ATTUALITÀ
OMICIDIO O SUICIDIO? E
ra la sera del 6 marzo 2013 quando Antonella, moglie di David Rossi, non vedendolo arrivare, mandò la figlia Carolina a controllare che stesse bene. Alle 20.40 ella arrivò davanti alla banca e incontrò Filippone, un altro dipendente, che qualche minuto dopo troverà insieme a un collega, tale Mingrone, il cadavere di Rossi nel vicolo sotto il suo ufficio. I carabinieri diededo subito per scontato che si trattasse di un suicidio ma c’erano delle cose che stonavano con questa versione, infatti il corpo era stato trovato con la schiena appoggiata sul muro, con un taglio sul volto, un’abrasione sul polso sinistro, dei segni di dita su un braccio e dei lividi sull’inguine; tutte queste ferite non sono compatibili con la caduta anche perchè il corpo aveva sbattuto al suolo con le gambe, i glutei , la schiena e la nuca, come confermato da una videocamera che aveva ripreso gli ultimi 3 metri della caduta. Dal filmato inoltre possiamo vedere che David mentre precipitava non si dimenava e non si muoveva: cadeva nella stessa posizione in cui è stato trovato, per far sì che ciò accadesse, Rossi avrebbe dovuto buttarsi dalla finestra all’indietro. Sappiamo inoltre che non è morto sul colpo: dall’impatto fino al decesso sono passati 22 minuti. Dopo 20 minuti vediamo cadere un oggetto proveniente dalla stessa direzione del corpo: si tratta della cassa del suo orologio da polso, il che ovviamente è strano perchè qualcuno dovrà pur averlo gettato giù dalla finestra, ma se in quel momento Rossi stava morendo chi lo ha fatto? Dalla caduta del corpo fino all’arrivo dei due colleghi passano circa 50 minuti, sapendo che quel vicolo da su una strada centrale, è possibile che nessuno l’abbia visto? In verità vedremo entrare nell’inquadratura una figura misteriosa che sembra l’ombra di uomo di cui si vedevano soltanto le gambe ed è visibile solo per due frame; l’avvocato della famiglia Rossi sostiene che qualcuno abbia provato a cancellare quell’uomo manomettendo il filmato. Si vede anche un altro uomo che parla al telefono, egli compare nell’inquadratura per più tempo e si sofferma un po’ a guardare il cadavere per poi ritornare sui suoi passi; purtroppo quest’uomo non è mai stato identificato. I carabinieri non si soffermarono molto nella raccolta degli indizi, anche se furono trovati dei fazzoletti pieni di sangue, che non verranno mai analizzati, e dei tentativi di lettere d’addio. Dal 2013 a oggi verranno sottoposte a due perizie grafologiche ed entrambe concordano nel dire che sono originali ma una sostiene che, nel momento della scrittura, Rossi fosse sotto costrizione. L’ufficio viene messo sotto sequestro solamente due giorni dopo l’accaduto. In questo lasso di tempo molte prove vengono alterate, un esempio è il video fatto 8