Imprese & Territorio 01 2021 - Un piano che non può fallire

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Periodico di informazione di Lapam Confartigianato

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Focus Legge di Bilancio 2021 Tutte le novità per le imprese

«Il Recovery Plan deve coinvolgere i capitali privati» Parla Carlo Alberto Carnevale Maffè

Tariffa puntuale più equa, sulla Tari grandi differenze tra comune e comune L'analisi del nostro Ufficio Studi

Un piano che non può fallire Il Recovery Plan italiano è stato bocciato, ma rappresenta una grande opportunità per il paese

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GENNAIO/FEBBRAIO 2021

Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2


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EDITORIALE

Un piano che non può fallire Scrivo questo editoriale mentre, nel nostro Paese, la pandemia continua a colpire duro, sia sotto il profilo sanitario che economico, e mentre è in atto una crisi politica che certifica come la politica italiana stessa stia attraversando il periodo più nero di sempre. La sensazione che abbiamo, come rappresentanti del mondo economico, è che sia la tattica a prevalere su tutto e che, di conseguenza, non si riescano a produrre i risultati che sono necessari in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. Tra questi, inevitabilmente, il Recovery Plan necessario per accedere ai fondi di Next Generation Ue, quei 209 miliardi di euro assegnati all’Italia che però sono vincolati alla presentazio-

ne di un piano credibile e affidabile di riforme e di proposte che, come dice lo stesso nome, pensi (anche) alle prossime generazioni. I driver principali, oltre naturalmente a quello legato al sistema sanitario, sono sostanzialmente due: quello legato alla digitalizzazione, che è evidentemente un tema che ha profondamente a che fare con il mondo delle imprese, di tutte le imprese, e quello della transizione ecologica, non un semplice vezzo da ecologisti d’altri tempi, ma un passaggio cruciale per il nostro pianeta e, soprattutto, per territori come il nostro. La Pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa e tra le più inquinate al mondo, questo tema non può non vederci interessati. Anche perché un’economia più circolare,

che cioè produca il minimo di scarto possibile, è un’economia a misura di piccole e medie imprese: i nostri imprenditori applicano già, spesso senza saperlo, questo modello e per questo devono essere riconosciuti e premiati, anche con un sistema fiscale che riconosca questi sforzi. Torniamo all’inizio però, alla crisi politica. Non sappiamo ancora se ci sarà un governo istituzionale o uno politico, se si tornerà al voto o meno. Di certo è indispensabile un colpo di reni e mettere tutti, di fronte alla responsabilità in vista di scelte cruciali per i prossimi decenni. L’impresa è pronta, la politica, per ora, no.

Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato

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GENNAIO FEBBRAIO 2021

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

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pagina Tariffa puntuale più equa, sulla Tari grandi differenze tra comune e comune L'analisi del nostro Ufficio Studi sui comuni della provincia di Modena

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pagina Gilberto Luppi nuovo Vicepresidente di Confartigianato Emilia Romagna Il Presidente Generale Lapam è stato nominato come Vicario dal neo eletto Presidente Regionale Davide Servadei

FOCUS

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pagina Emergenze, proroghe, bonus. Le novità della Legge di Bilancio 2021 Le principali misure contenute nella manovra nell’anno della crisi

DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE È possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena, Reggio Emilia.

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IN COPERTINA

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pagina Un piano che non può fallire Il Recovery Plan italiano è stato bocciato, ma rappresenta una grande opportunità per il paese. A patto che si compiano le riforme necessarie per attuarlo

18

pagina «Per essere efficace il Recovery Plan deve coinvolgere i capitali privati» Carlo Alberto Carnevale Maffè non ha dubbi, il piano italiano deve essere riscritto coinvolgendo la parte più dinamica del Paese: le imprese. Lo abbiamo intervistato

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pagina Recovery Plan: allarme sulla burocrazia Secondo uno studio di Confartigianato nel nostro paese, per un appalto pubblico, servono sette mesi in più della media Ue

COMMERCIO

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pagina Cambia la domanda del consumatore Per competere con i "big" del commercio online servono strategie di vendita innovative

27

pagina Amazon: rischi e opportunità per il territorio La presidente Licom Ligabue: il commercio cambia, ma la concorrenza deve essere leale

BENESSERE

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pagina L’evoluzione della professione acconciatore Una ricerca nazionale di Cosmetica Italia

MOVIMENTO DONNE IMPRESA

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pagina Fondo a sostegno dell’impresa femminile Una dotazione di 40 milioni di euro nel biennio per sostenere e rafforzare le imprese femminili

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Stefano Gelmuzzi, Letizia Budri, Enzo Fanì, Nicola Boschetti, Francesco Po, Federico Cantelli. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora e Luca Monelli, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu tel. 059 893 111


EXPORT

IMPRESE DEL VERDE

SOSTENIBILITÀ

pagina Brexit: nuove regole per l’import export

pagina Bonus Verde: la proroga anche per il 2021

pagina Il 2021 sarà l’anno della rivoluzione climatica

L’Accordo rende più semplici per le imprese i cui prodotti rispettano completamente le regole sull’origine delle merci

La detrazione fiscale del 36% è confermata anche per quest'anno

Dalle scelte politiche a quelle dell'alta finanza, il futuro è nella "green economy"

IMPIANTI

INNOVAZIONE

pagina F-Gas: arriva la proroga di validità Lo stabilisce una circolare del Ministero dell'Ambiente

pagina Come funziona il sistema dell'innovazione per le PMI di Regione Emilia Romagna

EDILIZIA

Cluster, tecnopoli, laboratori. Com'è articolato l'ecosistema per le imprese che vogliono innovarsi

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MODA

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pagina Da scarti a opportunità, così è in gioco il futuro del settore moda Chiediamo un Regolamento Europeo “End of Waste” sui materiali derivanti dal trattamento e selezione degli scarti tessili

MECCANICA

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pagina Aumenta il prezzo dei metalli penalizzate le piccole imprese L’analisi indica un +37% a fine 2020, il rischio è quello di maggiori costi per 69mila imprese del settore

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pagina Appalti pubblici: proseguono le misure di sostegno con il Decreto Milleproroghe Iper e super ammortamento diventano crediti di imposta. L’obbiettivo è quello di allargare del 40% la platea dei beneficiari

ENERGIA FORMAZIONE

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pagina Con Fondartigianato, è possibile finanziare la formazione

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pagina Clima ed energia Il punto sulla programmazione regionale

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FORMAZIONE

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pagina Corsi e Formazione organizzata da FORMart FISCO LAVORO BANDI

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pagina • Adempimenti Fiscali • Novità in materia di Rapporti di Lavoro • Un bando per il sostegno ai pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande

Una spinta per qualificare il lavoro dell'artigianato e delle PMI

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Tariffa puntuale più equa, sulla Tari grandi differenze tra comune e comune L'analisi del nostro Ufficio Studi sui comuni della provincia di Modena

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n’indagine approfondita e molto accurata sulla tassa per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, con tutti i comuni della provincia monitorati con attenzione. L’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, con la collaborazione di tutte le sedi Lapam sul territorio, ha analizzato la situazione della Tari e della TARIP (la cosiddetta tariffa puntuale) sul territorio provinciale. Ventisette comuni del modenese hanno la Tari, mentre gli altri 20 la

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tariffa puntuale Tarip e dall’indagine si evidenziano quattro schemi: - i comuni che utilizzano la tariffa puntuale ‘pura’ ovvero rapportata al quantitativo di rifiuti prodotto, in particolare nell’Area Nord della provincia a gestione Aimag; - la tariffa puntuale legata a coefficienti differenziati per attività, come nelle Terre dei Castelli e a Castelfranco a gestione Hera; - la tassa Tari con tariffe mediamente più alte ma con forti agevolazioni per i comportamenti vir-

tuosi (ad esempio a Modena o nel Distretto ceramico); - la tassa Tari ‘pura’ con tariffe più basse ma minori agevolazioni, come in alcuni comuni montani.

I comuni con la TARIP I comuni con la tariffa puntuale, sono Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Carpi, Castelfranco, Cavezzo, Concordia, Marano, Medolla,


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

anche come siano accessibili per le imprese e iniziare un confronto serio con le amministrazioni locali e proporre un processo di uniformazione dei regolamenti comunali. Il tema dei costi di gestione, in particolare parlando di rifiuti, è il vero problema che sta alla radice della questione rifiuti e di altri servizi pubblici. Su questo tema, qualche anno fa, la nostra associazione aveva anche fatto uno studio sui costi dei servizi pubblici, ponendo giustamente il problema dei monopoli pubblici da parte delle multiutility.

Alcuni esempi

Mirandola, Montese, Nonantola, Novi, Ravarino, San Cesario, San Felice, San Possidonio, San Prospero, Soliera, Spilamberto e Vignola. I comuni con la Tari sono Campogalliano, Castelnuovo, Castelvetro, Fanano, Finale, Fiorano, Fiumalbo, Formigine, Frassinoro, Guiglia, Maranello, Modena, Montecreto, Montefiorino, Palagano, Pavullo, Polinago, Pievepelago, Prignano, Riolunato, Sassuolo, Savignano, Serramazzoni, Sestola e Zocca, mentre la tariffa monomia (una sorta di Tari semplificata che consideriamo dunque sotto questa specie) sono Lama Mocogno e Montese. È difficile fornire un quadro complessivo a causa delle agevolazioni previste in diversi comuni e della differenza tra tassa e tariffa. Di certo la tariffa puntuale va nella direzione giusta, pur con la necessità di alcuni correttivi per evitare di penalizzare eccessivamente alcune tipologie di imprese. Al tempo stesso, però, la cosa più importante è fare chiarezza sul meccanismo di riduzioni e agevolazioni per capire

Parlando solo di Tari, e dunque dei 23 comuni con questa tassa, qualche esempio fa capire come la situazione sia veramente a macchia di leopardo. Per le attività artigianali di beni e servizi le tariffe oscillano tra 0,86 euro al metro quadro e i 5,08 euro. Si passa dalle tariffe più basse di Riolunato, Fiumalbo e Fiorano a quelle più alte di Serramazzoni, Formigine e Maranello (ma questi comuni hanno più agevolazioni per i comportamenti virtuosi). Venendo a carrozzerie e autofficine si va da 1,74 euro sempre di Riolunato (e poco oltre per Fiumalbo e Montese) ai 6 euro di Sassuolo (seguito a poca distanza da Maranello e Formigine), ma anche in questo caso il coefficiente di abbattimento è molto maggiore nei comuni del Distretto ceramico rispetto a quelli montani. Un negozio arriva a pagare di più a Sassuolo e Serramazzoni (fino a 6,34 euro al metro quadro) rispetto ai 2 euro circa dei ‘soliti’ Riolunato e Fiumalbo, a cui si aggiunge Zocca, mentre un bar paga tra 17 e 19 euro a Formigine e Modena rispetto ai 4 euro circa dei comuni dell’alto Appennino, anche qui però con agevolazioni molto importanti nei comuni che hanno la Tari più alta che possono arrivare ad abbattere questa cifra in modo molto significativo.

Agevolazioni e riduzioni Anche qui stiamo sui comuni con la Tari, ricordando che le riduzioni o agevolazioni intervengono solo sulla parte variabile. Le riduzioni riguardano l’abbattimento della superficie imponibile (a Sassuolo arriva al 45% per le attività artigianali e fino al 70% per le attività dell’agroalimentare, mentre in montagna si arriva al 40% a Fanano e Lama Mocogno per le attività artigiane e al 50% a Fanano per i caseifici); la riduzione della quota variabile (con un -50% nel Distretto ceramico e cali fino all’80% a Pavullo e Fanano su alcune categorie); la promozione di comportamenti virtuosi, con Modena che arriva a scontare fino all’80% per attività come il conferimento autonomo dei rifiuti a soggetti diversi dal gestore pubblico o per comportamenti come la devoluzione di beni alimentari e farmaci a enti del terzo settore o la dismissione di slot machine, stesso discorso che fanno Spilamberto, con una riduzione del 50%, e Fiorano, mentre Formigine e Maranello hanno riduzioni per la raccolta differenziata.

Le nostre proposte Dai dati emersi con la nostra indagine è evidente che la situazione è molto frastagliata e che sarebbe opportuno, o meglio necessario, andare verso una maggiore uniformità almeno per territori limitrofi. Il meccanismo di riduzioni e agevolazioni, poi, va reso automatico per evitare alle imprese che ne hanno diritto un eccesso di burocrazia e il rischio di essere tagliati fuori dalle agevolazioni. Infine occorre analizzare con attenzione i dati per capire come i singoli comuni ripartiscono i costi della gestione dei rifiuti tra utenze domestiche e non domestiche.

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Gilberto Luppi nuovo vicepresidente di Confartigianato Emilia Romagna Il Presidente Generale Lapam è stato nominato come Vicario dal neo eletto Presidente Regionale Davide Servadei

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l Consiglio di Confartigianato Emilia Romagna, riunitosi in via telematica giovedì 28 gennaio, ha eletto il ravennate Davide Servadei nuovo presidente regionale (prende il posto di Marco Granelli, ora presidente nazionale Confartigianato) che ha poi nominato il presidente Lapam, Gilberto Luppi, come vicepresidente vicario, mentre Graziano Gallerani di Ferrara e Luca Morigi di Forlì come altri vicepresidenti. Luppi è presidente Lapam Confartigianato dal 2017 e ha un lungo percorso nell’associazione che associa oltre 11mila imprese tra Modena e Reggio Emilia. ”Le scelte sono state condivise da tutti e questo è molto importante, soprattutto in questo momento – sottolinea Luppi -. Questa è una fase in cui dobbiamo mettere da parte i personalismi e dare importanza ai corpi intermedi, come la nostra associazione. I risultati non si ottengono con i

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forconi o indossando un gillet giallo, ma lavorando con impegno e facendo valere le esigenze delle imprese: penso agli emendamenti promossi da Lapam per migliorare il Superbonus 110%, al lavoro proficuo sui protocolli Covid a livello regionale, come per parrucchiere ed estetiste, a quello che stiamo facendo a livello nazionale sui codici Ateco per l’accesso ai ristori. E penso anche all’accompagnamento delle imprese, soprattutto nei confronti degli istituti di credito, e a tanto altro che stiamo cercando di fare per sostenere gli imprenditori in questo passaggio drammatico. C’è ancora tantissimo lavoro da fare – conclude Luppi -, a cominciare dalla lotta a una burocrazia che continua a essere troppo pervasiva. In più nella nostra regione dovremo essere bravi anche a intercettare le risorse del Recovery Plan e fare in modo che una parte di queste arrivino alle imprese che vogliono diventare più sostenibili e virtuose.”


