Descrizione della domiciliarizzazione di trastuzumab SC (progetto pilota HerHome dell’Istituto Pascale di Napoli) Il trastuzumab, è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato, prodotto da coltura di cellule di mammifero (cellule ovariche di criceto cinese) in sospensione, purificate mediante cromatografia di affinità ed a scambio ionico, con specifiche procedure di inattivazione e rimozione virale. Un flaconcino da 5 ml contiene 600 mg di trastuzumab per somministrazione sottocutanea (SC). La soluzione è da chiara limpida a opalescente, da incolore a giallastra. La dose di 600 mg deve essere somministrata unicamente mediante iniezione SC in 2-5 minuti ogni tre settimane. Il sito di iniezione deve essere alternato tra la coscia sinistra e quella destra. Le nuove iniezioni devono essere somministrate ad almeno 2,5 cm dal precedente punto di iniezione e mai in zone in cui la cute è arrossata, livida, sensibile o indurita. Durante il trattamento con Trastuzumab formulazione sottocutanea la somministrazione per via sottocutanea di altri farmaci deve avvenire possibilmente mediante iniezione in altri siti. I pazienti devono essere posti sotto osservazione per sei ore dopo la prima iniezione e per due ore dopo le iniezioni successive per rilevare eventuali segni o sintomi di reazioni correlate alla somministrazione. Trastuzumab SC, sulla base delle caratteristiche farmacologiche e delle tempistiche di somministrazione, si presta ad essere erogato al domicilio del paziente. La domiciliarizzazione delle cure oncologiche necessita un’attenta analisi dei rischi, nonché di monitoraggio e gestione degli stessi sulla base di una pianificazione precisa e puntuale di tutti gli step necessari alla buona riuscita del processo, nonché di personale qualificato e addestrato a tal scopo. Secondo l'Institute of Medicine (IOM), i sistemi sanitari dovrebbero soddisfare sei fondamentali dimensioni per garantire la qualità dell'assistenza: (1) sicurezza; (2) efficacia; (3) patient-centred (centralità del paziente); (4) tempestività; (5) efficienza ed (6) equità [Institute of Medicine Comitato per la qualità dell'assistenza sanitaria in America, 2001]. Recentemente, lo Strategic Advisory Board for Welfare, Health, and Family Policy [Strategisch Adviesraad voor Welzijn, Gezondheid en Gezin] of the Flemish Government (Belgio) ha aggiunto altre due componenti: (7) continuità e (8) integrazione delle cure. Una potenziale applicazione di questo nuovo modello di assistenza sanitaria è il ricovero domiciliare, definito come “un servizio che fornisce trattamento attivo da parte degli operatori sanitari al domicilio del paziente, per una condizione che altrimenti richiederebbe cure ospedaliere acute" [Shepperd & Iliffe, 2000]. In generale, si considera il ricovero domiciliare una strategia appropriata per ridurre i costi associati all'assistenza sanitaria, diminuire la durata e il numero di degenze ospedaliere e un'opportunità di fornire cure più integrate [DH Cancer Policy Team, 2010; Shepperd & Iliffe, 2000; Farfan-Portet et al., 2015; Chevreul et al., 2004; Leff et al., 2005]. Inoltre, si ritiene spesso che la qualità di vita del paziente tragga vantaggio dal rimanere più a lungo in un ambiente familiare [Farfan-Portet et al., 2015; Chevreul et al., 2004; Shepperd et al., 2016; Tralongo et al., 2011]. Il protocollo di domiciliazione attivato presso l’Istituto Pascale di Napoli ha previsto di includere nel servizio pazienti con le seguenti caratteristiche:
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