Cassandra 108

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cassandra numero 108

anno XXVI


EDITORIALE

Alfred Kinsey

troppo moderno per i moderni

A

ncora oggi la sessualità è un grande tabù, restio a cedere del tutto, nonostante i grandi passi fatti dalla storia; tuttavia, se all’alba degli anni venti del ventunesimo secolo è ancora difficile parlare liberamente del comportamento sessuale dell’uomo, quale poteva essere la situazione nell’America del dopoguerra? Come poteva essere accolto dall’opinione pubblica un biologo che decise di cambiare “ambito di ricerca” dalle vespe alla sessualità, entrando in netto contrasto anche con la propria famiglia estremamente conservatrice? Forse non troppo bene. È la storia di Alfred Kinsey, raccontata anche dall’omonimo film Kinsey (2004), che, dopo aver pubblicato un trattato di entomologia, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, decise di dare una svolta alla propria vita, cercando di capire il comportamento sessuale dell’uomo (e, cosa molto importante, anche della donna) attraverso un’indagine statistica. Questa ricerca, pubblicata in due volumi, Il comportamento sessuale dell’uomo (1948) e il comportamento sessuale della donna (1953), nota come Rapporto Kinsey, è molto importante per svariati motivi. Innanzitutto poiché fu il primo tentativo di raccogliere, in maniera quasi scientifica, una simile quantità di dati riguardo all’attività sessuale dell’uomo. Inoltre poiché,nonostante molti dei risultati ottenuti da Kinsey e dai suoi collaboratori oggi siano stati superati, il suo rapporto rimane un’importante testimonianza di una voce fuori dal coro. Infatti, in un epoca in cui l’omosessualità era un reato, la masturbazione un peccato avvolto dalle credenze più fantasiose e terrificanti, e il piacere sessuale era visto, in mol2


EDITORIALE ti casi, come un diritto solo dell’uomo e solo all’interno di un rapporto eterosessuale tra due individui sposati, Kinsey espresse una concezione della sfera sessuale totalmente diversa. Descrisse la masturbazione come un atto necessario sia per l’uomo che per la donna, descrisse la frustrazione che deriva dall’illusorio tentativo di reprimerla, ma, soprattuttodescrisse l’omosessualità e l’eterosessualità come i due poli di una scala molto più complessa. Quest’ultima è forse la sua teoria più importante e consiste, principalmente, in un sistema di classificazione dell’orientamento sessuale. Conosciuta come Heterosexual/Homosexual Rating Scale, la scala, tenendo in considerazione vari fattori, tra cui anche l’età, attribuisce ad ogni individuo una valutazione da 0 (esclusivamente eterosessuale) a 6 (esclusivamente omosessuale). A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, dall’analisi dei risultati raccolti da Kinsey emerge che la maggio parte delle persone, compreso lui stesso, si colloca nel centro della scala, attorno alla valutazione di 3. Al momento della pubblicazione questa teoria fu uno degli elementi di maggiore scandalo. Infatti, in un periodo in cui l’omosessualità era pubblicamente condannata, Kinsey non solo si poneva in sua difesa, ma “osava” affermare che la maggior parte degli individui è bisessuale. Ad una morale conservatrice, che difficilmente metteva in dubbio i rigidi precetti di cui era figlia, Kinsey contrappose una tolleranza nuova. Al rigido rifiuto dei comportamenti sessuali estranei al matrimonio tra uomo e donna, contrappose un desiderio di libertà in quello che è uno degli ambiti più importanti e privati della vita umana. Alla demonizzazione del sesso, contrappose una visione universale di esso, che non sancisse cosa fosse accettabile all’interno di ogni rapporto e cosa no, ma che si limitasse a constatare gli effettivi comportamenti sessuali umani, senza giudicare e solo per descrivere. Oggi le sue teorie saranno anche in parte superate, ma la sua visione aperta e disinvolta della sessualità resta di fondamentale importanza per comprendere davvero la complessità della sfera sessuale umana.

Zoe Mazzucconi VA 3


INDICE

ATTUALITÀ:

Il colore del potere Accademia della Cr usca e Schwa Afghanistan: un cerchio si è aperto e un altro si è chiuso La violenza, la paura di ogni donna Premio nobel per la pace

CULTURA:

Sei pezzi a tema Omossesualità proibita Intersessualità: nell’arte, nella cultura, nella modernità Porci con le ali

NARRATIVA:

Angolo dei baci Sguardi Geisha

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SPORT:

Accusa per i soldi o soldi per l’accusa?

TERZA PAGINA:

Spunti di letteratura Dalla seconda alla settima arte Ipse dixit

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ATTUALITÀ

C

Il colore del potere

ome vestirsi, come truccarsi, come pettinarsi, come sembrare ancora più belle; ma anche: come muoversi, cosa dire, come ridere, come mostrarsi… Innegabilmente queste sono tutte questioni che ogni donna si è posta almeno una volta e che, ancora oggi, nonostante tutto, mantengono un certo valore, una certa importanza. Tali dubbi non vogliono affatto sottolineare la falsa opinione che le ragazze siano superficiali o si preoccupino per un nonnulla, ma piuttosto mostrare le insicurezze con cui tutte le donne devono convivere ogni giorno, insicurezze sicuramente comuni anche a molti uomini, sebbene in misura minore. Queste considerazioni possono essere usate per una riflessione più profonda e anche, forse, per abbozzare un confronto fra i modi differenti in cui è vissuta la femminilità nei Paesi occidentali rispetto ad alcune aree dell’Oriente. Si può dire che nei primi c’è una concezione piuttosto liberale dell’espressione femminile, quantomeno nelle scelte di abbigliamento, molto differente da altre nazioni, come, per esempio, l’Afghanistan di oggi. Infatti, in questo momento, la possibilità di scegliere come vestirsi e come comportarsi delle donne afghane è assai limitata, ben oltre quelli che noi consideriamo i limiti della normalità e della decenza. Eppure queste donne, sottoposte ad un trattamento disumano, prima di tutto sono persone, esseri umani come gli altri, che invece di essere valorizzate per le loro abilità e per ciò che sono davvero, vengono discriminate sulla base del sesso e risultano vittime di un maschilismo estremo con cui i talebani esercitano su di loro un controllo sempre maggiore. Infatti, a causa di questa mentalità, alle donne non è concesso quasi nulla, nemmeno la scelta dei vestiti o del colore dell’hijab. Le donne afghane, praticamente sole, stanno lottando per abolire questo gigantesco macigno che ostruisce la strada per una futura libertà; per farlo hanno iniziato a protestare attraverso un’arma efficace e in grado di spaventare i talebani: i social network. Questi ultimi, essendo anche più difficili da controllare e da proibire, permettono al mondo di aprire gli occhi e di prendere coscienza di tali restrizioni. La protesta per molte donne afghane consiste nel pubblicare sui social foto di se stesse mentre indossano i propri abiti tradizionali, per mandare un chiaro messaggio di “Giù le mani!” da tutto ciò che le riguarda e che le caratterizza come persone. Le donne afghane, dunque, sono un esempio di come, nonostante le situazioni, si possa sempre combattere per decidere chi essere e cosa fare. Infatti, trovandosi in totale antitesi con il regime in cui sono intrappolate e contro cui lottano incessantemente, diventano simboli del tentativo di porre fine a discriminazioni e soprusi, non solo ingiusti, ma anche immotivati. La loro condizione è estrema, disumana, irrazionale, e la strada è ancora lunga per porre fine alla disuguaglianza.

