Speciale
Anno 30 Supplemento a Dimensione Pulito N.4 maggio 2021
Cantieri UN PERCORSO FORMATIVO PER LA CULTURA DEL PULITO
NORMATIVA
Gli appalti al tempo della pandemia SICUREZZA
Procedure anti-Covid nei cantieri TRATTAMENTI
Riportare all’antica luce gli edifici storici FORMAZIONE
Come individuare il corretto set-operativo
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Periodico mensile edito da
Quine Srl Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel. 02 881841
S OM MAR I O S PE CIALE CANTI E R I AN NO 30 SU PPLE M E NTO D I M E N S ION E PU LITO N.4 MAGG IO 2021
Direttore editoriale Ornella Zanetti | ornella.zanetti@quine.it Direttore Responsabile Marco Zani Direttore Tecnico Maurizio Pedrini Coordinamento editoriale Chiara Scelsi - chiara.scelsi@quine.it Loredana Vitulano - loredana.vitulano@quine.it
12
Redazione Cristina Cardinali - c.cardinali@dimensionepulito.it Simone Ciapparelli - simone.ciapparelli@quine.it Consulenti tecnico scientifici per la sezione Igiene&Ambiente Chiara Dassi - Graziano Dassi Ufficio traffico e Servizio abbonamenti Ornella Foletti - ornella.foletti@quine.it
YOUR INFORMATION PARTNER
Responsabile Commerciale Luigi Mingacci - dircom@quine.it
YOUR INFORMATION PARTNER IN COPERTINA
Pubblicità e Sviluppo: Filippo Viola - f.viola@lswr.it Guido Rossi - g.rossi@lswr.it Edoardo Rossi - e.rossi@lswr.it Paolo Simeoni - p.simeoni@lswr.it
#42
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TAVOLA ROTONDA
Conto Termico e TEE. A che punto siamo?
#251
ANNO 8 - FEBBRAIO 2017
IMPIANTI NEGLI NZEB: DALLA TEORICA ALLA PRATICA MARCO EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME BOSELLI IMPIANTI ADBosch ARIAriparte PRIMARIA VS VAV da… Bosch FOCUS COMMISSIONING
NOVEMBRE/DICEMBRE 2016
Analisi del processo e case study Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 - Omologazione n. DCOCI0168
SOTTORAFFREDDAMENTO CLASSIFICHE 2015 ADIABATICO PER LA
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Organo ufficiale
bimestrale
bimestrale
ISSN: 2038-0895
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
A SCUOLA DI EFFICIENZA
Produttori e distributori: ce la si può fare!
ISSN: 2038-0895
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE ITS Dove va la filiera?
A SCUOLA DI EFFICIENZA
FOCUS Un anno di logistica MATERIA CONNECTION
FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE Produttori e distributori: ce la si può fare! DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
SAIE INNOVATION 2016 MEDAGLIE D’ORO A “IMPATTO ZERO”
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
ITS Dove va la filiera?
FOCUS Un anno di logistica
COMMISSIONING MATERIA CONNECTION
FOTOVOLTAICO INTEGRATO STORIA E ITER PROGETTUALE PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE
Passo obbligato e grande opportunità
Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
Organo ufficiale AiCARR Organo ufficiale ANGAISA Prezzi e abbonamenti
DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
SAIE INNOVATION 2016 MEDAGLIE D’ORO A “IMPATTO ZERO”
FOTOVOLTAICO INTEGRATO STORIA E ITER PROGETTUALE PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE
RIO
C&R
ISSN n. 1974-7144
Passo obbligato e grande opportunità
Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/MI
CLAUDIO DE ALBERTIS, INGEGNERE VISIONARIO pag. 5 • NUOVE NORME UNI pag. 21 • MOSTRE E CULTURA pag. 21 • IN LIBRERIA pag. 21
VALIDAZIONE
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
a pag. 12
I BENEFICI DELLA NORMAZIONE alle pagg. 1617
alle pagg. 2223
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1563
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L’EDITORIALE
Innovazione e cambiamento
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www.dimensionepulito.it Un CNI eletto per dare risposte www.cleaninginternational.com N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri
di GIOVANNA ROSADA
O
gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica? n
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/MI
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LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R NORMATIVA
Panoramica di inizio anno
NOVEMBRE/DICEMBRE 2016
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
42 ISSN:2038-2723
Rubino Chem è una tra le più importanti aziende nel settore chimico nazionale. Offre innovazione e tecnologia in una vasta gamma di prodotti per la detergenza professionale, garantendo l’alta qualità. L’azienda dispone inoltre di un reparto interdisciplinare di Ricerca & Sviluppo d’avanguardia, e punta sempre ad eccellere.
#251
ISSN:2038-2723
FOCUS
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
di MATTEO PALO
R
iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
In USA volano le infrastrutture
TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono
ROBOTICA
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PROGE T TA ZIONE
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AUTOMAZIONE
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AT T UA L I TÀ
MACCHINE UTENSILI
Al centro della fabbrica intelligente
50 anni di torni
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
[pag. 10]
– Anno 72 - n. 9
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MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
a pag. 15
FINANZIAMENTI PMI
TAVOLA ROTONDA
Editoriale
Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
Italia scossa
Newsletter Responsabilità SCIA, operativo Top 7 megail modello unico infrastrutture del 2016 NORMATIVA Supplemento a Dimensione Pulito periodico Installatore GUIDE dell’ Professionale 7 mensile registrato: autorizzazione Ancora trattative e consultazioni? NI eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture 10 Gli appalti al tempo del Tribunale di Milano N. 598 del 9.11.92 QUOTA RINNOVABILI EDIFICI SPECIALE MILLEPROROGHE LA DISTRIBUZIONE e proroghe Tutti i rinvii Newsletter LaDI pubblicazione obblighi o ristampa di articoli e NEGLI IMPIANTI RISCALDAMENTO SCIA, operativo Top 7 megadel Covid-19 l modello unico infrastrutture del 2016 immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto Ancora trattative e consultazioni? Cristiano Cominotto www.meccanica-automazione.com MECCANICA&AUTOMAZIONE dall’editore. Gli articoli pubblicati su Dimensione MENSILE PER LA www.ammonitore.com PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS IL PORTALE CHE TI UOTA RINNOVABILI EDIFICI SPECIALE MILLEPROROGHE obblighi e proroghe Tutti i rinvii LA GUIDAPulito DA PORTARE sono sottoDAL la responsabilità 1952 IL PERIODICO degli autori. LA RIVISTA PER PROGETTARE Organo ufficiale Confapi www.rivistainnovare.it SUBFORNITURA E GUIDA VERSO LA NEL MONDO DELL’INDUSTRIA SEMPRE CON SÉ PER D’INFORMAZIONE I manoscritti e i disegni pubblicati INFORMAZIONE LA SMART INDUSTRY LA PRODUZIONE SMART INDUSTRY MECCANICA E DELLE MACCHINE CONOSCERE TUTTI I PERsaranno INGEGNERI restituiti. E ARCHITETTI TECNICO SCIENTIFICA INDUSTRIALE SICUREZZA non UTENSILI TRUCCHI DEL MESTIERE NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PER LE PMI www.meccanica-automazione.com MECCANICA&AUTOMAZIONE INFORMATIVA AIPROFESSIONALE SENSI DEL VIAGDPR MAIL 2016/679 MENSILE PER LA www.ammonitore.com PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS PORTALE CHE TI Ogni 15che giorni iOrgano raggiunge 42.000 possesso iscritti Si rende noto datiufficiale inoltre nostro 12 Procedure anti-Covid ILGUIDA 952 IL PERIODICO www.rivistainnovare.it SUBFORNITURA Confapi E LA RIVISTA PER PROGETTARE VERSO LA NEL MONDO DELL’INDUSTRIA NFORMAZIONE liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi INFORMAZIONE LA SMART INDUSTRY LA PRODUZIONE SMART INDUSTRY MECCANICA E DELLE MACCHINE GNERI E ARCHITETTI nei cantieri TECNICO SCIENTIFICA relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono INDUSTRIALE UTENSILI R – L’AGGIORNAMENTO PER LE PMI utilizzati secondo quanto previsto dal GDPR SIONALE VIA MAIL Michele Tritto 2016/679. aggiunge oltre 42.000 iscritti Titolare del trattamento INTERVENTI 18 La variabilità è Quine srl, via Spadolini, 7 - 20141 Milano (info@quine.it). dei comportamenti 30 L’originaria bellezza Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca Antonio Zuliani del Tempio Canoviano dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile IVO GRASSO e rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti MASSIVE ARTS a cura di Cristina Cardinali dal D.Lgs 196/2003. SALVATORE ADDEO INTERVISTA www.audiofader.com © Quine srl – Milano 38 La pietra torna a risplendere WEBSITE AGGIORNATO DI FORMAZIONE E www.MTEDocs.it IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI www.pulizia-industriale.it QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILEBauli: DIGITALE aMENSILE 20 Gruppo “lezione” IVO GRASSO e www.terminidellameccanica.com TUTTI IMASSIVE VOLTI E LEARTS AZIENDE a CAMPO cura Simone INFORMAZIONE TECNICHE OPERA NEL DA 50 ANNI LA VOCE AGGIORNAMENTO PER DELLAdi PULIZIA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA PER L’AUTORIPARAZIONE IL MECCATRONICO INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E AUTOREVOLE DEL CLEANING SALVATORE di pulizia e sanificazione E DELL’AUDIO PROFESSIONALE ADDEO DELLA MECCATRONICA www.audiofader.com FACILITYCiapparelli MANAGEMENT Distribuzione WEBSITE AGGIORNATO 1. Disinfestazione e servizi ambientali MaurizioIL Pedrini PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI www.pulizia-industriale.it QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE MENSILE DI FORMAZIONE E www.MTEDocs.it 2. Alberghi Tempi moderni m TUTTI I VOLTI E LE AZIENDE INFORMAZIONE TECNICHE OPERACON: AGGIORNAMENTO PER QUINE NEL CAMPO DELLA PULIZIA DA 50 ANNI LA VOCE48 COLLABORA LA PIATTAFORMA DELLA MECCATRONICA 3. Aziende alimentariITALIANA e varieDELLA PRODUZIONE MUSICALE IL MECCATRONICO PER L’AUTORIPARAZIONE INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E AUTOREVOLE DEL CLEANING E DELL’AUDIO PROFESSIONALE Costantino Zanatta FACILITY MANAGEMENT 4. Pubblici esercizi alle pagg. 1617
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N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
de”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri
organizzazione delle divisioni opedel Cni. E, in prova, due sfide: quelei servizi per gli i e delle strutture oriali. Armando brano, presidente nte del Consiglio nale degli ingegnecategoria per altri à gli ingegneri fino suoi dieci anni di l’ufficialità del mionsiglieri designati esidente, è già pose mosse del nuovo siderosi di partire, ata un’indicazione l Consiglio naziole prime dichiara-
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TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono a pag. 15
Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
di Fabio Chiavieri
Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017
MACCHINE UTENSILI
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
→ pag.37
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI
a pag. 12
ICI DELLA ZIONE
segue a pag. 2
GOVERNO IN CRISI
LA TRIVELLA
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 città
a pag. 7
INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
“Il museo del futuro è il mondo intero”
a pag. 9
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca Formazione in Ingegneria Sismica →epag.25
a pag. 10
Professionisti al passo coi tempi...
Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documen→ pag.5 tare la consegna.
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
a pag. 10
In collaborazione con:
Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano
Programma Corsi di Aggiornamento Professionale Gennaio - Maggio 2017
© Collegio degli ingegneri e Architetti di Milano
È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti ivi inclusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione
NEWSLETTER – Nr.01 – Pag.1
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Novembre/Dicembre 2016
#4maggio 2016 mensile
Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
Copia offerta da:
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[pag. 10]
– Anno 72 - n. 9
Editoriale
→ pag.37
Professionisti al passo coi tempi...
50 anni di torni
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
VENERDÌ 13 GENNAIO 2017
IN QUESTO NUMERO
[pag. 14]
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Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
AUTOMAZIONE
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[pag. 14]
AT T UA L I TÀ
Il cliente prima di tutto MISURA
M-Steel qualità da oltre 40 anni
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
LAMIERA
40 anni di storia e successi nella robotica industriale
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
IN QUESTO NUMERO
MATERIE PRIME
In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano.
Un ponte tra passato e futuro
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FINANZIAMENTI PMI
TAVOLA ROTONDA
Italia scossa
LA TRIVELLA
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
MACCHINE UTENSILI
Al centro della fabbrica intelligente
di Fabio Chiavieri
segue a pag. 2
A Pavia il Centro Europeo di Ricerca Formazione in Ingegneria Sismica →epag.25
PROGE T TA ZIONE
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
GOVERNO IN CRISI
Eucentre per ricostruire la sicurezza
ROBOTICA
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L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo
L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
64
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo
MACCHINE UTENSILI
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
[pag. 18]
PANORAMA La formazione salesiana professionale
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SPECIALE Robotica Sempre più al centro dello sviluppo DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron
MATERIE PRIME
Il cliente prima di tutto
In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA
Un ponte tra passato e futuro
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
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Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
LAMIERA
40 anni di storia e successi nella robotica industriale
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo
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Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
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S PE CIALE CANTI E R I
Gli APPALTI al tempo del COVID-19 Nell’ultimo decennio, in numerosi settori economici, si è assistito all’espansione dell’esternalizzazione dei servizi. Questo fenomeno ha interessato principalmente le imprese di medie o grandi dimensioni, le quali hanno affidato ad altre imprese, lo svolgimento di servizi ausiliari alla produzione, alla vendita e allo sviluppo di un prodotto o di un servizio. Cristiano Cominotto, avvocato
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ra i contratti più comunemente utilizzati per la realizzazione dell’esternalizzazione, spicca il contratto di appalto, in quanto l’ampia definizione codicistica (art.1655 c.c.) lo rende adattabile ai più disparati ambiti economici. Tutto ciò è agevolato dal fatto che l’appalto è un contratto usato tanto nel settore privato, quanto in quello pubblico. Infatti, alla disciplina codicistica, che ne definisce l’applicazione tra privati, in caso di appalto pubblico è necessario affiancare e rispettare anche quanto previsto all’interno del cosiddetto ‘Codice degli Appalti’. Ciò che accomuna le due fattispecie è il fatto che l’appaltatore compie un’opera, un servizio o una fornitura utilizzando mezzi propri, e proprio questa caratteristica è ciò che lo contraddistingue dall’istituto del trasferimento d’azienda o di un suo ramo. Nel dibattito giuslavorista, una delle questioni centrali che si è sviluppata intorno ai contratti di appalto è la tutela dei lavoratori e la salvaguardia dei livelli occupazionali, soprattutto nelle ipotesi di cambio d’appalto. Infatti, essendo tale contratto a durata predeterminata, al suo sca-
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DIMENSIONE PULITO | 04/2021
dere si rende necessario riaffidare il servizio esternalizzato. In questa complessa operazione, disciplinata generalmente dalla contrattazione collettiva nazionale di settore e ove spesso è richiesto l’intervento delle organizzazioni sindacali, potrà capitare che il contratto d’appalto venga stipulato con la medesima impresa,
oppure potrebbe subentrare una nuova impresa, sulla quale non incombe alcun obbligo di natura legale in merito alla riassunzione del personale già impiegato presso l’appaltatore uscente. Ed ecco che si crea un vero e proprio problema di natura sociale legato alla sorte dei lavoratori. Come tutelarli?
CLAUSOLE SOCIALI
La risposta è fornita direttamente dalla contrattazione collettiva nazionale, la quale prevede l’inserimento nei contratti di appalto delle cosiddette ‘clausole sociali’. Queste clausole sono poste con l’obiettivo di tutelare la stabilità occupazionale e intendono regolare il passaggio di una parte dei lavoratori dall’impresa cedente alla cessionaria, a determinate condizioni, ma non introducono un principio generale di automaticità, in quanto lederebbe la libertà di iniziativa economica dell’impresa subentrante. Sotto il profilo pratico lo spostamento dei lavoratori
alla stipulazione di un nuovo contratto di lavoro con l’impresa subentrante, dall’altra parte, si pone il problema per l’impresa uscente di gestire tutti quei lavoratori che potrebbero essere rimasti esclusi dall’applicazione della clausola sociale, o che volontariamente potrebbero aver scelto di non stipulare il contratto di lavoro con l’impresa subentrante.
BLOCCO DEI LICENZIAMENTI
Fino a poco tempo fa, l’imprenditore uscente aveva la possibilità di ricollocare i lavoratori presso un altro appalto o una nuova sede, ovvero poteva procedere
DECRETO SEMPLIFICAZIONI
Il D.L. 31 maggio 2021, n. 77, pubblicato in GU n. 129 del 31 maggio 2021, introduce importanti modifiche alla disciplina degli appalti, soprattutto per quanto riguarda il capitolo del subappalto. Fino al 31 ottobre 2021, il tetto del subappalto sarà elevato al 50% (fino ad ora era in vigore il limite al 40%). Dal 1° novembre il contratto non potrà essere ceduto a un terzo soggetto, non potrà essere affidata ad altri l’integrale o la prevalente esecuzione delle prestazioni o lavorazioni relative al complesso delle categorie prevalenti o in caso di contratti ad alta intensità di manodopera (ad esempio quelle di pulizia). Il subappaltatore ha l’obbligo di garantire i medesimi standard qualitativi e di prestazione previsti nel contratto di appalto e di riconoscere ai lavoratori un trattamento economico e normativo non inferiore a quello che avrebbe garantito il contraente principale, inclusa l’applicazione dei medesimi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Con la nuova disciplina, se l’attività prevalente è quella che vede l’applicazione del Contratto Nazionale Multiservizi da parte del contraente principale, il subappaltatore non potrà applicare un Contratto Nazionale minore o pirata per la porzione di attività subappaltabile. Fino al 30 giugno 2023, sarà consentito l’affidamento diretto, anche senza consultazione di più operatori economici, per i lavori di importo inferiore a 150mila euro e per i servizi di ingegneria e architettura e le attività di progettazione di importo inferiore a 139mila euro (fino ad oggi la soglia è stata fissata a 75mila euro). Cristina Cardinali
si realizza attivando una procedura di nuova assunzione presso l’appaltatore subentrante, dunque dando vita a un nuovo rapporto di lavoro. Questo comporta che, da una parte, è lasciata al libero arbitrio del lavoratore la decisione in merito
con il licenziamento per motivi economici dei lavoratori in esubero. A oggi, a fronte delle straordinarie misure per la salvaguardia dei lavoratori emanate dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il ventaglio di opzioni
per l’appaltatore uscente è stato ridotto. Infatti, con i numerosi decreti susseguitisi nell’ultimo anno è stato posto in essere un vero e proprio blocco dei licenziamenti, individuali e collettivi, per ragioni di natura economica, nonché la sospensione di tutte le procedure pendenti. Tutto questo ha ovviamente investito anche il mondo degli appalti, ma in maniera peculiare. La disposizione vigente, nelle ipotesi di cambio d’appalto, ha distinto in due categorie i lavoratori precedentemente impiegati presso l’impresa uscente: coloro che verranno riassunti, in forza della legge, della contrattazione collettiva o di una clausola contrattuale ad hoc dall’impresa subentrante, e coloro che sono esclusi dall’applicazione delle clausole sociali, o che volontariamente decidono di non impiegarsi presso un nuovo datore di lavoro. Per i primi, il divieto di licenziamento non opera, in quanto ugualmente tutelati dalla certa riassunzione presso il nuovo appaltatore, lo stesso non può dirsi però per i lavoratori in esubero, per i quali rimane vigente il blocco dei licenziamenti per motivi economici, pertanto l’imprenditore potrà solo ricollocare il personale, o avvalersi di uno degli istituti di ammortizzazione sociale messi a sua disposizione. È sempre bene, però, ricordare che le restrizioni attuate a causa del coronavirus nel campo dei licenziamenti non possono spingersi al punto di sopprimere totalmente il potere disciplinare del datore di lavoro, il quale sarà sempre libero di avvalersi dell’istituto del licenziamento disciplinare nei casi indicati dalla legge. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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Procedure ANTI-COVID nei CANTIERI Per ridurre la diffusione del virus nei cantieri, la Commissione Nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro si è mossa per elaborare le procedure attuative del Protocollo di riferimento da seguire Michele Tritto, Dirigente sviluppo programmi e attività sicurezza CNCPT
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a bilateralità nel settore edile rappresenta, ormai da molti decenni, un principio fondante dei rapporti tra tutte le parti sociali che la caratterizzano. Gli Enti che ne fanno parte, infatti, sono spesso consultati dal normatore in ordine a specifiche disposizioni legislative in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’edilizia è stato il primo settore industriale a costituire organismi rappresentati pariteticamente dagli attori del processo costruttivo edile, e cioè datori di lavoro e lavoratori, per il tramite degli enti di rappresentanza riconosciuti nelle parti sociali. La Commissione Nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro (CNCPT), è l’ente paritetico che promuove la ricerca di strategie di prevenzione e la divulgazione delle evoluzioni normative e organizzative. Si occupa, in particolare, di sviluppare adeguate conoscenze nell’ambito della sicurezza, di elaborare dati nazionali in materia di
rischi e danni alla salute e di redigere pubblicazioni tecnico-divulgative sulla cultura della sicurezza. L’articolazione territoriale dei CPT (Comitati Paritetici Territoriali) consente di realizzare consulenze tecniche nei cantieri per fornire supporto ad imprese e lavoratori su temi inerenti l’igiene e la sicurezza sul lavoro. La pandemia da Coronavirus ci ha visti impegnati sin da subito, con l’obiettivo di fornire a imprese e lavoratori strumenti di supporto finalizzati alla gestione delle attività di cantiere nel rispetto delle numerose disposizioni legislative emanate al riguardo.
