SPORT
VINCERE SENZA SAPERLO?
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3 Maggio 1982, circuito di Monte Carlo. Alain Prost fa scorrere via la sua Renault tra le curve strettissime del principato. Vede qualche goccia di pioggia che leggerissima cade sulla visiera del casco e poi scompare. Sono sessanta giri che conduce la gara. Sessanta giri che disegna sull’asfalto traiettorie perfette, sfiorando i muretti di pochi centimetri. I giornalisti dicono sia tanto stronzo che intervistarlo ogni volta è una noia. Alcuni lo chiamano il professore, per il suo maniaco culto della precisione, perché fa di ogni minimo dettaglio un’ossessione. Alain non ha mai amato la pioggia e ora la sente cadere e impregnare l’asfalto ogni giro di più. Come un funambolo, corre su un filo ai trecento chilometri orari. Arrivato alla curva delle piscine, allarga la traiettoria di qualche centimetro in una gara di duecentocinquanta chilometri. Le ruote posteriori slittano sull’asfalto viscoso e Alain impatta contro il muro. Per lui è una botta da nulla, ma la sua Renault si è spenta e non si ri-
accende più. Riccardo Patrese arriva velocissimo, vede Prost scendere nervoso dalla sua macchina e lo sorpassa. Il giovane padovano guida concentrato la sua Brabham e suda freddo: non ha mai vinto un Gran Premio di Formula Uno. Molti piloti non amano il suo stile grintoso, che però affascina altrettanti spettatori. La gente dalle tribune e dai balconi di casa lo incita e lui corre più forte che può. Arrivato all’ingresso della mitica curva Loews, però, in un istante finisce in testacoda; l’auto imbizzarrita per poco non tocca la barriera e Patrese, fermo in mezzo alla pista nel tentativo di ripartire, vede sfrecciare in testa la Ferrari del francese Pironi, seguita dall’Alfa Romeo di De Cesaris e dalla Williams di Daly. Per questi piloti sta per iniziare un ultimo giro infernale. 26