Chiara Longhi ID

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ATTUALITÀ

ACCADEMIA DELLE CRUSCA E SCHWA S

chwa, asterisco, genere neutro. Parole che cinque anni fa avrebbero detto ben poco, eccetto forse ai linguisti, e che oggi invece sono capaci di aprire un dibattito acceso. Dibattito che è stato ulteriormente stimolato dall’intervento dell’Accademia della Crusca, avvenuto tramite un lungo post scritto da Paolo D’Achille e pubblicato a fine settembre. Prima di arrivare a questo, però, occorre fare un po’ di chiarezza. Con il termine “genere neutro” si indica un genere al di fuori del binario maschile/femminile (ricordo che il genere e il sesso biologico sono due ambiti distinti). Le persone che appartengono al genere neutro sono dette non binarie. Una di queste persone è Demi Lovato, cantante, che ha fatto coming out a maggio. Sotto il suo post, i commenti si sono accumulati a migliaia e, purtroppo, quelli negativi sono di più di quelli che, invece, esprimono supporto. Qualcuno dichiara che “ora va di moda essere non binari”, altri sostengono che “le celebrità di oggi se ne inventano di ogni pur di restare sotto i riflettori.” Questi commenti, oltre ad essere tremendamente bigotti, sono anche falsi. Un genere al di fuori di quello maschile e di quello femminile non è affatto una novità. Ne parlavano gli Inca pre coloniali, che avevano degli sciamani chia-

mati quariwarmi che non erano nè maschi nè femmine. Ne parlava Platone nel Simposio con il mito dell’androgino (“In primo luogo l’umanità comprendeva tre sessi, non due come ora, maschio e femmina, ma se ne aggiungeva un terzo partecipe di entrambi”). Ne parlavano i Romani: prima nella parte dell’“Historia Augusta” dedicata ad Alessandro Severo, in cui sta scritto che l’imperatore diceva che gli eunuchi erano “tertium genus hominum”; poi nei “Factorum et Dictorum Memorabilium” di Valerio Massimo, in cui si narra di Genucio, che, tagliatosi i propri genitali, “neque virorum neque mulierum numero haberi debere”. Fatta questa doverosa premessa si può parlare del post, intitolato “Un asterisco sul genere.” Il primo punto esposto da D’Achille è il fatto che, in italiano, genere naturale e genere grammaticale non coincidono (Arlecchino è una maschera), ed è vero, ma è piuttosto irrilevante rispetto alla questione originaria: il problema non è che “persone” sia femminile, ma che non esista ancora un modo per definire qualcuno che non è nè maschio nè femmina (il che, come abbiamo dimostrato prima, non è “un’invenzione dei tempi recenti”). Poi aggiunge che il genere maschile è già da considerarsi genere grammaticale non marcato: se

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ATTUALITÀ si dice “tre amici”, questi potrebbero essere solo maschi, maschi e femmine, maschi e femmine e persone che non sono né l’uno né l’altro. Ancora una volta, è corretto: è vero che spesso si usa il maschile per parlare in termini generici. Come hanno osservato molte persone, però, quest’uso ha delle connotazioni sessiste. Un genere neutro in questo caso sarebbe molto utile, perché eliminerebbe ogni equivoco possibile. D’Achille scrive che l’asterisco “non è utilizzabile in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono una lettura ad alta voce”. Riguardo allo schwa, invece, dice che non essendo utilizzato in forma scritta nemmeno nelle lingue in cui viene pronunciato, e soprattutto non essendo di facile scrittura (non esiste lo schwa maiuscolo e il simbolo ə si confonde facilmente con la e, soprattutto in corsivo), non ha senso inserirlo nell’italiano. Schwa e asterisco hanno anche un altro problema, a dire il vero: nessuno dei due è riconosciuto dagli screen reader. “Car*”, per esempio, viene letto “car-asterisco”, come se fosse una parola unica. La conclusione proposta dalla Crusca è la seguente: usare consapevolmente il maschile plurale come genere grammaticale non marcato e non come prevaricazione del sesso biologico maschile. Questo però non risolve minimamente il problema delle persone non binarie, che sono un singolo individuo e che quindi parlano di sé in terza persona singolare.

Il post termina così: “alle parole andrebbero poi accompagnati i fatti”. Vero, ma se non c’è un linguaggio adeguato per raccontarli, i fatti, si è di nuovo al punto di partenza. Il linguaggio, poi, non si limita a raccontare la realtà. Esso, definito dal linguista Fairclough “esso stesso una pratica sociale”, ha il potere di manipolare il mondo che ci circonda (basti pensare che le fake news sono spesso create cucendo insieme diverse mezze verità, oppure usando parole che tecnicamente sono sinonime, ma praticamente vengono ad indicare due cose completamente diverse.) Che all’italiano possa servire un genere neutro, ormai, è indiscusso. Eviterebbe moltissimi equivoci, e consentirebbe di raccontare la realtà di tutti. Come esprimerlo, per ora, rimane un problema. La strada per raggiungere una soluzione, però, è spianata. L’uso di un linguaggio consapevole sta prendendo piede sempre più rapidamente nel parlato, ed è vero che c’è la grammatica, ma una lingua, alla fine, si evolve attraverso chi la parla. Se non per questo motivo, l’italiano ad un certo punto dovrà adeguarsi alle altre lingue, che hanno già iniziato ad inserire opzioni neutre (l’hen svefese o il they inglese, per esempio). La Crusca, quindi, potrebbe facilitare questo assimilamento e cercare di regolare un modo per esprimere il neutro, anche al singolare.

Teresa Molinari Tosatti IIIF 7


ATTUALITÀ

Afghanistan: un cerchio si è chiuso e un altro si è aperto

I

l 15 Agosto 2021 è una data che sarà ricordata per sempre nell’attuale Emirato Islamico dell’Afghanistan; infatti, quel giorno, i talebani riconquistarono il loro Paese, vincendo contro una potenza mondiale occidentale come gli Stati Uniti. In quell’esatto momento terminò un capitolo della storia mondiale – lo stesso iniziato con gli attentati al World Trade Center dell’11 Settembre 2001 – che si inserisce nell’insieme degli eventi estremamente complessi di cui la storia afghana è ricca. L’Afghanistan è uno Stato situato nell’Asia Centrale ed è considerato uno dei Paesi più poveri al mondo. Nonostante ciò, la zona che ricopre è fondamentale dal punto di vista economico: infatti da lì passa la “Via della Seta”. Inoltre l’Afghanistan occupa una posizione strategica dal punto di vista internazionale e militare (essendo uno Stato che fa da crocevia in Asia, chi controlla il Paese potrebbe installare basi militari capaci di operare in buona parte del continente). La storia dell’Afghanistan è sempre stata dominata da guerre, tra cui la “Guerra al terrorismo”, durata vent’anni. Per questo è del tutto normale che durante un conflitto si siano venute a formare delle milizie estremiste, però – per capire meglio la situazione attuale – bisogna fare un salto nel passato fino al 1979. In quel periodo siamo in piena Guerra Fredda, precisamente nel momento in cui l’Unione Sovietica di Breznev decise di inviare l’Armata Sovietica in Afghanistan, con lo scopo di crearne uno stato fantoccio. Neanche iniziata ed fu subito guerra civile: da una parte l’Armata Sovietica col sostegno dei comunisti afghani, dall’altro i guerrieri antisovietici che presero il nome di “mujaheddin” (tra cui anche un giovane Osama Bin-Laden, futuro capo del movimento al-Qaeda). La guerra terminò nel 1989 con la sconfitta sovietica, ma a un prezzo altissimo: circa 3 milioni di morti tra civili e militari. Oltre ai deceduti ci fu anche un altro dato molto importante: il numero di profughi (in totale 7 milioni) fu enorme, di questa cifra facevano parte molti bambini che ricevettero un’educazione islamica di matrice radicale: nacquero così gli studenti delle Madrase, ovvero i talebani. Dopo il ritiro sovietico del 1989, l’Afghanistan comunista capitolò ai mujaheddin nel 1992, portando così il governo dello Stato nelle mani dei guerriglieri. Una volta terminato il conflitto risultò che i mujaheddin erano bravi nel 8