LE AZIONI SVOLTE DALLA CNPT
A seguito dell’emanazione del Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, relativo a tutti i settori produttivi e al Protocollo emanato dal MIT condiviso da Anas
S.p.A., RFI, ANCE, Feneal Uil, Filca CISL e Fillea CGIL, tutte le parti sociali dell’edilizia hanno siglato, il 24 marzo 2020, un ulteriore protocollo recante linee guida per l’intero settore edile, valide a tutt’oggi. La CNCPT ha prodotto immediatamente una check list per l’attuazione del protocollo condiviso di regolamentazione al fine di consentire ai tecnici dei CPT di verificare l’attuazione dello stesso durante i sopralluoghi di cantiere. Contestualmente sono state predisposte le procedure attuative del suddetto protocollo. Le procedure sono organizzate secondo uno schema a colonne, come riportato in Tabella 1. Ma il vero punto di forza delle procedure CNCPT sono gli allegati e i moduli predisposti per dare attuazione operativa alle azioni indicate nelle stesse (Tabella 2). Nella convulsa fase di ripartenza dei cantieri edili, bisognava fornire a imprese e lavoratori questo tipo di informazioni. Si è cominciato pertanto con la predisposizione di opuscoli
Tabella 1.
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INDICAZIONE
AZIONE A CURA DEL DATORE DI LAVORO
AZIONE A CURA DEL LAVORATORE
AZIONE A CURA DEL CSE
vengono presi in esame i punti del protocollo firmato il 24 marzo 2020 dalle parti sociali nazionali del settore e i successivi aggiornamenti
per ogni punto del protocollo vengono proposte indicazioni che il datore di lavoro deve attuare
per ogni punto del protocollo vengono proposte indicazioni che il lavoratore si impegna a rispettare
per ogni punto del protocollo vengono proposte indicazioni che il CSE deve considerare
DIMENSIONE PULITO | 04/2021
NOTE
informativi stampabili in vari formati (Allegato 01), in modo da poterli distribuire ai lavoratori e alle imprese. Per il materiale informativo, abbiamo, in collaborazione con gli altri due Enti paritetici nazionali (CNCE e Formedil), preferito puntare molto sulla grafica, in modo da consentire, “a colpo d’occhio”, a tutti i soggetti operanti in cantiere (lavoratori dell’impresa, lavoratori autonomi, fornitori, ecc.) di “visualizzare” tutte le informazioni necessarie. Ma non ci siamo fermati qui: lo stesso materiale informativo è stato tradotto in 5 lingue: albanese, inglese, rumeno, francese, spagnolo. I moduli, predisposti in formato Word in modo da poter essere personalizzati dagli utilizzatori, sono il vero valore aggiunto del lavoro della CNCPT. Il Modulo 01, per esempio, alla ricezione, da parte del lavoratore, del materiale informativo Covid-19, riporta l’identificazione dell’impresa, il nome e il cognome
del lavoratore, la seguente informazione: “Dichiara di aver ricevuto le informazioni relative al punto 01 di cui al Protocollo anti contagio del settore edile del 24 marzo 2020, di essere a conoscenza delle misure
aziendali adottate e si impegna a rispettare le indicazioni inerenti ai comportamenti corretti da adottare e alle regole fondamentali di igiene, per contrastare la diffusione del Covid-19. Dichiara inoltre di aver preso visione delle informative affisse in cantiere”, e la firma del lavoratore. I feedback che abbiamo ricevuto da tutti gli operatori sono stati molto positivi, proprio per il carattere altamente operativo che abbiamo voluto dare alla modulistica. L’azione della CNCPT non si ferma qui. Abbiamo siglato con il CNI un Protocollo d’intesa per la sicurezza nel settore delle costruzioni, finalizzato a stabilire un sistema di rapporti tra i due organismi in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel settore delle costruzioni, per promuovere la formazione degli attori coinvolti e il reciproco scambio di informazioni e la collaborazione per iniziative comuni. Devo riconoscere che l’“intesa” riportata nel protocollo è molto fattiva, grazie a una uniformità di vedute tra CNCPT e CNI, finalizzate a un miglioramento continuo delle condizioni di sicurezza nei cantieri edili, soprattutto in un momento molto delicato come quello che stiamo attraversando. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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I giene e S icurezza
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S PE CIALE CANTI E R I Tabella 2. INDICAZIONE
AZIONE A CURA DEL DATORE DI LAVORO
AZIONE A CURA DEL LAVORATORE
AZIONE A CURA DEL CSE
NOTE
1. INFORMAZIONE 1.0.1 Principali informazioni da fornire (seguito) Obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o altri sintomi influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria (numero 1500 o il numero 112, seguendone le indicazioni);
Fornire informazioni ai lavoratori sull’obbligo di rimanere a casa in presenza di febbre oltre 37,5°. (opuscolo predisposto dagli OO.PP. di settore ALLEGATO 1modulo 01).
Rispettare l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37,5°), avendo cura di comunicarlo al proprio datore di lavoro, secondo le indicazioni ricevute.
Modalità con cui sarà eseguito il controllo della temperatura al lavoratore;
Comunica ai lavoratori sia il sistema di rilevazione della temperatura corporea, sia i tempi in cui tale rilevazione viene effettuata secondo quanto stabilito al punto 2.1. Al fine del rispetto della privacy, verranno annotate solo le temperature maggiori di 37,5°.
Comunica ai lavoratori sia il sistema di rilevazione della temperatura corporea, sia i tempi in cui tale rilevazione viene effettuata secondo quanto stabilito al punto 2.1. Al fine del rispetto della privacy, verranno annotate solo le temperature maggiori di 37,5°.
Il CSE concorda con il datore di lavoro le modalità di misurazione della temperatura corporea e, sentita la direzione lavori, il committente/resp onsabile dei lavori, aggiorna il PSC e la relativa stima dei costi della sicurezza. La rilevazione in tempo reale della temperatura corporea costituisce un trattamento di dati personali e, pertanto, deve avvenire ai sensi della disciplina privacy vigente. A tal fine si suggerisce di: rilevare la temperatura e non registrare il dato acquisto. È possibile identificare l’interessato e registrare il superamento della soglia di temperatura solo qualora sia necessario a documentare le ragioni che hanno impedito l’accesso ai locali aziendali;
Obbligo di non fare ingresso o di permanere in azienda e in cantiere e di doverlo dichiarare tempestivamente laddove, anche successivamente all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura, o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc) per le quali i provvedimenti dell’Autorità impongono di informare il medico di famiglia e l’Autorità sanitaria e di rimanere nel proprio domicilio;
Stabilire le modalità con cui i lavoratori comunicano tempestivamente al Datore di Lavoro (anche tramite sistemi informali quali SMS/WHATSAPP ecc.) la sussistenza delle condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura, o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.) successivamente e all’ingresso.
Nel caso sussistano le condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura, o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc), rispettare l’obbligo di non fare ingresso o di permanere in cantiere comunicandolo tempestivamente , secondo le modalità stabilite dal proprio datore di lavoro.
Stabilire le modalità con cui le imprese comunicano al CSE, la presenza di lavoratori che hanno manifestato la sussistenza delle condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura, o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.
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Le informazioni da fornire sono quelle previste dagli opuscoli emanati dagli OO.PP. di settore. (Allegato 1MODULO 01)
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L’emergenza legata alla pandemia e alle misure di contrasto alla diffusione del virus Covid -19 hanno determinato radicali cambiamenti non solo nella vita quotidiana, ma anche in tutte le attività lavorative che si svolgono quotidianamente in tutti i cantieri di lavoro di ogni settore. L’intensità del lavoro e l’inevitabile presenza di una molteplicità di operatori in ambiente impone l’adozione di sistemi di sanificazione che oltre a garantire la restituzione di locali perfettamente idonei dopo lo svolgimento delle attività, garantiscano gli operatori stessi da eventuali rischi che possano insorgere a seguito del contatto con superfici in cui si sia provveduto ad eliminare contaminazione microbica. Le indicazioni del Ministero della Sanità e i protocolli messi a punto da tempo dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS) costituiscono un riferimento preciso per i responsabili della sicurezza costretti a muoversi in un ambito in cui si è assistito alla proliferazione di proposte molte volte prive di una validazione scientifica attendibile. In questo contesto operare una scelta sbagliata sottostimando i pericoli derivanti da un’esposizione è alto, come evidenziato ad esempio nel sito della European Chemical Agency relativamente alla valutazione del bassissimo limite di esposizione all’ozono. Rifacendosi quindi alle indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità nel suo fascicolo “Rapporto ISS 19 - Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza Covid-19: presidi medico chirurgici
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e biocidi” in cui vengono elencati in maniera precisa i principi ammessi negli interventi di sanificazione, le scelte non potranno che andare su tecnologie che ne seguano le linee dettate.
LA TECNOLOGIA
Adottare sostanze accreditate dal protocollo costituisce il primo presupposto a cui va aggiunta la scelta della tecnologia di diffusione del prodotto in grado di garantire una interazione con tutte le superfici dei locali. In questo senso si è concentrato il lavoro di sviluppo del gruppo di Ricerca e Sviluppo della divisione Saniclair della F Solutions srl. Tra le tecnologie che hanno dimostrato di essere in grado di soddisfare appieno
tali esigenze rientra quella della diffusione con sistema a “Nebbia Secca”. Si tratta di impianti sviluppati e ingegnerizzati per generare attraverso un sistema termico microparticelle di dimensione inferiori ai 2 micron totalmente prive di umidità e con la capacità di veicolare i principi attivi sanitizzanti in ogni punto degli ambienti. Ed è proprio lo stato fisico delle particelle che, essendo generate in un procedimento termico, sono dotate di un’inerzia che le rende capaci di diffondersi prima verso l’alto per poi saturare in modo omogeneo tutto l’ambiente. Su queste basi Saniclair ha sviluppato una gamma di macchine per le diverse esigenze ed è in grado di rispondere a qualsiasi necessità.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
IL PRINCIPIO ATTIVO
Seguendo le prescrizioni formulate dall’Istituto Superiore della Sanità citate, laddove in maniera puntuale cita tra le diverse sostanze considerate “principi attivi autorizzati” il Cloruro di Didecil Ammonio e il Propan-2-dolo, è stato formulato un prodotto in grado di garantire una efficacia dei trattamenti, delle superfici, con abbattimento dei virus e della carica batterica in modo totale ed in tempi brevissimi. Al veicolo principale in grado di generare nebbia secca costituito da glicole trietilenico sono state “abbinate” con un principio noto in farmaceutica delle molecole più piccole di Didecil Dimetil Ammonio quaternario, ottenendo così un effetto sinergico molto potente. Gli effetti verificati da un laboratorio accreditato di microbiologia, in un ambiente di lavoro, mediante test effettuati con misurazione della carica batterica superficiale, hanno confermato il totale abbattimento in tempi valutati in cinque minuti.
I VANTAGGI
Nella scelta delle attrezzature e dei dispositivi per garantire le misure di sicurezza per il proprio personale in primis, e per riconsegnare locali privi di qualsiasi rischio di esposizione per gli utilizzatori in seconda battuta, le imprese sono chiamate ad integrare le dotazioni che normalmente costituiscono il corredo fornito ai propri dipendenti (DPI) con attrezzature specifiche per le operazioni sopradescritte. Per l’impresa, scegliere un impianto di sani-
ficazione è una scelta che comporta valutazioni ben precise: efficacia e validazione scientifica, facilità di uso del sistema ed economicità dei costi di gestione. Il sistema Saniclair, nato per rispondere a tutte queste esigenze, rappresenta oggi sul mercato quanto di più performante sia disponibile. L’ingegnerizzazione dei modelli è stata sviluppata ed
articolata garantendo l’efficacia a partire dalle cubature più piccole fino a quelle di notevoli dimensioni. La scelta della tecnologia da parte di importanti imprese operanti nel settore delle sanificazioni ne costituisce la miglior prova. www.saniclair.it
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S icurezza sul la v oro
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La VARIABILITÀ dei comportamenti Le performance dei membri di un’organizzazione non produrranno sempre un output corrispondente alle attese di chi ha progettato gli impianti, acquistato le attrezzature, definito i processi e le procedure, fornito alle persone le indicazioni operative e/o impartito specifici e chiari ordini di servizio. Antonio Zuliani, psicologo e psicoterapeuta
O
gni sistema organizzativo aziendale è composto da persone che svolgono la loro opera utilizzando strumenti e manovrando attrezzature e impianti secondo regole e procedure stabilite. Tali regole e procedure sono studiate per essere efficaci sia in termini produttivi sia ai fini della sicurezza sul lavoro. Tuttavia, il più delle volte, la performance differisce da quanto atteso e tale differenza, in generale, può avere effetti migliorativi o, al contrario, peggiorativi. Del resto, è sotto gli occhi di tutti proprio la difficoltà che la pandemia da Covid evidenzia di attivare performance comportamentali veramente efficaci. Sotto quest’ottica, la strategia vincente non può consistere solamente nell’irrobustire le barriere tecniche, nel raffinare o moltiplicare le procedure e nel lavorare sui comportamenti dei presenti. La strategia di azione deve lavorare nell’ottica di fare interagire nel migliore dei modi tutti e tre questi strumenti. La performance peggiorativa indebolisce il sistema rendendo più probabile e/o più dannoso un dato rischio e più questo tipo di variazione è consistente, più può portare a un incidente o, peggio, a un
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infortunio. Spesso l’organizzazione è spinta a investire notevoli risorse nel tentativo di ridurre la possibilità che questi eventi si manifestino, mentre è auspicabile poter dedicare attenzioni e risorse anche a ciò che accade nella normalità, in assenza di incidenti e di infortuni. Riteniamo
che sia molto utile occuparsi di tutto quello che avviene e non solo dei possibili errori. Da questo punto di vista Hollnagel (2014) ha rappresentato la distribuzione degli output reali (prestazioni) all’interno di una distribuzione gaussiana al centro della quale è rappresentato il com-
portamento atteso, distribuendo gli output differenti (gli output o prestazioni reali appunto) nella metà sinistra dell’area sottesa dalla curva quando peggiorativi e nella parte destra quando migliorativi. Nel suo modello, gli output reali sono l’effetto degli “aggiustamenti” che le persone mettono in pratica nel tentativo di creare o mantenere un posto di lavoro sicuro, di compensare carenze tecnico-organizzative o di evitare problemi. Questo modello evidenzia quanto detto sopra, ovvero che quando parliamo di sicurezza sul lavoro, siamo spinti a cercare e a concentrarsi sugli output che si collocano nelle code della distribuzione gaussiana, laddove risiedono da un lato le eccellenze,
Questa prospettiva di lavoro, che prende il nome di Performance Variability Model (Zuliani e Santoro, 2019), nasce dalla diretta collaborazione e integrazione tra le conoscenze della psicologia e quelle più propriamente tecniche: una metodologia che integrando conoscenze e competenze diverse, può permettere di individuare risposte efficaci alla complessità delle situazioni, come la pandemia in atto sta evidenziando.
dall’altro i fallimenti del sistema, trascurando tutto ciò che si trova al centro della distribuzione. Tutte le performance che si trovano in quest’area, pur relativamente complesse da osservare e gestire, rappresentano il bacino da cui attingere per favorire il miglioramento della sicurezza imparando dalla capacità di adattamento del sistema. La variabilità della prestazione assume allora la connotazione di una concreta opportunità di miglioramento, non un problema da risolvere come inteso dall’applicazione dei modelli basati sul concetto di errore umano. In linea di massima possiamo suddividere questa variabilità secondo uno schema che vede distinti gli errori dalle violazioni.
Gli errori sono performance involontarie perché si presuppone che nessuno commetta un errore volontariamente, ma che possano essere determinate o da una mancanza di informazioni da parte del lavoratore su come comportarsi in quella circostanza o da una mancanza di chiarezza sia organizzativa (procedure non ben definite) o da una comunicazione sulle stesse non facilmente comprensibile. Accanto a questi fattori di ordine organizzativo vanno presi in considerazione anche quelli più strettamente personali. In questa categoria possiamo ricomprendere fattori soggettivi come la stanchezza, lo stress, la non idoneità alla mansione, ecc., aspetti che in questa fase caratterizzata dalla pandemia da Covid possono diventare più frequenti. Come detto questa classificazione per poter dispiegare tutta la sua potenza deve comprendere tre elementi fondamentali. Ovvero gli indicatori e i criteri di indagine, le cause potenziali tipiche e le principali azioni correttive utili: veri motori per il miglioramento del sistema in termini di sicurezza. Gli stessi criteri possono essere utilmente applicati anche a quelle che più tipicamente possiamo considerare violazioni. In questo caso possiamo classificare le violazioni come non intenzionali o intenzionali. Tra le violazioni non intenzionali possiamo annoverare le prassi consolidate o il fatto che il singolo lavoratore subisce la pressione, aspetti che possono influire negativamente nell’adozione delle nuove procedure anti-Covid. La seconda categoria (quella delle violazioni intenzionali) comprende comportamenti legati al beneficio personale, al beneficio per l’azienda, al fatto che il soggetto si trovi senza punti di riferimento ai quale appoggiarsi, di fronte a dubbi, e, infine, a quelli determinati dalla specifica volontà di danno. Questo
strumento di lavoro può trovare ampia applicazione sia nell’analisi degli incidenti sia nelle visite comportamentali di sicurezza. Per quanto concerne l’analisi degli incidenti può essere utile porsi all’interno di una prospettiva nuova che suggerisca di chiedersi non solo “Perché è successo” ma anche “Perché non è successo prima?” e “Perché non succede altrove? (ad esempio in un’altra sede dell’organizzazione)”. Ciò permette di mettere in campo le azioni correttive più efficaci basate sulla comprensione della variabilità della prestazione. Un secondo fronte di applicazione riguarda la visita comportamentale di sicurezza, nella prospettiva di condurla come un’osservazione allargata: dal singolo lavoratore al gruppo. Da questo punto di vista è importante prendere in considerazione anche l’auto osservazione prodotta dall’addetto, al fine di accrescere la sua consapevolezza relativamente alle proprie variabilità procedurali. In questo senso può essere utile chiedersi “Perché modifica il proprio comportamento?”, “I suoi colleghi attuano le stesse variabilità?”, “È una buona o una cattiva pratica?”. Il tutto all’interno di un approccio preventivo, che punta alla comprensione delle variabilità, alla promozione delle buone pratiche e alla correzione preventive efficace delle cattive pratiche, aspetto ancora più rilevante in questa fase nella quale occorre introdurre nei processi di lavoro misure anti-contagio. Si tratta di un modello di analisi che permette di valorizzare i comportamenti positivi e di ridurre l’impatto di quelli negativi. Un processo che porta a una crescita e a una maggior qualità professionale di ciascun addetto alla prevenzione e alla protezione della sicurezza, nonché di lavoratori; tutti coinvolti in questa analisi e scevri dall’ansia determinata dalla sola focalizzazione sull’errore. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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GRUPPO BAULI: a “lezione” di pulizia e sanificazione Nei vari stabilimenti sono state adottate tutte le migliori best practice consigliate per favorire la sicurezza. È stato aumentato il numero dei dispenser di gel sanificante dislocati nelle aree comuni, così come la frequenza delle attività di pulizia, igiene e sanificazione delle aree, delle scrivanie e delle attrezzature di uso comune. Maurizio Pedrini
giornalista di settore direttore tecnico rivista Dimensione Pulito
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a sempre Bauli per gli italiani è sinonimo di pandoro (dalla lingua veneta “pan de oro”), ovvero del tipico dolce veronese che viene consumato soprattutto durante le festività natalizie, divenuto ormai uno dei dolci natalizi più tipici e cari agli italiani, immancabile sulle tavole imbandite per celebrare il pranzo della festa più importante dell’anno. L’azienda scaligera, solidamente diretta da Michele Bauli, (nella fotografia) giovane e brillante amministratore unico, grazie al successo della ricca gamma di prodotti da forno, col tempo è cresciuta, acquisendo nuovi prestigiosi marchi e stabilimenti produttivi sparsi in Italia. Il Gruppo è da tempo solidamente leader nel settore, e può vantare un invidiabile rapporto di fiducia con la propria affezionata clientela. Massima igiene e sicurezza negli stabilimenti del Gruppo: sono queste le parole chiave che contraddistinguono l’impegno della pulizia, affidata ad una ditta specializzata, diretta da un capo cantiere che opera in stretto raccordo con i responsabili interni, guidati dall’ “igienista”, un’apposita figura creata ad hoc. Una struttura esperta e ben consolidata che ha affrontato nel migliore dei modi i rischi e le incognite della Pandemia da Covid-19. Abbiamo chiesto al dottor Bauli di aprire i cancelli aziendali per farci conoscere da vicino l’organizzazione e le straordinarie procedure adottate in una fase così complessa e delicata dal Gruppo.
Durante la Pandemia da Covid-19 mantenere tutti i dipendenti e i lavoratori sani e sicuri è stato per le aziende del Gruppo Bauli, come per tutte quelle dell’industria dolciaria ed alimentare, un fattore impegnativo, che ha certamente comportato significativi cambiamenti organizzativi. Come avete
Michele Bauli, amministratore unico Bauli
rafforzato le misure e le procedure a tutela del personale nei vari ambienti di lavoro, dagli uffici alle linee di produzione? La tutela della salute dei dipendenti, che da sempre costituisce un valore su cui Bauli è fortemente impegnata, è stata una priorità fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il Gruppo, al fine di diffondere il più possibile la conoscenza presso i collaboratori delle buone pratiche da seguire, ha predisposto attività di formazione specifica attraverso diversi strumenti di comunicazione interna, come opuscoli informativi, e-mail e monitor presenti nelle nostre strutture. Sono inoltre state intensificate le attività di pulizia e sanificazione sia negli uffici che nelle altre aree comuni, ad esempio: gli spogliatoi, i bagni, le sale fumo, le sale mensa, i distributori automatici di bevande e snack e superfici di uso comune. Dove possibile e compatibile con le nostre attività, abbiamo esteso l’uso del lavoro agile e predisposto il distanziamento delle postazioni negli uffici. Per lo svolgimento delle attività formative in presenza, previste in ambito sicurezza, è stata realizzata una nuova aula formazione dotata, come richiesto dai protocolli, di specifici impianti di aerazione e sono state introdotte regole specifiche. Infine, sono state messe in atto iniziative per regolare l’accesso dall’e-
sterno di dipendenti e fornitori. In particolare, presso i lettori di badge per il controllo e l’autorizzazione degli accessi - già in uso - sono stati affiancati dei termo scanner che consentono l’apertura dei tornelli solo dopo la misurazione della temperatura corporea, che deve essere inferiore ai 37,5°.
