Febbraio 2022

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Il TERZO tempo

LA CURIOSITÀ E LA VOGLIA DI IMPARARE COME ANTIDOTO AL TEMPO CHE PASSA di Lidia Ravera

V

e lo ricordate? Sul numero scorso vi avevo chiesto di rispondere, anche voi, alla domanda con cui avevo concluso un incontro - dal vivo - sul mio ultimo romanzo. La domanda era: che cosa vi fa più paura quando pensate alla vecchiaia? Avete risposto in pochi. Strano, perché in genere siete molto attivi, cioè interattivi. Domanda scomoda? Fra i pochi che hanno risposto, c’erano due negazionisti: due uomini. Uno ha scritto: «Io ho 78 anni e non ho paura della vecchiaia perché la vecchiaia non esiste». Un altro, che non specificava la sua età, è andato più a fondo sul tema, vi copio qui le sue parole: «Mio padre è morto che aveva quasi tutti i suoi denti in bocca, i suoi, non quelli del dentista, ti alzava da terra un vaso pieno di terra che te non lo spostavi neanche coi piedi, mio padre era capace di mangiare 12 uova sode per sfidare un altro del paese e a ottant’anni andava ancora a ballare la domenica. Non è mai stato vecchio mio padre. Una mattina non si è svegliato e basta, aveva 101 anni 12

e otto mesi. Io sono come lui. Vecchi ci si nasce e ci si resta. Mio padre è nato giovane e ci è rimasto. E io sono come lui». Come è rassicurante potersi specchiare nelle vecchiaie belle dei nostri genitori! Io non ho avuto questa fortuna. Mia madre è morta che aveva ottant’anni o poco più. Dopo mesi e mesi di tribolazioni, il Parkinson, la depressione… Mio padre è morto novantatreenne, dopo anni in cui non era più del tutto presente a se stesso. Ripeteva spesso una frase: «Invecchiate, invecchiate gente… e poi ridete se potete». Era stato, per tutta la vita, un uomo spiritoso, capace di canticchiare rime inventate da lui e di prenderti in giro senza cattiveria. Verso la fine la cifosi l’aveva rimpicciolito e non aveva più voglia di discutere con me sull’esistenza di Dio o della sostanziale bestialità della natura umana… Ecco che cosa mi fa paura della vecchiaia: perdere la voglia di scambiarsi opinioni, di ascoltare gli altri, di sostenere le proprie tesi. Mi fa paura perdere il desiderio, l’impulso di progettare. Non c’è una tecnica di prevenzione, né una cura, nessuno riesce a

non invecchiare se escludi quelli che muoiono giovani. Tutto ciò che è vivo è soggetto a usura, gli oggetti durano più di noi: un umile vaso da notte, se è stato costruito comprato e utilizzato nel 1725 è antiquariato, puoi trovarlo alle aste di Sotheby’s e pagarlo migliaia di euro, puoi esporlo in salotto, invece di nasconderlo sotto il letto, come ai tempi in cui conteneva deiezioni uma-

www.spazio50.org | febbraio 2022

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