ATTUALITÀ combattere, tanto quanto erano disorganizzati internamente. Proprio per questo motivo le varie fazioni di guerra iniziarono a combattere fra loro, facendo scoccare la scintilla di una nuova guerra civile che vide come vincitori un nuovo gruppo di combattenti molto numeroso e guidato da quello che veniva chiamato il “Mullah” Omar: si trattava dei talebani. Questo gruppo di miliziani dimostrò, sin dal principio del regime, una vena violenta e misogina: infatti costrinsero le donne a seguire delle regole inimmaginabili, la cui pena, per chi non le rispettava, era la morte per lapidazione. In questo periodo (1996-2001) la guerra civile continuò, ma in maniera limitata e solamente nella parte settentrionale dell’Afghanistan. Un notevole cambiamento si ebbe solo dopo gli attentati dell’11 Settembre, quando gli americani – per trovare Osama Bin-Laden e sciogliere al-Qaeda – invasero l’Afghanistan dei talebani, ponendo momentaneamente fine al regime del terrore di Omar. Passano quasi vent’anni e molte cose sono cambiate dal 2001, la più importante è sicuramente la morte di Osama Bin Laden, i talebani, però, sono ancora alle porte di Kabul e per gli afghani sta per cominciare, ancora una volta, un periodo di paura. La bandiera afghana viene ammainata, gli americani si ritirano, si organizza una resistenza anti-talebana, ma soprattutto tutti diritti che le donne avevano guadagnato in quei vent’anni scompaiono. La riconquista talebana porterà conseguenze importanti a livello internazionale, è infatti molto probabile che il nuovo regime stia già finanziando organizzazioni terroristiche di matrice islamica; inoltre, l’intrattenimento di rapporti commerciali tra Cina e milizie talebani potrebbe creare tensioni fra le superpotenze globali.

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Nicolò Campobasso IE


ATTUALITÀ

È

LA VIOLENZA, LA PAURA DI OGNI DONNA

“violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l’art 1 della dichiarazione Onu sulla sua eliminazione. Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione, nel 2009, del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza. La normativa rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul del 2011, il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante ‘sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica’. Il principale elemento di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili. Se si vuole parlare di stupro o catcalling bisogna iniziare spiegando il loro significato; il termine catcalling è l’insieme delle parole cat (gatto) e calling (chiamare): il catcalling non è altro che la molestia verbale, rivolta, soprattutto, a donne o a ragazze. Le molestie di strada non includono solo azioni o commenti di notazione sessuale, ma prevedono anche commenti omofobi, che fanno riferimento a religione, etnia, classe sociale e disabilità; inoltre, il catcalling comprende commenti indesiderati, gesti, fischi e provocazioni sessuali in aree pubbliche come strade, centri commerciali o mezzi di tra10


ATTUALITÀ sporto. Il fenomeno, ad oggi, è in crescita e questo condiziona la vita di tante giovani donne che non si sentono più sicure a uscire di casa la sera, a vestirsi o truccarsi in base ai loro gusti. Come nasce e viene punito negli altri Paesi. Secondo l’Accademia della Crusca, (che ha ricostruito l’origine del termine) il catcalling assume il suo significato attuale a partire dal 1956. Il governo francese, nel 2018, ha approvato una legge che dichiara punibile il catcalling su strade o mezzi di trasporto, con una multa fino a 750 euro e una somma in più in caso di comportamenti più aggressivi. Per quanto riguarda alcuni altri paesi, in Germania e in Spagna la pena massima di reclusione per uno stupratore è di 15 anni; essa ,tuttavia, può aumentare in caso di violenza su minore. In Italia, invece, la pena di reclusione va dai 6 ai 10 anni (in precedenza erano dai 5 ai 10) per chi con violenza o minaccia o mediante abuso costringe taluna persona a subire atti sessuali. Il più grande stupro mai avvenuto: lo stupro di Nanchino. L’olocausto asiatico ha causato oltre 14 milioni di vittime nella sola Cina. Il 13 dicembre 1937 i giapponesi entrarono nell’allora capitale cinese trucidando 300 mila persone nelle prime settimane di occupazione e stuprando oltre 20 mila donne, anziane, madri e bambine. La Treccani definisce l’olocausto come “Forma di sacrificio praticata nell’antichità, specialmente nella religione greca e in quella ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata.” Di fronte agli orrori di Nanchino, tuttavia, forse persino queste orribili parole suonano limitante.

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Gaia Bonfanti ID


ATTUALITÀ

I

PREMIO NOBEL PER LA PACE

n questi primi giorni di ottobre, la Norwegian Nobel Committee sta comunicando i vincitori del rinomato Premio Nobel. In questo articolo mi vorrei soffermare su una categoria in particolare: il Nobel per la Pace. Chi sono i due vincitori? Quali sono stati i loro commenti a riguardo? Andiamo con ordine. I nomi dei vincitori sono stati comunicati venerdì 8 ottobre; dopo le ipotesi sulla possibile vittoria dell’attivista per l’ambiente Greta Thunberg, dell’OMS per il suo ruolo nella lotta alla pandemia, di Svetlana Tikhanovskaja, leader dell’opposizione bielorussa oggi in esilio, oppure ancora di Reporter Senza Frontiere; i vincitori sono la filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov, entrambi giornalisti dissidenti, hanno ricevuto il riconoscimento per essersi battuti e impegnati nel raccontare gli abusi dei loro rispettivi governi. Come detto dalla Commissione: “Sono stati premiati per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura”. Maria Ressa, di 58 anni, è una giornalista filippina naturalizzata americana. E’ un membro di Reporter Senza Frontiere e ha co-fondato il sito Rappler, attraverso il quale ha criticato più volte l’operato ed i metodi autoritari del presidente filippino Rodrigo Duterte. In particolare, della sua politica di esecuzioni extragiudiziarie nei confronti di mercanti e fruitori di droghe. Ella è stata quindi attaccata e denunciata. Nel 2018, il Times l’ha incoronata “guardiana della verità”, dedicandole la copertina. Nel 2020 un tribunale filippino l’ha condannata per diffamazione via Internet: Ressa è stata rilasciata su cauzione, ma rischia ancora sei anni di carcere. La giornalista ha commentato la sua vittoria dicendo: “Immagino 12