In particolare, come avete operato per quanto concerne l’alternanza delle postazioni di lavoro sui diversi lati della linea di processo, per quanto riguarda la fornitura dei dispositivi di protezione individuale come maschere facciali, reti per capelli, guanti monouso, camici puliti e scarpe da lavoro antiscivolamento. E per quanto riguarda il distanziamento delle stazioni di lavoro? Avete compiuto scelte che hanno limitato il numero di lavoratori presenti contemporaneamente o organizzato il personale in gruppi di lavoro, anche correndo il rischio di rallentare la produzione? Per quanto riguarda la produzione, tutte le postazioni di lavoro sono state valutate e riorganizzate al fine di garantire il distanziamento di almeno 1 metro. Dove tale condizione non era possibile, le linee sono state fermate e si è provve04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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S PE CIALE CANTI E R I duto a modificarle oppure a inserire barriere in plexiglass per garantire i requisiti di sicurezza necessari. Le normali dotazioni di lavoro (cappellini, indumenti puliti, scarpe antinfortunistiche) sono state ampliate, includendo anche mascherine chirurgiche a tutto il personale e FFP2, guanti in nitrile e schermi facciali dove necessario. Oltre a questi importanti investimenti, sono state attuate anche delle attività di riorganizzazione degli spazi per garantire il corretto distanziamento. Ad esempio, negli spogliatoi è stata rivista l’assegnazione degli armadietti e sono stati definiti orari di ingresso differenziati per evitare assembramenti. Mentre per quanto riguarda gli uffici, la presenza fisica dei dipendenti è stata ridotta a un terzo, facendo ricorso a lavoro agile, al fine di garantire una gestione degli spazi in linea con le nuove esigenze di sicurezza. Infine, sempre allo scopo di favorire la prevenzione, sono stati dedicati locali per gli spogliatoi e spazi ristoro esclusivamente destinati alle ditte esterne, tutt’oggi in uso.
nicazione interna, ad esempio con la creazione di video specifici sui temi legati all’emergenza, disponibili sul portale informativo interno e sui numerosi monitor presenti nelle nostre sedi.
Veniamo al delicato ruolo degli addetti alle pulizie – personale interno e/o esterno – come ha operato e sta agendo in tempo di Covid rispetto ai tempi precedenti? Può descriverci sinteticamente le modalità d’intervento quotidiano rispetto ai vari spazi? Vengono praticate pulizie ordinarie
Avete introdotto nuove misure di distanziamento fisico tra le persone e misure più stringenti di igiene e sanificazione, anche promuovendo più frequenti ed efficaci lavaggi delle mani del personale? Vi sono stati anche interventi specifici di formazione dei dipendentilavoratori? Il Gruppo Bauli ha adottato tutte le migliori best practice consigliate per favorire la sicurezza. È stato aumentato il numero dei dispenser di gel sanificante dislocati nelle aree comuni, così come la frequenza delle attività di pulizia, igiene e sanificazione delle aree, delle scrivanie e delle attrezzature di uso comune. Tali azioni sono state accompagnate da momenti formativi dedicati attraverso gli strumenti di comu22
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Una fase della lavorazione del Pandoro
e straordinarie? E i controlli qualità sull’efficacia delle pulizie come sono svolti? Sono stati rafforzati? In che modo? Sin da prima dell’emergenza, il gruppo Bauli emette dei capitolati che descrivono tutte le attività di pulizia ordinaria in termini di frequenza, modalità e aree interessate. Per affrontare l’emergenza Covid-19, è stato realizzato, insieme all’impresa di pulizia, un capitolato straordinario applicato a tutte le zone di produzione e uffici. È importante sottolineare che la gestione ordinaria di questo processo prevede costanti controlli e verifiche, estesi anche al nuovo capitolato.
IL GRUPPO BAULI
La nota azienda alimentare fu fondata da Ruggero Bauli nel 1922 a Verona. Oggi la quota di mercato Bauli nei cosiddetti prodotti da ricorrenza (colombe, pandori e panettoni) si attesta sul 25%, mentre quella nei cornetti da colazione è di oltre il 22%. La superficie totale degli stabilimenti ammonta a 420.000 m2, di cui 54.000 m2 disposti nei magazzini centrali presso i siti produttivi, con un totale medio di 1214 dipendenti su 4 stabilimenti, per complessive 31 linee di produzione e 27 centri distributivi. Il gruppo conta attualmente 170 tipologie di prodotto e 697 referenze nel mercato dei prodotti da forno. La produzione si aggira sui 7 milioni di pandori, 8,2 milioni di panettoni tradizionali, circa 4 milioni di colombe tradizionali e 4 milioni di uova di cioccolato, 180 milioni di cornetti, oltre a merendine dei piccoli e altri prodotti a base di pasta sfogliata e biscotti.
Macchine impastatrici
Possiamo esaminare la struttura organizzativa che è preposta e responsabile dell’igiene e della pulizia in senso lato all’interno delle vostre aziende? Da chi è composta e quali compiti ha? Come interagisce con la società esterna (impresa di pulizia) che ha in appalto le pulizie? In tutti gli stabilimenti e presso la sede del gruppo Bauli è presente una specifica figura dedicata alla continua verifica e miglioramento della prassi di pulizia. Si tratta dell’”igienista”, che lavora in costante rapporto con il “capo cantiere” della ditta appaltatrice per questa attività.
Come avete operato nella fase di impostazione e definizione delle nuove e più rigorose procedure da seguire nella sanificazione degli impianti e nella intensificazione degli interventi, recependo le indicazioni provenienti dai vari DPCM? Avete utilizzato nuove macchine e/o attrezzature sanificanti per le superfici? La nostra prassi è il costante controllo delle procedure alla ricerca del miglioramento dei protocolli di sicurezza. Per questo motivo, avvalendoci della professionalità e autorevolezza in materia di igiene della ditta appaltatrice, abbiamo potuto adottare le migliori soluzioni di sicurezza. Grazie ad un’attività di benchmarking, che prevede la partecipazione delle funzioni HR/ HSE a gruppi di lavoro dedicati alla salute e sicurezza insieme a rappre-
sentanti di diverse società esterne, il gruppo Bauli si è trovato spesso ad anticipare indicazioni successivamente contenute nei diversi DPCM che hanno disciplinato la materia, che comunque sono sempre stati valutati e recepiti se non già in atto. Abbiamo agito ritenendo tali indicazioni come minime condizioni da garantire, integrando le disposizioni di legge con le ulteriori misure suggerite dalla professionalità degli interlocutori coinvolti. In relazione all’adozione di nuove attrezzature, il gruppo Bauli si è dotato di nuovi macchinari, il cui uso è stato consigliato dalla ditta appaltatrice del servizio di pulizie, come ad esempio i nebulizzatori elettrostatici.
Il Gruppo Bauli esce rafforzato dalla fase, speriamo più dura e difficile della Pandemia da Covid-19 sul piano delle procedure a tutela della sicurezza igienica delle produzioni e a garanzia della salute dei lavoratori? L’esperienza emergenziale ha sicuramente permesso di confermare la capacità di reazione all’imprevisto rafforzando lo spirito di adattamento e resilienza. In varie occasioni anche gli enti preposti ai controlli hanno approvato le procedure e, in alcuni casi, hanno espresso apprezzamento per alcune iniziative che superavano quanto disposta dai DPCM. Segno che l’attenzione alla sicurezza, già molto sentita, ha rappresentato per il gruppo Bauli un elemento di forte focalizzazione, soprattutto nell’ultimo anno. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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POLYCHIM. Soluzioni per pulire in modo sostenibile
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na delle sfide decisive del nostro tempo riguarda la tutela del Pianeta e la salvaguardia della vita sulla terra, che negli ultimi anni sta registrando una perdita di biodiversità a ritmi insostenibili. Le emissioni in atmosfera, l’impiego di sostanze dannose, l’utilizzo incontrollato e imponente della plastica sono solo alcune delle forme di inquinamento che minacciano il delicato equilibrio del nostro ecosistema con conseguenze davvero sconvolgenti. Consapevole dell’urgenza di intervenire per frenare questo fenomeno e conscia del fatto che ogni nostra azione, anche la più piccola, può essere utile per rallentare e ridurre gli effetti di questo degrado, Polychim, come produttore di detergenti per il cleaning professionale, da diversi anni offre sistemi di pulizia sostenibili che coniugano qualità e performances senza dimenticare l’importanza della competitività e dei costi in uso per il settore. Per dare una risposta concreta a questa missione, Polychim, propone due diverse linee di prodotti, JOY e SYNTHESIS, indirizzate alla pulizia ed igiene professionale di svariate tipologie di ambienti e superfici, con caratteristiche comuni: ■ Formule super-concentrate, anche conformi ai CAM ■ Dosaggi contenuti ■ Packaging che semplificano i dosaggi manuali evitando errori e sovradosaggi ■ Sistemi di dosaggio o/e diluizione pratici e affidabili in grado di offrire sicurezza agli operatori e precisione nelle dosi ■ Imballaggi composti da plastiche riciclate
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■ R iutilizzo dei flaconi e vaporizzatori spray Tutto questo si traduce in vantaggi sia per l’ambiente che per gli utilizzatori: ■ Meno plastica da smaltire ■ Meno prodotti chimici impiegati ■ Meno emissioni di CO2 in atmosfera per ridotte attività produttive e di trasporti ■ Meno acqua impiegata nel ciclo produttivo e nei formulati ■ Meno trasporti lungo tutta la filiera produttiva ■ Meno spazi da destinare allo stoccaggio e al trasporto ■ Più sicurezza per gli operatori ■ Più competitività nei costi delle pulizie Vediamo nel dettaglio le principali caratteristiche delle due linee. LINEA JOY studiata per ridurre il numero di prodotti necessari a effettuare le pulizie correnti, è costituita da 7 prodotti concentrati. L’idea è quella di avere in uso solo tre pro-
dotti (un multiuso, un detergente per i servizi igienici e uno per pavimenti) per svolgere oltre il 95% delle pulizie correnti, scegliendo i più indicati tra i sette disponibili in funzione delle caratteristiche delle superfici da pulire e delle preferenze degli operatori. LINEA SYNTHESIS messa a punto per ottenere soluzioni pronte all’uso in modo semplice e veloce sul luogo e al momento del loro utilizzo, attraverso l’impiego di dosatori installati a parete di due differenti tipologie: ■ Dosatori che non necessitano di collegamento idrico e che erogano una dose prestabilita (e regolabile) in flaconi oppure in secchi (o lavelli); ■ Diluitori da collegare alla rete idrica che miscelano il prodotto super concentrato con l’acqua, che erogano la soluzione pronta all’uso per riempire flaconi, secchi, lavelli o serbatoi di macchine lavapavimenti. Le percentuali di diluizione sono regolabili secondo necessità.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Le impostazioni di dosaggio di dosatori e diluitori sono stabilite dal tecnico installatore e possono essere modificate solo da personale in possesso di chiavi. I prodotti disponibili sono 12 e consentono efficaci pulizie correnti in una grande varietà di ambienti ed attività. Per migliorare la riconoscibilità tra i diversi prodotti, si è optato per un nome composto da un codice colore alfanumerico. Completano il sistema i flaconi vuoti da riutilizzare per le soluzioni pronte all’uso, dotati di etichette plastiche a lunga durata e vaporizzatori spray o schiuma e le etichette con i nomi dei prodotti da applicare sugli apparecchi di dosaggio. I prodotti della linea Synthesis sono 12: per la pulizia di servizi e sanitari ci sono tre detergenti: A3 con pH acido ed azione disincrostante, igienizzante e profumante, A31, simile ma a base di acido citrico e meno aggressivo, studiato per donare brillantezza alle superfici trattate, infine A32 a pH alcalino specifico per la pulizia di
pietre naturali e di rubinetterie cromate oppure ove vi sia prevalenza di sporchi organici o residui di cosmetici quali olii da bagno, creme, ecc. Per la pulizia di tutti gli arredi e le superfici d’uso comune c’è M2, detergente multiuso a base alcolica, specifico per pulizie spray. Invece per detergere e igienizzare in profondità superfici e arredi, preferendo lasciare nell’ambiente una decisa e persistente nota balsamica, S4 è il prodotto più adatto. Per il lavaggio manuale o meccanico dei pavimenti sono presenti P6 e P7: detergenti a pH neutro e base alcolica che asciugano rapidamente e senza risciacquo.
Per sporchi più consistenti e per l’ambiente cucina, C8 è il detergente più adatto, per l’elevato potere sgrassante e il profumo agrumato, adatto per pavimenti e pareti, piani di lavoro, attrezzature, macchinari, celle frigorifere. Un’alternativa per l’area cucina, meno aggressiva e senza profumi, è rappresentata da T9, indicato per sgrassare superfici ed attrezzature ed anche per l’ammollo di stoviglie ed utensili prima del lavaggio in lavastoviglie. Idoneo per piani H.A.C.C.P. Sempre per pulizie in ambienti alimentari sono disponibili anche K5, detergente con forte azione igienizzante senza profumi e Z1, detergente neutro schiumoso per la pulizia manuale delle stoviglie, da dosare direttamente nel lavello. Completa la gamma X10, deodorante profumante indicato per gli hotel indicato per la freschezza di tutti gli ambienti. www.polychim.it
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La cristallizzazione del MARMO Simone Ciapparelli
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ffettuato con prodotti liquidi e paglietta d’acciaio, la cristallizzazione è uno dei metodi più utilizzati per la manutenzione dei pavimenti in marmo. La cristallizzazione è una vera e propria trasformazione dello strato superficiale di questo minerale,
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dovuta ad una specifica reazione chimica. Il marmo è composto da un’altissima percentuale di calcare (fino all’80-90%), utilizzando quindi su tale superficie una monospazzola con trascinatore PAD e paglietta di ferro, vaporizzando il cristallizzante liquido a base acida, lavorando fino alla sua completa
asciugatura, si innesca la reazione termochimica chiamata cristallizzazione. Il calore sprigionato dalla frizione tra paglietta e marmo, combinandosi con il calcare contenuto nel marmo e con il composto acido, crea un sale duro, insolubile e lucido; lo strato superficiale del marmo viene quindi modificato.
COME OPERARE
Innanzitutto bisogna stabilire la natura del pavimento, che deve necessariamente essere di marmo. Se si nutrono dubbi circa la natura della superficie, è sufficiente ripulire una piccola porzione e versarvi alcune gocce di sostanza acida, come ad esempio l’aceto. Se si verifica effervescenza, significa che la superficie è di marmo. Dopo aver appurato di essere di fronte ad una superficie cristallizzabile, bisogna accertarsi che il pavimento sia asciutto e pulito da sporco e cere. A questo punto
si interviene con la monospazzola, la cui velocità dipende dal prodotto scelto. La pulizia deve essere effettuata con detergenti a pH neutro, disco pulitore e spazzole poco abrasive. Tuttavia, essa non è sufficiente a garantire l’ottima riuscita e durata della cristallizzazione: se il marmo non è di nuova posa, infatti, la superficie presenta delle irregolarità che sono soggette a usura. La parte superficiale diventa porosa e produce una “pelle morta” superficiale, che ha un basso contenuto di calcare. In questi
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S PE CIALE CANTI E R I punti, la reazione di cristallizzazione sarà scadente, provocando perdita di brillantezza. I dischi diamantati, utilizzabili con monospazzola, consentono di asportare questa parte superficiale, rendendo disponibile una elevata quantità di carbonato di calcio fresco.
I DIAMANTI
Una superficie lucida, ma con incisioni evidenti, non è gradevole alla vista. Per questo motivo esistono dischi diamantati più aggressivi, che permettono di levigare il marmo fino a cancellare le incisioni più profonde. Per un risultato ottimale, bisogna procedere gradualmente, utilizzando inizialmente dischi con una grana di diamante grossa, in modo da eliminare tutti i difetti del pavimento, passando a dischi con grana via via sempre più fine. Tra una grana e l’altra, è fondamentale aspirare l’acqua sporca dal pavimento, prima di passare una grana più fine.
LA RIFINITURA
A questo punto il pavimento è pronto per la cristallizzazione. Se si sceglie di utilizzare il metodo della
paglietta d’acciaio con cristallizzante liquido, si deve operare su pavimento perfettamente asciutto, rimandando se necessario l’operazione anche al giorno seguente. Ci sono però anche lucidanti in polvere che si usano con la monospazzola, dotata di disco pulitore in fibra naturale. Con questi prodotti si usa l’acqua, quindi vengono eliminati i tempi morti tra la fine della levigatura e la lucidatura.
IL SISTEMA DIAMANTE
I dischi diamantati vengono agganciati a un disco trascinatore specifico, e in seguito alla monospazzola. Esistono anche i “planetari”, dischi trascinatori che grazie a un sistema di ingranaggi permettono al disco diamantato di ruotare più velocemente rispetto al numero di giri della monospazzola. I dischi trascinatori planetari possono utilizzare anche diamanti “metallici”, cioè dischetti con granelli di diamante tenuti insieme da una lega metallica. L’uso di questa tipologia di dischi comporta in ogni caso l’impiego successivo di dischi a legatura con resina, per effettuare la rifinitura. 28
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L’originaria BELLEZZA del Tempio CANOVIANO Il degrado di un’opera d’arte inizia subito dopo la sua realizzazione e la velocità con cui procede dipende da fattori sia naturali che antropogenici. Un’esperienza consolidata nel risanamento e nel rinnovamento degli edifici storici, permette di riportare alla luce lo splendore del Tempio Canoviano di Possagno, in provincia di Treviso a cura di Cristina Cardinali 30
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mmerso nelle colline trevigiane, a pochi chilometri da Asolo, Possagno è diventato famoso grazie al suo illustre cittadino, l’artista Antonio Canova, detto “il nuovo Fidia”. In prossimità del centro storico, si trova la chiesa neoclassica della Santissima Trinità, comunemente nota come Tempio Canoviano. Considerata l’opera architettonica più famosa dell’artista, il Tempio si distingue per tre elementi architettonici, l’uno inserito nell’altro: il colonnato, che richiama il Partenone di Atene; il corpo centrale, che si rifà al Pantheon di Roma; l’abside dell’altare maggiore, elevato di sei gradini rispetto agli altri due. A distanza di 13 anni dall’ultimo intervento, le superfici esterne in pietra naturale (Rosso Verona, Verdello e Biancone, tutte con finitura grezza) presentavano una patina nera dovuta a smog, muffe, licheni e deposito di particolato atmosferico di vario genere accumulatosi nel tempo e il pavimento interno
Ripristino della protezione per superfici interne in marmo lucido. Trattamento di finitura con cera liquida, che protegge e rinnova la pavimentazione.
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Tempio Canoviano di Possagno (TV) Trattamento di ripristino superfici esterne in pietra naturale (Rosso Verona, Verdello e Biancone, tutte con finitura grezza), ripristino della protezione per superfici interne in marmo lucido. Periodo: 2019 Materiali: Pietre naturali e agglomerati, marmo Prodotti utilizzati: Fila Algae Net, Fila Hydrorep Eco, Fila Cleaner Pro, Fila Classic
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Tempio inizio lavori
Gradinata prima dell’intervento
Pulitura fisica con idropulitrici di ultima generazione a bassa pressione, per rimuovere le incrostazioni superficiali. È stato poi applicato un pulitore chimico specifico per la rimozione di muffe e licheni. Dopo il risciacquo per rimuovere ogni residuo di prodotto è stato applicato un idrorepellente traspirante a base d’acqua ad effetto naturale.
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necessitava di una manutenzione. Il processo di deterioramento è progressivo e irreversibile; i tempi e le modalità di impatto differiscono sia in funzione del tipo di materiale che degli agenti fisico-chimici e biologici coinvolti che possono essere di differente natura. Tutto questo può essere rallentato e la bellezza può essere ripristinata grazie all’azione di cura e di manutenzione realizzata con prodotti specifici e da personale altamente qualificato. L’intervento è stato fortemente promosso da Beniamino Pettenon, Presidente Fila, in occasione dei 200 anni della posa della prima pietra da parte dell’artista stesso, e rientra in una precisa volontà dell’azienda di essere presenti nella salvaguardia e nel ripristino del patrimonio artistico e culturale italiano. In seguito agli studi di fattibilità in collaborazione con L’Ente Opera Dotazione del Tempio Canoviano di Possagno, il Team di esperti ha proceduto con l’intervento di ripristino di scalinata, sagrato e pavimentazione interna. “La maggior criticità riscontrata nell’intervento - afferma Giandomenico Cattuzzo, tecnico supervisor di Fila - riguardava proprio il grado di penetrazione dello sporco. Nonostante infatti, sia stato necessario ripetere più volte il trattamento, la
Gradinata dopo l’intervento
soddisfazione è stata piena quando ci siamo resi conto di aver riportato le superfici alla loro bellezza originale.” Modalità di intervento e prodotti utilizzati Per le superfici esterne: ■ Pulitura fisica con idropulitrici di ultima generazione a bassa pressione, per rimuovere le incrostazioni superficiali (pavimentazione esterna e scalinata); ■ Applicazione di un pulitore chimico specifico per la rimozione di muffe e licheni ■ Risciacquo atto a rimuovere ogni residuo di prodotto.
