COMMERCIO
Amazon: rischi e opportunità per il territorio La presidente Licom Ligabue: il commercio cambia, ma la concorrenza deve essere leale
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inzia Ligabue, presidente Licom (i commercianti aderenti a Lapam), propone un ragionamento a partire dal nuovo centro logistico del colosso statunitense. ”La notizia dell’apertura entro il 2021 del centro Amazon di Spilamberto, notizia che senz’altro porterà benefici in termini di posti di lavoro e auspichiamo anche una collaborazione soprattutto con le piccole e medie imprese del territorio, ci consente di fare alcune riflessioni che riguardano questo colosso delle vendite online e, più in generale, i cosiddetti giganti del web.” La presidente chiarisce subito un punto. ”Sappiamo bene che il mondo sta andando in una determinata direzione e non saremo certo noi a farlo cambiare strada, ma ci sono alcuni punti che è necessario sottolineare perché la concorrenza deve basarsi su un dato di lealtà.
Per intenderci, nel campionato di calcio giocano le grandi squadre e altre società più piccole con disponibilità economiche molto minori, ma tutte le partite cominciano dallo 0-0 e l’arbitro applica regole uguali per tutti. Ecco perché ci teniamo a sottolineare come la tassazione debba essere equa e debba essere uniformata a livello di Unione Europea introducendo la cosiddetta web tax. È evidente, tra l’altro, che se un negozio paga le tasse in Italia contribuisce alla sanità, al welfare, alla scuola, alle infrastrutture e via dicendo, mentre se un gigante del web le paga, ad esempio, in Irlanda e nel nostro Paese versa solo piccole percentuali sugli utili, il gioco non è leale. Altro tema, che impatta direttamente su questo periodo, è dettato dalle aperture: Amazon può consegnare anche nei festivi e nelle giornate considerate ‘rosse’ dal calendario del Governo, mentre naturalmente un esercizio commerciale fisico deve rimanere chiu-
so per legge. Sicuri che sia giusto?” Ligabue chiude guardando avanti. ”Non si tratta di voler combattere i mulini a vento, ma di prendere il tema seriamente e con una prospettiva. Sappiamo bene, e lavoriamo per questo, che il commercio tradizionale per restare sul mercato deve evolvere e diventare sempre più capace di offrire servizi adeguati ai tempi e attento a una clientela che cambia. Ci lavoriamo e tanti commercianti stanno già seguendo questa strada. Ma c’è una domanda di prospettiva che ci pare decisiva: quali città immaginiamo tra dieci anni? Nel 2031 i centri storici, ad esempio, avranno ancora una rete commerciale? I turisti che arriveranno troveranno ad attenderli saracinesche alzate o una desertificazione commerciale? E le periferie, i piccoli paesi, avranno ancora il presidio sociale dei negozi di vicinato oppure no? Infine, tutto questo quale costo sociale avrà? Queste, oggi, ci paiono le domande giuste da porsi.”
n° 01 - 2021
Imprese & Territorio 27