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5.0 IL SIGNORE
MACCHINE CANTIERI
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giugno/luglio 2021, n. 76
DELLA STRADA
UN MOTORE V8, UNA CABINA S, UN CAMBIO OPTICRUISE E UNA COPPIA DI 2.700 NM... ED È SOLO L’INIZIO!
CoverStory SCANIA
IL SIGNORE DELLA
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Da qualche anno ilV8 sta assumendo sempre più i connotati di motore da ammiraglia per chi desidera qualcosa di speciale, sia per il lavoro che il suo camion andrà a fare, sia più semplicemente perché desidera un veicolo gratificante e d’immagine. Questo lascia spazio a una nuova serie di sei cilindri in linea dalle potenze sempre più elevate, in grado di svolgere le missioni più comuni senza rinunciare all’esclusività e all’appeal di un prodotto del Grifone. Insomma uno Scania “norma-
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le”, senza compromessi sulla qualità e sul comfort di bordo, con costi d’esercizio molto interessanti. Il 540S (con l’ultima generazione, la sigla che distingue la cabina è passata in coda) coniuga la più potente delle tarature del motore da 13 litri con la cabina a pavimento piatto e il nuovo cambio automatizzato, che promette riduzione dei consumi e una guidabilità ancora migliore. Lo abbiamo messo alla prova sul nostro consueto percorso autostradale misto, pianeggiante con un
STRADA
Il V8 di Scania scende in campo motorizzando un veicolo che si presta alle mission standard ma che non rinuncia ad appeal ed esclusività di immagine TESTI E FOTO DI MASSIMO CONDOLO
tratto di valico, tipico del trasporto a lunga distanza. Una situazione che spesso i 540S vivranno al traino di centinati e furgonati, ma che si ripete con parametri di funzionamento molto simili anche in qualche compito d’appoggio al cantiere, per esempio nel trasporto di inerti, malte e materiali sfusi (ma anche legname e simili) su media distanza o nello spostamento delle macchine operatrici di peso medio e medioelevato come gli escavatori (come si evince da alcune immagini di
DIECI V8 AL SERVIZIO DELL’AMBIENTE Con il 540 il “sei in linea” ha scavalcato il V8 quanto a potenza, ma la versione d’attacco di quest’ultimo continua a destare interesse per la sua erogazione di coppia che lo rende ideale per i servizi regionali che richiedono elevate potenze. Un esempio è il traino dei semirimorchi a piano mobile per la raccolta di scarti dell’agricoltura e altri rifiuti, come quelli della Oppimitti Costruzioni di Borgo Val di Taro (PR), azienda che dall’originale attività di aratura conto terzi (è stata fondata nel 1957) è evoluta nell’edilizia e quindi nei servizi ecologici, in cui è attiva dagli anni Ottanta, e nella produzione
di energia elettrica da rifiuti. Il rinnovo del parco è avvenuto con l’acquisto di dieci 520S dalla Scandicar di Parma, che trasportano i materiali in ingresso e in uscita dagli stabilimenti del gruppo, i quali utilizzano esclusivamente energia prodotta dagli impianti eolici della società. “Il rinnovamento del parco”, ha dichiarato Renato Oppimitti, fondatore che oggi dirige l’azienda insieme alla moglie e ai figli, “ha rappresentato non soltanto un ulteriore passo verso la riduzione dell’impatto ambientale ma anche un miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori".
repertorio in queste pagine). Rispetto a un V8 di potenza simile il 540S offre una maggiore portata ed è consigliato in particolare per tutte quelle applicazioni in cui il carico sull’avantreno può rivelarsi un fattore critico. MOTORE GENEROSO, CAMBIO RISPARMIOSO Il 13 litri DC13 non rinuncia alla tradizionale raffinatezza dei motori
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CoverStory SCANIA Scania ma fugge dalle complicazioni inutili. Il turbocompressore ha una robusta girante a geometria fissa, montato su cuscinetti a sfera per una risposta più rapida, mentre il post-trattamento dei gas conta sul solo SCR. Parte con il massimo della coppia praticamente subito: eroga 2.700 Nm a 1.000 giri e li mantiene fino a 1.300. La potenza massima viene invece erogata a 1.800 giri.A valle del motore, come in ogni trasferimento d’energia, è inevitabile che parte dell’energia stessa venga persa nella trasmissione - il moto senza attrito esiste soltanto negli esercizi di fisica del liceo. Con gli attriti, insegnano i progettisti, bisogna conviverci e cercare di ridurli al minimo, per esempio riducendo sia gli attriti interni, sia la viscosità dell’olio impiegato nelle trasmissioni, ed è una delle cose che succedono con il nuovo cambio automatizzato. A Södertälje la lotta agli attriti è una costante, ma i tecnici cercano anche di ridurre qualsiasi utilizzo d’energia che non si traduca in moto, come lo sbattimento dell’olio. Per questo il nuovo
cambio utilizza una lubrificazione a carter secco che lo minimizza. Grazie alla scatola in alluminio il cambio è più leggero di 60 kg rispetto al suo predecessore, mentre i tre freni sull’albero migliorano la guidabilità. Le marce sono più distanziate e il rapporto superiore è un vero overdrive; tutto questo permette di gestire in maniera ottimale il regime motore sia alle basse che alle alte velocità, e di viaggiare sempre a velocità di crociera sotto ai 1.000 giri/min. DOCILE E SICURO IN OGNI SITUAZIONE Gli Scania sono tradizionalmente camion tecnologici, e l’ultimo arrivato non poteva esimersi da questa impostazione. All’assistenza alla guida pensa un nuovo servosterzo elettrico, che migliora la manovrabilità in spazi stretti e il ritorno del volante in posizione diritta, anche durante la retromarcia. Particolare cura è stata posta nella servoassistenza a bassa velocità e addirittura da fermo, in modo da ridurre il più
Sul nuovo S540 di Scania il compromesso tra prestazioni e consumi è perfettamente riuscito, e risulta particolarmente interessante in abbinamento al comfort di guida, sempre di ottimo livello, e all’ottimo handling della macchina, reattiva e stabile al punto giusto
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-50%, OBIETTIVO RAGGIUNGIBILE
er la prima olta da ando a definito i s oi cience ased argets cania com nica i progressi atti s l ronte della rid ione delle emissioni sia deri anti dalle proprie opera ioni c e elle generate dall tili o dei propri eicoli
Grazie alle energie rinnovabili, alla maggiore efficienza energetica dei suoi impianti e alla riduzione degli sprechi, Scania ha ridotto del 43% le sue emissioni di CO2 rispetto al 2015. Il target, basato su studi
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scientifici, di una riduzione del 50% entro il 2025 è quindi a portata di mano. A contribuire significativamente al risultato ottenuto è stata l’eliminazione della corrente elettrica prodotta da fonti fossili. “Siamo in anticipo
rispetto al piano di riduzione delle emissioni di carbonio nelle nostre operazioni a livello globale. Questo è dovuto soprattutto al passaggio, avvenuto nel corso del 2020, ad energia elettrica prodotta senza combustibili fossili
in tutti i nostri siti di produzione”, ha evidenziato Henrik Henriksson, Presidente e CEO di Scania. Scania si è impegnata inoltre nel ridurre del 20% le emissioni generate dai propri prodotti entro il 2025, rispetto al 2015.
SCANIA 540S: DATI TECNICI Motore Alesaggio x corsa Cilindrata Iniezione Sovralimentazione Potenza Coppia Emissionamento Trasmissione Programmi del cambio Serbatoio Gasolio Serbatoio olio Serbatoio AdBlue
Scania DC 13 166, 6 cilindri in linea, 4 valvole per cilindro, 6 teste 130x160 mm 13 litri diretta Scania XPI, turbo a geometria fissa e intercooler, rapporto di compressione 21:1 540 CV/397 kW a 1.800 rpm 2.700 Nm tra 1.000 e 1.300 rpm Euro 6 con DPF e SCR 4x2 con cambio automatizzato Opticruise senza pedale della frizione Economy, Standard e Power 400 l 40 l 47 l
Particolare della scatola del cambio Scania Opticruise G33CM dell'S540 4x2 Highline (Photo: Peggy Bergman 2020, Scania)
possibile il lavoro muscolare dell’autista. Il servosterzo è a indurimento progressivo: lo sforzo necessario per variare la direzione cambia in funzione della velocità del veicolo. Il controllo elettronico della gestione della coppia trasmessa allo sterzo, infine, annulla le differenze dovute, per esempio, al tipo di pneumatici: con un’impronta a terra più larga non sarà più difficile manovrare. Alle alte velocità il 540S viaggia sui binari, quando rallenta la sterzata è più morbida per seguire meglio le traiettorie. Non possono mancare gli Adas di ultima generazione, in particolare per quanto riguarda spostamenti laterali e derive. Ci sono il sistema di mantenimento corsia (Lane Keep Assist), quello di prevenzione dell’abbandono corsia (Lane Change Prevention), anche abbinato allo sterzo attivo che corregge, senza intervento dell’autista, un indesiderato cambio della corsia – questo, ovviamente, può essere “forzato” dall’autista quando la traiettoria del camion fosse frutto non di una distrazione ma di una sua precisa volontà.
MONOLOCALE DA VIAGGIO La serie S ha segnato l’arrivo anche nel catalogo Scania di una cabina completamente priva di tunnel motore (che già sulla R, rimasta a listino, era ben poco rilevabile); come tutte le cabine della Next Generation, è stata sviluppata interamente dai designer Scania senza ricorsi
“Abbiamo fatto progressi anche nella riduzione delle emissioni, derivanti dai nostri veicoli in uso, che costituiscono oltre il 90% delle emissioni totali di Scania”, prosegue Henriksson. Attualmente Scania ha raggiunto il 95,8%, con una riduzione di poco superiore al 4%. Partendo da un livello del 100% nel 2015, Scania ha l’obiettivo di arrivare all’80% al più tardi entro il 2025. Le emissioni di carbonio
catene cinematiche tradizionali, aumentando al tempo stesso la quota di veicoli a biocarburanti, con un effetto sia immediato che retroattivo sul parco veicoli circolante. Scania aumenterà progressivamente i volumi di veicoli elettrici e lo farà proponendo almeno una nuova applicazione all’anno nell’ambito del settore autobus o veicoli industriali. “I nostri obiettivi per il clima sono profondamente
generate dai prodotti Scania in uso vengono misurate “wellto-wheel”. Questo significa che vengono prese in considerazione anche le emissioni generate dalla produzione di carburante e elettricità. Progressi ancora più significativi sono attualmente in corso, grazie a una presenza costante di Scania al fianco dei propri clienti, con un focus importante sul massimizzare l’efficienza energetica delle
Particolare dell'interno cabina del nuovo S540 di Scania. La plancia è avvolgente e tutti i comandi sono a portata di mano del conducente (Photo: Peggy Bergman 2020, Scania)
radicati nelle decisioni quotidiane che vengono prese in tutta la nostra azienda. Questi sono fondamentali per la nostra strategia e fanno parte dei nostri obiettivi aziendali. Sono la nostra stella polare, una guida che ci mostra sempre la direzione da seguire. Siamo costantemente impegnati nel migliorare le prestazioni ambientali dei nostri prodotti, processi e servizi”, conclude Henriksson.
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16 VEICOLI PER IL GRUPPO MASCIO
a studi esterni. È costruita con una robusta struttura monoscocca in acciaio altoresistenziale, con elementi stampati o calandrati, saldati con tecniche tradizionali o laser e con colle strutturali. La personalità forte, con un design “cutting edge” che ha subito fatto scuola, è anche una conseguenza della ricerca su due aspetti molto importanti: l’efficienza aerodinamica e l’abitabilità. I deflettori d’aria e gli spoiler sono perfettamente integrati nella linea della cabina, anche per evitare turbolenze e vortici che riducono l’efficienza aerodinamica e generano fastidiosi rumori. Il posto guida è ora più vicino al parabrezza (di 6,5 cm) e ai fianchi (di 2 cm) per migliorare la visibilità, specie in manovra. La nuova posizione del sedile di guida migliora inoltre lo spazio interno, che beneficia anche delle dimensioni accresciute (16 cm in altezza e 5 in lunghezza) della struttura della cabina. L’altezza interna libera è di 2,07 m, le brandine con materassini spessi 15 cm sono larghe 100 cm l’inferiore (che è lunga 2,18) e 80 la superiore (lunga 1,94); l’accesso è garantito da quattro gradini ad alzata quasi costante, tra i 295 e i 320 mm ciascuno. CONSUMI AL MINIMO La prova di Macchine Cantieri si è svolta con il veicolo zavorrato secondo i limiti italiani: 44 t di peso totale. Alla partenza da Milano (area servizio di Assago) abbiamo affrontato una ventina di chilometri
Sono dieci trattori R500 destinati al traino di semirimorchi per il trasporto inerti e sei carri G450 8x4 mezzo d’opera quelli acquistati dal gruppo Mascio di Mornico al Serio (BG), che opera con oltre 230 mezzi attraverso i marchi Moviter, Traspoter e Beton Trasporti nella movimentazione di terra, inerti e materiali da costruzione. Per il gruppo bergamasco, che si è rivolto alla Scandicar di Bergamo, è la prima fornitura di veicoli Scania. Cruciale nella scelta, ha dichiarato il direttore generale Stefano Mascio, è stata la disponibilità del cambio automatizzato con il pedale della frizione, utile per effettuare manovre in sicurezza in condizioni particolari.
di stop-and-go tipici della tangenziale, per poi procedere sulla A4 in direzione Santhià con un traffico sensibile, ma non tale da rallentare la nostra marcia. Da qui a Ivrea il traffico è stato invece molto scarso, situazione che si è confermata sulla successiva A5 fino ad Aosta. In quest’ultimo tratto l’altimetria cambia sensibilmente ed è soprattutto la salita di Montjovet a mettere a dura prova la sete di gasolio dei motori. Il 540S l’ha affrontata senza indugi, mantenendo i suoi 80 km/h di crociera e senza impennate dei consumi. Ad Aosta un breve tratto di statale ci ha poi riportati in autostrada per il percorso inverso, dove abbiamo nuovamente incontrato molto traffico in tangenziale. In tutto abbiamo percorso 363,57 km alla media di 74,95 km/h, rallentati quasi esclusivamente dal traffico milanese. Il consumo medio è stato di 23,98 litri per 100 km, decisamente interessante per un veicolo di questa potenza. In sintesi possiamo dire che la ricerca del compromesso tra prestazioni e consumi è perfetta, e risulta particolarmente interessante in abbinamento al comfort di guida sempre di ottimo livello e all’elevato handling della macchina, reattiva e stabile al punto giusto, e assecondata da una strategia di cambiate che ha richiesto raramente forzature. E siamo sicuri, confortati dai diagrammi di potenza e coppia e dalla tradizione della Casa, che se avessimo adottato una guida più nervosa il camion ci avrebbe assecondato, magari senza mostrare consumi così virtuosi ma mantenendo le promesse quanto a performance. ❑ I parametri di funzionamento di un veicolo da lunga distanza sono molto simili a quelli riscontrabili nelle mission di appoggio al cantiere, per esempio nel trasporto di macchine operatrici
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ARX 2.1-2 RULLI VIBRANTI TANDEM LEGGERI
FRENA LE TUE PREOCCUPAZIONI RULLO EVITA OSTACOLI ED È FACILE DA CONTROLLARE Il rullo Ammann ARX Light Tandem è dotato di un avanzato sistema di controllo che aiuta gli operatori di tutti i livelli di esperienza ad eccellere. Le impostazioni del tamburo sfalsato consentono alla macchina di lavorare a filo dei cordoli e di altre ostruzioni. La manutenzione è semplice, in quanto non è necessario un filtro antiparticolato diesel (DPF). Facile da controllare … Supera le ostruzioni … Nessun DPF o i costi di manutenzione e i problemi che ne derivano … Queste caratteristiche da sole rendono l’ARX 23.1-2 e l’ARX 26.1-2 un elemento chiave nella flotta di qualsiasi appaltatore – o nell’assortimento di qualsiasi azienda di noleggio. Ma considerate questi vantaggi aggiuntivi: • Una leva di comando elettronica per un funzionamento fluido • Perfetta visibilità della macchina su tutto il perimetro per massimizzare la sicurezza in cantiere • Un sistema di filtraggio a più livelli con un grande serbatoio dell’acqua per intervalli di tempo prolungati tra un riempimento e l’altro • Compatibilità con Ammann ServiceLink per tenere informati i proprietari delle esigenze di manutenzione e delle prestazioni della macchina • Parti che non richiedono manutenzione, compreso il giunto di articolazione, per ridurre i costi di proprietà
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EditorialeOn EMANUELA PIROLA
Chi controlla
Chatcontrol?
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O SARAI TU A CONTROLLARE I TUOI ATTI, O ESSI CONTROLLERANNO TE. (PAULO COELHO)
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l 6 luglio il Parlamento europeo ha approvato (un po’ troppo in fretta, a mio avviso) un regolamento decisamente controverso denominato Chatcontrol, che consente alle piattaforme digitali che offrono un servizio di messaggistica di poter controllare le chat private degli utenti. Si tratta di un regolamento di emergenza (mi sembra che ultimamente la dirigenza politica dell’Unione e dei singoli Stati vada avanti un po’ troppo a colpi di emergenza), la cui scadenza è fissata a tre anni, e ha come obiettivo quello di trovare e segnalare materiale pedopornografico e tentativi di adescamento di minori. Nonostante il tema sia sensibilissimo, Chatcontrol stimola delle riflessioni piuttosto importanti e urgenti. In sostanza, il punto è capire quanta importanza diamo ad alcuni diritti, ad alcuni crimini, e quanto siamo disposti a cedere sui primi per reprimere o prevenire i secondi. Senza finire in paranoie da complottismo, Chatcontrol potrebbe essere un primo avvallo legislativo verso l’ipersorveglianza di Stato.Va anche detto, però, che già ci sottoponiamo a un’ipersorveglianza volontaria: nessuno, infatti, ci ha obbligato ad avere profili social, Telepass, EasyPark, conto corrente on line, tessere fedeltà di centinaia di negozi, di aderire al cashback, di acquistare su Amazon, di avere una carta di credito. E potrei andare avanti per ore. Qual’è la differenza? Sottile, ma c’è: Chatcontrol porta la sorveglianza nella nostra presenza privata, e non più in quella pubblica. Molti diranno: se è per il bene dei bambini, mi sta bene. E potrei dirlo anch’io. E mi potrebbe stare bene anche per controllare il terrorismo, la violenza, la malavita organizzata. Quello che mi spaventa sono i possibili usi di Chatcontrol in malafede (da qui il titolo), e il fatto che la sua approvazione “faccia un po’ a botte”con alcuni principi chiave della UE. Magari la Corte di Giustizia europea si pronuncerà in materia. Ma andiamo ancora oltre: se Chatcontrol permette alle piattaforme digitali di controllare quelle famose chat protette da crittografia end-to-end, che impedisce che le stesse piattaforme di messaggistica possano conoscere i contenuti delle chat, c’è qualcosa che non mi torna, a rigor di logica. Quindi queste piattaforme hackerano la propria app per il bene dell’umanità? E chi mi garantisce la loro neutralità? O la loro infallibilità (ossia, adesso tutto quello che è pedopornografico lo becchiamo, giusto?)? Mi sembra che i confini di questo dibattito siano a dir poco labili. Ma la base del problema è in questa domanda: quanta riservatezza siamo disposti a barattare per sentirci più sicuri da pedofili, terroristi e altri criminali? ❑
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fassi.com
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Sommario
D E L L ’ E D I L I Z I A
5.0 IL SIGNORE
MACCHINE CANTIERI
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giugno/luglio 2021, n. 76
DELLA STRADA
MC 5.0 • GIUGNO - LUGLIO 2021 • NUMERO 76
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4 UN MOTORE V8, UNA CABINA S, UN CAMBIO OPTICRUISE E UNA COPPIA DI 2.700 NM... ED È SOLO L’INIZIO!
COVER Un V8 Scania per un veicolo da mission standard? Perché no. Ma non rinuncia ad appeal e esclusività d'immagine
52 DIMENSIONE FILTRI
ATTUALITÀ
(MP FILTRI)
41/47/51
59 MOLTO PIÙ DI
NOVITÀ DAL SETTORE E MOLTO DI PIÙ
REPORT TECNICO
14 NUOVI E PIÙ
10 Editoriale on
PRESTAZIONALI
CHI CONTROLLA CHATCONTROL?
(WACKER NEUSON)
24 LE DUE NUOVE
(DI EMANUELA PIROLA)
66 Editoriale off
DI CMC
LA COERENZA DELLO SCORPIONE
(DI MAURIZIO GUSSONI)
04 Cover story
IL SIGNORE DELLA STRADA
(SCANIA)
AZIENDE
22 L'ANIMA R&D DI AUTEC
(AUTEC)
42 DEMOLITION CREW 2021
(VTN)
Direttore Responsabile Emanuela Pirola Collaboratori Cristiano Pinotti, Claudio Guastoni, Renata Bernardini, Maurizio Gussoni
(CMC)
MACCHINE CANTIERI 5.0
56 QUESTIONE DI FEELING
26 BOLD TYPE
(YANMAR CEE)
(MB CRUSHER)
34 GLI OCCHI DEL
CALCESTRUZZO
TESTIMONIANZE
28 LA FORZA
E LA MISURA
(BRIGADE)
38 UNA LUCE TRA IL
BIANCO DEL MARMO
(VENPA)
32 SULLA PRINCESS FREEWAY
(VOLVO CE)
(INDECO)
INNOVAZIONI
16 LA “VISION”
44 START UP VINCENTE (AMMANN)
DI MANITOU
FIERE
(MANITOU)
48 UNA TECNOLOGIA DAVVERO SUPER
60 UBI MAIOR, MINOR
Editore Asgard Edizioni Srl Sede legale Via Giotto 7, 20145 Milano (MI) Direzione e redazione Via Silvio Pellico 10/35, 20867 Caponago, MB mc@macchinecantieri.com
CESSAT (?)
