Parma Magazine Salute e Benessere n.16

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Parma giugno / luglio 2020

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Salute e Benessere

BENESSERE ARMOCROMIA, LA SCIENZA DEL COLORE

FOCUS SALUTE

Testata: il mese Parma n. 221 - GRATUITO

È BOOM DI FASCICOLI SANITARI ELETTRONICI

SI RIPARTE! RUBRICHE TESTIMONIANZE E RIFLESSIONI AI TEMPI DEL COVID

SALUTE KIDS GESTIRE LA GRAVIDANZA CON UN’APP G0070620

INFORMA SALUTE: Al via l’attività specialistica per i casi più complessi e post Covid; Lotta alle zanzare, tutto quello che c’è da sapere; L’importanza dell’attività fisica



Sommario INFORMASALUTE

8 Fase 3, riparte l’attività specialistica per i casi più complessi 10 L’importanza dell’attività fisica ai tempi del Covid-19

12 Lotta alle zanzare, al via la Campagna di comunicazione

22 Armocromia, intervista alla consulente di immagine

FOCUS SALUTE KIDS

14 Studiare durante l’emergenza, com’è andata con la didattica a distanza?

SFOGLIABILE ONLINE SU www.parmareport.it/salute IN PRIMO PIANO

4 Ripartiamo in sicurezza, le 10 sane abitudini contro il Covid-19 7 Mascherine, un aiuto per proteggere sé e gli altri

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Testata: il mese Parma n. 221 - gratuito

20 Nutrigenetica, un piano alimentare personalizzato

16 Prevenzione in gravidanza per proteggere denti e gengive 17 “Non da sola”, l’app che ti accompagna in gravidanza FOCUS SALUTE 18 L’importanza del saturimetro

19 Nuove terapie e trattamenti dell’artrosi al ginocchio

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Fascicolo Sanitario Elettronico, a Parma boom di attivazioni

BENESSERE

24 Supporto psicologico durante il Covid-19 NEWS E RUBRICHE

27 Infermiere oggi, una riflessione sulla professione 28 Doppia quarantena per i disabili 29 Testimonianza: dalla rianimazione alla riabilitazione post Covid 30 Come sono cambiate le abitudini alimentari durante il lockdown

Parma Magazine Salute e Benessere è anche un quotidiano online

Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99 Editore Edicta p.s.c.r.l. N° iscrizione al ROC: 9980 Registrazione ISSN: 1592-6230 via Torrente Termina, 3/b PARMA Tel. 0521251848 - Fax 0521907857 salute@parmareport.it Direttore responsabile

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Ilaria Gandolfi, Daniele Paterlini, Stefano Roffi, Arianna Torelli.

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in Primo Piano

Si riparte, con 10 nuove sane abitudini! RISPETTO DELLE REGOLE E RESPONSABILITÀ. IN CORSO LA CAMPAGNA REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA. L’ASSESSORE DONINI: “RIPARTIRE VUOL DIRE NON COMMETTERE PASSI FALSI, PER NON TORNARE INDIETRO. RISPETTIAMO NOI STESSI E GLI ALTRI”

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ome affrontare la vita di tutti i giorni in modo sicuro e protetto? Basta attenersi ad alcune semplici indicazioni fornite da medici e virologi. Si tratta di piccole attenzioni, facili da ricordare e da acquisire; se ognuno di noi riuscirà a farle diventare parte della propria quotidianità, insieme potremo ridurre il rischio di nuovi contagi e il presentarsi di nuove situazioni di emergenza. Non è difficile né faticoso, è solo questione di abitudine.» Questa la premessa della campagna di comunicazione della Regione e del Sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna sintetizzata in 10 “Nuove sane abitudini” per vivere in modo responsabile la fase post emergenza. «Ripartire vuol dire non commettere passi falsi, per non tornare indietro. Nella battaglia contro il Coronavirus serve l’apporto di tutti- ha sottolineato in videoconferenza l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-: non solo medici e infermieri, ma anche di ogni singolo cittadino.

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È indispensabile continuare a mantenere i comportamenti adottati in fase emergenziale; si tratta di una questione di responsabilità, di rispetto per sé stessi e per gli altri. Per questo- aggiunge ancora l’assessore Donini - abbiamo ritenuto opportuno fare chiarezza anche sull’uso appropriato dei dispositivi da utilizzare nella quotidianità, vista la presenza di comunicazioni contraddittorie provenienti da fonti poco affidabili».


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Quali sono le buone abitudini? La campagna, che si svilupperà in due fasi fino a luglio, ha l’obiettivo di dare indicazioni e informazioni, ma anche di chiedere ai cittadini di continuare a mantenere i comportamenti, responsabili e corretti, adottati durante l’emergenza. Non più eccezioni, ma “nuove sane abitudini”, necessarie per evitare che azioni sbagliate possano portare a una ripresa dei contagi. www.nuovesaneabitudini.it contiene un carousel di 10 illustrazioni e altrettante clip video sulle sane abitudini da adottare.

3) NON TOCCARTI IL VISO: non toccarti occhi, naso, bocca se non dopo esserti opportunamente lavato le mani. Meno ci si tocca il volto, più si riducono le possibilità di contagio. Per questo, ad esempio, non ci si deve assolutamente toccare il viso dopo essersi sistemati la mascherina che si sta indossando.

1) MANTIENI ALMENO UN METRO DI DISTANZA: il distanziamento fisico è uno dei modi più sicuri per proteggere sé stessi e gli altri. È importante rispettare la distanza con tutti, conoscenti e sconosciuti, sintomatici e asintomatici, con maggiore riguardo per le persone più fragili (come anziani, immunodepressi, cardiopatici).

2) LAVA SPESSO LE MANI: usa acqua e sapone (per almeno 40 secondi) oppure sfrega le mani con un gel idroalcolico (per almeno 20 secondi) facendo attenzione a pulire a fondo e in modo completo le mani. È necessario ripetere l’operazione molte volte nell’arco della giornata, soprattutto dopo aver maneggiato oggetti toccati da altre persone o potenzialmente esposte al virus.

4) INDOSSA I GUANTI SOLO SE NECESSARIO: le mani, opportunamente e frequentemente lavate, garantiscono una protezione superiore rispetto all’uso dei guanti che, oltre ad aumentare il rischio di contagio, diventano rifiuti plastici di difficile smaltimento. Nella quotidianità, lavare spesso le mani è più sicuro che indossare i guanti. L’USO DEI GUANTI, INVECE, È RACCOMANDATO: sempre per chi lavora a contatto con persone malate (ad esempio negli ospedali, ambulatori, residenze sanitarie o nell’assistenza a casa) e nel settore della distribuzione di alimenti (alimentari, ristorazione, mense).

5) INDOSSA LA MASCHERINA: in Emilia-Romagna è obbligatorio l’uso della mascherina (chirurgica monouso o in tessuto lavabile): all’aperto se non si può mantenere la distanza di un metro; nei locali pubblici, inclusi i mezzi di trasporto.

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in Primo Piano Occorre utilizzare mascherine chirurgiche o in tessuto lavabile.

6) INDOSSA CORRETTAMENTE LA MASCHERINA: igienizza le mani prima di indossarla; copri sempre e completamente naso e bocca; non toccare la parte frontale durante l’uso o per toglierla; buttala quando è umida o deteriorata; se è lavabile, riponila in un sacchetto prima di detergerla.

7) USA LA PIEGA DEL GOMITO QUANDO TOSSICI O STARNUTISCI: se devi tossire o starnutire, copri la bocca e il naso servendoti della piega del gomito e non della mano. L’uso della mano favorisce la trasmissione di eventuali germi a superfici, oggetti o altre persone a te vicine.

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8) ARIEGGIA SPESSO I LOCALI: cambia frequentemente l’aria nei locali in cui passi del tempo e prediligi le attività all’aria aperta. In questo modo respiri aria più pulita e con minore concentrazione di germi.

9) PULISCI E DISINFETTA LE SUPERFICI: puoi igienizzare le superfici e rimuovere la presenza di germi, lavandole con normali detersivi e disinfettandole con prodotti a base di alcool etilico al 70% o candeggina opportunamente diluita (ipoclorito di sodio 0,1%).

10) IN CASO DI SOSPETTO CONTAGIO, STAI A CASA E AVVERTI IL MEDICO: se compaiono sintomi come febbre, tosse, difficoltà respiratorie, vomito o diarrea oppure se hai avuto un contatto stretto con una persona positiva al Covid-19, avverti immediatamente il tuo medico curante o la guardia medica e segui attentamente le istruzioni che ti saranno fornite.


in Primo Piano

Mascherine, un aiuto per proteggere sé e gli altri QUANDO USARLE, COME INDOSSARLE, QUALE SCEGLIERE. TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE…

È

diventato un gadget da portare sempre con sé. Alla mascherina ci siamo ormai abituati, che ci piaccia o no indossarla è una delle armi, insieme ad altre regole di comportamento, per evitare il contagio da Coronavirus. Le mascherine rappresentano, infatti, una misura complementare  per il contenimento della trasmissione del virus e non possono in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e l’attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca. Ma che differenza c’è tra le cosiddette mascherine di comunità e le mascherine chirurgiche? Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione. Le mascherine di comunità, come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del

virus SARS-COV-2. Quali sono le caratteristiche che devono avere le mascherine di comunità? Le mascherine devono: garantire un’adeguata barriera per naso e bocca; essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione; devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort. È possibile lavare le mascherine di comunità? È possibile lavare le mascherine di

comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance. Quali mascherine devo usare nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria? Nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici. Fonte Istituto Superiore di Sanità

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Informasalute

Fase 3. Riparte l’attività speciali complessi e chi ha complicanze p PROSEGUIRE I PIANI TERAPEUTICI È L’OBIETTIVO DEI PROSSIMI MESI DOPO LO STALLO DEL PERIODO PIÙ CRITICO DI EMERGENZA. I PAZIENTI VERRANNO CONTATTATI DAGLI SPECIALISTI. SEMPRE GARANTITE LE VISITE URGENTI

