizzato che dà vita a una creatura dotata di poteri magici. “Ossicini”, per bambini dai tre anni, diretto da Manuela Capece e Davide Doro e interpretato da Francesca Tisa no, è una riflessione sulla fragilità del mondo e sul valore dell’ accogliere e del custodire che muove dalla storia di una donna che raccoglie ossa di lu po e vive in un luogo segreto. “Sasso”, rivolto ai bambini dai sei anni, diretto da Marina Allegri e Maurizio Bercini, trae spunto dal potere di cambiamento di una cosa semplice come il sasso per giocare come l’oggetto e i suoi innume

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revoli significati. “Kollaps”, coprodotto con A.M.A. Factory, per ragazzi dai 14 anni, diretto da Marco Lorenzi, è uno spettacolo del Mulino di Amleto da un testo del drammaturgo Philip Loehle che racconta la storia di cinque perso ne durante un’apocalisse sgangherata e inscena la metafora di un Occidente al collasso. “Le rane”, coproduzione con Elsinor e Teatri di Bari, progetto e regia di Marco Cacciola, fa rivivere una delle

opere più celebri di Aristofane attraver so un visionario viaggio negli inferi per riportare in vita un poeta che salvi la città dal degrado culturale. Tornano in scena due produzioni Bricio le/Solares che hanno debuttato nel 2021. “Souvenir. Il volo di Bella e Chagall”, progetto di Mattatoio Sospeso, rievoca l’amore di Marc Chagall e della sua Musa come due amanti sospesi nello spazio, trasferendo le celebri immagini del pit

tore russo in una danza aerea e spettaco lare. “The Barnard Loop”, di Dispensa Barzotti, anche coproduttore, costruisce tableaux in movimento ispirati alla magie nouvelle, per descrivere la notte di inson nia di un giovane uomo. Torna infine in scena una produzione Briciole/Solares nata nel 2013 e da allora sempre in tour née in Italia e all’estero, che da ultimo andrà in scena in un importante festival in Messico in ottobre: “Pop-up. Un fossile di cartone animato”, progetto de I Sacchi di Sabbia, che reinventa il libro animato in forma teatrale toccando aspetti cen trali dell’immaginario infantile.

La nostra Associazione, operativa dal 2010 a Parma e provincia, ha l’obiettivo di diffondere la musicali tà nella nostra comunità, a partire dalle famiglie. Offriamo corsi per tutte le età: Ne onati (0-9 mesi) e Classi miste (0-5 anni), corsi di propedeutica per bimbi da 5 a 9 anni, corsi chitarra per ragazzi da 7 a 12 anni, corsi per donne in gravidanza, corsi di chitarra per genitori con esperienze divertenti, giocose e rilassanti!

Flexpoint Performing Arts Academy

è un punto di riferimento per chi vuole studiare danza con qualità e serietà. La proposta spazia dalla danza classica alla danza moderna, passandoperilModernjazz,ladanza contemporanea, il Tip tap e il musi cal. Fondamentale la preparazione atletica dei ballerini con il metodo Bodycode System e il Pilates si pone come obiettivo la prevenzione degli infortuni e il perfezionamento della prestazione atletica e artistica. Il ri equilibrio posturale viene proposto anche a ragazzi e adulti non ballerini ma che vogliono migliorare la condi zione fisica a 360 gradi.

ARP dance offre corsi di Danza Clas sica, basati sulla tecnica Vaganova, e Moderna/Contemporanea a partire dai 4 anni con i corsi propedeutici di Primi Passi e Avvio alla Danza. Si af fiancano attività come Laboratori co reografici e di teatro: per gli allievi più grandi partecipazioni ad eventi, spet tacoli e stage. Tante le attività moto rie per la salute: Sbarra a terra, Pilates e lo Yoga. “La danza sviluppa qualità che aiutano la crescita per i più piccoli e il benessere per tutte le età, è una sintesi di corpo, cuore e mente” (An narita Pozzessere, direttrice artistica, docente, coreografa, abilitata all’inse gnamento dal Teatro alla Scala).

scuolacrescendoconlamusica@gmail.com associazioneculturalediesis@gmail.com www.crescendoconlamusica.it

Strada biscie 6 Lemignano PR 334.3994468 info@flexpointacademy.it

Via Bobbio 7/b Parma

Info e prenotare: 349 5396879 arp.dance@libero.it www.arpdance.it

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SPORT

WiMORE Volley Parma inizia il campionato di serie A. Obbiettivo? Appassionare il pubblico

Èun percorso che parte da lonta no quello intrapreso dalla Wi MORE Volley Parma, che do po di-ciannove anni riporterà la nostra città a partecipare in un campionato di lega, entrando nella serie A3 Credem Banca.