(INCHIESTA BAUMA 2022)
(HELLA)
Art Director Daniela Francescon daniela.francescon@gmail.com Fotografia Archivio Macchine Cantieri 5.0
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UN TRABATTELLO
(JLG)
EDITORIALI
COVER STORY
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Pubblicità e marketing Corrado Serra Direttore Commerciale Tel. 338 3926221 c.serra@orsamaggioreint.com Ufficio traffico Lucia Gatti adv@macchinecantieri.com Pre-stampa e stampa Press Grafica Gravellona Toce (VB)
IL FILM DELLA COVER Abbiamo realizzato la cover di questo mese ispirandoci al film del 1992 I signori della truffa, con Robert Redford e Sidney Poitier.
Registrazioni Tribunale di Sondrio, N° 337 del 12/11/2003. Camera Commercio di Milano, R.I. N.O 11497800968 del 09/12/2020 Registro operatori di comunicazione N.O 36132 dal 15/02/2021 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli
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REPORTTECNICO
Wacker Neuson offre un ampio ventaglio di prodotti ex novo o ottimizzati per offrire ai clienti soluzioni complete per il lavoro quotidiano in cantiere
WACKER NEUSON
NUOVI E (PIÙ) PRESTAZIONALI I
dumper gommati DW60 e DW90 Wacker Neuson sono macchine ormai ampiamente collaudate, che hanno riscosso un grande consenso in varie applicazioni grazie soprattutto alle dimensioni compatte e al giunto articolato oscillante che le rende insuperabili nella mobilità fuoristrada. Ora i due modelli sono stati ottimizzati, e l’azienda ha presentato le nuove versioni con varie opzioni aggiuntive e miglioramenti riguardanti la sicu-
L’anno inizia bene
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rezza, il comfort, e un trasporto più economico e più green. "Nella fase di ulteriore sviluppo dei nostri modelli di dumper più grandi, era importante mantenere le collaudate caratteristiche e aggiungere elementi di allestimento più moderni" afferma Stefan Bogner, portavoce della direzione di Wacker Neuson Linz GmbH, il centro di competenza per escavatori e dumper di Wacker Neuson. "Questo ci consente di offrire ai nostri clienti macchine potenti ed efficienti con elevati standard di sicurezza per il trasporto di materiale, anche su terreni irregolari". Analizzando le principali peculiarità di queste due macchine, spicca sicuramente lo sterzo integrale idrostatico con modalità ECO automatica e la funzione di arresto automatico, e in più, grazie all’approfondita revisione, ora sono allestite con motori diesel ecologici ma altamente produttivi, conformi alla norma sui
Il gruppo Wacker Neuson ha iniziato con successo il 2021. Nel primo trimestre il fatturato del gruppo è aumentato del 5,6% rispetto all'anno precedente, e al netto degli effetti valutari ciò
corrisponde a un aumento del 7,4%. “Il primo trimestre è iniziato con un successo eccezionale per noi. Siamo tornati sul nostro percorso di crescita con un forte aumento anche della
gas di scarico Stage V. Estremamente confortevoli, efficienti, e sicuri in cantiere, i due dumper DW60 e DW90 danno il meglio soprattutto su terreni irregolari, e la loro robustezza li rende particolarmente adatti per l’utilizzo in parchi noleggio. La modalità automatica ECO garantisce consumi minimi
redditività" spiega Kurt Helletzgruber, CEO del Wacker Neuson Group. “La nostra forte performance in questi primi tre mesi ci offre un'ottima base per raggiungere i nostri
obiettivi annuali. Allo stesso tempo, la domanda per i nostri prodotti continua a svilupparsi dinamicamente”. A trainare la crescita proprio l’Europa, i cui ricavi per il primo
Il DW60, dumper efficiente, confortevole e sicuro, è disponibile anche con cassone a scarico girevole, utile in spazi limitati
e tutela dell’ambiente, con un utilizzo ottimale della potenza grazie all'abbassamento automatico del regime di minimo. Entrambi i modelli sono dotati di serie di cassone a scarico frontale, ma per il modello DW60 è disponibile un cassone a scarico girevole, utile in spazi limitati. Ma i dumper rappresentano solo “la punta dell’iceberg”, infatti il ventaglio dei prodotti Wacker Neuson sviluppati ex novo, o quello delle macchine e attrezzature ottimizzate per offrire ai clienti soluzioni complete per il lavoro quotidiano in cantiere è davvero ampio, come dimostrato dai nuovi escavatori compatti e dalle innovazioni nel settore della compattazione e della serie a zero emissioni. "Con le nostre soluzioni innovative sia per quanto riguarda i prodotti che i servizi, sosteniamo i nostri clienti nell'ottenere il massimo dal loro lavoro quotidiano" afferma Alexander Greschner, Direttore vendite di Wacker Neuson Group. Iniziamo la descrizione dai nuovi mini escavatori della classe ET42 da 4 o 5 t, EZ50 (la Z sta per Zero Tail, cioè senza sporgenza) ed ET58. I tre modelli sono dotati del nuovo Active Working Signal (AWS) che garantisce maggior sicurezza in cantiere, infatti, una striscia a LED rossa integrata nel cofano segnala
trimestre sono aumentati del 7% rispetto all'anno precedente, in particolare con escavatori, dumper e macchine per la compattazione. Ma anche in Asia-Pacifico i
quando la macchina è pronta per l'uso. La pala gommata WL28, ottimizzata, si distingue per un carico di ribaltamento elevato, comfort e sicurezza ancora maggiori. I potenti optional idraulici garantiscono un comando sensibile e consentono il funzionamento di un'ampia varietà di accessori come spazzaneve, forche per pallet o spazzatrici. Il sollevatore telescopico TH412 rielaborato, con un carico utile pari a 1,25 t e un’altezza di sollevamento di 4 m, è il modello più compatto della serie, ed è dotato dell’innovativo sistema di assistenza all'operatore Vertical Lift System che migliora la stabilità della macchina. Ma Wacker Neuson vanta decenni di esperienza anche nel campo della compattazione del terreno, e offre il collaudato rullo vibrante per scavi RTx, che fa parte di una vasta gamma di costipatori. Tutti i dispositivi di compattamento zero emission di Wacker Neuson, ovvero costipatori a batteria, piastre a batteria e vibratori interni, funzionano con la stessa batteria modulare agli ioni di litio. Questa può essere rimossa in un batter d'occhio per la ricarica, sostituita con una seconda batteria o scambiata tra i dispositivi facilitando il lavoro dell’operatore. ❑
ricavi del Gruppo sono più che raddoppiati rispetto all'anno precedente. Gli affari in Australia e Nuova Zelanda si sono sviluppati in modo estremamente positivo.
Il Gruppo ha riportato importanti guadagni qui grazie all'espansione della sua rete di concessionari e ad un portafoglio prodotti su misura per le esigenze locali.
La sede Wacker Neuson a Monaco di Baviera
Design di classe Per il settore dei veicoli commerciali, l'escavatore EZ50 da 5 t di Wacker Neuson ha ricevuto il Red Dot per il design del prodotto, che gioca un ruolo importante soprattutto in ambito sicurezza. La parte posteriore della sovrastruttura, infatti, non sporge dai cingoli, e ciò consente di lavorare senza il rischio di danneggiare la macchina o le pareti di edifici, ad esempio durante le manovre.
Innovazioni MANITOU
LA “VISION” DI MANITOU
Manitou Group ha svelato le proprie novità mediante un evento digitale trasmesso in tutto il Mondo a fine aprile. Protagonista assoluta la nuova gamma di telescopici rotativi MRT Vision e MRT Vision+. Ma al loro fianco si sono schierati anche nuovi modelli di telescopici fissi compatti e le nuove pale articolate MLA DI EMANUELA PIROLA • FOTO DI MANITOU
Un momento dell’evento digitale Build the future
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ome sappiamo, a inizio 2021 la pandemia non aveva ancora allentato la sua presa sul mondo. Ma non per questo ha rallentato i programmi di molte aziende, che hanno affrontato le difficoltà reinventandosi mezzi e modalità per comunicare, vendere e assistere i propri prodotti sul mercato. Anche Mani-
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tou ha deciso di percorrere la strada già in parte indicata da altre grosse multinazionali del settore construction, affidando uno dei più grandi lanci della sua storia a un evento digitale. Così a fine aprile, oltre 3.000 persone collegate da 90 paesi in 4 continenti, tra cui molti rivenditori, noleggiatori, key account e giornalisti, hanno seguito l’anteprima mondiale “Build the future”, seguita
da due giorni di talk show e interviste con tutti i manager Manitou. Come accennato, sono stati diversi i protagonisti dell’evento (e ci riferiamo alle nuove macchine, ovviamente): debutto in grande stile per la nuova gamma di sollevatori telescopici rotativi MRT Vision e Vision+. Al loro fianco i nuovi modelli MT di telescopici fissi e, last but not least, le nuove pale
MANITOU MRT SERIE VISION VISION MRT 1645 MRT 1845 MRT 2145 MRT 2545
Capacità di sollevamento (t)
Altezza di sollevamento (m)
Motore (CV)
Peso (t)
4,5 4,5 4,5 4,5
16 18 21 25
75 116 116 116
13,3 14,1 14,9 15,9
articolate MLA. Di cose da raccontare ce ne sono davvero tante. Da dove cominciare? Beh, dalla gamma MRT, ovviamente. COMPLETAMENTE RIDISEGNATI Per fare chiarezza nella propria gamma di sollevatori telescopici rotativi, il gruppo ha deciso di rinominare le sue due gamme con i nuovi nomiVision eVision+. Carlo Alberto Razzoli, MRT Product Manager, spiega il perché di questo cambiamento: “abbiamo voluto armonizzare tutta la nostra gamma, rendendola più semplice. Modernizzando
il design e l’ergonomia dei nostri prodotti, siamo ora in grado di offrire un’unica cabina su tutti i modelli, fornendo così i medesimi plus a tutti gli utenti, ossia un’eccellente visibilità e la possibilità di un’interfaccia comune che faciliterà sicuramente il lavoro degli operatori che utilizzano modelli diversi di telescopici Manitou”. Ma andiamo nello specifico. Prima di affrontare le evoluzioni tecnologiche, segnaliamo subito che la gamma Vision si è arricchita di due nuovi modelli. Si tratta dell’MRT 1645 e dell’MRT 1845. Con 500 kg di capacità di
carico aggiuntiva rispetto ai loro predecessori, questi due prodotti offrono un’altezza di sollevamento rispettivamente di 16 e 18 m per un carico massimo sollevabile di 4,5 t. Sono entrambi mossi da un nuovo motore Stage V, con una potenza rispettivamente di 75 CV e 116 CV. La gamma Vision, quindi, da oggi è composta da 14 modelli con altezze che vanno da 16 a 25 m, per una capacità di sollevamento fino a 4,5 tonnellate. Ovviamente spetta alla gamma Vision+ alzare ulteriormente l’asticella delle prestazioni: i 12 modelli che la compongono, infatti, coprono un range di altezze di sollevamento che va dai 22 ai 35 m, per una capacità di sollevamento nettamente aumentata rispetto ai precedenti modelli, che si attesta a 7 t. Questo notevole upgrade è anche merito del fatto che dei 12 modelli, 6 sono completamente nuovi: MRT 2260, MRT 2660, MRT 3570 (disponibile anche in versione
ANCHE LE PALE SI RINNOVANO Disponibili con motori Stage V, le nuove pale articolate Manitou presentano un design rinnovato, accompagnato da numerose innovazioni tra cui una larghezza ridotta per spostarsi più facilmente su terreni accidentati, una trasmissione idrostatica ottimizzata per un maggiore comfort e un TCO ancora più basso. I quattro modelli compatti, MLA 2, MLA 3, MLA 4 e MLA 5, saranno equipaggiati con un braccio corto per garantire maggiore capacità, o con un braccio lungo per applicazioni che richiedono una maggiore altezza di sollevamento.
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Innovazioni MANITOU
PER AMPLIARE ULTERIORMENTE LA PROPRIA OFFERTA, MANITOU LANCERÀ I NUOVI SOLLEVATORI TELESCOPICI FUORISTRADA ULTRACOMPATTI ALTI 1,90 M E LARGHI 1,49 M ALLA FINE DEL 2021. PRESENTATI IN ANTEPRIMA A BUILD THE FUTURE, I NUOVI ULM (ULTRA-LIGHT MANITOU) VANTANO UN PESO DI SOLI 2.700 KG E SI RIVOLGONO NON SOLO AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI, MA ANCHE A QUELLO DELLA MANUTENZIONE DEL VERDE E ALL’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI. I NUOVI ULM SARANNO DISPONIBILI DA INIZIO 2022. a sospensione elettronica), MRT 2570 e MRT 3060. Carlo Alberto Razzoli spiega le ragioni del rinnovamento della gamma: “La domanda di macchine che offrano prestazioni sempre più elevate nei cantieri è in costante crescita. Questa nuova gamma ad alte capacità soddisfa perfettamente queste aspettative”. Va da sé che i nuovi MRT Vision+ siano macchine votate al construction: installazione di strutture in acciaio, ristrutturazione di edifici e persino demolizioni saranno il loro “pane quotidiano”. Queste due gamme sono connesse di serie per ottimizzare la manutenzione, aumentare le ore di funzionamento e ridurre il TCO. SALIAMO A BORDO Anzi, prima ancora di entrare in cabina, incontriamo già la prima innovazione, semplice ma geniale in quanto non solo agevola la
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salita a bordo, ma aumenta notevolmente il livello di sicurezza in cantiere. Stiamo parlando dei nuovi accessi integrati nel telaio, a sinistra, a destra, nella parte anteriore e posteriore della macchina (quattro in totale), che consentono all’operatore di salire e scendere dalla macchina indipendentemente dal modo in cui è ruotata la cabina. Presente su tutti i modelli Vision e Vision+, la cabina pressurizzata garantisce un ambiente di lavoro salubre per l’operatore e un ulteriore isolamento acustico, per un maggiore
comfort. Ad aumentare quest’ultimo poi ci pensa un’ergonomia in costante evoluzione. Il nuovissimo touchscreen verticale da 8” della gamma Vision (disponibile nella versione XXL da 12,1” sulla gamma Vision+), è una vera interfaccia uomo-macchina dal sapore decisamente automotive. Il nome Vision è stato scelto anche per trasmettere l’idea della visibilità di cui l’operatore gode dalla cabina. Per aumentare tale caratteristica, inoltre, è disponibile come opzione un tetto realizzato con un
MANITOU MRT SERIE VISION+ VISION MRT 2260 MRT 2660 MRT 3060 MRT 2570 MRT 3570
Capacità di sollevamento (t)
Altezza di sollevamento (m)
Sbraccio max (m)
Motore (CV)
Peso (t)
6 6 6 6 6
22 26 30 25 35
18,2 21,7 25,9 20,5 28
156 156 173 173 211
18 18 21,8 21,3 23,8
pannello trasparente multistrato brevettato da Manitou, che non necessita di griglia di protezione, certificato ROPS/FOPS livello 2, per monitorare da vicino le operazioni di carico in quota. Operazioni agevolate anche dal nuovo sedile elettrico che si inclina fino a 18° per monitorare facilmente la sommità del braccio. E se non si può stare sempre a bordo? No problem, ora è disponibile un nuovo telecomando di guida (opzionale) per gestire la macchina dalla cesta portapersone o da terra. Di conseguenza, è possibile effettuare tutti i movimenti in sicurezza senza dover necessariamente tornare in cabina, risparmiando così tempo prezioso in cantiere. Esternamente, la visibilità è rafforzata da un pacchetto di cinque fari a LED per un’illuminazione completa intorno alla macchina, oltre a due fari di lavoro sulla testa del braccio per illuminare le operazioni di carico in quota. Infine, una telecamera posteriore che invia le immagini alla cabina consente all’operatore di manovrare sempre in totale sicurezza. SOTTO I COFANI Passiamo ai plus tecnici che si nascondono sotto i cofani. Su tutti i nuovi modelli è montata una nuova pompa idraulica con una portata di 116 l/min, cosa che conferisce maggior velocità agli MRT (+50% di velocità per i movimenti simultanei del braccio).
ARRIVANO I FISSI
C O M PAT T I ! Con tre nuovi modelli innovativi, MT 730 H, MT 930 H e MT 930 HA (con cestello portapersone), Manitou risponde alla crescente domanda di macchine compatte
I nuovi MT sfoggiano dimensioni davvero microscopiche: 2 metri di larghezza per 2 metri di altezza. Per garantire movimenti precisi e flessibili, questi prodotti innovativi hanno una trasmissione idrostatica e un motore da 75 CV. In cabina, lo schermo Harmony, con un software disponibile in 22 lingue, fornisce all’operatore notifiche di manutenzione e utilizzo in tempo reale. Questo cruscotto universale di facile utilizzo rende rapido l’uso e garantisce la sicurezza sia dell’operatore, che della macchina. Il nuovo braccio con cilindro integrato offre maggiore visibilità. Con le loro piccole dimensioni, questi tre modelli sono facili da trasportare e possono quindi essere rapidamente spostati da un cantiere all’altro. Un sistema di fissaggio a forche sul carrello è stato studiato per ottimizzare ulteriormente la lunghezza della macchina completa di attrezzatura, riducendo così i costi di trasporto. Con una capacità di 3 t, i modelli MT 730 H, MT 930 H e MT 930 HA sono perfettamente adatti a lavori di edilizia residenziale/ristrutturazione, sia per abitazioni private che per edifici fino a due piani. Particolarmente significativi sono i risparmi di carburante e le riduzioni di rumorosità, con un minimo del 45% sull’intero tempo di utilizzo di questi modelli. Grazie a queste innovazioni, l’MT 930 H, per esempio, ha un costo orario di soli 18,49 euro (calcolo basato su 500 ore di lavoro in 5 anni).
L’interno cabina dei nuovi MRT Vision e Vision+
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Innovazioni MANITOU Il design della nuova cabina dei nuovi MRT Vision e Vision+
Laurent Bonnaure, Executive Vice President Global Sales & Marketing
peso complessivo dei nuovi telescopici (-5%) pur beneficiando di un aumento della capacità di sollevamento fino al 15%. PRESTO ANCHE ELETTRICI In linea con il proprio percorso di transizione energetica, Manitou offrirà una versione completamente elettrica della gamma Vision+ entro la fine dell’anno, nonché una versione ibrida che combina un motore più piccolo con una batteria agli ioni di litio. Saranno disponibili molti modelli, che consentiranno un utilizzo elettrico al 100% laddove i cantieri e i vincoli normativi lo richiedano. ❑ Questo miglioramento sale ulteriormente nei modelli 2260 e 2660 della gamma Vision+, che sono equipaggiati con una pompa da 185 l/min. Ovviamente tutti i nuovi telescopici sono mossi da unità Stage V che aiutano a ridurre i consumi. Le potenze disponibili sono comprese tra i 75 CV e i 211 CV. Sia le macchine Vision che Vision+ montano una trasmissione idrostatica che offre una maggiore flessibilità di guida e consente all’operatore una velocità massima di 40 km/h, qualunque sia il modello. Le capacità di sollevamento e le tabelle di carico sono state notevolmente migliorate, in particolare la capacità alla massima altezza (fino al 100%) e lo sbraccio massimo (fino al 25%). Migliorato (nel senso di ridotto) anche il
Particolare di uno dei nuovi accessi integrati nel telaio sui quattro lati dei nuovi MRT
ATTACHMENT SPECIFICI PER I NUOVI MRT Nuovi accessori, progettati dal Manitou Attachment Competence Center (ACC) con sede in Italia, accompagnano il lancio dei nuovi Vision e Vision+. Due carrelli a forche flottanti CAF 1030 (da 6 e 7 t) e CAF 1080 (da 7 t ) andranno a beneficio degli utenti che muovono pallet o bigbag. Sono più leggeri, robusti e dotati di un sistema di bloccaggio della forcella. Le prestazioni di argani, jib e gru sono esaltate dalla presenza di un verricello con un nuovo motore idraulico: con una capacità che va da 600 kg a 2 t, soddisfano perfettamente i requisiti della nuova gamma MRT. Disponibile anche una nuova piattaforma in alluminio 100% per tutta la gamma Vision+. Con un peso di soli 180 kg per una capacità di carico di 365 kg, la nuova cesta portapersone è più leggera della precedente, consentendo uno sbraccio maggiore.
