La Voce AICCER 1/2022

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SUPERFICIE OCULARE di Mario Damiano Toro, Roman Paduch

Tollerabilità sulla superficie oculare ed efficacia antisettica sui patogeni del segmento anteriore: “paradosso” o opportunità clinica?

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egli ultimi anni, l’emergenza sempre maggiore di ceppi batterici oculari resistenti agli antibiotici ha modificato l’approccio terapeutico alla profilassi pre e post-operatoria, alla gestione delle infezioni del segmento anteriore, e anche le stesse prospettive della ricerca farmacologica orientandole verso lo sviluppo di nuovi antimicrobici differenti dagli antibiotici, gli antisettici.1 Tra essi, l’olio ozonizzato in liposomi è una molecola che negli ultimi anni è stata oggetto di diversi studi sia in vitro che in vivo, e può vantare oggi una robusta letteratura scientifica a supporto del meccanismo di azione, dell’efficacia microbicida e dell’attività di riparazione tissutale; l’efficacia antimicrobica della molecola si basa sul suo elevato potenziale di ossidazione, tra i più potenti che si conoscano,2 che si manifesta clinicamente in un effetto multi-target su batteri, virus e funghi, che non permette la comparsa di resistenze batteriche.3 Paradossalmente, però, l’ozono, somministrato a dosi terapeutiche, promuove un adattamento dei tessuti allo stress ossidativo (una caratteristica chiamata “ormesi”) e svolge un’azione antiossidante indiretta attivando i meccanismi antiossidanti endogeni (superossido dismutasi, glutatione perossidasi, catalasi) coinvolti nello scavenging dei perossidi e dei radicali liberi dell’ossigeno.4,5 Questi meccanismi compensatori non possono essere indotti nelle cellule microbiche che quindi subiscono un danno selettivo. A dimo-

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strazione della tollerabilità biologica dell’ozono, vi è l’impiego clinico anche su tessuti particolarmente suscettibili al danno tossico, come il sistema nervoso, senza evidenza di tossicità o effetti collaterali a carico delle cellule.6 Grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Oftalmologia e l’Istituto di Microbiologia e Biotecnologia dell’Università di Lublino, quest’ultimo diretto dal prof. Roman Paduch, microbiologo e referee di diverse riviste scientifiche nell’ambito della microbiologia, biologia molecolare, farmacologia, ed esperto nello studio dei meccanismi di morte cellulare e di valutazione di sostanze con effetto antiapoptotico, antiossidante e favorenti la riparazione tissutale, sono state valutate sia la tollerabilità su cellule corneali e congiuntivali umane, che l’efficacia antibatterica sui comuni patogeni, gram+ e gram-, che possono causare infezioni del segmento anteriore dell’occhio, di una formulazione oftalmica a base di olio ozonizzato in liposomi (Ozodrop). Secondo le linee guida internazionali del Comitato Europeo per i Test di Suscettibilità Antimicrobica (EUCAST), le sostanze che vengono testate nella loro azione antisettica devono essere preventivamente valutate, in condizioni similari di concentrazione, anche nella loro tollerabilità (assenza di tossicità) sulle cellule epiteliali. Solo dopo aver determinato la concentrazione non citotossica, essa sarà la concentrazione di partenza con cui fare i test sui batteri. La sola azione microbicida, senza


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