Notiziario della Marina ottobre 2020

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Scoglio Strombolicchio, fanale di atterraggio di Fabio Dal Cin

’ultima navigazione ci ha trasportati nella storia quasi dimenticata del faro, oggi non più esistente, costruito sull’isolotto di San Paolo nel Mar Grande di Taranto. Riprendiamo ora il nostro viaggio nel Mare nostrum alla scoperta dei segnalamenti marittimi meno conosciuti: navighiamo quindi in direzione sud – ovest, costeggiando il versante ionico della costa calabra e raggiungiamo e attraversiamo lo stretto di Messina. La storia del nostro “Notiziario del Segnalamento” ci porta oggi ad esplorare le acque a nord della Sicilia, e conoscere un isolotto facente parte di un arcipelago definito “perla del Tirreno”: qui le isole erano l’incubo dei forzati, mandati per estrarre olio e ossidiana e nella notte dei tempi furono gli abituri delle sirene che attiravano i marinai lungo le loro rischiose rotte. E’ l’arcipelago delle Eolie, il curioso isolotto è Strombolicchio, temporanea meta del nostro viaggio. Qui, racconta il “Notiziario”, nel lontano 1925 “è stato costruito un casotto in pietra a ridosso degli scogli che fa da magazzino. Sullo stesso vi è una torretta cilindrica in muratura alta 7 metri all’interno della quale è posizionato un fuoco di atterraggio”. Il segnalamento, catalogato come “non abitato”, non è dotato di alloggi per il personale farista, ma consente, in caso d’improvvisi fortunali, un ridosso sicuro. Il fanale di atterraggio, quasi come fosse una sentinella avanzata dell’arcipelago, è posizionato su di una rupe quasi inaccessibile, ed essere un “buon marinaio e vogatore”, prosegue il “Notiziario”, “rientrava tra le speciali

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attitudini che il segnalamento richiedeva dal personale.” Una lettera del Comando Zona Fari Messina del 30 novembre 1978 presenta così il fanale di Strombolicchio: “Com’è noto, il fanale Strombolicchio numero 3310 E.F. ubicato sulla sommità dello scoglio omonimo, a circa 50 metri dal livello del mare, è il segnalamento più a Nord delle isole Eolie e, precisamente, a circa 1.400 metri a Levante dalla costa di Stromboli. Il fuoco in questione, in virtù della sua posizione geografica – tra i fari di Capo Vaticano e Paola – è particolarmente importante perché trovasi lungo le rotte maggiormente seguite dalle navi da e per lo stretto di Messina. Lo scoglio su cui è sistemato il fanale è caratterizzato da pareti rocciose a strapiombo sul mare ed è accessibile solo in condizioni meteo favorevolissime, attraverso una scalinata divenuta oramai inagibile per il crollo dei numerosi gradini. Il fuoco predetto è alimentato a gas acetilene compresso in bombole da 70 kg ed il trasporto di bombole sulla sommità dello scoglio avviene a spalla d’uomo con notevoli difficoltà per i motivi anzidetti.”

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