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AZIENDE Un classico esempio di applicazione Autec: su un sollevatore telescopico in un cantiere della Pedemontana
AUTEC
L'R&D SECONDO AUTEC Non mancate di visitare lo stand Autec al prossimo GIS di Piacenza, perché sarà ricco di innovazioni tecniche. Eccone un'anticipazione azienda di Caldogno (Vicenza), produttrice di riferimento di Cableless Control Systems, al prossimo GIS di Piacenza esporrà parecchie interessanti novità tecniche. Il comune denominatore di questi nuovi prodotti risiede nella qualità realizzativa, che per Autec significa ricerca e sviluppo di sistemi di comunicazione e materiali più performanti, design moderno ed ergonomico, oltre che affidabilità e sicurezza grazie ai numerosi test svolti durante tutta la filiera produttiva. Il tutto condito da un aspetto imprescindibile nei cantieri moderni: un'assistenza post-vendita professionale, rapida ed efficiente.
L'
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COMPACT, LINK E CURVE Compact, Link e Curve rappresentano gli ultimi modelli rilasciati da Autec, pensati per arricchire la propria offerta di soluzioni per il comando remoto per la serie Air e Dynamic. Si tratta di unità portatili progettate appositamente con specifiche dimensioni e design, allo scopo di aderire il meglio possibile alle molteplici richieste applicative del mercato internazionale. Dettaglio importante è la loro predisposizione a essere utilizzate con il nuovo display a colori (programmabile in Codesys o JMobile) TFT LCD da 4.3", 65k colori e risoluzione di 480x272 px, per un'ottimale visualizzazione dei
parametri di funzionamento e degli stati della macchina. Inoltre i modelli Link e Curve sono le novità inserite anche nella famiglia delle unità con comando a cavo. Questa serie, dedicata alle situazioni applicative dove risulta critico o vietato l’utilizzo delle radiofrequenze, presenta ora ancora più soluzioni, coerentemente con la volontà di offrire una risposta a ogni specifica richiesta del cliente. Da non dimenticare come, grazie alla confi-
Il punto di forza principale di AVS è la totale configurabilità della sua interfaccia grafica a colori
AUTEC AL GIS
gurabilità classica dei prodotti Autec, sia facile predisporre una consolle su misura per molte applicazioni, quali, ad esempio, piattaforme aeree o gru mobili.
Autec, e non poteva essere altrimenti, parteciperà in grande stile al prossimo GIS di Piacenza, il più importante evento europeo del 2021 dedicato agli utilizzatori di macchine e attrezzature per il sollevamento e la movimentazione, in programma da giovedì 7 a sabato 9 ottobre. I professionisti del settore sono quindi invitati a toccare con mano tutte le soluzioni Autec visitando lo stand C 38, padiglione 1 del GIS, dove ovviamente saranno esposti anche tutti i prodotti protagonisti di queste pagine. Per maggiori informazioni digitali, invece, vi consigliamo di visitare il sito: www.autecsafety.com.
AVS (AUTEC VISION SYSTEM) AVS, acronimo di Autec Vision System, è invece la novità progettata per migliorare e incrementare l'efficienza di lavoro attraverso l'uso di telecamere con i radiocomandi della serie Dynamic+P con display da 4.3". La visione nitida dell'immagine a colori dell'ambiente di lavoro, la risposta dinamica del sistema con soli 100 ms di latenza e lo switch immediato tra telecamere permette infatti di ottimizzare le performance in molteplici applicazioni, soprattutto dove si richiede all’operatore di controllare anche i cosiddetti punti ciechi. Ma il punto di forza principale di AVS è Compact, Link e Curve rappresentano gli ultimi modelli Autec pensati per arricchire la propria offerta di soluzioni per il comando remoto per le serie Air e Dynamic
la totale configurabilità della sua interfaccia grafica a colori. Grazie alla funzione di overlapping, le immagini delle telecamere, i dati, le eventuali segnalazioni o gli allarmi possono essere configurati per apparire contemporaneamente nel display. ❑
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REPORTTECNICO
CMC
LE DUE NUOVE DI CMC on i due nuovi modelli della propria gamma di piattaforme aeree CMC prosegue nel proprio percorso di espansione e internazionalizzazione mediante un’offerta di modelli in grado di rispondere alle esigenze degli utilizzatori con qualità e innovazione. Il primo dei due modelli CMC di cui vi vogliamo parlare è la S23, piattaforma geometrica a doppio pantografo, braccio articolato e jib dalle dimensioni compatte, peso ridotto e alte performance. Grazie a un’altezza operativa di 23 m, a uno sbraccio di 12,4 m senza limitazioni anche in
C
L’assistente tuttofare
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condizioni di carico massimo, alle dimensioni “a misura di porta” e alle tre diverse aree di stabilizzazione, è ideale per ogni tipo di applicazione, indoor e outdoor. Solida e resistente, realizzata con acciai di alta qualità e resa robusta da un adeguato design, la S23 ha un peso inferiore ai 3.000 kg, e ciò ne facilita l’utilizzo su diversi piani di lavoro ma anche il trasporto, infatti, una volta caricata su carrello è trainabile come semplice rimorchio senza necessità di patenti per mezzi inferiori alle 3,5 t. Questa piattaforma, manovrabile tramite un semplice e intuitivo radiocomando,
Montato di serie sui modelli CMC S19 HD, S22HD, S23, S25, S28, S32 e S41, il Self Control System by CMC è un vero e proprio “pilota automatico” ideato e perfezionato
dal reparto Ricerca e Sviluppo di CMC dopo aver recepito e analizzato attentamente le problematiche degli utilizzatori di piattaforme aeree, a cui è possibile affidarsi
Con altezza operativa di 23 m, sbraccio di 12,4 m, tre diverse aree di stabilizzazione, la CMC S23 è ideale per applicazioni indoor e outdoor
viene proposta al cliente in quattro versioni: standard con motore Honda GX390 benzina, motore diesel Kubota Z602, elettrica con batterie agli ioni di litio, ibrida con motore Honda/Kubota+batterie al litio ed elettrica con motore a 220V e 110V. La sicurezza viene garantita dal sistema di controllo Self Control System - SCS, che in automatico provvede alla stabilizzazione, al controllo della velocità, alla chiusura della parte aerea della piattaforma, alla prevenzione delle collisioni, salvaguardando il mezzo e gli operatori in caso di manovre sbagliate.
in piena sicurezza per il corretto impiego di queste macchine. Schiacciando un singolo comando, il sistema esegue in autonomia una serie di fondamentali
operazioni: stabilizza e chiude la base su qualsiasi tipo di terreno, controlla i movimenti del braccio telescopico mantenendo le dovute distanze dalla parete
La CMC S18F è agile, versatile, semplice da utilizzare, ideale per noleggiatori e professionisti che vogliono un efficiente strumento di lavoro
CMC S18F: dati tecnici Altezza max di lavoro Sbraccio max con 80 kg Altezza al piano di calpestio Portata max sulla cesta Misure cesta Rotazione cesta Rotazione torretta Massa totale
17,78 m 11,15 m 15,78 m 230 kg 1,4 x 0,7 x 1,1 m +/-90° (optional) +/-178° (356° non continue) 2.495 Kg
Alla S23 si affianca la nuova CMC S18F Full Hydraulic, che completa la famiglia delle piattaforme a impianto totalmente idraulico, e grazie alle dimensioni contenute e alle altre prestazioni, si adatta a diverse applicazioni di lavoro tra cui potature, tinteggiature, ristrutturazioni, pulizie, posa pannelli fotovoltaici, applicazione insegne pubblicitarie, installazione e manutenzione di impianti elettrici, manutenzione ponti, manutenzione parchi divertimento, manutenzioni hotel, manutenzione tetti e grondaie, e manutenzione nei centri commerciali. Dopo il lancio al Bauma 2019, la S18F è diventata subito un modello di punta tra le PLE compatte grazie
I diagramma di lavoro della nuova CMC S23
CMC S23: dati tecnici Altezza max di lavoro Sbraccio max con 200 kg Altezza al piano di calpestio Portata max sulla cesta Misure cesta Rotazione cesta Rotazione torretta Massa totale
durante le operazioni di sollevamento e discesa azionate dal joystick, e al termine del lavoro chiude automaticamente la parte aerea rendendo rapide e sicure le
operazioni. Inoltre il Self Control System by CMC indica sul display i codici di errore di eventuali malfunzionamenti dando la possibilità all’operatore di attivare
23 m 12,4 m 21 m 200 kg 1,4 x 0,7 x 1,1 m +/-90° (optional) +/-355° (tot. 710° continui) 2.865 Kg
su smartphone un sistema di controllo da remoto per la ricerca dei guasti, la calibrazione dei sensori e il caricamento di eventuali aggiornamenti del software.
Controllando i movimenti del braccio telescopico, il Self Control System by CMC è in grado di mantenere la giusta distanza dalla parete
ad alcune sue caratteristiche: in primo luogo per il suo notevole sbraccio laterale di 11,15 m, il più lungo del mercato tra le macchine entro i 18 m di lavoro, pur rimanendo al di sotto dei 2.400 kg di peso; poi, per la scelta di CMC di impiegare solo acciai ad alta resistenza che garantiscono spessori più sottili senza nulla togliere alla compattezza della piattaforma e alla rigidità dei componenti, aumentando sensibilmente il livello delle prestazioni nelle varie applicazioni. Destinata principalmente al mercato del noleggio, la S18F consente di manovrare il braccio telescopico con jib chiuso a riposo, facilitando l’utilizzo dei clienti e annullando il rischio di collisione e danneggiamento dell’attrezzatura, mentre il motore, posizionato sotto il serbatoio, rende più agevoli le manutenzioni ordinarie e, ben protetto da acqua e detriti, ha una vita più lunga. Agile, versatile, semplice da utilizzare, CMC S18F è la scelta giusta dei professionisti che cercano un efficiente strumento di lavoro, o dei noleggiatori che intendano massimizzare in tempi rapidi i ritorni del loro investimento. ❑
REPORTTECNICO
MB CRUSHER
BOLD TYPE M
B Crusher amplia la gamma delle proprie benne selezionatrici, e lo fa aggiungendo un vero e proprio “pezzo da 90”, direbbero gli appassionati di artiglieria: la MB-HDS523 scende in campo e lo fa con tutte le caratteristiche vincenti delle “sorelline” di gamma. La nuova MB-HDS523 è la benne selezionatrice più grande, robusta e potente dell'intera famiglia HDS, pensata per equipaggiare escavatori dalle 30 alle 45 t di peso operativo. Tutto in essa è massimizzato per fare dell'alta produttività il suo scopo ultimo. A partire dal fatto di avere al proprio interno ben due motori che azionano 5 alberi, che insieme all'innovativo sistema di vagliatura V Shaft System sono in grado di eseguire una doppia vagliatura in contemporanea, incrementando di molto la produ-
Applicazioni? Di tutto, di più
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zione di metri cubi all'ora.Va inoltre ricordata l'introduzione del pettine defilato, che consente al materiale di fluire ed entrare nei rotori senza bloccarsi. Sempre per massimizzare la produttività arriva anche il carter superiore anteriore smontabile, per poter dare maggior angolo di chiusura alla macchina e aumentare la produzione. Tanti metri cubi di produzione di solito si associano a tanta usura: anche in MB Crusher lo sanno e, per scongiurare qualunque problema in tal senso, hanno progettato la nuova MB-HDS523 fornendole tutte le caratteristiche necessarie a garantirne un'elevata robustezza: cassa, spalla e telaio sono di spessore maggiorato, mentre le parti soggette a usura sono protette da ulteriori spessori in Hardox.
La nuova MB-HDS523 è progettata per lavorare in quei settori in cui la potenza e la robustezza sono imprescindibili: stiamo parlando di
cave, e in particolare dove serve trattare grandi quantità di materiali, come carbone e fosfato. Oppure dove serve smuovere, vagliare
A livello di manutenzione, la MBHDS523 non è seconda a nessuno: il sistema di ingrassaggio è centralizzato per semplificare, ma soprattutto velocizzare, le operazioni di manutenzione. Inoltre il cambio rotori è facile da eseguire direttamente in cantiere, in totale sicurezza e in pochi minuti grazie all'apposito sistema (brevettato) che mantiene saldi i supporti girevoli, al fine di permettere l'estrazione e il riposizionamento dei rotori con semplicità. ❑
e aerare tonnellate e tonnellate di terra, come per esempio nel settore degli scavi, del movimento terra, dei grandi progetti di canalizzazioni. Ma
non mettete un limite a questa nuova benna di MB Crusher. Date le sue caratteristiche, difficile trovare un'applicazione che non faccia al caso suo.
COME SMALTISCO I MATERIALI DI RISULTA?
Avete tra le mani un cantiere che prevede opere di sbancamento o demolizione e avete metri cubi di materiale di risulta che non sapete come gestire? All'orizzonte già si profilano enormi costi di smaltimento e non sapete come uscirne? Avete mai pensato di integrare la vostra flotta di macchine operatrici con attrezzature smart che non solo possano risolvere questo tipo di problemi, ma anche generare guadagni e velocizzare le operazioni in cantiere? MB Crusher ha la soluzione che fa per voi.
LE SOLUZIONI MB
MB Crusher propone benne frantumatrici e benne vaglianti che si adattano a escavatori di qualunque tonnellaggio. Grazie ad esse in breve tempo è possibile frantumare e vagliare qualsiasi tipo di materiale di scavo, che risulta quindi perfettamente riutilizzabile nel cantiere stesso, liberandovi dai costi di movimentazione e smaltimento.
MENO COSTI, PIÙ RICAVI CON MB
Grazie all'uso delle benne frantumatrici e benne vaglianti di MB Crusher, sarete subito in grado di ricavare i seguenti vantaggi: • facilità di trasporto delle attrezzature in cantiere; • riduzione immediata della pezzatura di ogni genere di materiale di scavo e successiva vagliatura, così da renderlo subito disponibile per riempimenti e altre lavorazioni; • nessun costo e tempo di attesa dovuti ai trasporti per raggiungere i centri di trattamento e smaltimento del materiale; • recupero fino al 100% delle risorse; • nessun inquinamento generato da automezzi che vanno e tornano dalla discarica; • emissioni di CO2 abbattute; • vie d’accesso limitrofe al cantiere sempre libere per passaggio e attività dei cittadini; • abbattimento di polveri, rumori, emissioni.
CHI GIÀ LO FA (GUARDA IL VIDEO)
In Bulgaria ad esempio, in un cantiere per la demolizione di una vecchia casa, lo spazio era davvero minimo. Installando una benna frantumatrice MB-L160 alla terna Case già al lavoro in cantiere, è stato facile e veloce caricare i detriti, frantumarli in loco e ottenere così materiale di qualità da riutilizzare come sottofondo per le nuove abitazioni. Si è guadagnato tempo risparmiando anche sui costi: non c’è stato bisogno di lavorare ulteriormente il materiale, né di trasportarlo altrove o di acquistarne di nuovo nei centri di riciclaggio o in cava. Un risultato che tutte le imprese possono ottenere in cantiere a costo zero. Questo vale anche per chi lavora nei grandi o piccoli cantieri di riqualificazione urbana, oppure per chi si occupa di opere viarie, demolizioni ponti, rifacimento strade. Ma anche per chi lavora in cava, perché anche lì il materiale, se trattato in loco, può essere riutilizzato per la creazione di strade interne, riempimento buche, e altro ancora: abbattendo così della metà i costi di gestione.
DOVE TROVO LE BENNE MB CRUSHER?
Se vuoi scoprire come frantumare migliaia di metri cubi di inerti in cantiere contenendo i costi e aumentando la produttività contatta MB Crusher mediante il QR-CODE o al seguente link: https://www.mbcrusher.com/it/it/contatti
TESTIMONIANZE
(VENPA)
LA FORZA E LA MISURA In provincia di Padova abbiamo visto all’opera un nuovo Doosan DX300LC della flotta Venpa impegnato nei lavori di urbanizzazione propedeutici alla realizzazione di una casa di riposo primi giorni di maggio nel nordest hanno un sentore quasi autunnale. Un vento tagliente, unitamente all’abbigliamento di chi opera in cantiere, ci ricorda come le montagne non siano così lontane in questa primavera che tarda a farsi sentire. Quello che si sente, eccome, è invece la forza del nuovo escavatore cingolato Doosan DX300LC, recentemente entrato a far parte della flotta noleggio di Venpa. Una macchina di ultima generazione - infatti fa parte della nuova Serie 7 Stage V – che abbiamo visto all’opera per l’urbanizzazione di un’area destinata a ospitare una casa di riposo. I lavori,
I
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che nonostante il freddo proseguono spediti, sono stati affidati alla Vanuzzo Franco lavori stradali. La società di Fossò (Ve), com’è evidente dalla denominazione sociale, si occupa a tutto tondo dell’ambito stradale: scavi, asfalti, fognature, eccetera. Nel cantiere di Vigonovo, in provincia di Venezia, Vanuzzo sta urbanizzando un’area piuttosto estesa e al momento della nostra visita l’escavatore Doosan DX300LC di Venpa era impegnato nella realizzazione dei parcheggi. “L’escavatore che abbiamo noleggiato da Venpa”, ci spiega Alberto Vanuzzo, della Vanuzzo Franco lavori stradali, “è utilizzato per gli scavi e per la posa di vari tubi scatolari,
OTTIME prospettive
“Malgrado il Covid, lo scorso anno è stato decisamente buono, con il noleggio che si è consolidato tra i nostri clienti. Questa affermazione del noleggio è figlia di due motivi: da un lato un evidente incremento del lavoro, dall’altro il noleggio dà quella necessaria flessibilità richiesta dai cantieri moderni. E anche per il 2021 il mercato è in una fase piuttosto frizzante, con il piccolo (miniescavatori, skid loader) che sta prendendo sempre più piede. Inoltre noi crediamo tantissimo nella macchina vista come porta-utensili e anche il mercato sta andando sempre più in questa direzione. Per questo abbiamo implementato la nostra tradizionale gamma per l’edilizia e lo stradale con gli accessori per il verde, cioè pinze per tronchi, decespugliatori e trince forestali”. Gianni Gabrielli, funzionario noleggio Venpa Spa per l’area del Nord-Est
che servono per la realizzazione dell’invaso per la raccolta delle acque meteoritiche”. La macchina si trova al cospetto di masse piuttosto consistenti, infatti stiamo parlando di elementi prefabbricati da 77 q l’uno, fatta eccezione per alcuni che, avendo un’ulteriore parete, raggiungono gli 80-82 q di peso. “La macchina”, riprende Vanuzzo, “è perfetta per questo lavoro. La difficoltà maggiore non risiede tanto nella posa dei tubi scatolari
all’interno dello scavo, quanto nel loro scarico dal camion. Il cassone ha un’altezza considerevole, in più lo scatolare misura quasi 2 m. Di conseguenza l’escavatore si trova a operare a un’altezza davvero importante, quindi lo sforzo richiesto al braccio e all’impianto idraulico è davvero notevole. Però la macchina è così forte che ce la farebbe anche con la benna montata, anche se
NUOVA LINFA per
il movimento terra L’inserimento in flotta delle nuove macchine Doosan e Bobcat è particolarmente importante per essere competitivi sul mercato del noleggio. Ne è convinto Gianni Gabrielli, funzionario noleggio Venpa Spa per l’area del Nord-Est, che commenta: “il nostro obiettivo è quello di ringiovanire l’intera flotta nell’arco di tre anni, proponendo macchine quasi tutte Stage V, normativa alla quale risponde anche l’escavatore protagonista di questo cantiere, il Doosan DX300LC della Serie 7. L’inserimento di queste nuove macchine ha dato un ottimo impulso e, soprattutto, ci permette di accedere a tutti i cantieri in cui sono richieste particolari specifiche anti-inquinamento. Con i nuovi Doosan proponiamo mezzi all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e, abbinati agli accessori che il mercato richiede, ci permettono di misurarci ad armi pari con una concorrenza decisamente agguerrita”.
Da sinistra: Franco Vanuzzo, titolare della società e operatore del Doosan DX300LC; Gianni Gabrielli, funzionario noleggio Venpa Spa per l’area del Nord-Est; Alberto Vanuzzo, che è stato la nostra guida in cantiere.