S

i riparte, con la fase 3, anche con la graduale ripresa dell’assistenza specialistica da parte dei professionisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell’Azienda Usl di Parma. Mentre durante la fase 1 dell’emergenza sono state garantite le prestazioni urgenti e le prese in carico dei pazienti più fragili, ora nella fase 3 la priorità sarà data ai pazienti con maggiori complessità patologiche e fragilità che sono già seguiti dai Servizi delle due Aziende sanitarie e che non è stato possibile raggiungere nel periodo più critico dell’emergenza. “L’obiettivo - spiega Ettore Brianti, direttore sanitario di Azienda Ospedaliero Universitaria e subcommissario di Azienda Usl - è iniziare a fissare gli appuntamenti di visite ed esami per i pazienti ai quali non è stato

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possibile garantire la prestazione nel periodo dell’emergenza: si tratta di 104.096 prenotazioni”. I pazienti riceveranno direttamente le chiamate via telefono o video da parte degli specialisti per la valutazione clinica di condizioni di salute e necessità, proseguendo così la presa in carico e il piano terapeutico. Per tutte le altre visite ed esami già prenotati e poi sospesi durante l’emergenza sanitaria, i cittadini verranno contattati dagli Uffici amministrativi delle due Aziende per un nuovo appuntamento. Non si deve richiedere al medico una nuova impegnativa: la precedente richiesta, anche se scaduta, resta valida. Per motivi organizzativi non è possibile modificare la data del nuovo appuntamento, proposto dall’operatore. I cittadini che non possono presentarsi alla visita o all’esame devono effettuare


stica per i casi più ost Covid-19 la disdetta della prestazione tramite il numero verde 800.629.444. NUOVE PRENOTAZIONI SOLO URGENTI Come durante il periodo più critico dell’emergenza, anche per la fase 3 l’attività specialistica (visite, esami, prelievi) viene comunque sempre garantita per tutti i cittadini ma solo per le prestazioni urgenti, richiesti dal medico di medicina generale o dal pediatria con priorità entro 72 ore (classe U della ricetta) ed entro 10 giorni (classe B). Saranno garantite in appositi percorsi tutte le prestazioni per i pazienti che hanno avuto il Covid-19 e che, nonostante siano stati dimessi dagli

ospedali perché risultati negativi al virus, necessitano ancora di controlli per la presenza di complicanze. Le prestazioni per questi pazienti saranno esenti dal pagamento del ticket e dovranno essere prescritte dal medico curante, con apposito codice di esenzione (P01) che non si deve registrare agli Sportelli CUP. MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Dal mese di giugno le visite e gli esami con urgenza entro 10 giorni (classe B della ricetta), e i prelievi per le donne in gravidanza, si potranno nuovamente prenotare anche nelle farmacie che effettuano servizio Cup. Nulla cambia, invece, per le visite ed esami con priorità entro 72 ore (classe “U” della ricetta): si possono ancora prenotare soltanto con il servizio Cupweb (per chi ha attivato il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico) o attraverso il numero verde unico 800.629.444 (attivo dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 18 ed il sabato dalle 7.30 alle 13.30) che è stato potenziato per consentire di rispondere ad un maggior numero di chiamate dei cittadini.

CONTROLLI ALL’INGRESSO DELLE STRUTTURE SANITARIE per la tutela della salute di tutti È molto importante che chi deve andare in una struttura sanitaria - ambulatorio, Casa della Salute, Ospedale - rispetti alcune regole per prevenire il Coronavirus e per mantenere questi luoghi sicuri. La sicurezza di questi luoghi dipende anche dal comportamento di tutti, cittadini e operatori sanitari. PRIMA DI ENTRARE: Ti misuriamo la temperatura e ti chiediamo alcune informazioni sul tuo stato di salute. Controlliamo la tua mascherina. Ti chiediamo di igienizzarti le mani con gel alcolico. IN TUTTI GLI SPAZI DELLA STRUTTURA Se hai un appuntamento, presentati da solo (un solo accompagnatore per minori, persone con disabilità o che necessitano di assistenza) Arriva in orario (al massimo con 10 minuti di anticipo) Rispetta il distanziamento fisico (tieni uno spazio di almeno un metro tra te e le altre persone) Nei reparti di degenza rispetta il numero di visitatori consentito. Chiedi informazioni agli operatori Rispetta le indicazioni per l’uso degli ascensori. Se puoi, utilizza le scale In caso di febbre o altri sintomi sospetti non è consentito l’accesso: gli operatori ti informeranno sui percorsi previsti in queste situazioni

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Informasalute

L’importanza dell’attività fisica, soprattutto ai tempi del Covid-19 L’ESERCIZIO REGOLARE PREVIENE DIVERSE PATOLOGIE E RALLENTA IL PROCESSO DI INVECCHIAMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO. LE RACCOMANDAZIONI DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ PER BAMBINI, ADULTI E ANZIANI

L’

attività fisica costituisce un fondamentale strumento di prevenzione primaria e secondaria a tutte le età ed è uno strumento utile nel contrastare diverse patologie (Pedersen e Saltin, 2006, 2015). È stato dimostrato, infatti, che l’inattività costituisce un serio fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche, quali: malattia metabolica (obesità, dislipidemia, sindrome metabolica, insulino resistenza, diabete mellito (tipo II) malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, malattia coronarica, insufficienza cardiaca, claudicatio intermittens), malattia polmonare (BPCO, asma), malattia muscolo-scheletrica (osteoporosi, osteoartrite), malattia neurologica (sclerosi multipla, morbo di Parkinson, demenza), malattia psichiatrica (depressione, ansia, stress, schizofre-

BAMBINI E GIOVANI (5-17 ANNI) 1. I bambini e i giovani di età compresa tra 5 e 17 anni do-

vrebbero accumulare almeno 60 minuti di attività fisica da moderata a intensa quotidianamente. 2. L’ammontare di attività fisica superiore a 60 minuti fornisce ulteriori benefici per la salute. 3. La maggior quota di attività fisica quotidiana dovrebbe essere di tipo aerobico. Inoltre, bisognerebbe includere attività ad alta intensità, almeno 3 volte a settimana. Queste raccomandazioni sono valide per tutti i bambini sani di età compresa tra 5 e 17 anni, a meno che non siano presenti specifiche condizioni mediche che le rendano controindicate, indipendentemente da genere, razza, etnia o livello di reddito. Quando possibile, bambini e giovani con disabilità dovrebbero seguire queste raccomandazioni. Tuttavia, prima di farlo, dovrebbero consultare il proprio medico di fiducia per definire l’adeguata ed appropriata attività fisica (in termini di qualità, quantità, intensità e durata dell’attività fisica). Se i bambini non stanno attualmente svolgendo attività fisica,

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completare livelli inferiori a quelli raccomandati di attività fisica produce comunque benefici rispetto all’essere inattivi. I bambini dovrebbero iniziare con piccole quantità di attività e aumentare gradualmente la durata, frequenza e intensità nel tempo. L’obiettivo di 60 minuti di attività fisica al giorno può essere raggiunto effettuando più sessioni di attività nell’arco della giornata (ad es. 2 sessioni di 30 minuti ciascuna).


nia), cancro (Pedersen e Saltin, 2006, 2015). Secondo Campbell e Turner (2018) l’esercizio fisico può migliorare le risposte immunitarie ad antigeni batterici, virali e di altro tipo. Secondo Duggal et al (2018) il regolare esercizio fisico rallenta il processo di invecchiamento del sistema immunitario. Appare dunque evidente, in questo particolare momento, come tale strumento assuma un notevole valore. Purtroppo, le norme per il contenimento della diffusione dell’infezione da Covid-19 hanno rappresentato un ulteriore ostacolo alla pratica dell’attività fisica, in aggiunta a quelle già riscontrate nelle abituali condizioni della vita quotidiana prima dell’inizio dell’epidemia. Ecco quindi la necessità e l’importanza di “riscoprire” l’attività fisica indoor, anche per chi non ha a disposizione un proprio giardino dove poter fare attività motoria all’aria aperta. È stato riportato in letteratura scientifica (Pate et al, 1995) che si possono ottenere effetti benefici per la salute effettuando 30 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata, anche se eseguita in piccole sessioni distinte della durata di

ADULTI 18-64 ANNI 1. Accumulare almeno 150 minuti di

attività fisica aerobica di intensità moderata durante la settimana o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa durante la settimana o un’equivalente combinazione di intensità moderata-vigorosa. 2. L’attività aerobica deve essere eseguita in sessioni della durata di almeno 10 minuti. 3. Per ottenere ulteriori benefici per la salute, gli adulti dovrebbero incrementare l’attività fisica aerobica ad intensità moderata a 300 minuti a settimana, oppure effettuare150 minuti di attività fisica aerobica ad intensità vigorosa a settimana, oppure effettuare attività fisica in una combinazione equivalente di attività a intensità moderata e vigorosa. 4. Le attività di potenziamento muscolare dovrebbero essere condotte coinvolgendo i principali gruppi muscolari in 2 o più giorni alla settimana. Queste raccomandazioni hanno validità per tutti gli adulti sani di età compresa tra 18 e 64 anni, a meno che non siano pre-

10 minuti ciascuna col fine di raggiungere almeno 150 minuti a settimana di attività fisica, così come suggerito

senti condizioni mediche specifiche che le controindichino, indipendentemente da genere, razza, etnia. Si applicano anche alle persone in questa fascia di età con condizioni croniche non trasmissibili non correlate alla mobilità come l’ipertensione o diabete. Queste raccomandazioni possono essere applicate agli adulti con disabilità. Tuttavia, potrebbe essere necessario adeguarle e modificarle per ciascun individuo in base alle proprie capacità di esercizio e specifiche necessità sanitarie. Donne in gravidanza, nel post partum, persone con eventi cardiaci richiedono precauzioni ulteriori e necessitano un consulto col proprio medico prima di impegnarsi a raggiungere i livelli raccomandati di attività fisica per questa fascia d’età. Le persone inattive dovrebbero iniziare con piccole quantità di attività fisica ed in modo graduale aumentare la durata, la frequenza e l’intensità nel tempo. Adulti inattivi e quelli con limitazioni relative a patologia conseguono benefici per la salute quando diventano più attivi.