ATTUALITÀ come questa vittoria dimostri come il comitato del Nobel per la Pace abbia capito che un mondo senza fatti è un mondo senza verità e fiducia. E’ uno shock, ma il fatto che una giornalista filippina e un giornalista russo abbiano vinto il Premio Nobel, dice molto sullo stato del mondo di oggi. Il riconoscimento di quanto sia difficile essere un giornalista oggi è per Rappler.” L’altro vincitore del premio è il 59enne russo Dmitry Muratov. Egli è caporedattore del periodico Novaya Gazeta, definito “l’unico giornale veramente critico in Russia oggi” e noto per i suoi reportage sulla corruzione governativa. Muratov ha dedicato il suo Nobel al giornale da lui diretto, e ai sei giornalisti della testata che sono stati uccisi per aver infastidito i potenti, tra l’altro la notizia della vittoria è arrivata all’indomani del quindicesimo anniversario dall’uccisione di una delle sei vittime, Anna Politkovskaja. Dmitri Muratov ha anche affermato che avrebbe conferito il Premio all’oppositore russo Alexei Navalny, oggi in carcere. Nel 1993 Muratov, allora trentaduenne, uscì dal quotidiano “Komsomolskaya Pravda”. Nacque così il periodico “Novaya Gazeta”, al quale il premio Nobel Mikhail Gorbaciov regalò una parte del compenso ricevuto a Oslo. Da allora l’ex presidente dell’Urss è sempre rimasto vicino a Muratov e ai redattori e ancora oggi è azionista (al 10%) di Novaya. Muratov ha diretto il giornale dalla sua fondazione nel 1993 fino al 2017, quando, per “esaurimento” (come ebbe modo di dire lui stesso), ha gettato la spugna. Però, due anni dopo è stato richiamato dai suoi colleghi al vertice di Novaya Gazeta, che dirige tutt’ora, nonostante le enormi difficoltà di chi vuole ancora realizzare in Russia un mezzo d’informazione indipendente. In questi ultimi anni, Muratov aveva già ricevuto numerosi riconoscimenti, dalla Legione d’Onore francese all’ International Press Freedom Award del Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti. Anche il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha riconosciuto oggi i meriti del giornalista: «È coerente e fedele ai suoi ideali. Ha talento ed è coraggioso. Ci congratuliamo con lui». Insomma, due giornalisti che per anni si sono battuti per la libertà di parola hanno ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti del pianeta. Una vittoria senza dubbio molto meritata. Carola Anna Gurrieri IC 13


CULTURA

L

SEI PEZZI A TEMA

a musica ha da sempre lo scopo di dare voce alle emozioni dell’uomo, ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti. Ovviamente, la sessualità in tutte le sue sfaccettature non fa eccezione, e, nonostante la destigmatizzazione dell’argomento sia abbastanza recente, i brani che ne trattano di sicuronon mancano. Oggi ho l’occasione di presentarvene qualcuna e quindi, senza ulteriori indugi, iniziamo! - Lying is the most fun a girl can have without taking her clothes off (Panic! At The Disco) “Is it still me that makes you sweat / who you think about in bed”: così si apre la prima canzone di questo disco. Come molte altre della band statunitense, ha come tematica epicentrale la sessualità. Il punto di vista è molto ampio: masturbazione, relazioni adolescenziali e risentimento dopo una rottura si legano fra loro in un insieme apparentemente confuso, ma in realtà ben indirizzato, riassumibile nell’incitamento che introduce i ritornelli: “Let’s get these teen hearts beating faster, faster” - I wanna be your girlfriend (girl in red) Il brano esprime la richiesta dell’artista norvegese di poter andare oltre l’amicizia con una ragazza: il crescendo di sonorità delicate arriva al bridge con “the look in your eyes / my hands between your thighs / oh this can’t be real / it’s all just a dream” e al collegamento al ritornello con “i don’t wanna be your friend, i wanna kiss your lips / and i want to touch you, but not like this”. Si tratta di un tipo di attrazione dolce ma immatura, nei confronti di una persona a cui si tiene e che si conosce bene. - Dead Girl Walking (Heaters) Questo terzo pezzo, essendo tratto da un musical, ha un significato più profondo se calato nel contesto: la protagonista, Veronica, è certa che verrà uccisa l’indomani mattina e perciò sceglie di voler perdere la verginità in quella che crede essere la sua ultima notte. Non è un racconto ortodosso: Veronica irrompe in casa del suo ragazzo dalla finestra, nel cuore della notte, e nella descrizione dell’atto le espressioni sono molto eloquenti (“Slap me/pull my hair/ touch me there and there and there” oppure “see, I decided I must ride you ‘till I break you”). 14


CULTURA - Medicine (Harry Styles) Il significato della canzone è tutt’altro che implicito. Il brano, mai rilasciato ufficialmente dall’artista britannico, è stato cantato in diverse performance live, lasciando così al pubblico il compito di comprendere il testo. Tuttavia, è praticamente impossibile negare che alluda a diverse sfere della sessualità, partendo dai rapporti orali (Here to take my medicine, take my medicine / rest it on your fingertips / up to your mouth, i’m feeling it out) e arrivando alla bisessualità (The boys and the girls are here / I mess around with him / and I’m okay with it) - Novecento (Fast Animals And Slow Kids) Il brano della band perugina, uscito nel 2019 nell’album Animali Notturni, affronta la tematica in modo molto più vago rispetto alle due canzoni precedenti in questo articolo: sono solo alcuni versi (questa è una lettera che resta in casa / sopra il divano dove t’ho spogliata / la prima volta che tu mi hai voluto / per quanto tempo l’ho desiderato), ma ho deciso comunque di includerla perché è rappresentativa da un punto di vista più maturo, in cui non si presenta il sesso come una pura colata di attrazione, ma come un’estensione di un rapporto fra due individui. - Troublemaker (Green Day) Dopo aver parlato di relazioni mature chiudiamo con la canzone più esplicita di questa playlist ristretta: “Hey! I wanna get inside of you” e “I like your BM-excellent tits with a tattoo of a pig sniffin’ glue” non lasciano molto spazio alle interpretazioni . È una canzone sull’attrazione fisica, semplicemente, e per quanto quasi demenziale svolge a dovere il suo compito. E con questo, il mio spazio è finito: amatevi e amate, chi volete e come volete (e se vi va, scriveteci una canzone).

Giulia Giordano ID 15


CULTURA

F

omossessualità proibita

dossi della sua epoca e tormentato dai grandi interrogativi della vita. Ma dipinge anche una personalità allegra e gioviale, legata alle tradizioni del suo Paese e mossa da ideali profondi di fratellanza e libertà. Da subito, si capisce, è considerato nemico del regime, quello che si instaura dopo il golpe del capo militare Francisco Franco, appoggiato da milizie fasciste e naziste. Il poeta è esponente repubblicano durante la Guerra Civile ed è colpevole di omosessualità e socialismo, come si legge in un documento redatto nel 1965 dalle truppe franchiste, dopo 29 anni dall’assassinio del poeta. Per Federico la relazione con la propria sessualità è sempre problematica e si intreccia profondamente con le tendenze surrealiste della sua produzione. I caratteri della nuova avanguardia si ritrovano in molte opere del poeta, quali espressione

ederico Garcìa Lorca, personaggio di spessore artistico e politico, scrittore militante e oppositore del regime franchista, cittadino del mondo, uno dei protagonisti delle avanguardie dei primi del Novecento, omosessuale. Stona, in effetti, fare un riferimento al suo orientamento sessuale, dopo averne velocemente introdotto il profilo artistico e culturale. Chiunque direbbe che non è importante. Invece lo è. O almeno lo era, per Federico e per le guardie che, il 19 agosto 1936, fecero irruzione nella dimora di amici, nella quale l’artista si trovava, e lo fucilarono. Federico Garcìa Lorca è un poeta e drammaturgo spagnolo, nato nel 1898, che ha rivestito un ruolo di spicco nella vita politica e culturale della Spagna di inizio Novecento. La sua produzione è l’emblema di un uomo in conflitto con i para16