TESTIMONIANZE
VENPA SCEGLIE Doosan e Bobcat enpa a rinno ato la propria otta noleggio dedicata al movimento terra, introducendo parecchie unità Doosan e Bobcat
Doosan è un marchio che rappresenta un ottimo equilibrio tra tre caratteristiche fondamentali: qualità, affidabilità e costo sia a livello di macchine sia di ricambi. Senza tralasciare l’importante aspetto dei consumi, che con le nuove motorizzazioni sono decisamente contenuti. Mentre Bobcat da sempre è un punto di riferimento per le macchine di piccole dimensioni. Tutte queste ragioni hanno indotto Venpa a inserire nella propria flotta noleggio molteplici unità Doosan e Bobcat di ultima generazione. Entrando nei dettagli, per quanto riguarda le minipale Bobcat, Venpa ha introdotto i modelli gommati S100, S530 e S76 e le cingolate T76. Per il comparto miniescavatori largo invece ai modelli Bobcat E10Z, E17Z, E27Z ed E35Z, e ai Doosan DX62-R3 eDX85-R3. Salendo di categoria, Venpa ha scelto i cingolati Doosan DX165W-5, DX235NLC-5, DX300LC-7 e DX225LC-5SLR. L’accordo commerciale tra Doosan-Bobcat e Venpa è stato mediato da DMO, dealer Doosan e Bobcat per Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
noi preferiamo toglierla per le attività di sollevamento, in quanto ci dà più sicurezza”. Se nello scarico dal camion la forza dell’escavatore appare evidente, nella posa all’interno dello scavo degli scatolari si esalta la precisione di una macchina che pare rispondere alla perfezione ai movimenti dei joystick manovrati da Franco Vanuzzo, fondatore dell’omonima impresa e operatore del DX300LC. Ovviamente l’escavatore Venpa in cantiere viene utilizzato anche per altre attività, non ultimi tutti i lavori di scavo in cui si destreggia senza alcun problema. “Benché il cantiere non ci avesse richiesto macchine con particolari caratteristiche”, conclude Vanuzzo, “abbiamo preferito optare per questo escavatore, che abbiamo preso a noleggio per un mese, per la difficoltà del lavoro e anche, dobbiamo dirlo, per fare una bella figura”. Due obiettivi perfettamente raggiunti. ❑
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TESTIMONIANZE
(INDECO)
SULLA PRINCES FREEWAY
Tre martelli Indeco (un HP 5000 e due HP 7000) protagonisti lungo un’autostrada australiana per l’abbattimento di un ponte in un solo week-end a Princes Freeway l’autostrada australiana di circa 160 km che collega Melbourne a Geelong in direzione ovest e a Traralgon verso est - è percorsa quotidianamente da pendolari, famiglie, mezzi di trasporto pubblico e trasporto merci. In particolare lo svincolo di Duncan Road costituisce uno snodo chiave per numerosi sobborghi: il ponte, costruito 61 anni fa, viene infatti percorso quotidianamente da circa 11.000 veicoli. Per migliorare il flusso del traffico e la sicurezza stradale, lo Stato di Victoria ha recentemente realizzato alcuni importanti lavori di aggiornamento dello svincolo di Duncan Road che
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prevedevano: la costruzione di nuove rampe di uscita; la demolizione del vecchio ponte e la costruzione del nuovo con due corsie in ciascuna direzione; l’aggiunta di due nuove rampe con ingresso e uscita per il traffico proveniente e diretto a Geelong; la costruzione di percorsi ciclopedonali e attraversamenti sicuri su Duncan Road. Per ridurre al minimo i disagi al traffico, è stato necessario procedere alla demolizione del vecchio ponte in un solo fine settimana e i lavori sono stati affidati – e realizzati in tempi record - dalla City Circle Demolition, una delle più importanti società di demolizione australiane, cliente Indeco dal 2016. In questa occasione
I FRANTUMATORI
Indeco
I frantumatori fissi (IFP) e rotanti (IRP) Indeco sono stati progettati e realizzati con gli elevati standard qualitativi tipici dei martelli demolitori del costruttore italiano. Grazie all’impiego di materiali tecnologicamente all’avanguardia, come gli acciai Hardox, i frantumatori Indeco sono in grado di sopportare forti pressioni, usure, abrasioni e impieghi prolungati. Gli IRP sono ideali nella demolizione primaria di edifici, strutture verticali, pavimentazioni, solette e muri di cinta, mentre gli IFP sono perfetti per la demolizione secondaria di materiali e strutture in cemento armato e per il riciclaggio effettuato attraverso la separazione del calcestruzzo dal tondino di armatura. Da segnalare la particolare geometria studiata per ottenere la minor variazione di forza tra l’apertura massima e minima e il sistema idraulico con valvola di rigenerazione per la massima produttività. Molto importante anche la possibilità di regolare la luce tra i coltelli all’interno delle ganasce.
IN Germania
Un frantumatore IRP 18 X, ha contribuito a un intervento di demolizione (particolarmente silenzioso) di n edificio di otto piani Servisa, una delle principali società di demolizione nella regione di Berlino-Brandeburgo e già protagonista sulle nostre pagine, di recente ha acquistato diverse attrezzature Indeco e le ha messe subito al lavoro nei numerosi cantieri in cui sta operando. Fra queste spicca un frantumatore IRP 18 X, che ha completato un intervento di demolizione di un edificio di otto piani in Meier-Otto-Strasse a Berlino. Visto il carattere residenziale del quartiere non è stato possibile utilizzare il martello perché questo avrebbe inevitabilmente prodotto rumore e vibrazioni, che avrebbero creato problemi con i residenti degli edifici circostanti. La parte del leone è quindi stata recitata dal frantumatore IRP 18 X che, grazie alla potenza in rapporto alle dimensioni (820 mm apertura massima, forza massima alla punta di 65 t, forza massima alle cesoie 210 t che permettono di tagliare armature fino a 40 mm), si è dimostrato all’altezza del compito assegnato.
l’impresa australiana ha utilizzato tre martelloni Indeco: un HP 5000 e due HP 7000, che hanno svolto un ruolo importante nella demolizione del ponte di Duncan Road e delle barriere di sicurezza dei pilastri, costruite in calcestruzzo MPA con rinforzi extra in acciaio, per resistere all’impatto di un autocarro di circa 70 t che viaggia a 100 km/h. L’HP 5000 è un martello da 3.150 kg con 160 mm di diametro dell’utensile. Applicabile a macchine portanti da 27 a 50 t, sviluppa 8.000 joule per colpo, per 300-670 colpi al minuto. Si sale ovviamente di categoria con l’HP 7000, che si può applicare a escavatori da 32 a 63 t. In questo caso siamo di fronte a un martello da 4.000 kg che utilizza un utensile da 180 mm. Le prestazioni parlano di 10.500 joule per colpo e di 320-580 colpi al minuto. ❑
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Le telecamere del sistema Backeye360 di Brigade Elettronica consentono all'operatore in cabina di avere sempre sotto controllo la situazione adiacente la macchina, senza più angoli morti e aumentando il livello di sicurezza in cantiere
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essant'anni nel settore del calcestruzzo: non è un traguardo che molte aziende possono vantare. Vuoi perché il calcestruzzo non è un materiale storico (come lo sono legno, pietra o mattoni), vuoi perché non stiamo commettendo un reato se ammettiamo che tra quelli che afferiscono al mondo delle costruzioni, il settore del calcestruzzo è forse tra i meno esposti alle luci della ribalta. Ma questo non è certo sinonimo di poca innovazione o scarsa attitudine imprenditoriale. Esempio in tal senso è Bianchi Casseforme, tra le aziende protagoniste del settore, che vanta appunto oltre mezzo secolo di attività. E che ha recentemente deciso di perseguire uno dei megatrend che
BRIGADE
GLI OCCHI DEL CALCESTRUZZO La centralina del sistema MDR che consente, in unione con Backeye360 di Brigade Elettronica, di asseverare Speedy all’industria 4.0
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Tecnologia e sicurezza Backsense utilizza la tecnologia FMCW (onda continua modulata in frequenza), che assicura un rilevamento preciso e istantaneo. Il suo raggio d’azione può essere configurato, a seconda del mezzo, da 2 m a 10 m di larghezza e da 3 m a 30 m di distanza e sono possibili aree di rilevamento personalizzate per escludere oggetti fissi o elementi della carrozzeria. Dal design estremamente robusto, Backsense ha un display a 5 stadi di facile lettura, con relativi allarmi acustici. Un dispositivo montato da Bianchi Casseforme per rispondere alle necessità di clienti con cicli pesanti di lavoro, che consente di gettare 130 m3/giorno di calcestruzzo in efficienza e sicurezza.
Chi è Bianchi Casseforme
stanno scuotendo la società, ossia l'elettrificazione, realizzando un primo prototipo della propria distributrice di calcestruzzo Speedy ad alimentazione completamente elettrica. Questo nuovo modello elettrico, disponibile a breve, è di certo una scelta in linea con la tradizione di innovazione di Bianchi Casseforme, e le permetterà di offrire ai mercati una macchina in grado di rispettare le normative sulle emissioni sempre più stringenti, specialmente nel caso in cui, come spesso accade in Italia e in Europa, debba lavorare in ambienti completamente chiusi. Ma
l'alimentazione green non sarà l'unica innovazione a carico della nuova Speedy che verrà proposta anche con il sistema Backeye 360 di Brigade a implementazione della sicurezza in cantiere. In realtà la collaborazione tra Bianchi Casseforme e Brigade non è una novità assoluta. L'azienda di Fornovo di Taro collabora già da alcuni anni con Brigade e offre su quasi tutte le proprie macchine i suoi sistemi di sicurezza veicolare, come appunto Backeye360 o Backsense. Ma andiamo a vedere come il sistema di Brigade Elettronica è stato
Grazie alla struttura estremamente pulita di Speedy il cablaggio necessario all'installazione del sistema Backeye360 e alla sua integrazione con il sistema MDR è stato semplice e il percorso dei cavi risulta pulito e ben protetto
Nucleo originario dell'azienda, da cui nel 1989 sarebbe nata l'attuale Bianchi Casseforme, era la ditta Bianchi, fondata da Mario Bianchi, che nei primi Anni 60 intuisce che il successo sta sempre dietro l'innovazione. Da questa intuizione, e da una stretta collaborazione con diversi clienti locali, nascono le prime casseforme metalliche in Italia che vanno a sostituire le precedenti realizzate in legno. A questo primo step innovativo si aggiunge, negli Anni 80, la progettazione e commercializzazione di quella che sarebbe diventata il fiore all'occhiello della società: Speedy, una macchina da 3-4 mc per la distribuzione del calcestruzzo,v ersatile, economica e, soprattutto, rapida ed affidabile. Nel 1989 viene fondata la Bianchi Casseforme che nel decennio successivo inizia a espandersi in tutto il mondo, dalla Spagna prima per giungere in India e Brasile poi. Bianchi Casseforme è presente, attualmente, nei cinque continenti, con un export pari a quasi il 65% del fatturato totale. Un’attività che si rivolge al mercato della prefabbricazione e che comprende casseforme per elementi prefabbricati di tipo industriale, commerciale, civile, residenziale; sistemi di distribuzione del calcestruzzo; impianti completi e a carosello per la produzione automatizzata; sistemi magnetici, di precompressione e di vibrazione; accessori di sollevamento e fissaggio.
In alto e a destra particolare delle due telecamere laterali del sistema Brigade Bacjeye360
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Il sistema Backeye360 in breve CARATTERISTICHE • Vista panoramica in un’unica immagine • Quattro telecamere con obiettivi ultragrandangolari • Visione a 360° in tempo reale • Monitoraggio automatico delle immagini • Taratura presso la sede del cliente • Distanza di visualizzazione configurabile • Sagoma personalizzata del veicolo • Omologazione a norma R46 (BN360 con monitor VBV-770M) VANTAGGI • Individuazione e valutazione più semplice e rapida dei pericoli, per una maggiore sicurezza di guida • Eliminazione degli angoli ciechi • Immagini ricevute in modo istantaneo e senza interruzioni • Non più video bloccati, solo immagini in tempo reale sul monitor • Nessun ritardo dovuto a terzi o alla necessità di portare il veicolo in un’officina specializzata • Il raggio di visione può essere modificato a seconda dell’ambiente di lavoro • Veicolo riconoscibile sul monitor • Adatto per sostituire gli specchi per le zone di Categoria V e Categoria VI
integrato nella nuova Speedy e quali vantaggi comporta. In altri numeri di Macchine Cantieri abbiamo già avuto modo di parlare di Backeye360, il sistema di visione a 360 gradi tutto intorno al mezzo che, tramite un apposito software, riunisce e rielabora le riprese di 4 telecamere ultragrandan-
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Bianchi Casseforme ha optato per la versione impermeabile da 7” del monitor in cabina di Backeye360
golari in una sola immagine, riproducendola immediatamente sul monitor in cabina. Inoltre, Backeye360 permette di attivare specifiche viste grazie a diversi trigger, e il monitor può essere frazionato, per mostrare, in contemporanea, l’intero mezzo e una specifica zona. Un sistema che azzera gli angoli ciechi, a salvaguardia degli operatori. Bianchi Casseforme lo ha installato con facilità su Speedy, poiché il montaggio delle telecamere si concentra sulla parte superiore del mezzo, ruotando unitamente alla parte mobile della macchina. Per il monitor in cabina, ha optato per la versione impermeabile da 7”, più resistente. Ma la vera innovazione, non solo in termini di sicurezza, è il collegamento di Backeye360 a MDR, il sistema di videoregistra-
zione mobile, scelto nella versione Wi-Fi e 4G, che rispetta alcuni criteri necessari per poter asseverare le macchine all’industria 4.0. Oltre a registrare e archiviare le riprese delle telecamere, infatti, l’MDR consente l’interconnessione della macchina al server aziendale nonché il suo monitoraggio in tempo reale. Ovvero: geolocalizzazione, scambio di informazioni sugli allarmi della macchina, visualizzazione in diretta delle fasi di lavoro, con possibilità di intervenire in caso di anomalie. Funzionalità che hanno suscitato l’interesse dei clienti di Bianchi Casseforme, che, a sua volta, confermando la sua propensione all’innovazione, ha approfondito e studiato la direttiva Industria 4.0 e li ha guidati nella scelta dei dispositivi Brigade Elettronica più adatti. ❑
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UNA LUCE TRA IL BIANCO DEL MARMO a salita alle cave di marmo è sempre spettacolare. Dall'autostrada le Alpi Apuane rilucono come un ghiacciaio nel sole. Poi si entra in città, si percorrono le sue strette vie e si inizia a salire seguendo cartelli stradali che trasudano marmo, storia e fatica. All'improvviso, siamo nel bacino di Colonnata, il fuoristrada sterza bruscamente verso destra all'indicazione “cava piana n. 175”. Nella parte alta della cava ci aspetta un gigante, forte e gentile. È il primo escavatore Volvo EC950F al lavoro tra i marmi che hanno ispirato Michelangelo e che, ancora oggi, rappresentano la vita di quest'area. “Nel bacino di Carrara ci sono tantissime pale Volvo e tanti dumper, con gli escavatori stiamo partendo ades-
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Un contesto stimolante
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so e per questo abbiamo voluto definire l'arrivo in cava del nuovo EC950F come l'alba di un nuovo giorno”. Le parole di Luca Evangelista, Sales Director di Volvo CE Italia, sintetizzano l'importanza rivestita dal bacino marmifero di Carrara. Inoltre si tratta di parole ben auguranti dato che l'EC950F sarà presto seguito dall'arrivo, in un'altra cava, di un secondo gigante: un escavatore Volvo EC750F. Con l'aiuto di Marco Misani, Product Manager di Volvo CE Italia, andiamo ora alla scoperta di questo colosso che sfiora le 95 t. Combinazione unica di potenza, stabilità e capacità elevata, l'EC950F è ovviamente ideale per le applicazioni più gravose. “L'unità di scavo”,
Il Volvo EC950F opera nel cuore del bacino marmifero, area che offre opportunità per pale gommate, dumper e, ovviamente, escavatori. Da qui la decisione di aprire una nuova filiale Volvo CE Italia proprio a Carrara.
All'interno dell'industria estrattiva del marmo il bacino Apuo-Versiliese ricopre un'importanza rilevante. L'area, che comprende le zone di Carrara, Massa, Versilia e Alta Garfagnana, è
“L'arrivo in cava del nuovo EC950F è come l'alba di un nuovo giorno”. Luca Evangelista, Sales Director di Volvo CE Italia
ci spiega Misani, “prevede perni flottanti rivestiti di grasso che ruotano avanti e indietro quando si usa la benna a tutto vantaggio di un'usura più uniforme, che si traduce in una maggiore durata del perno. In questo caso la macchina è equipaggiata con una benna Apuana che presenta una particolare conformazione che consente il cosiddetto sgaggio dei blocchi, cioè permette di inserire nel taglio la prima parte del dente al fine di abbattere la bancata”. In alternativa può essere equipaggiata con benne da 3,9 a 7 m3. Anche il linkage frontale è stato ridisegnato per sostenere una grande forza di strappo. La macchina in cava presenta l'avambraccio ME, che corrisponde a un diametro maggiorato del cilindro
composta da 176 cave, che danno lavoro a 90 imprese e a migliaia di addetti tra diretti e indotto. Nel 2019 la produzione si è attestata sulle 880.000 t di blocchi e 2.300.000 t di derivati, cioè scaglie,
scogliere e carbonato di calcio. Nel comprensorio operano oltre 500 macchine tra escavatori, pale gommate e dumper. “Per noi è importante esserci”, commenta Luca Evangelista, Sales
VOLVO EC950F: dati tecnici Motore Peso operativo Potenza lorda Capacità benna Portata di sollevamento Sbraccio massimo Profondità massima di scavo, ISO 6015 Forza di strappo, ISO 6015 (normale) Forza di lacerazione, ISO 6015 (normale) Larghezza complessiva Raggio di rotazione posteriore
benna, anche in questo caso per ottenere la più elevata forza di strappo. Da segnalare come tutti i cilindri siano riparabili in campo, con un chiaro vantaggio in termini manutentivi. Nella configurazione di Carrara il braccio è da 8,4 m, mentre l'avambraccio ME è da 2,95. Tutti i perni del braccio sono imbullonati. L'escavatore prevede tre pompe per il circuito idraulico ed è equipaggiato con un motore Volvo D16 da 450 kW Stage V in grado di erogare una coppia elevata già a basso regime. L'esclusiva modalità ECO, sviluppata da Volvo, consente all'EC950F di offrire un'elevata efficienza nei consumi. La modalità ECO provvede infatti a ottimizzare l'impianto idraulico per ridurre le perdite di portata e pressione, mentre la modalità di lavoro integrata consente la scelta migliore in relazione al compito da svolgere: I (Idle, minimo), F (Fine, alta precisione), G (General, uso generale), H (Heavy, lavori pesanti) e P (Power max, massima potenza). Il motore è salvaguardato con ampie superfici radianti e da un doppio filtro con tripla filtratura dell'aria. Il serbatoio è di 1.265 l. L'impianto
Director Volvo CE Italia, “e a Carrara abbiamo scelto di essere presenti in collaborazione con Volvo Truck. Il marmo, e il bacino di Carrara in particolare, è un settore prestigioso che
Volvo D16 Stage V 91.275-94.810 kg 450 kW a 1.650 giri/min 3,9-7 m3 34.900 kg (con benna allineata al sottocarro) 14.020 mm 7.120 mm 420 kN 478 kN 4.467 mm 4.700 mm
Fabio Fialdini, operatore del nuovo Volvo EC950F
va affrontato con la più elevata professionalità. Quelli che vengono chiamati maestri non solo sanno cavare il marmo, ma sono davvero bravi nell'utilizzo delle macchine. Come si dice da
queste parti, sanno usare le macchine con malizia, cioè le sanno far rendere al meglio in un contesto tra i più difficili del mondo, con pesi enormi, spazi stretti e pendenze decisamente importanti”.
Fondamentale è poi il servizio di assistenza tecnica e per questo Volvo CE Italia prevede di avere a Carrara almeno tre tecnici specializzati, del resto coadiuvati da un'officina autorizzata che
opera proprio nell'area delle cave. A margine ricordiamo come tutte le macchine Volvo siano sempre costantemente monitorate nei consumi, nella produttività e nella diagnostica.
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Il cliente L’escavatore EC950F lavora nella cava della IN.GRA. srl in Loc. La Piana (Carrara) che fa parte del Gruppo SE.MA.P., da sempre impegnato nell’escavazione di marmo naturale e nel suo commercio in blocchi e lastre per il comparto dell’arredamento a livello internazionale. Le tre cave di proprietà si trovano nel bacino Orto di Donna a Minucciano in Garfagnana, nel comune di Casola in Lunigiana e in zona La Piana a Carrara. regionale e nazionale.
idraulico ottimizzato aumenta la potenza della pompa per un funzionamento più veloce e lineare, mentre l'impianto elettroidraulico regola la portata in funzione della domanda e riduce quindi le perdite interne nel circuito idraulico. E se ciò non bastasse, l'EC950F è dotato di una valvola di priorità per la rotazione del braccio. “Il sottocarro”, riprende Misani, “è completamente rinforzato con spessori aumentati, mentre i rulli superiori e inferiori sono stati maggiorati per trattenere al meglio la catenaria. Anche le casse del motore di traslazione sono state aumentate di spessore, così come l'intera catenaria. Il carro è allargabile meccanicamente
Marco Misani, Product Manager di Volvo CE Italia, ci ha guidati alla scoperta del nuovo escavatore Volvo EC950F
ed è in versione L, cioè lunga. Inoltre abbiamo un doppio motore di rotazione, caratteristica che accomuna il 950 e il 750, ma questa macchina, rispetto alla sua sorella più piccola, ha il 50% di forza di rotazione in più. Il contrappeso è smontabile idraulicamente”. In cabina tutte le interfacce macchina quali joystick, tastiera e monitor LCD sono disposte in posizione ergonomica. La cabina spaziosa e insonorizzata aumenta ulteriormente il livello di comfort. Per una maggiore visibilità, l'escavatore EC950F può essere equipaggiato con telecamere posteriori e laterali, o con il sistema Volvo Smart View in grado di offrire una panoramica a 360°. Le caratteristiche tecniche, anche
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quelle migliori, devono comunque passare al vaglio di chi si siede in cabina, concludiamo quindi la nostra disamina tecnica lasciando la parola a Fabio Fialdini, l'operatore al comando dell'EC950F da quando è entrato in cava. “Tante bancate”, esordisce Fialdini,“le tiro giù al minimo e le sposto al primo scatto (modalità F). Uso la quantità di potenza che serve, nulla di più. Ovviamente più il pezzo è grosso più gliene dai. Quando invece le bancate sono in terra e vanno gestite per il taglio allora la cosa è differente, lì serve la potenza della macchina, che a dire il vero sta facendo il suo dovere. Risponde bene ed è precisa anche nei movimenti più delicati”. Poche parole che riassumono una scelta vincente. ❑
news GRU
LE SAL di Bobcat
IN FIBRA!