■ A pplicazione di un idrorepellente traspirante a base d’acqua ad effetto naturale per la protezione della superficie esterna e della scalinata monumentale. Per la superficie interna: ■ Lavaggio con un detergente concentrato a pH neutro specifico per la pulizia delle superfici delicate. ■ Trattamento di finitura con cera liquida, per proteggere e rinnovare la pavimentazione. Grazie a questo intervento, Fila si riconferma partner strategico per sovraintendenze, pubbliche amministrazioni e associazioni per la tutela, il ripristino e la salvaguardia del patrimonio artistico italiano. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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La PIETRA naturale Simone Ciapparelli
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a categoria delle pietre naturali rappresenta i materiali lapidei normalmente non lucidabili, e comprende tipologie molto differenti, sia per aspetto che per caratteristiche. Ad esempio, a questo gruppo appartengono rocce dure come trachiti e porfidi e rocce più tenere come tufi e arenarie. Per via delle loro buone caratteristiche meccaniche, nel corso della storia queste pietre sono state usate come materiali costruttivi, ma anche per elementi decorativi, basamenti e capitelli. Nell’architettura moderna esse sono di solito considerate un materiale pregiato, utilizzato per valorizzare luoghi o edifici di particolare importanza. Molto utilizzate per pavimentazioni, top, rivestimenti, le pietre naturali sono
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considerate un buon investimento, essendo tra i materiali più durevoli e più rinnovabili nel tempo, senza necessità di sostituzione. Bisogna però tenere conto delle differenze in termini di manutenzione dei diversi materiali, da quelli resinati in superficie a quelli lucidati. Il trattamento effettuato a seguito della posa deve conferire alle pietre l’aspetto desiderato, offrire massima protezione contro le macchie, massima resistenza al traffico e consentire una manutenzione semplice. In considerazione della grande diversità dei materiali, non può essere utilizzato un unico prodotto di finitura; per questo, occorre farsi consigliare da operatori competenti nella scelta del prodotto più appropriato al tipo di finitura che si vuole eseguire.
CALCARE: IL NEMICO DELLE PIETRE NATURALI
Effettuata la prima protezione, è bene in seguito distribuire una cera protettiva che eviti il deposito di calcare sulla superficie ed elimini il ristagno dell’umidità, che crea ulteriore accumulo di calcare che porta poi all’annidamento di muffe e sporco. Molte volte la rimozione del calcare si effettua con prodotti acidi, che possono danneggiare alcune superfici; se non si è certi della natura della pietra, si può stabilire la sua resistenza o meno agli acidi semplicemente ponendo una goccia di detergente acido sulle superfici non in vista. Se al contatto il prodotto reagisce formando schiuma, bisogna evitarne l’utilizzo, e in questo caso il calcare può essere rimosso utilizzando una paglietta di acciaio molto sottile.
TRATTAMENTO DELLE PIETRE NATURALI
Per essere utilizzate come rivestimento di pavimentazioni, le pietre naturali, una volta posate, vengono sottoposte a processi di levigatura e di finitura che conferiscono caratteristiche diverse a seconda delle modalità con cui sono eseguiti. La levigatura è un’operazione che, generalmente, viene eseguita sul pavimento grezzo dal posatore, che si avvale di una macchina speciale. La finitura può essere effettuata con tre tipi di trattamento: ■ Piombatura ■ Cristallizzazione ■ Inceratura
Travertino
Travertino
È una roccia calcarea sedimentaria, con caratteristica struttura vacuolare, che si forma per precipitazione del carbonato di calcio in prossimità di sorgenti, cascate o bacini lacustri. Durante la precipitazione del carbonato, nel sedimento rimangono inglobati resti vegetali (per esempio, foglie o ramoscelli) e animali (per es. frammenti di piccole ossa). La successiva decomposizione e dissoluzione dei resti
vegetali conferisce al travertino l’aspetto poroso e spugnoso. Il colore va dal bianco al giallo, grigiastro e talvolta, rossastro. Trattamento: piombatura, cristallizzazione, inceratura. Avvertenze: il lavaggio con detergenti acidi provoca corrosione
Granito
Roccia ignea intrusiva, acida, a struttura granulare olocristallina tipica, detta appunto anche granitica, è
Marmo
Marmo
È una roccia metamorfica, di struttura compatta, composta prevalentemente da carbonato di calcio. Contiene, a volte, impurità minerali (argilla, limo, sabbia, ossidi di ferro, noduli di selce), che le conferiscono particolari colorazioni o venature. Trattamento: piombatura, cristallizzazione, inceratura. Avvertenze: il lavaggio con detergenti acidi provoca corrosione.
Granito 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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T rattamenti
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Pietra
compatta, non porosa, ed è tra le pietre più dure destinate alla pavimentazione. La sua compattezza pone notevoli problemi di inceratura: con la cera lucidabile, il granito diventa normalmente scivoloso, mentre le tradizionali cere metallizzate vi aderiscono malamente. Diventa scivoloso quando è bagnato. Trattamento: piombatura, protezione con impregnanti Avvertenze: se grezzo, tollera lavaggi di natura acida e alcalina se piombato, evitare il lavaggio con detergenti acidi.
Pietra
Termine generico che viene utilizzato per definire tutte le formazioni rocciose che differiscono come composizione da marmi, graniti, travertini. Ne esistono molte varietà, per lo più legate a giacimenti locali: Pietra Serena, Pietra Istria, Pietra Leccese, Ardesia.
Ardesia
Detta anche pietra di Lavagna, è un particolare tipo di roccia metamorfica, argilloscistosa, di colore scuro (dal nero al grigio-plumbeo) dovuto
Ardesia
alla presenza di sostanze carboniose o bituminose. La scistosità è molto spiccata: la roccia si divide facilmente in lastre di pochi centimetri di spessore. In Italia viene estratta da tempi remoti prevalentemente in cave della Valle Fontanabuona, in Liguria, e del cuneese, in Piemonte. Trattamento: impregnanti speciali per pietre. Se non trattata, nel tempo continua a “sbiancare’ a causa degli agenti atmosferici. Ciò avviene in maniera uniforme e ne costituisce una apprezzata caratteristica. Avvertenze: non richiede particolari attenzioni.
Arenaria
Arenaria
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Roccia sedimentaria composta da granuli dalle dimensioni medie di una sabbia che possono avere, in funzione dell’area di provenienza, varia composizione mineralogica. È una roccia clastica, che si forma per cementazioni di sabbie in periodi e strati diversi. Essendo una pietra di facile lavorazione, che esteticamente si presenta compatta e dall’uniforme colore grigio tendente all’azzurro, essa trova vasto impiego nell’edilizia ed è ampiamente utilizzata per elementi architettonici, rivestimenti, pavimentazione, ma anche come materiale refrattario. Avvertenze: il suo principale difetto è la sensibilità al freddo.
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er ogni attività e lavorazione in cantiere, Künzle & Tasin offre una soluzione ampia e diversificata. Le monospazzole Blue Golia Plus e Blue Golia Plus KN, appartenenti alla gamma Multi Mode Line, garantiscono un trattamento ottimale e in piena sicurezza su tutte le superfici, in particolare su quelle cementizie. Blue Golia Plus, potente e robusta è l’ideale per attività heavy duty, che implicano lavori e trattamenti anche gravosi. Nella versione Blue Golia Plus KN il planetario King NEB, con quattro satelliti controrotanti, esalta ulteriormente le qualità della macchina, permettendo all’utilizzatore di lavorare: ■ rapidamente: l’operatore lavora comodamente e stabilmente spingendo la macchina in linea retta, senza la necessità di “brandeggiare”; ■ in profondità: maggiore peso della macchina, maggiore velocità di rotazione dei satelliti, maggiore pressione a terra.
Le monospazzole Blue Golia Plus e Blue Golia Plus KN di Künzle & Tasin garantiscono un trattamento ottimale e in piena sicurezza su tutte le principali superfici, in particolare su quelle cementizie.
Dall’irruvidimento dei sottofondi, alla levigatura, alla bocciardatura, alla scarificazione nessuna attività è preclusa a queste monospazzole altamente professionali.
LEVIGATRICI MENGHINI & BONFANTI
Per superfici più estese (e per lavori più pesanti) Künzle & Tasin presenta la gamma di levigatrici Menghini & Bonfanti, ultima acquisizione della società. Forte di una lunga tradizione nella produzione di levigatrici per pavimenti, Menghini & Bonfanti privilegia da sempre la qualità, la robustezza, la ricercatezza nei dettagli che fanno la differenza. L’attenzione precisa e costante alle tecnologie applicate e alla loro evoluzione ha permesso a Menghini & Bonfanti di realizzare macchinari di nuova concezione, che semplificano il lavoro dell’operatore, riducendone gli sforzi e le sollecitazioni improprie, garantendo risultati sempre eccellenti.
Levigatrice satellitare MB Magnum di KT-Menghini & Bonfanti: potente e affidabile, ideale per lavorare in cantiere su grandi superfici.
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Da un lato, Menghini & Bonfanti propone quindi un’ampia varietà di macchine con dimensioni, potenze, motore e caratteristiche differenziate, che permette di rispondere al meglio a qualsiasi esigenza dei professionisti del settore. Dall’altro, è disponibile una gamma completa di utensili diamantati ad alta efficienza, in grado di operare su ogni tipo di superficie e di effettuare qualsiasi processo di lavorazione (dalla sgrossatura, alla levigatura, alla rimozione di colle e resine) garantendo agli operatori lavorazioni “a regola d’arte” e migliori profitti. Künzle & Tasin, grazie ai modelli della gamma Multi Mode Line e alla linea completa Menghini & Bonfanti, offre soluzioni perfette per le diverse esigenze del mondo del cantiere e dei suoi operatori. www.kunzletasin.com 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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INTERVENTI
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La pietra torna a RISPLENDERE Le operazioni che hanno permesso di riportare all’antico splendore le superfici di una delle cattedrali più importanti e visitate d’Europa a cura di Simone Ciapparelli
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Nel corso dei secoli, stufe a carbone, camini e locomotive a vapore hanno causato l’annerimento dei muri di pietra.
Le pareti esterne della corona della cappella del coro medievale e le aree del transetto meridionale sono state liberate dai depositi utilizzando il processo di sabbiatura a microparticelle a bassa pressione.
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l Duomo di Colonia, inserito nel 1996 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, rappresenta una delle maggiori attrattive turistiche della Germania. La costruzione di questa cattedrale in stile gotico fu iniziata nel 1248, ma venne completata solamente più di 600 anni dopo, nel 1880. In seguito all’acquisizione delle ossa dei Re Magi nel 1164, la cattedrale di Colonia divenne uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti d’Europa, e attira ogni anno milioni di visitatori. Lo sporcizia che, nel corso dei secoli, si è depositata sulle super-
fici della cattedrale ha richiesto l’intervento di specialisti del settore della pulizia per essere rimossa, e ripristinare così l’aspetto di questo storico edificio. Questa operazioni di pulizia si sono svolte in due momenti separati; la prima fase si è concentrata sulla pulizia di parti della facciata della chiesa, la seconda si è invece focalizzata sulla pulizia del pavimento in arenaria della cattedrale.
PULIZIA DELLA FACCIATA
La facciata dell’alta cattedrale gotica era fortemente contaminata dallo sporco prodotto nel corso dei secoli 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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INTERVENTI
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Come agente abrasivo è stato utilizzato un silicato di alluminio fine, per rimuovere lo sporco senza danneggiare la superficie della facciata.
Sul pavimento in arenaria della navata, lo sporco viene rimosso dai pori con un’idropulitrice ad acqua calda in combinazione con un pulitore per superfici con acqua calda a 80 gradi e pressione di 1-2 bar. L’acqua sporca viene immediatamente assorbita e drenata.
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Il vecchio strato di cera e prodotti per la cura viene rimosso dal pavimento a mosaico utilizzando una macchina monodisco oscillante. Dopo i lavori di conservazione, uno strato di cera appena applicato viene trattato con una lucidatrice ad alta velocità.
da stufe a carbone, camini delle fabbriche, locomotive a vapore, che si è depositato sulle mura di pietra. Inoltre, la facciata era ricoperta da microrganismi come batteri, alghe e muschio, che fanno apparire la roccia di un colore molto scuro. I depositi di sporco presenti sotto forma di croste nere sulle pareti esterne della cappella del coro medievale e sulle aree del transetto meridionale sono stati
eliminati mediante sabbiatura a microparticelle utilizzando fucili a bassa pressione, che hanno consentito una pulizia accurata della roccia sensibile. Come agente abrasivo è stato utilizzato un fine silicato di alluminio (40-90 μm) capace di rimuovere lo sporco con una pressione di circa due bar, permettendo di non danneggiare la superficie originaria della facciata della cattedrale.
KÄRCHER, GLI SPECIALISTI DEL PULITO
Kärcher, azienda il cui quartier generale si trova in Germania, nei pressi di Stoccarda, è stata fondata nel 1935 ed è entrata ufficialmente nel mercato della pulizia nel 1950, con l’invenzione della prima idropulitrice a caldo in Europa. Da oltre 30 anni, Kärcher è coinvolta attivamente nel supporto della conservazione di monumenti ed edifici storici, avendo partecipato a più di 100 progetti di restauro. Nell’ambito di queste sponsorizzazioni culturali, la pulizia avviene sempre in stretta collaborazione con conservatori di monumenti, restauratori e storici dell’arte.
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INTERVENTI
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PULIZIA DEI PAVIMENTI
Il pavimento in arenaria e mosaico della cattedrale viene calpestato da circa sei milioni di visitatori all’anno, che visitando lo storico edificio trasportano lo sporco all’interno. L’arenaria era perciò ricoperta da un velo grigio intenso, rappresentato principalmente da sporcizia stradale, e occasionalmente da residui di gomme da masticare; i mosaici avevano inoltre perso la loro brillantezza sotto diversi strati di cera e prodotti per la cura dei pavimenti. Sul pavimento in arenaria della navata, che si estende per 4.000 mμ, è stata utilizzata un’idropulitrice che ha impiegato acqua ad un temperatura di 80°C a 1-2 bar di pressione in combinazione con un detergente per superfici. Il risultato è chiaramente visibile: l’arenaria pulita è notevolmente più chiara, e la struttura della pietra è nuovamente riconoscibile. L’acqua sporca viene
immediatamente raccolta, permettendo di lavorare in modo mirato senza spandere acqua e vapore. Per la pulizia di manutenzione di tutti i pavimenti della cattedrale, sono state utilizzate una lavasciuga pavimenti per aree più grandi e una macchina più piccola per aree di difficile accesso. La pulizia di routine con lavasciuga garantisce che il pavimento mantenga la sua nuova, vecchia lucentezza il più a lungo possibile. Raccogliendo e rimuovendo lo sporco in modo affidabile, inoltre, la lavasciuga consente anche di ottimizzare l’igiene, tutelando i visitatori. Un sottoprogetto separato è consistito nella pulizia e nella conservazione del pavimento a mosaico del coro, che si estende per 1.300 m2. Esso rappresenta la più grande opera d’arte della cattedrale di Colonia, ed è stato realizzato poco dopo il completamento della chiesa, alla fine degli anni 1880 e 1890.
Lo strato di cera e prodotti per la cura del pavimento che è stato applicato per decenni viene rimosso con una macchina monodisco oscillante. I restauratori hanno quindi eseguito i lavori di conservazione del mosaico, sul quale è infine stato applicato uno strato di cera, trattato poi con una lucidatrice ad alta velocità, in modo da riportarlo allo splendore originario. Fonti: www.kaercher.com/de/, Aussenwand des Kölner Doms schonend von Ablagerungen befreit Gründliche Bodenreinigung im Kölner Dom Sechs Millionen Besucher im Jahr hinterlassen ihre Spuren
INTERVENTO
Paese: Germania Città: Colonia Sporco: croste nere, batteri, alghe e muschi; sporco stradale, occasionalmente gomma da masticare, strati protettivi di cera, prodotti per la cura Tecnica di pulizia: metodo di sabbiatura a microparticelle a bassa pressione con silicato di alluminio fine (40-90 μm) come abrasivo; idropulitrice ad acqua calda con detergente per superfici, varie lavasciuga, dispositivo di rimozione gomme da masticare Per i lavori di restauro del pavimento a mosaico: monospazzola, lucidatrice ad alta velocità
Per la pulizia di manutenzione permanente dei pavimenti della cattedrale, il personale che se ne occupa utilizzerà in futuro queste lavasciuga.
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l Flat Mop a filo continuo, cotone e microfibra, sistema a strappo di Essecinque, permette una pulizia perfetta e senza aloni grazie al particolare intreccio tra la Microfibra e il Cotone. La microfibra rimuove sporco e polvere e allo stesso tempo il cotone permette al prodotto di conservare la giusta umidità, mantenendo il mop bagnato per più tempo e consentendo così di pulire molti più metri di superficie. Al termine dell’utilizzo l’operatore può facilmente rimuovere il mop per il suo lavaggio: il sistema a strappo assicura praticità e velocità nelle operazioni di cambio mop. Il prodotto si presenta anche nella versione solo Microfibra, per un uso più tradizionale di questo tipo di prodotto.
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Il Mop per pinza è stato il primo prodotto realizzato da Essecinque a partire dal 2005: da allora più di qualche milione di mop è uscito dallo stabilimento per pulire ogni tipo di ambiente e pavimento. Il prodotto può essere di varie grammature ed è possibile a richiesta la sua personalizzazione, grazie all’etichetta cucita direttamente sul
mop riportante il logo del cliente. Il Tessuto Non Tessuto ha un’elevata capacità assorbente e consente una pulizia priva di cattivi odori. Nella versione a filo ritorto risulta più resistente all’usura e ai lavaggi. La banda centrale è disponibile in più colori, consentendo la classificazione del prodotto in base alla sua destinazione d’uso, indispensabile a garantire la riduzione di contaminazione batterica degli ambienti.
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R-Quartz ha due modalità di apprendimento e la possibilità di creare sequenze di lavoro combinando diversi percorsi, memorizzati anche in modalità e con caratteristiche differenti tra loro. Il cruscotto è dotato di un “touch screen” da 7 pollici che consente una comunicazione semplice ed intuitiva tra la macchina ed il suo operatore. La macchina è sempre in contatto con l’operatore attraverso il
telematics. Questi ha sempre la visibilità della sequenza della mappa, il tempo mancante al termine del lavoro e le indicazioni di eventuali avvisi che la macchina segnala. Inoltre, riceverà degli avvisi in tempo reale con delle notifiche trasmesse direttamente sullo smartphone.
Lavorare in sicurezza R-Quartz è dotata di tre sistemi di sicurezza che lavorano in contemporanea e sono in grado di farla muovere in completa autonomia garantento totale sicurezza alle persone ed aggirando eventuali ostacoli.
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Il COTTO Simone Ciapparelli
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robabilmente il più antico manufatto di trasformazione naturale nella storia dell’uomo,il cotto trae la sua origine dall’antica tecnica di cottura dell’argilla impastata con acqua per la preparazione dei mattoni. L’argilla è un miscuglio di sostanze minerali che dà origine a prodotti diversi: argille più ricche in ossidi di ferro danno ad esempio origine a materiali più rossi, mentre argille ricche di calcare formano cotti più chiari e porosi. La composizione dell’argilla, la finezza della macinazione, la quantità d’acqua nell’impasto, il taglio e la cottura conferiscono ai cotti le diverse caratteristiche per quanto riguarda aspetto, forma e colore. Il problema del trattamento e della manutenzione del cotto dipende dalla sua elevata porosità, caratteristica che porta questo materiale ad assorbire molto sporco e a macchiarsi molto facilmente.
POROSITÀ
La risalita dell’acqua nei capillari di questo materiale determina la formazione di efflorescenze bianche sulla superficie di cotti posati in esterni oppure in locali
interni umidi, efflorescenze che possono essere eliminate mediante l’utilizzo di prodotti acidi. Nei cotti a poro chiuso, l’effetto risalita è così pronunciato che in molti casi si verifica lo sfaldamento in superficie del cotto, mentre in quelli a poro aperto l’acqua risale poco, evitando la formazione del bianco in superficie. Per questo è fondamentale distinguere chiaramente i cotti a poro chiuso, che presentano il problema della capillarità e necessitano perciò di trattamenti anti salita e conservativi.
PULIZIA
Nelle operazioni di pulizia si usano prodotti chimici e attrezzature meccaniche. I metodi di intervento dipendono dal tipo di cotto, che può essere nuovo, recente o antico. Il cotto è recuperabile anche a seguito degli incidenti più traumatici; l’operazione di pulizia preliminare ha il duplice scopo di rimuovere le sostanze improprie e liberare la caratteristica porosità del cotto, perché possa accogliere le sostanze di tamponatura del trattamento di finitura. Il cotto resiste ai reattivi per tempi non superiori a qualche decina di minuti, perciò necessita di un’azione chimica mirata e decisa; il detergente reattivo non 46
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deve quindi essere eccessivamente solubilizzato in acqua, in modo che possa effettuare un’azione celere. Un buon detergente reattivo durante la pulizia mantiene in sospensione le particelle degradate e ciò, in fase di risciacquo, consente la loro completa rimozione con un consumo minimo d’acqua.
COTTO NUOVO
La pulizia si esegue versando il detergente direttamente sulla superficie asciutta e spandendolo con un tiraliquido. Il prodotto puro va lavorato con monospazzola a velocità medio bassa, con una pressione di peso non inferiore ai 30 kg per il lavaggio normale. In caso di sporco resistente, è consigliabile utilizzare i dischi più duri, aiutandosi con piccole quantità di sabbia quarzosa o silicea da gettare sotto il disco rotante insieme al prodotto chimico. Il liquido residuo va asportato rapidamente, perché il cotto tende ad assorbire in profondità sia i residui di lavaggio che i reattivi usati. Un aspetto molto importante è la risciacquatura finale della superficie, che deve essere abbondante ed effettuata con acqua neutra e chiara. Dopo la risciacquatura va aspirato il liquido residuo e la superficie del cotto deve essere asciugata bene con stracci e spugne.
COTTO ESISTENTE
La tecnica del lavaggio è da preferire alla levigatura e alla sabbiatura, perchè non distruttiva. Dopo aver pulito il pavimento, si procede al trattamento antimacchia; di solito sono necessarie 2-3 applicazioni di prodotti idrorepellenti. Normalmente, la seconda mano è costituita da cera con funzione antimacchia e resistenza al calpestio.