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2011) per avere un effetto benefico sullo stato di salute.

ANZIANI OLTRE I 65 ANNI 1. Gli anziani dovrebbero accumulare

almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata durante la settimana o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica di intensità vigorosa durante la settimana o un’equivalente combinazione di intensità moderata-vigorosa. 2. L’attività aerobica deve essere eseguita in sessioni della durata di almeno 10 minuti. 3. Per ottenere ulteriori benefici per la salute, gli adulti dovrebbero incrementare la loro attività fisica aerobica ad intensità moderata a 300 minuti a settimana, oppure effettuare150 minuti di attività fisica aerobica ad intensità vigorosa a settimana, oppure effettuare attività fisica in una combinazione equivalente di attività a intensità moderata e vigorosa. 4. Gli anziani, con scarsa mobilità, dovrebbero svolgere attività fisica per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute in 3 o più giorni alla settimana. 5. Le attività di potenziamento muscolare, per i principali grup-

pi muscolari, dovrebbero essere fatte 2 o più giorni alla settimana. 6. Quando gli adulti più anziani non possono svolgere le quantità raccomandate di attività fisica, a causa delle condizioni di salute, dovrebbero comunque cercare di essere fisicamente attivi secondo quanto loro consentito dalle loro capacità e condizioni fisiche. Queste raccomandazioni sono indirizzate a tutti gli adulti sani di età pari o superiore a 65 anni, a meno che non sussistano specifiche condizioni mediche che le controindichino, indipendentemente da genere, razza, etnia. Si applicano anche alle persone in questa fascia di età con condizioni croniche non trasmissibili come malattie cardiovascolari o diabete, le quali però potrebbero avere bisogno di ulteriori precauzioni e per le quali si rimanda al medico di famiglia. Le persone inattive dovrebbero iniziare con piccole quantità di attività fisica ed in modo graduale aumentare la durata, la frequenza e l’intensità nel tempo. Adulti inattivi e quelli con limitazioni relative a patologia conseguono benefici per la salute quando diventano più attivi.

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Lotta alle zanzare: al via la campagna di comunicazione. Ora anche l’app “ZanzaRER” CON L’ESTATE TORNANO NELLE NOSTRE CASE ANCHE I FASTIDIOSI INSETTI RONZANTI. CONSIGLI PRATICI E INFORMAZIONI UTILI PER DIFENDERCI E PREVENIRE LE MALATTIE CHE TRASMETTONO

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onosci, previeni, proteggi. Questo il messaggio della campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna che invita i cittadini a difendersi dalle zanzare e da altri insetti, che puntualmente tornano alle soglie dell’estate. Consigli ed informazioni utili aggiornate aiutano infatti a contrastare questi fastidiosi insetti e prevenire le punture che possono trasmettere malattie virali anche pericolose. Le istituzioni lavorano con interventi di disinfestazione sulle aree pubbliche, ma è fondamentale adottare anche nelle proprie case comportamenti corretti, a partire dai trattamenti larvicidi, per evitare il diffondersi degli insetti e per proteggersi. LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE Obiettivo della campagna di comunicazione regionale è quello di sensibilizzare e informare i cittadini, a partire dai rischi: non solo la famigerata zanzara tigre, infatti, può trasmettere virus quali Chiukungunya, Dengue o Zika, ma anche quella comune (del genere Culex) può diffondere malattie come West Nile, mentre i pappataci sono vettori del parassita della Leishmaniosi. La campagna di comunicazione messa a punto dal Servizio Sanitario Regionale “Zanzare e altri insetti, impara a difenderti” prevede materiale cartaceo e multimediale: tre pieghevoli (“Proteggi”, “Previeni”, “Consigli per chi viaggia”), una locandina, un opuscolo multilingue tradotto in inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo e cinese - e un video informativo (tutto scaricabile dal sito

www.ausl.pr.it). Inoltre, è disponibile il numero verde gratuito del Servizio Sanitario Regionale: 800 033 033. A completare gli strumenti di comunicazione e coinvolgimento, una campagna social che viaggerà anche sulla pagina Facebook della Regione (@RegioneEmiliaRomagna). NOVITÀ DI QUEST’ANNO È L’APP “ZANZARER” L’app “ZanzaRER” fornisce consigli e informazioni utili per facilitare la collaborazione dei cittadini nella lotta alle

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zanzare. Con la app infatti è possibile leggere le news in tempo reale e collegarsi direttamente al sito dedicato https://zanzaratigreonline.it/, ma soprattutto segnalare in forma anonima gli interventi con larvicidi effettuati dai cittadini per poter poi costruire una mappa dei trattamenti sul territorio. L’app “ZanzaRER “ è disponibile nella versione Android (versione 5.1 o superiore) e iOS (versione 11 o superiore). CORONAVIRUS E ZANZARE Per quanto riguarda il Coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità ha chiarito che - come si legge sul sito - “ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che succhiano il sangue, che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dal Covid-19, come ad esempio la dengue e la febbre gialla”.

CONSIGLI PER I VIAGGIATORI Dengue, (chikungunya), zika virus e febbre gialla sono diffuse nella fascia tropicale dove sono presenti, come evidenziato nelle mappe, zanzare del genere Aedes, vettori responsabili di queste infezioni. In Francia, Italia e Croazia si sono verificati casi autoctoni di Dengue e/o Chikungunya trasmessi da Aedes albopictus, meglio conosciuta come zanzara tigre. Presso gli ambulatori viaggi internazionali dell’Azienda Usl di Parma è possibile documentarsi: sui rischi sanitari del Paese di destinazione e sulle misure per minimizzarli, e sulla necessità di eseguire la profilassi farmacologica contro la malaria, sull’opportunità/obbligo di praticare la vaccinazione contro la febbre gialla, ecc. Alle donne in stato di gravidanza, o che non escludono a breve il concepimento, e alle persone con malattie autoimmuni e/o gravi patologie croniche si raccomanda, a titolo precauzionale, di rimandare i viaggi verso i Paesi con epidemia di Zika virus in corso. Se il viaggio non è rimandabile, è opportuno adottare in modo scrupoloso le misure di protezione individuale contro le punture di zanzara. Per maggiori informazioni e consigli per chi viaggia visita il sito www.zanzaratigreonline.it

ALCUNE SEMPLICI AZIONI PER PREVENIRE LA DIFFUSIONE DI ZANZARE E PAPPATACI EVITA I RISTAGNI D’ACQUA Alle zanzare basta pochissima acqua stagnante per depositare le uova e riprodursi. Un sottovaso, un tombino, un secchio, sono tutti luoghi ideali per lo sviluppo delle larve di zanzara. Perciò si deve evitare ogni ristagno d’acqua rimuovendo tutti gli oggetti che possono contenere acqua anche solo occasionalmente. I pappataci prediligono i luoghi umidi e ombreggiati. Per contrastarne lo sviluppo evitare gli accumuli di sfalci d’erba e di materiali organici. USA PERIODICAMENTE I PRODOTTI LARVICIDI Quando non è possibile evitare ristagni di acqua (come nei pozzetti stradali, nelle caditoie, nei tombini, ecc.) si deve ricorrere ai prodotti larvicidi. Questi devono essere utilizzati da aprile a novembre con cadenza periodica, secondo le indicazioni riportate sulle confezioni. I prodotti larvicidi sono facilmente reperibili in commercio, nei negozi specializzati o nelle farmacie. Non usare il rame come larvicida, ha scarsa efficacia. ABBIGLIAMENTO E PRODOTTI REPELLENTI Gli strumenti di protezione individuale più efficaci sono gli indumenti e i prodotti repellenti per gli insetti. I repellenti vanno applicati sulle parti scoperte del corpo: per utilizzarli correttamente è fondamentale rispettare dosi e modalità riportate nelle istruzioni in etichetta. Per evitare le punture è consigliabile vestirsi sempre di colori chiari, indossare pantaloni lunghi, maglie a maniche lunghe, e non utilizzare profumi. È consigliabile ridurre al minimo la presenza delle zanzare all’interno delle abitazioni utilizzando zanzariere e condizionatori. Si possono usare anche apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine o zampironi, ma sempre con le finestre aperte.

