A tutto Civ. Sessant'anni controcorrente (di Gianfranco Civolani)

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CORRIERE DELLO SPORT – STADIO 14 novembre 1993

ADDIO CAMPIONE

Andiamo tutti a vedere che forse passa il Rex. Sì, laggiù al mare c’è anche un po’ di foschia, ma forse il Rex come d’incanto apparirà in questo piccolo porto delle nebbie, chi lo sa. E intanto qui in Piazza Grande migliaia di riminesi portano l’ultimo saluto-omaggio al loro dilettissimo concittadino, al ragazzo che in un’alba del Trentanove prese il trenino e salutò la sua impagabile compagnia. Nella sala delle Colonne in piazza Cavour c’è la bara con un grande fascio di rose rosse (“la tua Giulietta”) e accanto al feretro c’è una donna che piange in solitudine. È Valentina Cortese che non è Gelsomina e che non è Cabiria e che non è nemmeno Giulietta degli Spiriti, ma che fu sempre così felliniana nei suoi comportamenti e nelle sue espressioni più vitali. Nel mentre sfilano tutti e sono mille, cinquemila, diecimila, ma che importanza può avere fare numeri a casaccio quando ci sono tanti giovani che ai tempi dei Vitelloni non erano nemmeno nati, tanti giovani e giovanissimi che evidentemente hanno il culto delle memorie storiche? Poi arrivano anche i politici, ma sì, il signor sindaco, il presidente della Regione, il riminesissimo Renato Zangheri, il patròn del Grand Hotel Pietro Arpesella e quant’altri e la partecipazione è così compita e composta com’è nelle abitudini di gente che sa sempre come e cosa fare. Si sfila – dicevamo – e si lasciano messaggi. Ognuno ci tiene a vergare di suo pugno un semplice pensiero, un ghiribizzo di penna, una riverenza in forma di prosa. E al momento


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