CULTURA degli angoli più reconditi dell’animo umano e di una sessualità repressa. Il Surrealismo entra nella vita di Lorca grazie al rapporto con il pittore Salvador Dalì, con il quale terrà una fitta corrispondenza, anche amorosa, fino al momento della morte. Il poeta scrive anche Ode a Salvador Dalì, oltre alle numerose epistole in cui è tangibile la profonda intimità dei due. “Ti ricordo sempre. Ti ricordo troppo. Figlio mio, devo pensarti bruttissimo per non amarti più”, Federico a Salvador in una lettera del 1927. Surrealismo e omosessualità si trovano prepotenti nell’opera teatrale El pùblico, degli anni Trenta del Novecento, giudicata irrappresentabile per i temi scandalosi, che vanno a indagare le sfaccettature più varie e, talvolta, perverse dell’erotismo. Non si parla solo di omosessualità, maschile e femminile, ma anche di zoofilia, pedofilia. Lo spirito innovatore e il tentativo, forse, di insinuarsi nella mente umana e di analizzarne teatralmente le dinamiche testimoniano l’impossibilità dell’autore di vivere serenamente la propria sessualità, cosa che lo porterà a una profonda crisi e a pensieri suicidi. Perciò, il problema non sta nel dispotismo e nella ferocia di un pugno di milizie armate, ma tor-

menta la coscienza di Federico da ben prima degli anni della Guerra Civile. Ciò significa che il pregiudizio è radicato nella storia dell’essere umano e la constatazione più drammatica deriva dalla consapevolezza che ancora non sia stato del tutto sradicato in una società che si dice moderna e liberale. Non è difficile capire perché a Franco non piacesse per niente uno scrittore politico di fama internazionale e, soprattutto, di sinistra. Ma quello che colpisce è l’orientamento sessuale usato come capo d’accusa o, piuttosto, come giustificazione della sommaria eliminazione di un oppositore politico senza processo, pratica largamente invalsa, come sappiamo, durante gli anni delle dittature. Ma, a ben pensare, non stupisce più di tanto, visto che, al giorno d’oggi, coppie omosessuali che camminano per la strada tenendosi la mano vengono ammazzate di botte. E allora viene da chiedersi fin dove il pregiudizio possa spingere un essere umano, se veramente una tendenza sessuale demonizzata come perversione possa pesare più dello spessore intellettuale e umano di una persona, al punto da strapparle brutalmente la vita.

Irene Fiocca VG 17


CULTURA

intersessualità:

L

nell’arte, nella cultura, nella modernità

’Ermafrodito dormiente è una scultura di marmo attribuita a Policleto e replicata da numerosi artisti, tra cui il celebre scultore barocco Gian Lorenzo Bernini. Rappresenta la figura mitologica dell’Ermafrodito, fusione dei due sessi: l’anatomia deriva dalle antiche raffigurazioni di Venere fuse con quelle ellenistiche del dio Dioniso. Il giovane dio è raffigurato dormiente, sensualmente riverso su un lenzuolo. Disteso sul fianco destro, ha la gamba sinistra piegata che poggia con il ginocchio sul triclinio. La testa, incorniciata da capelli intrecciati, è ruotata verso destra e poggiata sul braccio piegato; il braccio sinistro, in parte avvolto nel lenzuolo, è piegato e portato in alto. Se osservato posteriormente, l’ermafrodito mostra forme morbide e fianchi femminili. Se, invece, si cambia punto di vista, si scopre il membro del giovane addormentato. La distinzione netta tra le due visuali è voluta dallo scultore stesso, per mostrare, dapprima la parte femminile e successivamente rivelare le vere fattezze del dio. L’ermafrodito è un personaggio tipico della cultura greca. La sua origine è narrata da molti poeti. Secondo Ovidio, il quale ne parla nelle Metamorfosi, è nato dall’unione di Ermes e Afrodite, ma fu poi allevato dalle ninfe Naiadi, presso cui visse fino all’età di quindici anni, quando iniziò le proprie peregrinazioni. Giunto in Licia, nei pressi di Alicarnasso, incontrò la ninfa Salmace, la quale si innamorò perdutamente di lui e fu, però, respinta dal giovane. La ninfa, non accettando il rifiuto, si unì a lui con la forza e implorò gli dei di non separarsi mai dal suo amato. Quindi gli dei la soddisfarono e li fusero in un solo corpo che presentava entrambi i sessi. La visione classica dell’ermafrodito si collega a doppio filo con l’intersessualità moderna, ovvero un termine ombrello usato per descrivere la 18


CULTURA presenza in una sola persona di caratteri primari e secondari di ambedue i generi o le alterazioni cromosomiche che riguardano la determinazione del genere. Questa condizione è presente in circa l’1,7% della popolazione mondiale ed è una caratteristica non acquisibile se non è congenita. L’intersessualità ha molte sfumature, divise in tre principali gruppi: la disposizione cromosomica differente da XY (alterazioni cromosomiche che riguardano la determinazione del genere), come XXX e XXY; la disposizione cromosomica incongruente con i genitali; i genitali ambigui, ovvero la presenza di più caratteri primari o secondari in un solo corpo. Se un neonato nasce con quest’ultima condizione, nella maggior parte dei casi, è il medico a scegliere quali caratteri tenere, determinando così il sesso del bambino. Questo può portare a una non coincidenza tra sesso assegnato e identità di genere. Tutte queste categorie sono racchiuse nel termine “condizioni intersex”. Attualmente l’intersessualità è riconosciuta nella comunità LGBTQIA+ e, in particolare, le associazioni di orgoglio intersessuale si battono per abolire la pratica che prevede l’eliminazione di uno dei due generi, promuovendo la scelta, se desiderata, del soggetto intersessuale nell’età della consapevolezza. Questa comunità è un perfetto esempio di desiderio di progresso e distaccamento dalla bellezza e dalla sessualità canoniche.

Giacomo Pievani e Martina Lepore IID 19


CULTURA

porci con le ali degli interrogativi morali che si pongono in relazione all’interpretazione della collettività, della lotta di classe, ma anche della liberazione sessuale, dell’abbattimento della morale borghese, della riappropriazione del corpo femminile e della negazione delle imposizioni virili e patriarcali. In altre parole, Rocco e Antonia sono adolescenti nel momento del Novecento più problematico e allo stesso tem-

Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti” è un romanzo scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, sotto gli pseudonimi di Rocco e Antonia (i nomi dei due protagonisti) e pubblicato per la prima volta da Savelli nello stesso anno. L’opera, che è stata tradotta in molte lingue, fece scandalo all’epoca della pubblicazione per il linguaggio triviale e il contenuto esplicito di situazioni intime nonché per la copertina disegnata da Pablo Echaurren; infine per l’atmosfera di fondo in cui al disagio della condizione giovanile si accompagnano la vitalità e, come suggerisce il titolo, i grandi slanci ideali e sentimentali, l’ancoraggio forte a una realtà fatta di carne, che talvolta diviene gioia, oppure coscienza dei propri limiti. Rocco e Antonia sono adolescenti, due giovani che sono alla ricerca di loro stessi in quel periodo della nostra esistenza in cui il corpo manda impulsi da adulti ma la mente è ancora ancorata ai gioviali ricordi infantili e all’ignoto che si cela dietro ogni responsabilità. La loro personalità, la loro individualità – quella che tutti noi ci ritroviamo a comporre e scomporre cercando sia di appartenere a qualche gruppo in cui ci identifichiamo, omologandoci, sia di distinguerci da tutti – si scontra con qualcosa di più grosso, ossia la politica. Ma la politica “vera”, quella delle ideologie, del materialismo dialettico,

po entusiasmante per esserlo, ossia gli anni in cui il personale diventava politico, certo, ma anche quelli in cui l’interesse per l’attivismo era per certi versi obbligatorio, trasformando qualsiasi quesito individuale in una speranza 20