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FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Emergenze, proroghe, bonus. Le novità della Legge di Bilancio 2021 Le principali misure contenute nella manovra nell’anno della crisi

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a Legge di Bilancio 2021 varata a dicembre 2020, di cui vi presentiamo una sintesi in queste pagine, e gli otto decreti anticrisi emanati tra marzo e novembre 2020 hanno mobilitato risorse per sostenere le imprese, e i lavoratori e per interventi fiscali, generando un impatto sul bilancio pubblico di 104,2 miliardi di euro, pari al 75,4% del totale di 138,2 miliardi di euro di interven-

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ti (somma degli effetti nel 2020 degli otto provvedimenti anticrisi e nel 2021 della manovra di bilancio). In autunno, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato, la crisi di liquidità coinvolge il 33,9% delle micro e piccole imprese (MPI). A seguito dei decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ a dicembre 2020 ammontano a 194 miliardi le moratorie sui prestiti richieste dalle imprese e a 124,1 miliardi le richie-

ste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia, di cui il 51,1% a favore delle MPI. Gli interventi sono stati varati a fronte dei pesanti effetti della crisi Covid-19: nei primi dieci mesi del 2020 si stima una riduzione del 14,4% dei ricavi delle imprese e nell’autunno 2020 il 32% delle MPI presenta seri rischi operativi e di sostenibilità dell’attività aziendale.


FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Fisco Memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi Fondo riforma fiscale La manovra istituisce un Fondo con una dotazione di 8 mld di euro per l'anno 2022 e 7 mld a decorrere dall'anno 2023 per interventi di riforma del sistema fiscale, da realizzare con appositi provvedimenti normativi. Al Fondo sono destinate altresì, risorse stimate come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo. Una quota del Fondo non inferiore a 5 mld di euro e non superiore a 6 mld di euro a decorrere dall'anno 2022 è destinata all'assegno universale e ai servizi alla famiglia.

Riduzione del cuneo fiscale Viene disposta a regime la misura agevolativa prevista per il solo secondo semestre 2020 dall’articolo 2 del decreto legge 5 febbraio 2020, n. 3. e consistente in una ulteriore detrazione spettante ai percettori di reddito di lavoro dipendente e assimilato.

Le disposizioni definiscono le sanzioni per la mancata o non tempestiva memorizzazione o trasmissione ovvero per la memorizzazione o trasmissione con dati incompleti o non veritieri; per i casi di mancato o irregolare funzionamento degli strumenti; per la mancata tempestiva richiesta di intervento di manutenzione; per l’omessa installazione e per la manomissione degli strumenti trasmissione.

Estensione della rivalutazione dei beni di impresa ai beni immateriali Estesa la possibilità di rivalutare i beni di impresa anche all’avviamento e alle altre attività immateriali risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2019.

Proroga rivalutazione di terreni e partecipazioni Proroga al 2021 della facoltà di rideterminare il valore d’acquisto di terreni e di partecipazioni non quotate mediante pagamento di un’imposta sostitutiva, con aliquota fissata all’11%.

Esenzione IMU territori colpiti dal sisma del 2012 Viene prorogata l’esenzione dell’applicazione dell’IMU per alcuni comuni interessati dagli eventi sismici del 2012 nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati interessati e comunque non oltre il 31 dicembre 2021.

Riduzione IVA piatti da asporto Applicazione dell’IVA al 10% le cessioni di piatti destinati alla consegna a domicilio o all’asporto.

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FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Lavoro Credito di imposta adeguamento ambiente di lavoro La norma prevede che il credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro è utilizzabile dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 e non per tutto l’anno 2021. La norma anticipa quindi il termine precedentemente previsto per esercitare l’opzione della cessione del credito (31 dicembre 2021) al 30 giugno 2021.

Semplificazioni fiscali Le norme allineano per i contribuenti minori i termini di annotazione delle fatture nei registri IVA con quelli previsti per la liquidazione dell’imposta; stabiliscono che per le operazioni con l’estero effettuate a partire dal 1° gennaio 2022 la trasmissione dei dati avvenga utilizzando il Sistema di Interscambio e introducono nuove sanzioni per omessa o errata trasmissione delle operazioni transfrontaliere.

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Perdita del capitale sociale La norma disapplica gli obblighi previsti dal codice civile per le società di capitali in relazione alle perdite emerse nell’esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2020, specificando che non operano le cause di scioglimento delle società di capitali per riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale e delle cooperative per perdita del capitale.

Esonero contributivo giovani under 36 Si rafforza l’esonero contributivo per l’occupazione giovanile estendendolo, per gli anni 2021 e 2022, alle assunzioni di giovani fino a 35 anni di età. L’esonero viene elevato al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, per un periodo massimo di 36 mesi (48 mesi per le Regioni del Sud) ed entro il limite annuo di 6.000 euro. L’esonero non si applica alle prosecuzioni dei contratti di apprendistato, per le quali resta confermata la disciplina di cui alla legge di bilancio 2018.

Fondo esonero contributi previdenziali lavoratori autonomi e professionisti Viene costituito un Fondo per l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni previdenziali dell’Inps e dai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza, con dotazione pari a 1MLD di euro per l’anno 2021. I soggetti beneficiari devono aver percepito nel 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro e subito un calo di fatturato o corrispettivi nel 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli del 2019.

APE sociale Il termine per l’applicazione della disciplina in materia di Ape sociale è prorogato dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021.


FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Esonero contributivo per l’assunzione di donne Esteso l’esonero contributivo (art. 4, commi da 9 a 11, della legge n. 92/2012) per le assunzioni di lavoratrici donne. Lo sgravio è riconosciuto nella misura del 100% dei contributi a carico del datore di lavoro (con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL) e nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui. L'agevolazione è prevista in via sperimentale nel biennio 2021-22 La durata dello sgravio è pari a 12 mesi, elevabili a 18 in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato. Condizione per la fruizione dello sgravio è che le assunzioni comportino un incremento occupazionale netto.

Contratti a termine Viene differito dal 31 dicembre 2020 al 31 marzo 2021 il termine entro il quale poter rinnovare o prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato (resta ferma la durata massima consentita di 24 mesi) per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta anche senza indicazione delle causali.

Divieto di licenziamento per motivo economico Viene prorogato fino al 31 marzo 2021 il blocco dei licenziamenti, sia individuali che collettivi, per motivo economico. Il blocco dei licenziamenti non si applica alle seguenti ipotesi: • cessazione definitiva dell’attività di impresa; • accordo collettivo aziendale volto ad incentivare la risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono all’accordo stesso. In tal caso ai lavoratori sarà riconosciuta la NASPI; • fallimento, quando non sia previsto l’esercizio provvisorio dell’impresa, ovvero ne sia disposta la cessazione.

Esonero contributivo datori di lavoro che non richiedono integrazione salariale Si estende l’esonero contributivo già previsto dal Decreto Agosto a favore dei datori di lavoro che non richiedono interventi di integrazione salariale. Viene riconosciuto un ulteriore periodo di 8 settimane, da fruirsi entro il 31 marzo 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale fruite nei mesi di maggio e giugno 2020.

Nuovi trattamenti integrazione salariale con causale Covid È previsto un ulteriore trattamento di cassa integrazione ordinaria e in deroga e di assegno ordinario con causale COVID-19, per un periodo pari a 12 settimane. Le 12 settimane devono essere collocate: • tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2021 per il trattamento ordinario di integrazione salariale; • tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2021 per i trattamenti di integrazione salariale in deroga e di assegno ordinario. AI Fondi di solidarietà bilaterale, tra cui il Fondo dell’artigianato (FSBA) è assegnato uno stanziamento di 900 milioni di euro per l’anno 2021 per l’erogazione dell’assegno ordinario.

Opzione donna Viene prorogato dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020 il termine per l’applicazione dell’Opzione donna, che prevede la possibilità di accesso a pensionamento anticipato per le lavoratrici che abbiano maturato una età pari o superiore a 58 anni se dipendenti o 59 se autonome e un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni.

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FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Investimenti e sostegno della liquidità Nuova Sabatini Credito di imposta formazione 4.0 Esteso fino al 2022 il beneficio del credito d’imposta formazione 4.0, con la conferma del riconoscimento di un bonus maggiore a favore delle piccole imprese (50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300.000 euro).

Crediti di imposta per Transizione 4.0 La norma prevede la proroga a tutto il 30 giugno 2023, nonché l’aumento della intensità di aiuto delle agevolazioni concesse in forma di credito di imposta in attuazione del programma Transizione 4.0.

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La Legge di Bilancio 2021 introduce una significativa semplificazione nell'erogazione del contributo. La norma attualmente in vigore prevede che il finanziamento sia versato in sei quote, con l’eccezione dei prestiti fino a 200mila euro, che ricevono subito l’intera somma. Con la semplificazione viene sostanzialmente estesa questa opzione di versamento dell’intera somma a tutte le imprese che lo richiedono. Autorizzazione di spesa integrata di 370 milioni per l’anno 2021.

Accesso al fondo prevenzione usura Ampliate le finalità e semplificate le modalità di utilizzo del Fondo antiusura: in questo modo si migliora l’uso delle ingenti risorse stanziate che risultavano di difficile impiego per le macchinose modalità applicative. Tra le novità, la possibilità per i Confidi di erogare credito fino a 40.000 euro a favore delle micro, piccole e medie imprese.

Fondo centrale di garanzia e moratoria legale La manovra prevede l’allungamento a 15 anni delle operazioni finanziarie ammissibili alla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia entro i 30.000 euro. La dotazione complessiva del fondo viene inoltre incrementata di 500 mln (2022), 1 mld (2023), 1,5 mld (2024), 1 mld (2025) e di 500 mln (2026). C’è poi la proroga al 30 giugno 2021 delle misure già previste dal Decreto Liquidità (DL 23/2020) per il sostegno alle imprese mediante il Fondo Centrale di Garanzia. Sulla moratoria legale la Legge di Bilancio proroga a tutto il 30 giugno 2021 le misure di moratoria legale dei crediti introdotte dall’articolo 56 del DL 18/2020 (Curaitalia).


FOCUS LEGGE DI BILANCIO 2021

Casa Riqualificazione energetica recupero immobili e bonus facciate Superbonus, ecobonus, sismabonus Proroga al 30 giugno 2022 degli interventi individuati dall’articolo 119 del DL 34/2020 (Rilancio). Per condomini e IACP per i quali alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 60%, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Le norme introducono inoltre diverse modifiche alla disciplina vigente al fine della semplificazione e interpretazione per l’identificazione di procedure e tipologie di edificio considerate.

La manovra proroghe le misure per la riqualificazione energetica, l’installazione di impianti di micro-cogenerazione, il recupero del patrimonio edilizio, l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici e il cosiddetto bonus facciate.

Bonus verde Prorogato per l’anno 2021 anche il bonus per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

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IN COPERTINA RECOVERY PLAN

Un piano che non può fallire Il Recovery Plan italiano è stato bocciato, ma rappresenta una grande opportunità per il paese. A patto che si compiano le riforme necessarie per attuarlo

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l 12 gennaio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano (PNRR) che stabilisce come spendere i soldi che arriveranno dall’Unione europea sotto forma di prestiti (loans) e contributi a fondo perduto (grants), grazie al programma Recovery and Resilience facility. Come sappiamo però il piano impostato dal governo non stato condiviso da Italia Viva e dalle due ministre espresse da questo partito: Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, le quali astenendosi dalla votazione finale e dimettendosi dalle rispettive cariche, hanno innescato una crisi che ha portato alle dimissioni del premier Giuseppe Conte e quindi alla crisi di governo. Il Piano italiano è stato criticato anche dai tecnici di Bruxelles, che ricevuta la prima bozza, non hanno riscontrato alcuni dei presupposti richiesti per accedere ai fondi. Ma cos’è nello specifico il Recovery and Resilience facility? Il dispositivo per la ripresa e la resi-

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lienza è il fulcro di Next Generation EU, il piano da 750 miliardi di euro che dovrà assicurare un futuro di crescita dopo la crisi innescata da Covid-19. Il Piano mette a disposizione 672,5 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri. L'obiettivo dichiarato è quello di “attenuare l'impatto economico e sociale della pandemia e rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale”. Ma non è tutto. Next Generation EU stanzia anche 47,5 miliardi di euro per un altro piano, ribattezzato React-EU, ripartendo i fondi aggiuntivi tra il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), Horizon 2020, InvestEU e il Fondo per lo sviluppo rurale.


IN COPERTINA RECOVERY PLAN

Cifre e tempistiche L’Italia, tra i Paesi europei maggiormente colpiti dalla pandemia, ha richiesto e ottenuto una mole di prestiti e sovvenzioni a fondo perduto che supera i 200 miliardi di euro. Al pari di quello degli altri paesi aderenti, anche il piano italiano dovrà essere presentato (salvo eventuali proroghe) entro il 30 aprile 2021 alla Commissione Europea. Sfortunatamente quanto fatto sin qui non ha soddisfatto né la Commissione Europea, che ha evidenziato come nella bozza italiana manchino chiari indirizzi su riforme richieste da anni (giustizia e pubblica amministrazione in primis), né le associazioni datoriali come Confartigianato e Confindustria, che hanno chiesto al governo una governance condivisa e trasparente. Tutto da rifare dunque? Molto dipenderà dalla politica e dalla capacità di presentare un piano coerente con quanto richiesto dall’Unione Europea. Ciò che è certo sono le tempistiche. Le risorse a disposizione devono essere richieste, motivate e spese entro il 31 agosto 2026. Inoltre, nelle linee guida diffuse dalla Commissione Europea (Guidance to member states recovery and resiliance plans 22/1/2021), viene specificato come “gli investimenti (oltre che pubblici ndr.) possono anche assumere la forma di strumenti finanziari, regimi di sostegno, sussidi e altre agevolazioni, data la loro capacità di raggruppare ulteriori investimenti privati. In particolare ove vengano individuate condizioni a “fallimento di mercato” e che contribuiscano a raggiungere gli obiettivi dello strumento di recupero e resilienza”. Una soluzione particolarmente adatta al nostro Paese se pensiamo, ad esempio, alle tante aree scoperte dalla fibra ottica su cui gli operatori non hanno interesse ad investire.

