norme&leggi
Fabio Camnasio
L’USO DEI DRONI
(FINALMENTE) REGOLAMENTATO COMMISSIONE EUROPEA E AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA AEREA HANNO ELABORATO UNA NUOVA NORMATIVA
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li aeromobili senza equipaggio, o droni, costituiscono un settore dell’aviazione in rapida evoluzione con un notevole potenziale in materia di creazione di posti di lavoro e di crescita economica nell’Unione Europea. Per questo motivo l’UE ha adottato un regolamento volto a integrare in modo sicuro i droni nello spazio aereo europeo. Il regolamento prevede regole di sicurezza comuni nel settore dell’aviazione civile e rivede il mandato dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (AESA) sostituendo il quadro legislativo risalente al 2008. A partire da quella data, infatti, i droni più piccoli hanno creato problemi normativi all’UE, le cui competenze erano limitate agli aeromobili senza equipaggio superiori a 150 kg. I droni più leggeri erano sottoposti soltanto a regole di sicurezza nazionali diverse e frammentate nell’UE. Inoltre, le garanzie fondamentali non erano applicate in modo coerente.
1. È stato pubblicato il nuovo Regolamento europeo sui droni
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STRADE & AUTOSTRADE 5-2019
Una riforma delle regole era necessaria anche perché il traffico aereo dell’UE dovrebbe aumentare del 50% nei prossimi 20 anni. La Commissione europea prevede in effetti che entro il 2035 il settore europeo dei droni darà lavoro a circa 100.000 persone e avrà un impatto economico di circa 10 miliardi di euro l’anno, in particolare nel settore dei servizi. Man mano che l’uso dei droni si diffonderà, aumenterà anche la necessità di trovare un equilibrio tra i vantaggi e i problemi che ne derivano. Ad esempio, un aeromobile senza equipaggio può apportare valore aggiunto quando è utilizzato per rilevare e interpretare dati in vari settori dell’economia, ma i droni possono anche comportare rischi in materia di protezione dei dati, privacy, rumore ed emissioni di CO2. Le nuove regole stabiliscono i principi di base per garantire la sicurezza, la privacy e la protezione dei dati personali. Mirano inoltre a ridurre la burocrazia e a incoraggiare l’innovazione e garantire certezza del diritto a un settore che comprende un gran numero di piccole e medie Imprese e start-up. Il regolamento introduce anche un approccio alla sicurezza basato sul rischio e sulla prestazione. Ciò significa che esso riconosce i diversi rischi insiti nei vari settori dell’aviazione civile. Ad esempio, gli elicotteri o i velivoli sportivi leggeri sono soggetti a procedure di approvazione più semplici e meno costose rispetto all’aeromobile commerciale. Il Regolamento è entrato in vigore all’inizio di Luglio 2019, ma gli Stati membri avranno un periodo transitorio di due anni nel quale allineare i singoli regolamenti nazionali verso quello unico europeo. Alcuni settori rimarranno comunque di competenza dell’Autorità nazionale: le procedure di accesso ad uno spazio aereo, ad esempio, potranno cambiare da Stato a Stato. Anche le “no drone zone” ed in generale le aree regolamentate, proibite e pericolose verranno stabilite su base nazionale, così come le sanzioni per i trasgressori.
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