Liebherr lancia la n o a ne in fi ra per gru a torre. Niederstätter la presenta in un webinar
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iebherr ha sviluppato una fune a fibra ad alta resistenza come alternativa alla tradizionale fune in acciaio. Questa rivoluzionaria innovazione è stata presentata durante un webinar organizzato da Niederstätter. Maggiore resistenza e durata, superleggerezza e maggiori prestazioni sono i pregi della nuova fune in fibra per le gru a torre, che soddisfa i requisiti di carico e di durata imposti alle funi d’acciaio. Grazie al risparmio di peso della fune e della bombola a gancio, le gru offrono prestazioni superiori, con risultati di carico superiori fino al 20%. La fune in fibra è inoltre più longeva di quella in acciaio, grazie all’utilizzo di materiali speciali e una particolare struttura che garantisce una durata superiore. “Nel 2016 la fune è stata testata in cinque Paesi” ha spiegato Philipp Weckerle, direttore del team di gestione prodotto per gru a torre e attrezzature di Liebherr. “Alcuni mesi fa abbiamo consegnato le prime gru con fune in fibra ai nostri clienti, che le hanno molto apprezzate. Dopo 12 anni di ricerca siamo il primo produttore di gru a torre ad aver introdotto con successo la fune a fibra sul mercato”. FONTE: LIEBHERR
Elevata capacità di sollevamento in spazi ristretti, facilità d’uso grazie ai comandi intuitivi e basso impatto al suolo per lavorare su qualsiasi terreno. Le nuove pale articolate di piccole dimensioni L23 e L28 SAL (Small Articulated Loaders) Bobcat rappresentano l’espansione di Bobcat sul mercato delle pale compatte gommate. Le nuove SAL offrono una stabilità straordinaria, un carico di ribaltamento fino a 1,39 t, un’ottima visibilità panoramica su entrambi i modelli oltre a un facile trasporto.
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(Movimento terra) Compatto e maneggevole, il nuovo dumper 3.5MDX di Mecalac è la soluzione efficace per trasportare carichi elevati in spazi ristretti, in un’ampia gamma di applicazioni.Tra i principali pregi, una struttura robusta, una cabina confortevole e un mix di prestazioni, sicurezza e comfort in un formato compatto da 3,5 t.
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AZIENDE
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DEMOLITION CREW 2021 Pensare, progettare, ideare, fantasticare. Non è un catalogo: il Demolition Crew indica una vera e propria appartenenza
rediamo sia importante continuare a migliorare ciò che già funziona, lasciando sempre spazio a nuovi progetti e nuove idee”. Le parole di Antonio Vaccaro, CEO di VTN Europe Spa sintetizzano l'ampliamento di gamma e l'upgrade dei tanti prodotti che arricchiscono il Demolition Crew 2021, il nuovo catalogo VTN: un vero e proprio tuffo nella passione per il mondo della demolizione. Davvero tante le novità introdotte a partire dal mese di maggio. Tra queste spicca la serie VD, la gam-
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ma di pinze smantellatrici progettata e realizzata per il recupero di materiale “prezioso” dalle vetture e dai camion dismessi e da rottamare. Ovviamente destinata agli sfascia carrozze, è testimonianza dell'attenzione di VTN nel cogliere tutte le opportunità di mercato, grazie al puntuale impegno nella ricerca, per le più differenti necessità nel variegato settore della demolizione. Nello specifico la pinza smantellatrice VD consente di strappare e tagliare carrozzerie di auto e telai di furgoni, autobus e pullman e di estrarre ca-
blaggi, cruscotti, cavi e sedili. La sua peculiare forma a punta permette di raggiungere gli anfratti più stretti dei veicoli, facilitando la separazione e il successivo smaltimento. Si cambia decisamente registro con la benna vagliatrice rotativa SRF dedicata agli Skid Steer Loader e ai Compact Tractor Loader. In qualità di nuovo attore nel mer-
cato delle attrezzature per queste macchine,VTN propone questa benna vagliatrice rotativa per applicazioni frontali appositamente studiata per SSL e CTL, che riprende tutte le caratteristiche funzionali e prestazionali della serie SR “standard”, servendo-
si degli stessi cesti di vaglio. Caratterizzata da un robusto telaio, la nuova SRF è predisposta, di serie, per il montaggio su attacco rapido ISO 24410; mentre il sistema idraulico è protetto da valvole a tutto vantaggio della rapida installazione su qualsiasi macchina portante. Anche l'apprezzata serie PD si segnala per un importante sviluppo attraverso l'introduzione di ulteriori quattro nuovi modelli di pinze demolitrici: PD10 per escavatori da 10 a 16 t, PD15 per escavatori da 15 a 22 t, PD20 per escavatori da 20 a 28 t e PD35, upgrade del già esistente modello PD30. Se la serie W vede l'introduzione del modello W800 della Linea Forestale, per escavatori dalle 8 alle 17 t, da segnalare anche l'evoluzione (con prestazioni ulteriormente migliorate) per la benna disgregatrice DSG, disponibile nei modelli DSG16, DSG20, DSG26 e DSG30. Concludiamo la carrellata delle novità VTN dando il benvenuto a due nuovi modelli per quanto concerne i frantumatori fissi e orientabili. Si tratta di due attrezzature progettate e realizzate per gli escavatori di taglia più piccola. In particolare, il nuovo frantumatore girevole FP05 è pensato per gli escavatori dalle 4 alle 7 t; mentre il frantumatore fisso VF07 è adatto agli escavatori dalle 6 alle 12 t di peso. ❑
UN MONDO E UNA PASSIONE “Durante questo anno e mezzo di pandemia mondiale, abbiamo cercato di non rimanere focalizzati sul problema, ma di attivarci di conseguenza senza fermare le nostre idee, lavorando su nuovi progetti e soluzioni tecnologiche pronte per accogliere le attuali e future richieste di mercato. Del resto in questi ultimi anni abbiamo realizzato importanti investimenti con la visione di crescere, internamente ed esternamente. Sia dal punto di
vista umano che dal punto di vista tecnologico. Questo è un periodo strano e difficile, ma sta dimostrando quanto le persone siano resilienti nel trovare nuovi modi per comunicare e supportarsi a vicenda, a livello personale e nelle loro attività. In sostanza non c’è mai stato un momento più importante per rimanere in contatto con i nostri clienti esistenti e potenziali. Tutto questo ha dato vita al Demolition Crew. Abbiamo avuto tempo per
pensare, progettare, ideare, fantasticare. Infatti il Demolition Crew non è un catalogo, è molto di più. Demolition Crew indica un’appartenenza. Un gruppo di persone, di tecnologie, di esperienze, di competenze, di passioni che accomunano noi di VTN e voi, tutti appassionati di questo meraviglioso mondo della demolizione”. Antonio Vaccaro, CEO di VTN Europe Spa
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TESTIMONIANZE
(AMMANN)
START UP VINCENTE
Nel centro di Fasano, in provincia di Brindisi, abbiamo visto al lavoro una finitrice Ammann AFW 400-2 recentemente entrata a far parte della flotta di Edilmar asano ci accoglie con il suo abituale traffico intenso, che dirada solo in prossimità del cantiere. Nel cuore del centro cittadino, Edilmar sta realizzando il ripristino della pavimentazione di alcune vie e noi arriviamo dopo le attività di fresatura, con la finitrice Ammann AFW 400-2 pronta a fare il suo esordio. Il cantiere brindisino, infatti, rappresenta la start up della macchina ed è quindi l’occasione perfetta per l’addestramento degli operatori Edilmar che utilizzeranno la finitrice. L’area, oltre gli abituali curiosi affascinati dalle macchine operatrici, vede la presenza non solo della squadra addetta al cantiere, ma anche dei vertici della società di Conversano e di una nutrita pattuglia Ammann Italy. “Questa”, ci spiega Roberto Cor-
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tesi, Area Manager Machines di Ammann Italy, “è la seconda finitrice AFW 400-2 venduta in questi mesi in Puglia grazie a Giampiero Fumarola, professionista specialista di prodotto per quanto riguarda la pavimentazione e la compattazione e autentico punto di riferimento per Ammann Italy, per quanto concerne le macchine mobili in questo territorio. Entrambe le macchine vendute in Puglia hanno infatti beneficiato della sua intermediazione e della sua capacità di comprendere le esigenze del cliente e di proporre soluzioni adeguate alle specifiche necessità. La conoscenza del territorio e, soprattutto, dei clienti è il vero punto di forza di Fumarola, che segue le province pugliesi in completa autonomia e con il continuo
Roberto Cortesi, Area Manager Machines di Ammann Italy, con Giampiero Fumarola, direttore commerciale per la divisione movimento terra di De Carolis srl e punto di riferimento Ammann Italy per il territorio pugliese
supporto mio e di tutti gli uomini Ammann Italy, in primo luogo Gianluca Gamberini per quanto concerne la formazione e l’assistenza tecnica”. Pur essendo una start up - in cui gli uomini Ammann Italy si fanno in quattro per spiegare come utilizzare al meglio la finitrice - il cantiere procede piuttosto spedito, sotto gli occhi compiaciuti di Giampiero Marinelli, titolare della Edilmar, società specializzata proprio nel comparto stradale.
“Prevalentemente”, ci racconta Marinelli, “ci occupiamo di opere pubbliche, con un parco macchine che comprende finitrici, rulli, minipale, miniescavatori, pale gommate e autocarri. Impieghiamo sette persone e operiamo dalla provincia di Bari fino al Salento. La finitrice Ammann, che tra l’altro risponde ai requisiti di Industria 4.0, è il nostro ultimo acquisto. L’abbiamo scelta per le sue caratteristiche tecniche:
in particolare ci piacciono gli allargatori standard che arrivano ai 3,5 m che è la misura fondamentale per il nostro lavoro, inoltre ci è sembrata una macchina solida. Poi abbiamo la certezza di poter contare su un’assistenza tecnica di alto livello che, per queste macchine, è fondamentale”. Mentre i tecnici Gamberini e Perillo si prodigano in spiegazioni verso gli operatori Edilmar, Giampiero Fumarola si rilassa al nostro micro-
DATI TECNICI Modello Peso Motore Potenza Motore Larghezza operativa base Larghezza di stesa massima Rasatore Capacità di stesa Velocità di stesa Velocità di trasferimento Capacità tramogge Plancia di comando Posto operatore
Ammann AFW 400-2 10.300 kg Deutz TD 2.9 L4 54 kW 1.750–3.500 mm 4.700 mm Tamper e Vibrazione o Vibrazione 350 t/h 25 m/min 15 km/h 10,5 t scorrevole e ribaltabile piattaforma scorrevole con sedili regolabili e girevoli
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TESTIMONIANZE
SUL campo
Il successo di Ammann in Puglia è frutto, oltre che di macchine e attrezzature di indubbio valore, del lavoro di Giampiero Fumarola, direttore commerciale per la divisione movimento terra di De Carolis srl. “De Carolis”, interviene Fumarola, “nasce nel settore agricolo, ma mi ha dato la possibilità di portare avanti il comparto della pavimentazione stradale e del movimento terra compatto. Abbiamo una bella squadra, molto forte sul post-vendita e sull’assistenza tecnica che, per quanto concerne le macchine stradali, viene seguita da Francesco Perillo. Nello stradale stiamo crescendo di giorno in giorno, anche perché Ammann piace sia per quanto concerne i prodotti dedicati alla compattazione, a partire dalle piastre e dai pestelli fino ai rulli, ma anche, com’è evidente in questo cantiere, per le finitrici. Del resto stiamo parlando di prodotti con una qualità eccezionale, che viene recepita dal cliente”.
In primo piano, da sinistra: Giampiero Marinelli, titolare di Edilmar; Gianluca Gamberini, Area Service Manager di Ammann Italy; Giampiero Fumarola, di De Carolis. A bordo della finitrice l’operatore e, a destra, Francesco Perillo, tecnico specializzato per le macchine da pavimentazione
fono: “sono nel movimento terra dal 2000, mentre mi sono avvicinato al mondo della compattazione e della pavimentazione stradale dal 2006, anno in cui ho conosciuto Roberto Cortesi, che mi ha fatto innamorare di questo settore. È un campo in cui il cliente è un professionista differente: quando si parla con questa tipologia di clienti si percepisce la loro cultura del settore, sono persone che capiscono le macchine e sanno recepire l’importanza dei messaggi che vengono dati loro. Sono nato con il prodotto Ammann, macchine che mi sono sempre piaciute, e questo entusiasmo è ancora vivissimo dopo 15 anni di lavoro. Questo è un settore difficile, che però si semplifica quando hai dalla tua parte persone, come Cortesi, in grado di aiutarti, e prodotti di altissima qualità, com’è il caso delle nostre finitrici e delle nostre macchine per la compattazione”. ❑
L’IMPORTANZA DEL service
Cresce (in numeri e qualità) il service di Ammann Italy sull’intero territorio italiano “Francesco Perillo è il tecnico specializzato che segue le nostre macchine in questo territorio”, ci spiega Roberto Cortesi, Area Manager Machines di Ammann Italy, che continua, “è un ragazzo che impara alla svelta e sta facendo un ottimo percorso.
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In pratica sta seguendo le orme di Gianluca Gamberini, il nostro Area Service Manager, che sta lavorando per formare persone in grado di approcciare il cliente nel modo più opportuno, sulla base di una conoscenza tecnica estremamente approfondita.
Su questo fronte Gamberini si sta impegnando tantissimo con tutti i nostri concessionari. Del resto vogliamo poter contare su tecnici di altissimo profilo specializzati sullo stradale. Questo perché i tecnici fanno la differenza con i clienti, che
hanno la necessità di azzerare i fermi macchina e, in caso di guasto, di ricevere un intervento rapido e risolutivo. Inoltre le visite presso i clienti di persone così specializzate consente di prevenire i guasti, intervenendo con la manutenzione preventiva”.
news ALTO profilo
MOVIMENTO TERRA
NEW ENTRY
Si amplia con due nuovi modelli la famiglia di pale gommate Doosan DL-7
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due nuovi modelli DL220-7 e DL250-7 lanciati da Doosan si distinguono per una nuova e potente motorizzazione conforme StageV, che offre maggiore produttività, consumi ancora più efficienti e un basso costo totale di possesso, con in più un ambiente e un’esperienza per l’operatore davvero ottimali. Charlie Park, CEO di Doosan Infracore Europe, ha commentato:“le nuove pale DL220-7 e DL250-7 offrono tutte le stesse innovazioni dei modelli più grandi, assicurando comfort dell’operatore, efficienza dei consumi, produttività e durata ai vertici del mercato”. FONTE: DOOSAN
La forza di Geofluid è l’abbinamento tra la parte espositiva e l’alto profilo dei convegni.Questa edizione conferma il valore aggiunto dei contenuti professionali con una proposta articolata. Il programma degli appuntamenti sarà disponibile e consultabile sul sito www.geofluid. it. Molti di questi appuntamenti vedranno poi una divulgazione digitale post fiera grazie al nuovo progetto di Piacenza Expo Geofluid.TV una piattaforma web di contenuti multimediali.
Non solo un nuovo motore (Sollevamento)
La gamma di carrelli elevatori telescopici Teletruk di JCB è stata completamente aggiornata. Oltre al motore, le nuove macchine vantano capacità di sollevamento potenziate a pieno sbraccio, con prestazioni notevolmente aumentate. Nella nuova gamma aggiornata di carrelli elevatori telescopici Teletruk, protagonista è il motore JCB by Kohler conforme allo Stage V da 46 kW (62 CV) di potenza, ma c’è dell’altro: design rinnovato e cabina Command Plus, che include comandi elettroidraulici a leva singola completamente proporzionali, che offrono maggiore sicurezza e produttività incrementata.
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Innovazioni HELLA
UNA TECNOLOGIA
DAVVERO SUPER Semplice, stabile e snella: i nuovi fari da lavoro della Serie S di Hella offrono un’innovativa tecnologia LED al miglior rapporto qualità-prezzo DI CRISTIANO PINOTTI • FOTO DI HELLA
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osa cerca chi lavora quotidianamente nei cantieri? Beh, dipende dall’interlocutore cui poniamo questa domanda. C’è chi risponderà sicurezza, chi produttività, chi prestazioni, chi facilità, chi... fare meno fatica possibile. Diversi punti di vista che però possono tranquillamente andare a braccetto in molte occasioni: macchine equipaggiate con le più recenti tecnologie sono in grado di assicurare tutte le risposte di cui sopra. Ovviamente quando parliamo di tecnologie, non ci riferiamo solo a quelle intrinseche della macchina, ma anche (e a volte soprattutto) a quelle intrinseche dei componenti. Come per esempio i fari da lavoro.
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Elementi spesso sottovalutati, piccoli, a volte anche un po’ nascosti, questi componenti rivestono però un ruolo primario nel garantire, neanche a dirlo, tutte quelle risposte riportate all’inizio di questo articolo: sicurezza, produttività, facilità e sì, anche meno fatica (in senso, per esempio, di affaticamento visivo dell’operatore). Ci permettiamo quindi un suggerimento semplice semplice: equipaggiate le vostre macchine con fari da lavoro che garantiscano le massime prestazioni in termini sia di visibilità (prestazioni di illuminazione), che di costi. Come per esempio i nuovi fari da lavoro messi a punto da Hella, che vedono nella nuova Serie S con tecnologia LED compo-
nenti in grado di garantire il miglior rapporto qualità-prezzo. ALLA PORTATA DI TUTTI Hella, che non si stanca mai di innovare, lancia quindi una nuova serie di fari da lavoro per macchine agricole, macchine edili, carrelli elevatori, camion, rimorchi e veicoli comunali. La Serie S completa le famiglie di fari da lavoro esistenti Modul 70, Modul 90 e Power Beam.“L’obiettivo centrale”, afferma Stefan Maierhofer, product manager responsabile dei fari da lavoro di Hella, “era quello di sviluppare un faro da lavoro a LED di alta qualità, ma ad un prezzo accessibile.
Per realizzarlo, abbiamo fatto confluire nello sviluppo la nostra esperienza pluriennale e il nostro know-how nel campo dell’illuminazione al fine di portare su strada un prodotto ottimizzato sotto ogni aspetto e semplice, stabile e snello. I nuovi fari da lavoro sono facili da adattare, resistono a tutte le condizioni d’impiego e offrono un eccellente rapporto qualità-prezzo”. I fari da lavoro della Serie S forniscono un’illuminazione omogenea con una temperatura di colore di circa 6.500 Kelvin, simile alla luce del giorno. Rispetto agli apparecchi alogeni, la Serie S vanta un’alta efficienza grazie all’eccellente rapporto watt-lumen. I più alti requisiti EMC sono soddisfatti su tutta la linea. VARIABILI E PERSONALIZZAZIONI La serie S mette a disposizione tre geometrie di faro da lavoro e due tipologie di potenze luminose: i 1.000 lumen sono dati dalle versioni a due led, mentre le versioni a quattro led garantiscono 2.000 lumen. Allo stesso tempo queste versioni sono disponibili con varie tipologie di fissaggio per agevolare al massimo il produttore di macchine. Inoltre tutti i costruttori hanno la possibilità di personalizzare l’aspetto dei loro veicoli attraverso l’integrazione del proprio logo aziendale nel riflettore. Disponibili in versione rotonda e quadrata, sia per il montaggio in esterno che per l’incasso, grazie al design universale e sottile, i produttori di veicoli possono quindi convertire facilmente e rapidamente i fari alogeni esistenti in fari con tecnologia LED. L’alloggiamento e anche la lente sono realizzati con plastiche speciali, che consentono di ridurre il peso e hanno un’alta resistenza alla corrosione. Il nuovo design delle alette di raffreddamento è moderno e assicura anche una dissipazione ottimale del calore, aumentando così l’efficienza e la durata dei fari da lavoro.
