EppanMagazin 2023 IT

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Eppan Magazin

eppan.com Alla scoperta delle storie di Appiano

Indice

LUOGHI

4 Gioia per gli occhi e il cuore

38 Shopping in una cornice di festa

48 L’autunno brilla di mille colori

60 Dietro catenacci e serrature, un mondo alla rovescia

64 Luccichio d’occhi in inverno

82 Vacanze à la carte

ATTIVITÀ

12 Imparare per divertirsi sul serio

16 Un tratto di tutto rispetto

28 Il Lido al Lago

40 Gioco di concentrazione nel verde

54 In escursione con un bagaglio di conoscenze

76 Programma di appuntamenti settimanali

GENTE

24 “Ogni brano ha la sua storia”

32 L’ultimo conte di Appiano

50 Essere contadine oggi, fra autonomia e tradizioni

66 Generazione Futuro: quo vadis

72 Un anniversario – 1000 impressioni

SAPORI

6 Fra gusti, sfumature ed eccellenze

18 Un’esperienza totalizzante

22 Sinfonia di aromi fra i vicoli

44 “Lasciamo che a parlare sia il vino”

Appiano regala grandi emozioni!

Essere in vacanza significa soprattutto una cosa: avere tanto tempo libero. Da poter dedicare, finalmente, a ciò che si vuole e ama di più. Quali che siano gli interessi e le passioni, la destinazione è una sola: Appiano sulla Strada del Vino dell’Alto Adige!

Per chi è in cerca di relax, e voglia staccare la spina sottraendosi alla frenesia del lavoro, un tuffo nelle placide acque dei Laghi di Monticolo, nella cornice boschiva, è l’ideale per schiarirsi le idee. Indossati gli scarponi da montagna o le scarpe da trekking, gli amanti della natura troveranno qui un’infinità di sentieri, per tranquille camminate nel verde dei vigneti e frutteti o escursioni più impegnative alla volta delle vette.

Con la pedalata assistita o la forza delle proprie gambe, i patiti della due ruote non tarderanno a scovare angoli nascosti e genuini, mete ambiziose in quota o sinuosi itinerari a fondovalle. Curiosità e amore per le scoperte condurranno invece sulle tracce di un glorioso passato, a visitare e ammirare rocche, manieri e residenze in quella che è considerata la zona più ricca di castelli d’Europa.

In un 2023 dedicato ad Egnone, ultimo esponente di quei conti di Appiano che governarono qui su ampie distese terriere, anche gli affamati di storia troveranno pane per i propri denti.

Non meno deliziati saranno i palati dei buongustai, grazie alla varietà di pietanze servite dai ristoratori della zona, nate per stupire e create attingendo alle materie prime locali. Terra del gusto, Appiano è pronta ad accoglierli, oltre che in due ristoranti stellati, in altre splendide cornici come locande, taverne e castelli.

Non potrebbero fare scelta migliore anche gli intenditori di vino che, nell’area vitivinicola più estesa dell’Alto Adige, hanno l’opportunità di conoscere da vicino nuances e peculiarità dei prodotti di punta ma anche di assaporare (letteralmente) le novità del settore.

Si prestano infine alla ricerca di qualcosa di insolito e speciale le tante botteghe e i negozietti disseminati fra i vicoli di Appiano e dintorni, con selezioni attentamente curate dai titolari, creazioni uniche e manufatti pregiati.

Insomma, Appiano sulla Strada del Vino dell'Alto Adige ha tutto ciò che qualsiasi vacanziere desidera.

Non resta che l’imbarazzo della scelta. Perché le emozioni sono comunque assicurate!

Wilfried Trettl Sindaco Comune di Appiano Evelyn Falser Presidentessa Associazione turistica Appiano Heidi Felderer Assessora comunale al Turismo
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Thomas Rauch Direttore Associazione turistica Appiano
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LUOGHI
Eppan Magazin

Gioia per gli occhi e il cuore

Eccoli, al tepore dei raggi primaverili, timidamente scoprirsi, come noi. Orgogliosi di stendere su Appiano un velo leggiadro e fragrante di fiori dai colori tenui. Una gioia per gli occhi e per il cuore, da scoprire meravigliati in occasione dell'evento “Appiano in fiore” (1-30 aprile).

Video: la nuvola di alberi fioriti nei delicati toni del rosa e le temperature miti regalano ad Appiano deliziose giornate primaverili.

Eppan Magazin 5 LUOGHI

Fra gusti, sfumature ed eccellenze

6 Eppan Magazin SAPORI

Taverne, locande contadine e ristoranti fra le mura di antichi castelli. Da dove cominciare?

La vasta gamma di ristoranti appianesi si presta a ospitare ogni evento e a soddisfare tutti i palati. Nel suo firmamento gastronomico brillano oggi anche due locali stellati che non potrebbero essere più diversi.

Apochi metri dal municipio, nella sua Osteria Acquarol, Alessandro Bellingeri è pieno di slancio. Con la consorte Perla, nel 2018 è arrivato in centro a San Michele dalla Val di Fiemme, portandosi dietro un’idea nel campo della ristorazione. Nel 2022 è stato insignito della stella Michelin, conducendo Appiano nel firmamento gastronomico, con ben due locali stellati nello stesso comune. “Continuiamo ad essere Alessandro e Perla, ma siamo anche consapevoli del nostro potenziale. Senza per questo negare l’impegno costante che comunque richiede verso la clientela”, afferma Bellingeri. Dal tavolo del ristorante, una finestra apre letteralmente uno spiraglio sull’attività in cucina, mostrando lo chef all’opera, impegnato a trasformare in eccelse creazioni gli ingredienti comprati alle bancarelle del mercato, o dagli agricoltori della zona, e le erbe raccolte personalmente in lunghe passeggiate. Una buona dose di apertura, dunque, realmente vissuta dal cuoco e richiesta anche ai propri commensali. Come il locale, l’Acquarol è un vino piacevole da bersi, ma dietro c’è dell’altro. Per esempio l’invito a scegliere fra tre diversi menù degustazione. “La novità 2023 sarà un menù totalmente green”, svela il cuoco stellato. La stessa Appiano è ormai da tempo molto più di un luogo di lavoro. “La natura fuori dall’uscio e la vicinanza alla città ne fanno un cocktail accattivante”, spiega Bellingeri. La buona concentrazione di locali di qualità genera inoltre una scelta per la clientela, sia in termini di ristorazione che di alloggio.

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NON SIAMO UN RISTORANTE PER TUTTI I GIORNI.

MA

Danilo D’Ambra, Schloss Freudenstein

Una cucina eccellente

“Dove capita mai di vedere un ristorante stellato dalla vetrina di un altro?”, si chiede un energico Herbert Hintner, titolare e chef del Ristorante Zur Rose, detentore da ormai 28 anni della stella Michelin. Con una cucina creativa e un’eccelsa cultura enoica, Hintner e la moglie Margot sanno come conquistare i palati.

“Senza rinnegare specialità locali come Schlutzkrapfen e Tirtlan, ne proponiamo varianti al passo con i tempi”, illustra lo chef stellato sapendo che mai potrà rinunciare ai classici della sua cucina, come la testa di vitello, il soufflé di canederli al formaggio, il rotolo di pasta o i ravioli al ripieno di pere secche.

Con le sue 500 etichette, la lista dei vini (principalmente altoatesini) è assai lunga. Vini invecchiati e annate particolari vengono proposti anche al bicchiere. Nella cantina del locale, Margot Rabensteiner custodisce 5000 bottiglie dei migliori vini.

