Navighiamo insieme. Italiano 5

Page 116

LETTURA

ATTILA, IL DISTRUTTORE 1 Leggi attentamente il testo.

Quasi duemila anni fa nasceva un bambino che sarebbe diventato uno dei nemici più terribili di Roma e dell’umanità. Attila era il re degli Unni, un popolo nomade di origine mongola, sempre in movimento, alla ricerca di nuovi territori o città da depredare e distruggere. Gli Unni erano abili cavalieri e combattenti: infatti, sin da piccolissimi i bambini venivano addestrati a cavalcare e a tirare con l’arco. Velocissimi negli spostamenti, erano una vera sciagura per le popolazioni che incontravano, perché distruggevano, bruciavano e saccheggiavano tutto. Gli Unni e il loro re non avevano paura di niente e nessuno perché venivano abituati a sopportare il dolore fin dalla più tenera età. Attila, giovanissimo, fu inviato in Italia dallo zio, re in carica, perché imparasse il latino e la cultura di Roma. Attila era spietato e molto intelligente; ideò nuove armi per conquistare le fortezze, come l’ariete di sfondamento per aprire i portoni e le torri d’assedio da appoggiare alle mura per superarle. Dove passavano lui e il suo esercito, la terra si copriva di morti e non si salvava nessuno. Si diceva, infatti, che dove passava Attila non cresceva più l’erba! I Romani cercarono di fermare questi barbari con le legioni e con i trattati di pace, ma la calma durava poco. Quando Attila si stancava di stare fermo, pianificava nuove invasioni nei territori dell’Impero Romano. Attila decise persino di conquistare Roma. Alla testa del suo immenso esercito, cominciò la sua discesa a cavallo, come sempre conquistando e distruggendo tutto quello che incontrava. Ma Attila, sul fiume Po, fu raggiunto dal papa in persona, che gli intimò di fermarsi mostrandogli un crocifisso. La leggenda vuole che proprio il pontefice, brandendo la croce, fosse riuscito a fermare il re unno, che decise di ritirare le truppe e di ritornare nelle sue terre. Un miracolo si era compiuto: Roma era salva! Tornato in patria, Attila ricominciò la sua vita nomade, ma la morte lo colse all’improvviso nel sonno, a quarantasei anni. I suoi guerrieri, appresa la notizia, si tagliarono i capelli e si sfregiarono il volto con le spade. Il re infatti voleva che la sua morte fosse pianta non con le lacrime, ma con il sangue. (C. Torelli, Vite da Favola. Storie vere di sovrani e condottieri, Einaudi Ragazzi)

114

OdA Leggere e comprendere sviluppando un’interpretazione personale del testo a partire dal suo contenuto e dalla sua forma (racconto biografico).


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.