Marzo 2022

Page 10

La forma delle nuvole

Un padre e una figlia osservano il mondo

MATERNITÀ E LAVORO, UNA QUESTIONE ANCORA APERTA di Gianrico e Giorgia Carofiglio

Q

Sui diritti lavorativi, la parità salariale tra uomo e donna è ancora un traguardo lontano. Un divario che persiste e che richiede soluzioni inaspettate 10

uando l’ONU annunciò che il 1975 sarebbe stato l’Anno delle Donne, un comitato che riuniva le maggiori organizzazioni femminili islandesi propose di sottolineare l’importanza dell’evento con uno sciopero generale. L’iniziativa doveva mandare un messaggio forte: senza il lavoro delle donne, così spesso sminuito, il Paese avrebbe semplicemente smesso di funzionare. Il 24 ottobre del 1975, le donne islandesi non si presentarono al lavoro e scesero in piazza. Soprattutto, si rifiutarono di accudire figli e persone malate, di cucinare, di prendersi cura della casa. Banche, fabbriche e moltissime scuole chiusero i battenti per mancanza di lavoratrici. Padri disperati furono costretti a portare i figli al lavoro con sé, armati di caramelle e matite colorate per intrattenerli. Le salsicce, facili da cucinare e amate dai bambini, divennero introvabili sugli scaffali dei negozi. Passò solo un anno perché il governo approvasse una legge contro la discriminazione sessuale nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Era un passo iniziale: nel 1980 l’Islanda diventò il primo Paese al mondo ad eleggere una donna Presidente della Repubblica. Nel 2022, sono ancora poche le donne che arrivano ai vertici delle aziende, delle professioni, della politica. La parità è lontana: in Italia e nel

mondo - Islanda inclusa - le donne, in media, continuano ad essere pagate meno degli uomini. Un divario salariale, o “gender gap”, che persiste anche davanti all’aumento costante della presenza femminile in tutte le occupazioni. Una delle ragioni plausibili è che questa discrepanza sia dovuta a scelte individuali: le donne preferiscono lavorare in campi che sono meno pagati - nell’insegnamento o nella cura degli altri, ad esempio - ma più gratificanti dal punto di vista umano. O ancora, si orientano verso mestieri che permettono di conciliare famiglia e lavoro, che non richiedono orari estenuanti, a costo di sacrificare possibilità di carriera. Se il divario salariale fosse dovuto solo alla scelta di uomini e donne di intraprendere professioni diverse e dare la precedenza alla flessibilità o all’ambizione, allora il problema non sussisterebbe. Ma a che punto si può disegnare il confine tra scelte personali e la realtà in cui si vive? Quanto conta il contesto in cui viviamo? Una serie di studi, i cui risultati sono stati replicati in numerosi Paesi occidentali, ha dimostrato che le donne pagano più di ogni altra cosa il prezzo di diventare madri. Le donne che non hanno figli hanno guadagni più in linea con quelli degli uomini, per i quali invece la paternità non determina una riduzione degli stipendi. Al

www.spazio50.org | marzo 2022

_Carofiglio_4_A 10

16/02/22 15:35


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.