l'Unità Laburista - Contratti e programmi - Numero 11 del 20 settembre 2019

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Politica e Storia

Bruno Buozzi, un sindacalista per tempi di ferro Giovan Giuseppe MENNELLA

La fine dell’Ottocento era un periodo davvero buio per i lavoratori e le classi meno abbienti. Le fabbriche e campi da coltivare erano luoghi di lavoro durissimo, e malsani, dove ci si ammalava e si moriva frequentemente d’incidenti, di malnutrizione, di malattie professionali. I lavoratori non avevano neanche il diritto al voto e le manifestazioni di protesta organizzate dalle prime associazioni di tutela e di difesa, erano represse nel sangue dalle forze di polizia o dell’esercito. Le prime organizzazioni sindacali e il neonato partito socialista agivano per instillare nei lavoratori la coscienza dei loro diritti e del ruolo politico che avrebbero dovuto assumere nella società, gettando il seme dell’instaurazione di un socialismo liberale che doveva essere il pilastro degli Stati veramente moderni. Ma questa è una storia che allora era veramente lontana dall’essere pienamente realizzata. In quest’ambiente difficile e travagliato, nel 1881 a Pontelagoscuro, nella bassa ferrarese, nasce Bruno Buozzi, il personaggio che doveva diventare proprio un leader e un alfiere del socialismo. A differenza di altri esponenti del sindacalismo e del socialismo, Buozzi ha le medesime umili origini dei soggetti che avrebbe difeso e di cui avrebbe tutelato i diritti. Infatti, a causa della povertà della famiglia, è costretto come tanti altri ragazzi dell’epoca a lavorare in officina fin dall’età di undici anni. Si distingue ben presto per intelligenza, sensibilità, forte desiderio di imparare e per la consapevolezza dei problemi e delle sfide da affrontare per migliorare le condizioni dei lavoratori. Fre10


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