CULTURA universale. Rocco e Antonia vivono durante i moti del ’68, epoca di rivoluzione sociale e politica, vogliono potersi esprimere liberamente, poter vivere la loro sessualità in modo aperto, liberi da ogni forma di bigottismo borghese che limita in ogni modo possibile la vita dei giovani. Già dalle prime parole con cui si apre il romanzo c’è qualcosa di mai letto prima in Italia, una scena di masturbazione femminile, argomento decisamente tabù, che include prima una filastrocca oscena che Antonia usa per eccitarsi – “Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna ciorgna. Figapelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di puttanella.” – e poi una fantasia necrofila, quella di lei che si immagina di essere morta e di avere un amplesso su un tavolo di obitorio. Il rapporto tra uomo e donna, raccontato attraverso le esperienze sessuali di Rocco e Antonia, è anche il rapporto tra società e femminismo, i cambiamenti che hanno luogo nel corpo della protagonista e i suoi interrogativi, le sue richieste, le sue perplessità, camminano in parallelo con le istanze che le nuove correnti di lotta sociale chiedono al mondo. Compresa l’incomprensione da parte degli uomini di certe richieste e di modificare il modo in cui si pongono con l’altro sesso, cosa che appare chiara sin da subito nel modo totalmente diverso in cui Antonia e Rocco generano le loro fantasie erotiche: una distanza che fino a quel momento era rimasta taciuta per il semplice fatto che non importava a nessuno dell’appagamento femminile. Porci con le ali, infatti, potrebbe es-

sere annoverato tra i libri “proibiti”, tra i casi letterari che si ritagliano una grossa fetta di pubblico proprio per questa loro componente peccaminosa che ci spinge tutti, indistintamente, a scrutare in una dimensione privata; e in effetti lo è, avendo avuto un successo di pubblico enorme e milioni di copie vendute che si continuano a vendere anche a distanza di più di quarant’anni – anche se è difficile fare una stima di quanti lettori abbia effettivamente avuto, dato che dopo il sequestro avvenuto nel 1976 da parte del procuratore Giovanni De Matteo cominciarono a circolare centinaia di copie pirata. Questo libro è il manifesto della liberazione sessuale di noi adolescenti, è la dimostrazione che si può e si deve parlare di sesso apertamente, perché è l’atto più naturale e intimo che esista e non possiamo aspettarci di saperci proteggere adeguatamente (per esempio dalle malattie sessualmente trasmissibili) se non possiamo avere alcuna discussione riguardo argomenti “taboo” come questo. Parlare di sesso, soprattutto quando si è agli inizi dell’adolescenza, è importante e necessario. “Porci con le ali” con le sue parole decisamente esplicite ci rende consapevoli di un mondo nuovo, ancora da scoprire ed esplorare: non abbiate paura di comunicare i vostri bisogni, non spaventatevi di fronte alle fantasie sessuali o a pulsioni mai avute prima. Piuttosto, parlatene e parliamone.

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Annalucia Gemini IIIE


NARRATIVA

angolo dei baci R

agazzi Strappati al sole Scalpiccio di corsa sul selciato Respiro affannato Sospiri che si mescolano Diventando Un solo grido di gioia Un unico sorriso di speranza Gambe abbronzate Gambe intrecciate Mani tremanti Mani d’amanti

Emma Rossi IID 22


NARRATIVA

sguardi S

’incontravano di lunedì, la sera dopo il cinema dietro quell’angolo buio sigillo della loro intimità. Tre sguardi e una carezza Tre parole e una risata Tre sospiri e la passione. E su quella calda roccia avrebbero passato la vita in un mondo che forse altro non era che il Paradiso di Dante. E la gente passava e rideva, o meglio, derideva: la castità di quell’amore era peccato. Ma lo era davvero, casto? Forse loro si amavano così: parole in silenzio eccitazione negli occhi desiderio nell’anima. E io li cercavo sempre, il lunedì al cinema. Ricordo una sera di ottobre fredda, buia e con l’odore di pioggia nell’aria e quell’appuntamento che pareva sempre essere il primo: timidezza, innocenza, smania di aversi l’un l’altro. Quel giorno li seguii nell’angolo buio, in quel nido di luce a cui mai avrebbero rinunciato: pura estasi. Si raccontavano storie e si guardavano, giocavano e si accarezzavano, ridevano e si seducevano. Un tale passò di lì e mi chiese cosa fosse quella strana danza di sguardi sotto la pioggia: facevano l’amore. Vittoria Castelli VG 23


NARRATIVA

E

GEISHA

ra una notte di inverno quando, nel cortile della mia casa di Okiya, la ‘Madre’ mi stava legando i polsi alla ringhiera del cortile come punizione per aver cercato di fuggire con mia sorella Satsu verso una meta lontana che ci avrebbe permesso di ricominciare da capo, senza più pensare alla vita che mi avrebbe atteso in quell’edificio, centro della vita notturna giapponese. Provengo da un paese di pescatori, dove la mia famiglia possedeva una piccola Machiya a picco sul mare. Mia madre ci insegnava l’arte del Ukiyo-e, della danza, della musica e del cha no yu. Mio padre, invece, un povero pescatore nato nella campagna giapponese che si avventurò verso il centro del Paese fino ad imbattersi nell’affascinante città di Okiya. Ora non resta molto della mia infanzia se non mia sorella che ormai è lontana da me e dalla mia vita. Quando avevo solamente nove anni mio padre morì a causa di una terribile tempesta che sopraggiunse dal mare. In seguito alla sua morte, mia madre vendette me e mia sorella a un intermediario, un certo Tanaka che ci consegnò alla casa delle geishe, amministrata dalla signora Sayuri Sakamoto. Nella cultura giapponese le geishe sono le donne più affascinanti, raffinate e colte di tutto il Giappone. Vengono tolte alla loro famiglia in tenera età e fatte entrare in una scuola, dove impareranno a curare al meglio il loro aspetto fisico, a vestirsi di kimono in seta, a truccarsi il viso con un pesante cerone bianco, occhi marcati di nero e bocca rossissima, fino a rendersi quasi una maschera sotto la pesante acconciatura. Per quanto possa sembrare straziante per una bambina di soli nove anni comportarsi come una donna matura e adulta, questo divenne il mio pane quotidiano da quando mia madre mi consegnò nelle mani del signor Tanaka. Il mio inteso addestramento iniziò nella primavera del 1938. In poco tempo mi venne insegnato come danzare, come cantare e conversare in modo colto e raffinato. Diventai un’esperta interlocutrice e maestra nell’arte oratoria. Scoprii lo scopo del mio intenso addestramento quando la ‘Madre’ della casa mi propose di intrattenere con le mie arti l'industriale Nobu Toshikazu. Venni costretta a tenere dei fugaci incontri con questo uomo che spesso si presentava alle porte della nostra casa per portare con sé altre ragazze. Con il passare degli anni divenni la geisha più celebre del quartiere di Gion. Di fatto ero al servizio del volere degli uomini della città. Osservare tutti quei volti inebriati dai numerosi calici di Koshu, mi faceva immaginare come sarebbe stato trovarsi nelle vesti di quegli uomini. 24


