Pentascienze - La rivista scientifica dell’IIS “G. B. Pentasuglia”
GALILEO GALILEI E ALAN TURING Si può continuare a fare scienza quando si è vittima di pregiudizi? 'Tutte le verità sono facili da capire una volta che sono state rivelate. Il difficile è scoprirle'' (G. Galilei)
Per aver infranto il divieto di sostenere la teoria copernicana, Galileo fu processato dal Santo Uffizio di Roma e condannato per "veemente sospetto di eresia" al carcere con sette voti favorevoli su dieci; egli tuttavia non scontò la pena comminata perché il giorno successivo alla sentenza, il 22 giugno 1633, abiurò, rinnegando le idee alle quali si era infaticabilmente dedicato tutta la vita. In seguito all’abiura la pena fu commutata negli arresti domiciliari che lo scienziato pisano scontò presso la sua casa di Arcetri fino alla sua morte. Solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, la commissione di studio, istituita da papa Giovanni Paolo II per riesaminare il caso Galileo e accertare eventuali errori processuali, ha ammesso l’ingiusta condanna e ha riabilitato lo scienziato.
Galileo Galilei e Alan Turing, nati a circa 340 anni di distanza l'uno dall'altro, apparentemente senza legami tra di loro, sono uniti dal medesimo destino. Mettere a confronto la vita e l’esperienza scientifica di questi due grandi uomini può apparire un’operazione ardita, ma, a guardar bene, soffermandosi un momento a riflettere, se sono differenti nello spazio e nel tempo, sono estremamente simili nella passione con cui hanno affrontato le loro ricerche scientifiche, nonostante le difficoltà e le opposizioni. Entrambi, per amore della scienza e della scoperta, per la loro irrefrenabile voglia di dare una spiegazione ai perché della vita e della natura, hanno sofferto quando non è stata data loro la possibilità di proseguire nel lavoro iniziato. Infatti, sia Galileo sia Turing sono stati vittime di una morale ottusa e retrograda, una morale cristiana che non concepisce chi mette in dubbio l’ipse dixit, nel caso di Galileo, e di una morale puritana e bigotta che non comprende che l’orientamento sessuale non è una pregiudiziale per il lavoro e la ricerca. In un tempo in cui non vi era una chiara distinzione tra sistema solare ed universo, Galileo dimostrò, con metodo scientifico, la veridicità della teoria sviluppata nel cinquecento dall’astronomo polacco Copernico, secondo la quale il Sole è al centro dell'universo e i pianeti, Terra inclusa, ruotano attorno ad esso. Così facendo, Galileo, come prima di lui Copernico, smentì la dottrina tolemaica, che affermava fosse la Terra a stare immobile e tutti gli altri pianeti e astri a girarvi intorno. La dottrina tolemaica era tuttavia la dottrina cosmologica di riferimento della Chiesa romana e questo in ragione della sua compatibilità con la concezione religiosa dell’uomo epicentro del creato divino. 10