La tradizione sportiva della pallavo lo a Parma è ricca di successi, e la città è orgogliosa di accompagnare e sostenere la squadra in questo nuo vo inizio. Impressionante è infatti la

TORNA LA GRANDE PALLAVOLO

rappresentanza parmigiana all’inter no del gruppo dei giocatori, come anche sottolinea il direttore sportivo Alessandro Grossi: “Si sente lo spirito cittadino all’interno del gruppo squa dra. Ci inorgoglisce avere sei ragazzi di Parma, la maggior parte dei quali cresciuti nel nostro vivaio.” In occasione dell’apertura del cam

pionato, Francesco Ughetti, direttore generale del Volley Parma, ha raccon tato del lavoro simbiotico tra la nuova società e l’Energy Volley Parma, attiva sul settore giovanile. “Si tratta di due realtà che collaborano continuamen te, lavorando insieme e trasmettendosi passione e energia: il coinvolgimento dei giovani è fondamentale”

“Stiamo cercando di riprendere quel la che per Parma è sempre stata una tradizione, anche attraverso la rico struzione dei rapporti con le realtà imprenditoriali locali”, dice Ughetti, parlando degli obiettivi della società in vista della nuova stagione: “Quello che più vorremmo è richiamare più pubblico possibile al Palaraschi. Le

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partite si svolgono in centro città, nel tardo pomeriggio. Ogni scelta è stata fatta per riavvicinare i cittadini alla squadra, a partire dagli abbonamenti a prezzi popolari.

Nella foto sopra Francesco Ughetti, presidente della WiMORE Energy Volley. A sinistra la squadra in una foto collettiva

Si tratta di un progetto ambizioso, portato avanti da staff e giocatori con impegno e orgoglio.

“Per noi è un grande vanto e abbiamo il dovere di rendere questo sport il più entusiasmante possibile per la città.”

Gli stessi allenatori, conferma il coach Andrea Codeluppi, stanno preparando i ragazzi a un duro lavoro di fronte a una concorrenza agguerrita; ciò a cui ambiscono è un gioco bello e gratifi cante che possa richiamare molti tifosi. “Speriamo in buoni risultati, i nostri

ragazzi si sostengono a vicenda e fan no passi avanti”, conclude Francesco Ughetti “Il successo più grande al mo mento, resta la possibilità di riavvici nare i cittadini alla squadra, risveglian do l’interesse storico dei parmigiani ma soprattutto coinvolgendo futuri appassionati che non hanno vissuto gli anni d’oro della pallavolo di Parma e a cui sentiamo di avere l’onore e il dove re di regalare una simile esperienza.”

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MONTE FUSO TRA CERVI E DAINI

Nell’Appennino parmense, sulla ci ma del monte Lavicchio si trova l’Oasi del Centro Faunistico Monte Fuso. Distante circa un’ora da Parma, a quasi mille metri di altezza, è una meta ideale per un fine settimana passato all’a ria aperta, passeggiando tra gli animali e godendo dell’atmosfera e dei colori autunnali.

Il parco naturale, che ha appena festeg giato il suo cinquantesimo anniversario, è proprietà della provincia di Parma ed

Una giornata sulle montagne parmensi tra escursioni nei boschi e attività a contatto con la natura

è stato aperto grazie allo speciale contri buto del dott. Bruno Sassi, veterinario e amministratore provinciale. Durante la visita è impossibile non notare e ammi rare la presenza di più di cento esemplari

di cervi, daini e mufloni.

Un ospite importante del centro è il Grande Tiglio: l’enorme albero secolare intorno al quale si raccolgono i bambini delle scolaresche in gita per ascoltare le

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storie del bosco. Vale la pena di esplorare anche i 30 ettari di foreste di latifoglie che lo accompagnano, in cui è immerso il parco. Per rendere questo possibile è presente una fitta rete di sentieri, segna lati dal Club Alpino Italiano, lungo i qua li non sarà difficile incontrare scoiattoli, ghiri, volpi o tassi.