Ma anche a uno come Hintner non sfuggono i vantaggi di uno scenario gastronomico possibilmente vario che vede Appiano proporre, accanto ai templi della ristorazione, anche locande genuine con piatti tradizionali: “perché non tutti i giorni si ha voglia di un menù di cinque portate.” Nel firmamento gastronomico, dunque, la stella Hintner non si fa alcun problema a fare spazio al vicino dell'Osteria Acquarol perché “le nostre cucine sono fondamentalmente diverse.”

Momenti speciali

“A mancarci davvero, fra queste nostre montagne, è il mare”, sostiene Danilo D’Ambra, chef del ristorante Schloss Freudenstein. Cresciuto in Alto Adige, riesce con i suoi piatti a compensare lo squilibrio che le sue origini meridionali gli fanno sentire: “noi lavoriamo molto con il pesce.”

Ma ama affidarsi anche agli ingredienti che crescono intorno al castello, nei 200 metri quadri di verde coltivato in proprio, e forniti dagli agricoltori della zona o raccolti nei boschi dei dintorni. “Non creo un menù per poi andare alla ricerca degli ingredienti; prendo invece quel che la terra offre in un dato momento e ne faccio creazioni da portare in tavola”, spiega D’Ambra nel riassumere la sua modalità di lavoro. Nascono così marshmallows alle rape rosse, ravioli di carne in salamoia e il “brodo del bosco”. Le castagne del podere del castello si sposano con il ragù alla genovese. Non è una cucina semplice. Non siamo un ristorante per tutti i giorni. Ma per momenti

PER MOMENTI UNICI E SPECIALI.
Brilla nel firmamento gastronomico: Alessando Bellingeri dell’Osteria Acquarol.
SAPORI 8 Eppan Magazin

unici e speciali”, asserisce consapevole Danilo D’Ambra. L’antica residenza nobiliare consente di fondere i piatti con l’ambiente, la ricettività alberghiera con la proposta di eventi, andando a proporre un tutt’uno in grado di emozionare. E momenti coronati dalle bollicine dello spumante della cantina del castello.

Il fascino dell’antico

Storiche sono anche le mura fra cui opera Manuel Ebner della Residenza Rungghof a Cornaiano.

“Avendo un albergo, non posso non fare anche da mangiare ai miei ospiti. È il principio su cui si fonda la ristorazione”, ricorda pensando al legame gastro-ricettivo. Già la bisnonna Rosa cucinava alla residenza. Una volta rilevata dalla nuova generazione di albergatori, la struttura signorile sotto tutela architettonica è andata incontro a cambiamenti. Ebner ha deciso molti interventi di modifica e ampliamento, pur rimanendo sempre attento a “mantenere intatto il fascino dell’antico”.

“È importante saper cogliere le opportunità della struttura che hai a disposizione. Non puoi certo abbattere secoli di storia”, osserva deliziandosi al ricordo dei “20.000 giochi d’ombre che la luce riesce a disegnare su un muro storto.”

Guidando la cucina in quella che è l’azienda di famiglia è ovviamente indaffarato, tra proposte raffinate, Fine Dining nel luminoso salone del Ristorante 1524 e piatti genuini e tradizionali nell’ambiente dell’omonimo bistrot. Una sola firma, ma stili diversi, che gli consentono di lavorare tutto l’anno e con oculatezza nell’uso delle risorse. Eccolo allora comprare un intero animale da un contadino e lavorarne ogni singola parte. “Per me non ci sono parti meno buone, o da scartare. È invece importante portare rispetto al prodotto”, chiosa Ebner.

È così che, anche in cantina, troviamo vini accuratamente selezionati, sinceri, che si sono aggiudicati un posto non solo in virtù dell’etichetta.

Vino protagonista

“Appiano senza vino? Impossibile”, conferma senza esitazioni l’enologa Kathrin Oberhofer. Da quasi vent’anni gestisce l’enoteca-ristorante Ansitz Vinothek Pillhof a Frangarto. La posizione, proprio all’ingresso dell’Oltradige, ne fa una gradita prima tappa lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige. “Su richiesta, sono pronta a servire al bicchiere qualsiasi vino e questa disponibilità è molto apprezzata dagli avventori”, afferma la ristoratrice mostratasi

pronta, fin dall’inizio, a servire sfusi anche vini di qualità. I piatti abbinati sono studiati con cura e gli ingredienti attentamente selezionati.

“Anche in ambito turistico il vino occupa un posto di primo piano. Nel bagagliaio di chi torna a casa da una vacanza ci sono spesso bottiglie delle cantine della zona”, sa per esperienza la signora Oberhofer. I vini locali sono molto richiesti, ultimamente. “E ci sono continuamente piccoli e nuovi produttori capaci di risvegliare grande interesse”, si rallegra la sommelière pensando già ai suggerimenti da dare al prossimo cliente. Ma anche pensando al successo a cui stanno andando incontro i vini biologici e biodinamici.

DOVE CAPITA MAI DI VEDERE

RISTORANTE STELLATO AFFACCIANDOSI DALLA PORTA DI UN ALTRO?
UN
Herbert Hintner, Ristorante Zur Rose
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Un vulcano di idee: Manuel Ebner della Residenza Rungghof

Un cuore sincero

Kathrin, come si lascia amorevolmente chiamare, conosce una per una tutte le 700 etichette dell’enoteca Ansitz Vinothek Pillhof. Ma i clienti vengono qui anche appositamente per lei, l’anima bella del ristorante. “Si ricordano sempre più spesso delle persone. Che sia un sommelier attento o una cameriera gentile”, osserva la ristoratrice, consapevole delle esigenze della clientela, e sempre pronta a consigliare un abbinamento con il sorriso sulle labbra.

A sapere cosa vuol dire essere il volto, o il marchio, di un’azienda è anche Elke Schwarzer. Assieme al marito Stefan, gestisce a San Paolo il Paulser Hof; senza la “padrona”, come la chiamano nelle recensioni, tutto questo non sarebbe possibile, oppure solo in parte. “È vero, ho una specie di fanclub”, ammette la responsabile del servizio ai tavoli e della cantina.

Quando lei non c’è, quell’ambiente fra antiche mura, uno stupefacente soffitto a cassettoni e una tradizionale saletta dell’Oltradige, non è più lo stesso. Manca lei, e anche i deliziosi piatti della tradizione tirolese non hanno lo stesso gusto. E sì che vengono da lontano apposta per la gustosa testina di vitello, il fegato di vitello alla veneziana o la zuppa acida! La padrona di casa si considera un anello di congiunzione: fra clienti, cucina, cantina, produttori, fornitori e partners. “Un’eccellente qualità di servizio consente di fidelizzare la clientela”, afferma convinta. Tanto quanto la bontà dei canederli, dell’arrosto con cipolle o delle specialità di selvaggina. O dell’eccellenza dei vini locali, delle rarità enologiche e delle annate speciali servite dalla sommelière al bicchiere.

Qualità e savoir vivre

“La qualità ha molti volti. Non significa necessariamente fregiarsi di una stella. Anche la cucina casareccia può essere di ottima qualità”, afferma convinto Thomas Pichler, giovane titolare della locanda Lipp a Predonico. Cuoco di formazione, punta sulle specialità tirolesi fatte in casa, come le mezzelune ripiene, le diverse varietà di canederli e i piatti di stagione, con gli asparagi o i finferli, la salsiccia della casa e i crauti acidi. “Nell’insieme è il pacchetto a dover essere perfetto, non solo la buona tavola”, sottolinea Pichler. La terrazza soleggiata e l’incredibile veduta panoramica sulle montagne circostanti non sono certo un dettaglio a margine.