MANUTENZIONE
Il cotto si pulisce passando uno straccio umido. Lo sporco dovuto al passaggio si rimuove con una spugna sulla quale sono state versate poche gocce di detergente, per poi risciacquare subito con acqua. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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S uper f ici in cotto
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Tempi MODERNI A volte è proprio il calore che emanano i materiali naturali che ci fa sentire bene, però inspiegabilmente molti ritengono sia meglio che stiano a casa degli altri: sarà forse perché qualcuno pensa ancora che forse sono troppo impegnativi? Costantino Zanatta
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utto cambia! I gusti, le mode, le tendenze, il design, lo stile di vita, ecc... Però in questo vortice ci devono essere comunque dei punti fermi cui fare riferimento. Nelle nostre case oggi entrano materiali moderni con belle finiture, peccato che tra qualche anno saranno sostituite da altri prodotti di diversa tendenza. Se osserviamo nel nostro passato vediamo che i punti fermi ai quali ci si poteva riferire erano le pietre naturali, la calce, l’argilla, le terrecotte, i mattoni da costruzione, e poco altro. Da questi materiali sono usciti nel tempo anche bellissime pavimentazioni che abbiamo calpestato un po’ tutti ma che, stando sotto ai nostri piedi, sono passati a volte totalmente inosservati. Un capitolo a parte l’hanno scritto sicuramente le superfici in cotto, sia esso industriale o fatto a mano che per diversi anni hanno rifinito con un certo stile le nostre case. Poi le mode cambiano e così anche questi materiali sono diventati pregiati solo per gli intenditori: si solamente per chi li sa apprezzare e non segue solamente la tendenza del momento. Quando ci troviamo in un bel locale con un bell’arredamento e con le
pavimentazioni in “cotto” , magari fatto a mano o antico e di recupero e opportunamente valorizzato con una bella posa in opera ed un buon trattamento protettivo che lo fa risaltare ci sentiamo sempre a nostro agio, ci sembra di abitare un ambiente che è anche nostro. Mode tralasciando, sfido chiunque a trovare oggi un materiale moderno che dia lo stesso calore e la stessa accoglienza delle superfici in cotto, siano essi a pavimento o come arredo. Il cotto è fresco d’estate e caldo d’inverno, è rinnovabile nel tempo, basta togliere il suo vecchio vestito (trattamento...) e fargliene indossare uno nuovo per farlo ritornare attuale, (chissà perché una superficie a cui viene rifatto il vestito dopo tanto tempo acquista un valore diverso dalla più bella delle superfici moderne disponibili!).
VALUTARE LA PIÙ IDONEA DELLE SOLUZIONI
Naturalmente va considerato in primis l’utilizzo futuro delle superfici e le prestazioni che il trattamento protettivo deve garantire: non è la medesima situazione tra un cotto industriale o un cotto fatto a mano in abitazione civile piuttosto che in un locale ad alto traffico! La scelta
Finitura su una pavimentazione in cotto imprunetino compatto in una abitazione civile trattato con un metodo “moderno” composto di due mani differenziate di impregnante antimacchia e di due mani di finitura neutra satinata.
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S uper f ici in cotto
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S PE CIALE CANTI E R I delle argille, le moderne tecniche di produzione, hanno portato il cotto industriale, in particolare l’Imprunetino, a un elevato grado di compattezza: quindi un buon trattamento protettivo “moderno” garantisce le superfici a lungo, sempre con l’ausilio della manutenzione periodica che preservi l’usura delle protezioni nel tempo. Per il cotto fatto a mano e le terrecotte, magari posate in un bar o ristorante, il trattamento di protezione dovrà considerare la facile usura dei materiali dovuta all’alto traffico e quindi preferire sicuramente una protezione che crei un certo “spessore” che consolidi parzialmente le superfici oltre a proteggerle. Per l’esperienza personale, posso affermare che il sistema più idoneo è quello con l’impregnazione di olii di lino (olio di lino cotto e sue miscele...) e finiture con emulsioni di cere. Non ci si deve spaventare se al momento dell’applicazione vediamo cambiare e di molto il tono dei materiali: è del tutto normale come sarà normale poi con l’asciu-
gatura il ritorno graduale alle tonalità proprie dei materiali, ravvivati solamente quanto basta ad esaltarne i colori. Le superfici trattate che ho rivisto dopo due, tre, cinque e più anni sono tornate molto vicino alla tonalità che avevano le superfici dopo il ciclo del lavaggio. All’olio lasciamo quindi il compito di impregnare e consolidare taluni materiali, alle emulsioni e alle cere quello di tenere fuori lo sporco e di rendere facilmente vivibili le superfici. La tecnica di stesura si affina con il tempo, importante è non lesinare sulle quantità dei prodotti e favorirne il buon assorbimento, evitando che ristagnino degli eccessi in superficie: questi vanno eliminati prima della essicazione con panni in cotone che, dopo l’uso,vanno poi resi inerti e messi in un secchio con acqua.
TRATTAMENTO PROTETTIVO
Quanto può penetrare nei materiali un trattamento protettivo? Non
Finitura su una pavimentazione in cotto imprunetino compatto in una abitazione civile trattato con un metodo “moderno” composto di due mani differenziate di impregnante antimacchia e di due mani di finitura neutra satinata.
ho mai reperito studi specifici al riguardo, ma dall’esperienza maturata e da qualche prova empirica fatta personalmente, posso affermare che “il trattamento protettivo” con uso di olii di lino può arrivare
Fase della stesura della prima mano di olio di lino, cui ha fatto seguito la seconda il giorno dopo e, dopo ulteriori 24 ore l’applicazione della finitura. Nella foto 5 vediamo la stessa porzione di superficie finita e notiamo che il tono delle superfici inizia a prendere una tonalità propria che nel tempo regredirà sino ad arrivare vicino alla tonalità delle superfici lavate.
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anche a 4-5 millimetri di profondità nei materiali più assorbenti, sicuramente molto di più di un trattamento di tipo “moderno” che si esegue normalmente sui materiali più compatti. Ecco perché è importante valutare il tipo di trattamento da eseguire in rapporto al tipo di materiale e al suo futuro utilizzo: una protezione in spessore che consolida il materiale sarà sempre più duratura nel tempo. Naturalmente anche la corretta manutenzione delle superfici sarà garanzia della durata delle protezioni applicate, non possiamo vendere un trattamento come una soluzione che durerà per sempre: se vogliamo che un bel vestito rimanga in piega, dobbiamo stiralo ogni tanto! È fondamentale che si dedichi anche un po’ di tempo per spiegare al cliente finale le fasi della manutenzione delle superfici: sarà sicuramente un buon tornaconto nel futuro un cliente soddisfatto rispetto a uno deluso. E non è meno importante un cliente che ha solamente 10 metri quadrati di superficie da proteggere rispetto ad un altro che ne ha cento: sono solo due impegni diversi. Concludendo posso affermare che, ad oggi, dopo 38 anni e svariate migliaia di metri quadrati di cotto trattato, non mi è ancora capitato di dover riprendere alcuna superficie per problemi di scarsa protezione da me applicata. Con grande gioia delle ditte fornitrici!
Un trattamento di ”pelle” in un locale ad alto traffico è poco indicato perchè nel tempo si usura facilmente. In particolare, nelle zone ingresso, bancone, passaggio frequente, ecc. un semplice nastro adesivo potrebbe asportare il trattamento applicato.
Stesso tipo di problema con l’aggravio che essendo un trattamento di pelle e poco riempitivo lascia spazio al deposito di sporco in tutte quelle parti che non sono state riempite da un idoneo trattamento in “spessore”; successivamente a questo si determina anche una facile usura del primo strato di superficie del cotto.
Pavimentazione di mattoni di recupero opportunamente trattati con il sistema delle due mani differenziate di olii vegetali (soluzione di olio di lino cotto formulato da un’azienda specialistica di settore) e rifinitura con una mano di micro emulsione resino-cerosa liquida e una mano di micro cera in soluzione al solvente con relativa lucidatura. In questo cantiere siamo tornati, dopo circa un anno, a ridare una ulteriore mano di micro cera stesa a macchina consumando la quantità di 400 grammi di prodotto su una superficie di 160 metri quadrati (solo per puntualizzare come un trattamento per impregnazione abbia “saturato” le superfici). Da notare che le tonalità dei materiali sono ravvivate e non falsate dal trattamento: precedentemente anche su queste superfici, con riscaldamento a pavimento, era stato applicato un trattamento “di pelle” che in poco tempo era ingrigito. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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MY e RADAR: tecnologia e QUALITÀ in cantiere
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er imprese di pulizia e aziende, RCM implementa sui propri prodotti nuove tecnologie a servizio dell’igiene e della sicurezza. MY permette di ottimizzare e controllare i costi. RADAR consente di monitorare in tempo reale lavapavimenti e spazzatrici. RCM ha scelto di semplificare le operazioni che possono risultare complesse o ripetitive: l’utilizzo di sistemi di ottimizzazione e controllo integrati nelle lavapavimenti e nelle spazzatrici limita gli errori e consente di affidare le macchine per la pulizia anche ad operatori non particolarmente esperti, riduce la necessità di manutenzione straordinaria e i fermo macchina, semplifica la gestione delle flotte di macchine per la pulizia, ottimizzando tempi e risorse.
MY: LA TECNOLOGIA CHE PROGRAMMA E OTTIMIZZA
MY è la funzione che permette di scegliere e fissare i parametri di lavoro della propria lavapavimenti in base alle condizioni di sporco e dal tipo di pavimento. MY è una tecnologia che permette di ottenere risultati di pulizia costanti nel tempo ottimizzando i costi e riducendo i consumi per sessioni di pulizia più green. Grazie a MY è possibile regolare la pressione delle spazzole, dosare la giusta quantità di acqua e di detergente, in base alle esigenze e alle specifiche situazioni.
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La tecnologia MY è disponibile sulle lavapavimenti GIGA, ICON e TERA di RCM. Resa oraria, riduzione dei consumi e quindi dei costi, semplicità di utilizzo, controllo a distanza e ridotta manutenzione fanno di queste lavapavimenti degli strumenti di lavoro professionali, efficienti e affidabili, per un uso intensivo.
RADAR: IL PORTALE PER MONITORARE E PERSONALIZZARE LA FLOTTA
Oltre alla tecnologia MY, RCM ha sviluppato un sistema di monitoraggio per le sue spazzatrici e le sue lavapavimenti: RADAR, un portale web raggiungibile da qualunque dispositivo multimediale. Questo portale web, facile da usare da qualsiasi dispositivo, è dotato di un sistema GPS e collegamento dati GPRS che permette di monitorare da remoto la posizione della macchina, i dati di utilizzo (come lo
stato di carica delle batterie, i valori di consumo dei motori e gli alert), l’eventuale sconfinamento dalle aree assegnate, il furto e comprova l’avvenuto servizio svolto. I report ottenuti permettono di migliorare la performance della macchina allungandone la vita media. Radar permette di controllare lo stato di carica della batteria, il corretto utilizzo e le ricariche effettuate. Vi è, inoltre, un sensore che segnala eventuali urti durante l’utilizzo. La funzione GEOFENCE di RADAR definisce l’area di lavoro, per localizzare facilmente le macchine, e invia un messaggio in caso le macchine risultino fuori dalle aree prestabilite, segnalando con una notifica un possibile furto. Grazie a questo fondamentale strumento le aziende possono avere sempre sotto controllo la loro flotta, così da organizzare e gestire in modo personalizzato il loro parco macchine. Un requisito particolar-
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
mente importante per chi possiede più spazzatrici o lavapavimenti, come le imprese di pulizia che operano su vari cantieri. RADAR è un sistema utile per tenere sotto controllo i costi di gestione, per ottenere interventi più veloci dall’assistenza o addirittura evitarli, scoprendo in anticipo eventuali anomalie.
GIGA, ICON E TERA: LE LAVAPAVIMENTI PER LA PULIZIA DI AREE MEDIE E GRANDI
GIGA è una lavapavimenti professionale agile e compatta, con una lunga autonomia delle batterie (fino a 6 ore) che, grazie al controllo dei parametri di lavoro, garantisce una pulizia di qualità costante. È disponibile in tre versioni: con pista di lavaggio da 700, 800 e 900 mm, con due spazzole a rullo o a disco. Su GIGA è integrato il sistema GO GREEN che riduce l’inquinamento acustico ed aumenta l’autonomia della macchina, grazie a bassi consumi energetici. Inoltre è di serie anche la tecnologia SUPER SILENT, che limita il rumore del motore aspirazione. Su tutti i modelli GIGA è opzionale il sistema DETER SAVER che dosa la percentuale di detergente in base all’acqua utilizzata e alla quantità di sporco. Questo dispositivo, oltre a ridurre l’impatto ambientale, riduce i fermi macchina aumentandone la produttività. ICON è una lavapavimenti professionale ad alta produttività, con un serbatoio da 200 litri per le medie
e grandi superfici. È disponibile in tre versioni: con pista di lavaggio da 1000 mm con spazzole a rullo e da 900 e 1000 mm con due spazzole a disco. I plus di questo prodotto sono i dispositivi SISTEMA GO GREEN, SUPER SILENT e DETER SAVER che offrono a questa macchina una modalità di lavoro a ridotto impatto ambientale: diminuendo il consumo di energia, acqua, rumorosità e incrementando l’autonomia di lavoro. TERA è la lavapavimenti RCM per la pulizia di grandi superfici. Anche in questo caso sono tre le versioni disponibili: con pista di lavaggio da 1100 e 1300 mm, con spazzole a disco o a rullo. Il serbatoio da 280 litri e la batteria permettono alla macchina di avere una grande autonomia di lavoro. La sua struttura robusta le consente di lavorare negli ambienti più difficili. TERA possiede inoltre il SISTEMA AQUA SAVER che riduce al minimo l’uso di detergente e di acqua, e il SISTEMA
GO GREEN per ridurre l’impatto ambientale e aumentare la resa oraria. È opzionale l’aggiunta del dispositivo DETER SAVER per mantenere invariata la percentuale di detergente al variare della portata dell’acqua (e viceversa). La tecnologia MY è di serie su tutte e tre le lavapavimenti GIGA, ICON e TERA. Inoltre, può essere richiesto il sistema di monitoraggio RADAR che fornisce alle aziende un servizio di ottimizzazione dei costi e di gestione personalizzata delle macchine. Scrivici e scopri di più su https://www.rcm.it
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Fragranze Green per un CANTIERE ecosostenibile Nell’universo della detergenza professionale sono numerose le soluzioni profumate di nuova generazione, si tende ad unire l’esigenza di sostenibilità a soluzioni tecniche e funzionali per risolvere i problemi quotidiani a livello di cantieristica, civile e navale, nell’operatività di tutti i giorni. Luca Ilorini
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on si può prescindere dall’utilizzo delle profumazioni, anche all’interno di settori in passato poco sensibili al fascino del ‘fragrance-in’, e pertanto sono all’ordine del giorno le ricerche di soluzioni profumanti. È indubbio che sia complicato coniugare un prodotto ‘costoso’ come il pro-
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fumo all’interno di un settore legato in maniera diretta ai costi come il mondo degli articoli di pulizia professionale, una complicazione aumentata anche dall’esigenza di green e sostenibilità. Le profumazioni 100% naturali sono infatti caratterizzate da costi formule più elevati rispetto alle proposte sintetiche: è necessario, a tal punto, riuscire a claimizzare nel
modo adeguato a livello del prodotto finito tale ‘plus’ per riuscire ad essere accattivanti e vincenti sul mercato.
SOLUZIONI PER PAVIMENTI 4.0
I prodotti profumati per pavimenti mantengono l’annoso problema di permanere poco tempo all’interno
Nonostante siano straordinariamente diffusivi all’atto dell’applicazione i prodotti profumati per pavimenti permangono poco tempo all’interno dell’ambiente. L’estrema volatilità delle profumazioni utilizzate è legata alla necessità di diffondersi in ambienti molto vasti.
dell’ambiente, nonostante siano straordinariamente diffusivi all’atto dell’applicazione. L’estrema volatilità delle profumazioni utilizzate è legata alla necessità di diffondersi in ambienti molto vasti, come quelli costituiti per esempio dai grandi cantieri in ambito ospedaliero e nel settore della ristorazione. Uno degli approcci più utilizzati al momento, in piena direzione green, è quello di ridurre al minimo la percentuale di essenza all’interno del prodotto finito, optando per materie prime altamente diffusive. Si tratta di soluzioni caratterizzate da accordi olfattivi molto intensi, che consentono di ridurre la percentuale di essenza nel prodotto finito con notevoli vantaggi in termini di sostenibilità: riduzione degli imballi e della carbon footprint. Una valida alternativa è anche costituita da soluzioni green in tutti i componenti della formulazione, una proposta complicata a causa del posizionamento prezzo elevato delle stesse ma che consente strade differenti dal punto di vista edonistico. È infatti possibile ricorrere all’utilizzo degli oli essenziali, come per esempio lavanda e timo, oppure soluzioni di natura balsamica: un percorso che permette un’ottima diffusività a percentuali di applicazione profumata minime
L’olio di chiodi di garofano è risultato essere l’agente antifungino più ad ampio spettro contro le specie fungine di origine ambientale.
e consente di ottenere vantaggi significativi per differenziare la propria offerta dalla concorrenza. Da quest’ultimo punto di vista è doveroso considerare come numerosi clienti nel settore professionale e cantieristico, siano alla ricerca di soluzioni innovative e differenti: eventualità raggiunta nell’ultimo caso attraverso prodotti 100% naturali e che consentano anche di vantare un deciso claim igienizzante sul servizio fornito. Le nuovi abitudini, post pandemia, hanno favorito in maniera esponenziale la crescita di soluzioni che favoriscono le pratiche di igienizzazione e sanitizzazione degli spazi: in quest’ottica l’utilizzo di proposte profumate con oli essenziali dalle note proprietà antibatteriche rappresenta un deciso valore aggiunto.
ANTIMUFFA – UN AIUTO PROFUMATO
La contaminazione fungina dell’aria interna è un problema di crescente preoccupazione per la salute pubblica, vissuto con grande attualità anche all’interno dell’universo cantieristico. È stato dimostrato che gli oli essenziali hanno capacità antifungine, ma ci sono studi limitati che indagano sull’efficacia degli oli essenziali contro i funghi rilevanti
per la qualità dell’aria. Esistono sul mercato soluzioni profumate, come prodotti in formato trigger o detergenti liquidi con attività antimuffa: oli essenziali di chiodi di garofano, lavanda ed eucalipto sono efficaci contro svariate specie fungine isolate da campioni di aria ambientale. La capacità degli oli essenziali di inibire la crescita fungina è stata studiata e valutata nel tempo, valutando attraverso il test di diffusione del disco su agar estratto di malto ed è stata confrontata con aceto, candeggina e limonene, con fenolo come controllo positivo: i risultati hanno identificato oli essenziali che hanno dimostrato un potenziale antifungino contro le specie di origine ambientale. L’olio di chiodi di garofano è risultato essere più efficace rispetto ad oli di eucalipto e lavanda che mostrano un potenziale antifungino, ma con uno spettro meno ampio e con meno persistenza nel tempo in questo test. Tutti gli oli essenziali hanno prestazioni migliori rispetto ai detergenti tradizionali neutri utilizzati contro la muffa. Ulteriori ricerche sono all’ordine del giorno al fine di analizzare la persistenza a lungo termine delle proprietà antifungine. L’olio di chiodi di garofano è risultato essere l’agente antifungino più ad ampio spettro contro le specie 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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S PE CIALE CANTI E R I fungine di origine ambientale. Una strategia vincente è quella di utilizzare prodotti profumati per azione antimuffa che abbinano all’azione degli oli essenziali, molecole dotate di attività profumante e anti-odore: la muffa si caratterizza infatti per la presenza di un deciso sentore ‘stagnante’ che può essere annullato olfattivamente, grazie all’utilizzo di profumazioni ad hoc. Quest’ultime verranno realizzate con l’utilizzo di molecole che riescono a legarsi alle molecole responsabili del cattivo odore della muffa, favorendo in questo modo la trasformazione delle stesse in sostanze inodori e dal profilo olfattivo neutro. Una soluzione di questo genere non può abbracciare la totalità del panorama olfattivo e, per questo motivo, si tende ad orientarsi verso proposte agrumate e fruttate con decisi toni aldeidati e muschiati.
GRES PORCELLANATO: ACCORTEZZE PROFUMATE
Una delle procedure più importanti da eseguire all’interno dell’attività cantieristica è costituita dalla pulizia a fine cantiere, attività che può apparire semplice ma nasconde al suo interno numerose criticità. Prima di tutto è necessario evitare la formazione di aloni di svariata natura e può esserci la sensazione di trascinare la sporcizia in giro: problematica che la presenza di soluzioni profumanti può esacerbare in maniera significativa dal momento che la natura delle profumazioni è lipofila. Infatti può risultare complicato trovare il giusto balance fra profumi persistenti ed esigenza di diffusività; per garantire la prima servono soluzioni con molecole ‘pesanti’ che gioco forza resteranno più adese alla superficie e proposte più volatili che evaporeranno con facilità dalla stessa diffondendosi nell’aria. Oltre a questo equilibrio importante è necessario utilizzare prodotti lavanti che presentino solu56
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Esistono sul mercato soluzioni profumate, come prodotti in formato trigger o detergenti liquidi con attività antimuffa. Ad esempio, l’olio essenziale di eucalipto è efficace contro svariate specie fungine.
zioni profumate realizzate ad-hoc: il rischio di alterare la colorazione originaria del pavimento in posa è troppo elevata: infatti i profumi possono essere costituiti da numerose materie prime che presentano colorazioni ‘aggressive’ e che, se non formulati adeguatamente, possono rilasciare le stesse provocando danni visivi più o meno significativi. Nel caso in cui sia stato utilizzato, come accade nella maggior parte dei casi, uno stucco cementizio, è possibile procedere ad un lavaggio con un cleaner, a base di acido tamponato, che può essere leggermente profumato a seconda delle esigenze con una soluzione che spesso permette l’evitare di formarsi di aloni biancastri o residui di stucco. In questo caso la profumazione non comporterà alcun tipo di problematica residua, se dosata correttamente all’interno della soluzione pulente. Nel caso in cui sia stato al contrario utilizzata una soluzione finale con stucco epossidico, è necessario il ricorso a prodotti finali decisamente
più tecnici che presentino la profumazione solo in determinate situazioni: dovrà trattarsi di soluzioni profumate estremamente delicate e composte da percentuali di profumazione estremamente basse al fine di evitare le problematiche prima citate. Per lavare il gres porcellanato è sufficiente un prodotto neutro, è molto importante evitare di utilizzare detergenti aggressivi, eccessivamente profumati o schiumogeni e quindi, anche in questo caso, grande attenzione va riservata alla sfera della profumazione. In linea generale, si può affermare tranquillamente che la maggior parte dei profumi presentano un ‘aspetto’ neutro, tanto che in linea generale si tende a non definire nemmeno il pH degli stessi considerandolo un parametro irrilevante, ma numerosi componenti dello stesso possono avere caratteristiche di acidità intrinseche. Pertanto quest’ultime vanno evitate con attenzione nella formulazione di profumazioni per la pulizia del gres porcellanato.