K-LED NANO Piccoli ma potenti. Stiamo parlando dei nuovi lampeggianti messi a disposizione da Hella: K-LED Nano
L’IMPORTANZA DELLE OTTICHE Da sempre Hella è considerata una fuoriclasse delle ottiche, cioè ha la capacità di indirizzare la luce dove serve. Infatti l’invio di un fascio luminoso dove non serve non solo è inutile, ma può diventare anche pericoloso, ad esempio in caso vada nell’occhio del guidatore del controtraffico. Nel solco di questa tradizione tecnologica,“anche per la Serie S”, entra nel dettaglio l’ing. Tullio Candeloro, Responsabile Construction Italia per Hella Spa, “Hella mette a disposizione diverse lenti con varie ottiche al fine di apr ire il fascio luminoso molto di più r ispetto a quanto non faccia normalmente un led. Quest’ultimo, infatti, è comunque posto dietro un riflettore, che non può fare miracoli. L’aper-
L’evoluzione di prodotto Hella si completa con l’avvento dei nuovi lampeggianti K-LED Nano che, com’è facile intuire dalla denominazione, si segnalano per la loro estrema compattezza. Anche in questo caso, per proporre al mercato un prodotto di grande efficacia ma al miglior rapporto qualità-prezzo, la società ha condensato le versioni. Il tutto senza rinunciare alla qualità, il pre-requisito di tutti i prodotti del costruttore. L’estrema compattezza è assicurata da alcune specifiche tecniche che comprendono la presenza sulla stessa scheda madre di due corone di led, una sopra e una sotto, con riflettori alternati in modo da coprire in maniera omogenea l’intera superficie. Il tutto per un’intensità luminosa che non è eccessivo definire “superiore alla media”. Disponibili in due versioni per il fissaggio fisso, è prevista, su richiesta, anche la variante slim. In classico stile Hella, il lampeggiante è stato pensato e costruito appositamente per operare in ambienti ostili e polverosi.
tura del fascio luminoso è quindi ottenibile, nella misura voluta da un grande costruttore di ottiche come Hella, solo attraverso la lente che lavora davanti ai led. Di conseguenza tutte le geometrie della Serie S sono disponibili nelle versioni close range e long range. Dove il long range è il faro di profondità, mentre il close range è quello che apre il fascio luminoso in ampiezza”. LA QUESTIONE “LUMEN” Parlando di luce, ancora una volta ci soffer-
I FARI DA LAVORO DELLA SERIE S SONO DISPONIBILI CON UN’ILLUMINAZIONE A CORTO E LUNGO RAGGIO. A PARTIRE DALL’INIZIO DELL’ESTATE, LE VERSIONI DA 1.000 LUMEN SARANNO DISPONIBILI SUL MERCATO, SEGUITE DAI PRODOTTI DA 2.000 LUMEN IN AUTUNNO. MACCHINE CANTIERI 5.0
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Innovazioni HELLA
Foto di gruppo per la nuova Serie S in cui si riassumono le varie versioni disponibili
miamo sulla questione dei lumen che – benché non siano l’unico parametro da tenere in considerazione, infatti, come visto, le ottiche sono altrettanto importanti – spesso giocano un ruolo determinante. Ancora una volta ci avvalliamo dell’esperienza dell’ing. Candeloro. “Va ricordato”, precisa,“come all’incremento della complessità tecnologica, il mercato abbia visto un esponenziale incremento dei fornitori di soluzioni luminose. Un andamento quantomeno insolito dato che, con l’aumentare delle difficoltà tecniche, si potrebbe presupporre una scrematura degli attori presenti”. Invece tutti si sono messi a produrre fari a led... “In questo contesto”, riprende Candeloro,
“va sottolineato come i lumen dichiarati da Hella non siano meramente teorici, bensì misurati, cioè calcolati attraverso veri e propri test che permettono di comunicare il funzionamento medio di ogni determinato prodotto”. A tutto vantaggio della massima trasparenza. TIRIAMO LE SOMME La nuova Serie S rappresenta la gamma di fari da lavoro più compatta e con meno fronzoli dell’intera produzione Hella. In pratica riassume tutto quello che Hella ha imparato a fare con gli altri prodotti attualmente in gamma. Eliminando gran parte delle infinite versioni e limitando le pos-
L‘ing. Tullio Candeloro, Responsabile Construction Italia per Hella Spa
sibilità di connessione alla sola connessione integrata, Hella ha così potuto fornire un faro da lavoro potente, efficace, dotato di ottiche studiate per il settore construction e a un prezzo contenuto. ❑
L’ELETTRONICA È ATTIVA La qualità di un faro da lavoro dipende anche dalla gestione delle temperature di esercizio. “Ogni led”, ci spiega l’ing. Tullio Candeloro, Responsabile Construction Italia per Hella Spa, “patisce l’incremento della temperatura. I nuovi fari da lavoro sono realizzati con plastiche con fibra di vetro
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che pesano meno rispetto all’alluminio e resistono di più nei confronti degli agenti corrosivi, però prevedono un minor potere dissipativo termico. La parte fisica di dissipamento è quindi assicurata dalla loro particolare conformazione, inoltre è aiutata dalla parte elettronica, attraverso schede
dedicate”. Da segnalare come Hella, a differenza di molti competitor, utilizzi un’elettronica attiva. “Nella scheda”, riprende Candeloro, “c’è un sensore che, nel caso vengano raggiunte temperature troppo elevate, per preservare la vita del led va a dimmerarlo. In questo modo, per brevi periodi il led
non lavora al massimo al fine di consentire un adeguato raffreddamento, per poi tornare a operare alla massima potenza una volta evitata la soglia critica”. I fari da lavoro della Serie S forniscono la loro piena potenza luminosa a una temperatura ambiente compresa tra -40°C e +50°C.
news
MERCATI positivi PNEUMATICI
NUOVO PNEUS Continental lancia il CompactMaster AG
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ontinental ha lanciato un nuovo pneumatico per sollevatori telescopici e minipale. Il pneumatico CompactMaster AG è il primo a essere progettato con un nuovo strato del battistrada Turtle Shield e una cintura in acciaio attorcigliata. “Il pneumatico CompactMaster AG è rinforzato con un guscio duro e una struttura in filo d’acciaio più flessibile per aiutare a prevenire tagli e danni, offrendo al contempo una maggiore stabilità per il lavoro di movimentazione dei materiali”, spiega Benjamin Hübner, Product Line Manager Pneumatici agricoli presso Continental Commercial Specialty Pneumatici. La nuova costruzione della cintura in acciaio attorcigliato ha uno strato unico Turtle Shield per proteggere la zona della spalla da eventuali danni. Il battistrada più ampio e le larghezze dei ramponi sono state progettate specificamente per offrire una migliore trazione su una varietà di superfici e migliorare le proprietà autopulenti del pneumatico.
Il centro studi Smartland ha elaborato per Assodimi l’andamento del settore, evidenziando una variazione del fatturato positiva per il 76% degli intervistati e stazionaria per il 17%. La crescita è dovuta principalmente agli incentivi ad oggi attivi. Il noleggio risulta dinamico, le crescite medie superano il 15%, le zone maggiormente attive sono il NordOvest ed il NordEst, i settori più richiesti sono i ponteggi e il movimento terra light seguite da sollevamento e attrezzature edili.
Nuovo dealer per Hyundai (Movimento terra)
Hyundai Construction Equipment Europe e G&G Macchine insieme per la vendita di macchine movimento terra in Emilia Romagna. L’importante sodalizio siglato tra Hyundai Construction Equipment Europe e la società G&G Macchine, ha portato alla creazione di un nuovo concessionario ubicato a Sant’Agata Bolognese (BO), che si occuperà di vendita, noleggio e assistenza tecnica di macchine edili e stradali. In questo modo Hyundai Construction Equipment Europe va ad implementare la propria rete vendite in Italia. “La grande competenza negli ambiti dell’assistenza e del noleggio, fanno di G&G Macchine il partner ideale per incrementare la presenza del marchio coreano in EmiliaRomagna”, ha precisato Luca Bellini, Responsabile Hyundai Construction Equipment per il Sud Europa.
NOLEGGIO
IN FINALE
Mollo Noleggio finalista agli ERA Awards
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opo essersi aggiudicata già lo scorso anno il primo premio in qualità di “Large Rental Company of the Year”, l’azienda guidata dai fratelli Mauro e Roberto Mollo torna in finale con un progetto di innovazione digitale. Unica società italiana da quando è stato istituito il premio, ad attestarsi come finalista nella categoria Best Digital Innovation. Il premio è rivolto alle società operanti in tutta Europa nel settore del noleggio, ed è uno dei più autorevoli e prestigiosi riconoscimenti attribuiti ai migliori noleggiatori su scala internazionale. Per l’edizione 2021, i giudici hanno valutato oltre 74 candidature pervenute. L’annuncio dei vincitori e la premiazione si svolgeranno il 29-30 Settembre, in occasione della ERA Convention. Il progetto di innovazione tecnologica con cui Mollo Noleggio è arrivato in finale è nello specifico quello della firma digitale dei contratti di nolo. Disponibile per Android e iOS, la app Mollo Noleggio è ideata per semplificare l’esperienza di noleggio dei clienti, renderli più autonomi, consentendo di snellire e velocizzare procedure e comunicazioni.
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AZIENDE
MP Filtri è dotata di una gamma completa di accessori per serbatoi per circuiti oleodinamici
MP FILTRI
DIMENSIONE FILTRI
Flessibilità, competenza, soluzioni innovative per il cliente. Sono i plus di una multinazionale dal cuore italiano specializzata in progettazione e produzione di soluzioni complete per impianti oleodinamici
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ondata nel 1964 da Bruno Pasotto, MP Filtri è oggi una multinazionale tra i top player che offrono soluzioni per l’industria oleodinamica in grado di soddisfare qualunque esigenza applicativa. Massimiliano Sanna, Marketing Manager di MP Filtri, ci illustra subito le quattro linee di prodotti offerte sul mercato: la linea relativa ai filtri ed elementi filtranti per sistemi oleodinamici, che rappresenta oggi circa il 70% del fatturato aziendale; la linea riguardante i dispositivi di controllo della contaminazione, prodotti nello stabilimento in Gran Bretagna; la linea di prodotti relativi alla trasmissione di potenza, vale a dire i componenti meccanici atti a collegare le pompe ai motori elet-
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trici; la linea degli accessori per serbatoi e per centraline, che comprende componenti e dispositivi a corredo di un circuito oleodinamico. Queste ultime tre linee rappresentano ciascuna circa il 10% del fatturato. Grazie a consistenti investimenti in R&D e alla specializzazione dello staff tecnico, vengono sviluppati prodotti tecnologicamente avanzati che ampliano e rinnovano continuamente la gamma. MP Filtri ha ottenuto importanti certificazioni internazionali, che attestano l’eccellenza dei suoi prodotti e grande attenzione per il sistema di qualità presente in azienda. Oltre all’headquarters italiano ubi-
cato a Pessano con Bornago (MI), l’azienda vanta una presenza diretta in Germania, Francia, Regno Unito, USA, Canada, Russia, India, Cina, Medio Oriente e Far East, nonché un network di distributori presenti in più di 100 Paesi. La vicinanza territoriale consente di assicurare servizi di assistenza efficienti e tempestivi, dal Massimiliano primo contatto fino al post vendita. Sanna, Marketing Sanna ci ricorda che la filtrazione Manager di è un mercato che esiste da oltre 50 MP Filtri anni. Il primo elemento filtrante era meccanico, la seconda tipologia riguardava i filtri in carta, mentre l’ultima, migliore in termini di efficienza filtrante e dimensione di particelle raccolte ed eliminate dal sistema, è
Laboratorio di Ricerca e Sviluppo presso la sede principale di MP Filtri a Pessano con Bornago
la microfibra. Nel tempo è cresciuto anche il livello e la qualità dei fornitori di materia prima, nonché di costruttori di macchine automatiche o semi-automatiche atte a realizzare materiali filtranti composti di qualità elevata e in volumi industriali. “Tutti i top players acquistano materia prima dai fornitori di materiale qualificati” afferma Sanna “per poi accoppiarli in diversi strati tramite apposite macchine. Il materiale multistrato viene tagliato e confezionato insieme ad altri componenti per costituire l’elemento filtrante finito”. Prima della convalida, il nuovo elemento filtrante è sottoposto a diverse prove, e grazie al laboratorio R&D presente nella sede di Pessano, MP Filtri realizza vari e approfonditi test. Macchine movimento terra, solleva-
mento, drilling: ci si domanda quali siano i principali requisiti a cui i filtri devono rispondere. Le macchine mobili prevedono condizioni di lavoro molto gravose e sono soggette all’esperienza degli operatori, pertanto, le prime caratteristiche di filtri ed elementi filtranti da considerare sono la capacità di trattenere il contaminante e le eventuali opzioni di connessioni e valvole circuitali. “L’importanza dei filtri
MP Filtri progetta e produce una gamma completa di soluzioni per il controllo della contaminazione finalizzata ad accrescere produttività e durata dei circuiti
nella progettazione delle macchine è fondamentale” afferma Sanna.“Macchine e impianti oleodinamici sono progettati per lavorare con la massima efficienza. Mantenere queste condizioni è la base per garantire la massima produttività. Un olio contaminato infatti, potrebbe trasportare dello sporco all’interno di dispositivi sensibili come pompe, cilindri o servovalvole, compromettendone il
STRATEGIA VINCENTE In Italia, MP Filtri è leader, con la maggiore quota di mercato. Dopo la realizzazione di una rete distributiva certificata, l’azienda si sta ora concentrando su diversi OEM. Per quanto riguarda l’estero invece, Sanna precisa che, per un’azienda così dimensionata, le attività di internazionalizzazione sono ancora alla base della strategia di penetrazione ed espansione. Da questo punto di vista si è deciso di decentralizzare la produzione di alcune linee di prodotto nelle filiali in USA e India, entrambe grazie alla costruzione di nuovi stabilimenti, per servire meglio i mercati locali. Quello americano è stato inaugurato a Giugno 2020, con trasloco di tutte le attività e l’installazione delle nuove macchine proprio durante la prima ondata della pandemia. Quello indiano invece, ha subito ritardi proprio a causa della pandemia, ma dovrebbe essere completato entro la fine del 2021. MP Filtri sta inoltre valutando l’apertura di uffici commerciali e/o nuove filiali; la prima nuova sede verrà inaugurata sempre entro la fine del 2021 a Singapore. Dal 2019, infine, MP Filtri è presente commercialmente anche in Medio Oriente.
L’headquarters di MP Filtri è ubicato a Pessano con Bornago (MI)
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AZIENDE
funzionamento attraverso erosione o abrasione delle superfici, con la creazione di cricche e rotture fino al bloccaggio degli stessi componenti”. Così, i costruttori di componenti hanno imparato a definire la classe di contaminazione massima accettata dai loro prodotti, classe che il costruttore di una macchina prende solitamente come riferimento per mantenere la stessa in buona efficienza. E per mantenere costante la classe di contaminazione, ecco quindi dove i filtri assumono importanza strategica. Meglio se dotati anche di indicatori di intasamento, che funzionano da segnalatori per una manutenzione predittiva. “Solitamente” aggiunge Sanna “consigliamo
agli utilizzatori di effettuare check periodici del livello di contaminazione dell’olio delle loro macchine attraverso dispositivi di monitoraggio specifici. In questo modo si può verificare se la classe di contaminazione è variata nonostante i filtri non si siano ancora intasati, intervenendo quindi con molto anticipo non solo a livello di manutenzione ma anche per prevenire altri guasti o malfunzionamenti”. ❑ MP FILTRI SPA via 1° Maggio, 3 20042 Pessano con Bornago (MI) Tel.: + 39.02.95703.1 www.mpfiltri.com sales@mpfiltri.com
IL CLIENTE, AL CENTRO DEL PROGETTO In MP Filtri l’organizzazione aziendale converge nella piena soddisfazione del cliente, filosofia che ha permesso all’azienda di costruire nel tempo solide collaborazioni e diventare partner di piccole e grandi imprese che operano in Italia e all’estero. In primo luogo si cerca di comprendere le esigenze del cliente e le condizioni di applicazione dei filtri.
Successivamente si studia ogni singolo caso per proporre la soluzione che meglio si adatta al settore e alle prestazioni richieste. La preparazione e la specializzazione del personale consentono di assistere il cliente ovunque si trovi, fornendogli consulenze post vendita e proponendogli ogni futura soluzione che possa migliorare il suo business.
PROTEZIONE AD ARTE L’avanzata tecnologia di MP Filtri per trattenere i contaminanti Gli elementi filtranti presenti nei filtri prodotti da MP Filtri proteggono il sistema idraulico dalla contaminazione di particelle solide - causa principale di malfunzionamento o guasto nei sistemi oleodinamici -, e di acqua, che causa il decadimento delle prestazioni di lubrificazione e di protezione delle superfici del fluido. Per ridurre il livello di contaminazione esistono differenti soluzioni, ma il metodo di arresto meccanico risulta essere il più efficace e può avvenire in due modi. Il primo riguarda la filtrazione di superficie: per intercettazione diretta il filtrante impedisce alle particelle di dimensioni superiori ai pori di proseguire
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nell’impianto; esso è generalmente prodotto con tele o reti metalliche. Il secondo consiste nella filtrazione di profondità: i filtranti sono costruiti mediante la sovrapposizione di fibre che formano percorsi di diverse forme e dimensioni; le particelle rimangono cosi intrappolate nelle aperture più piccole del proprio diametro. I materiali filtranti sono generalmente prodotti con fibre di cellulosa impregnate con resine, fibre metalliche oppure fibre inorganiche. Nelle filtrazioni in fibra inorganica (microfibre), gli strati filtranti vengono sempre sovrapposti intrecciati per creare vere e proprie maglie intrecciate per aumentare la capacità di trattenere il contaminante.
Gli adeguati sistemi di filtrazione sono necessari per una corretta progettazione delle macchine e degli impianti oleodinamici
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Unisciti ai leader nell’innovazione elettrica che lavorano per un futuro più sostenibile. La nostra pionieristica gamma di macchine è al 100% elettrica con zero emissioni, zero compromessi sulle prestazioni e molto più silenziosa. Oggi nessun altro produttore di macchine edili ha più esperienza di noi nella costruzione di macchine elettriche. Ora puoi scegliere: contatta il tuo rivenditore JCB e scopri la vera innovazione per il cantiere. JCB S.p.A. Via E. Fermi, 16 – 20090 Assago (MI) – marketing.italia@jcb.com
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Innovazioni YANMAR CEE
QUESTIONE A DI FEELING
ffidabili, robusti, versatili ed estremamente compatti. I nuovi miniescavatori Yanmar sono perfetti per lavorare nelle aree urbane, dove lo spazio è poco e le macchine movimento terra sono chiamate a esprimersi al meglio e in tempi rapidi. Da quanto è emerso nella presentazione di metà maggio, ci troviamo di fronte a una gamma “progettata per definire nuovi standard operativi in termini di sicurezza, capacità ed efficienza”. I nuovi SV15VT, SV17 VT e SV19 VT - già ordinabili presso la rete delle concessionarie ufficiali Yanmar CEE - sembrano macchine capaci di entrare in completa sintonia (o in feeling, se vogliamo dirla all’inglese) con le nostre imprese edili, le naturali destinatarie, unitamente ai noleggiatori, di questi mini. Prima di addentrarci nelle caratteristiche di ogni
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Yanmar Compact Equipment EMEA lancia tre nuovi miniescavatori: i modelli SV15VT, SV17VT e SV19VT. Le notevoli prestazioni si associano a una particolare attenzione per il comfort operativo. Il motore, ovviamente, è Stage V DI CRISTIANO PINOTTI • FOTO DI YANMAR CEE
modello, soffermiamoci su alcuni punti che accomunano le tre macchine. Tutti i mini proposti da Yanmar assicurano un’elevata accessibilità che semplifica tutte le operazioni di manutenzione. L’ampio cofano posteriore, i pannelli laterali e il pavimento cabina completamente rimovibile offrono infatti un accesso immediato al motore, ai componenti idraulici, ai serbatoi del carburante ed al radiatore. Allo stesso tempo, per massimizzare la sicurezza, la batteria e la scatola dei fusibili sono installati in un vano bloccabile sotto il sedile dell’operatore. E ora scendiamo nei particolari. IL PICCOLO YANMAR SV15VT Equipaggiato con un motore Yanmar TNV a tre cilindri a iniezione indiretta, conforme alle normative StageV, efficiente e caratterizzato da un ridotto consumo di carburante, il nuovo modello prevede un sistema idraulico con una doppia pompa a ingranaggi che fornisce una portata massima di 28,6 l/min e lavora a una pressione massima d’esercizio di 205 bar. La forza di penetrazione è di 7,4 kN (avambraccio corto), mentre la forza di scavo alla benna è di 12,9 kN. Il nuovo mini è dotato di una linea idraulica ausiliaria bidirezionale per lavorare con il martello demolitore o con altre attrezzature idrauliche. Il sottocarro è a carreggiata variabile (da 990 a 1.170 mm) con tre rulli d’appoggio. Le dimensioni compatte e un peso di trasporto di 1.465 kg (in caso di tettuccio) o di 1.555 kg (con la cabina) permettono all’SV15VT di essere facilmente trasportato assieme alle benne e ad altri accessori. Di fabbrica prevede quattro punti di ancoraggio sul telaio inferiore, mentre in opzione possono essere richiesti ulteriori quattro ancoraggi fissati alla torretta. Sia la versione tettuccio sia la cabina sono certificate ROPS, TOPS e FOPS ed entrambi gli allestimen-
I NUOVI MODELLI DISPONGONO DELL’INNOVATIVO SISTEMA DI GESTIONE FLOTTA SMART-ASSIST REMOTE (STANDARD PER L’SV19VT). SI TRATTA DI UN SISTEMA SATELLITARE CHE SEGNALA IN TEMPO REALE LA POSIZIONE E LO STATO OPERATIVO DELLE MACCHINE, CONSENTENDONE IL COSTANTE MONITORAGGIO ATTRAVERSO UN PC O UNO SMARTPHONE. ti garantiscono all’operatore una visibilità completa a 360°. Se i fari di lavoro a LED e la cintura di sicurezza arancione sono previsti nella configurazione standard, per aumentare la sicurezza operativa, in opzione è possibile avere il sensore sulla cintura di sicurezza, la lampada rotante (verde o arancione), gli allarmi di traslazione e, per la versione tettuccio, uno schermo protettivo in policarbonato che assicura una maggiore protezione usando il martello demolitore. IL VERSATILE SV17VT Partner perfetto per i lavori di scavo, di cura del paesaggio, per operare nelle aree urbane o nei cantieri edili, il nuovo SV17VT secondo le indicazioni dei tecnici Yanmar, offre prestazioni operative in termini di poten-
za, forza e stabilità riscontrabili in modelli più grandi. È equipaggiato con un motore Yanmar a tre cilindri ad iniezione indiretta della serie TNV, ovviamente conforme alle normative Stage V, e utilizza l’apprezzato sistema idraulico ViPPS di Yanmar che unisce il flusso di pompe separate per ottenere la combinazione ottimale in termini di velocità, potenza e bilanciamento. Proprio in virtù di questa idraulica il mini SV17VT assicura un funzionamento regolare e simultaneo di tutti i movimenti di lavoro. Le prestazioni prevedono una forza di scavo di 16 kN e una forza di penetrazione di 9,9 kN (avambraccio corto), la forza di trazione è di 12,8 kN in prima marcia e di 8 kN in seconda. La velocità di traslazione si attesta sui 2,4-4,8 km/h. La versatilità del nuovo
IL LANCIO IN STREAMING I nuovi miniescavatori Yanmar SV15VT, SV17VT e SV19VT sono stati presentati al mercato attraverso un apprezzato lancio in streaming Mezz’ora intensa, decisamente originale, “stilosa” e arricchita dalla volontà di interagire con quanti, come noi, hanno seguito l’evento in diretta. Il live show del 20 maggio di Yanmar dedicato alla presentazione dei nuovi miniescavatori SV15VT, SV17VT e SV19VT – ha offerto emozioni a profusione. Si è
partiti subito alla grandissima, con un miniescavatore che ha letteralmente duettato e ballato con un uomo. Poi è intervenuto un operatore che ci ha raccontato i suoi desideri, infine siamo scesi più sul tecnico per focalizzarci sulle caratteristiche principali dei nuovi miniescavatori Yanmar.