CI SONO CONTINUAMENTE PICCOLI E NUOVI PRODUTTORI CAPACI DI RISVEGLIARE GRANDE INTERESSE.

Kathrin Oberhofer, Ansitz Vinothek Pillhof Chef da 30 anni: Christof Wörndle dell’albergoristorante Bad Turmbach
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L’enologa Elke Schwarzer è il volto del Paulser Hof. Eppan Magazin

All’opera nell’albergo di famiglia: Barbara Vorhauser dell’Hotel Zum Falken

Il piccolo albergo di paese si trova appena sotto alla chiesa e costituisce da sempre un punto di ritrovo, per riunioni, prove di canto, o incontri dei volontari dei vigili del fuoco. Al centro c’è sempre la convivialità.

“Da noi è come in Alto Adige: gente semplice, aperta e genuina”, afferma spontanea la Petermair. Un aspetto apprezzato, a pari modo, da residenti e vacanzieri. Con gli osti che, con il tempo, conoscono dettagli e curiosità dei loro ospiti. Una piccola realtà a conduzione familiare è per forza di cose “vicina alla gente”.

È quanto si nota anche all’Hotel Zum Falken di Cornaiano, un’azienda gestita in famiglia da ben quattro generazioni. “Chi viene da noi apprezza quest’atmosfera familiare, la nostra disponibilità all’ascolto”, nota la giovane titolare Barbara Vorhauser che, con gli altri figli, lavora nell’albergo di famiglia.

E non lo è neanche il grande prato verde con i tavoli in legno sparsi qui e là, all’ombra dei meli della varietà rosa di Caldaro (Kalterer Böhmer) che fanno da cornice all’albergo-ristorante Bad Turmbach di Appiano/Monte. Il titolare, Christof Wörndle, vi dirige la cucina da trent’anni. Il suo credo: ingredienti freschi e possibilmente del territorio, piatti semplici, appetibili e di stagione, un giusto mix fra cucina tirolese e mediterranea. “Le trote alla Turmbach, uno dei piatti più apprezzati, vengono dalle acque dell’omonimo torrente che scorre davanti alla locanda”, racconta Wörndle. Se non è freschezza questa!

“Alla locanda, comunque, non si viene solo a bere e mangiare, bensì anche per respirare lo spirito dell’Alto Adige”, specifica Wörndle le indicazioni date al suo personale: “Ci tengo che ognuno di noi viva realmente questo spirito e sia in grado di trasmetterlo agli altri.” Per esempio svelando i nomi dei sentieri preferiti o delle vette che il cliente sta ammirando dal tavolo del ristorante.

Ritrovo familiare

Vicinissimo alla natura, oltre che a un leggendario strudel di prugne, è anche chi si siede a un tavolo dell’Albergo Wieser di Predonico. “Lo prepariamo secondo un’antica ricetta”, rivela la titolare Frieda Petermair che ha ripreso dalla suocera Hanna Wieser molti piatti, ingredienti e modalità di preparazione. Molti dei prodotti vengono dall’azienda agricola di famiglia. “E si sente proprio”, stando a quanto dicono gli ospiti.

La cucina propone piatti rustici della tradizione, preparati secondo ricette originali e con prodotti freschi di stagione. Fra i più amati ci sono i tris di canederli, gli gnocchi e i primi di pasta, l’arrosto tirolese alle cipolle, lo strudel di mele e il semifreddo all’amaretto. I vini sono di produzione altoatesina e la sommelière Barbara ama servire agli appassionati anche interessanti aneddoti.

DA NOI È COME IN

ALTO ADIGE: GENTE SEMPLICE, APERTA E GENUINA.

Frieda Petermair, Albergo Wieser

SAPORI Eppan Magazin 11

Imparare per divertirsi sul serio

12 Eppan Magazin ATTIVITÀ

Cresce il numero e la frequenza con cui i turisti inforcano la bicicletta per andare alla scoperta della zona scelta per le vacanze. Appiano è punto di partenza ideale per un gran numero di itinerari. Un’uscita in bicicletta regala però emozioni solo se organizzata come si deve e con la giusta preparazione.

Cosa offre Appiano agli appassionati di bicicletta?

Ulrike Pfeifhofer, Esperta di cicloturismo per IDM Alto Adige: È questa una zona cicloturistica con un fitto reticolo di itinerari segnati. Appiano è in buona posizione per andare alla scoperta dell’intero Alto Adige, spingendosi fino in Trentino. Ci sono bei tracciati, sia a valle che in quota.

Dipende però sempre se si è esperti di mountain bike o ciclisti per diletto… Certo, o sono una persona tranquilla oppure una sportiva. La distinzione da fare è tra chi guida una bike, ossia una mountain bike, e chi un mezzo da strada o per terreni facili. Nel frattempo esiste anche una via di mezzo, la bici gravel. Ma a stabilire che tipo di ciclista io sia non è tanto il tipo di bicicletta in uso, quanto piuttosto la mia abilità di guida.

Vuol dire che una cicloescursione non inizia dalla bicicletta, e nemmeno dal tracciato? La regola numero uno per chi voglia andare in cicloescursione è conoscere i propri limiti. Ossia sapere quale sia il proprio livello e comunicarlo, così da venire consigliati nel migliore dei modi da chi noleggia il mezzo e da divertirsi davvero in sella alla due ruote. È questa la cosa davvero importante. Poi ovviamente conta anche avere la giusta attrezzatura, dal caschetto alle scarpe. Senza scordare quanto sia importante portarsi dietro da bere a sufficienza e, una volta in giro, adattare lo stile di guida alle proprie capacità, avendo riguardo per tutti gli altri utenti della strada.

Eppan Magazin 13 ATTIVITÀ

Rispetto reciproco: non servirebbe neanche dirlo… Quando si è alla guida di un’auto, capita di infastidirsi per via dei ciclisti. Quando si è in sella a una bicicletta ci si innervosisce a causa degli automobilisti o dei pedoni. Assumere un atteggiamento rispettoso è la scelta più intelligente da fare, ma non è sempre così scontata. Occorre poi anche distinguere fra pista ciclabile e percorso ciclabile. La prima è riservata ai ciclisti. Fatta eccezione per i centri urbani, dove esistono le piste ciclabili, in Alto Adige abbiamo quasi ovunque percorsi ciclabili, caratterizzati da un uso promiscuo. Può quindi capitare di incontrare un trattore al lavoro, impegnato a curare proprio il paesaggio che sto attraversando. È un pacchetto completo, quello che cerco, e devo quindi essere pronto a conoscere, capire e accettare anche queste realtà.

Quando è il caso di farsi consigliare da un esperto?

Fra i ciclisti ci sono molte persone alle prime armi. Un corso per principianti sarebbe già una buona cosa.

Una guida ciclistica è inoltre in grado di valutare quale tracciato sia più adatto alle mie capacità. Non tutti i fondi ghiaiosi sono uguali. Ci sono tracciati facili, percorribili anche con una bicicletta da trekking; i sentieri forestali, già più impegnativi, e poi i tratti che richiedono assolutamente un certo livello di abilità tecnica. Trovarmi su un percorso in cui dover scendere dalla bici per spingerla perché non sono in grado di andare avanti non è certo divertente. E diventa ancora più faticoso se il mezzo che sto guidando è una pesante e-bike.