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Salute

Studiare ai tempi del Covid-19, una “prima volta” da raccontare LA DIDATTICA A DISTANZA HA GIÀ MANIFESTATO PUNTI DI FORZA E CRITICITÀ: ECCO LE TESTIMONIANZE DI TUTOR, BAMBINI E RAGAZZI, RACCOLTE DALLE PSICOLOGHE BIANCAMARIA ACITO E ALESSANDRA BIANCARDI DELL’ASSOCIAZIONE QUISIPUÒ

L’

emergenza COVID ha richiesto a tutti una “ristrutturazione” radicale delle nostre abitudini. Probabilmente la rivoluzione più grande è quella che ha riguardato la scuola prima di ogni altro ambito. Gli student*, infatti, si sono ritrovati da un giorno all’altro a passare dall’andare a scuola tutte le mattine, incontrare compagni e amici, conciliare studio e attività extrascolastiche, alla gestione di un tempo riempito da didattica a distanza (DAD), videogiochi, social e poco altro. Il dibattito circa l’efficacia della DAD è in corso ed è prematuro giungere a delle valutazioni, tuttavia come psicologhe di un’associazione che si occupa di apprendimento siamo vicine agli studenti della nostra città e abbiamo raccolto alcune testimonianze: pensiamo che sia importante ascoltarne le voci, soprattutto in un momento in cui ci stiamo riappropriando di alcune “normalità”, ma il capitolo “scuola a settembre” è ancora aperto. Anche il supporto allo studio fornito dai nostri tutor specializzati agli

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studenti con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) e altri BES (Bisogni Educativi Speciali), ha subito delle modifiche: abbiamo sospeso i laboratori compiti a piccolo gruppo “Metodiamoci” e i tutoraggi individuali in presenza per proporre alle famiglie di Parma e Langhirano i tutoraggi on line. Abbiamo chiesto alle tutor di esporci criticità e punti forza di questo modo del tutto nuovo di lavorare. Anche per loro, infatti, è stata una prima volta! Ricorda Alice Mauri: «Il primo giorno c’è stata confusione: ricerca del miglior programma da utilizzare, installazione, tentativi... e cellulare all’orecchio per coordinarsi con la famiglia. È stata una cosa nuova per me, ma ho subito deciso di sperimentarmi!». Anche Ilaria Callegari ha raccolto la sfida: «All’inizio pensavo che non saremmo riusciti a mantenere alta l’attenzione e la motivazione degli studenti e finalizzarle all’apprendimento attraverso una schermo. Invece è andata benissimo, i tempi si sono accorciati rispetto al tutoraggio in presenza, ma la resa è più alta. Con i

ragazzi il lavoro si è svolto senza grossi problemi: per fortuna sono abili nell’usare le tecnologie. Usiamo il pc e possiamo condividere lo schermo in modo che l’uno possa vedere ciò che scrive l’altro: è utile soprattutto coi ragazzi che hanno i libri digitali e i programmi per le mappe. Il tutor deve ricevere prima i materiali, con foto o e-mail, soprattutto per matematica, grammatica, inglese e tutte le materie con tanti esercizi». Aggiunge Alice: «Certamente manca il contatto, la pausa con una merenda insieme, ma posso dire di essere pienamente soddisfatta: lavoriamo al PC e questo permette di sviluppare nuove competenze, come word, quiz online e altro. In un periodo di obbligata lontananza fisica, abbiamo trovato un modo per essere vicini, condividere un pezzetto della nostra casa e anche uno snack tra un problema di matematica e una frase di italiano». E i bambini cosa ne pensano? Uno dei più piccoli (B. 9 anni) dice: «Mi mancano i miei amici di scuola però è divertente usare il pc per i compiti! Posso scrivere e fare vedere quello che faccio, mi fa sentire grande».


Salute Anche E. (9 anni), trova degli aspetti positivi: «A me piace vederci su Skype, perché anche se non siamo vicine come prima, mi aiuti tanto a studiare. Un po’ mi mancano i laboratori con gli altri bambini, ma mi piace anche così... possiamo parlare, ti posso far vedere i lavori che faccio e anche il mio cane e il mio gatto!». I tutoraggi, infatti, possono ricoprire anche la funzione indiretta di favorire la relazione, come ribadisce C. (11 anni): «Mi trovo molto bene con la tutor, mi piaceva di più venire ai laboratori, però, in questo periodo di isolamento, è stato molto di aiuto ricevere altre spiegazioni e parlare con qualcuno non della famiglia». Ben vengano le risorse digitali, allora, se usate in questo modo! Secondo Sara Malagoli «Questo periodo pone numerose limitazioni alle interazioni sociali e le tecnologie sono diventate indispensabili perché permettono di stabilire una relazione con grandi limiti ma reale, fatta di battute, espressioni del viso e tonalità della voce, contribuendo a mantenere viva la motivazione allo studio, che in questo periodo vacilla». Anche Maria Grazia Mancarella sottolinea che: «nel tempo, il tutor è diventato un punto di riferimento, una certezza con cui ristabilire la routine, la quotidianità che oggi più che mai appare sconvolta, soprattutto per quegli studenti che, dopo una prima fase di leggerezza per la chiusura delle scuola, hanno manifestato un forte senso di smarrimento». Non è tutto semplice, anzi. Soprattutto per i più grandi, che sentono di più la pressione della scuola e parlano anche delle lezioni scolastiche. S. (14 anni): «La didattica a distanza può creare problemi se la connessione non funziona

o il pc si blocca. Con il tutoraggio mi sono trovato bene, anche se lo preferisco in presenza perché posso avere subito un riscontro dal tutor senza dover inviare foto o documenti» e F. (14 anni): «secondo me la didattica online è utile nelle emergenze, altrimenti preferisco la didattica interpersonale. Ci sono dei lati positivi di questa quarantena, come essere meno di corsa e riposare di più. Però ho sentito molto la mancanza di amici e compagni». Anche per F. (12 anni), è più faticoso: «preferisco le lezioni in presenza: on line sono più stancanti, faccio fatica a stare concentrato sul monitor». Sara spiega che: «I ragazzi dicono che le lezioni fanno bruciare gli occhi e sono un po’ noiose perché non c’è interazione con i compagni. Invece il tutoraggio è individuale ed è concentrato in un’ora: i ragazzi sanno che è un tempo limitato e che possono chiarirsi i dubbi rispetto agli argomenti che non hanno capito nelle lezioni, così da non accumulare lacune che li potrebbero mettere in difficoltà sul lungo periodo». Lo conferma L. (12 anni): «Dopo 2 o 3

ore al pc, tra lezioni e tutoraggi, sono un po’ stanca, però i tutoraggi mi aiutano, soprattutto in geometria, dove mi sento più tranquilla se qualcuno mi spiega con calma quello che non capisco». Queste considerazioni ci fanno riflettere su quali punti di forza del tutoraggio potrebbero essere di ispirazione per migliorare l’esperienza della didattica a distanza: se appare chiaro, infatti, che le criticità sono comuni, le maggiori possibilità di interazione e di coinvolgimento attivo del rapporto individuale sembrano essere importanti per favorire l’attenzione e la motivazione. Ne consegue l’importanza di studiare soluzioni che favoriscano una partecipazione più attiva anche nella DAD, eventualmente anche coinvolgendo gli studenti a piccoli gruppi con esercitazioni pratiche. Uno dei rischi più grandi, infatti, è che venga declinata passivamente, con un insegnante che parla e gli studenti che ascoltano. Purtroppo alla DAD si è giunti in modo improvviso e molti docenti non erano pronti: ci occupiamo di formazione nella didattica inclusiva e multimediale e crediamo sia necessario un intervento tempestivo in questa direzione, per consentire alla DAD di essere realmente efficace, sfruttando le potenzialità enormi delle tecnologie e non soccombendo ad esse. a cura di Biancamaria Acito e Alessandra Biancardi, Psicologhe dello sviluppo - Associazione Quisipuò - Parma e Langhirano www.quisipuo-parma.it quisipuo@gmail.com Tel. 328 1318830 e 375 5008355

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Salute

Preservare la salute di denti e gengive anche in gravidanza DURANTE QUESTO PERIODO BELLISSIMO MA ALTRETTANTO IMPEGNATIVO, È IMPORTANTE TENERE D’OCCHIO LE GENGIVE E I DENTI, SIA PER LA MAMMA CHE PER IL NASCITURO. CE NE PARLA LA DOTTORESSA FEDERICA PALMIA DELLO STUDIO DENTISTICO PALMIA

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ei 9 mesi di gravidanza, periodo bellissimo emozionalmente, il fisico va incontro a cambiamenti che possono influenzare lo stato di salute di denti e gengive. In questo periodo infatti, gli squilibri ormonali e le modifiche della risposta immunitaria possono favorire l’infiammazione dei tessuti gengivali, con la comparsa della gengivite gravidica o ormonale, o addirittura

Vicolo Flavio Gioia, 5 - 43125 Parma Tel. 0521.206786 www.studiodentisticopalmia.it

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della parodontite, che se è già presente può ulteriormente aggravarsi. Per questo è importante mantenere un’igiene molto scrupolosa a casa e farsi seguire dal dentista che, a seconda dei casi, potrà anche programmare una seduta di igiene in studio al trimestre. Il tessuto di supporto del dente (osso e gengiva) è particolarmente delicato in questo momento e bisogna dedicargli particolare attenzione.I batteri presenti nelle tasche gengivali possono causare parti prematuri 7 volte più della norma con riduzione del peso del nascituro. Eseguendo degli studi comparativi, si è visto come la pulizia professionale profonda eliminasse tale

rischio, molto più degli antibiotici. Inoltre, condizioni come il continuo reflusso o iperemesi gravidica, possono provocare indebolimento dello smalto del dente, con una sua conseguente erosione ed aumentato rischio di carie. Il dentista seguirà anche questa fase, dandovi consigli utili. Già dalla gravidanza le nostre abitudini di igiene orale influiscono sullo stato di salute dei nostri figli, al pari di mantenere o meno una dieta sbagliata o fumare. Rivolgetevi con fiducia ai professionisti dello Studio dott.ssa Palmia, ci prenderemo cura di voi e dei vostri piccoli e troveremo insieme la soluzione migliore in base alle vostre esigenze.