Se il presentatore dell’evento ha sempre retto la scena con competenza e simpatia, noi e gli altri spettatori (stiamo parlando di noleggiatori, operatori, dealer e via di questo passo) abbiamo avuto la possibilità di interagire rispondendo ad alcune domande: una chicca in più per una presentazione
davvero ben fatta. Yanmar CEE ci ha quindi stupiti al di là delle sue macchine, l’evento – rapido e incalzante – è stato perfetto per la presentazione di escavatori che, come detto durante la diretta streaming, rappresentano un segmento fondamentale per l’intero construction europeo.
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Innovazioni YANMAR CEE miniescavatore si esalta in diverse opzioni: tettuccio/cabina, avambraccio lungo o corto e bracci della lama di livellamento di varie lunghezze. Con un peso di 1.570-1.660 kg a seconda della scelta tra tettuccio o cabina, l’escavatore non presenta alcun problema di trasporto. Come visto per il fratello minore, sono quattro i punti di ancoraggio standard sul telaio inferiore, mentre gli ulteriori quattro ancoraggi sulla torretta sono offerti in via opzionale. Da segnalare la particolare attenzione Yanmar volta a garantire la più elevata durabilità del mezzo: i tubi idraulici passano all’interno del braccio, mentre il martinetto del braccio di sollevamento è montato in posizione superiore per evitare urti accidentali. Sono inoltre disponibili, in opzione, le bandelle scorrevoli per una protezione completa del cilindro benna e dell’avambraccio. IL POTENTE SV19VT Progettato per essere di facile utilizzo, l’SV19VT è una macchina compatta che assicura una grande produttività. Perfetto per un’ampia serie di lavori di movimentazione terra, questo modello vanta un ridotto raggio di rotazione anteriore e posteriore e un ampio angolo di brandeggio del braccio. Anche in questo caso il propulsore è uno
Yanmar a tre cilindri a iniezione indiretta della serie TNV rispettoso delle normative Stage V, e l’impianto idraulico utilizza il sistema ViPPS a sommatoria di portate con una doppia pompa a pistoni assiali con portata massima di 39 l/min e una pompa a ingranaggi con portata massima di 18,4 l/ min. La pressione massima d’esercizio è di 220 bar. Tanta la forza di scavo (16,7 kN) e di penetrazione (11,4 kN), mentre la forza di trazione raggiunge i 12,9 kN con due velocità di traslazione pari a 2,4 o 4,4 km/h selezionabili tramite un interruttore posto sulla leva di comando della lama. La funzione auto kikdown, che cambia automaticamente
il rapporto di traslazione in funzione dello sforzo registrato, è presente come standard. Ottima la visibilità sull’area di lavoro, mentre la disposizione intuitiva dei comandi e la facilità di lettura del pannello di controllo, unita alla disposizione ergonomica dei pedali e delle leve di traslazione, massimizzano la praticità operativa. Da segnalare il carro allargabile (980-1.320mm), l’ampio angolo di brandeggio, la possibilità di allestire la macchina con avambraccio lungo o corto e varie lame con bracci di diverse lunghezze. Inoltre, è possibile installare un contrappeso aggiuntivo di 50 kg per chi avesse bisogno di maggiore stabilità. ❑
YANMAR CEE GAMMA SVVT: DATI TECNICI SV15VT SV17VT Modello Yanmar 3TNV70-MBVA Yanmar 3TNV70-PBVA Motore Stage V Stage V Normativa emissioni 12,2 kW a 2.600 giri/min 11,3 kW a 2.400 giri/min Potenza netta 48,8-53,2 Nm a 1.800 giri/min 48,8-53,2 Nm a 1.800 giri/min Coppia massima 990-1.170 mm 980-1.320 mm Sottocarro allargabile 2.330-2.470 mm 2.470-2.620 mm Profondità di Scavo 12,9 kN 16 kN Forza di scavo alla benna 1.465 kg 1.570 kg Peso con tettuccio 1.555 kg 1.660 kg Peso con cabina
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SV19VT Yanmar 3TNV76-QBVA Stage V 13,1 kW a 2.100 giri/min 63,4-69,2 Nm a 1.600 giri/min 980-1.320 mm 2.470-2.620 mm 16,7 kN 1.880 kg 1.970 kg
AZIENDE
JLG
MOLTO PIÙ DI UN TRABATTELLO Veloci, efficienti e facili da usare, le nuove piattaforme per accesso a basse quote sono il prodotto di un accordo esclusivo tra JLG e Svelt ono ecologiche, silenziose, senza motore, né batteria, né alimentazione elettrica, e grazie al sistema di elevazione brevettato a energia accumulata, in pochi secondi sollevano l’operatore con un movimento fluido fino all’altezza di lavoro desiderata. Si tratta di particolari piattaforme in grado di rivoluzionare il sollevamento degli operatori a basse quote. Scopriamo come sono nate. Ultimamente JLG ha firmato un importante ed esclusivo accordo con Svelt Spa, società leader nella progettazione e produzione di scale e trabattelli, per la fornitura di piattaforme per l'accesso a basse quote della sua linea Power Tower. L'azienda di Bagnatica (BG) potrà quindi offrire ai propri clienti queste macchine Private Label a marchio Svelt, rinominate piattaforme Sveltlift, come valida alternativa alle attrezzature tradizionali, usufruendo del servizio post vendita JLG ramificato in tutta Italia. Svelt avrà come obiettivo promuovere e rendere disponibili in pronta consegna i modelli Sveltlift 350 e Sveltlift 420 rispettivamente con al-
S
tezze di lavoro fino a 3,5 m e 4,2 m, destinati soprattutto a installatori, manutentori, pittori, aziende, grandi magazzini e centri commerciali. Queste macchine infatti sono veloci, efficienti, facili nell’utilizzo in quanto basta salire e girare la manopola, ma al tempo stesso sono leggere, facili da trasportare e utilizzabili anche su solette con portata limitata.“Essendo da 55 anni produttori di trabattelli” afferma Davide Agosta, responsabile commerciale di Svelt Spa “la necessità di offrire piattaforme aeree è sempre stata una nostra prerogativa. Questo ci consente di soddisfare i clienti in cerca di prestazioni superiori a quelle della semplice scala, ma con ingombri ridotti e una maneggevolezza superiore a quella dei trabattelli. La nostra gamma include numerose piattaforme a elevazione elettrica per il lavoro a basse quote. Le piattaforme Sveltlift
Le piattaforme Sveltlift sono rivolte soprattutto a installatori, manutentori, pittori, aziende, grandi magazzini e centri commerciali
con elevazione manuale completano la gamma per chi desidera un prodotto prestazionale ma senza impianti, con una manutenzione ridotta al minimo e un prezzo accattivante. Abbiamo scelto JLG per la grande stima e affinità tra le nostre aziende, una squadra vincente per soddisfare una clientela esigente in termini di prestazioni, tempi di consegna e servizio post vendita”. Anche Nicola Pontini, General Manager JLG Italia, crede fortemente in Svelt, in questa opportunità di business, e in questo nuovo prodotto che migliorerà di sicuro l’efficienza e la sicurezza del lavoro a basse quote. ❑
STRATEGIA JLG JLG ha deciso di allontanarsi momentaneamente da Bauma. Non parteciperà, quindi, all’edizione 2022, ma ha in serbo importanti novità. Si dedicherà infatti ad attività di marketing pianificate che includeranno piccoli eventi locali di persona, eventi ibridi, esperienze virtuali personalizzate
che integrano perfettamente i canali di marketing digitale e tradizionale. Karel Huijser, General Manager e Vice President di JLG per EMEAIR, commenta: “La pandemia globale ha causato un cambiamento nel comportamento dei nostri dipendenti, dei nostri partner e dei nostri clienti. La tecnologia ha
accelerato e migliorato le esperienze virtuali. Il coinvolgimento e la condivisione delle informazioni on-line ci consente ora di costruire una "Nuova Prospettiva" e ci ha fatto riconsiderare alcuni dei nostri
sforzi di marketing più tradizionali. Di conseguenza, continueremo a fare leva e investire in queste nuove tecnologie in evoluzione per presentare i prodotti JLG con modalità innovative ed entusiasmanti, per coinvolgere e collaborare con la nostra clientela globale”.
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BAUMA
UBI MAIOR, MINOR CESSAT (?)
Bauma 2022 a ottobre: genio, prudenza o follia? Lo abbiamo chiesto a molte aziende dei diversi settori rappresentati nella fiera monacense. Davvero tante le risposte. Ecco ciò che è emerso
M
esse München ha annunciato lo slittamento di Bauma 2022 dal 24 al 30 ottobre. Il periodo scelto cade ravvicinato a molte altre manifestazioni: JDL Expo 2022 (Beaune, Francia), fiera del settore del sollevamento, di solito programmata in giugno, quindi circa 4 mesi prima di Bauma 2022; IAA (Hannover, Germania): fiera dedicata ai trasporti on e off road e alle relative filiere, previsto dal 20 al 25 settembre quindi un mese prima di Bauma 2022; Geofluid 2022 (Piacenza, Italia): settore delle perforazioni, programmato a settembre 2022 quindi poco più di un mese prima di Bauma 2022; Ecomondo 2022 (Rimini, Italia): manifestazione dedicata all'economia circolare, al riciclaggio e alla raccolta rifiuti, di solito programmata ai primi di novembre quindi indicativamente una settimana dopo Bauma 2022; SaMoTer 2023 (Verona, Italia): fiera del construction e movimento terra, previsto a marzo 2023, quindi indicativamente cinque mesi dopo Bauma 2022. Come già in parte evidenziato nel nostro recente articolo on line (https://www.macchinecantieri. com/Bauma-2022-posticipato-aottobre/) tante sono le perplessità che sorgono dopo un'analisi preliminare del calendario fieristico 2022 in
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merito ai “danni collaterali” causati dalla decisione di Messe München che non saranno pochi (e la decisione dell'organizzatore di GIC di anticipare le date da ottobre 2022 ad aprile 2022 la dice lunga). Abbiamo quindi posto a moltissime aziende (e in moltissimi ci hanno risposto) il seguente quesito: in qualità di potenziali espositori, sia di Bauma che delle altre manifestazioni citate, che opinione avete riguardo la decisione di Messe München? Ancora molta incertezza Molte aziende (che per puri motivi di spazio non sufficiente in queste poche pagine non citeremo) non hanno ancora un'opinione ufficiale. Per i motivi più disparati. Da una parte, essendo Bauma una delle fiere più importanti al Mondo, la volontà di esporre il prima possibile e presentare le ultime novità è innegabile, ma è altrettanto innegabile lo stato di incertezza legato alla pandemia che ancora permane. La decisione di Bauma, dettata dalla volontà di massimizzare il numero dei possibili visitatori, soprattutto extra-europei, va a tutela del grande investimento che Bauma comporta per gli espositori, ma alcuni hanno aggiunto la considerazione che Conexpo di Las Vegas, prevista per mar-
zo 2023, possa scoraggiare il viaggio verso Monaco di Baviera da Canada e USA. Pandemia o no, per molte aziende Bauma resta comunque un must, un passaggio obbligato. Non esserci (almeno fino a poco tempo fa) era un po' come essere radiati dall’albo delle aziende, ma adesso alcuni nomi importanti (per ora non tedeschi) hanno iniziato a mettere delle “question mark” sulla propria partecipazione, che suonano da forte monito per Monaco Fiere, anche perché i costi accessori della fiera sono definiti da molte aziende un po' “fuori di testa”. C’è una gran voglia di scuotersi da dosso l’artrosi relazionale da Covid-19, certo il periodo scelto cade ravvicinato a molte altre manifestazioni (e ottobre a Monaco è un periodo climaticamente infelice, diciamolo pure). Magari poi le altre fiere slitteranno un po' prima o un po' dopo rispetto alle date previste ad oggi. Insomma, all'epoca in cui scriviamo questo articolo (inizio giugno 2021), per molte aziende i pro e contro hanno ancora confini piuttosto sfumati, ed è difficile avere un'opinione. Ovviamente, poi, ci sono anche aziende che, per motivi anche molto specifici, un'opinione chiara se la sono fatta.
LE ASSOCIAZIONI C'è chi ha cortesemente risposto di non essere interessato a prendere parte all'indagine. Molto articolata e logica la risposta di Assodimi-Assonolo, che nella persona di Marco Prosperi, Segretario dell'associazione, ha dichiarato: “il ragionamento, dal mio punto di vista, è molto complesso. Sono tantissimi i 'pesi' da mettere nei piatti della bilancia. In un Paese come la Germania, con l'organizzazione di un evento come Bauma che non ha mai conosciuto una sbavatura, credo che tale decisione sia stata presa con chirurgica precisione. Da un lato la grandezza della manifestazione sicuramente spaventa (pensiamo alla metropolitana da prendere, seppur organizzata benissimo, ma pur sempre strapiena di persone), idem voli e hotel che generalmente venivano prenotati con larghissimo anticipo. Inoltre alcuni grandi nomi che hanno deciso di rimandare la partecipazione hanno sicuramente aiutato la scelta fatta dall'ente fiera. Il rischio che ne risentano altre manifestazioni fieristiche
è, purtroppo, scontato, in special modo quelle di settori limitrofi che stavano crescendo, come Ecomondo o Samoter, che potrebbero registrare qualche defezione di aziende, anche multinazionali, che saranno costrette a scegliere dove investire. Non credo che Bauma si sia posto la questione delle altre fiere cui avrebbe potuto dare fastidio; sicuramente hanno fatto dei ragionamenti interni. Certo anche per Bauma sarà una scommessa perché si è posizionata temporalmente vicina alla fiera IAA di Hannover, ma sono comunque lontani dagli errori che negli anni sono stati fatti nel nostro Paese”. “Bauma fa e Bauma disfa: la posizione dominante che il mercato delle fiere mondiali ha riconosciuto ormai da diversi anni a Bauma ha fatto si che l'evento monacense si prendesse la licenza di scegliere la migliore collocazione per sé. E probabilmente l’avremmo fatto tutti, se ci fossimo trovati nella stessa situazione” ha dichiarato Maurizio Quaranta, Responsabile
IPAF per l'Italia & Coordinatore Progetti Internazionali. “Certamente Bauma, con la decisione di spostare la manifestazione a ottobre, vuole essere sicura che l'edizione non abbia alcun tipo di limitazione, sia nello spostamento degli espositori/visitatori, che nell’offerta di tutti i servizi della città. Tra un anno e 5 mesi è probabile che ci ritroveremo tutti quanti vaccinati, con in più un'incredibile voglia di viaggiare e incontrarci e, perché no, anche di fare baldoria. E Bauma ha pensato sicuramente anche a questo. E non alle altre fiere. Ma del resto, era da ingenui pensare che ‘ne saremmo usciti tutti più buoni’. Quanto al sollevamento e alla presenza di IPAF, presumo che la Federazione sarà presente con un proprio stand; non scommetto, invece, che tutti i nostri soci produttori saranno presenti, o comunque presenti in gran spolvero, in quanto so che alcuni preferiranno concentrarsi su di alcune fiere locali, ben più verticali e quindi mirate di Bauma”.
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Chiara Bellina (Communication&PR) La nostra opinione è che sia stata una scelta prudenziale, in quanto se da un lato è vero che aprile 2022 è ancora lontano, è vero anche che Bauma è una fiera di respiro mondiale e non è sicuro che entro tale data l’allarme sanitario sia completamente cessato. Il nostro giudizio forse è anche influenzato dal fatto che le altre fiere menzionate non riguardano da vicino Jekko, quindi noi comunque non parteciperemmo. L’unica fiera del settore è JDL, ma è comunque a carattere nazionale e vi partecipa il nostro dealer francese ATN Platforms.
Elisa Taini (Sales and marketing director) Bisogna considerare l'impegno economico che il partecipare a queste fiere comporta. Quindi probabilmente opteremo per spazi espositivi ridotti, ma parteciperemo, comunque, sia a Bauma che a Samoter, che sono le manifestazioni che ci interessano. Certo gli investimenti da sostenere per partecipare a Bauma sono importanti, ma anche il fatto che la fiera porti sempre business in termini di vendite nei tre anni dopo non è trascurabile. L'unica incertezza rimane la pandemia, ma confido che per ottobre 2022 non sarà più in vigore la quarantena obbligatoria per i visitatori extra europei.
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Marco Ferroni (Sales & Marketing Italy, Israel and Iberia) Penso che Bauma sia stato l’evento più importante nel nostro settore per anni. Purtroppo il lungo periodo di stand by a cui tutti siamo sottoposti non permette di confutare certezze di questo genere, quindi ritengo che sia accettabile qualsiasi decisione da parte dell’organizzazione monacense; il successo o meno della manifestazione ci permetterà di trarre conclusioni per il futuro. Per il momento ripartiamo dalle certezze.
Maria Benassi (Marketing & Communication Manager) Credo che in questo periodo di incertezze, soprattutto temporali, sia giusto che ognuno cerchi di fissare le proprie scadenze, ottemperando normative, regolamenti e armonizzandosi con altri Enti. Questo preambolo per confermare che credo che Bauma sia stata cautelativa a posticipare le date, e penso che potevano aspettarselo tutti un overlapping di eventi in quel lasso temporale. La voglia di ripresa e di normalità sta travalicando sicuramente certe regole, mai
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scritte ma assodate, e mi riferisco agli scaglioni temporali tra un evento e l’altro. Ognuno cerca di sopravvivere come meglio può, e non credo che il prossimo anno un evento cannibalizzi l’altro perché, ripeto, è tanta la voglia di rinascita. Magni TH prenderà parte a Bauma, ovviamente sperando di essere per quel momento tutti vaccinati e comunque adempiendo a tutte le norme di sicurezza che ci verranno richieste. Mi riferisco soprattutto a certi paesi dove la pandemia è tuttora pesante e lontana dal definirsi sotto controllo: non credo che si possa, né tanto meno lo reputo giusto e democratico porre un veto sulla loro partecipazione, ma sicuramente mi aspetto una forte presenza di sicurezza e controlli da parte di chi organizza la fiera, sia per noi espositori che per i visitatori. Questo per il benessere di tutti, ma soprattutto per la riuscita dell’evento stesso. Non dobbiamo farci prendere dall’entusiasmo, ma cercare di agire sempre con un’attenzione particolare verso quello che abbiamo e stiamo tuttora vivendo. Trarre insegnamento da quanto vissuto, una volta per tutte. E goderci, nel rispetto di tutti, questa normalità tanto agognata.
MANITOU Giacomo Borghi (Marketing Responsible) Penso che la decisione di Messe München sia principalmente dettata dalla prudenza, dalla volontà di allontanarsi il più possibile da questa maledetta pandemia, considerando fine 2022 come un periodo più sicuro da questo punto di vista (magari ancora in giro con le mascherine, ma tutti vaccinati). Ritengo però che questa situazione fornisca un quadro lucido sulla frammentazione del mercato fieristico di oggi. Come molti ambiti economici e non solo, Covid-19 è stato un grande acceleratore. Bauma come genio perché in questo modo ribadisce la sua importanza e centralità, anche a discapito di fiere minori? Forse, certo non follia.
MESSERSÌ Alessandro Valere (Sales Department - Product Specialist) Lo spostamento di Bauma non ha scombinato più di tanto i piani aziendali, visto che comunque Messersì non partecipa alle altre fiere chiamate in causa. Certo faremo Samoter 2023, ma quello che ci interessa prima sono i Samoter Days in cava, che potrebbero slittare anch’essi ad aprile 2022 (ora che Bauma è slittato) in quanto da qui a fine settembre è difficile per molti organizzare l’evento dal vivo (tempi stretti e budget chiusi). Penso che, alla fine, per il settore del movimento terra Bauma rimarrà anche per il 2022 un evento importante dove moltissimi esporranno, e Messersì non si tirerà indietro. C’è voglia di esporre le novità, di partecipare nuo-
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vamente a eventi nazionali e internazionali, di tornare a incontrarsi dal vivo. Il nostro è un settore dove non si può cancellare dall’oggi al domani una consuetudine fatta di rapporti umani diretti e di incontri dal vivo dove si possono vedere fisicamente (e in alcuni casi provare) le macchine.