Un centro noleggio cicli può quindi aiutare a scegliere il mezzo più adatto a un certo tracciato. Sempre a condizione che io abbia l’abilità richiesta. Spesso, purtroppo, la gente si sopravvaluta. Con la pedalata assistita posso sì affrontare itinerari più lunghi ma non è detto che sia più facile o più sicuro. La vacanza può essere un’occasione per migliorare le proprie abilità.

La classificazione dei percorsi ciclabili può aiutare nella scelta dell’itinerario?

È come nello sci, con i colori blu, rosso e nero a indicare il livello di difficoltà delle piste. Per i tracciati da mountain bike la classificazione va da S0 a S5, laddove il livello S0 è per le strade (forestali) facili, affrontabili senza grandi competenze tecniche, passando per il livello S2 in cui il terreno si fa più sconnesso per la presenza di radici e altre irregolarità, fino ai percorsi più impegnativi.

Abbiamo classificato anche le piste ciclabili a valle per aiutare a capire se, stante il livello di allenamento e condizione fisica, sia magari più conveniente servirsi di una bicicletta elettrica.

Che distanze posso arrivare a percorrere in bicicletta?

Se pensiamo che un cicloturista medio riesce a percorrere una sessantina di chilometri al giorno, direi che le prestazioni sono piuttosto buone. La provincia di Bolzano conta oltre 560 chilometri di percorsi ciclabili segnati. Le tre direttrici principali sono lungo l’Adige, sulla strada per il Brennero e in Val Pusteria, a cui si aggiungono vari chilometri di varianti e tratti nelle valli laterali.

Dal paesaggio alpino a quello mediterraneo, dagli spaghetti ai canederli: quali itinerari si sente di consigliare in partenza da Appiano?

I ciclopercorsi a valle sono ottimi, in partenza da Appiano lungo il corso dell’Adige. Sceglierei la diramazione per Caldaro, facendo ritorno sulla ciclabile dell’Adige passando per Termeno. I più sportivi o quelli muniti di bicicletta elettrica non si lasceranno sfuggire l’occasione di percorrere l’antica strada romana da Termeno verso Cortaccia, punteggiata di monumenti storici e da spettacolari vedute della Bassa Atesina. Nel cuore del paesaggio vitivinicolo la stagione autunnale, con i suoi colori, regala senz’altro belle emozioni, tra il fascino

14 Eppan Magazin ATTIVITÀ
Attraverso prati o boschi: gli itinerari ciclistici sono alquanto vari ad Appiano.

APPIANO È IN BUONA POSIZIONE

PER ANDARE ALLA SCOPERTA DELL’INTERO ALTO ADIGE, SPINGENDOSI FINO IN TRENTINO.

Ulrike Pfeifhofer, Esperta di cicloturismo per IDM Alto Adige

del paesaggio mediterraneo e le alture montane della Mendola, del Monte di Mezzo oppure, di fronte, lo spettacolo del Parco Naturale del Monte Corno, dove consiglio soprattutto il ciclopercorso che si snoda lungo la ferrovia della Val di Fiemme.

In sella a una mountain bike, invece, vale la pena avventurarsi sui bei tracciati che portano ai Laghi di Monticolo oppure nei bassopiani del Triangolo dei Castelli di Appiano.

Oppure salire con la funicolare della Mendola fino al percorso ciclabile per Ronzone: un tracciato di circa 9 chilometri che su un dislivello di 300 metri porta fino all’Alta Val di Non sul lato trentino. O ancora prendere il treno per la Val Venosta, l’Alta Val d’Isarco, la Valle Isarco o la Val Pusteria e fare ritorno pedalando. Per il trasporto biciclette è bene informarsi circa le dotazioni dei treni e gli orari di circolazione dei mezzi.

Cosa si aspetta invece un cicloturista dalla destinazione che ha scelto per le vacanze?

Un cicloturista è una persona pronta a rinunciare all’automobile e quindi propensa a muoversi secondo criteri di sostenibilità ecologica. Sa come organizzare il trasporto della due ruote per arrivare a destinazione con i mezzi pubblici. La cosa che ama di più sono le attrattive che incontra lungo il percorso, come i Laghi di Monticolo o il Lago di Caldaro, ma anche la sicurezza delle strade, le condizioni e quindi la percorribilità delle strade, le strutture ricettive (presenti in gran numero ad Appiano) che hanno un occhio di riguardo per le esigenze dei ciclisti. I cicloturisti vogliono scoprire i luoghi e le genti che li abitano. E sono disposti a rimanere anche più a lungo. Da queste parti trovano sicuramente qualche interessante programma di sei giorni.

RIDE SMART

- La pratica del ciclismo come sport di resistenza presuppone un’autovalutazione realistica delle proprie capacità

- Programmare accuratamente un’escursione significa scegliere l’itinerario più adatto tenendo conto di preparazione atletica, abilità tecnica, composizione del gruppo, condizioni atmosferiche e circostanze particolari in atto.

RIDE SAFE

- Controllare le condizioni tecniche in cui versa il mezzo ricorrendo eventualmente alla manutenzione in un centro specializzato

- Assicurarsi di avere appresso tutto l’occorrente, incluso un set di pronto soccorso e strumenti per un corretto orientamento.

- Indossare sempre il casco alla guida perché può davvero salvare la vita. L’uso di protettori evita ulteriori lesioni.

RIDE FAIR

- Attenersi alle regole in vigore in zona, evitando danni al terreno, ma anche inutili discussioni.

- Rispettare i pedoni, segnalando per tempo il proprio avvicinamento e moderando la velocità.

- Non lasciare tracce di frenate troppo energiche e non abbandonare rifiuti in giro.

- Fare attenzione alla selvaggina, soprattutto all’imbrunire, ed evitare di disturbare la quiete degli animali; ricordarsi di richiudere i cancelli delle recinzioni.

- Adeguare la velocità alla situazione viaria, guidare con cautela ed essere pronti a frenare.

Ride right: così si fa!
Eppan Magazin 15 ATTIVITÀ

Sulla Mendola senz’auto

Chi voglia godersi in tutta tranquillità questo bel tracciato, con i suoi 15 tornanti e panorami spettacolari, può farlo nella tradizionale Giornata senz’auto, quando la strada viene chiusa al traffico motorizzato, normalmente assai intenso su questo tratto, per essere messa a completa disposizione dei ciclisti che possono quindi affrontarla senza pericoli. Diversa è invece l’occasione che si presenta a fine stagione, precisamente il 16 settembre, quando la Strada del Passo della Mendola resta chiusa tutto il giorno ai mezzi motorizzati apprestandosi ad accogliere, oltre ai ciclisti, anche tanti pedoni. Lungo i 13 chilometri del suo tracciato li attendono suggestive vedute sulle distese di vigneti dell’Oltradige e sui paesaggi montani delle Dolomiti.

Un tratto di tutto rispetto

La salita in bicicletta al Passo della Mendola è fra le ambizioni di molti appassionati di ciclismo. Con o senza cronometro, a seconda delle occasioni, regala sempre grandi emozioni.