Salute

L’app “Non da sola” per le donne in gravidanza e le neomamme L’APPLICAZIONE GRATUITA FORNISCE INFORMAZIONI PER ORIENTARSI SUL PARTO, QUALI ESAMI FARE, IL PUNTO NASCITA PIÙ ADATTO E ALTRO ANCORA. UNO STRUMENTO UTILE PER ACCEDERE AI SERVIZI E ORGANIZZARSI, SOPRATTUTTO IN QUESTO PERIODO DI EMERGENZA COVID

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i chiama “Non da sola”, l’applicazione dedicata al mondo della gravidanza e del parto per accompagnare la donna e la coppia dalla gestazione ai mesi successivi alla nascita del bimbo. Realizzata dalla Regione Emilia-Romagna – Servizio Assistenza territoriale – in collaborazione con Lepida, è scaricabile gratuitamente e disponibile per smartphone e tablet Android e iOS. Nonostante l’emergenza sanitaria da Coronavirus, le donne in gravidanza che non hanno sintomi devono fare regolarmente i controlli ed esami indicati anche nella app, secondo gli appuntamenti stabiliti: l’assistenza al percorso nascita nei consultori e nei punti nascita è sempre garantita nel massimo rispetto delle norme di sicurezza. Per le donne con sintomi, i controlli saranno da valutare o ri-valutare, contattando telefonicamente il personale del consultorio che indi-

cherà, in base al calendario e al tipo di controllo, le cose da fare. COME FUNZIONA L’APP? L’applicazione permette di specificare le proprie preferenze in merito ai percorsi per il travaglio, il parto o il post parto (ad esempio, “parto naturale dopo cesareo/parto in acqua”, “epidurale/agopuntura”, donazione del cordone ombelicale) e di trovare rapidamente, usando eventualmente la geolocalizzazione

dell’utente, il Punto nascita che risponde meglio alle proprie esigenze. Le informazioni che aiutano la donna a orientarsi nelle scelte da compiere, secondo i bisogni propri e del bambino, sono arricchite anche dalla “cartella gravidanza”, che contiene: il diario, una guida che, trimestre dopo trimestre, illustra l’assistenza proposta in Emilia-Romagna; schede informative, ognuna dedicata a un tema specifico (stili di vita, sostegno durante il travaglio, allattamento, vaccinazioni in gravidanza) per rispondere ai dubbi e alle perplessità più comuni; infine, diritti in gravidanza, ovvero una breve guida sui diritti che tutelano la donna lavoratrice durante la gestazione. La cartella della gravidanza può essere consultata nella app, ma anche essere richiesta in versione cartacea nei consultori e negli ambulatori ospedalieri. Inoltre è disponibile online all’indirizzo www. saperidoc.it Per maggiori info visita www.gravidanzanondasola.it

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Focus Salute

L’importanza del saturimetro, a cosa serve e quando usarlo IN EMERGENZA COVID-19 IL DISPOSITIVO È STATO FONDAMENTALE PER CONTROLLARE LA SATURAZIONE DELL’OSSIGENO

«P

arlare di prevenzione dopo il periodo di crisi sanitaria da cui stiamo cominciando solo ora ad uscire sembra quasi fantascientifico – afferma Stefano Chiesa Managing Director di CA-MI Srl produttore certificato di Medical Device - ma per dispositivi medici come il Saturimetro, di cui la maggior parte delle persone ne ha “dovuto imparare” l’esistenza proprio a causa del COVID-19, credo sia necessario sottolineare come questo dispositivo possa e debba essere utilizzato anche in futuro per controllare, e dove possibile prevenire appunto, condizioni altrimenti critiche e occulte». A cosa serve il saturimetro? «È un dispositivo molto semplice da utilizzare, si applica normalmente al dito indice, e rileva in pochi secondi la “saturazione d’ossigeno”, ovvero la percentuale di ossigeno legato all’emoglobina del nostro sangue. Un valore che, in-

Distributore in Esclusiva per l’Italia di:

Via Ugo La Malfa 13 Pilastro (PR) Tel. +39 0521 637133 www.ca-mi.eu

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terpretato dal medico o come da sue indicazioni, può essere spia della potenziale presenza di patologie anche croniche e/o gravi. Nel Caso del COVID-19, è stato indispensabile per tenere sotto controllo l’evoluzione dell’infezione, permettendo di intervenire in tempi utili ad evitare eventuali drastici e repentini peggioramenti di insufficienza respiratoria». Aldilà del Covid, perché è importante averlo in casa? «Fornisce sempre importanti indicazioni al medico che può così ipotizzare e quindi identificare condizioni e/o patologie anche gravi come ad esempio l’Insufficienza Cardiaca, una Stenosi Arteriosa, la ARDS (Sindrome da distress respiratorio acuto), la COPD (broncopneumopatia cronica ostruttiva), l’Enfisema polmonare, Difetti Cardiaci Congeniti, la Fibrosi cistica, o condizioni da cause esterne, come l’effetto di alcuni farmaci (per allergia o sovradosaggio) o di gas inalati. Oppure a seguito di attività estreme o straordinarie, come l’alpinismo d’alta quota o l’immersione subacquea, può essere “vitale”, al fine di evitare l’innesco del Mal di Montagna o di Embolie polmonare

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Come scegliere un SATURIMETRO di qualità? 1. Evitiamo dove possibile l’acquisto su WEB se correlato ad aziende commerciali e/o che non hanno sede in Italia e che quindi non possono fornire una assistenza diretta, rapida e competente. 2. È sempre meglio acquistate nei centri di distribuzione specializzati (Farmacie, Sanitarie etc.). 3. MADE IN CHINA è ok, ma solo se in presenza di qualità delle componenti e delle procedure di fabbricazioni garantite da aziende certificate 4. Occhio alla qualità! Un dispositivo di bassa qualità può essere poco accurato in partenza o perdere accuratezza nel breve tempo o, ancor peggio, essere incapace di rilevare il dato in presenza di particolari condizioni.

da immersioni». Quali sono i valori e come si usa correttamente? «Valori di SpO2 tra 100% e 95%, sono considerati “normali”. In caso il vostro dispositivo visualizzi valori tra 95% e 90% (ipossia lieve), non fatevi prendere dal panico, restate tranquilli e ripetere la misurazione dopo una decina di minuti di riposo da qualsiasi

attività. Se il valore persiste sotto il 95% così come nel caso di valori tra il 90% e l’85% (ipossia moderata), è sempre opportuno contattare in tempi brevi il vostro medico per approfondimenti medici del caso. Nel caso in cui i valori siano inferiori a 85% (ipossia grave) contattate immediatamente il medico curante, sedetevi ed evitate di restare soli o di spostarvi autonomamente. Solo un Medico, con una anamnesi completa del paziente, può definire le soglie di allarme ed è per questo che prima di iniziare a utilizzare questo tipo di dispositivo, è sempre raccomandato un confronto con il proprio medico e/o specialista».


Focus Salute

La nuova chirurgia protesica del ginocchio DALLA FISIOTERAPIA ALLA SOSTITUZIONE PROTESICA. NUOVE TERAPIE E TRATTAMENTI DELL’ARTROSI AL GINOCCHIO

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l dolore al ginocchio (gonalgia) è un problema che affligge molte persone fin dalla giovane età. In base al periodo di insorgenza del sintomo, potrà avere cause diverse che spaziano dalle deviazioni assiali dell’arto inferiore, problemi inerenti l’articolazione femoro rotulea, lesioni meniscali o legamentose, problemi condrali di tipo infiammatorio per poi arrivare alla vera e propria conclamata artrosi. In fase iniziale, la gonalgia si può presentare anche in giovane età e può dare dolori occasionali e solo in certi movimenti. In giovane età è dovuto a sovraccarichi funzionali o meccanici e può essere trattato con semplice terapia antinfiammatoria, fisioterapia, utilizzo di plantari correttivi e terapia infiltrativa. Nel caso di selezionati pazienti giovani, con strette e limitate indicazioni, può risultare efficace la terapia con cellule staminali che possono ridurre l’infiammazione della condizione patologica e ridare una condizione di normalità alle strutture del ginocchio. Quando la degenerazione/usura cartilaginea progredisce si inizia a parlare di artrosi. Questa non si manifesta subito con le caratteristiche peggiori ma tende a dare un dolore crescente nel tempo e sempre meno responsivo

alle terapie. Terapie che in fase iniziale possono essere di tipo fisioterapico, infiltrativo per arrivare infine alla chirurgia, che ha fatto importanti progressi rispetto al passato. Oggi si può intervenire su ogni singola parte del ginocchio senza dover obbligatoriamente sostituire l’intera articolazione intervenendo anche su entrambe le articolazioni contemporaneamente. Tutto a vantaggio del recupero funzionale del paziente. Dopo un intervento di sostituzione protesica il paziente deve iniziare il recupero funzionale dell’articolazione operata nell’immediato post operatorio che vuol dire 4/6 ore dalla fine dell’intervento. Io personalmente, concedo il carico completo con o senza l’utilizzo di stampelle a 6 ore post operatorie senza nessun rischio di compromissione dell’interven-

to e di danneggiamento dell’impianto protesico. Non è più necessario l’uso di drenaggio articolare grazie all’uso di terapia utilizzata per ridurre al minimo il sanguinamento, non si utilizza più il catetere vescicale per evitare fastidi al paziente e si cammina e si utilizza il ginocchio il prima possibile. Ad oggi l’intervento di sostituzione protesica parziale, totale o addirittura bilaterale, risulta essere l’unica indicazione per la risoluzione del dolore, il recupero funzionale ed il ritorno ad una qualità di vita normale. Il decorso post operatorio consiste, come già detto, nella ripresa immediata del recupero funzionale dell’articolazione operata, la degenza ospedaliera consta di 3-4 notti massimo in ospedale e la fisioterapia può essere svolta ambulatorialmente 3-4 giorni a settimana senza necessità di ricovero in strutture ospedaliere. Nella nostra struttura, tengo a precisare, è fondamentale il rapporto chirurgo, fisioterapista e paziente in modo che venga seguito in maniera individualizzata e nel migliore dei modi il paziente per poter raggiungere l’obbiettivo comune della guarigione in tempi rapidi. A cura del Dott. Pietro Banchini, specialista in chirurgia protesica del ginocchio, ricostruzione legamentosa e sport medicine

Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it

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Fascicolo Sanitario Elettronico, a Parma boom di attivazioni L’AUMENTO SOPRATTUTTO IN APRILE DURANTE L’EPIDEMIA DA COVID-19. NOVITÀ PER I PAZIENTI IN TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE: ORA È IMMEDIATA LA DISPONIBILITÀ DEI REFERTI