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IN COPERTINA RECOVERY PLAN

«Per essere efficace il Recovery Plan deve coinvolgere i capitali privati» Carlo Alberto Carnevale Maffè non ha dubbi, il piano italiano deve essere riscritto coinvolgendo la parte più dinamica del Paese: le imprese. Lo abbiamo intervistato

«S

enza riforme non si fa un Recovery Fund e le riforme tuttora non ci sono». Per Carlo Alberto Carnevale Maffè, il piano nazionale di ripresa e resilienza italiano è tutto da rifare. Il professore di strategia d'impresa dell'Università Bocconi è critico anche verso il metodo seguito sin qui dal governo. «Ogni euro pubblico dovrebbe movimentare un euro privato. Questo è il principio che deve seguire la politica». Non sussidi, né tantomeno bonus fiscali a pioggia e nemmeno appalti pubblici, bensì una strategia di rilancio che accompagni le filiere produttive italiane nell'Europa di domani. Professore Maffè, cosa non le piace del Recovery Plan italiano? «Non rispetta le indicazioni del Recovery and Resilience facility dell’Unione europea, basato su tre principi molto semplici. Il primo è che bisogna fare le riforme prima di pensare a come spendere i soldi. Secondo punto, i progetti devono avere metriche e tempi coerenti con i finanziamenti che derivano dall’Unione Europea. Sono soldi dell’Europa e chi presta ha diritto

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e dovere di chiedere conto a chi investe di essere trasparente e accountable, controllabile. Il terzo elemento è che nel Piano italiano non sono previste modalità di coinvolgimento serio del capitale privato, mentre l’Europa insiste sulla logica PPP, cioè public private partnership, ovvero lo Stato mette soldi se li mettono anche i privati. Ricordiamo che questa logica ha un doppio effetto, aumenta la quota di capitale investito e rende molto più credibile l’obiettivo dell’investimento». Infatti lei suggerisce che ogni euro pubblico deve movimentare un euro privato… «È un principio generale che fa riferimento alla logica del matching fund, ovvero del co-finanziamento pubblico-privato, ed è un principio molto saggio in questi casi, in cui l’obiettivo è quello di creare delle infrastrutture che aumentino la produttività del Paese nel tempo e non quello di distribuire risorse a pioggia. Parliamoci chiaramente, il capitale pubblico non può sostituire il capitale privato e le piattaforme di innovazione richiedono sempre capitale privato. Lo Stato deve

affrontare il problemi di servizi sui quali si verifica la cosiddetta market failure, ovvero il malfunzionamento del mercato, eventualmente accollandosi una parte più che proporzionale delle perdite. Cosa che è stata fatta, ad esempio, con le GACS (garanzie concesse per i crediti deteriorati della banche), o più di recente anche per i PIR (piani individuali di risparmio ndr.). Con questo modello lo Stato ti dice: “se investi su un asset problematico e perdi, la parte prima delle perdite me l’assumo io”. È ovviamente un sussidio, ma quando è correlato a un obiettivo strategico, ci sta. È un modo efficace, anche se potenzialmente distorsivo, per attirare capitali privati. Se si usa per le banche o per i PIR, non si capisce perché non si dovrebbe usare lo stesso principio nel Recovery Fund, dove questa logica è ancor più importante. Poiché lo applichiamo per le coperture di attivi bancari passati in sofferenza, a rigore di logica, dovremmo poter usare lo stesso principio anche per il Recovery Fund». È quindi un problema di “mancanza di visione” da parte della nostra classe politica?


IN COPERTINA RECOVERY PLAN

«Guardi la logica è semplice. Non si fa un Recovery Fund senza riforme su pubblica amministrazione, giustizia, pensioni, concorrenza, ricerca e formazione: e le riforme tuttora non ci sono. Non viene approvato nessun piano senza tempistiche definite, scadenze e metriche che consentono di calcolare l’impatto di ogni singola misura sulla crescita e l’occupazione. Terzo, è irrazionale e inefficiente pensare di far spendere soldi allo Stato, o peggio a qualche opaca struttura decisa dal Governo di turno, quando i soldi possono e devono essere meglio allocati per mobilitare ulteriori capitali privati. Sono principi chiaramente indicati nella linee guida di Next Generation EU. Molti pensano che siano soldi sui quali possa arbitrariamente decidere l’Italia. Si sbagliano. Sono soldi investiti dall’Europa sul territorio della Repubblica italiana affinché la Repubblica italiana si allinei all’Europa. Servono per saldare le Alpi delle istituzioni europee. Perché l’Europa non lasci indietro l’Italia nel suo percorso di crescita». Eppure anche Spagna, Francia e Germania hanno ricevuto delle

raccomandazioni stringenti da parte di Bruxelles (vedi riforma pensioni) dopo aver presentato i rispettivi piani… «Invocare il caso che anche altri abbiano sbagliato non costituisce in nessun caso una giustificazione logica per non aver capito gli intenti del Piano. Ciò detto le previsioni di crescita di Francia e Spagna sono purtroppo per noi migliori dalle nostre, così come il rapporto debito/Pil». Parliamo di tempistiche. Gli investimenti pubblici finanziati da Next Generation EU dovranno iniziare entro due anni e finire entro sei. Ma come denunciato dalla nostra Confederazione, in Italia occorrono in media 815 giorni, circa 2 anni e 3 mesi, per completare l’iter di un appalto pubblico tipo… parliamo della riasfaltatura di una strada. Campa cavallo… «È un dato di fatto. Per questo è meglio evitare di fare appalti pubblici, ma creare fondi che co-investano in iniziative private, i cui progetti vanno messi a gara europea e che per ricevere i fondi devono garantire l’esecuzione dei progetti nei tempi e con gli effetti promessi. Meglio, come detto, allocare questi

soldi in fondi matching. Cioè nella creazione di fondi di investimento, ad esempio per creare una piattaforma cloud…». Mi scusi ma in che modo? «Continuiamo con il nostro esempio. Lo Stato vuole investire in tecnologia cloud. Crea un fondo da un miliardo di euro e mette a bando competitivo una richiesta: “chi mi offre il progetto migliore nei tempi migliori e mettendo più capitali?”. Vediamo chi risponde e sulla base delle risposte e dei migliori investitori, selezioniamo i partners. Insomma buona prassi vorrebbe che non sia lo Stato ad investire direttamente, bensì a co-investire in progetti che, messi a gara con il privato, consentano tempi di realizzazione tipici del privato. Se voglio realizzare un cloud con i processi dello Stato ci metto tre anni e quando l’ho fatto è già vecchio, se metto un miliardo per compartecipare ad un progetto privato in pochi mesi è pronto». Chiaro, ma buona parte di questi soldi devono essere rimborsati entro il 2058, anche con imposte comunitarie. Parliamo di nuove tasse…

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IN COPERTINA RECOVERY PLAN «In effetti distinguere tra quanto è grant (fondo perduto) e quanto è loan (debito) è molto importante. Nel modello dei matching fund in partnership pubblico-privata, i soldi a grant finiscono in equity (il capitale sociale), i soldi a debito vanno restituiti con un piano di rientro del debito, come si fa di prassi con il project financing. Mi spiego, se devo costruire l’Alta velocità tra Bologna e Bari, ad esempio, metto a gara il progetto chiedendo: “Chi la costruisce? Io Stato ci metto 5 miliardi, di cui un miliardo è equity e quattro miliardi sono debito”. Arriva il costruttore tedesco e fa la sua offerta, poi arriva WeBuild che dice: “Ne metto altri cinque e la faccio in 3 anni”. Vince la gara. Lo Stato, nel tempo, ripaga il suo debito di quattro miliardi con le tariffe di utilizzo delle ferrovie? L’altro miliardo rimane nell’equity di quella società che ha il possesso della ferrovia e che continuerà ad offrire servizi di accesso all’infrastruttura per i prossimi 100 anni. Fine. Se ho grant posso tenerli come equity, se ho debito buona prassi finanziaria vorrebbe che esso venga allocato a fronte di un flusso di cassa che ripaghi sia gli interessi che il capitale». In un recente dibattito, organizzato da Più Europa, lei ha preso ad esempio come misure “sbagliate” i bonus concessi dal governo per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico. Perché? Non è anche quello un modo per mettere in moto una filiera, in questo caso quello delle costruzioni? «Il bonus è giustificabile, ma non va finanziato con fondi europei, bensì con risorse fiscali italiane. Non ho obiezioni su questo. I fondi europei non servono a finanziare un po’ di riduzione di CO2. Il progetto green dell’Unione Europea è finanziare una filiera che produca tecnologie della sostenibilità, non solo che consumi un po’ meno energia. Mi spiego. Emettere meno

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CO2 è un bene pubblico globale, grazie al quale facciamo un favore a tutto il mondo, inclusi i cinesi. Ma che senso ha pagare con le nostre tasse un favore ai cinesi, senza garanzie di reciprocità? Invece con le tasse europee ha senso pagare la ricerca tecnologica per realizzare fabbriche di energia sostenibile, per esempio impianti che producono idrogeno green. Dopo che abbiamo finanziato le tecnologie verdi, possiamo ovviamente utilizzarle in Italia ed Europa, ma anche esportare idrogeno, facendo sì il bene del mondo, ma intanto guadagnandoci. Ora, il cappotto ai palazzi è una tecnologia molto difficilmente scalabile e non è in grado, da sola, di aumentare la produttività nel lungo periodo, perché tecnicamente parlando è un processo downstream cioè finanzia spesa su di manutenzione su un bene di consumo durevole come gli edifici. Meglio finanziare progetti innovativi di aziende, con il Recovery Fund, direttamente o indirettamente; lo abbiamo fatto ad esempio con il Piano Industria 4.0, dobbiamo farlo con un piano di ricerca quinquennale sulla domotica dell’abitazione intelligente, sugli smart buildings. Allora sì che ha senso metterci 30 miliardi e invitare i big player del settore a co-investire. Insomma serve una chiara strategia, io la chiamo della “Casa 4.0”, di medio lungo termine. Il bonus annuale è inutile senza strategia, anzi rischia di diventare distorsivo e regressivo». Nel piano presentato dal governo la ridotta dimensione media delle imprese italiane è considerata un nodo da risolvere per rilanciare lo sviluppo. È così? «Ovviamente dipende dai settori. I settori ad alta tecnologia sono difficilmente compatibili con la piccola dimensione di impresa. L’Italia ha una scarsa presenza nei settori ad alta tecnologia che richiedono aziende in grado di crescere


IN COPERTINA RECOVERY PLAN rapidamente. Quindi comparativamente noi, per poter ri-bilanciare l’economia italiana su settori a più alta tecnologia, abbiamo bisogno di imprese che non sono necessariamente grandi, ma che hanno la chiara intenzione di diventarlo. Quindi il tema è settoriale più che dimensionale. La riflessione sulla dimensione è spesso una conseguenza del settore, non il contrario. Ci sono alcuni ambiti in cui piccolo è funzionale, non dico bello perché, ad esempio, nella filiera della moda o in quella dell’alimentare tradizionale non ha alcun senso puntare solo su grandi imprese. Ma non sono filiere ad alta tecnologia. Lo dico agli amici di Confartigianato, a cui voglio molto bene: le dimensioni piccole hanno molto senso in settori a bassa tecnologia, ma diventano un vincolo nei mercati high tech. Da anni sono impegnato come amministratore indipendente in attività di venture capital, per definizione investo in aziende piccole ma che hanno

piani per diventare grandi e allora il tema è: puoi anche partire come artigiano, ma non è detto che tu debba rimanerlo per tutta la vita». Un’ultima questione. La seconda ondata ha avuto un impatto devastante sulla fiducia delle imprese. Quali sono le priorità assolute per ripartire in una situazione che non può più essere considerata emergenziale? «Ho fatto parte della task force del Ministero della Salute da marzo e quello che chiedevo all’epoca lo chiedo ancora adesso. Facciamo come la Corea del Sud, come Taiwan, come Singapore, cioè mettiamo le istituzioni al servizio di un serio controllo della pandemia. Cosa che non abbiamo fatto. Anzi, abbiamo affidato la più grande emergenza del secolo a strutture inadeguate che non sono state in grado di affrontare in maniera efficace il problema. Purtroppo questo è un tema che riguarda un bel pezzo d’Europa e i numeri

sono lì a dimostrarlo. Secondo le stime del FMI, nel 2020 il PIL di un paese paragonabile all’Italia, la Corea del Sud (con 1.400 vittime per il COVID), ha fatto -1,9% mentre noi abbiamo fatto -9.2% di PIL, con quasi 90mila vittime. La Cina nel 2020 ha fatto +2.3%, Taiwan +2.7%. Il virus è uguale per tutti, ma i risultati sono diversi. Perché? Perché la risposta delle istituzioni è stata differente. In questo Paese non abbiamo voluto fare test and trace come è stato fatto in Asia, incluso Giappone e Nuova Zelanda, e abbiamo messo in una specie di coma pilotato l’economia imponendo il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, cioè ibernando le imprese, invece di usare i fondi per garantire protezione universale ai lavoratori che perdono temporaneamente il lavoro. Questa decisione, dirigista e inefficiente, insieme all’inadeguatezza nel gestire l’emergenza sanitaria, è stata la peggiore possibile».

Chi è Carlo Alberto Carnevale Maffè Carlo Alberto Carnevale Maffè è Associate Professor di Strategy and Entrepreneurship presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi, dove è stato Responsabile del Master in Strategia Aziendale. Ha insegnato in programmi internazionali della Graduate School of Business della Columbia University, della Stern School of Business della New York University, Wharton School, University of Pennsylvania, HEC Paris, Steinbeis University Berlin, MISB Mumbai (India) e del St. Mary’s College of California. Per conto del Governo Italiano, collabora all’eHealth Network della Commissione Europea per la definizione delle tecnologie contro il COVID-19, e ha contribuito allo Steering Committee “E-business

Policies” della DG Enterprise. E’ Amministratore Indipendente di Società nazionali e internazionali del comparto Technology, Media and Finance e del fondo di venture capital United Ventures Spa, nonché Presidente di ASM Energia, utility del Gruppo A2A. Svolge attività di advisor strategico per primarie aziende nazionali e internazionali sia nel settore industriale sia nel settore finanziario, e per il CEFRIEL, Centro di Ricerca del Politecnico di Milano, con il quale collabora a progetti di innovazione tecnologica nel settore bancario, industriale e degli ecosistemi digitali. È stato consigliere del Comitato Direttivo dell’ABI LAB (Associazione Bancaria Italiana) e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Telecom Italia, di

ANIE Confindustria e di Assodigitale. È membro dell’Editorial Board di Harvard Business Review Italy. Giornalista pubblicista, collabora regolarmente a diverse testate giornalistiche e televisive nazionali e internazionali, e conduce una trasmissione di analisi economica su Radio Capital del gruppo editoriale GEDI – La Repubblica, nonché editorialista economico per il gruppo Mediaset. I suoi commenti appaiono regolarmente su media e testate economiche internazionali, come Financial Times, Bloomberg, The Guardian, Time, Business Week, Wall Street Journal, New York Times, International Herald Tribune, Les Echos, Frankfurter Allgemeine Zeitung.