Una gara ciclistica è già di per sé un evento particolare. Se poi si sviluppa su 14,5 chilometri e un dislivello di quasi 100 metri su una strada a tornanti in salita, le emozioni e i ricordi sono assicurati. La MendelRace, da Appiano (405m) al Passo della Mendola (1.363m), è una competizione ciclistica su strada per amatori e sin dalla sua prima edizione nel 2016 si annovera fra le corse della serie “Südtirol.Cup.Montagna”. “Si tiene sempre a inizio stagione ed è quindi la prima occasione che vede misurarsi i fuoriclasse della montagna, nazionali ed esteri”, riferisce Andreas Pichler, Presidente della società organizzatrice Dynamic Bike Team. Nel 2023 gli specialisti della montagna si daranno appuntamento su questo percorso per il 15 di aprile. Se il sarentino Michael Spögler oppure la tedesca Cristina Rauch riusciranno a completare la gara con una terza vittoria consecutiva è ancora tutto da vedere.

ATTIVITÀ
16 Eppan Magazin
www.girlan.it @CantinaGirlan zukunvt

Esperienza totalizzante

18 Eppan Magazin SAPORI

Nell’area vitivinicola di maggior estensione dell’Alto Adige, sono tanti ad essere fuoco e fiamme per il vino. L’associazione

“Eppan Wein” si adopera a promuovere un’unione delle forze. Con un deciso richiamo verso l’esterno e un approccio professionale e coesivo sul territorio.

Ad Appiano scorre facile, la vita. Ma altrettanto bene scorre il vino. Da oltre 2000 anni ormai. Una produzione vinicola che affonda dunque le radici nel territorio e nelle sue vicissitudini storiche. Una storia che dal 17 luglio 2022 va scrivendo un nuovo capitolo: quello legato a Eppan Wein.

+ Coesione

Nella neonata realtà associativa sono riuniti produttori locali di vini, di spumanti e distillati. È una comunità in cui, accanto alle grandi cantine sociali con una produzione annua sui due milioni di bottiglie, trovano spazio anche piccole aziende a conduzione familiare con non più di 2500 bottiglie all’anno. A unirle tutte è la determinazione e l’impegno a trarre il meglio da sé, dal terreno e dalla vigna, dal grappolo e dal vino. È solo così che nascono infatti prodotti di alta qualità. Di cui Appiano può ampiamente andare fiera. “Ma c’è anche dell’altro”, riferisce

SAPORI Eppan Magazin 19 19

+ Carisma

Cos’altro c’è? Una rete di collaborazione in cui ognuno, con i propri interessi, si sente accolto ed ascoltato. E, cosa ancora più importante verso l’esterno, l’impegno congiunto a fare del vino un’esperienza ricca e multisensoriale. Così da esercitare maggiore richiamo, sia all’esterno che all’interno. Perché di cuori che battono per il vino, ad Appiano, ce ne sono davvero tanti. Ma ora si tratta di sintonizzarne il battito e, in ogni caso, di unire le forze per renderlo ancor più vivo. E l’associazione conta infatti già 20 aziende aderenti, fra aziende vinicole, spumantifici e distillerie.

+ Valore aggiunto

L’obiettivo ambizioso è quello di riunire sotto uno stesso tetto tutto ciò che ad Appiano ha a che fare con il vino. “Per gli appassionati di vini questo si traduce in un forte valore aggiunto”, afferma convinta la Presidentessa Falser parlando del vino come esperienza totalizzante. Un pacchetto completo, insomma, che oltre alla competenza e professionalità dei produttori comprende anche quella della degustazione e dell’attività di marketing. Tante domande sull’origine dei diversi vini, sulle aziende produttrici, sulle tecniche di lavorazione, sulle modalità di servirli e berli, e una sola risposta: Eppan Wein.

EPPAN WEIN CONVOGLIA UN FORTE VALORE AGGIUNTO PER GLI APPASSIONATI DI VINI.

+ Professionalità

Quelli della distribuzione e della ristorazione diventano dunque settori irrinunciabili di un nuovo circolo virtuoso. Sono gli ambienti in cui si muovono gli esperti qualificati e i sommeliers in grado di consigliare e informare con dovizia di particolari sulle caratteristiche dei vini, la qualità, il prezzo e l’abbinamento con le pietanze. Sono già 14 le aziende partner del settore gastro-ricettivo e commerciale ad avere aderito a collaborazioni con Eppan Wein. Nel proprio ambito di attività, ciascuno concorre a dare professionalità all’esperienza enoica.

Con una presenza sul web (www.eppanwein.it), con opuscoli ed eventi dedicati, ma soprattutto con le persone e i prodotti, Eppan Wein dà saggio di una qualità autentica e sincera.

Eppan Wein

Riunisce produttori di vini, spumantifici, distillerie, partner del settore gastro-ricettivo e della distribuzione. L’associazione funge da interfaccia ed elemento di congiunzione fra appassionati di vini e produttori, fra turisti e aziende del territorio, fra l’Associazione turistica locale e l’Amministrazione comunale (www.eppanwein.it).

SAPORI
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La Casa dei vini e delle delizie culinarie nel cuore di San Paolo

L’Enoteca Vis à Vis è sinonimo di tradizione, cordialità e professionalità. La Casa dei vini e delle delizie culinarie nel cuore del borgo vinicolo di San Paolo è un ambiente che accoglie i buongustai e appassionati di vini con un’atmosfera piacevole e rilassata. Un ambiente rustico che propone un vasto assortimento di specialità tipiche dell’Alto Adige e prelibatezze italiane, vini regionali e internazionali, distillati nobili e birre artigianali. Un ambiente in cui poter degustare tutte queste bontà. E, soprattutto, un ambiente genuino come i prodotti che propone in vendita. Per assicurarsi che la filosofia dei produttori sia in linea con quella dell’enoteca, i titolari vanno all'origine di ogni ingrediente ed espongono sugli scaffali solo ed esclusivamente prodotti naturali e genuini e le specialità, come il salame di selvaggina e lo speck, gli oli

d’oliva e gli aceti balsamici della migliore qualità e, ancora, la pasta di produzione artigianale, le miscele di caffè aromatico, i cioccolati più pregiati provengono quasi sempre da piccole aziende a conduzione familiare. Tutti i prodotti in vendita sono accomunati da un’idea, quella dei titolari che vogliono “capire come nascono i prodotti alimentari” e consigliarli alla clientela con il massimo della consapevolezza ed esperienza.

L’Enoteca propone anche una linea esclusiva di prodotti con il suo nome, preparando inoltre, su richiesta, esclusive confezioni regalo e predisponendo buoni acquisto per le occasioni più varie. Oltre a regalare momenti speciali ai frequentatori del locale, la Casa dei vini e delle delizie culinarie garantisce all’occorrenza anche un comodo e rapido servizio di spedizione.

Venite a conoscerci! Per i patiti delle degustazioni, tutti i giovedì alle ore 16.00 proponiamo, su prenotazione, un momento unico che vede l’abbinamento di vini e piatti di cucina. Ma le degustazioni-evento sono prenotabili anche in esclusiva. Contattateci!

Vis à Vis Enothek

Casa dei vini e delle delizie culinarie

Piazza San Paolo 16

San Paolo | Appiano

Tel. +39 0471 665 927 www.visavis-enothek.com

Orari: lun.-ven. 8.30-13 | 15-19

Sab. 8.30-13

ANNUNCIO PROMOZIONALE
I titolari Stefanie e Martin Schwarzer.

Sinfonia di aromi fra i vicoli

Un’armonia di sapori che pare non voler finire mai, tanto è facile aggiungere un tavolo all’altro. Sono 100 i metri di lunghezza della Tavolata enogastronomica allestita il 25 luglio dal cuoco stellato Herbert Hintner nella magica cornice dei vicoli di San Paolo. Un incontro fra cucina creativa ed eccellenze enologiche. Un tripudio di aromi e sapori. Un’esperienza enogastronomica sotto le stelle per una serata di grande suggestione.