A

umenta il numero di cittadini di Parma e provincia (oltre 105 mila secondo i dati di maggio) che ricorrono al Fascicolo Sanitario Elettronico per gestire la propria salute. Un numero cresciuto fortemente soprattutto in aprile, quando Parma è risultata prima in tutta la Regione per nuove attivazioni, in percentuale alla popolazione, con 4.344 nuovi Fascicoli sanitari elettronici in più (da inizio anno, sono stati oltre 12.000 i fascicoli attivati). Le diverse opportunità offerte dal servizio si sono rivelate particolarmente attrattive nel periodo di lockdown e distanziamento sociale dovuto all’epidemia da coronavirus spingendo tantissimi parmigiani, che ancora non lo avevano fatto, ad attivare la propria pagina personale. I VANTAGGI Il Fascicolo Sanitario Elettronico

consente di gestire da computer o smartphone la propria storia di salute, consultare referti specialistici, tra cui anche quelli di Pronto soccorso, ricevere l’impegnativa di una visita o di esami dal proprio medico di famiglia senza spostarsi da casa e così pure anche le ricette di farmaci. In questo caso, è possibile recarsi direttamente in farmacia per il ritiro, mostrando la ricetta sullo smartphone, senza necessità di stamparla. Oltre a ciò, il fascicolo sanitario permette di consultare la prenotazione con i dettagli (data, ora e luogo) di alcune prestazioni sanitarie – visite e prestazioni di diagnostica-, i certificati per le vaccinazioni proprie e dei propri figli e di scegliere il medico di medicina generale o il pediatra, il tutto senza muoversi fisicamente. Da qualche mese, inoltre, a partire

dal fascicolo sanitario, è possibile anche effettuare il pagamento on line delle prestazioni sul circuito Pago PA (in alternativa agli uffici postali e esattorie). LA NOVITÀ È stata attivata di recente la possibilità di ricevere in tempo reale i referti per gli oltre 5.000 pazienti in terapia anticoagulante orale (TAO) di Parma e provincia: basta un click per leggere l’esito dell’esame comodamente dal proprio pc, da smartphone o tablet, senza bisogno di recarsi direttamente negli ambulatori. Un doppio vantaggio che permette da una parte di risparmiare tempo e inutili spostamenti e dall’altra, grazie alla contemporanea disponibilità del referto al medico di famiglia, di migliorare ulteriormente la tempestività della valutazione clinica e la prescrizione della terapia.

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Prevenzione e alimentazione personalizzata con la Nutrigenetica D

a oltre 35 anni, il Centro Medico Spallanzani è una delle più importanti realtà sanitarie private di Parma. Nato come Laboratorio di Analisi, nel corso del tempo si è sviluppato ampliando le proprie aree di intervento per offrire un supporto completo al cliente, grazie alla presenza di professionisti altamente qualificati. Oggi il Centro Medico Spallanzani è Poliambulatorio Medico Specialistico all’interno del quale si inseriscono molteplici servizi professionali: Punto Prelievi, Centro Odontoiatrico e Centro Gravidanza SiCura, Medicina del lavoro, Estetica e Dermatologia, Psicologia, Medicina dello Sport, Centro Fertilità e Riproduzione, con annesso Laboratorio Andrologico per indagini approfondite di valutazione della fertilità maschile, e molto altro ancora. Nell’ambito delle prestazioni specialistiche legate alla Nutrizione, il team di medici del Centro Spallanzani si è ampliato e arricchito con la professionalità della Dott.ssa Anna Squadrilli, che porta avanti un sevizio il cui approccio si basa su un’attenta anamnesi del paziente, sia di carattere patologico sia nutrizionale, e sull’analisi bioimpedenziometrica (valutazione dello stato nutrizionale, della quantità di massa grassa, massa magra e liquidi extra- ed intracellulari e analisi del metabolismo basale). Si tratta di una attività rivolta a tutti coloro che desiderano raggiungere il benessere attraverso una sana

IL TEAM MEDICO DEL CENTRO SPALLANZANI DI PARMA SI AMPLIA, OFFRENDO UN’ATTIVITÀ VOLTA AL BENESSERE DEI PAZIENTI ATTRAVERSO UN PIANO ALIMENTARE STRUTTURATO SUL PROPRIO PATRIMONIO GENETICO

alimentazione e un corretto stile di vita, prevenendo patologie metaboliche, cardiovascolari e psichiche. A tal proposito vengono utilizzati test genetici per poter individuare la presenza di alterazioni che giocano un ruolo chiave nella branca della “NUTRIGENETICA”. Tramite questi

test è possibile conoscere in modo completo il patrimonio genetico, individuando gli alimenti positivi per il proprio organismo, quelli da limitare o eliminare. In base all’esito del test sarà formulato un piano alimentare personalizzato differente per ogni singolo individuo.

Direttore Sanitario dr. Cesare Moschini Viale Tanara 20b • 0521 287178 • info@centrospallanzani.it www.centrospallanzani.it

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Non alla moda, ma in “palette”. La bellezza è nei colori della natura PARLIAMO DI ARMOCROMIA, ULTIMAMENTE MOLTO IN VOGA, ANCHE SE ESISTE DA SEMPRE. MA NON È TUTTO NEL LAVORO DI CONSULENZA D’IMMAGINE Barbara Bellini,

consulente di immagine info@bbconsulenzaimmagine.com

C

olore donante, sottotono, caldo, freddo, palette, stagioni. Sono solo alcuni dei termini che appartengono al linguaggio dell’Armocromia, una vera e propria scienza del colore, quasi una “magia” a detta di molti, che negli ultimi tempi sta spopolando, grazie alla pubblicazione del libro di Rossella Migliaccio, “Armocromia. Il metodo dei colori amici che rivoluziona la vita e non solo l’immagine”. Ma non è tutto per chi si occupa

di immagine, e la vera rivoluzione coinvolge molti più strumenti e scava negli aspetti più intimi di una donna che riguardano il carattere, la personalità, l’attitudine. Lo sa bene Barbara Bellini, consulente di immagine di Parma e vera appassionata di bellezza (soprattutto interiore), che da anni esalta l’armonia più insita e il carattere delle donne. Barbara, parliamo intanto di armocromia, una scoperta per tutti, ma non per voi ‘addetti ai lavori’. Di cosa si tratta? «Per noi conoscere la palette dei colori è da sempre la base di una consulenza di immagine, ancora prima che diventasse di moda. L’armocro-

TRUFFE AFFETTIVE: UN COLPO AL CUORE. ORA ACTA È ANCHE SU SKYPE Un like su Facebook, un cuore su Instagram, una richiesta di amicizia da una persona nuova che sembra interessante. E la mente vola. Le fantasie sedano le paure – amplificate in questo periodo dall’emergenza del Covid19 – e torna la voglia di sognare, fuggire dalla realtà. Una realtà di solitudine oppure di rapporti consunti. Dal corteggiamento e rapido innamoramento virtuali si passa però facilmente alla richiesta di aiuto, di soldi o regali costosi attraverso questi profili fake, realizzati rubando identità altrui. Ed è da questo momento che ci si trova in una delle “Trappole d’amore” di cui parla nel suo ultimo libro Federica Sciarelli con i suoi collaboratori della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” Ercole Rocchetti, Veronica Briganti e Marina Borrometi. Il volume, edito da Rai Libri

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a marzo 2020, approfondisce il tema delle truffe romantiche raccontando storie di donne e uomini che hanno subito queste frodi. Un fenomeno drammatico che rientra in un più ampio scenario di criminalità organizzata, del quale si è parlato lo scorso ottobre proprio con Ercole Rocchetti durante un convegno organizzato a Parma. Il momento peggiore è quando l’inganno viene alla luce: le vittime cadono in una profondissima crisi fatta di vergogna, perdita di stima di sé, rottura di relazioni con i famigliari che condannano senza capire. Perché può accadere a chiunque, ma molti non lo comprendono. Per aiutare a rialzarsi chi è caduto negli imbrogli che colpiscono il cuore, il movimento “ACTA” Azione Contro Truffe Affettive e


Benessere STAGIONI E SOTTOGRUPPI Le palette si ispirano realmente ai colori della natura che cambiano, di tono e intensità, a seconda delle stagioni. «Per esempio- spiega Barbara-, inverno e estate hanno i sottotoni freddi, autunno e primavera quelli caldi. Nella palette dei colori Estate troviamo le tonalità che riportano al mare, al giallo sole, al corallo. L’inverno ha invece colori profondi, come il nero, il verde petrolio, il bianco ottico candido come la neve.» Essendo però difficile inquadrare tutte le persone in sole quattro categorie, a queste si aggiungono i sottogruppi, così divisi: PRIMAVERA: Light (chiara) - Warm (calda) - Bright (brillante) ESTATE: Light (chiara) - Cool (fredda) - Soft (tenue) AUTUNNO: Deep (profondo) - Warm (caldo) - Soft (tenue) INVERNO: Deep (profondo) - Cool (freddo) - Bright (brillante)

mia è una tecnica molto complicata, ma altrettanto precisa, che permette la suddivisione di ogni persona in categorie di riferimento ben precise, in base al colore di pelle, occhi e capelli. Ognuno di noi presenta una serie di indizi che ci riconducono ai nostri colori cosiddetti amici, quelli che applichiamo poi all’abito, al make up, al colore dei capelli, agli accessori». Cosa succede quando si fa l’analisi del colore? «Durante la consulenza, si utilizzano i drappi di diverso colore, si valutano i colori, le intensità e il sottotono del viso struccato. Nel momento in cui appoggiamo sul viso il colore donante, accade una magia: si illumina immediatamente l’incarnato e si abbassano le ombre, si ha un effetto fondotinta». Perché è importante conoscere il proprio colore donante? «Il mio lavoro viaggia su binari paralleli, la vita di una persona e il suo aspetto. L’immagine è profondamente collegata al nostro mondo interiore, all’autosti-

ma. Le donne che si approcciano a me stanno affrontando un percorso per ritrovare se stesse. È molto più che un cambiamento d’immagine, è un viaggio verso la consapevolezza di sé». Un approccio di tipo psicologico... «Sì. Ci tengo molto ed è quello che faccio al momento del primo colloquio con la cliente: vado a fondo, nel carattere, nella personalità e nel momento di vita, e studio uno stile che possa

rappresentarla ed esaltarla al 100%. Durante le conversazioni cerco di capire la donna che vogliono mostrare e quella che vogliono essere». Qual è la soddisfazione maggiore del tuo lavoro? «Per me la cosa più bella in assoluto è essere un mezzo di crescita, accompagnare queste donne nei momenti di transizione delle loro vite, mano nella mano». di Felicia Vinciguerra