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Recovery Plan: allarme sulla burocrazia Secondo uno studio di Confartigianato nel nostro paese, per un appalto pubblico, servono sette mesi in più della media Ue

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er realizzare un appalto pubblico infrastrutturale in Italia servono 7 mesi in più rispetto alla media europea. A rallentare i lavori sono i numerosi passaggi burocratici che incidono per il 54,3% sui tempi complessivi per completare le opere. A denunciare l’ombra pesante della burocrazia sull'attuazione dei progetti del Recovery Plan è uno studio Confartigianato che ha rilevato l’impatto degli adempimenti amministrativi sulla competitività del nostro Paese. Il presidente della nostra associazione, Gilberto Luppi, commenta: «La burocrazia è la nemica dei nostri imprenditori. Una delle grandi sfide da vincere con il Recovery Plan consiste proprio nel semplificare e snellire la mole di costosi e inutili adempimenti che pesano sulle aziende e sul Paese e nel rendere la macchina amministrativa capace di scaricare a terra il potenziale del Piano con una efficace

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programmazione e gestione delle sue misure». In particolare, per quanto riguarda le infrastrutture materiali, abbiamo calcolato che in Italia occorrono in media 815 giorni, circa 2 anni e 3 mesi, per completare l’iter di un appalto pubblico tipo come la riasfaltatura di 20 km di una strada a doppia corsia, senza lavori accessori né successivi all'esecuzione. Una durata, che va dalla pubblicità del bando di gara al termine dei lavori e comprende il pagamento dell’impresa appaltatrice, che supera di 7 mesi i 605 giorni rilevati in media nell'Ue a 27 e colloca il nostro Paese al penultimo posto nell'Unione Europea. Ci supera soltanto la Grecia dove il ciclo di vita dell’appalto è di 1.120 giorni. Secondo la nostra rilevazione, il 54,3% del tempo necessario per completare l’opera pubblica in Italia è assorbito dai cosiddetti tempi di attraversamento, calcolati tra la fine di una fase e l’avvio della

successiva, che non sono utilizzati per realizzare l’opera, ma vengono impegnati da procedimenti burocratici e autorizzativi. La lentezza della nostra burocrazia pesa direttamente anche sulle tasche delle imprese che realizzano l’appalto: in Italia, infatti, devono aspettare in media 90 giorni per essere pagate dall'Ente pubblico appaltante, vale a dire il doppio rispetto ai 46 giorni della media Ue e tre volte in più del limite massimo di 30 giorni imposto dalla legge sui tempi di pagamento. La durata della realizzazione delle opere pubbliche è soltanto uno degli ambiti in cui la burocrazia rallenta e blocca la competitività italiana. Il nostro Paese è al 23° posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea per l’eccesso di complicazioni amministrative e al 58° posto tra 190 Paesi nel mondo per la facilità di fare impresa.



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COMMERCIO

Cambia la domanda del consumatore Per competere con i "big" del commercio online servono strategie di vendita innovative

L

a notizia dell’imminente apertura del centro di smistamento Amazon a Spilamberto (MO) ha acceso un sano dibattito in provincia, tra chi parla di possibilità viste le imminenti assunzioni (almeno 200 operatori entro il 2023), ambientalisti locali che chiedevano garanzie a cui hanno risposto con pannelli fotovoltaici per alimentare l’intero magazzino e piste ciclabili per incentivare il trasporto green e associazioni di categoria come la nostra che se da un lato vedono Amazon come un esempio di innovazione soprattutto per le future generazioni di imprenditori oltre che un’opportunità per molti artigiani che già oggi vendono online attraverso questo canale, dall’altro si è da sempre battuta per una tassazione equa per tutti i giganti del web che operano in Italia. Inoltre pensiamo che servano sostegni per non assistere alla desertificazione dei nostri centri storici e borghi che oltre ad avere una funzione sociale rendono così tipica l’Italia e attrattiva per i turisti. Sia chiaro, non è tassando che si ferma il mercato ne abbiamo la presunzione o l’idea retrograda che si debba rimanere ancorati

unicamente a modelli di business tradizionali cercando di bloccare quelli futuri, anzi. Il mercato e le imprese per non rimanere indietro devono evolversi di continuo e noi come associazione, oltre ad applicare nuovi modelli alla nostra organizzazione e offerta (mylapam ne è un esempio) da anni coinvolgiamo ed educhiamo i piccoli imprenditori ad affrontare di petto e cogliere le opportunità che il digitale sa offrire. Per via delle restrizioni imposte dalla pandemia, mentre i marketplace registrano numeri da record per i negozi fisici le prospettive sono sempre più scoraggianti e la situazione non fa che indebolire ulteriormente la loro quota di mercato che comunque resta maggioritaria. In un contesto come quello attuale la risposta alla domanda dei nuovi consumatori che vogliono soluzioni di acquisto più smart è nella omnicanalità, infatti in un recente sondaggio di Casaleggio Associati Il 69% dei clienti oggi si aspetta delle esperienze senza ostacoli, completamente connesse e già il 56% dei brand dà la possibilità di acquistare online e poi di effettuare il reso

in negozio. Gli stessi grandi player come il già citato Amazon stanno puntando ad aprire negozi fisici perché sanno che alcuni elementi che caratterizzano questa tipologia di vendita sono imprescindibili e irrinunciabili dal consumatore, è in questo contesto che un piccolo commerciante può decidere di attuare strategie di promozione del punto fisico con campagne sui propri canali social e Google my business, diventare punto di ritiro e di reso per Amazon, Poste, SDA e lavorare con i principali store online così da creare nuove occasioni di contatto per far conoscere la propria attività e portare traffico di potenziale clientela in negozio. Inoltre può decidere di inserire soluzioni di vendita online con strumenti come eBay o Etsy, dove in cambio di una commissione sul venduto ti mettono in contatto con milioni di consumatori potenziali. Nel futuro anche i principali social network arriveranno ad offrire a commercianti e produttori soluzioni di vendita dei propri prodotti direttamente in app accettando i principali sistemi di pagamento., Altro dato interessante nello studio di Casaleggio associati è che l’86%

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COMMERCIO dei consumatori ritiene che la personalizzazione abbia un impatto sulle decisioni di acquisto e il 31% dei consumer desidera maggior personalizzazione durante questa esperienza. Grandi retailer come Target, attraverso un profondo studio della propria clientela e un CRM costantemente aggiornato nell’invio dei propri coupon sconto arrivavano a un tale livello di personalizzazione da sapere ad esempio chi tra le loro clienti fosse incinta e a quale mese per riuscire a creare un’offerta personalizzata solo per questa categoria di clienti, come sconti per l’acquisto di pannolini piuttosto che di jeans premaman. Un piccolo imprenditore attraverso un CRM aggiornato può imparare a conoscere le abitudini e la frequenza di acquisto della propria clientela e agire di conseguenza con promozioni mirate. Se una volta per studiare il proprio cliente tipo bastavano semplici dati demografici e per vendere una giacca e una cravatta si studiavano comunicazioni ad hoc rivolte a uomini sposati che lavorano in ufficio, oggi i consumatori sono molto più eterogenei e strumenti come Facebook Audience Insight permettono a chiunque di analizzarli e conoscerne le preferenze per poi creare delle campagne mirate. È dalla conoscenza dei desideri e delle esigenze dei consumatori che aziende come Zalando piuttosto che Airbnb hanno costruito la propria offerta trasformando queste in nuove abitudini. Settori puramente fisici oggi stanno applicando modelli di business digitali in maniera vincente, come nel caso di Walliance, startup immobiliare presente in Italia e Francia che sta innovando il mercato del real estate con il crowdfunding, permettendo a chiunque di investire in nuovi progetti con un ristorni (quasi) garantiti e che a oggi conta già 41 mila utenti attivi.

Francesco Po Referente categoria commercio

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COMMERCIO

Amazon: rischi e opportunità per il territorio La presidente Licom Ligabue: il commercio cambia, ma la concorrenza deve essere leale

C

inzia Ligabue, presidente Licom (i commercianti aderenti a Lapam), propone un ragionamento a partire dal nuovo centro logistico del colosso statunitense. ”La notizia dell’apertura entro il 2021 del centro Amazon di Spilamberto, notizia che senz’altro porterà benefici in termini di posti di lavoro e auspichiamo anche una collaborazione soprattutto con le piccole e medie imprese del territorio, ci consente di fare alcune riflessioni che riguardano questo colosso delle vendite online e, più in generale, i cosiddetti giganti del web.” La presidente chiarisce subito un punto. ”Sappiamo bene che il mondo sta andando in una determinata direzione e non saremo certo noi a farlo cambiare strada, ma ci sono alcuni punti che è necessario sottolineare perché la concorrenza deve basarsi su un dato di lealtà.

Per intenderci, nel campionato di calcio giocano le grandi squadre e altre società più piccole con disponibilità economiche molto minori, ma tutte le partite cominciano dallo 0-0 e l’arbitro applica regole uguali per tutti. Ecco perché ci teniamo a sottolineare come la tassazione debba essere equa e debba essere uniformata a livello di Unione Europea introducendo la cosiddetta web tax. È evidente, tra l’altro, che se un negozio paga le tasse in Italia contribuisce alla sanità, al welfare, alla scuola, alle infrastrutture e via dicendo, mentre se un gigante del web le paga, ad esempio, in Irlanda e nel nostro Paese versa solo piccole percentuali sugli utili, il gioco non è leale. Altro tema, che impatta direttamente su questo periodo, è dettato dalle aperture: Amazon può consegnare anche nei festivi e nelle giornate considerate ‘rosse’ dal calendario del Governo, mentre naturalmente un esercizio commerciale fisico deve rimanere chiu-

so per legge. Sicuri che sia giusto?” Ligabue chiude guardando avanti. ”Non si tratta di voler combattere i mulini a vento, ma di prendere il tema seriamente e con una prospettiva. Sappiamo bene, e lavoriamo per questo, che il commercio tradizionale per restare sul mercato deve evolvere e diventare sempre più capace di offrire servizi adeguati ai tempi e attento a una clientela che cambia. Ci lavoriamo e tanti commercianti stanno già seguendo questa strada. Ma c’è una domanda di prospettiva che ci pare decisiva: quali città immaginiamo tra dieci anni? Nel 2031 i centri storici, ad esempio, avranno ancora una rete commerciale? I turisti che arriveranno troveranno ad attenderli saracinesche alzate o una desertificazione commerciale? E le periferie, i piccoli paesi, avranno ancora il presidio sociale dei negozi di vicinato oppure no? Infine, tutto questo quale costo sociale avrà? Queste, oggi, ci paiono le domande giuste da porsi.”

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BENESSERE

L’evoluzione della professione acconciatore Una ricerca nazionale di Cosmetica Italia In quali ambiti è opportuno intervenire?

L

53,2%

Economia del salone e fatturato

49,5%

Gestione del salone

45,4%

Formazione

29,2%

Modalità di approccio e gestione clientela

28,7%

Gestione dei collaboratori

20,4%

Investimenti

Elena Baraldi Referente categoria benessere

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a fotografia economica del comparto per l’anno 2020 presentata dalla Camera Italiana dell’Acconciatura (che vede tra i soci fondatori, Confartigianato, CNA e Cosmetica Italia) ha registrato, su dati di Cosmetica Italia al 26 novembre 2020, quindi nazionali, un andamento inevitabilmente segnato dalla pandemia. È di particolare interesse la reazione dei saloni di acconciatura all’impatto con Covid-19; i mesi di inattività durante il lockdown hanno gravato in misura diffusa sulla liquidità dei saloni. L’indagine nazionale ha rilevato infatti un 84,3% di mancanza di liquidità, seguito da un 39,7% di accumulo di debiti e insoluti e un 15,7% di riduzione del personale. Gli strumenti utilizzati per interagire con la clientela sono stati il proprio sito web, i forum, i blog, Facebook, Instagram e Youtube. Per quanto riguarda l’impatto economico, circa un salone su due ha svolto attività di vendita e consulenza online alla propria clientela; di questi l’87,8% ha intenzione di mantenere questa forma di servizio anche dopo la pandemia. Quali sono, ad oggi, le previsioni future per il settore, secondo il campione intervistato? La maggioranza (40,2%) teme una riduzione delle presenze in salone, mentre un 33,2% ritiene che la fre-

quenza delle presenze sarà la stessa; un 18,3% crede addirittura in un aumento delle presenze mentre un 8,3% teme la chiusura. La riapertura su appuntamento e l’applicazione delle misure anti-Covid, con cui si convive tuttora e che presumibilmente ci accompagneranno ancora per molto tempo, che impatto hanno avuto sul fatturato del salone? Secondo il 26,1% degli intervistati nessun effetto, per il 25,2% è calato tra il 5-10%, mentre per il 19,5% è calato del 10-20%, secondo a ruota da un 19% degli intervistati che hanno registrato un calo del 2030%, infine un 10,2% che lamenta un calo del fatturato di oltre il 30%. Quali sono state le reazioni per sostenere la ripresa? Tre saloni su quattro non hanno modificato il proprio listino; chi l’ha fatto l’ha aumentato di un 5% o più. Ma il principale supporto per sostenere la ripresa e crescere il fatturato del proprio salone viene individuato nella gestione efficace dell’attività e investendo in formazione, per sé e per i propri collaboratori.