I percorsi sono adatti sia a famiglie che a principianti, oltre che ad esperti e ad appassionati. Da segnalare a questi ulti mi, è il Percorso Anello: uno spettacolare itinerario di un paio d’ore che permette di esplorare entrambi i versanti del mon te, passando per tutti i luoghi di mag giori interesse nei dintorni. Il sentiero ripercorre il cammino intrapreso dai par tigiani durante la resistenza e conduce alla Rocca medievale di Belvedere e al Cippo del Montefuso dedicato alla Ma donna dell’Alpe: un tempo importante punto di riferimento per i paesi vicini (si dice che quando la vegetazione era più bassa, fosse visibile persino dai ponti della città di Parma)

Oltre che le bellezze naturali, il Monte Fuso offre numerose attività sportive da svolgere immersi nella natura: tiro con l’arco, orienteering, mountain bike e passeggiate a cavallo. È presente anche un Percorso Avventure aperto durante i

weekend che permette di svolgere per corsi acrobatici sospesi tra gli alberi, per adulti e bambini.

Ma soprattutto, l’accesso al parco è com pletamente libero e gratuito, e al suo in terno sono presenti un’area attrezzata con piazzole per picnic, zona barbacue, servi zi igienici, un parco giochi per bambini e un rifugio con funzione bar-ristorante che serve piatti tipici a base di prodotti freschi di stagione e ottime torte per le

merende di metà giornata. Per gli appassionati d’arte è attivo dal 2016 il progetto “we were here”, che vuole tracciare tra le piante un sentiero artistico disseminato da opere nascoste nella natura, e che vuole rappresentare il bosco come luogo in cui perdere se stessi, smarrirsi e poi ritrovarsi un po’ diversi, riscoprendosi.

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Di Alice Simonazzi

Lavorare in Remax, significa fare parte di un grande gruppo, ma allo stesso tempo mantenere la propria indipenden za come agente immobiliare. Un’idea in novativa, in rapida espansione, ce ne par la Damiano Rossi, brooker dell’Agenzia immobiliare RE/MAX Golden House 2 in via Verdi a Parma, inaugurata a mag gio, la seconda dopo quella di Viadana, aperta sei anni fa. Nel 2023 aprirà una terza sede a Forte dei Marmi. “Entrare a

RE/MAX GOLDEN HOUSE, UN GRUPPO IN CONTINUA CRESCITA

fare parte del gruppo Remax significa avere un’opportunità, non di trovare un lavoro, ma di imparare una professione, in un ambiente efficiente e ambizioso, ma anche confortevole e piacevole, come dimostra il riconoscimento che abbiamo avuto di Great Place To Work che signi

fica un luogo in cui i dipendenti credo no nelle persone per cui lavorano, sono orgogliosi di quello che fanno, e stanno bene con le persone con cui lavorano”, conferma Damiano Rossi. “Chi vuole en trare a far parte del nostro team, viene coinvolto in un programma di inseri mento che dura sei settimane (tre volte a settimana, per due ore, due mattine e un pomeriggio) ed è diviso in due parti - prosegue Damiano Rossi -, dopo due settimane si fa una prima verifica, se è positiva si procede con altre quattro set timane. Dopo una piccola prova si inizia con il vero e proprio inserimento in Re max Italia, dove si svolge un percorso sia teorico, che pratico, che prevede tre mesi di affiancamento, al termine del quale si è pronti per attivare la documentazione per diventare agente immobiliare con l’i scrizione presso la camera di commercio. Pur avendo aperto da pochi mesi la sede Remax di via Verdi ha già 14 agenti al suo interno, si tratta di un gruppo affia tato, che collabora, ma rispetta anche delle regole, come dimostrano i 38 co dici di comportamento, che non sono legati ai risultati, ma al mantenimento di una condotta corretta sul lavoro. In Italia sono 5000 gli agenti del gruppo. “Il

nostro obbiettivo - dice Damiano Rossi - è quello di arrivare ad avere in sede 30 agenti, si tratta di persone motivate alle quali viene messa a disposizione non solo una postazione in sede, ma anche la nostra organizazzione aziendale, si tratta di agenti coordinati da me, che possono lavorare occupandosi di affit to e vendita di immobili residenziali, commerciali e industriali, senza limi tazione di zona. Agli agenti vengono corrisposte delle percentiali molto alte, che possono andare dal 50% all’85%, inoltre vengono organizzati dei turni di presidio della sede e se qualcuno chiama in quell’orario per chiedere di vendere o acquistare, il cliente viene acquisito da quell’agente”. Insomma, un sistema che funziona, guardando la rapida espansione e cresciata del la formula innovativa rispetto ad una classica agenzia immobiliare. E per chi volesse approfondire la conoscenza del la Golden House 2, ci sarà un evento nominato Career Night il 22 novembre alle ore 18 presso la sede di Parma (pre notazione obbligatoria). Chi invece fosse interessato ad un colloquio, per iniziare il percorso formativo, può inviare una mail a goldenhouse2@remax.it

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