Pentascienze - La rivista scientifica dell’IIS “G. B. Pentasuglia”
IL CLIMA IN UN’EQUAZIONE Il cambiamento climatico con l’aiuto della matematica: l’equazione dei disastri del prof. Antonello Pasini Da qualche anno le giornate sono sempre più calde ma il mondo non si chiede il perché; assaporiamo il gusto delle passeggiate all’aperto anche in pieno inverno, delle gite a mare ad ottobre inoltrato ma non ci chiediamo mai se tutto ciò sia normale. Lasciamo correre quello che pensiamo di non poter cambiare, limitandoci a lamentarci, non vogliamo mai soffermarci a riflettere su piccoli ma grandi comportamenti che possono migliorare la vita presente e futura. Basterebbe ascoltare il parere di esperti, per capire cosa si nasconde dietro quel calduccio insperato, ma assolutamente innaturale, di cui godiamo anche in pieno inverno.
buendo in maniera sostanziale a danneggiare il clima dei paesi del terzo mondo. Questi ultimi, paradossalmente, non sono responsabili delle emissioni ma sicuramente sono vittime del riscaldamento globale: una vera e propria disparità internazionale. Pasini con il linguaggio della matematica, potente e universale anche al cospetto di eventi funesti, ha costruito una vera e propria “equazione dei disastri”. È un’equazione molto semplice già in uso per calcolare il rischio R da eventi naturali: R = P × V × E, dove R è ovviamente il rischio; P è “la probabilità che un fenomeno climatico di una certa intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area”; V la vulnerabilità del territorio cioè “la propensione a subire danneggiamenti”, a causa di eventi esterni di una certa rilevanza; E il valore o la quantità di elementi a rischio presenti in una certa area. I termini che compaiono nell’equazione, vengono considerati tutti indici di valore compreso fra 0 ed 1. Poiché il rischio è dato dal prodotto di tre fattori compresi fra 0 ed 1, anch’esso varierà nel medesimo intervallo, dove un rischio prossimo a 0 viene considerato basso, mentre un valore tendente ad 1 è sinonimo di rischio elevato. Le tre variabili P, V ed E non rimangono sempre le stesse: nel recente passato i valori in gioco stanno spostandosi tutti verso quota 1, accrescendo notevolmente il rischio. A causa delle attività umane, il rischio tende ad esasperarsi in tutte le sue componenti: il riscaldamento globale di origine antropica intensifica la probabilità (P) che si verifichino eventi meteo-climatici violenti; azioni umane come il disboscamento o la cementificazione del suolo aumentano la vulnerabilità (V) a ondate di calore o alluvioni; mentre l’urbanizzazione aumenta l’esposizione (E) di un numero crescente di persone, edifici, infrastrut-
Antonello Pasini, climatologo e docente di Fisica del Clima presso l’Università di Roma 3, si è, a lungo, occupato del tema del cambiamento climatico, in particolare dell’aumento della temperatura. Secondo l’esperto, a partire dagli anni ’60, del secolo scorso c’è stato un forte aumento della temperatura media globale, con una rapidità che non ha uguali nel passato. La causa fondamentale di questo aumento è la maggiore quantità dei cosiddetti “gas serra” (come l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto) presenti in atmosfera, dovuta alle combustioni fossili di carbone, petrolio, gas naturale, alla deforestazione e ad un’agricoltura spesso non sostenibile. E se, storicamente, la responsabilità maggiore delle emissioni di questi gas in atmosfera era dei paesi industrializzati, ora anche alcuni paesi emergenti, come quelli dell’Est del mondo, stanno contri6