059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu


MOVIMENTO DONNE IMPRESA

Fondo a sostegno dell’impresa femminile Una dotazione di 40 milioni di euro nel biennio per sostenere e rafforzare le imprese femminili

L

a legge di Bilancio 2021 istituisce un fondo a sostegno dell’impresa femminile presso il Ministero dello sviluppo economico, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 per promuovere e sostenere l’avvio di nuove imprese femminili e il rafforzamento della struttura patrimoniale di quelle già esistenti. Sono previsti inoltre programmi e iniziative per diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne. Per l’operatività del Fondo sarà necessario il decreto attuativo, che si auspica fatto nei tempi per rendere operativa la misura dal mese di aprile 2021, che ripartirà la dotazione finanziaria tra i diversi interventi, individuerà le modalità di attuazione e i criteri, oltre che i termini, per le agevolazioni previste. Pur nella limitatezza delle risorse a disposizione la previsione di un Fondo a sostegno dell’impresa femminile rappresenta una misura positiva che recepisce le istanze del Movimento Donne Impresa. Quali sono gli obiettivi del Fondo? • Promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento di imprese a conduzione femminile; • diffondere i valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra le donne; • massimizzare il contributo,

qualitativo e quantitativo, che le donne possono dare allo sviluppo economico e sociale del paese. Gli interventi previsti sono di tre tipi: 1. avvio dell’attività, investimenti e rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con specifica attenzione ai settori dell’alta tecnologia. A tale proposito è stato anche rifinanziato per 3 milioni di euro nel 2021 il Fondo a sostegno del Venture Capital per sostenere investimenti in capitale di rischio in progetti di imprenditoria femminile ad elevata innovazione tecnologica in società in cui il capitale sia detenuto a maggioranza da donne 2. programmi e iniziative per la diffusione della cultura imprenditoriale tra le donne 3. programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni scientifiche (le cosiddette materie STEM) in cui la presenza femminile deve essere maggiore. Per quanto riguarda il primo degli interventi sono previste diverse forme di agevolazione a seconda del tipo di impresa femminile: per le nuove imprese e per quelle già

Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa

attive sono previsti contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero, combinazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti, il tutto finalizzato a programmi di investimento, assistenza tecnico gestionale per attività di marketing e comunicazione anche attraverso voucher. Per le imprese con più di 36 mesi è previsto invece un contributo a fondo perduto fino all’80% della media del circolante degli ultimi tre esercizi con l’obiettivo di finanziare il fabbisogno circolante. Per le start up e le PMI innovative sono invece previsti investimenti nel capitale attraverso la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi. Per la diffusione dei valori dell’imprenditorialità sono previste iniziative tese a promuovere il valore dell’impresa femminile nelle scuole e nelle università e iniziative per la diffusione della cultura imprenditoriale tra donne. Un altro elemento importante, per massimizzare l’efficacia di questi interventi nei vari territori, è la promozione della collaborazione con le regioni e gli enti locali, con le associazioni di categoria e con il sistema delle camere di commercio, prevedendo anche forme di cofinanziamento.

059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu n° 01 - 2021

Imprese & Territorio 29


EXPORT

Brexit: nuove regole per l’import export l’Accordo rende più semplici per le imprese i cui prodotti rispettano completamente le regole sull’origine delle merci

A

gennaio 2020 il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea e dopo un lungo negoziato, lo scorso 24 dicembre, UK e UE sono arrivati al cosiddetto “Trade and Cooperation Agreement”, ovvero l’accordo di recesso che regola i rapporti a partire dal 1° gennaio 2021 e che resterà in vigore, provvisoriamente, fino al 28 febbraio 2021. Nell’Accordo sono stati definiti i punti della cooperazione in termini di scambi di merci e servizi, investimenti, concorrenza, aiuti di Stato, trasparenza fiscale, trasporti aerei e stradali, energia e sostenibilità, pesca, protezione

30 Imprese & Territorio

dei dati e coordinamento in materia di sicurezza sociale. Caso diverso riguarda gli scambi con l’Irlanda del Nord, in particolare in relazione alla frontiera con l’Eire (Paese membro): i soggetti che effettuano cessioni di beni (comprese quelle intracomunitarie) o acquisti intracomunitari di beni verso l’Irlanda del Nord dovranno essere identificati ai fini IVA con il codice “XI”. Vediamo dunque cosa cambia dal punto di vista doganale: a fronte della Brexit, il Regno Unito a partire dal 1° gennaio 2021 non fa più

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EXPORT parte del mercato unico, l’UK lascia l’unione doganale dell’UE che prevede l’applicazione della stessa tariffa doganale insieme a tutte le politiche dell’Unione Europea e agli accordi internazionali. Questo significa che d’ora in poi non ci sarà più libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Tuttavia l’Accordo sottoscritto a dicembre, con cui è stato scongiurato il tanto temuto “no deal”, va a mitigare le conseguenze dell’uscita dell’UK dall’Unione Europea, rispetto ad una Brexit senza accordo.

sportatore dovrà indicare un numero identificativo previsto dalle regole UK (codice EORI). L’attestazione di origine prevista dall’accordo: • deve essere compilata dall’esportatore del bene che è responsabile della sua correttezza e delle informazioni fornite; • può essere resa su una fattura o su qualsiasi altro documento che descriva il prodotto originario in modo sufficientemente dettagliato da consentirne l’identificazione; • è valida per 12 mesi dalla data in cui viene rilasciata; • può applicarsi a sia ad un’unica spedizione di uno o più prodotti importati che a spedizioni multiple di prodotti identici importati entro il periodo specificato nell’attestazione di origine, che quindi non deve superare i 12 mesi; • può essere resa nelle lingue di tutti i Paesi dell’UE.

Ci sarà l’obbligo di assolvere le procedure doganali, ma l’Accordo rende più semplici per le imprese i cui prodotti rispettano completamente le regole sull’origine delle merci previste dall’Accordo stesso. In particolare non si applicheranno dazi e contingenti per le merci oggetto di scambi commerciali tra Regno Unito e i Paesi dell’Unione Europea a patto che: • la merce esportata soddisfi i requisiti per ottenere l’origine UE; • la merce esportata venga spedita direttamente in UK; • l’esportatore fornisca una valida attestazione di origine all’importatore UK.

Per quanto riguarda il trasporto di merci su strada tra l’Unione europea e il Regno Unito e viceversa, l’Accordo prevede: • un accesso illimitato per i trasporti da punto a punto e garantisce il diritto di transito nei rispettivi territori delle parti; • la possibilità di eseguire fino a 2 operazioni extra all’interno del territorio dell’altra parte.

In maniera speculare, per vedere l’applicazione del dazio alle importazioni di merce con origine UK, l’e-

Matteo Roversi Referente internazionalizzazione

059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu n° 01 - 2021

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MODA

Da scarti a opportunità, così è in gioco il futuro del settore moda Chiediamo un Regolamento Europeo “End of Waste” sui materiali derivanti dal trattamento e selezione degli scarti tessili

C

he quello tessile, come altri settori manifatturieri, abbia un impatto ambientale significativo è un dato di fatto, a livello europeo infatti occupa la 4° posizione tra quelli che utilizzano più materie prime e acqua dopo il settore alimentare, l’edilizia abitativa e i trasporti e la 5° posizione per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra, coerentemente lo è anche il desiderio del consumatore di avere prodotti più sostenibili, questo, come già accennato nell’articolo “il fast fashion non va più di moda” del nostro numero 4/2020 di Imprese e Territorio, a beneficio di aziende made in Italy come quelle del nostro distretto. Le recenti elezioni di Biden e la volontà di rientrare negli accordi sul clima di Parigi riporterà senza dubbio un maggiore interesse del pubblico e del privato sulle tematiche ambientali, in quest’ottica questo la Commissione Europea ha recentemente pubblicato la Roadmap per la futura strategia dell'UE per il settore tessile, avviando la prima fase della consultazione pubblica. La strategia mira a favorire il passaggio verso un'economia circolare e climaticamente neutra, in cui i prodotti sono progettati per essere più durevoli, riutilizzabili, riparabili, Francesco Po Referente categoria moda

32 Imprese & Territorio

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riciclabili ed efficienti sotto il profilo energetico. In particolare l’UE si pone di: • definire gli obiettivi per aumentare significativamente gli sforzi di riutilizzo e riciclaggio, • garantire l'uso di materie prime secondarie, • combattere la presenza di sostanze chimiche pericolose, • migliorare la tracciabilità e la trasparenza, • orientare gli investimenti verso la ricerca e l'innovazione. In Italia nel 2018 (ultimi dati disponibili) sono state raccolte circa 146.000 tonnellate di rifiuti tessili mediante raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Il 3% dei quantitativi raccolti, circa 3.000 tonnellate, sono stati avviati a smaltimento in discarica mentre circa 100.000 tonnellate (68%) sono state avviate al riutilizzo di indumenti, scarpe e accessori di abbigliamento, per reimmetterli nei cicli di consumo. La frazione non adatta al riuso costituita da 43.000 tonnellate (29%) è stata avviata alla produzione di pezzame industriale o a rifilatura, cardatura e sfilacciamento delle fibre, finalizzata al reimpiego per produrre nuovo tessuto o altri prodotti. Ed

è proprio su questi ultimi materiali che si riscontra un forte interesse da parte dei mercati internazionali, finalizzato al loro impiego nel campo della moda e dell’arredamento. In Italia, prima che nel resto d’Europa, tali quantitativi sono destinati ad aumentare considerevolmente in tempi brevissimi. Infatti, se il pacchetto di Direttive europee sull’Economia circolare dispone che ogni Stato membro debba istituire l’obbligo per la raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il 1° gennaio 2025, il legislatore italiano, nel decreto di recepimento, ha anticipato tale obbligo al 1°gennaio 2022. È quindi evidente che le frazioni destinate al riuso e al reimpiego per nuovi prodotti subiranno un notevole incremento che può essere gestito creando opportunità di investimento per impianti di trattamento, posti di lavoro “green” e riducendo l’impatto ambientale. Affinché il reimpiego degli scarti per produrre nuovo tessuto e nuovi prodotti possa affermarsi in pieno è necessaria l’adozione di una normativa End of Waste per questi materiali e la diffusione del concetto di eco-design che spinga i designer a prevedere l’uso di materie prime riciclate e a semplificare le 059 893 111 francesco.po@lapam.eu


MODA

Recupero degli scarti tessili operazioni di riciclo a fine vita dei prodotti. La nostra associazione nazionale ritiene auspicabile l’emanazione di un regolamento Europeo contenente criteri comunitari di End of Waste per tali flussi di rifiuti, in modo da garantire una corretta e più fluida circolazione commerciale dei prodotti riutilizzabili ottenuti dal loro trattamento e selezione, nonché una maggiore uniformità gestionale e di controllo nel mercato europeo, per porre in essere pari condizioni tra gli operatori nei diversi Stati dell’Unione europea. A tal proposito i nostri uffici di Bruxelles e di Roma si sono resi disponibili per collaborare con le istituzioni comunitarie.

3.000 ton Smaltimento in discarica

43.000 ton

100.000 ton

Riciclo dei materiali per nuove produzioni tessili

Riutilizzo di indumenti scarpe e accessori

29%

68%

146.000 ton

Rifiuti tessili ottenuti da raccolta differenziata dei rifiuti urbani

Ultimi dati disponibili: 2018

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Imprese & Territorio 33


MECCANICA

Aumenta il prezzo dei metalli penalizzate le piccole imprese L’analisi indica un +37% a fine 2020, il rischio è quello di maggiori costi per 69mila imprese del settore

I

l settore dei prodotti in metallo è in fermento. Da diverse settimane, come certificato da un’analisi condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato, arrivano segnali di aumento dei prezzi delle materie prime, particolarmente dannoso per il sistema delle imprese nella recessione ancora in corso. “L’accelerazione della dinamica dei prezzi - scrive l’Ufficio Studi - è già intercettata dagli indici mensili delle commodities pubblicati del Fondo monetario internazionale. A dicembre 2020 l’indice delle materie prime dei metalli segna un aumento del 37,1% (era +24,7% a novembre); nel dettaglio il minerale di ferro segna un aumento del 68,2% (era 49,0% a novembre), il rame del +27,9% (+20,6% a novembre), lo zinco del +22,3% (+10,1% a novembre) e il nichel del +21,6% (+4,2% a novembre)”. Sempre secondo l’analisi del Ufficio guidato da Enrico Quintavalle, nei primi dieci mesi del 2020 il fatturato delle imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo è sceso del 15,7%, oltre due punti

Nichel

+ 21,6%

Zinco

+ 22,3%

più accentuato della riduzione rilevata nella media del manifatturiero, -13,4%. Per le micro e piccole imprese del settore, circa 69mila con 408 mila addetti, si stimano minori ricavi per 7,1 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2020. Uno stress da costi in una fase di mercato debole rappresenta un mix velenoso per le imprese, che distrugge valore aggiunto e rallenta la ripresa. Gli effetti sui bilanci delle imprese di questo importante cluster del made in Italy sono rilevanti, considerando che gli acquisti di materie prime pesano per il 44,4% del fatturato. Secondo le stime di Confartigianato, una durata delle tensioni sui prezzi delle commodities determinerebbe un maggiore costo di materie prime per le micro e piccole imprese del settore per 3,2 miliardi di euro.

Le possibili cause Sull’improvviso aumento dei prezzi dei metalli possono confluire diversi fattori: aspettative legate all’in-

+ 37,1%

troduzione dei vaccini, le elezioni americane e la prospettiva di domanda di infrastrutture negli Usa e le attese di ripresa economica mondiale, associate alla straordinaria liquidità immessa da banche centrali per contrastare la recessione conseguente alla pandemia. Sulla trasmissione dell’aumento dei prezzi pesa anche l’apprezzamento dell’euro sul dollaro: a ottobre 2020 l’Italia importa prodotti della metallurgia per 32,9 miliardi di euro (cumulato ultimi dodici mesi) che, a fronte di esportazioni per 29,3 miliardi, contribuiscono ad un saldo negativo del commercio estero per 3,6 miliardi di euro. Il settore dei metalli, il primo per occupati nell’artigianato manifatturiero – Nel settore interessato dagli acquisti di commodities di metallo vi è una diffusa presenza di imprese artigiane: nella classifica per occupati dell’artigianato dei settori manifatturieri (divisioni Ateco 2007) quello dei prodotti in metallo è il primo, con 193 mila addetti nelle oltre 45 mila imprese artigiane.

+ 68,2%

Ferro

+ 27,9%

Rame

Indice materie prime Livio Lazzari Referente categoria meccanica

34 Imprese & Territorio

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059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu


FORMAZIONE

Con Fondartigianato è possibile finanziare la formazione Una spinta per qualificare il lavoro dell'artigianato e delle PMI

A

partire dai primi di marzo 2021 fino alla fine dell’anno, sarà possibile presentare progetti per richiedere il finanziamento di attività formative a supporto della ripresa e del consolidamento delle imprese e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori, specialmente in questo periodo caratterizzato dal protrarsi degli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19. Qualsiasi esigenza aziendale potrà essere sottoposta ai progettisti e consulenti di FORMart, società di formazione del sistema Confartigianato, per verificare la possibilità di richiedere il finanziamento.

Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato Il fondo interprofessionale per la formazione dei dipendenti Fondartigianato FART, mette a disposizione uno specifico bando per le aziende aderenti e che hanno in essere o abbiano beneficiato dei trattamenti di sostegno al reddito Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato – FSBA, nei 9 mesi precedenti dalla presentazione del progetto. Il bando permette di ottenere finanziamenti per la formazione professionale dei propri dipendenti

che potrà essere svolta in azienda. Non può essere richiesta formazione sulla sicurezza obbligatoria (Primo Pronto Soccorso, Prevenzione Incendi, RLS) ma si possono finanziare corsi per il patentino per la guida dei carrelli elevatori, Piattaforme mobili elevabili, e per le attrezzature in generale.

Aderire a Fondartigianato Le aziende che intendono aderire al fondo per la formazione Fondartigianato – FART (l’adesione è gratuita), possono ottenere dei finanziamenti per la formazione professionale dei loro dipendenti che potrà essere svolta presso la propria azienda. Anche in questo caso non può essere richiesta formazione sulla sicurezza obbligatoria (Primo Pronto Soccorso, Prevenzione Incendi, RLS) ma si possono finanziare corsi per il patentino per la guida dei carrelli elevatori, Piattaforme mobili elevabili, e per le attrezzature in generale.

Richiedi la tua consulenza Se siete interessati potete rivolgervi a FORMart per una consulenza dettagliata. www.formart.it

Simone Zocchi - FORMart Modena Fabio Scarciglia - FORMart Reggio Emilia

simone.zocchi@formart.it fabio.scarciglia@formart.it n° 01 - 2021

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GIARDINIERI

Bonus Verde: la proroga anche per il 2021 La detrazione fiscale del 36% è confermata anche per quest'anno

T

ra i vari bonus prorogati dalla Legge di Bilancio 2021, compare anche il bonus verde, che consiste una detrazione fiscale del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, comprese le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione, la realizzazione di pozzi, le coperture a verde e i giardini pensili. Danno diritto al bonus, gli interventi straordinari, cioè le opere che si inseriscono in un intervento relativo all’intero giardino o area interessata, e che portino alla sistemazione a verde ex novo o al rinnovamento dell’esistente. L’agevolazione fiscale che si applica nella dichiarazione dei redditi,

deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo e deve essere calcolata considerato un limite massimo di spesa pari a 5.000 euro per ciascuna immobile avente uso abitativo. Per questo, la detrazione massima che si potrà ottenere, sarà pari a 1.800 euro. Il beneficio fiscale è previsto solamente per immobili ad uso abitativo, sono esclusi negozi o uffici. In caso di lavori effettuati su immobili residenziali adibiti in maniera mista all’esercizio di una professione o un’attività commerciale, la detrazione si riduce del 50%. Non rientrano nel bonus verde 2021: • La manutenzione ordinaria

Matteo Roversi Referente internazionalizzazione e mercati esteri

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• •

di giardini già esistenti e con regolarità periodica, non producendo di fatto alcun lavoro innovativo o modificativo; L'acquisto di attrezzature per la cura del giardino; Gli interventi lavorativi in economia da parte del proprietario (ovvero acquistando i materiali).

Il pagamento dovrà essere effettuato con modalità tali da poter fornire prova in merito all’operazione effettuata. Cioè dovrà avvenire attraverso modalità tracciabile, esempio mediante bancomat, carte di credito, bonifico bancario o postale e assegno non trasferibile.

059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu


IMPIANTISTI

F-Gas: arriva la proroga di validità Lo stabilisce una circolare del Ministero dell'Ambiente

I

l 24 dicembre scorso il Ministero dell’Ambiente ha emanato una circolare in cui chiarisce gli aspetti applicativi dell’articolo 103, comma 2, in materia di Certificazioni F-Gas. Ricordiamo che gli articoli 7 e 8 dello stesso D.P.R. prevedono che le persone fisiche e le imprese che svolgono determinate attività, in particolare nel campo della refrigerazione e del condizionamento, devono essere in possesso di un certificato rilasciato da organismi di certificazione accreditati da Accredia e che, nel corso del 2020, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, erano già stati adottati provvedimenti di proroga dei certificati in scadenza. Per le certificazioni F-Gas rilasciate alle imprese è stato previsto che certificati in scadenza nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 gennaio 2021 resteranno validi fino al 3 maggio 2021. Analogamente, per il mantenimento annuale delle certificazioni F-Gas imprese e persone fisiche, se la scadenza annuale è compresa tra il 31 gennaio 2020 e 31 gennaio 2021, la stessa si intende prorogata fino al 3 maggio 2021. Termine entro cui dovrà essere effettuata la verifica di mantenimento. Ad Letizia Budri Referente categoria impianti

esempio nel caso di certificato impresa/persona con scadenza annuale al 20 settembre 2020, qualora il certificato non sia stato mantenuto nei tempi previsti dallo schema di riferimento a causa dell’emergenza sanitaria, il certificato sospeso deve essere riattivato fino al 3 maggio 2021. In ogni caso, entro 10 giorni lavorativi successivi al 3 maggio 2021, l’Organismo di certificazione dovrà effettuare e registrare sul Registro Telematico www.fgas.it le attività di mantenimento relative all’anno 2020, pena la sospensione della certificazione.

Formazione web per la Categoria Impianti In considerazione delle limitazioni Covid relative allo svolgimento di attività formative, ai sensi del DPCM 14 gennaio, Formart propone in versione webinar diversi corsi di interesse per la Categoria Impianti. Tutte le informazioni e la possibilità di iscriversi su: www.formart.it

059 893 111 letizia.budri@lapam.eu n° 01 - 2021

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EDILIZIA

Appalti pubblici: proseguono le misure di sostegno con il Decreto Milleproroghe Le novità previste dal provvedimento

P

ubblicato in Gazzetta (GU Serie Generale n.323 del 3112-2020) il testo del Decreto Milleproroghe, che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 23 dicembre. Nel provvedimento, tra le altre, sono state inserite anche diverse proroghe per il comparto dell’edilizia e per gli appalti pubblici. Prevista l’estensione, fino al 31 dicembre 2021, della norma introdotta dal Decreto Rilancio in materia di liquidità delle imprese appaltatrici, che prevede l’aumento dell’anticipazione al 30% - rispetto al 20% disposto dal Codice dei Contratti - calcolato sul valore del contratto di appalto, a favore delle imprese contraenti. L’anticipazione potrà essere concessa «nei limiti e compatibilmente con le risorse

annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante». Anche la possibilità di ricorrere all’appalto integrato è stata estesa a tutto il 2021, con la proroga del comma 6 dell’articolo 1 del Decreto Sblocca Cantieri in base al quale, per gli anni 2019 e 2020, i contratti di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria potevano essere affidati, nel rispetto delle procedure di scelta del contraente previste dal Codice, sulla base del progetto definitivo e l’esecuzione dei predetti lavori può prescindere dall’avvenuta redazione e approvazione del progetto esecutivo. Estesa - sempre fino al 31/12/2021 - la sospensione, anch’essa introdotta dal Decreto Sblocca Cantieri, dell’obbligo di indicare in sede di

gara la “terna” dei subappaltatori, in deroga all’articolo 105 comma 6 del Codice. Prorogato fino al 30 giugno 2021 il limite per il ricorso al subappalto innalzato al 40% dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture, rispetto alla quota del 30% indicata dall‘articolo 105, comma 2, del D. Lgs. n. 50/2016; intervento del Legislatore resosi necessario anche in seguito alla lettera di costituzione in mora del 24 gennaio 2019 della Commissione Europea, che ha aperto la procedura di infrazione n. 2018/2273 nella quale si contestava all’Italia l’incompatibilità con il diritto UE di alcune disposizioni del Codice cui il limite al subappalto del 30%.

ANAC: riattivato il contributo di gara dal 1° gennaio 2021 L’Autorità Nazionale Anticorruzione, in una recente nota, ha ricordato che a decorrere dal 1° gennaio 2021 tutti gli operatori economici e le stazioni appaltanti sono nuovamente tenuti al versamento dei contributi per le procedure di gara,

Alberto Belluzzi Referente categoria Edilizia

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secondo le modalità previste dalla delibera n.1197 del 18/12/2019, di autofinanziamento dell’Autorità, attualmente in vigore. Sono scaduti infatti il 31/12/2020 i termini di sospensione previsti dall’art. 65 del cd. Dl Rilancio, che

aveva disposto l’esonero temporaneo del pagamento dei contributi dovuti da parte dei soggetti pubblici e privati, per la partecipazione alle procedure di gara avviate dalla data di entrata in vigore del citato decreto legge, il 19/05/2020.

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ENERGIA

Clima ed energia Il punto sulla programmazione regionale

T

ramite il Piano energetico regionale (PER) ed piano triennale di attuazione (PTA) la Regione Emilia Romagna ha tracciato le linee di sviluppo sostenibile sulle quali verranno anche orientati fondi e meccanismi incentivanti. Una sintesi dello stato dell’arte dai documenti ufficiali Partiamo dalla basi: il PER, Piano energetico regionale, è un documento approvato dalla Regione Emilia Romagna che fissa la strategia e gli obiettivi regionali sul tema del clima e dell’energia per i prossimi 10 anni (fino al 2030) sui principali aspetti legati all’ambiente: rafforzamento dell’economia verde, di risparmio ed efficienza energetica, di sviluppo di energie rinnovabili, di interventi su trasporti, ricerca, innovazione e formazione. Approvato con delibera dell'Assemblea legislativa nello scorso marzo 2017, l’attuale Piano fa propri gli obiettivi europei al 2020, 2030 e 2050 in materia di clima ed energia come driver di sviluppo dell’economia regionale. Vengono individuati quindi i tre indicatori principali sui quali verte la strategia regionale: innanzitutto la riduzione delle emissioni climalteranti del 20% al 2020 e del 40% al 2030 rispetto ai livelli del 1990, l’incremento al 20% al 2020 e al 27% al 2030 della quota di copertura dei consumi attraverso l’impiego di fonti rinnovabili e soprattutto l’incremento dell’efficienza energetica al 20% al 2020 e al 27% al 2030.

Fissati gli indicatori, ora diviene necessario capire quali saranno i settori economici su cui verterà questo cambiamento. Trasporti, elettrico e termico, con le loro ricadute sull’intero tessuto regionale, sono i tre ambiti sui quali si concentreranno gli interventi per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea e recepiti dal PER. L’allineamento agli obiettivi europei è il punto cruciale, perché permette l’accesso a risorse economiche e fondi con una dotazione particolarmente interessante. Nello specifico, per la realizzazione delle nuove strategie energetiche messe in campo dalla Regione, il Per è stato affiancato dal Piano triennale di attuazione 2017-2019, finanziato con risorse pari a 248,7 milioni di euro complessivi: 104,4 milioni di euro dal Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020, 27,4 milioni di euro dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 e 116,9 milioni di euro da ulteriori risorse della Regione.

Indicatori della strategia regionale

2020

2030

-

-

20%

40% Riduzione delle emissioni climalteranti

+

+

20%

27% Impiego di fonti rinnovabili

+

Per le piccole e medie imprese l’insieme di questi strumenti si traduce in una interessante opportunità: da un lato la possibilità di presentare progetti tramite i quali accedere a misure di agevolazione, dall’altro razionalizzare, da un punto di vista energetico ma anche organizzativo, logistico e aziendale la propria attività.

+

20%

27% l’incremento dell’efficienza energetica

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SOSTENIBILITÀ

Il 2021 sarà l’anno della rivoluzione climatica Dalle scelte politiche a quelle dell'alta finanza, il futuro è nella "green economy"

C

hiusa senza troppi rimpianti la parentesi 2020, nel nuovo anno sembra che torneranno caldi, nel vero senso del termine, alcuni temi che ci eravamo lasciati alle spalle nel ormai lontano 2019, Greta Thunberg veniva incoronata persona dell’anno da Time Magazine sdoganando un tema

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come quello della sostenibilità che fino ad allora era considerato un po’ troppo new age e coinvolgendo le nuove generazioni, ovvero i consumatori del futuro. Se Thunberg è un simbolo di una generazione green, Musk è la sua controparte imprenditoriale che con Tesla ha trasformato questa

visione nel business del domani, non è un caso se (per qualche giorno) è salito al primo posto tra gli uomini più ricchi del mondo, gli investitori credono talmente tanto in questa visione che le azioni hanno registrato in un solo anno numeri da record e la capitalizzazione attuale di quest’ultima l’ha


