Previdenza
a cura di Luca Giustinelli
Più ammortizzatori sociali per uscire dalla crisi Con la Legge di Bilancio 2022, in tema di lavoro, si allarga il numero dei soggetti tutelati. Una mossa volta a limitare gli effetti di potenziali crisi occupazionali
I
n questi ultimi anni, la questione previdenziale ha spesso occupato le cronache e il dibattito pubblico, assumendo, come forse mai in passato, centralità nel programma di tutte le forze politiche, nel tentativo di giungere ad una riforma pensionistica che portasse ad un superamento della tanto criticata riforma Monti-Fornero. Ma, ovviamente, non c’è solo la questione pensioni. Benché questo argomento sia stato in misura minore sotto la luce dei riflettori, la crisi economica che ha attanagliato negli ultimi anni il nostro Paese - drammaticamente aggravata dalla pandemia - ha fatto emergere anche l’inadeguatezza della rete di protezione sociale, che per un verso arrivava a tutelare solo alcune categorie di lavoratori, e per l’altro ha dimostrato di non essere in grado di garantire ai beneficiari prestazioni economiche tali da rappresentare un reale e sufficiente sostegno. Per questo, con la Legge di Bilancio 2022 il Governo ha dovuto mettere
mano a una riforma degli ammortizzatori sociali, finalizzata sia all’ampliamento dei soggetti tutelati (si stima che questa riforma introduca o estenda le tutele per circa 12,4 milioni di lavoratori) che alla riforma delle politiche attive, per limitare gli effetti di potenziali crisi occupazionali, consentendo così ai lavoratori di affrontare con maggiore serenità eventuali fasi di transizione, frequenti o comunque possibili nell’attuale contesto economico. Questa riforma è ispirata al principio del cosiddetto “universalismo differenziato” previsto dal PNRR: “L’obiettivo è mettere a sistema l’ampliamento del campo di applicazione delle prestazioni assicurative in costanza di rapporto, garantendo a tutti i lavoratori specifici trattamenti ordinari e straordinari di integrazione salariale, differenziando durata ed estensione delle misure di sostegno al reddito sulla base delle soglie dimensionali dell’impresa e tenendo conto delle caratteristiche settoriali, con un raffor-
zamento della rete di sicurezza contro la disoccupazione e l’inoccupazione implementando le protezioni dei lavoratori discontinui e precari”. In concreto, le principali novità della riforma sono costituite da: Ampliamento della platea dei lavoratori destinatari delle integrazioni salariali Viene ampliata la platea dei destinatari delle integrazioni salariali: la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), quella Straordinaria (CIGS), i Fondi di solidarietà bilaterali e il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) vengono estesi anche ai lavoratori a domicilio e agli apprendisti. Viene inoltre ridotta da 90 a 30 giorni l’anzianità minima di effettivo lavoro che i lavoratori devono possedere per poter beneficiare dell’integrazione. Importo dei trattamenti di integrazione salariale Per i trattamenti relativi a periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 1° gennaio 2022, viene introdotto un unico massimale (per l’anno 2021, pari a € 1.199,72), annualmente rivalutato, che prescinde dalla retribuzione mensile di riferimento dei lavoratori. marzo 2022 | www.spazio50.org
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