CLIMBING
IN FALESIA COL MONOCICLO: IL DUATHLON DI MARCO LIPRANDI In mountainbike per le strade di montagna ci vanno in molti. In equilibrio su una ruota invece è impresa per pochi. Un 22enne della provincia di Cuneo ha unito le sue passioni dando vita a una combinazione particolare _ testo e foto Dino Bonelli
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gni tanto, quando sa che alla falesia c’è qualcuno che può fargli sicurezza, lo fa. Si avvicina con la macchina fino a un piazzale asfaltato e poi percorre gli ultimi due chilometri di avvicinamento alla palestra di roccia in sella al suo monociclo. Marco Liprandi, 22 anni, studente di architettura e maestro di sci di Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo, ha sempre amato e praticato la polivalenza sportiva, talvolta inventandosi combinazioni tra sport diametralmente opposti. Così è stato quando qualche anno fa ha iniziato a salire le montagne in stile trail running, quindi in un misto di corsa e camminata, con il suo monociclo agganciato allo zaino, per poi scenderle in equilibrio sulla sua amata ruota tassellata. Una combinazione tra resistenza e bilanciamento, dove la forza muscolare delle gambe è sempre e comunque un fattore fondamentale. E così avviene ogni volta che percorre questo tratto di sterrato, breve per lui, ma infinito per chiunque abbia mai provato a salire su un monociclo, per di più con l’attrezzatura da arrampicata sulle spalle ad appesantire il gesto tecnico.
dera semplice riscaldamento. Dopodiché si arriva alla falesia: un’occhiata al cartellone per decidere la via da scalare e altri 30 metri di ripido sentiero con l’attrezzo in spalla. Una volta a destinazione il monociclo termina il proprio scopo appoggiato alla roccia e qui inizia il cambio d’abito. Le mani ravanano nello zaino ed estraggono tutto il necessario. Il tintinnio dei moschettoni, aperti a ventaglio, sembra il sonaglio che avverte il cambio; ora non si pedala più, si arrampica. A fargli sicura il cugino Luca, abituale frequentatore della falesia. Marco conosce i suoi limiti, i gradi del suo saper arrampicare, e con destrezza si invola su per la roccia. La parete scelta è completamente illuminata dal sole caldo di un tardo pomeriggio di fine estate, tutt’intorno il silenzio e alla base, il monociclo attende il suo destriero per il viaggio di ritorno. Un paio di vie di discreta lunghezza, nulla più, poi si recuperano i rinvii, la corda, si toglie l’imbrago e si ricambiano le scarpette. Tornato negli abiti iniziali, Marco riprende il suo monociclo e pedala a ritroso verso la macchina. Tre ore, forse più, di sport combinati, di movimento fisico, di aria pura, di natura. Un “duathlon”, decisamente inusuale, e forse proprio per questo incredibilmente accattivante.
Una strada bianca che si perde nel verde di una bella pineta, la stessa macchia verde che abbraccia la falesia di Monte Moro, a due passi dalla stazione sciistica di Prato Nevoso. Uno zaino con dentro tutto il necessario e fuori, appesi, casco, corda e scarpette. Un carico da distribuire perfettamente nel precario equilibrio di una pedalata resa ulteriormente ostica dalle buche e dalle pietre della strada sterrata. Uno sforzo che Marco consi-
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46 Marco Liprandi