NARRATIVA Durante una serata trascorsa in compagnia del signor Hatsumomo, una donna anziana, che mi osservò a lungo, si presentò davanti a me con un gentile sorriso stampato in viso e un mazzo di erbe essiccate nel palmo della mano. Mi accarezzò il braccio e posò su un tavolo, che si trovava accanto a me, ciò che conservava nella sua mano. Si allontanò e dopo essermi guardata attorno, raccolsi quelle erbe tornando dal signor Hatsumomo. Venni accompagna alla casa della ‘Madre’ da un giovane uomo che mi lasciò all’ingresso dell’edificio. Raggiunsi la mia stanza e dopo essermi preparata per la notte, decisi di creare dei fumi con le erbe che l’anziana signora mi aveva ceduto quella sera. Accesi una piccola fiamma e le misi a bruciare. Poco dopo che mi fui stesa a letto caddi in un sonno profondo. Al mattino uno strano formicolio alla pelle degli arti inferiori mi provocò un certo prurito. Mi misi seduta e con la testa barcollante cercai di alzarmi. Feci un passo e sentii tutto il mio peso gravare sui piedi. Mi grattai il collo che sentivo incredibilmente freddo e fu in quel momento che la paura sopraggiunse. Corsi davanti allo specchio della mia stanza e per poco non caddi a terra. Capelli neri e corti contornavano la mia fronte. Mani grandi avevano preso il posto delle mie delicate e minute. Mi rovesciai dell’acqua fredda in viso per svegliarmi da quel sogno, ma fu completamente inutile. Iniziai a girovagare per la stanza, fino a quando pensai che sarebbe stato meglio uscire dalla casa della ‘Madre’. Presi i primi vestiti che trovai da uomo e corsi per le vie della città. Mi ero veramente trasformata in un uomo? Girovagando per la città in cerca di una risposta, una giovane ragazza mi si appese al braccio destro sventolando un ventaglio vicino agli occhi. La guardai negli occhi e riconobbi in quel volto una delle ragazze che facevano parte della casa in cui ero stata cresciuta. Scossi il braccio per farla allontanare e mi guardai attorno. In ogni angolo della città una ragazza aggrappata al petto di un uomo cercava di persuaderlo con il suo sguardo. Fu in quel momento che capii che quella era anche la mia vita. Era il mio destino e il mio posto nella società. Ero sempre stata questo. Un misero accessorio che vestiva l’egoismo degli uomini.

Giorgia Cattaneo IA 25


SPORT

ACCUSA PER I SOLDI O SOLDI PER L’ACCUSA? L

a legge, si sa, è uguale per tutti, ma per alcuni è un po’ più uguale. Spesso accade che a vincere un processo sia chi può permettersi avvocati migliori, o chi, per fama o per ricchezza, induce la giuria a credergli. Nel corso della storia molto sportivi hanno fatto ricorso alla loro immensa influenza per far cadere le accuse, spesso gravi, nei loro confronti; alcuni casi, tuttavia, hanno suscitato più scalpore e più scandalo di altri. Per esempio, nel 2003 ci fu una delle accuse di stupro che ha più scandalizzato l’America: Kobe Bean Bryant venne portato in tribunale dall’allora diciannovenne Rachel Wood. All’epoca Kobe aveva 25 anni e solo nel 2001 aveva vinto il suo primo titolo con i LA Lakers contro i 76ers di Iverson. In quel 30 giugno Kobe si trovava in un hotel del Colorado per apprestarsi ad affrontare un intervento al ginocchio. Quando quella sera scese nella reception, incontrò Rachel, con cui chiacchierò un po’ prima di portarla nella propria stanza. Qui iniziarono a baciarsi e le loro versioni dell’accadu-

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to cominciarono ad essere discordi. L’uomo dapprima sostenne di non averla nemmeno toccata, poi, una volta che gli inquirenti raccolsero le prove del fatto, dichiarò che tutto quanto era stato puramente consensuale. Diversa era però la versione della giovane, secondo cui, dopo aver abusato di lei, Bryant le avrebbe intimato di tacere. In tribunale il caso sembrò inizialmente in stallo, con prove a sostegno di entrambe le parti. In seguito, anche a causa di alcuni errori della giuria (come aver lasciato trapelare il nome della ragazza che per legge deve rimanere segreto) esso venne chiuso con un semplice compenso monetario alla vittima. A prima vista, questo potrebbe sembrare un caso isolato, ma, sfortunatamente, non fu né la prima né l’ultima volta in cui si verificò una situazione del genere. Un’altra vicenda, più recente ma molto simile a quella che coinvolse Bryant, riguarda uno dei più grandi calciatori della storia, Cristiano Ronaldo. Nel 2010, infatti, la modella venticinquenne Kathryn Mayorga ac-


SPORT cusò Ronaldo, allora già campione d’Europa con il Manchester United e ormai al Real, di averla violentata in una camera d’hotel a Las Vegas. Secondo quanto dichiarato, Ronaldo avrebbe conosciuto Kathryn all’interno di un locale per vip e poi l’avrebbe invitata ad una festa privata nella propria suite. Dopo l’arrivo nella stanza, le due versioni della storia entrano in netto contrasto: il calciatore definì il rapporto avuto con la modella consensuale, mentre lei affermò che si era trattato di un vero e proprio stupro. Dopo 8 anni di stallo, nel 2018, il settimanale tedesco Der Spiegel pubblicò un accordo firmato da entrambi sulla base del quale Ronaldo diede 375.000$ alla donna in cambio del ritiro delle accuse. Innanzitutto bisogna considerare che due fuoriclasse come Bryant e Ronaldo, con un talento fuori dal comune tale da aver permesso loro di dominare la scena mondiale del basket e del calcio fino alla soglia dei quaranta, possono diventare dei bersagli a causa della loro stessa popolarità. Della maggior parte degli sportivi più famosi l’opinione pubblica conosce solo la sfera professionale e spesso è difficile immaginarle come persone comuni, che come tutti possono sbagliare.

È facile ritenere colpevoli gli accusati: uomini che nella vita hanno avuto molto più del necessario, che non si accontentano mai dei risultati ottenuti in ambito professionale e provato, che potrebbero davvero aver violentato una ragazza, consci del fatto che sarebbe bastato aprire il portafoglio per mettere tutto a tacere e tornare alla loro vita di agi e lussi. Tuttavia, più denaro e più potere si ottiene, più si rischia di essere un bersaglio per chi decide di sfruttare figure tanto note al solo fine di guadagnare “soldi facili” e acquisire visibilità. D’altra parte, mettere a tacere le accuse con denaro potrebbe essere visto come un’ammissione di colpa da parte degli imputati o come la volontà di soffocare accuse, anche se infondate, cosa più volte ribadita anche dagli avvocati della difesa. Dunque, in questi casi, l’unica cosa che si può affermare con certezza è quanto sia ingiusto accusare qualcuno solo per la sua posizione sociale e, allo stesso tempo, anche permettere che fama e ricchezza continuino a prevalere, nei casi di reale colpevolezza.

Samuele Garattini IE, Niccolò Zitelli IIID 27


TERZA PAGINA

Ho un’ambiziosa pretesa di farvi scoprire opere che mi sono piaciute capolavori (in fondo in fondo a chi piace il relativismo?) di ogni genere e forma, tramite una rubrica che fa della sintesi il suo punto di forza.