Lotta Cybercrime di Torino – attivo dal 2014 su tutto il territorio nazionale, fondato e diretto da Jolanda Bonino – ha attivato su Skype un servizio gratuito di consulenza psicologica in collaborazione con Amalia Prunotto, ideatrice del progetto Amori 4.0 e consulente Lidap Odv (Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia, d’Agorafobia e da attacchi di Panico) sezione di Parma. Ogni lunedì dalle ore 20.30 alle 22.00 il counseling è operativo su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di offrire ascolto, orientamento e sostegno alle vittime di truffe e ai loro famigliari. Per prenotare una consulenza con ACTA su Skype (o a richiesta in videochiamata WhatsApp) si può telefonare al 338 2795278 o scrivere ad actaitalia2014@gmail.com oppure ad amalia.prunotto@gmail.com. di Arianna Torelli

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Coronavirus, ansia, stress e disagio psicologico tra le conseguenze UNA RETE DI SUPPORTO GESTITA DA PSICOTERAPEUTI ESPERTI IN AMBITO EMERGENZIALE, PER AIUTARE LE PERSONE IN DIFFICOLTÀ. ANCORA ATTIVO IL NUMERO VERDE DEL MINISTERO assistiamo al calo dei contagi e ad un graduale ritorno alla normalità, sono tanti ancora i postumi da Coronavirus sul piano emotivo. Situazioni difficili da recuperare senza l’aiuto di esperti. L’Ausl di Parma, in collaborazione con l’Associazione di volontariato Società Italiana Psicologia dell’Emergenza-Emilia-Romagna (SIPEM SoS-ER), per tutto il periodo di emergenza sanitaria, ha offerto un servizio gratuito di supporto psicologico telefonico attivo per coloro che si trovavano in quarantena o in isolamento domiciliare, nel territorio di Parma e provincia, e anche per le persone in lutto a causa dell’emergenza. «È stata una situazione eccezionale, che ha avuto bisogno di misure eccezionalispiega la dottoressa Enrica Pedrelli, presidente dell’Associazione SIPEM SoS-ER-, ecco perché siamo entrati in regime di protezione civile, con una

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tress emotivo, timore del contagio, misure restrittive di isolamento, solitudine, e di conseguenza i lutti e le incertezze sul piano economico. Sono tutti elementi che possono generare attacchi di panico, ansia, paura e disagio. È per questo che, sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, è stato attivato un supporto di tipo psicologico, con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti esperti per affrontare le diverse problematiche in situazioni di emergenza. In questa fase per molti di rinascita, nella quale lentamente

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I LIBRI, RIMEDIO “ANTIVIRUS” IN QUARANTENA

rete di professionisti volontari con formazione specifica in ambito emergenziale. Il servizio ha esaudito molte persone, ma adesso siamo nella fase di chiusura, che richiama un’utenza con bisogni di ripristino dell’equilibrio, attraverso un trattamento, non più breve, ma di medio-lungo periodo». IL NUMERO VERDE DEL MINISTERO DELLA SALUTE Operativo dal 27 aprile, 800.833.833 è il numero gratuito di supporto psicologico che il Ministero della Salute e della Protezione Civile ha reso disponibile per tutti i cittadini che vivono situazioni di difficoltà, in seguito alla situazione drammatica dovuta all’emergenza sanitaria. Tutti i giorni, dalle ore 8 alle 24, professionisti specializzati, psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, rispondono al telefono alle richieste di aiuto. L’iniziativa punta ad affiancare, in questa fase di isolamento sociale, tutti i servizi di assistenza psicologica garantiti dal SSN: è sicuro, gratuito e organizzato su due livelli di intervento. Il primo livello è di ascolto telefonico e si propone di rispondere al disagio derivante

dal Covid-19. L’obiettivo è fornire rassicurazioni e suggerimenti. Per rispondere all’esigenza di fornire un ascolto più approfondito e prolungato nel tempo, le chiamate sono indirizzate verso il secondo livello di cui fanno parte, oltre ai servizi sanitari e sociosanitari del SSN, molte società scientifiche in ambito psicologico. I professionisti del secondo livello offrono colloqui di sostegno, ripetuti fino a 4 volte, via telefono oppure on line. Del primo livello fanno parte più di 500 psicologi dell’emergenza afferenti alle Associazioni del Volontariato della Protezione Civile; al secondo livello partecipano oltre 1500 psicoterapeuti volontari delle seguenti società scientifiche iscritte nell’elenco del Ministero. Il numero 833 è stato scelto in omaggio alla Legge 23 dicembre 1978, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale. Il numero è raggiungibile anche dall’estero al 02.20228733 e sono previste modalità di accesso anche per i non udenti.

Il trend degli acquisti nel periodo di piena emergenza sanitaria ha confermato pienamente l’idea della lettura come spazio di benessere personale e rimedio alla tensione psicologica. A supporto di questa tesi, le librerie sono stati i primi negozi a riaprire in seguito alla Fase 1 della pandemia, come bisogno necessario. Gli italiani, durante il coronavirus, hanno preferito letture tematiche, per approfondire la questione pandemie nella letteratura. Al primo posto della classifica di Mondadori troviamo la sensitiva Sylvia Browne, autrice insieme a Lindsay Harrison del bestseller Profezie. Che cosa ci riserva il futuro. Per Ibs in testa alla classifica c’è Spillover. L’evoluzione delle pandemie, saggio del divulgatore scientifico e giornalista americano David Quammen sulla diffusione dei nuovi patogeni. Resta salda la posizione in vetta di Elena Ferrante con la serie de L’amica geniale. Anche su Amazon spunta ai vertici Spillover, al quale si affianca un altro capolavoro della letteratura, Cecità di José Saramago. Anche ‘La peste’ di Camus è sempre presente all’interno delle top ten di tutte le piattaforme.

Terme e centri benessere, si riparte I centri termali e i centri benessere hanno riaperto dal 31 maggio. È quanto stabilito dall’ordinanza del presidente Bonaccini, sulla base di linee guida regionali che definiscono le disposizioni da seguire per garantire il ritorno in sicurezza in queste strutture, sia per gli ospiti che per gli operatori. Fra le principali, il dover garantire un’adeguata informazione e sensibilizzazione degli utenti sulle misure igieniche e comportamentali utili a contenere la trasmissione del Coronavirus. Gli ospiti devono sempre indossare la mascherina nelle aree comuni e le attrezzature devono essere disposte in modo da garantire sempre il distanziamento interpersonale di almeno un metro.

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Infermieri, la nuova sfida è aperta A MAGGIO SI È CELEBRATA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE. LA RIFLESSIONE DI MARCO ARCIDIACONO: “PER QUESTA PROFESSIONE SERVE FORZA PSICOLOGICA CHE ARRIVA DALLA FORMAZIONE PERSONALE, DALLA FAMIGLIA, DAI RAPPORTI INTERPERSONALI E, OVVIAMENTE, DA UNA PROPRIA SPINTA INTERIORE”.

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i sono nuovi eroi in patria dopo l’emergenza sanitaria Covid. Accade sempre, dopo un’emergenza: sono eroi i vigili del fuoco che salvano vite, i carabinieri, gli uomini della polizia di stato, la protezione civile, gli assistenti sociali. Poi ci si dimentica presto di tutti, di tutto quel che accade e si torna più o meno alla normalità. La nuova sfida è aperta. Ed è particolarmente profonda. La prima domanda è cosa insegnare. Per questa professione serve una discreta preparazione tecnica, forza psicologica che arriva dalla formazione personale, dalla famiglia, dai rapporti interpersonali e, ovviamente, da una propria spinta interiore. La si sviluppa con empatia e tramite il rapporto con il paziente. Di tutto questo ne serve più di quanto ho potuto vederne. Vedo giovani molto motivati nei miei corsi, anche molto forti. Alcuni recepi-

scono immediatamente il messaggio umano, avranno tempo di coltivarlo e di fare le proprie esperienze. L’emergenza sanitaria ha fatto emergere una certa carenza. È un po’ come vedere un film americano, tutti belli grossi e forti ma quando c’è un problema si perdono in un bicchier d’acqua o forse meno. Dobbiamo pensare, perlomeno io lo penso, che dovremo insegnare una maggior fermezza e sicurezza in sé stessi, senza esagerare ovviamente. Questa professione è l’imprevedibilità per eccellenza, come per i medici. Ogni caso è diverso dal precedente, non c’è mai quel che serve come uno strumento o la medicina che serve, altrimenti non ci sarebbero pazienti e non avremmo problemi di alcun tipo riguardo la salute. Invece siamo chiamati a lavorare in condizioni anche estreme, sia fisicamente che mentalmente. Occorre l’inventiva

del momento, come adattare i sacchi per l’immondizia a camici per reparto Covid. Non dovrebbe accadere ma succede, quindi dobbiamo essere pronti perché la prima linea siamo noi, infermieri e medici, insieme. Ecco cosa dobbiamo fare, tornare a lavorare insieme. Tutti, nel comparto sanità. Abbiamo bisogno di un po’ di spirito di corpo, come docenti dobbiamo trasmettere più passione, più dedizione forse. Molti restano affascinati, attratti dalla possibilità di fare qualcosa per gli altri. Capita però che quando il gioco si fa duro, in troppi si trovino in difficoltà. Non mi riferisco solo all’emergenza sanitaria ma al normale svolgimento del lavoro. C’è bisogno di persone preparate, forti, appassionate, pronte per essere nuovi eroi».