SOSTENIBILITÀ

resa la casa automobilistica più di valore di sempre, superando aziende come GM di dieci volte, nonostante le sole 500 mila auto consegnate nel 2020 contro le 2,5 milioni di quest’ultima. È ovvio che in un contesto come quello attuale valgono più le visioni e le potenzialità di un mercato ormai pronto a esplodere rispetto ai meri bilanci trimestrali, inoltre in questo caso specifico il paragone con le case automobilistiche è sbagliato, è a tutti gli effetti un'azienda tech / energetica e con queste andrebbe confrontata. Dunque non è un caso se la persona più ricca al mondo sia qualcuno che sta combattendo il cambiamento climatico e chi più volte l’ha definita una bolla dovrà ricredersi, Tesla sono anni che investe nel trovare un modo per immagazzinare l’energia e utilizzarla per permettere alle persone di essere produttive in modo sosteni-

bile, le auto sono solo un esempio come lo sono i pannelli solari e i powerwall per l’accumulo e l’utilizzo casalingo. Il futuro è in mano a società elettriche molte delle quali sono destinate a crescere ancora, ne è convinto anche il presidente di Blackrock (la più grande società di investimenti) Lary Fink in una lettera ai grandi CEO Americani: “ la pandemia ci ha messo di fronte a una tale crisi esistenziale da indurci ad affrontare con maggiore determinazione la minaccia globale del cambiamento climatico, destinato, come la pandemia, a cambiare le nostre vite.. A gennaio dello scorso anno scrivevo che il rischio climatico è il rischio di investimento, e che non appena i mercati avessero iniziato a scontare il rischio climatico nel valore dei titoli avremmo assistito a una riallocazione fondamentale dei capitali...Poi è arrivata la pandemia, e a marzo l'opinione più diffusa era che la crisi avrebbe distolto l'attenzione dal clima. Invece è successo esattamente il contrario e la riallocazione dei capitali ha subito un'accelerazione ancora più rapida di quanto avessi previsto. Da gennaio a novembre 2020, gli investitori in fondi comuni ed ETF hanno investito globalmente 288 miliardi di dollari in asset sostenibili, con un incremento del 96% rispetto a tutto il 2019. Siamo all'inizio di una transizione lunga ma in rapida accelerazione, che si dispiegherà per molti anni e trasformerà i prezzi delle attività finanziarie di ogni tipo" . Ma al di là della mera speculazione finanziaria sul tema è importante sottolineare che quest’anno sarà centrale nella lotta al cambiamento climatico perchè a novembre, a Glasgow durante la ventesima conferenza delle Nazioni Unite sul climate change (COP 26), verrà reso operativo l’Accordo di Parigi di cui tanto si è discusso, l’obiettivo è riuscire a attivare misure di mitigazione e adattamento in grado di contenere entro il 2100

la marcia inesorabile del riscaldamento globale entro i 1,5°- 2°C, le cause di un simile innalzamento delle temperature potrebbero essere catastrofiche, un recente rapporto fatto da CMCC vede ripercussioni sociali ed economiche soprattutto nel settore agricolo per l’Italia traducibili in una perdita fino all8% del nostro PIL futuro oltre che un forte innalzamento degli oceani. Tra gli obiettivi c’è il compimento del “libro delle regole” dell’Accordo di Parigi, ovvero i decreti attuativi in termini di requisiti di trasparenza e i meccanismi che affiancheranno le misure di riduzione delle emissioni dei singoli Paesi. Se la virtuosa Europa si è impegnata a ridurre le emissioni di gas a effetto serra ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto allo scenario di riferimento del 1990 con l’obiettivo di diventare il primo paese al mondo a impatto climatico zero con investimenti complessivi di almeno 1000 miliardi, gli Stati Uniti con il neo Presidente Biden sono rientrati nell’accordo di Parigi mentre la Cina, nonostante aderisca al patto resta l’incognita più grande, basti pensare che nel 2019, l’anno prima della pandemia, questa ha emesso 9.756 milioni di tonnellate di CO2, il 29,3% di quelle mondiali con circa il 19% della popolazione e in crescita rispetto al 2018, questo perché non ha adottato misure nel breve termine fissando un obiettivo di lungo periodo che la indirizzerebbe alla neutralità climatica in teoria nel 2060. L’Italia dal canto suo sta investendo diverse risorse nella sostenibilità e spingendo il consumatore ad adottare soluzioni green con incentivi e bonus, anche il superbonus 110% e le comunità dell’energia sono in ripresa gli investimenti nelle fonti di energia rinnovabili, in particolare il fotovoltaico con ripercussioni positive in termini di quota di energia prodotta con fonti non fossili.

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INNOVAZIONE

Come funziona il sistema dell'innovazione per le PMI di Regione Emilia Romagna Cluster, tecnopoli, laboratori. Com'è articolato l'ecosistema per le imprese che vogliono innovarsi

L

'innovazione delle piccole e medie imprese è un obiettivo strategico per la competitività del nostro Paese e per il nostro territorio. In questo articolo proviamo a riassumere il ruolo e i compiti di ARTER, la società consortile di Regione Emilia Romagna, nata per favorire la crescita sostenibile della regione attraverso lo sviluppo dell’innovazione e della conoscenza, l’attrattività e l’internazionalizzazione del sistema territoriale L’ecosistema dell’innovazione regionale è stato codificato in 7 aree tematiche, che corrispondono alle priorità strategiche individuate dalla “Strategia di specializzazione intelligente della Regione” • 3 sistemi produttivi portanti (agroalimentare, edilizia, meccatronica) • 2 ad alto contenuto innovativo (salute e benessere, creativo) • 2 con ambiti trasversali (energia e innovazione nei servizi) Su queste priorità la Regione interviene attraverso organizzazioni dedicate alla ricerca e al trasferimento tecnologico: i Tecnopoli, la Rete Alta Tecnologia, gli incubatori di impresa, i Fab Lab e i Clust-ER. Queste strutture sono collegate a loro volta con le Università, le

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scuole e le imprese. L’obiettivo ultimo, formalizzato nel Patto per il Lavoro sottoscritto nel 2015 (all’epoca il consorzio si chiamava ASTER ndr.), è quello di: “presiedere e alimentare le relazioni tra imprese, centri di ricerca, università e la Rete Alta Tecnologia, al fine di massimizzare l’impiego delle risorse comunitarie provenienti dalla Strategia di specializzazione intelligente S3”. A partire dal 2019 ASTER si è fusa con ERVET (società in house della Regione che dal 2011 si occupava di sviluppo territoriale), dando vita ad ART-ER. Questa società si occupa oggi di sviluppo economico del territorio, innovazione, internazionalizzazione e trasferimento tecnologico. Il ruolo di ART-ER, non si limita a quello di service per imprese, bensì offre un collegamento tra imprese, ricercatori, associazioni, volto a condividere modelli, pratiche ed esperienze di innovazione tra diversi soggetti. ART-ER inoltre ambisce a semplificare i canali di accesso alle risorse comunitarie e ad attrarre investimenti privati (es: Lamborghini, Yoox). I Clust-ER sono comunità di soggetti pubblici e privati (centri di ricerca, imprese, enti di formazione) che hanno l’obiettivo di sostenere


INNOVAZIONE il tessuto produttivo regionale, favorendo una maggiore interazione tra strutture di ricerca e imprese. Esistono 7 clust-er che lavorano su altrettante piattaforme di ricerca industriale: • Agroalimentare • Edilizia e costruzioni • Energia e Ambiente • Cultura e creatività • Salute e benessere • Innovazione • Meccanica e materiali

particolari esigenze tecnologiche. I laboratori della Rete offrono dunque servizi, soluzioni e tecnologie, volte a soddisfare le esigenze delle imprese. I Tecnopoli sono invece una rete di 10 infrastrutture dislocate in 20 sedi che ospitano e organizzano attività e servizi per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico alle imprese. Le nostre province ne ospitano due: il Tecnopolo di Modena, con 3 sedi (Modena, Mirandola e Spilamberto) e il Tecnopolo di Reggio Emilia. La rete dei Tecnopoli è affiancata da quella degli incubatori per le startup, IN-ER Incubator Network Emilia Romagna, dedicato al supporto di queste realtà. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito emiliaromagnastartup.it La rete di laboratori di manifattura digitale, o Fablab, è organizzata nell'associazione Mak-ER ed offre sostegno alle imprese su vari fronti, dalla prototipazione alla formazione. Tra le realtà attive nelle nostre province segnaliamo il Makers Modena Fablab e le Officine Gattaglio di Reggio Emilia.

La Rete ad Alta tecnologia è formata da laboratori di ricerca industriale e centri per l’innovazione che hanno il compito di veicolare le cosiddette “tecnologie abilitanti” verso il sistema produttivo. Queste tecnologie presentano caratteristiche per intensità di conoscenza e capitali tali da renderle sviluppabili soprattutto da grandi imprese. Ma è bene sottolineare che tali tecnologie sono essenziali per la competitività di tutto il sistema produttivo. La Rete ad Alta Tecnologia ha dunque il compito di fare da anello di collegamento tra soggetti diversi che abbiano

I Tecnopoli in Emilia Romagna

Modena • •

Parma •

Campus del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari Parco Scientifico Tecnologico di Mirandola Knowbel di Spilamberto

Campus Universitario di Parma Area delle scienze

Ferrara • • •

Area Polo Chimico Biomedico Polo Scientifico Tecnologico Teknehub

Ravenna • •

Campus Universitario Parco Torricelli

Piacenza • •

Casino Mandelli Ex Officina Trasformatori

Rimini •

Area Ex Macello Comunale

Reggio Emilia •

Capannone 19: Ex officine Reggiane

Bologna • •

Ex Manifattura Tabacchi CNR AMBIMAT

Forlì Cesena • • • •

Polo Tecnologico Aeronautico Gallerie Caproni Rocca delle Caminate Villa Almerici

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Corsi e Formazione organizzata da FORMart Contatta le sedi Lapam per accedere a percorsi di formazione finanziata per la tua impresa Gestione d’Impresa

Modena

Controllo di gestione

Gestione d’Impresa

webinar

Corso base di contabilità generale Obiettivo: saper gestire in autonomia l’amministrazione d’azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell’IVA. Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa Durata: 42 ore Periodo: dal 22 feb al 12 apr Costo: 470,00¤ (+IVA)

Gestione d’Impresa

webinar

Buste paga e contributi Obiettivo: il corso è finalizzato a fornire gli strumenti applicativi necessari per l'elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge Durata: 42 ore Periodo: dal 10 mar al 28 apr Costo: 470,00¤ (+IVA)

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Obiettivo: al termine del percorso i partecipanti avranno acquisito le competenze metodologiche ed operative di base per comprendere e operare nel sistema di controllo di gestione, e supportare la direzione aziendale nell'assunzione delle decisioni strategiche Durata: 42 ore Periodo: dal 30 mar al 13 mag Costo: 550,00¤ (+IVA)

Gestione d’Impresa Esperto controllo andamento economico finanziario Obiettivo: adottare gli strumenti del budgeting. Analizzare i punti in comune tra un bilancio, un budget e un business plan per l'ottimizzazione dei processi decisionali relativi alla gestione amministrativa e finanziaria dell'azienda. certific.uc 3 qual.tecnico amm.fin.cont./1 Durata: 52 ore Periodo: dal 8 mar al 21 apr Costo: Finanziato (Fondartigianato)

Gestione d’Impresa Operatore di magazzino merci con patentino carrello elevatore Obiettivo: la gestione del magazzino sta divenendo sempre di più un asset importantissimo nella gestione aziendale. Le imprese richiedono figure professionali capaci di gestire: gli spazi di magazzino, la movimentazione e lo stoccaggio degli articoli, il trattamento e l’elaborazione dei dati di magazzino, l’imballaggio e la spedizione delle merci. Il corso vuole preparare delle figure in grado di stoccare e movimentare le merci in magazzino, sulla base del flusso previsto ed effettivo di: ordini, spedizioni e consegne, gestendone i relativi flussi documentali Durata: 60 ore Periodo: dal 15 mar al 24 mag Costo: 1.400,00¤ (+IVA)

Informatica

webinar

Excel: funzionalità avanzate per l’analisi dei dati Obiettivo: padroneggiare le funzioni avanzate e potenti di MS Excel quale strumento di business intelligence, per monitorare, pianificare e valorizzare i dati aziendali Durata: 15 ore Periodo: dal 2 mar al 30 mar Costo: 190,00¤ (+IVA)


Autotrasporto

Benessere

Ispettore revisione camion da 3,5 t - modulo c

Qualifica di acconciatore

Obiettivo: Ottieni l’abilitazione di Ispettore revisione per veicoli di massa superiore a 3,5t o in grado di trasportare un numero maggiore di 16 passeggeri. Frequentando il corso teoricopratico potrai accedere all’esame finale per dirigere le azioni di revisione periodica di: • furgoni di massa superiore a 3,5t • camion, tir, autocarri • autobus, scuolabus, pullman Parte delle lezioni pratiche saranno svolte in centri di revisione durante il controllo dei veicoli Durata: 44+6 ore Periodo: dal 15 feb al 15 apr Costo: 850,00¤ (esente IVA)

Autotrasporto Corso di preparazione per l’esame di capacità professionale per autotrasportatore di merci Obiettivo: il corso prepara i futuri gestori di imprese di autotrasporto merci conto terzi e padroncini ad affrontare con successo l’esame per iscriversi nell’Albo Autotrasportatori con autoveicoli di massa superiore a 3,5t. In aula sarà illustrato come avviare l’attività e come ottenere la licenza conto terzi Durata: 150 ore Periodo: dal 29 mar al 16 giu Costo: 1.300,00¤ (esente IVA)

Obiettivo: l'acconciatore è in grado di effettuare tagli ed acconciature dei capelli e della barba conformi alle caratteristiche d'aspetto ed alle specificità stilistiche richieste dal cliente, nonché trattamenti chimico-cosmetologici del capello rispondenti alle diverse peculiarità tricologiche, utilizzando prodotti cosmetici, tecnologie e strumenti in linea con le tendenze più innovative. Durata: 600 ore Periodo: dal 29 mar al 30 set Costo: 5.500,00¤ (esente IVA)

Autoriparatori Ispettore revisione auto e moto modulo b Obiettivo: Ottieni l’abilitazione di Ispettore revisione per veicoli di massa inferiore a 3,5t e fino a 16 posti. Frequentando il corso teorico-pratico potrai accedere all’esame finale per dirigere le azioni di revisione periodica di: • autovetture • moto, ciclomotori, scooter • minibus fino a 16 posti, autista incluso • veicoli commerciali di massa inferiore a 3,5t Parte delle lezioni pratiche saranno svolte in centri di revisione durante il controllo dei veicoli

Impiantisti Tecniche frigorifere per il conseguimento del patentino di trattamento gas fluorurati (regolamento ce 303/2008) Obiettivo: il percorso formativo consente il conseguimento del Patentino per Frigoristi, che autorizza ad operare su impianti di condizionamento e refrigerazione, civili ed industriali, secondo norme di sicurezza e pratiche operative in grado di tutelare operatori e clienti dai rischi connessi alla manipolazione di gas fluorurati. Durata: 12 ore Periodo: dal 08 apr al 09 apr Costo: 270,00¤ (+ IVA)

Impiantisti Formazione per addetti ai lavori elettrici: PES PAV PEI Obiettivo: il percorso, previsto all'interno delle norme per l'esecuzione in sicurezza di lavori in ambito elettrico, si rivolge ad impiantisti elettrici e consente la formazione di lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idoneo per lavori di manutenzione su parti in tensione come previsto da pertinente normativa tecnica Durata: 20 ore Periodo: dal 31 mar al 28 apr Costo: Finanziato (Fondartigianato)

Durata: 150+26 ore Periodo: dal 30 apr al 29 set Costo: 2.300,00¤ (esente IVA)

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webinar

Turismo Corso abilitante per accompagnatore turistico

Obiettivo: il corso prepara all’abilitazione di accompagnatore turistico per lavorare all’interno di tour operator, agenzie di viaggio o in autonomia assistendo gruppi organizzati o singoli visitatori Durata: 150 ore Periodo: dal 12 apr al 7 giu Costo: 990,00¤ (esente IVA)