TUTTE LE FURORE COSMICOMICHE (John Stein(Italo Calvino, raccolbeck, 1939) ta completa postuma, un popolo 1997) soffre, ma di Francesco Giammarioli, VAsi divermentre Calvino il lettore di te con la cosmogonia e più (o involuzioambiziosa pretesa di farvi scoprire opere che mil’evoluzione sono piaciute capolavori (in fondo in fondo a ch ne?) della specie umana, il lettore prova relativismo?) di ogni genere e forma, tramite una rubrica cheinutilfa della sintesi il suo punto di forz mente a parare i colpi

E (John Steinbeck, 1939)

olo soffre, ma il lettore di più

IL VECCHIO E IL MARE (Ernest Hemingway, 1952) Ancora poco chiaro se sia più fluida l’acqua del mare in cui veleggia Santiago o la scrittura di Hemingway

POESIA DI OGGI LE COSE (Jorge Luis Borges, da Elogio dell’ombra, 1969) di un’illusoria aurora. Quante cose, Le monete, il bastone, il portachiavi, IL VECCHIO E IL MARE (Ernest Hemingway, 1952) atlanti, soglie, lime, coppe, chiodi l’agile serratura, le tardive note che i pochi giorni che mi restano ci servono in silenzio come schiavi, misteriosamente segrete! ancorae lepoco chiarocieche se sia epiù fluida l’acqua del non leggeranno, gli scacchi carte, Dureranno ben oltre il nostro oblio; un libro e tra le paginemare appassita in cui veleggia Santiago o la scrittura di non sapranno mai che ce ne siamo la viola, monumento di una sera Hemingway da non scordare mai e già scordata, andati. il rosso specchio occidentale che arde Francesco Giammarioli VA 28


TERZA PAGINA

Dalla seconda… …alla settima arte La diseducazione di Cameron Post (2018) Un film che mostrala cruda realtà dei centri di terapia di conversione degli adolescenti gay, dalla sofferenza psicologica che questi giovani sono costretti a sopportare fino all’atroce umiliazione di dover rinnegare sé stessi per poter andare avanti e, soprattutto, per poter tornare a casa.

Carol (2018) Sullo sfondo della New York degli anni ’50, un film che racconta la tormentata storia d’amore tra una giovane fotografa e una donna in procinto di divorziare. Divisa tra i forti sentimenti per la ragazza e l’affetto per la propria figlia, Carol cerca di nascondere la propria relazione per non perdere la custodia della bambina, ma non tutto va per il verso giusto…

Liebesträume (“Sogno d’Amore” Franz Listz, 1850) Una composizione dal carattere dolce, sognante, emotiva e, al tempo stesso, passionale e colma d’amore. Un tema cantabile circondato da scale e virtuosismi, come un sentimento soave ma ricco di forti e incontrastabili passioni.

Salut d’Amour (Edward Elgar, 1888) Composto come regalo di fidanzamento, il brano rappresenta l’amore nel modo più candido e puro possibile. Non è una passione travolgente, ma lo stupore del primo amore e insieme la dolcezza dell’amore eterno, del desiderio di restare uniti per sempre. Zoe Mazzucconi VA 29


TERZA PAGINA

ipse dixit IIE

Bonasia: Comunque quelle tre ragazze giù in fondo li fanno morire perché fanno le versioni in classe con sopra al banco le facce plastificate dei cantanti nel corpo di gesù! Qualcuno: Prof, si chiamano santini!

Pelosio: A quante persone nel mondo lo usano...

IVE

VA

Benni e Matta sono in bagno da 39 minuti Santoruvo: Alice vai in bagno a dire...che la professoressa le saluta?

Entra un’ape in classe, panico generale Ruffoni: Sì ragazzi, è una creatura del signore

Casati: Più è lungo, più è grosso e più si notano le differenze… sì lo so che detto così suona malissimo Toffetti: Ab urbe condita… 142 libri Nico: 142?!? Toffetti: 142, ma non restano tutti Nico: Grazie a dio

Parlando del PCTO Alis: Ma per farci prendere a fare PCTO in un posto bello cosa dobbiamo fare? Biglioli [accennando ad inchinarsi]: I’m begging’, I’m beggin’ youuuu

Giaconia: Si è iscritto a parlare io diavoletto del professor Giaconia Benny: Se Pan ha inventato la siringa forse ho capito perché si chiamano bucolici

VE

Luca fa una domanda su un esercizio corretto 5 minuti prima Pelosio: Arrivi in differita Luca?

Luca: [parafrasando]... gli uomini… desiderosi… vogliosi Marchesi: Eh, magari vogliosi no, lasciamo desiderosi Toffetti: È un caso di agalmatofilia Benny: In un rapporto così non so se sia più duro lui o la statua

Pelosio:[parlando dell’acetone] Pensate a quante donne nel mondo usano gli smalti per... Nico: oh... 30


TERZA PAGINA Le ragazze si stanno cambiando in classe Giaconia: Siete pronte? Betta: Solo per lei profe

dai fascisti romani! Giaconia: ...ottima discussione

Cavalleri: [spiegando] knowledge and life don’t correspond, knowledge and happiness don’t correspond Matteo: Dovrebbero scriverlo all’ingresso della scuola

IV G

Casati: [spiegando fisica]... una classe di fenomeni Nico e Fra: Noi! Casati: [a Nicola] Sono tentato di darle una nota

VG

Durante la verifica di greco Oli: ma io sento delle voci Benni: È il primo segno di pazzia

Mase: Maybe... Biglioli: Basta con sto maybe ragazzi! Mase: Ehm... perhaps

Cavalleri: ...mangia le madeleine Belo: Profe, o lei tara le verifiche e in baleno viene riportato indie- sullo scientifico o noi siamo un po’ tro… tarati Benny e Zoe: Come Ratatouille! Profe: Belotti, prova tu a creare Cavalleri: The first titular of Pri- entusiasmo per questi argomenti de and Prejudice was First reaction nella classe Riccardo: Shocked Belo: Non posso spogliarmi, profe Alunno: Una domanda, profe Mazzeo: Questa è la formula bru- Viscomi: Un attimo, se no perdo ta il filo… come disse Arianna a TeNico: Molto bruta [scrive alla lava- seo gna: brutissima] Parlando della natura in Hegel Marchesi: ...l’occhio fuggent- Zappoli: Non ne parlava anche te delle ragazze del 1818, non di Leopardi della natura? quelle di oggi...fatta eccezione per Belo: Leopardi era meglio che le nostre sarpine non avesse mai parlato Nicola: I sindacanti non valgono poi niente, si fanno prendere a calci 31


hanno scritto per questo numero: Nicolò Campobasso IE, Teresa Molinari Togliatti IIIF, Chiara Longhi ID, Gaia Bonfanti ID, Carola Anna Gurrieri IC, Giulia Giordano ID, Giacomo Pievani IID, Martina Lepore IID, Irene Fiocca VG, Annalucia Gelmini IIIE, Vittoria Castelli VG, Emma Rossi IID, Giorgia Cattaneo IA, Samuele Garattini IE, Niccolò Zitelli IIID copertina e illustrazioni: Giacomo Pievani IID, Irene Fiocca VG, Lucia Vanoncini VA, Maria Lisa Amigoni IC, Martina Milesi IIE, Viola Corti IIE impaginazione: Vittoria Castelli VG, Zoe Mazzucconi VA direttrice: Zoe Mazzucconi VA viceditrettrici: Annalucia Gelmini IIIE, Anna Piazzalunga IVC segretari: Ginevra Sansoni IIC, Federico Curnis IIC caporedattori: attualità: Martina Musci IIID, Anna Piazzalunga IVC cultura: Francesco Giammarioli VA, Irene Fiocca VG narrativa: Vittoria Castelli VG sport: Chiara Inzaghi IIC

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