SAPORI
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“Ogni brano ha la sua storia”

È la felicità di poter suonare insieme, a unire i circa 70 membri della banda civica di San Michele Appiano. Un entusiasmo che, nel 125° anno di attività, è ancor più sentito.

“Ogni brano ha la sua storia”, racconta Alexander Pircher. Il cornista tenore presiede la banda civica di San Michele Appiano. E quando guarda il foglio che gli sta di fronte afferma di vedere “non solo note, bensì la storia che ci sta dietro.” Come ogni brano musicale, anche la banda civica ha una sua storia, arrivata frattanto a contare 125 anni.

Nata nel 1898 come banda dei vigili del fuoco e poi consolidatasi come struttura associativa nel dopoguerra, fu ribattezzata “banda civica” negli anni Cinquanta “per via della sua vicinanza ai cittadini”, precisa Pircher. È una delle quattro compagini musicali presenti sul territorio comunale di Appiano, oltre a quelle di San Paolo, Cornaiano e Frangarto.

Un bell’ambiente

È stato proprio il piacere di suonare che, fin da giovane, ha avvicinato anche Pircher all’ambiente bandistico: un bell’ambiente “che ti tiene compagnia tutta la vita, sempre

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Eppan Magazin

che piaccia la vita associativa.” Della musica bandistica ama soprattutto la varietà. Dalla marcia alla polka, dalle musiche di film famosi ai brani più moderni: tutto è possibile e tutto viene proposto, a seconda delle occasioni. “Proviamo con impegno, due volte a settimana”, riferisce il responsabile della banda. Ma non è faticoso, aggiunge, perché tutto è finalizzato a dare il meglio nel momento clou, ossia sul palco, durante un concerto.

Tanta musica per il 125° anniversario

E di questi momenti ce ne sono in programma parecchi, in quest’anno speciale: spettacoli classici, di musica sacra e profana, a cominciare dal concerto per San Giuseppe, in calendario il 18 marzo. Saliranno invece sul palco grandi protagonisti dello scenario bandistico il prossimo 9 giugno a San Michele, quando la sala per concerti ospiterà l’esibizione dell’anniversario di fondazione della banda. “Vecchi maestri ancora in vita dirigeranno ciascuno un brano risalente alla propria epoca di attività”, preannuncia Pircher. L’attuale dirigente, Patrick Gruber, accompagna la banda di San Michele da ormai dieci anni.

In occasione della grande Festa della musica (5 e 6 agosto), la domenica mattina i musicisti locali scenderanno in corteo insieme a quelli di molte altre bande dei dintorni in una cornice festosa

PUOI CONTINUARE A SUONARE FINO A QUANDO HAI FIATO IN CORPO

Alexander Pircher, Presidente della banda musicale di San Michele-Appiano

curata dalle associazioni locali. A fine ottobre è invece in programma un concerto per solisti nel quale daranno un saggio del proprio talento musicisti come Sophie Pardatscher, Jonas Willhalm e Felix Trebo.

Gioventù ed eleganza

“Quando il pubblico è numeroso, aumenta la concentrazione, cresce anche la voglia di suonare e il piacere di farlo bene”, spiega Pircher. A non mancare più, ormai, è la divisa ufficiale, abito popolare della tradizione dell’Oltradige. “Ci teniamo a fare bella figura!”, ammette il presidente.

I bandisti, inoltre, sono mediamente piuttosto giovani; con i suoi 45 anni, Pircher è già quasi “un ferro vecchio”. “Ma fare parte di una banda musicale ha il vantaggio di poter comunque continuare a suonare fino a quando si ha fiato in corpo.”

La vicinanza ai cittadini è importante: per questo la banda di San Michele-Appiano è stata ribattezzata “banda civica”

GENTE

Passione ad alta gradazione

Una gamma che comprende grappe, distillati di frutta e di frutti di bosco, ma anche creazioni speciali a base di arancia rossa, rum e gin.

All’edizione 2022 dei World Gin Awards di Londra, la distilleria ha ottenuto il riconoscimento per il Migliore gin classico italiano.

L’ultima novità, il Single Malt firmato St. Urban, si distingue per le delicate note di fumo, la discreta dolcezza del malto e gli strepitosi aromi fruttati donatigli dall’affinamento in botti tradizionalmente usate per il Gewürztraminer Passito.

St. Urban distillery

Via Lamm 13

39057 Cornaiano | Appiano

Tel. +39 338 502 72 26

Tel. +39 339 121 13 28

www.st-urban.it

Orari di apertura punto vendita: lun-ven 10-18 | sab 10-16

Degustazione su richiesta

www.weingutromen.it NOVITÀ 2023 Enoteca & vendita diretta di vini Via Masaccio 14/A | Appiano (BZ) Appuntamento per degustazioni: T +39 375 777 46 14
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Il Lido al Lago

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Eppan Magazin

Una nuotata nelle acque rinfrescanti del Lago Grande di Monticolo o, piuttosto, in una piscina riscaldata? Al Lido di Monticolo è possibile fare entrambe le cose. E a regalarsi emozioni non sono solo gli amanti dell’acqua.

Cosa rende tanto speciale il Lido di Monticolo? “La sua posizione in mezzo alla natura, sulle sponde del lago”, commenta Hanspeter Mair, gestore del curato impianto balneare e gran conoscitore dei motivi che spingono i bagnanti a sceglierlo.

Accesso diretto al lago

Da un lato, il Lago Grande di Monticolo è un’amata destinazione estiva. Con i suoi 17,8 ettari di superficie acquea e non oltre 11,5 metri di profondità, è il maggiore dei due laghi balneabili, circondati dal verde dei boschi, premiati di anno in anno per l’ottima qualità dell'acqua. Particolarmente suggestiva è la passerella in legno che si allunga sul lago. Il bar allestito sul pontile assicura che i patiti della tintarella abbiano da bere a sufficienza e propone inoltre una varietà di spuntini, mentre la piattaforma di tuffo invita i più coraggiosi a entrare in acqua con slancio.

Barche e SUP

Chi in tutta tranquillità voglia godersi in lungo e in largo lo specchio d’acqua allontanandosi dalle rive affollate può noleggiare una barca a remi e partire per “altri lidi”. I più sportivi che cerchino un contatto più ravvicinato con l’acqua troveranno sullo stand-up-paddle la possibilità di scivolare dolcemente seguendo il ritmo delle increspature che si muovono sullo sfondo verde-muschio del lago. Un’attività, il SUP, che va incontrando sempre più appassionati. Soprattutto perché, a parte un giubbotto di salvataggio, non richiede grandi conoscenze. Per sgranchirsi le gambe è invece perfetto un bel giro del lago a piedi.

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Vasche per tutte le età

Poi ci sono le piscine per tutti coloro che preferiscono non allontanarsi troppo da riva: la vasca sportiva da 33 metri, quella per bambini con lo scivolo e quella per i piccolissimi. Tutt’intorno si estende un bel prato su cui potersi sdraiare, curato personalmente dal gestore. “Alle sei sono già sul prato a tagliare l’erba. Mi rilassa”, afferma il titolare Mair, per il quale il lavoro al Lido è come un hobby. L’apertura è prevista intorno al 20 maggio, tutti i giorni con orario 10-19 e, in luglio e agosto, dalle 9 alle 19. Fino alla fine di settembre. Il complesso del Lido comprende anche un punto vendita di articoli e accessori balneari presso cui è possibile noleggiare anche lettini e ombrelloni.