DETERGENTI
S PROFUMO di pulito con intense ENERGY
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EDUSA presenta Intense Energy un detergente manutentore superconcentrato per il lavaggio giornaliero di tutti i tipi di pavimenti e di superfici lavabili. Esplica un’efficace azione deodorante, rilasciando una gradevole e persistente nota di profumo. Intense Energy può essere usato anche con macchina lavasciuga e non necessita di risciacquo. Grazie al pratico flacone giustadose, si può utilizzare la conforme quantità di prodotto in modo semplice e sicuro, risparmiando tempo ed evitando sprechi. L’alta concen-
trazione del formulato permette di ridurre i costi di trasporto, di movimentazione e di stoccaggio, ma anche l’85% del peso della plastica da smaltire. Grande importanza è stata data alla scelta delle profumazioni, sviluppando 10 persistenti fragranze: Breeze, Colonial, Exotic, Forest, Marine, Oriental, Petals, Stardust, Virgin e Fresh. Intense Energy associato a Intense DEO, il deodorante concentrato a lunga durata con micro-nebulizzatore, esalta il profumo dell’ambiente. La confezione è composta da 6 pezzi in flacone da 1 kg giustadose.
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I gienizzanti
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Il BENESSERE delle fragranze
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iamo nel secondo millennio, tempo nel quale possiamo constatare come la nostra vita sia intrisa di corsi e ricorsi storici legati alle nostre abitudini, tradizioni e al “modus vivendi”. Anche la scienza legata alle essenze e ai profumi segue questa teoria. Forse non tutti sanno che nelle antiche tradizioni orientali, i profumi erano prodotti e miscelati dalla stessa figura che si occupava di visitare e guarire i malati, il medico-profumiere. A distanza di secoli la medicina denominata olistica, riconsidera la connessione tra mente e corpo attraverso diverse “specialità” tra cui l’aromaterapia (che si basa sull’utilizzo di oli essenziali) e profumo terapia (che si basa invece sull’utilizzo della fragranza). Questo approccio alle nuove frontiere della medicina rivaluta quel trattamento indirizzato a stimolare l’attività cerebrale, con l’obiettivo di ritrovare e favorire il proprio benessere attraverso le odierne e più diffuse pratiche di questa specialità. Le fragranze da noi prodotte rientrano tra le nuove tendenze e necessità del mondo alberghiero e non solo. Questo è stato ed è la finalità dei nostri laboratori nel momento in cui sono state e verranno sviluppate le formule delle essenze che caratterizzano le nostre linee. Non solo abbiamo pensato e creato prodotti di qualità intesi come persistenza, concentrazione, ecosostenibilità, gradevolezza, ergonomicità, ma abbiamo anche considerato i benefici sensoriali che l’utilizzatore finale avrebbe potuto ottenere nell’utilizzo abituale del prodotto. È dunque evidente che abbiamo fatto tesoro di quanto tramandatoci e dopo secoli di storia, siamo ritornati ad utilizzare e riconsiderare in chiave moderna, le stesse pratiche della terapia del piacere che in passato erano riservate a una stretta cerchia di fruitori ed ora alla portata di tutti.
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La linea delle essenze che oggi produciamo e distribuiamo con il marchio “Olè Ressenza“ e “Magica Essenza”, non solo racchiudono in un unico formulato le caratteristiche di Profumatore, Detergente, Deodorizzante e Spolverante, ma sono anche Igienizzanti, quindi prodotti sempre più in linea con le attuali necessità di mantenere gli ambienti e le superfici salubri rimuovendo germi e batteri. Quanto alla scelta delle fragranze, oltre al gusto personale, si può ricorrere ad alcune indicazioni,
a seconda che si cerchi di ottenere un effetto tonificante, antistress o afrodisiaco. Ad esempio, sono utili nel combattere lo stress le fragranze a base gelsomino, ylang ylang, bergamotto, mandarino e camomilla; mentre per l’insonnia via libera ad angelica, neroli, narciso, rosmarino, iris e lavanda. Proprio per questo le nostra linee “Olè Ressenza” e “Magica Essenza” sono variegate e comprendono ventitrè referenze ciascuna sia per gli ambienti che per le superfici. www.rubinochem.it
I N N O VA Z I O N E
S La sanificazione nel POSTPANDEMIA Gian Paolo Barbieri, A.D. Gate srl - spin off Unife
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ato dalla collaborazione con Spray Team e lo spin off Gate Srl (Green for the Future), EWS – Electrolyzed Water System è una tecnologia innovativa che riesce ad essere non soltanto più efficace ma anche più sostenibile. Il primo elemento che differenzia la tecnologia GATE/SprayTeam è la sostanza utilizzata: una soluzione di acido ipocloroso, che è più efficace (100 volte più del classico ipoclorito di sodio) e al tempo stesso molto meno tossico per l’uomo e l’ambiente. Il sistema, coperto da brevetto per varie applicazioni, produce il sanificante partendo unicamente da acqua e piccole quantità di cloruro di sodio, il comune sale da cucina, utilizzando una tecnologia elettrochimica. Terminata l’azione sanificante, la soluzione si disattiva da sola, tornando a essere semplicemente acqua e sale. La durata del trattamento dipende dalla dimensione dell’ambiente da trattare. Come criterio generale, si tenga conto del fatto che il sistema
Il sistema EWS
di nebulizzazione a secco è in grado di sanificare da 10 a 20m3 /minuto utilizzando circa 100 ml di soluzione di acido ipocloroso a 300 ppm. In queste condizioni, si ottiene fino al 95-99% di abbattimento della carica batterica e fungina su tutte le superfici, compresi il pavimento e le pareti. La partnership tecnologica e produttiva tra GATE e SprayTeam vuole però continuare a percorrere la strada della ricerca e dell’innovazione per realizzare nuove applicazioni come i portali per sanificare le persone che entrano nelle strutture ospedaliere e assistenziali ma anche nelle scuole o nei Centri Commerciali.
IL PROGETTO HWS/HCLO
Healthcare Water System
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Il progetto di ricerca più ambizioso della partnership GATE/SprayTeam è rappresentato dall’ HWS Healthcare Water System, che si è aggiudicato il bando della Regione Emilia-Romagna per prodotti e
servizi innovativi per combattere il coronavirus e contrastare rischi futuri di nuove pandemie. L’Healthcare Water System è una speciale configurazione della tecnologia GATE/ST con Electrolyzed Water e rappresenta quindi un’attrezzatura a basso impatto ambientale la sanificazione di ambienti e superfici a uso sanitario, come ospedali pubblici, cliniche private, studi medici, case di cura e residenze sanitarie assistite, particolarmente esposti al rischio di contaminazione biologica e virale, garantendo la sicurezza delle persone e degli operatori. Al progetto collabora anche DIAL Alta Tecnologia Medica srl che è presente da moltissimi anni nel settore sanitario e assistenziale. Si è deciso che il nuovo prodotto si chiamerà HClO (che riprende la formula chimica dell’ipocloroso). In particolare, nell’ambito del progetto sono stati verificati:
1. e fficacia contro la carica batterica ambientale e patogena e contro la carica virale 2. la non tossicità 3. la sicurezza per superfici e materiali sottoposti al trattamento. Ci sembra particolarmente importante sottolineare che è stata esaminata l’eventuale tossicità su cellule dell’epidermide e su tessuti 3D di soluzioni a base di acido ipocloroso. La scelta di utilizzare tessuti 3D deriva dal fatto che sono degli efficienti metodi alternativi alla sperimentazione animale, validati dal Laboratorio di Riferimento dell’Unione europea (EURL-ECVAM). Sono state utilizzate varie concentrazioni di acido ipocloroso: 100, 300, 1000, 2000, 5000 e 10000 ppm nebulizzando fino alla saturazione. È stato poi lasciato un tempo di esposizione: 20 minuti (dal massimo grado di saturazione fino a completa deposizione della soluzione nebulizzata). Le prove sull’eventuale citotossicità indotta dalla nebulizzazione di acido ipocloroso su cheratinociti umani ci ha permesso di concludere che fino alla dose 1000 ppm non si osservano modificazioni significative della vitalità cellulare. In particolare, alla dose 300 ppm, ovvero la dose ritenuta efficace per l’abbattimento di virus e batteri, le cellule prese in esame, dopo una nebulizzazione di 20 minuti, non hanno mostrato evidenti segni di sofferenza nemmeno dopo 24 ore dal trattamento. Alla concentrazione acido ipocloroso di 300 ppm. Tessuti utilizzati: ■ Tessuto respiratorio (struttura molto simile al tessuto epiteliale nasale e tracheale); ■ Tessuto cutaneo (epidermide umana ricostituita). I risultati mostrano come anche dopo 24 ore dalla nebulizzazione, l’ipocloroso alla concentrazione di 300ppm non induce citotossicità in
nessuno dei due modelli 3D studiati. I risultati ottenuti hanno confermato la piena adeguatezza di HWS nell’eliminare ogni contaminazione biologica e virale, anche in ambienti particolarmente esposti al rischio di contaminazione, come quelli sanitari e ospedalieri, e al tempo stesso la sicurezza di superfici e attrezzature. Inoltre da studi preclinici, è stata dimostrata l’innocuità dell’acido ipocloroso su cellule e tessuti 3D, anche in concentrazioni molto più elevate rispetto a quelle utilizzate operativamente nei sistemi GATE/SprayTeam. Questo importante riconoscimento e i relativi dati scientifici ottenuti, inoltre, consentiranno a GATE e SprayTeam e ai propri partner di proseguire con ancora maggiore efficacia lo sviluppo di altre applicazioni per la sanificazione con acido ipocloroso che siano sempre più innovative, funzionali, pratiche, economiche e sicure.
I PROGETTI FUTURI
La partnership Gate/SprayTeam vuole continuare ad offrire al mercato nuove attrezzature ma soprattutto nuove “soluzioni” permettendo, come si è detto in premessa, di offrire agli operatori della sanificazione di offrire ai propri clienti finali servizi sicuri, ambientalmente ed economicamente sostenibili. Anticipiamo qui due prodotti in uscita: ■ AWS Sanitizing Mist Generator è il primo sistema automatico, completo e portatile di produzione e nebulizzazione di Electrolyzed Water: un disinfettante ecologico e altamente performante nella lotta contro virus (incluso il Covid), batteri e muffe. In 5 minuti produce ed emette una nebbia secca capace di raggiungere e sanificare ogni superficie e ogni angolo di un ambiente chiuso, senza impatto per l’ambiente e la salute e senza danni per carte, arredi e apparecchiature. Efficace per ambienti fino a 70 m2, facile da
EWS con NEBULIZZATORE
usare ed economico, è ideale per mettere in sicurezza uffici, ambulatori, negozi, piccoli laboratori, camere d’albergo, luoghi di degenza, sale d’attesa, piccoli ristoranti e automezzi. ■ SMART_IN un tunnel sanificante per stadi e luoghi di spettacolo all’aperto con molta affluenza di spettatori. Le persone passano nel tunnel e la nebbia secca contribuisce ad abbattere le cariche batteriche e virali sugli abiti e sulle cose oltre ad aiutare la capacità di resistenza agli agenti patogeni.
GLI ASPETTI NORMATIVI E I NUOVI PARADIGMI
In questi mesi, nonostante gli indubbi successi commerciali, la partnership Gate/SprayTeam ha dovuto confrontarsi, e in parte anche scontrarsi, con una situazione normativa e certificatoria che fatica ad adeguarsi alla necessità di valutare soluzioni innovative che travalicano le procedure, che spesso durano decenni, per le autorizzazioni di prodotti biocidi a basso impatto che sono ormai riconosciuti come efficaci e non dannosi dalle comunità tecnico scientifiche internazionali. Sono evidenti gli interessi economici nella difesa dello status quo e di percorsi autorizzativi onerosissimi e in parte incomprensibili. Naturalmente nessuno chiede di togliere controlli e verifiche ma, come si è dimostrato per i vaccini, ridurre le tempistiche da anni a mesi superando pregiudizi e interessi particolari. gategreen.it - www.sprayteam.it 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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AT T R E Z Z AT U R E
S KUBI KID: la sicurezza dei carrelli incontra la FANTASIA DEI BAMBINI
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ubi Kid di Falpi è un carrello sviluppato su commissione nell’ambito di un progetto molto peculiare. Tale occasione ci ha offerto lo spunto per estendere la proposta dei carrelli Kubi in tutti quei contesti che sono frequentati dai bambini: dai reparti pediatrici degli ospedali, alle scuole materne, fino ai centri per l’infanzia. Kubi Kid è disponibile in tutte le configurazioni della gamma Kubi e conserva pertanto tutte le certificazioni di qualità e le prestazioni della linea originale. Agli aspetti di compattezza, versatilità ed ergonomia qui si aggiunge anche l’aspetto ludico: la possibilità di personalizzare il carrello con stickers allegri e colorati. Il prototipo è stato realizzato applicando su un carrello di colore “lime” delle immagini che rappresentano in forma cartoonesca gli animali della giungla, dando vita a uno scenario
che può stimolare la fantasia dei bambini, distraendoli dalla situazione potenzialmente noiosa o pesante in cui si trovano, e alleggerendo le mansioni di genitori, tutori o operatori presenti. Il design “tutto chiuso” di Kubi permette di tenere i prodotti chimici e le attrezzature al riparo dalla straordinaria ed innata curiosità dei bimbi, garantendo la loro sicurezza. Kubi Kid è interamente personalizzabile sulla base del contesto a cui è destinato (sia nei moduli, sia nei colori, sia nella grafica degli stickers). www.falpi.com 62
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CONSULENZA
S CANTIERE chiavi in mano
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ttenta alle esigenze di un Mercato in continua evoluzione, Kemika ritiene che il proprio compito non possa esaurirsi nella produzione e commercializzazione di detergenti e disinfettanti destinati alle pulizie. Uno degli obiettivi principali deve, necessariamente, essere il fornire ai propri Clienti un accurato servizio di consulenza, formazione e addestramento delle figure professionali che svolgono e / o organizzano le operazioni di pulizia all’interno del cantiere. Con questo obiettivo nasce “Cantiere Chiavi in Mano”, il progetto Kemika che ha l’ambizione di essere il riferimento, non occasionale ma continuo, dove gli Attori protagonisti del comparto del cleaning possono acquisire preziose informazioni che, trasferite nel loro lavoro quotidiano, permettono di ottenere il massimo rendimento sotto il profilo professionale ed economico. Cantiere Chiavi in mano opera con la filosofia dell’intervento fornito “su misura”, vestito sulle esigenze del singolo Cliente. Ogni Impresa ha una sua unicità, una sua realtà, delle sue specifiche esigenze, di conseguenza, deve essere approcciato come se fosse l’unico Cliente dell’Azienda di Ovada.
AVVIO E CONTROLLO DEL CANTIERE
Di seguito la metodologia applicata da Kemika nell’attività di preparazione, avvio e controllo del cantiere: 1. Sopralluogo sul cantiere per verificare le reali esigenze del Cliente. In questa circostanza Kemika ha la possibilità di organizzare e svolgere delle prove pratiche e delle dimostrazioni sull’uso dei propri prodotti.
2. 2. Presentazione al Cliente di una Relazione scritta riportante tutte le informazioni necessarie su come deve essere impostato il lavoro quotidiano (manutenzione ordinaria) e le operazioni di pulizia periodica sul cantiere. La relazione riporta la resa oraria a metro quadro, con il costo manodopera e il costo giornaliero dei prodotti da impiegarsi sul cantiere, comprese attrezzature, materiali vari ed eventuali macchine. 3. Approvazione, da parte del Cliente, di quanto proposto nel Progetto e conseguente pianificazione degli interventi. 4. Addestramento sul Cantiere di tutto il Personale addetto alle pulizie con Training specifico sul tipo di lavoro che andranno a svolgere. 5. In fase di avvio del cantiere il personale Kemika è presente per verificare l’esecuzione corretta delle procedure predisposte. 6. Dopo 30 giorni dall’avvio di cantiere viene pianificato un primo sopralluogo di controllo sullo stato dei lavori e di corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti. 7. Dopo 60 giorni dal primo sopralluogo (90 giorni dopo l’avvio di cantiere), secondo intervento di verifica dello stato dei lavori e di corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti. 8. Una volta l’anno sopralluogo completo per l’ordinaria presa visione dello stato del cantiere, con controllo del costo prodotti, attrezzature, materiali vari e delle rese orarie (costo manodopera) previste nel progetto tecnico. Kemika si rende sempre disponibile su richieste specifiche del Cliente emerse nel lavoro quotidiano come, ad esempio, l’inserimento di una nuova metodologia operativa. www.kemikaspa.com 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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Linea Guida Percorso di Formazione
L’azienda nell’azienda
Volume
I
LA CULTURA DEL PULITO • Motivazioni e presentazione • La riunione • Cristallizzazione e sviluppo, la tensione creativa • Le culture operative • La terziarizzazione dei servizi • Le fasi contrattuali • La qualità • La dorsale dell’appalto • Formare il formatore
Volume
II
L’ANALISI • Il sopralluogo • La ricognizione ambientale • Rilievi metrici e numerici • Sporco e rivestimenti • Mappa delle criticità • I veicoli della trasmissione • L’analisi dei tempi • Visibilità del piano delle frequenze e delle operazioni • Fornitore e forniture
Volume
III
L’AZIONE • Operazioni preventive • La qualità della prestazione • Operazioni della linea d’uso • Operazioni della linea luce • Operazioni della linea ombra • Operare in sicurezza • Set operativo • Attrezzi, macchine • Le risorse umane
I
l settore del cleaning professionale si è specializzato, e si è evoluto tecnologicamente. Un bagaglio teorico di conoscenze si rende necessario per stare al passo con i tempi, capire il mercato, comprenderne i diversi aspetti, per sviluppare nuovi strumenti, nuove metodologie e nuovi modi di comunicazione, fermo restando l’importanza dell’esperienza fatta “sul campo”. La Linea Guida “L’azienda nell’azienda”, realizzata da Mauro Martini, uno dei maggiori esperti del settore, è uno strumento di lavoro dedicato alle diverse figure professionali che compongono il mondo del cleaning. “L’azienda nell’azienda” si articola in tre volumi: La cultura del pulito, L’analisi, L’azione. In questo numero si affronta il tema dell’acquisizione dei dati che consentono di individuare, tra le varietà delle attrezzature disponibili sul mercato, il set operativo più idoneo. Un primo esame riguarda il tipo, lo stato, la provenienza, la consistenza dello sporco riscontrato sul rivestimento della superficie. Una seconda analisi prende in considerazione la natura del rivestimento e la sua possibile reazione all’impatto con il prodotto chimico e il materiale pulente. Infine, l’analisi e la configurazione dei prodotti per consentire all’operatore di scegliere più facilmente il prodotto più adatto alle situazioni da fronteggiare.