Turismo Percorso formativo per guida ambientale escursionistica GAE Obiettivo: diventare una Guida Ambientale Escursionista, professionista in grado di condurre turisti o gruppi in ambienti montani, collinari, acquatici, parchi e aree protette; Approfondire le tipicità dell’Emilia-Romagna per illustrare, durante l’escursione, gli aspetti ambientali, naturalisti e storici del territorio; Apprendere le basi di gestione economica e marketing turistico Durata: 150 ore Periodo: dal 22 mag al 25 set Costo: 990,00¤ (esente IVA)

Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Modena Excel per l’analisi dei dati aziendali

webinar

Obiettivo: Saper utilizzare i dati aziendali come strumento per prendere decisioni efficaci e precise è un imperativo ormai per chiunque abbia un’attività o gestisca un’impresa. Questo corso, sfruttando le sinergie di Excel, Google e Google Data Studio, ti aiuterà a leggere, presentare e rielaborare i dati per le tue future strategie professionali e ti consentirà di creare reportistica in modo veloce, automatico e semplice per dotare la tua azienda di strumenti di analisi al passo coi tempi Durata: 24 ore Periodo: dal 18 mar al 22 apr

Digital marketing e relazione commerciale con il cliente estero

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Obiettivo: questo corso ti aiuterà ad utilizzare l’inglese per costruire un’efficace relazione d’affari con i tuoi clienti, interpretandone le esigenze e fornendo loro risposte, soluzioni e proposte commerciali immediatamente comprensibili

Controllo di gestione

webinar

Obiettivo: L’azienda competitiva deve porre nuova attenzione al controllo di gestione interno, coerente con gli obiettivi aziendali e concentrato sulla corretta rilevazione dei costi. Un’adeguata gestione dell’attività aziendale implica, infatti, il controllo continuo di alcuni indicatori di redditività e di costo, soprattutto se riferibili ai fattori chiave su cui si poggia il sistema competitivo dell’impresa. Il corso fornisce gli elementi fondamentali per comprendere le leve gestionali della propria azienda. Utilizzare l’analisi dei costi a supporto delle decisioni aziendali e comprendere le principali dinamiche sottostanti alla scelta del modello di controllo di gestione da implementare nella propria azienda, risulta oggi un fattore determinante di competitività Durata: 24 ore Periodo: dal 17 mar al 21 apr

Durata: 24 ore Periodo: dal 26 mar al 30 apr Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.

FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/8, 41123 M

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059 336 9911 info.modena@formart.it


Fondo Sociale Europeo

Reggio Emilia e Correggio Gestione d’Impresa

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Scritture contabili per la chiusura del bilancio e aspetti fiscali

Gestione d’Impresa

webinar

Buste paga e contributi

Obiettivo: fornire le conoscenze contabili e fiscali necessarie per effettuare le scritture di rettifica e di assestamento al bilancio di chiusura esercizio

Obiettivo: il corso è finalizzato a fornire gli strumenti applicativi necessari per l'elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge

Durata: 8 ore Periodo: dal 9 feb al 23 feb Costo: 110,00¤ (+ IVA)

Durata: 42 ore Periodo: dal 23 mar al 1 giu Costo: 470,00¤ (+IVA)

Gestione d’Impresa

webinar

Lingue Straniere

webinar

Inglese specialistico per operatore turistico

Obiettivo: il customer service riveste oggi una funzione organizzativa cruciale per qualsiasi impresa, piccola o grande che sia. Ma ancor di più, la sua funzione è determinante per gli stessi clienti, in quanto Anch’esso rappresenta per loro una vera e propria customer experience. Il customer service è un’attività che richiede competenze e abilità legate soprattutto alle dinamiche della comunicazione. Il suo obiettivo è infatti la gestione efficace della "relazione" con il cliente. Vero e proprio biglietto da visita dell’azienda, dal customer service dipendono la “percezione del cliente” e il processo di acquisizione della fiducia.

Un corso specialistico di alta qualità per chi opera nel settore del turismo e dell’accoglienza, per acquisire linguaggio tecnico appropriato e fluidità nell’esposizione. Obiettivo: comprendere i turisti stranieri e comunicare con loro in modo corretto e fluente. Esporre oralmente descrizioni e presentazioni su un’ampia varietà di contenuti che riguardano l’ambito turistico. Ottimizzare il vocabolario relativo all’arte, alla cultura e alle specialità enogastronomiche locali/ regionali. Acquisire dimestichezza con testi e guide turistiche. Commercializzare la vendita di pacchetti turistici con funzioni di marketing. Gestire i clienti. Promuovere e valorizzare il patrimonio turistico culturale

FORMart Reggio Emilia Via Luigi Sani 7, 42121 RE

Durata: 40 ore Periodo: da 23 feb al 29 apr Costo: 700,00¤ (+ IVA)

webinar

Sistema della meccanica e meccatronica Obiettivo: guida i tuoi clienti alla migliore scelta d’acquisto e promuovi prodotti e servizi con dimestichezza e professionalità Durata: 24 ore Periodo: dal 9 apr al 14 mag

Il customer service come customer experience

Durata: 12 ore Periodo: dal 17 feb al 10 mar Costo: 230,00¤ (+ IVA)

Gestire la trattativa in inglese

Strumenti gratuiti per l’email marketing

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Sistema della meccanica, meccatronica e motoristica Obiettivo: progettare creare e modificare professionalmente newsletter per inviare comunicazioni commerciali accattivanti, periodicamente, ai propri clienti Durata: 24 ore Periodo: dal 13 apr al 6 mag

Il crm a misura di pmi

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Sistema della meccanica, meccatronica e motoristica Obiettivo: questo corso illustra alcune tecniche di gestione, organizzazione, valutazione e interpretazione dei dati che sono disponibili in azienda, ma non adeguatamente sfruttati per le decisioni strategiche Durata: 24 ore Periodo: dal 14 apr al 19 mag Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.

0522 267 411 info.reggio@formart.it n° 01 - 2021

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&

FISCO LAVORO BANDI

Fisco

Cedolare secca: locazioni brevi

Brexit, nuovi controlli doganali a regime in 3 fasi

Il comma 595, art 1 Legge 178/2020, ha confermato l'applicazione, dall'anno 2021, della cedolare secca sulle locazioni brevi solo in caso di destinazione alla locazione di non più di 4 appartamenti per ciascun periodo d'imposta. Superato tale limite, l'attività di locazione, da chiunque esercitata, si presume svolta in forma imprenditoriale. In particolare, il presente comma del sopracitato articolo, si riferisce anche per i contratti stipulati tramite: soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare; soggetti che gestiscono portali telematici. Inoltre, il comma 597, del citato articolo 1, conferma quanto previsto dall'art 13-quater c.4 DL 34/2019, ossia l'istituzione presso il MIBACT di un'apposita banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi che dovranno essere identificati mediante un codice da utilizzare in ogni comunicazione inerente l'offerta e la promozione degli stessi.

Tre step per arrivare a regime al 1° luglio 2021. È quanto prevedono le autorità britanniche, con l’intento dichiarato di dare alle aziende il tempo di organizzarsi per la nuova gestione dei flussi doganali. Le facilitazioni variano a seconda del tipo dei beni importati, che si distinguono tra “standard goods” e “controlled goods”. Inoltre, all’interno di queste categorie, alcune tipologie di beni sono soggette a regole particolari. Dal 1° luglio 2021 comunque tutti i beni saranno soggetti alle normali procedure doganali e dovranno essere presentate le “Safety and Security declaration”, dovute per i beni che provengono dall’EU.

Cartelle a rate, nuova chance dopo l’addio alla rottamazione I soggetti decaduti a fine 2019 da una qualsiasi delle tre edizioni della rottamazione degli affidamenti, che avessero dilazioni pregresse scadute, possono presentare richiesta di un nuovo piano di rientro, senza dover a tal fine pagare le quote pregresse. La conferma arriva da agenzia delle Entrate – Riscossione (Ader), in risposta ad uno dei quesiti formulati in Telefisco 2021, del 27 gennaio. Per effetto dell’articolo 13-decies del DL 137/2020, i soggetti che all’8 marzo 2020 (data di entrata in vigore del Dl 18/2020) erano incorsi in rateazioni decadute possono accedere a una nuova dilazione del debito residuo, senza prima pagare le rate scadute.

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Lotteria scontrini al via dal 1° febbraio: esclusi i pagamenti con buoni pasto Parte il 1° febbraio 2021 la lotteria degli scontrini a condizione di effettuare acquisti presso esercenti i cui registratori telematici (Rt) risultano adeguati per memorizzare e trasmettere i dati della lotteria. Queste due delle principali indicazioni rese nel corso del primo webinar formativo organizzato dall’agenzia delle Entrate, tenutosi il 25 gennaio 2021, nel corso del quale sono stati illustrati i contenuti tecnici delle linee guida per la gestione della lotteria degli scontrini da parte

degli esercenti, fornendo anche risposte a quesiti relativamente ad alcuni casi particolari. Mentre - in attesa del provvedimento attuativo congiunto di agenzia delle Dogane e Monopoli (Adm) e Agenzia delle Entrate - si profila il 12 marzo come data della prima estrazione mensile.

Credito d’imposta pubblicità È confermata l’introduzione del nuovo comma 1-quater all’art. 57-bis, DL n. 50/2017, che prevede anche per il 2021 e 2022 la quantificazione del c.d. “bonus pubblicità” a favore di imprese / enti non commerciali / lavoratori autonomi che investono in “campagne pubblicitarie” su giornali quotidiani / periodici, anche in formato digitale, nella misura unica del 50% degli investimenti effettuati (anziché del 75% degli investimenti incrementali). N.B. Per il biennio 2021 2022, il bonus in esame non è riconosciuto per gli investimenti pubblicitari effettuati su emittenti televisive / radiofoniche.

Sistema TS in tilt: arriva la proroga per l’invio dei dati delle spese sanitarie 2020 La scadenza passa dal 31 gennaio all'8 febbraio 2021. Più tempo anche per l'opposizione all'utilizzo nella precompilata. La decisione dell'Agenzia delle Entrate, in accordo col MEF, nel provvedimento numero 20765 del 22 gennaio 2021.


FISCO LAVORO BANDI

Lavoro Diritto al lavoro dei disabili, cosa cambia per le imprese colpite dall'emergenza Covid-19 Proprio in questi giorni la Legge n. 68 del 1999 ha festeggiato i suoi primi…21 anni, essendo entrata in vigore il 18 gennaio 2000. La norma rappresenta un vero e proprio cambiamento “ideologico” della disciplina del lavoro dei disabili e prova di questo ne sono anche le definizioni terminologiche, visto che si passa da un “collocamento obbligatorio” (legge 482/1968) ad un “collocamento mirato”, un contesto cioè dove i vari attori (i lavoratori, i datori di lavoro, i servizi, le AUSL, le associazioni datoriali e sindacali, le associazioni rappresentative di disabili civili, invalidi sul lavoro, etc., il terzo settore, il mondo della cooperazione sociale, per nominarne solo alcuni) hanno come obiettivo dichiarato non tanto l’assolvimento tout court di un obbligo di legge, quanto piuttosto l’inserimento di persone all’interno di un contesto lavorativo capace di accogliere, accrescere e valorizzare le capacità e le competenze del lavoratore. Inserimento che a volte risente, sia positivamente sia negativamente, di “fattori esterni”, oltre che di dinamiche interne alle aziende. Tra i fattori negativi, di questi tempi, non può certo essere ignorato quello connesso all’emergenza COVID-19, sia per le condizioni soggettive dei lavoratori (non a caso destinatari di tutta una serie di attenzioni da parte del legislatore emergenziale, il riferimento è al

tema dei cosiddetti “lavoratori fragili”), sia per le condizioni del mercato del lavoro. Da questo punto di vista va rilevato l’opportuno intervento del Ministero del Lavoro, che da prima con un parere all’Agenzia Regionale del Lavoro dell’Emilia Romagna e poi con una circolare a diffusione nazionale, ha previsto la sospensione dagli obblighi di assunzione delle persone con disabilità anche per le aziende che, pur non rientrando nella definizione di “imprese in crisi”, con ricorso alla cassa integrazione straordinaria, hanno comunque fruito o stiano fruendo degli ammortizzatori ordinari connessi all’emergenza COVID-19 (tutti gli ammortizzatori: CIG ordinaria e in deroga, Fondo integrazione salariale, fondi di solidarietà bilaterale come FSBA, per il settore artigiano). La sospensione dagli obblighi, che opera in proporzione all’attività lavorativa effettivamente sospesa e al numero delle ore integrate per il singolo ambito provinciale sul quale insiste l’unità produttiva, non fa venire meno l’obbligo di inoltro, entro il 31 gennaio (ovvero 1 febbraio), del prospetto informativo dell’organico aziendale in forza al 31 dicembre 2020, per le aziende che vi sono tenute.

Bandi Un bando per il sostegno ai pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande Dal 20 gennaio bar e ristoranti hanno la possibilità di richiedere un contributo a fronte dei danni subiti dal lockdown di novembre e dicembre 2020. Il contributo è fissato nella misura massima di 3.000 euro e le domande possono essere presentate entro il 17 febbraio. I requisiti per l'ottenimento dei contributi sono: • avere il codice Ateco primario 56.10.11 o 56.3; • essere regolarmente iscritti nel registro delle imprese presso la CCIAA competente del territorio, in data antecedente al 1 novembre 2020; • essere imprese attive alla data di apertura del bando (20 gennaio 2021) e non aver cessato l’attività alla data del provvedimento di liquidazione del contributo; • avere almeno un’unità locale aperta al pubblico in EmiliaRomagna; • avere avuto un calo del fatturato medio nel periodo ricompreso tra il 1 novembre 2020 e il 31 dicembre 2020 pari o superiore al 20% rispetto al fatturato medio dello stesso periodo del 2019 ovvero, a prescindere dal fatturato, siano state attivate nel periodo dal 1 gennaio 2020 al 1 novembre 2020. La Regione si prepara a prevedere ristori economici anche per le attività artigianali di lavorazione e vendita alimenti alle prese con le conseguenze delle restrizioni previste dalle misure anti-Covid: gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, gastronomie, piadinerie ed esercizi analoghi.

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IMPRESE PATRIMONIO DEL PAESE La forza del valore artigiano

Le imprese, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti e le piccole industrie sono il nostro eccezionale patrimonio, da valorizzare e tutelare. Un universo di eccellenze profondamente connesse tra loro, cuore e anima del nosto Paese, motore dello sviluppo economico e sociale. Fare rete sul territorio è la nostra forza e la nostra missione, per dare valore al lavoro e costruire insieme, ogni giorno, il nostro domani.

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