N. 231

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non solo TIR

I muri del terzo millennio Alessandro Musumeci, Direttore Marketing Citroën Italia

di

Ci vorrebbe un moderno Robin Hood.

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TRASPORTARE OGGI  dicembre 2021/gennaio 2022

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ari lettori di Trasportare Oggi in Europa, ci avviciniamo alla conclusione di questo 2021, un anno molto complesso per tutto quello che ha riguardato la gestione del secondo anno di pandemia, il primo dopo l’introduzione del vaccino su larga scala (per lo meno tra i Paesi più ricchi, perché per gli altri invece ancora devono cominciare la vaccinazione!). Ecco questo introduce l’argomento principale del presente articolo, ovvero i confini e il perimetro delle nostre scelte e azioni. Partiamo quindi dal vaccino: non si fa che parlare di terza dose, addirittura in questi giorni alcuni giornali, per bocca del virologo di turno in cerca di attenzione, hanno azzardato anche una quarta. Tutto questo in Europa e in America, ovviamente. E nel resto del Mondo? Non ci interessa, si potrebbe dedurre da questa ostinata ricerca di immunizzazione interna. Salvo che poi arrivi una variante nuova proprio da questi Paesi e allora si ricomincia a considerare il problema come globale e senza confini. L’uomo, nonostante i numerosi congressi che iniziano con la lettera “G”, a volte più ristretti, in altri casi più estesi, non riesce a valutare le problematiche con una prospettiva olistica a livello di “specie umana”, bensì la scelta e l’opinione che si forma è sempre limitata al proprio recinto.

pure sui termovalorizzatori o sulle centrali elettriche o nucleari, ma fatele lontano dal mio recinto! Questo approccio ha vastissime applicazioni: si pensi al tema scottante dell’immigrazione, dove i Paesi coinvolti (noi italiani, ad esempio, nel caso degli immigrati provenienti via mare dall’Africa) vogliono trattare e risolvere la problematica a livello comunitario, mentre tutti gli altri non avvertono la questione come propria e quindi non se ne interessano, oppure la liquidano velocemente con qualche proclama teorico e vago senza alcuna volontà di una risoluzione pratica ed efficace. Un esempio orribile sta accadendo in questi giorni ai confini della Polonia, e quindi dell’Europa, dove migliaia di profughi dal Medioriente sono bloccati e, praticamente, imprigionati al freddo e al gelo. Tutti si sono affrettati a individuare e additare i colpevoli, ma nessuno si è voluto nel frattempo prendere carico del problema, perché a quel punto sarebbe rientrato nel nostro recinto. Per non parlare delle malattie mondiali a cui la ricerca non si dedica perché magari sono concentrate nei paesi poveri. E invece nel caso del vaccino per il covid, il mondo della scienza ha sfornato in tempi record una medicina efficace per l’interesse a sbloccare i paesi ricchi che erano fermi dopo lo scoppio della pandemia nei vari lockdown.

Gli inglesi hanno anche coniato un acronimo, ovvero NIMBY, per rappresentare un comportamento che tende a considerare positivamente alcune scelte, ad esempio la costruzione di impianti industriali o di grandi vie di comunicazione, a condizione che questi non vengano realizzati nel proprio ambiente o nelle proprie vicinanze. In pratica, si vada

In conclusione, fino a che l’approccio NINBY prevarrà nella coscienza umana, avremo la presenza di più mondi che convivono sotto lo stesso tetto, che è il nostro meraviglioso pianeta, ma che fingono di non guardarsi per preservare la miope convinzione che davvero esista un muro tra di loro e che i problemi dell’altro non ci possano toccare.


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