Mauro Martini, l’autore
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TERZO VOLUME
Capitolo 7 Set operativo 3.7.1 Criteri per la scelta 3.7.2 Detergenti 3.7.3 La chimica e l’acqua 3.7.4 Prodotti chimici per le pulizie 3.7.1 CRITERI PER LA SCELTA La scelta di un prodotto o di un attrezzo non dipende esclusivamente dal rapporto materiale del rivestimento e tipo di sporco riscontrato, ma coinvolge una serie di valutazioni che partono dalle condizioni operative, dall’ingombro, dai problemi logistici, dai supporti operativi accessibili - quali acqua o energia elettrica - dall’orario di lavoro, dall’incidenza delle condizioni atmosferiche diverse in proiezione dell’intervento, dalla presenza o meno degli inquilini o degli ospiti. Assemblando tutte queste informazioni si potrà valutare quali attrezzature dovranno essere utilizzate e quali modalità d’uso l’operatore dovrà sviluppare nel corso dell’intervento. Ottenendo così:
L’azione
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3.7.5 La biodegradabilità 3.7.6 I sanitizzanti 3.7.7 Prodotti caratterizzanti
■ L’applicazione della corretta prassi igienica ■ Lo sgravio della fatica per gli operatori ■ Il recupero delle risorse per una maggiore economicità delle operazioni ■ Il mantenimento nel tempo degli standard qualitativi ■ Il rispetto delle esigenze igieniche estetiche e funzionali di un ambiente L’acquisizione dei dati che consentono di individuare tra le varietà delle attrezzature disponibili sul mercato il set operativo più idoneo si ottiene mediante una serie di analisi. Un primo esame riguarda il tipo, lo stato, la provenienza, la consistenza dello sporco riscontrato sul rivestimento della
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Percorso di Formazione superficie. Una seconda analisi prende in considerazione la natura del rivestimento e la sua possibile reazione all’impatto con il prodotto chimico e il materiale pulente. L’analisi dello sporco e la valutazione della superficie condiziona la scelta del tipo di detergente e stabilisce quale stato di aggressività deve essere utilizzato (percentuale di diluizione). Una terza analisi prende in considerazione le condizioni ambientali e operative nelle quali si esegue l’intervento e valuta i possibili condizionamenti generati dall’attività interna. Un altro elemento che condiziona la scelta del set operativo è certamente l’estensione delle superfici e la situazione di ingombro relativa agli arredi, macchinari, ecc., che impediscono lo sviluppo di un’operazione di pulizia con macchinari più potenti e inducono a scelte diverse. Tra le grandi varietà di prodotti e materiali reperibili sul mercato ne esistono alcuni sconsigliati e altri che per la loro individuazione occorre utilizzare il seguente criterio di scelta: 1. evitare oltre il possibile l’uso di prodotti attrezzature con forti componenti a rischio per gli operatori ed evitare in assoluto rischi agli inquilini agli ospiti (figure indifese) dell’ambiente 2. privilegiare prodotti che a parità di risultato non presentano fattori a rischio per le superfici adiacenti 3. ricordarsi che quanto più l’assetto dell’operatore è leggero, tanto più consente un intervento scorrevole ed evita fatiche inutili 4. comunicare al cliente un immagine di efficienza ed efficacia attraverso il set operativo 5. adattare la scelta del set operativo all’ambiente di lavoro evitando di creare rischi così come eccessivo fastidio o disturbo nel corso dell’intervento, evitando: detergenti pericolosi quali ammoniaca pura, acido muriatico (corrosivo), alcool (infiammabile), detergenti e panni che lascino eccessivi residui, macchine eccessivamente rumorose, prodotti eccessivamente profumati o maleodoranti
3.7.2 DETERGENTI I criteri che ci hanno indotto a scegliere la linea di detergenti, di cui sono state allegate le schede tecniche e di sicurezza, è basata sul fatto che i prodotti prescelti sono in grado di ottenere il pulito senza imporre ripetute operazioni quali il risciacquo, l’asciugatura, la ripetizione delle operazioni. Naturalmente sono state prese nella dovuta considerazione quelli con caratteristiche igienizzanti per neutralizzare eventuali cariche batteriche, altri in grado di conservare la brillantezza delle superfici (proiezioni estetiche) e altri ancora a 66
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rapida asciugatura, per consentire l’immediato utilizzo delle superfici dopo le operazioni di lavaggio, o inodori per evitare che danneggino eventuali prodotti (industria agroalimentare). Le cere devono essere antisdrucciolo e non devono comunque essere usate in ambienti o superfici dove possono agevolare la caduta degli inquilini o degli ospiti dell’ambiente stesso. Questo materiale dovrà essere scelto e selezionato in relazione al tipo di impatto che avrà sull’accoppiata sporco-rivestimento. Una superficie può avere le seguenti caratteristiche all’impatto: ■ impatto liquido (impermeabile, poroso, assorbente) ■ impatto solido (duro, morbido e friabile) ■ impatto di scorrevolezza (liscio, ruvido, sconnesso) I prodotti per la pulizia e in particolare quelli classificati tra i detergenti sono utilizzabili per una vasta gamma di soluzioni in base alle loro particolarità e caratteristiche. Per esempio, quelli a schiuma frenata vengono utilizzati con macchine lavasciuga e comunque per evitare lunghi tempi di risciacquo. In altre situazioni sono da prediligere quelli a basso residuo, poiché i tempi di esecuzione molto ristretti non consentono le attività di risciacquo e asciugatura. Fanno parte di questa tipologia di prodotti “i multiuso” che se utilizzati correttamente sono particolarmente indicati per una pulizia giornaliera, consentendo un unico passaggio sulla superficie.
TERZO VOLUME L’azione
3.7.3 LA CHIMICA E L’ACQUA La chimica applicata al settore delle pulizie fornisce le materie per formulare una vasta gamma di prodotti che, interpretando le diverse esigenze, consentono una realizzazione del pulito altamente tecnica e mirata. Infatti, i prodotti chimici intaccano e disgregano lo sporco, permettendo all’azione meccanica - manuale o motorizzata - di portarlo in sospensione per poi asportarlo. I detergenti agiscono sinergicamente con l’acqua, per questo la durezza dell’acqua, cioè la ricchezza in sali minerali, rappresenta un problema perché si amalgama difficilmente con il detergente, lasciando residui e incrostazioni di calcare. Per questo motivo nel detergente è presente un componente denominato tensioattivo, che agendo sulla durezza dell’acqua ne aumenta il potere bagnante. Sono presenti inoltre anche altri addolcificatori. La durezza dell’acqua viene misurata usando i gradi francesi (un grado francese corrisponde a 10 ppm di carbonato di calcio). Per verificare in modo empirico se un detergente è sufficientemente dotato di tensioattivi basta versarne alcune gocce in un secchio d’acqua: se il prodotto rimane in superficie sarà evidente una carenza di tensioattivi, se penetra in profondità amalgamandosi con l’acqua, il prodotto dovrebbe dare maggiori garanzie. L’azione chimica agisce in concomitanza con quella meccanica, occorre quindi approfondire la conoscenza delle caratteristiche e le peculiarità sia del prodotto sia dell’attrezzo: ■ conoscere l’esatta aggressività ■ conoscere la compatibilità con la natura dello sporco ■ conoscere l’incompatibilità con il materiale che riveste le superfici ■ conoscere le modalità d’uso ■ conoscere le avvertenze per prevenire danni alle strutture ■ conoscere le avvertenze relative ai possibili infortuni Formulati per intaccare, dissolvere lo sporco, quale polvere e residui più o meno consistenti radicati su una superficie, i prodotti chimici sono classificati in famiglie quali: acidi, alcalini, neutri, solventi, cere. Che a loro volta danno origine a sottogruppi a cui appartengono: ■ detergenti deceranti: prodotti specifici per l’asportazione della cera con un pH piuttosto alto (12-14 della scala) ■ detergenti neutri: per la loro poca aggressività sono particolarmente indicati per pulire quelle superfici con rivestimenti in vernice o pavimenti lucidati a piombo, dove prodotti acidi o alcalini intaccherebbero il substrato o opacizzerebbero la superficie.
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I prodotti chimici che appartengono alla sfera delle pulizie industriali sono: detergenti, sanitizzanti, cerosi. Un detergente è costituito dall’associazione di tensioattivi e prodotti caratterizzanti.
3.7.4 PRODOTTI CHIMICI PER LE PULIZIE I prodotti chimici formulati per l’uso nelle pulizie industriali hanno la funzione di intaccare, sollevare e portare in sospensione lo sporco, per agevolarne l’asportazione. A ogni tipo di sporco corrisponde il prodotto più idoneo, suddiviso per tipologie. Dei detergenti fanno parte i detergenti alcalini, detergenti acidi, detergenti neutri, i deceranti, i detersolventi, i detergenti multiuso, gli shampoo, la cui azione è strettamente connessa all’asportazione di polvere, residui, incrostazioni di natura grassa (alcalini) di natura calcarea (acidi) L’altra famiglia di prodotti utilizzati nel settore è certamente quella relativa alle cere e tutti quei prodotti atti a proteggere la superficie dall’usura e restituirne la brillantezza naturale. Tra queste le cere metallizzate che, asciugandosi sulla superficie trattata, formano una pellicola uniforme, le cere autolucidanti (che non hanno bisogno di lucidatura), le cere naturali, i lavaincera, le cere per mobili che detergono e nutrono il legno. Scarsamente usati per le pulizie correnti i solventi entrano a far parte del campionario inerente le pulizie industriali in occasione di interventi particolari. Infine, i prodotti disinfettanti con proprietà di detergenti impiegati su superfici con fattori a rischio igienico e in ambiente dove tale esigenza è primaria. È importante la lettura delle schede tecniche e delle etichette dei prodotti dove sono indicate le possibilità d’uso e le corrette diluizioni. Va messo in evidenza che il progresso tecnologico ha fatto sì che il prodotto chimico venga formulato adattandolo sempre più alla pulizia specifica. Erroneamente si crede che utilizzare prodotti molto generici agevola la produzione ed evita errori, ma in effetti si ottiene una scarsa qualità e un aumento della tendenza al pressapochismo.
3.7.5 LA BIODEGRADABILITÀ La biodegradabilità definisce il grado di eliminazione di un composto per mezzo di microrganismi, quindi un processo enzimatico di ossidazione. Con questa breve definizione vogliamo attirare l’attenzione sulle caratteristiche richieste all’azione chimica e che tuttavia devono essere approfondite nella loro complessità quando ci si trova in situazioni in cui 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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Percorso di Formazione l’intervento di pulizia richiede aggressività particolare. Infatti, se non è biodegradabile il rifiuto prodotto entra nelle classi dei rifiuti speciali o tossico-nocivi, per le quali sono previste particolari procedure per lo smaltimento. L’altro fattore base con cui l’operatore della pulizia deve avere familiarità è la scala del pH, che indica il valore dell’alcalinità o dell’acidità del prodotto; infatti, in relazione alla destinazione d’uso, l’operatore potrà individuare dall’etichetta se un prodotto è più o meno aggressivo e nel caso procedere a una diluizione dello stesso, per renderlo compatibile al suo utilizzo. La scala del pH va da 0 a 14: la massima alcalinità è indicata dal valore 14, la massima acidità è indicata dal valore 0, la neutralità è indicata dal valore 7.
3.7.6 I SANITIZZANTI Lo studio della configurazione dei prodotti sanitizzanti è divenuto una metodologia chiave per assicurare che il processo di sanificazione raggiunga gli obiettivi principali. Per apportare la configurazione di un prodotto alla situazione è necessario tenere in evidenza i seguenti aspetti:
■ le caratteristiche dei microrganismi ■ l’entità delle superfici da trattare interessate alla carica batterica ■ il livello di eliminazione batterica (conforme alle esigenze d’uso della superficie) ■ la tossicità dei residui e l’aggressività che gli stessi possono scatenare La selezione dei prodotti sanitizzanti si attua attraverso valutazioni degli esperimenti di laboratorio e la sperimentazione diretta sulle superfici. La sperimentazione deve tenere in considerazione: ■ la contaminazione residua presente dopo il trattamento ■ la sanificazione della carica batterica ■ la tipologia dei microrganismi, in particolare la loro patogenicità Va ricordato che la sanificazione tende a ridurre e mantenere nella norma la carica batterica, contrariamente alla sterilizzazione, che prevede l’eliminazione totale di qualunque microrganismo. I prodotti sanitizzanti devono avere i seguenti requisiti: ■ un buon grado di solubilità in acqua ■ l’odore non deve essere intenso ■ notevole rapidità per raggiungere l’effetto I tensioattivi sono prodotti solubili in acqua con struttura molecolare che presenta una parte idrofila e una parte idrofoba. La struttura molecolare di un tensioattivo è variabile, pertanto vengono classificati in ragione della natura della loro struttura molecolare in: anionici, cationici, non ionici. I microrganismi generalmente sono dotati di membrana cellulare difensiva semipermeabile costituita da protezione e lipidi. La membrana regola il flusso delle sostanze che la mantengono in vita, per cui l’azione del sanitizzante deve danneggiare irreparabilmente la membrana cellulare. Questa azione si può ottenere attraverso i coagulanti delle sostanze proteiche o i neutralizzanti dell’attività enzimatica, assolutamente necessaria per il metabolismo dei microrganismi.
AZIONE DEI SANIFICANTI:
I prodotti al cloro liberano l’acido ipocloroso, penetrano nel microrganismo provocandone la morte per ossidazione. I prodotti al quaternario d’ammonio perforano la membrana cellulare e attivano le proteine enzimatiche (attenzione: i quaternari sono schiumogeni e non di facile risciacquo) Le alchilpoliammine hanno un’azione molto attiva che tuttavia provoca molta schiuma e non è di facile risciacquo
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TERZO VOLUME L’azione
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Anfoliti: l’azione di questi prodotti provoca la perforazione delle pareti cellulari del microrganismo. Iodofori (a base di iodio): l’azione provoca ossidazione, tuttavia per le sue proprietà coloranti si addice a poche situazioni Acqua ossigenata: ha un’azione efficace a temperatura ambiente provoca l’ossidazione delle cellule dei microrganismi, è tuttavia sconsigliata su superfici in acciaio zincato e rame.
3.7.7 PRODOTTI CARATTERIZZANTI L’analisi e la configurazione dei prodotti è importante perché deve fornire quelle indicazioni che consentono all’operatore di scegliere più facilmente il prodotto più adatto alle situazioni da fronteggiare. I prodotti caratterizzanti sono formulati con ingredienti essenziali nei detergenti moderni e si dividono, per le funzioni a cui assolvono, in: coadiuvanti, complessanti, silicati, sospendenti, ossidanti, eccipienti, deodoranti, enzimi, azzurranti ottici, profumi. L’azione del prodotto chimico si sviluppa grazie alle proprie molecole (gocce) che esplodono a contatto con lo sporco, insinuandosi e disgregandosi per portarlo e infine mantenerlo il più a lungo possibile in sospensione grazie alla schiuma. Quando la soluzione acqua + detergente viene a contatto con lo sporco oleoso le molecole si posizionano in modo tale che la parte lipofila (coda delle molecole che ha affinità con il grasso) penetra nello sporco oleoso, mentre la parte idrofila (testa della molecole) rimane nell’acqua. In sostanza, tutti i prodotti caratterizzanti possono essere definiti coadiuvanti per associazione all’azione dei tensioattivi. Builder (coadiuvanti): hanno il compito di addolcire l’acqua, per cui in presenza di un’acqua dura che non facilita l’azione di pulizia si deve richiedere un detergente che abbia ben marcate queste componenti. Complessanti: evitano la formazione di macchie di ferro Silicati: inibiscono la corrosione dei metalli Sospendenti Ossidanti: dissolvono per ossidazione lo sporco Eccipienti: sono sostanze inerti Deodoranti: si contrappongono a sostanze maleodoranti I profumi hanno preso sempre più campo nella formulazione dei prodotti per la loro importanza nel campo della comunicazione. Esiste un’ampia gamma di formulazioni possibili in ragione della loro destinazione d’uso più appropriata. Tra i componenti che configurano un detergente il più importante è certamente il tensioattivo. Il primo risultato di un
tensioattivo è quello di facilitare la rimozione dello sporco idrosolubile magro, facilitando la penetrazione e l’azione dei prodotti caratterizzanti. L’azione dei tensioattivi non si limita allo sporco magro, ma agisce anche nei riguardi dello sporco grasso. Infatti, la parte lipofila penetra nello sporco oleoso, mentre quella idrofila rimane nell’acqua. I tensioattivi presenti in un detergente abbassano quindi la tensione superficiale dell’acqua, stimolando la formazione della schiuma. La schiuma non favorisce le condizioni operative, in particolare del lavaggio meccanico, perciò è sempre più richiesto il detergente a schiuma controllata, per ridurre le operazioni di risciacquo. Le formulazioni più valide risultano quelli in cui sono presenti tensioattivi a basso potere schiumogeno o quelle in cui tra i prodotti caratterizzanti sono inseriti quelli ad azione antischiuma. Le schiume dei detergenti oltre ad allungare i tempi degli interventi sono nocive sotto il profilo della comunicazione perché vengono associate a un fattore inquinante. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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una percezione di peso simile a un normale carrello delle pulizie.
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S Pulizia e SANIFICAZIONE: una storia di SUCCESSO dal settore degli EVENTI
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ome tutti, anche il settore dell’ospitalità e degli eventi ha subito un duro colpo a causa della pandemia da Covid. Per la riapertura i professionisti sul campo hanno dovuto fare i conti con nuovi protocolli e maggiori responsabilità verso le persone, sia ospiti che operatori. Il tutto per garantire ambienti sicuri e permettere agli ospiti di godersi ogni momento in massima serenità. Le aziende si sono quindi dotate di nuove attrezzature per la pulizia e la sanificazione che permettano di ottenere risultati professionali in tempi brevi, riducendo al minimo i costi. Da sempre Comac è attenta alle esigenze di questo settore offrendo soluzioni per la pulizia dei pavimenti professionali e performanti. La situazione di emergenza che stiamo vivendo ha fatto sì che la sanificazione diventi una pratica quotidiana, per questo con la linea Sanitizer Comac ha pensato a soluzioni professionali che si adattino perfettamente alle esigenze del settore. Tra tutti spicca la pistola professionale Comac E-Spray, pensata per distribuire la soluzione disinfettante in modo immediato e uniforme nei
punti più esposti e quindi perfetta per tavoli, sedie, maniglie e tutti i punti ad alto contatto. Pratica, confortevole e alimentata da una batteria al litio, E-Spray viene spesso scelta per le operazioni di sanificazione di ambienti del settore Ho.Re. Ca. e MICE. Infatti, è perfetta per sanificare in modo veloce le superfici di sale conferenze, delle sale stampa e di tutte le aree comuni.
DALLA SPAGNA UNA STORIA DI SUCCESSO A MARCHIO COMAC
Chi opera nel settore dell’ospitalità è flessibile, sa trovare una soluzione ai problemi e reagisce in tempi brevi. Queste caratteristiche ci permettono di raccontare una storia di successo che arriva dalla Spagna, e più precisamente dalla cittadina di Sitges, dove ogni anno si svolge un importante Festival del Cinema. L’azienda catalana che si è occupata della pulizia e sanificazione ha scelto proprio la pistola sanificatrice E-Spray Comac per le attività di sanificazione da svolgere durante il festival. Dopo 72
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aver scelto l’attrezzatura adatta alla sanificazione, l’azienda ha quindi messo in campo un team di tecnici per garantire la protezione di tutti gli spazi in cui si è svolto l’evento. Grazie alla loro esperienza sul campo e alla tecnologia elettrostatica di E-Spray, durante gli 11 giorni del festival sono state fatte più di 350 operazioni di sanificazione distribuite su 5 sale di proiezione e 3 sale stampa e conferenze. Dopo le operazioni di pulizia, l’impiego di E-Spray ha permesso il rapido riutilizzo degli ambienti, rendendo possibile la massima normalità nello svolgimento del festival e garantendo, allo stesso tempo, la sicurezza e la salute dei suoi partecipanti, organizzatori e collaboratori. Una storia di successo condivisa anche sul blog di Comac – The Comac Blog – per portare la testimonianza di chi ha affrontato la sfida nel modo giusto: dotandosi di attrezzature per la pulizia e sanificazione professionali unite all’esperienza e alla corretta formazione. www.comac.it
detergenti ecola b el
S ARCO nel rispetto dei CAM
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a firma del Ministero dell’Ambiente relativa ai nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per i servizi di pulizia della Pubblica Amministrazione, rivede completamente i criteri degli anni passati e introduce importanti novità, ponendo grande attenzione all’aspetto ambientale. Infatti, a partire dal 20 Giugno 2021, data di entrata in vigore del suddetto Decreto Ministeriale, tutte le PA affideranno i servizi di pulizia ad imprese, che rispettino questi criteri e li prevederanno nei relativi bandi pubblici per le gare d’appalto. Sono tanti i cambiamenti introdotti da questo nuovo decreto, e per questo motivo Arco è al fianco di Imprese di servizi e Dealer offrendo una vasta gamma di soluzioni coerenti con i nuovi obblighi. Le nuove regole per i servizi di pulizia prescrivono specifiche tecniche e clausole contrattuali che prevedono, per esempio, l’uso esclusivo di prodotti detergenti con marchio ambientale Ecolabel per le pulizie ordinarie. Disponiamo di una gamma completa di detergenti certificati Ecolabel per le pulizie ordinarie ed in vari formati
di vendita, tra cui le monodosi di prodotto super-concentrato. ■ Amazzonia è un detergente idoneo per la pulizia di qualsiasi pavimentazione. ■ Niagara, detergente multiuso per vetri, specchi e superfici laccate in genere. ■ Artico è in detergente acido per la manutenzione giornaliera dei sanitari, rubinetterie e box doccia. ■ Farol: gel per l’igienizzazione delle pareti del wc. ■ Sahara è un pulitore alcalino ad azione sgrassante per la pulizia di fondo di pavimenti e superfici dure. Disponibile anche in flacone pronto all’uso. I prodotti Ecolabel sono confezionati in imballaggi di plastica 100% riciclata, derivante da scarti di produzione industriale. L’uso dei detergenti e dei disinfettanti, inoltre, sarà razionalizzato tramite il supporto dei sistemi dosatori, che permettono di evitare che la diluizione del prodotto venga condotta in modo arbitraria dall’operatore. In questa fase i nostri sistemi di dosaggio Aladin divengono un supporto fondamentale per fornire risposte concrete ai nuovi criteri delle gare d’appalto per la Pubblica Amministrazione. I sistemi Aladin (disponibili in 4 modelli in base alla necessità del cliente) sono distributori automatici di detergente che si pongono l’obiettivo di ottimizzare la diluizione e l’uso del detergente stesso. Essi permettono, infatti, una mirata valutazione dei consumi in funzione di tutte le operazioni di pulizia previste nei cantieri. I vantaggi assicurati dall’impiego di Aladin sono molteplici: a partire dalla notevole riduzione degli stock di prodotti chimici giacenti in magazzino e
del numero delle consegne presso i cantieri. Un fondamentale plus garantito da Aladin è il controllo: non solo dei consumi, in generale, sulla base delle operazioni programmate in ogni cantiere, ma anche delle diverse tipologie di prodotti in esso impiegate. Si tratta di un sistema di cleaning sicuro per l’operatore poiché la corretta diluizione del prodotto, garantita dal sistema, permette un miglioramento o eliminazione della simbologia di pericolo da detergente super concentrato a prodotto pronto all’uso. Utilizzando i prodotti ARCO e sistemi di dosaggio, l’impresa di servizi è agevolata nell’intraprendere l’iter di certificazione Ecolabel del servizio di pulizia all’interno di un cantiere specifico. www.arcochimica.it 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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SAN I FI CA Z I ON E
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La potenza del VAPORE
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a pandemia in atto obbliga a ripensare al proprio modo di vivere. Massima importanza nel fronteggiare l’emergenza assumono la pulizia e la sanificazione. La stessa Oms ha ribadito l’efficacia del calore nell’eliminare i virus, in un suo documento. Inoltre, un accurato studio indica che si consiglia una temperatura di 71°C per uccidere la maggior parte dei virus. In quest’ottica, i prodotti professionali di STI - Steam Industry offrono la soluzione giusta. L’azienda nasce nel 2009 dall’esperienza ventennale della famiglia Passuello nel settore della pulizia a vapore. Ormai da tempo, la guida della società è nelle mani della seconda generazione della famiglia, rappresentata da Laura Passuello.
efficaci per uccidere germi, batteri e virus è il vapore. I nostri prodotti professionali hanno una temperatura in caldaia che va dai 160°C ai 185°C in base alla potenza della macchina, c’è un naturale calo termico al punto di fuoriuscita del vapore ma la temperatura è ben superiore ai 71°C consigliati. La sanificazione totale e completa di ogni ambiente e superficie mediante l’uso di vapore ad intervalli regolari contribuisce quindi a non diffondere virus».