Bontà per tutti i gusti

E visto che nuotare, sguazzare nell’acqua e persino prendere il sole prima o poi fanno venire appetito, il ristorante-pizzeria del Lido propone belle porzioni di piatti tipici e irresistibili coppe di gelato. La stagione di apertura del ristorante è più lunga di quella balneare, iniziando già ad aprile e terminando a fine ottobre, con possibilità di accesso al locale esternamente al Lido. La terrazza regala una magnifica vista sul Lago Grande di Monticolo. “La posizione del Lido è perfetta”, sostiene Mair che ama trascorrere le serate al lago per staccare dall’ufficio, ingegnarsi in qualcosa o semplicemente rilassarsi.

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I fiori all’occhiello del Lido: l’accesso diretto al lago e lo scivolo triplo.

Il sapore di questa terra … per voi.

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Eppan Magazin 31 ANNUNCIO PROMOZIONALE

L’ultimo conte di Appiano

Federico I ed Enrico I (figli di Ulrico I) assalgono e derubano emissari del papa 1116 1145 1156 1123-1131 ~1150/55 Ulrico I (3° figlio di Federico di Bolzano) citato come “Comes de Piano” Costruzione del Castel d’Appiano (Hocheppan) Ulrico I fonda il monastero agostiniano di San Michele all’Adige Ulrico I muore alla veneranda età di oltre 65 anni 32 Eppan Magazin GENTE

Dulcis in fundo:

un’espressione che calza a pennello per i conti di Appiano. La nobile dinastia governò sulle terre d’Oltradige, e oltre, per ben 157 anni. Fino a chiudere in bellezza, 750 anni fa.

Intorno al 1200 d.C. erano solo i conti di Appiano e il principe vescovo di Trento a comandare da queste parti. Un dato che sottolinea il peso avuto da questa stirpe nobiliare. “Dal punto di vista politico era impossibile non tenere conto degli Appiano”, spiega il barone Carl Philipp von Hohenbühel. Nella funzione di presidente dell’Associazione Castelli Alto Adige (Südtiroler Burgeninstitut) e del consiglio di amministrazione di Burg Hocheppan S.r.l. è costantemente impegnato a promuovere la conoscenza della storia e la sua rilevanza odierna. Più che mai nel 2023, anno dedicato alla figura di Egnone (cfr. riquadro).

Da terzogenito a conte di Appiano

Perché se c’è una figura a distinguersi nei 157 anni di storia dei conti di Appiano, è sicuramente quella del loro ultimo rappresentante: Egnone II. Un conte nel quale i diritti ereditari degli Appiano si congiunsero con quelli concessi dall’imperatore al principe vescovo. Al di là dell’imperatore, del re e del papa “non c’erano molti altri ruoli così alti”, chiarisce il barone Hohenbühel spiegando la posizione raggiunta da Egnone II. L’aspetto tragico racchiuso nella gloriosa ascesa consiste nel fatto che, con Egnone, si estinse anche la stirpe dei conti di Appiano. Comunque sia, il decesso dell’ultimo conte di Appiano, avvenuto 750 anni fa, fornisce lo spunto per un approfondimento della storia di questa dinastia. Gli Appiano controllavano e amministravano una zona di transito, interessata da traffici commerciali, ma anche soggetta a continui passaggi di potere e di proprietà. E quindi tutt’altro che tranquilla. Guardando alle origini della stirpe emerge che il fondatore della linea, Ulrico I (nato intorno al 1085 e morto nel 1150/55) passò

1166
Contesa e cattura del vescovo di Trento
1158
Disputa ereditaria alla morte del conte Arnold III von Morit-Grafenstein
Eppan Magazin 33 GENTE
Enrico il Leone di Baviera devasta le proprietà degli Appiano

1170

Lo scontro militare

dall’essere semplice terzogenito dell’ancora poco importante conte Federico di Bolzano a diventare l’illustre e facoltoso “Comes de Piano”, come documentato per la prima volta in un atto del 1116.

Fondatore di Castel d’Appiano Ulrico I frequentava ambienti di alto rango; a un dibattimento in corso al tribunale di Venezia si presentò in compagnia dell’imperatore Enrico V e del vescovo Ghebardo di Trento. Fondò il monastero agostiniano di San Michele all’Adige (1144/45) e, presupponendo una corretta interpretazione delle fonti, pare che anche l’odierno stemma di Appiano debba essere ricondotto alla sua figura. Con la costruzione di Castel d’Appiano (Burg Eppan, oggi Burg Hocheppan), datata fra il 1123 e il 1131, e la scelta di un punto molto esposto per la sua ubicazione, il segnale mandato era chiaro: struttura difensiva sì, ma anche dimostrazione di potere, perché “chi costruisce lassù non può che essere il signore di questa terra.” Del resto da quel castello si poteva dominare a vista d’occhio tutta la zona. “Dal mastio pare si arrivi a vedere 36 castelli”, aggiunge il barone. Con l’apertura al pubblico della torre maestra in occasione dell’anno celebrativo di Egnone si potrà accertarsene personalmente, oltre a godere di una magnifica vista panoramica. “È tutto in muratura, un manufatto edilizio antico che affonda le radici nel romanico”, si illumina il barone, ricordandone il pregio storico e i segni ancora oggi

Disputa

1240

dal 1167
1195 1184 1190 ~1200 1232 ~1197
Federico I ed Enrico I si spartiscono l’eredità paterna Federico I muore a circa 65 anni termina con la rinuncia alla contea di Bolzano Enrico I fa costruire Castel d’Appiano Federico I fa costruire Castel d’Ultimo Ulrico III (figlio di Enrico I) rileva e amplia Castel d’Appiano Nascita di Egnone II (nipote di Enrico I, figlio di Enrico II) Morte di Ulrico III in Italia settentrionale Morte di Enrico I all’età di circa 70 anni Egnone I (figlio di Federico I) depone le vesti per salvare la dinastia amplia Castel Altenburg Egnone II diventa principe vescovo di Bressanone
34 Eppan Magazin GENTE
con il papa e scomunica

visibili e tangibili dell’origine signorile. Guardando a una storia tanto lunga, Hohenbühel parla di privilegio. “È estremamente importante esserne consapevoli, rispetto ad altri luoghi in cui i primi documenti sono solo del 1900 o giù di lì.”

Due “fratelli-coltelli” e la spartizione di un’eredità Ulrico I morì presumibilmente durante una crociata in Terra Santa. Meno gloriosi appaiono i destini dei suoi successori. I fratelli Federico I ed Enrico I passarono infatti alla storia come litigiosi e cocciuti.

L’assalto compiuto a una missione papale scatenò una spedizione punitiva capeggiata da Enrico di Baviera, detto il Leone. Le proprietà dei conti di Appiano vennero distrutte, senza per questo comprometterne però minimamente il prestigio. Una svolta si ebbe tuttavia all’epoca della successione ad Arnold III von Morit-Greifenstein, conte che aveva destinato i due fratelli ad esserne gli eredi. Mentre la loro successione non veniva messa in discussione per i territori facenti capo al monastero maggiore di Bressanone, nella zona di Bolzano le cose andarono diversamente: sia il vescovo di Trento che i conti di Tirolo rivendicarono infatti queste terre. Ne derivarono dispute sanguinose, scontri militari e una “violenta malvagità” degli Appiano, culminata nel rapimento del vescovo. Il dignitario ecclesiastico venne però liberato dai Trentini e gli Appiano finirono in disgrazia. “Una cosa che non dovrebbe mai accadere. Ma, se non ci si attiene alle regole, si finisce per perdere”, commenta il barone Hohenbühel.