METAX (Divisione Geotecnica, Drilling & Oilfield di CIMA) Simona Di Lorenzo (Marketing & Quality Assurance Manager) Posticipare la data di Bauma 2022 da aprile a ottobre ci sembra un notevole rischio per diversi motivi, ma in particolare due: in primis, il forte rischio di cannibalizzare altre fiere del settore che si terranno in quel periodo; inoltre la partecipazione da parte delle aziende a più fiere nello stesso periodo è poco sensata, e porta a un esborso economico che non è giustificato da un motivo di business, soprattutto nell’anno post Covid-19. Forse questo non vale per le multinazionali del settore, ma le fiere non annoverano solo la partecipazione di multinazionali, ma anche di molteplici aziende di medie dimensioni per cui partecipare a più fiere diventerebbe troppo dispendioso e senza un reale vantaggio in termini commerciali. Il clima, inoltre, a fine ottobre potrebbe essere troppo rigido per gli espositori nelle aree esterne. La domanda a questo punto sarebbe: quando farlo? Se si posticipasse di un intero anno, cioè ad aprile 2023, oltre a Samoter 2023, ci sarebbero altre fiere in quel periodo?
PALAZZANI Paola Palazzani (Sales Director) Sicuramente le perplessità sono ben fondate, si passa da un’atmosfera primaverile a una autunnale, con tutto ciò che ne consegue: scarso appeal della stagionalità per gli espositori nelle aree esterne, come noi. Non ne facciamo solo una questione di clima, e quindi un flop di orari visto che le giornate saranno più corte, fredde e con sicura minore affluenza del pubblico nel pomeriggio. Lo sappiamo, è sempre così per chi espone fuori. Ci sono anche le tempistiche da considerare. Cosa significa per un produttore aspettare più di un anno per mostrare prodotti nuovi a una fiera internazionale? Significa avere meno contatto con il cliente finale, che è ciò che fa la differenza tra un prodotto ben riuscito e uno ancora da perfezionare, con tutto ciò che ne consegue, cioè altro tempo perso lontano dai clienti. Lontano da chi è il vero portatore di interesse per noi costruttori, perché un cliente la macchina la vuole vedere, toccare, provare, sentire il feeling con essa.
Semplicemente una decisione fuori luogo e soprattutto per accontentare chi? Gli espositori tedeschi, i noleggiatori? Loro non stanno perdendo mercato? La decisione a parer nostro è inspiegabile. Ci adeguiamo, ma non siamo soddisfatti, e speriamo ancora in un ripensamento.
PLATFORM BASKET Carloalberto Molesini (Managing & Sales director) In veste di Platform Basket siamo un po’ dispiaciuti dello spostamento della manifestazione fieristica di maggior richiamo mondiale quale è Bauma. Preferiamo la primavera all’autunno, per ovvie ragioni legate alla stagione e, soprattutto, alla lunghezza della giornata. In particolare teniamo presente che fine ottobre in Nord Europa la stagione diventa molto incerta, e per costruttori come noi, obbligati a esporre in piazzali all’aperto, il rischio di esporre in presenza di intemperie, sicuramente non ci rende felici, e riduce la nostra visibilità al vasto pubblico partecipante. Riteniamo, altresì, che la fiera abbia un richiamo mondiale di tutto rispetto e siamo anche certi che la partecipazione sarà sempre molto sostenuta, indipendentemente dalla vicinanza e/o sovrapposizione di altre manifestazioni fieristiche. Nello specifico, alla domanda “genio, prudenza o follia”, personalmente non ritengo sia nessuno dei tre casi, ma semplicemente l’organizzatore ha ritenuto prematuro organizzare il salone in primavera per stime/proiezioni di pandemia internazionale non ancora completamente risolta, e da ciò ha valutato che sei ulteriori mesi di spostamento avrebbero portato un enorme beneficio numerico sotto l’aspetto di visitatori. Questo è un periodo che ha stravolto il mondo intero, e ne consegue che tutti i settori vengono, in misura diversa, toccati da questa situazione.
SAET Giuliano Riccabone (Sales and Marketing Director) Dal mio punto di vista, l’accavallamento delle date è causato dalla generalizzata mancata cancellazione delle fiere da parte degli organizzatori per ragioni economiche, che combinata con il prolungarsi della pandemia ha portato alla compressione degli intervalli temporali a disposizione, e al conseguente affollamento dei calendari. A questo si sovrappone la differente rilevanza internazionale degli eventi, che ha indotto alcuni enti a scegliere le nuove date indipendentemente dal resto del contesto, contesto in cui l’Italia si trova mediamente svantaggiata, sebbene possa vantare alcune manifestazioni con contenuti qualitativi altissimi. In qualità di espositore, la scelta di spostare temporalmente gli eventi non ci concede
alternativa, in quanto rinunciare alla presenza in manifestazioni a cui sono già stati versati acconti (se non saldi) comporterebbe la perdita degli investimenti fatti. A fronte di espositori sigillati in più eventi tra loro prossimi, il pubblico sarà costretto a muoversi tra più fiere, e questo potrebbe ridistribuire meglio gli ingressi professionali di quanto avrebbe fatto il normale cadenzamento, a tutto vantaggio degli eventi minori. Magari non sarà così per i visitatori generalisti, ma solitamente non è quello il pubblico a cui puntano gli espositori.
SIMEX Alessandro Ferrin (Marketing Responsible) Grandi eventi come Bauma, in particolar modo per le case costruttrici maggiori, prevedono tempi di programmazione, oltre che di allestimento, molto lunghi. Uno slittamento quindi dell’edizione 2022 in un periodo che, in linea teorica, possa essere considerato più al sicuro da una eventuale coda pandemica, credo fosse inevitabile. Allo stato attuale, molte, troppe sono le incognite che rendono davvero difficile pronosticare quali saranno non soltanto le modalità di svolgimento, ma la reale fattibilità di un evento di queste proporzioni. Certamente la sovrapposizione dei calendari degli eventi fieristici è una delle tante – purtroppo - conseguenze che il Covid-19 ci ha consegnato, ma di cui dovremo tener conto. Quest’ultimo anno ci ha insegnato, anzi, direi ci ha obbligati a diventare flessibili, e a non dare nulla per scontato. Le conseguenze quindi ci saranno, ma sarà l’ennesima sfida che credo potremmo vincere con l’impegno e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, aziende ed enti fieristici in primis.
SOLMEC Carlo Casarotti (Direttore Commerciale) Posticipare Bauma 2022 non mi sembra una buona idea, perché si va a sovrapporre ad altri eventi. Proporrei di rimetterla in primavera, come sempre.
TESCAR BY TONTI TRADING SRL Antonello Verdolini (Sales Director) La decisione dell’ente fieristico tedesco di rimandare Bauma 2022 di circa 6 mesi è assolutamente comprensibile e, in parte, condivisibile. In fondo non parliamo di una fiera qualunque, ma del principale evento mondiale relativo al settore delle costruzioni, con una portata talmente ampia da aver (purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista) adombrato alcune altre manifestazioni internazionali che fino a 10/15 anni fa erano allo stesso livello
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(Intermat-Parigi e Samoter-Verona in primis). Bauma di Monaco oggi è indiscutibilmente “la Fiera” di riferimento per il mondo intero, con una parziale eccezione nel Conexpo/Conagg di Las Vegas, che ancora rappresenta la principale fiera di settore per il mercato americano nel suo complesso (Nord e Sud America). Alla luce di questo, sebbene la situazione sanitaria stia rapidamente (e speriamo irrevocabilmente) evolvendo verso un tangibile miglioramento, vuoi grazie alla campagna vaccinale, vuoi grazie all’arrivo della bella stagione che, come avvenuto lo scorso anno, contribuisce ad abbassare la curva dei contagi da Covid-19, Messe München sa di aver raggiunto un livello tale di partecipazione, e quindi di valore, da non potersi permettere nessuna defezione. Ricordo ancora quanto successo durante l’edizione di Bauma 2010 quando, a causa dell’eruzione di un vulcano islandese, con il relativo blocco aereo resosi necessario sopra i cieli del nord Europa, decine di migliaia di visitatori internazionali non sono riusciti a partecipare alla fiera, con enormi danni di immagine nonché economici per tutte le ditte espositrici. Ecco, questa volta, potendolo prevedere, Messe München ha giocato d’anticipo, cercando di allontanare dalla prossima edizione di Bauma 2022 ogni possibile strascico legato all’attuale pandemia, e quindi spostando cautelarmente l’evento in avanti di 6 mesi. Unica incognita, il tempo. Si, perché Monaco non è Rimini, e a ottobre inizia a fare freddo, col rischio di inibire la voglia di “farsi un giretto” in Europa da parte di molti clienti che di solito prendono la scusa della fiera per portarsi la famiglia. Per quanto riguarda la vicinanza, o in alcuni casi la concomitanza, con altre fiere di settore, beh,ubi maior… Dispiace dirlo, ma è ovvio che di fronte a Bauma, una fiera che raccoglie centinaia di migliaia di visitatori da ogni angolo del mondo, per la cui organizzazione si lavora per quasi due anni e della quale si raccolgono i frutti per i successivi tre, le altre manifestazioni perdono (un po’) di importanza. Parlando nello specifico del settore delle perforazioni, a prescindere dalla decisione di Messe München di spostare Bauma 2022 a ottobre, reputo del tutto inutile l’edizione Geofluid 2022, essendosi già svolta (e speriamo al meglio!) quest’anno a settembre. Infatti, nonostante la cadenza di questa eccezionale fiera italiana sia negli anni pari, avendo dovuto spostare l’edizione 2020 al 2021, non vedo la necessità di rifarla l’anno successivo; e questo, ripeto, a prescindere dalla quasi sovrapposizione con Bauma 2022.
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Purtroppo la pandemia ha cancellato inesorabilmente ogni certezza e rotto ogni schema prefissato, rendendo difficile programmare e pianificare qualunque cosa. Perciò, da affezionato espositore di quella che reputo la migliore fiera europea per il settore delle perforazioni, suggerirei all’ente fiera di Piacenza di prendere in considerazione la possibilità di spostare la successiva edizione del Geofluid (dopo quella di quest’anno, s’intende) al 2023, mantenendo quindi la cadenza biennale dell’evento.
TREVI BENNE Christian Tadiotto (Marketing Manager) Dobbiamo ringraziare Volvo CE, JLG e aggiungiamo pure anche JCB! Hanno inviato un messaggio forte, addirittura con un anno di anticipo (il politicamente corretto lo mettiamo nell’esporre le motivazioni, tipo vogliamo fare la nostra parte per un mondo più sostenibile, meno viaggi, meno persone in giro per il mondo, o il desiderio di voler partecipare o organizzare eventi meno dispersivi e maggiormente orientati al proprio cliente). La realtà nuda e cruda è che gli eventi digitali per il nostro settore non funzionano. Non hanno attecchito. Come l’escavatore muove la terra, chi lo utilizza lo vuole toccare con mano, vederlo con i propri occhi, parlare con chi lo produce o lo vende. Il nostro mondo fatto di metallo, componenti idraulici, tecnologia, si relaziona e si completa con il contatto umano. E questi aspetti di sicuro sono stati messi sul tavolo dal comitato organizzativo di Bauma. Aprile 2022 era una data ancora a rischio e l’effetto della rinuncia di Volvo, JLG e compagnia, poteva creare un effetto domino devastante per la manifestazione e per l’enorme indotto portato alla regione bavarese. Quindi ben venga posticipare la fiera a ottobre, che ovviamente andrà a cozzare con altri appuntamenti già in scaletta (ma dobbiamo essere onesti, pure altre fiere sono state posticipate in altri slot temporali quest’anno, andando a cadere in prossimità di fiere simili di settore). Bauma è la fiera per eccellenza del settore delle tecnologie per l’industria construction e mining, e faranno il possibile per averla in presenza. Se mi è concesso un paragone, posso dire che vedo l’evento digitale come la sigaretta elettronica: il gesto meccanico di aspirare te lo dà, ti dà pure una parvenza di sapore di quella tradizionale, ma sappiamo bene che non si sta fumando una vera sigaretta e che quell'atto è lontano dal fumare! La fiera è incontro, scambio di idee, condivisione, guardarsi attorno, parlare con colleghi e competitors.
Chiudiamo con una riflessione di Medeo Olivares, per anni figura di spicco nel panorama italiano del settore, e ora “felice pensionato” che però non ha perso la passione per il settore né (a nostro avviso) il polso del mercato. Medeo Olivares Genio, prudenza,follia? Non è una risposta difficile, anche perché Messe München non è un ente qualsiasi, e non vive di solo Bauma. Basta leggere la loro press sull’argomento per comprenderne le intenzioni. La prossima è la 33° Edizione e credo che sarà comunque un successo, indipendentemente dallo spostamento in autunno. Come al solito da questo punto di vista la Germania è fortunata, perché l’evento arriva dopo tanta astinenza fieristica, tra l’altro non soddisfatta dagli eventi on-line e non preceduta da eventi di rilievo. Lo stesso indotto è preparato a offrire
il meglio e a strofinarsi le mani: nel 2022 con l’Oktoberfest dal 17 settembre al 3 ottobre (anche l’edizione 2021 è stata annullata) e Bauma, gli incassi segneranno un nuovo record. Non so se si tratta di genialità, non credo centrino la prudenza o la follia, ma se la pandemia segnerà il passo, o perlomeno potrà essere gestita, salvaguardando tutti, la scelta di Messe München risulterà vincente, indipendentemente dai noti “difetti” di Bauma (troppo grande, troppo caro). Nella mia esperienza lavorativa, in Cifa prima, e Controls poi, Bauma, anche se per ragioni diverse, ha sempre costituito un punto di riferimento. Fu così anche quando nel 2010 il vulcano islandese Eyjafjallajökull portò meno visite, e quindi un basso ROI: ma di fatto l’edizione seguente registrò l’ennesimo record di espositori e visitatori. È chiaro che la pandemia ha cambiato e cambierà i nostri modi di muo-
verci e di riferirci al mercato. Forse le fiere, Bauma incluso, non saranno più come le conosciamo, e pertanto dovremo abituarci a una nuova realtà dove prevarranno approcci e tematiche diverse. Di certo le conseguenze, e non solo a causa di Bauma, ci faranno capire tante cose, magari anche una po’ a discapito della manifestazione bavarese stessa. Molti eventi piccoli, ma iperspecializzati, con particolare riferimento al tunnelling, al calcestruzzo, all’asfalto e al drilling, avranno sempre più successo, e probabilmente cresceranno anche in funzione del mercato. Le stesse tematiche che Bauma propone per il 2022 vanno in direzioni molto chiare: emissioni zero, il cantiere digitale, i materiali e i metodi costruttivi nel futuro, la strada verso macchine autonome e un mining sostenibile, efficiente e, soprattutto, affidabile. Del resto il “Moon Village”, di cui l’ESA parlava nel 2015, sarà presto realtà. ❑
LE “ALTRE” FIERE Abbiamo interpellato alcune fiere che potrebbero risentire in qualche modo dello slittamento di Bauma a ottobre. Iniziamo riportando la risposta di Piacenza Expo per Geofluid. “In conformità alla nostra condotta lineare, confermiamo lo svolgimento di Geofluid a settembre 2022. Questo per ritornare nella biennalità corretta della manifestazione” ha dichiarato Sergio Copelli, direttore di Piacenza Expo. “La decisione di Messe München imporrà molte riflessioni alle aziende espositrici di Bauma su questa edizione transitoria”. “Dal nostro canto Piacenza Expo lavora per mantenere la felice specializzazione dell’evento al fine di valorizzare la presenza professionale e migliorare ulteriormente il costo-contatto a favore delle aziende espositrici” ha confermato Alessandra Bottani, Project Manager e Responsabile della manifestazione Geofluid. “In questo periodo storico l’attenzione deve volgersi anche all’integrazione delle tecnologie che favoriscono una maggiore efficacia del prodotto fiera, prolungando nel tempo gli effetti della partecipazione espositiva. Non si possono paragonare
e mettere in competizione due eventi così diversi per dimensioni espositive, numero di visitatori generici e merceologie coinvolte, come Geofluid e Bauma. Geofluid ha una valenza specifica e strategica per tutto il settore della geotecnica e del drilling and foundations.” Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha invece puntato l'attenzione sull'autonomia decisionale dell'ente organizzatore di Samoter, lasciando intendere una prossima valutazione in merito alle date di Samoter 2023: “purtroppo, Covid-19 ha sparigliato le carte in molti comparti, e i calendari fieristici non fanno eccezione. Lo spostamento di Bauma a ottobre probabilmente non rappresenta la soluzione ottimale per molti altri eventi di settore e per alcune aziende. Certo è che ci troviamo in una situazione anomala e, come organizzatori di fiere, possiamo anche capire la volontà di Bauma di ripartire al più presto in presenza e intercettare la ripresa, tornando a incontrare i propri clienti e stakeholder dopo più di un anno di iniziative online.
E non dobbiamo comunque dimenticare che restiamo in un contesto di mercato libero e competitivo, dove ognuno applica le proprie strategie commerciali, specialmente se si trova in una posizione dominante. Questa è una considerazione generale. Per quanto riguarda il caso specifico di Samoter 2023, come Veronafiere abbiamo il vantaggio di subire molto meno le decisioni altrui sulle date. Essere organizzatori diretti di quasi il 90% delle fiere che si tengono nel nostro quartiere ci permette di essere molto più flessibili sulla programmazione, e su eventuali riposizionamenti per armonizzare i calendari nazionali e internazionali. Senza dimenticare che ogni nostra decisione riguardo a Samoter, compresa la calendarizzazione, è sempre concordata collegialmente insieme al comitato d’indirizzo della manifestazione, in cui siedono associazioni di categoria e aziende del settore. Perché, come sempre, il nostro obiettivo è fornire un prodotto tagliato su misura delle esigenze delle imprese e della filiera industriale che rappresentiamo”.
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EditorialeOff DI MAURIZIO GUSSONI
La coerenza dello scorpione
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SII MOLTO CAUTO NEL PARLARE, PERCHÉ TU NON ABBIA A VERGOGNARTI SE LE TUE AZIONI NON FOSSERO STATE POI ALL’ALTEZZA DEI DISCORSI”. (CONFUCIO)
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ella favola della rana e dello scorpione, Esopo fece morire entrambi, ma giustificò il gesto suicida dello scorpione con la sua natura di assassino naturale. Così è per tale Beppe Grillo, uno che ha per natura il prendere tutti per i fondelli, e nel contempo il badare al proprio tornaconto con ogni mezzo. Come sbandierare la coerenza mentre si è incoerenti; celebrare la democrazia, mentre si è despoti; sostenere ciceronicamente che la legge è uguale per tutti, salvo che per il proprio figlio. Ma, alla fine, come è stato per il nobile scorpione, la poco nobile politica di Grillo ha dato il peggio di sé. Infatti, dopo averci annoiato per mezzo lustro, spacciando un grigio e vuoto personaggio come Giuseppe Conte in guisa di statista salva-Italia, quando l’uomo con la pochette non gli è servito più, lo ha gettato nella spazzatura come si fa con un cartone di latte. Dopo aver bevuto il latte, ovvio. Nulla di strano, la vita è fatta di gente che si approfitta di altra gente. Di gente che non conosce il valore della riconoscenza. Di gente che per il proprio interesse calpesterebbe anche quello dell’amico più caro o del parente più stretto. Ma, quella di Grillo, per quanto negativamente consueta, è stata un’operazione che trasuda immoralità e ipocrisia come poche altre. Conte, infatti, da evidente parvenu della politica, oggetto delle infinite entusiastiche lodi grilline, si era convinto di essere bravo. Di essere indispensabile. Anche se, indispensabile, al massimo lo era per il suo fornitore di fazzoletti da taschino. Insomma, Grillo aveva creato un mostro. Ma, quando il mostro non è servito più, per toglierselo di torno, Grillo lo ha pubblicamente deriso, umiliato e... riportato allo stato laicale. Allo stato dal quale era venuto: alle sedie di avvocaticchio di periferia e di professorino dalla penna rossa. A nulla sono servite le difese di molti del suo partito, tutti figliocci di Grillo. A nulla sono servite le argomentazioni dell’interessato. Grillo aveva deciso, e aveva deciso come sempre aveva fatto: sulla pelle degli altri. A questo punto poco importa chi la spunterà, quello che si è capito - e che non può più essere mutato - è il metodo che il cosiddetto “elevato” usa. Simile a quello che, pubblicamente, ha usato per difendere il figlio dalla volgare accusa di violenza sessuale. Il metodo del padre-padrone, il solo che conosce. Questo è il personaggio che, con la sua politica, in questi anni ha fatto guadagnare decine di milioni di voti a un partito con un personale politico che, al massimo, poteva concorrere per i premi di una sagra rionale. Ma questo dimostra pure che molti, troppi elettori, nella cabina con davanti la scheda, al massimo, possono interpretare la parte che Esopo fece fare alla rana! ❑
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