Qual è il vostro impegno, oggi, alla guida dell’azienda?
Quali sono i vantaggi dell’utilizzo del vapore?
«Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza passata, ereditando l’impegno e la dedizione che sempre ha contraddistinto il nostro lavoro, nel contempo abbiamo apportato continue innovazioni, figlie dei nostri tempi, e miglioramenti. In un momento storico caratterizzato da un virus invisibile, STI si pone come partner sicuro e affidabile per eliminare e arginare il problema. Uno dei metodi più
«Il vapore è ecologico, è un elemento naturale che permette di pulire a fondo superfici diverse senza l’utilizzo del detergente. Sanifica l’ambiente, eliminando acari, batteri, muffe e germi, grazie alle alte temperature raggiunte. Test clinici dimostrano che un flusso di vapore di 5 secondi a 140°C può eliminare totalmente la carica batterica. Inoltre, comporta meno fatica per l’utilizzatore perché scioglie completamente lo sporco, anche il più difficile, senza dover strofinare con forza, inoltre il flusso di vapore riesce a raggiungere punti che sarebbe impossibile pulire con le attrezzature standard. Tutto ciò si traduce in un risparmio di tempo e denaro perché la
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pulizia è più veloce e non si utilizzano detergenti».
STI - Steam Industry crede fortemente nel made in Italy, tanto che i vostri prodotti sono interamente progettati e realizzati nello stabilimento di Fara Vicentino. Ci presenta brevemente la gamma che offrite al mercato? «Attualmente produciamo e serviamo due macro aree: una legata all’uso domestico, l’altra viene incontro alle più svariate esigenze di pulizia e sanificazione del mondo professionale. La linea domestica è composta dai modelli QV4, QV6 e linea QV7. È una gamma completa, in quanto è formata sia da prodotti solo vapore che da prodotti vapore-aspirazione. I loro utilizzi sono molteplici visto che possono essere impiegati per pulire e sanificare ogni stanza e superficie della casa, ma anche di locali e aziende. La gamma di macchine professionali di STI si divide in due linee: Gaiser (prodotti solo vapore) e Comby (prodotti aspirazione vapore). Gli ambiti di utilizzo sono svariati: dall’industria alimentare, per combattere i rischi di contaminazione del cibo durante le fasi di produzione, distribuzione e imballaggio, nel pieno rispetto della normativa Haccp alla ristorazione, dagli hotel alla pulizia nei trasporti pubblici, dall’industria meccanica alla sanità (ospedali, studi medici, odontoiatrici e veterinari)». www.stindustry.it
AZIENDE
S SYNCLEAN, innovazione e continuità
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ynclean nasce nel 1994 grazie a una brillante intuizione di Vincenzo Savoldi, un uomo che ha fatto la storia del cleaning professionale in Italia. Oggi, l’azienda con sede a Guardamiglio in provincia di Lodi – culla del mercato italiano della pulizia professionale – è a buon diritto considerata leader mondiale nei ricambi per la pulizia industriale per numero di articoli multimarca offerti. A Edoardo Savoldi, figlio del fondatore, da qualche mese alla guida dell’azienda, chiediamo di spiegarci su quale progetto si è sviluppata Synclean nel corso degli anni. «Innanzitutto, vorrei ricordare mio padre Vincenzo, una colonna portante per lo sviluppo del cleaning professionale nel nostro paese, avendo seguito da vicino, fin dagli anni ’80, la nascita e lo sviluppo di aziende e prodotti che sono diventati dei veri e propri standard di riferimento mondiale in questo settore. In quegli anni, venivano costruite macchine per la pulizia industriale di altissimo livello qualitativo e tecnologico progettate per durare nel tempo. A questa catena del valore mancava però un
Edoardo Savoldi, amministratore di Synclean
anello fondamentale, ovvero quello della ricambistica. In altri termini, il servizio postvendita non era all’altezza dell’innovazione che caratterizzava questi prodotti, quindi, nel momento in cui la macchina si guastava anche dopo anni di perfetto funzionamento, le aziende costruttrici non erano in grado di fornire il pezzo di ricambio in tempi rapidi. A colmare questa lacuna è intervenuta l’idea di mio padre, il cui progetto è sempre in costante evoluzione grazie alle opportunità offerte dall’e-commerce».
Le nuove generazioni al timone delle aziende portano spesso nuove idee e strategie, quali sono i suoi obiettivi a breve termine? C’è l’idea di rilanciare il cleaning professionale di stampo europeo per contrastare la concorrenza delle macchine prodotte prevalentemente in Cina dal prezzo molto competitivo ma di qualità inferiore. Synclean sta mettendo a punto un servizio di ricambistica 24/48 h per andare incontro alle esigenze di chi vuole ridurre al minimo indispensabile il fermo macchina causato da un guasto. Questo nuovo approccio, che punterà su un servizio di e-commerce b2b, si rivolge a distributori e riparatori per creare una catena di sostegno che spingerà un’azienda piuttosto che un’agenzia a investire tranquillamente su macchine di alto livello che possono durare per molti anni.
Quali sono gli sforzi che Synclean ha introdotto per garantire i pezzi di ricambio in tempi così rapidi? Abbiamo dovuto fare degli sforzi enormi perché si trattava di integrare una logica commerciale tradizionale, fatta di bellissimi rapporti personali, con un servizio di e-commerce in grado di accorciare i tempi non sempre utili dal punto di vista lavorativo. Siamo partiti inizialmente con una divisione di Synclean che ha dato vita a un sito “laboratorio” di e-commerce b2c, facendo bene attenzione a non fare concorrenza ai nostri stessi clienti riparatori o rivenditori mantenendo prezzi di vendita piuttosto alti. Con questo sito, abbiamo voluto creare una catena produttiva che rispondesse nelle 24/48 h – a volte anche meno di 24 h – alla necessità di pezzi di ricambio da parte dell’utilizzatore finale. Ci abbiamo impiegato circa quattro anni per andare a regime, ma alla fine abbiamo maturato un know-how che è servito a Synclean per partire con il nuovo progetto di e-commerce b2b che coinvolgerà inizialmente i rivenditori e riparatori tecnologicamente più avanti e la loro buy experience. Una volta che il negozio online sarà aperto in tutta Italia potremo poi dedicarci all’estero. Per questo motivo, continuerà a esistere la linea commerciale tradizionale magistralmente diretta dal mio collaboratore Michele Colombi. www.syncleanservice.com 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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Vetrina
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Loredana Vitulano
S PE CIALE CANTI E R I
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Quando la soluzione del “PROBLEMA ZANZARE” percorre strade convergenti a cura di Alex Pezzin, responsabile tecnico scientifico del gruppo Biblion S.r.l.
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’argomento zanzare non ècerto nuovo ma tutte le estati l’emergente torna alla ribalta. Un aspetto del problema èche le nuove strutture edilizie sono realizzate velocemente con ampie porzioni prefabbricate, pannellature, controsoffitti, pavimenti flottanti e materiali attrattivi (plastica, cartone...) che favoriscono l’insediamento di numerosi parassiti fra cui le zanzare “da interno”. Cerco di illustrare alcuni aspetti tecnici in questa nota che ho utilizzato come strumento di persuasione nei confronti di un “cantiere” per certi versi problematico: un presidio ospedaliero.
CRONISTORIA
Agli inizi di agosto del 2019 mi èstato richiesto un sopralluogo
per l’anomala presenza di zanzare in alcuni locali di un nosocomio. Il problema era particolarmente spinoso sia per gli aspetti sanitari sia perché erano già stati effettuati due interventi adulticidi nel tentativo di debellare l’infestazione. Questi trattamenti consistevano in micro-irrorazioni di un formulato a base di piretroidi in una piccola apertura muraria che dava accesso ad un ampio meandro interrato non accessibile ai tecnici. Tali applicazioni hanno migliorato la situazione, ma senza risolverla. Per cui ho ispezionato con attenzione sia le aree esterne sia quelle interne. Esternamente ho riscontrato una porzione di verde incolto demaniale con presenza di canne, habitat ideale per il proliferare di numerose
specie di zanzare. Non mi èstato consentito uno specifico monitoraggio perché non di pertinenza del committente che si èfatto parte attiva nel segnalare la cosa agli uffici comunali del settore ambiente per gli interventi del caso. A complicare le cose una porzione retrostante l’area ospedaliera era adibita a cantiere con bidoni e contenitori dove ristagnava acqua letteralmente invasa da larve di Culex spp. In questo caso gli interventi di disinfestazione e bonifica sono stati relativamente facili da realizzare. Naturalmente corredando il tutto con le raccomandazioni del caso. Ma l’aspetto che rappresentava il fulcro del problema era una area di ristagno d’acqua non raggiungibile. Ristagni che si estendono sotto buona parte della struttura edile. 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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Cavedio sotterraneo di una struttura sanitaria, dove presente focolaio attivo di Culex pipiens molestus
COME SI È INTERVENUTI
L’aspetto che la dice lunga sulle difficoltà che, in non poche occasioni, incontro nella mia professione èstato che la legittima richiesta di aprire delle botole atte a valutazioni congrue alla soluzione del problema non hanno ottenuto alcun riscontro se non dopo aver sottolineato che tali ristagni d’acqua potevano arrecare danni strutturali. La qual cosa era una forzatura anche se c’era del vero, ma il fatto di paventarla ha smosso le acque consentendo non solo i sopralluoghi ma anche i trattamenti mirati di contenimento e, importante, alla manutenzione edile atta a impedire ulteriori infiltrazioni e ristagni d’acqua. Va detto che Il geometra addetto alla direzione dei lavori era speranzoso di risolvere le cose ma ha aggiunto: “L’acqua èuna brutta bestia, le chiudi una strada e lei se ne apre dieci!”. Staremo a vedere. Però l’integrazione manutenzione edile e disinfestazione insieme hanno consentito di ottenere ottimi risultati nella stagione 2020. Aggiungo che furono posizionate anche delle zanzariere, ma avendo le zanzare trovato ristagni d’acqua anche dentro la struttura riuscivano a chiudere il ciclo all’interno del presidio e le zanzariere erano del tutto ineffi78
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caci. Ora che la proliferazione zanzarifera indoor èstata risolta le zanzariere potranno svolgere il loro compito di impedire l’invasione dall’esterno.
CONSIDERAZIONI ENTOMOLOGICHE
Ispezioni eseguite hanno appurato la presenza di Culex pipiens molestus, diagnosi confermata sia dall’esame al bioculare di esemplari adulti, sia delle larve e anche il riscontro durante le ispezioni delle classiche “zattere” costituite da aggregati di uova. Ciò detto ritengo di fare un breve excursus divulgativo che èla sintesi di un incontro con le caposala della struttura, che ha avuto un positivo riscontro anche da parte di alcuni rappresentanti della Direzione sanitaria e dal geometra responsabile della manutenzione edile. Per la cronaca l’incontro che doveva durare 30 minuti si èprotratto un poco di più per la richiesta di delucidazioni e approfondimenti. Soprattutto sui profili tossicologici degli insetticidi e sui virus trasmessi dalle zanzare.
PUNTI CRITICI PER IL 2021
Dato che il fulcro del problema di presenza contestuale in più zone e su più livelli, èl’area subaerea in
cui sono stati eliminati la quasi totalità dei ristagni d’acqua non si può escludere che dal sottosuolo, attraverso feritoie e fessurazioni, la possibilità agli esemplari adulti di volare attraverso intercapedini e i muri poiché spesso, quasi sempre, fatti in cartongesso e quindi fessurati internamente. Nei reparti, una volta giunte “volando dentro i muri”, le zanzare si manifestano ai fruitori e al personale attraverso le numerose falde a livello del controsoffitto e delle canaline, così come anche nei punti di raccordo con le scatole delle tapparelle o dei caloriferi a muro. Ciò detto non si può assolutamente abbassare la guardia per cui nell’attuale stagione sarà necessario una verifica di tutte le suddette realtà da parte della manutenzione onde monitorare la presenza di ristagni d’acqua anche di piccole dimensioni affinché il servizio di disinfestazione sia attuato in modo tempestivo e mirato. La Culex pipiens molestus appartiene a un grande gruppo di sottospecie i cui confini non sono semplici da definire. Infatti, attualmente è aperto un dibattito basato soprattutto sulle differenze biologiche tra i diversi individui e sulle
SEMBRA SEMPLICE DIRE “ZANZARE”
diverse sottospecie che costituiscono il complesso. Le principali entità considerate appartenenti a questo complesso sono Culex quinquefasciatus, Culex pipiens e Culex torrentium. La prima si sviluppa nelle regioni a clima tropicale e subtropicale, mentre la seconda e la terza si sviluppano nelle regioni temperate. Al complesso fanno parte altre specie minoritarie: Culex pipiens pallens e Culex australicus. In Europa vengono normalmente distinte due sottospecie di Culex pipiens: Cx. pipiens pipiens (successivamente Cx. pipiens) in sensu strictu definita “forma rurale” e Cx. pipiens molestus (successivamente Cx. molestus) definita “forma urbana”. Queste due forme si sono originate in seguito all’adattamento di Cx. pipiens in ambienti fortemente antropizzate. Entrambe le forme non si spostano a grandi distanze (da qualche centinaia di metri a un massimo di circa 3 Km in favore di brezze) e sono attive dal crepuscolo alla notte in prossimità dei focolai larvali da cui provengono.
L’Autore ha esposto la descrizione del gruppo Culex pipens in modo molto scientifico sottolineando così meritoriamente la complessità della materia. Concordo pienamente in quanto l’approccio alla lotta alle zanzare richiede una rigorosa integrazione multimediale, ma il punto di partenza resta l’aspetto entomologico e bio-etologico dell’entità bersaglio. Infatti, come giustamente sottolinea l’autore, si fa presto a dire “zanzare”, ma di fatto abbiamo a che fare con un macrosistema per cui appare chiaro che affrontare la lotta alle zanzare non èper niente semplice e presupporrebbe un approccio che èpossibile affrontare, a parer mio, solo per “approssimazioni successive” da attuare per mezzo di piani poliennali sia per diluire i costi sia per raccogliere dati in modo statisticamente significativo. Graziano Dassi
Possono entrare nelle abitazioni attirate dalla luce e dalle persone, rimanendo attive per tutta la notte. La forma rurale (Cx. pipiens) è rappresentata da popolazioni che prediligono per riprodursi acque limpide con sostanza organica di origine vegetale in ampi spazi (eurigamia), per questo negli ambiente fortemente urbanizzati non trovano ambiente ottimale per il loro sviluppo; inoltre necessitano di un pasto di sangue per lo sviluppo delle uova (anautogenia) e sono principalmente ornitofile (pungono prevalentemente gli uccelli) e presentano una diapausa invernale (eterodinamia). La forma urbana (Cx. molestus) si è fortemente adattata agli ambienti antropizzati e le sue popolazioni si riproducono prevalentemente in acque luride con
forte carica organica che possono anche essere fortemente inquinate, in spazi ristretti (stenogamia) come tombini e caditoie stradali, non necessitano di un pasto di sangue per lo sviluppo delle uova dopo il periodo invernale (autogenia), sono principalmente antropofile (pungono prevalentemente l’uomo) e non presentano una diapausa invernale, anche se generalmente non si nutrono (omodinamia). A fronte di una facile distinzione delle due sottospecie per il comportamento biologico, è complicato differenziarle morfologica. Il ciclo vitale di un individuo di Cx. pipiens è composto da una fase acquatica costituita da tutti gli stadi immaturi (uovo, larva e pupa) e da una fase aerea che corrisponde allo stadio adulto. Normalmente la Cx. pipiens sverna a marzo 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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S PE CIALE CANTI E R I come femmina feconda rifugiatasi in luoghi nascosti e tranquilli, spesso costruiti dall’uomo come stalle e cantine; mentre la Cx. molestus è in grado di passare l’inverno in qualsiasi stadio vitale, compreso quello di maschio adulto. La femmina adulta ovidepone posandosi sulla superficie dell’acqua e sfruttando la tensione superficiale, depone parecchie centinaia di uova in gruppi, una di fianco all’altra, perpendicolari alla superficie dell’acqua a costituire aggregati galleggianti a forma di
“zattera”. Dopo la schiusura delle uova escono le larve che si mantengono in posizione obliqua presso la superficie dell’acqua; quest’ultime tengono l’estremità anteriore (il capo) rivolta all’ingiù e comunicano con l’aria atmosferica grazie ad un’apertura posteriore (sifone posteriore). Le larve si nutrono utilizzando le spazzole boccali, le quali con il proprio movimento creano un vortice con lo scopo di filtrare le particelle e microrganismi presenti nell’acqua (Severini et al. 2009). La
Le nuove strutture edilizie sono realizzate velocemente con ampie porzioni prefabbricate, pannellature, controsoffitti, pavimenti flottanti e materiali attrattivi (plastica, cartone) che favoriscono l’insediamento di numerosi parassiti fra cui le zanzare “da interno”.
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larva attraversa 4 stadi di sviluppo separati da tre mute. La durata del ciclo preimmaginale è variabile ed è condizionato dalla temperatura dell’acqua e dalla disponibilità di cibo. Al termine del quarto stadio, la larva si impupa. La pupa è molto mobile, non si nutre ed è stazionaria nei pressi della superficie dell’acqua per respirare. Una volta terminato lo stadio di pupa, l’adulto già completamente sviluppato sfarfalla. Durante i mesi estivi il ciclo di sviluppo può completarsi in meno di
UNA LEGGENDA VIETNAMITA a cura di Chiara Dassi
due settimane dando origine a elevate densità di adulti pungenti. Cx. pipiens è una specie multivoltina, cioèin grado di sviluppare più di una generazione all’anno (fino a 15). La larva si caratterizza per l’assenza di un apparato locomotore e per le dimensioni del torace, visibilmente più largo della testa e dell’addome. Non possiede strutture di origine subacquea, ma è in grado di sfruttare l’ossigeno atmosferico tramite il sifone respiratorio: un tubo sclerificato sviluppato sul VIII segmento addominale al cui apice si trova l’apparato spiracolare. La larva può misurare da meno di un millimetro (primo stadio) a poco più di un centimetro (quarto stadio).
MORFOLOGIA
La larva di IV stadio è l’unica utilizzata per l’identificazione della specie. Per il riconoscimento tra Cx. molestus e Cx. pipiens viene utilizzato l’indice sifonico e la lunghezza delle antenne della larva
Esemplari morti a terra di culex pipiens molestus
Narra una leggenda un po’ maschilista, ma suggestiva che in un villaggio di palafitte vivesse serenamente una coppia di sposini. Purtroppo un giorno la sposa morì e lo sposo disperato non si dava pace e non la volle seppellire. Ma dopo alcuni giorni l’odore della putrefazione della fanciulla ormai senza vita costrinse il giovane a lasciare il villaggio per trovare rifugio nella palude. Tanta era la disperazione del giovane sposo che il Genio della palude, pur ammonendolo dei rischi che correva nell’opporsi al destino, gli consentì di risuscitare la sposa. Bastava che si pungesse un dito e facesse cadere una goccia del sui sangue sulle spoglie dell’amata. Così fece e la donna tornò in vita. Tornarono i giorni felici finché la sposa resuscitata si innamorò di un altro uomo e con lui fuggì abbandonando il consorte che, rimproverandola, le ricordò che era viva grazie a una goccia del suo sangue. La risposta dell’ingrata fu immediata: “Se è per questo te la rendo subito”. E così dicendo si punse un dito, ma non sgorgò del sangue. La donna si trasformò in polvere e ogni granello cadendo in acqua si trasformò in tanti piccoli esseri grigiastri… erano le prime larve di zanzare apparse sulla terra. Le larve si trasformarono in zanzare che disperatamente, da allora, cercano di ritrovare quella goccia di sangue nella speranza di spezzare la maledizione e tornare nuovamente esseri umani. Pare che lo sposo si ricordò del monito del Genio della palude e, la leggenda narra, che si risposò e a ogni puntura di zanzare si ricordasse che non era bello rinfacciare nulla a nessuno. E di questo la nuova sposa se ne rallegrò non poco. Purtroppo, a noi, non resta che rassegnarci che per colpa di una storia di innamoramenti ci tocca di convivere con questi fastidiosi e pericolosi insetti.
di IV stadio. La pupa presenta una forma “a virgola”. Ècostituita dal cefalotorace (torace e testa sono fusi) e dall’addome. Le trombette (strutture respiratorie) sono due e sono poste sulla regione dorsale del cefalotorace. La pupa è in grado di spostarsi nell’ambiente acquatico grazie a un paio di palette natatorie presenti al termine dell’addome. L’adulto presenta un corpo allungato e diviso in capo, torace e addome. Sulla testa presenta due occhi composti, due antenne (piumose nel maschio e arisate nella femmina) e un apparato boccale pungente– succhiante. Le femmine di zanzara sono ematofaghe (si nutrono di sangue) per la maturazione delle uova usano le proteine del sangue, mentre i maschi sono glicifaghi (si nutrono di liquidi zuccherini).
Il torace è suddiviso in protorace, mesotorace e metatorace, ognuno dei quali ospita una coppia di zampe. Sul mesotorace è presente una coppia di ali funzionali mentre sul metatorace è presente un paio di bilancieri dotate di sensili essenziali per il mantenimento dell’equilibrio e la stabilizzazione in volo (Severini et al. 2009). L’addome è costituito da 10 segmenti dei quali gli ultimi due sono modificati nell’apparato riproduttore. Nei maschi di zanzara la struttura riproduttiva è a forma di pinza e viene chiamata ipopigio. L’osservazione di questa struttura è fondamentale per l’identificazione tra Cx. pipiens e Cx. quinquefasciatus, in particolare vengono considerate differenze quantitative di alcune strutture del fallosoma (una delle forme dell’ipopigio). 04/2021 | DIMENSIONE PULITO
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