Marco Alfredo Arcidiacono dott. Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetriche Prof. a. c. Università degli Studi di Parma U.O. Oncologia Degenza Dipartimento Medicina Generale e Specialistica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ass. Italiana Infermieri Area Oncologica

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Doppia quarantena per i disabili IL PROF. ANTONIO FRANCESCHETTI DELLA POLISPORTIVA GIOCO RACCONTA I DISAGI DELLE PERSONE PIÙ FRAGILI E AFFETTE DA PATOLOGIE CRONICHE

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appiamo tutti cosa sia la quarantena. Il Covid 19 ce l’ha insegnato drasticamente. Senza pietà. Sembra superfluo raccontare la clausura delle persone nella prima fase, dopo che tutto è stato palesato dai social, dalle reti televisive, dalla carta stampata. Per gli sportivi praticanti si è aggiunto l’impegno di tenersi in forma, in attesa della riapertura di allenamenti e gare. Le persone con disabilità fisica non hanno fatto eccezione. I social della Polisportiva Gioco Parma raccontano l’intensificarsi della comunicazione virtuale, per supplire alla carenza improvvisa delle dinamiche sociali. Se aggiungiamo che molti hanno potuto continuare l’attività lavo-

rativa, in sede oppure da casa, si può affermare che la disabilità fisica (quella non completamente invalidante) non abbia fatto la differenza. “Sapevo cosa fare in casa: l’avevo imparato nelle lunghe degenze a causa di interventi chirurgici” afferma un socio. E un’altra: “Per me sono stati faticosi i primi giorni. Ero solita uscire per lavoro con associazioni. Poi mi sono adattata. Ma continua ad essere pesante la mancanza di rapporti sociali, anche se i social alleviano la pena.” Ma quando la disabilità è mentale o relazionale, in casa aumentano i disagi. Tutto grava sulla famiglia. Manca la quotidiana dimensione sociale offerta dalla scuola, dall’associazione e dal mondo

Tutto andrà bene, interpretazione della piccola Alice

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esterno. Mancano figure importanti come l’insegnante di sostegno o la badante. Si spezza il ritmo delle buone abitudini, dei rituali, degli schemi che normalmente aiutano a dare un senso alla giornata. Quel po’ di respiro concesso per due mesi dal DPCM, che aggiunge sei giorni ai tre della Legge 104, non esime il CONFAD (COORDINAMENTO NAZIONALE FAMIGLIE CON DISABILITÀ) dal segnalare “la necessità di una volontà di intervento a favore dei caregiver familiari, in attesa da troppi anni di una legge nazionale che definisca tutele e misure a sostegno.” L’associazione ANMIC si è resa disponibile, con un numero di telefono e un indirizzo e-mail, a dare consigli per le famiglie che ne facciano richiesta. I COC (Centri Operativi Comunali) sono attivi per gli aiuti esterni alle famiglie (spesa, medicine...).

Ci resta da considerare una categoria a cui non si pensa mai, tantomeno in questi tristi tempi: persone attive ma immunodepresse, affette da patologie croniche, distrofia, problemi respiratori. Umberto Guidoni, vicepresidente di ANMIC Parma, invita a pensare che la quarantena per questa categoria è pressoché continua e diventa rigorosa nel periodo invernale. “Le associazioni che si occupano di disabilità, dichiara Guidoni - da anni chiedono una riforma del welfare che abbia la sua punta di diamante nell’assistenza domiciliare indiretta e in progetti di vita indipendente e non in strutture a lunga degenza basate sul profitto. Basta con l’adattamento della persona al servizio; al contrario, il servizio deve essere ideato e organizzato dalla persona stessa». Antonio Franceschetti, Polisportiva Gioco Parma


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Dalla rianimazione alla riabilitazione post Covid, la testimonianza della maestra Teresa PRIMA IL RICOVERO ALL’OSPEDALE MAGGIORE IN TERAPIA INTENSIVA, POI LA RIPRESA FINO AL TRASFERIMENTO AL CENTRO CARDINAL FERRARI. IL RACCONTO DI CHI RIPARTE DOPO AVER SCONFITTO IL VIRUS

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n un momento di grande sofferenza fisica e psicologica, ognuno di noi ha vissuto la pandemia del corona virus in modo personale. Io ai primi di marzo, come tanti altri pazienti, ho contratto il virus e dopo cinque settimane di rianimazione, al risveglio ero già proiettata verso una riabilitazione: motoria, respiratoria, psicologica... non so descrivere lo stato d’animo! Mi trovavo su una carrozzella, con catetere, tubi, tubicini, aspirazioni per tracheotomia... che ne sarà di me? Mi chiedevo. Arriva poi il trasferimento al terzo piano (reparto Covid19) del

Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato. Ricordo il primo giorno di palestra: sulla carrozzina con catetere e ossigeno... continuavo a pensare come ne sarei potuta venire fuori... trascorro la Pasqua ed arriva ultimo tampone negativo... scendo al secondo piano dove inizio un duro lavoro di riabilitazione. Tengo a precisare che “si sono presi cura di me” diverse figure professionali alternandosi ogni giorno con diversi ruoli: la psicologa, che tra le tante attività mi ha dovuto comunicare che anche mia mamma aveva contratto il virus; i fisioterapisti, sempre incalzanti

e pieni di vigore nel proporre attività a volte massacranti ma fondamentali per riprendere autonomia; la terapia occupazionale, che opera sulla riconduzione alla quotidianità del paziente; la psicomotricista, che esercita attività di revisione delle abilità acquisite. Ai medici che mi hanno seguito, le dottoresse Taormina e Saviola, insieme a tutto il personale. Che dire? Questa esperienza del corona ha dato un valore aggiunto all’eccellenza della struttura. Grazie di cuore». Teresa Bacchi

La maestra Teresa Bacchi insieme allo staff del Centro Cardinal Ferrari (Santo Stefano Riabilitazione - Gruppo Kos)

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La fame non è andata in lockdown CUCINARE, UN MOMENTO DI CONDIVISIONE E CONSOLAZIONE. COSA CI RIMANE DI QUESTA QUARANTENA SUL PIANO ALIMENTARE? NE PARLIAMO CON IL NUTRIZIONISTA GERARDO SEQUINO

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nutile negarlo. La pandemia ha modificato bruscamente le nostre abitudini di vita, anche quelle alimentari. Soprattutto nella primissima fase di lockdown, in un tempo ancora molto incerto, abbiamo assistito a spese folli e alla corsa agli acquisti al supermercato, per riempire la dispensa di tutte le scorte necessarie. La spesa è diventata molto più settimanale e meno giornaliera, un’abitudine che si dovrebbe mantenere «al fine di rendere l’alimentazione più completa e diversificata- spiega il dottor Gerardo Sequino, biologo nutrizionista-. Oltre al beneficio apportato all’organismo con l’assunzione di quantità maggiori di nutrienti, la spesa a “lungo termine” consente anche un discreto risparmio dei costi che, soprattutto in

questo periodo, è bene non sottovalutare». C’è stato un aumento degli acquisti di materie prime (farina, lievito, burro). Avere questi ingredienti-base in frigo è sempre consigliato? «Tale comportamento ha ridotto l’uso dei cibi preconfezionati o preparati in quantità industriale

a scapito, a volte, della qualità e della genuinità. Ovviamente non sempre le porzioni sono equiparate al fabbisogno fisico e spesso sono abbondanti rispetto alle reali necessità per cui la nostra linea un po’ ne risente.» Cucinare: momento di condivisione e rimedio anti-stress. Com’è cambiato il

L’ESPERTO CONSIGLIA Spesso accade che il cibo abbia una funzione consolatoria. C’è stata anche una tendenza a preferire prodotti da forno già pronti, snack, patatine, dolci, che si sono tradotti in chili in più. Come rimediare? Posto che rivolgersi ad un professionista del settore sia la scelta più giusta, ecco i consigli del dottor Sequino per «iniziare un cammino- dice-, che porti a migliorare il rapporto con il corpo e l’alimentazione: 1) È utile organizzare 5 pasti al giorno (3 principali e 2 spuntini) e non concentrare l’assunzione della maggior parte delle calorie durante la cena; 2) La colazione deve essere giornaliera e sempre completa; 3) Dormire le giuste ore durante la notte; 4) Fare sport almeno 3-4 volte a settimana; 5) Ridurre l’assunzione di acidi grassi saturi (carne, latticini e tutti i loro derivati) e idrogenati (prodotti da forno e margarine); 6) Preferire gli insaturi, come l’olio crudo, ma anche frutta secca, semi oleaginosi e pesce».

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rapporto con il cibo? «Un noto proverbio recita “Non tutto il male viene per nuocere” e proprio in questo periodo di lockdown ne abbiamo preso atto. In questi tre mesi, infatti, abbiamo vissuto più a misura d’uomo, senza fretta e, soprattutto, abbiamo riscoperto la magia del vivere in famiglia e del condividere le nostre giornate. La riscoperta del cucinare “insieme” ci ha fatto apprezzare maggiormente i piatti preparati, sia semplici che elaborati. Ci siamo riscoperti chef anche se non sempre con risultati soddisfacenti.» Più tempo per cucinare equivale a una scelta più accurata dei pasti. Come possiamo mantenere queste abitudini anche adesso? «Per mangiare male impieghiamo lo stesso tempo che serve per mangiare bene. In realtà si mangia solo perché si ha fame ma non ci si preoccupa di cosa ha bisogno il nostro corpo per vivere al meglio e rendere al massimo delle sue possibilità sia fisiche che mentali. Il mio consiglio spassionato è quello di destinare all’alimentazione maggiore attenzione anche per scongiurare patologie di varia natura.» di Felicia Vinciguerra



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