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Doppia quarantena per i disabili IL PROF. ANTONIO FRANCESCHETTI DELLA POLISPORTIVA GIOCO RACCONTA I DISAGI DELLE PERSONE PIÙ FRAGILI E AFFETTE DA PATOLOGIE CRONICHE
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appiamo tutti cosa sia la quarantena. Il Covid 19 ce l’ha insegnato drasticamente. Senza pietà. Sembra superfluo raccontare la clausura delle persone nella prima fase, dopo che tutto è stato palesato dai social, dalle reti televisive, dalla carta stampata. Per gli sportivi praticanti si è aggiunto l’impegno di tenersi in forma, in attesa della riapertura di allenamenti e gare. Le persone con disabilità fisica non hanno fatto eccezione. I social della Polisportiva Gioco Parma raccontano l’intensificarsi della comunicazione virtuale, per supplire alla carenza improvvisa delle dinamiche sociali. Se aggiungiamo che molti hanno potuto continuare l’attività lavo-
rativa, in sede oppure da casa, si può affermare che la disabilità fisica (quella non completamente invalidante) non abbia fatto la differenza. “Sapevo cosa fare in casa: l’avevo imparato nelle lunghe degenze a causa di interventi chirurgici” afferma un socio. E un’altra: “Per me sono stati faticosi i primi giorni. Ero solita uscire per lavoro con associazioni. Poi mi sono adattata. Ma continua ad essere pesante la mancanza di rapporti sociali, anche se i social alleviano la pena.” Ma quando la disabilità è mentale o relazionale, in casa aumentano i disagi. Tutto grava sulla famiglia. Manca la quotidiana dimensione sociale offerta dalla scuola, dall’associazione e dal mondo
Tutto andrà bene, interpretazione della piccola Alice
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Parma
agazine Salute e Benessere
esterno. Mancano figure importanti come l’insegnante di sostegno o la badante. Si spezza il ritmo delle buone abitudini, dei rituali, degli schemi che normalmente aiutano a dare un senso alla giornata. Quel po’ di respiro concesso per due mesi dal DPCM, che aggiunge sei giorni ai tre della Legge 104, non esime il CONFAD (COORDINAMENTO NAZIONALE FAMIGLIE CON DISABILITÀ) dal segnalare “la necessità di una volontà di intervento a favore dei caregiver familiari, in attesa da troppi anni di una legge nazionale che definisca tutele e misure a sostegno.” L’associazione ANMIC si è resa disponibile, con un numero di telefono e un indirizzo e-mail, a dare consigli per le famiglie che ne facciano richiesta. I COC (Centri Operativi Comunali) sono attivi per gli aiuti esterni alle famiglie (spesa, medicine...).
Ci resta da considerare una categoria a cui non si pensa mai, tantomeno in questi tristi tempi: persone attive ma immunodepresse, affette da patologie croniche, distrofia, problemi respiratori. Umberto Guidoni, vicepresidente di ANMIC Parma, invita a pensare che la quarantena per questa categoria è pressoché continua e diventa rigorosa nel periodo invernale. “Le associazioni che si occupano di disabilità, dichiara Guidoni - da anni chiedono una riforma del welfare che abbia la sua punta di diamante nell’assistenza domiciliare indiretta e in progetti di vita indipendente e non in strutture a lunga degenza basate sul profitto. Basta con l’adattamento della persona al servizio; al contrario, il servizio deve essere ideato e organizzato dalla persona stessa». Antonio Franceschetti, Polisportiva Gioco Parma