Messa del vescovo & altri eventi in onore di Egnone

Il 1° giugno 2023 ricorre il 750° anniversario della morte del conte Egnone II di Appiano, principe vescovo di Bressanone e poi di Trento. La sua persona riunisce come nessun’altra le terre da cui sarebbe poi nato il Tirolo. Ultimo dei conti di Appiano, Egnone aiuta a puntare nuovamente i riflettori su una dinastia messa in ombra dai conti di Tirolo. “È nostro compito accrescere anche la consapevolezza di queste vicende storiche perché utili a richiamare alla memoria ponti e collegamenti dimenticati”, afferma il barone Carl Philipp von Hohenbühel, iniziatore dell’Anno di Egnone.

L'evento più importante del 2023 è la celebrazione solenne officiata il 22 ottobre nel "duomo di campagna" a San Paolo. Ivo Muser e Lauro Tisi, rispettivamente vescovi di Bressanone e di Trento, ricorderanno insieme il loro celebre predecessore.

PROGRAMMA CELEBRAZIONI

1° giugno: Inaugurazione degli spazi residenziali, conferenza di esperti

1° giugno, a seguire il 1° di ogni mese fino al 1° ottobre: Ciclo di conferenze

Dal 1° giugno: Esposizione all’aperto nel Triangolo dei Castelli e negli spazi residenziali di Castel d’Appiano

Estate 2023: Serate di lettura a Castel d’Appiano (programma per bambini)

21 ottobre: Convegno di esperti

22 ottobre: S. Messa solenne a San Paolo

28 ottobre: Concerto di gala della Brass Band Oltradige

e tanto

altro!
1241
1224-32 1235 ~1248 1249/54
1250 1273
Morte di Egnone II, ultimo conte di Appiano Giorgio e Federico IV (figli di Ulrico III, nipoti di Enrico I) diventano signori di Castel d’Appiano Egnone II diventa principe vescovo di Trento Ulrico IV di Ultimo-Appiano (nipote di Federico I, figlio di Egnone I) perde la faida con i conti di Tirolo Edificazione di Castel Boymont Morte di Ulrico IV di Ultimo-Appiano, ultimo conte in linea principale Prigionia
Costruzione di
un nuovo edificio a Castel d’Appiano
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Giorgio e Federico IV svaniscono dalle fonti storiche

Con la spartizione dell’eredità paterna, i fratelli diedero origine a due rami familiari separati. Federico I, energico e piuttosto duro, trasferì il ramo principale dei conti di Appiano ad Ultimo, facendo costruire un castello a San Pancrazio (oggi rovine di Castel d’Ultimo/Eschenlohe). Enrico I rimase invece unico proprietario di Castel d’Appiano/Hocheppan e ampliò Castelvecchio di Caldaro/Altenburg a cui era connessa l’autorità giudiziaria su Appiano.

Tentativi di salvare la linea principale La Val d’Ultimo deve al conte Federico I il popolamento delle sue terre. Fu infatti questo nobile a mettere gratuitamente a disposizione terreni a chi fosse disposto a renderli coltivabili, fu lui a rifornirli di cibo e bestiame, a consentire l’apertura

La famiglia PrandstetterTheimer detiene il castello fino al 1914

Il castello viene acquistato dal comune di Appiano

Ultimi rimaneggiamenti ad opera della famiglia Fuchs von Fuchsberg (detentori del castello negli anni 1494-1550, 1614-1668 e 1715-1828)

Martin Teimer, eroe della sollevazione popolare guidata da Andreas Hofer, acquista il castello

di vie di transito e la costruzione di ponti. Mentre la zona fioriva, non si poteva dire altrettanto per il suo patrimonio ereditario, malgrado i sei figli. “I figli rimasti laici morirono giovani, due erano religiosi e la figlia era maritata”, riassume il barone smorzando gli entusiasmi.

Per riuscire comunque a salvare in extremis la dinastia nobiliare, Egnone I depose la carica ecclesiastica di canonico di Trento e, unitosi in matrimonio con la marchesa Irmengard von Ronsberg estese l’influenza degli Appiano oltre la Venosta e il Tirolo settentrionale fino alla Germania meridionale. Parevano così gettate le basi per una nuova era. Ereditate molte ricchezze, Ulrico IV figlio di Egnone si comportò di conseguenza. Avventuratosi in una faida con il conte Alberto di Tirolo, nel 1235, restò infine con poche briciole e quando nel 1248 morì senza avere figli si estinse con lui, in quarta generazione, la linea più antica e principale degli Appiano.

I conti di Enzenberg nuovi proprietari del castello

“Ci sono sempre esponenti che accrescono ed altri che assottigliano il patrimonio. Brutto è solo quando la stirpe si estingue. Un segnale del fatto che gli Appiano non furono molto accorti nella gestione della politica familiare”, commenta il barone.

Morte da crociato e combattente Mentre diversi discendenti dei conti morirono dunque in tenera età, sia il conte Ulrico I che i figli Federico I ed Enrico I, e finanche i discendenti maschi di quest’ultimo, raggiunsero età (60-70 anni) che potremmo definire pressoché bibliche per l’epoca. E questo nonostante il fatto che Ulrico III (figlio di Enrico I) si fosse più volte recato in crociata nel corso della sua vita. “Andava molto di moda, a quei tempi”, spiega il barone. Lo scambio culturale che ne derivava si ripercuoteva poi nella terra natia, per esempio nelle decorazioni artistiche della cappella di Castel d’Appiano che presenta affreschi in stile bizantino. “Sono oggi opere di grande pregio per le nostre

Castel d’Appiano passa ai conti di Tirolo Decadimento di Castel d’Appiano
1315 1530 1834 1914 1738 1879 2016
Egnone II fu l’ultimo vescovo a coniare monete: busto con bastone pastorale e destra benedicente.
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resta abitabile solo una stanza

zone”, aggiunge Hohenbühel “a prescindere dalla validità o meno del paragone avanzato con la Cappella Sistina di Roma.” Ulrico III era considerato un uomo di mondo, gran viaggiatore e signore distinto. Morì nel 1232 in Italia settentrionale. Il figlio di prime nozze era deceduto ancora prima di lui; gli altri due figli nati dalla seconda moglie sparirono ben presto dai documenti storici.

Il vescovo Egnone, ultimo esponente della sua stirpe

Dei nipoti di Enrico I rimase fino alla fine solo e unicamente Egnone II, un religioso. Nel 1240 era appena stato nominato principe vescovo di Bressanone. Quando però nella querelle fra l’imperatore Federico II e il papa Gregorio IX prese le parti dell’autorità secolare, fu scomunicato e costretto a cedere tutti i suoi feudi. Egnone II cambiò dunque tattica, mostrandosi remissivo nei confronti del pontefice successivo, Innocenzo IV, e assicurandosi così, dieci anni più tardi, la nomina a vescovo di Trento. “Ci sono storicamente solo altri due vescovi

detentori di questa carica sia a Bressanone che a Trento”, sottolinea Hohenbühel. Con la scomparsa di Egnone II termina, in quinta generazione, l’unica linea ancora superstite degli Appiano. “Si estingue dunque il ceppo maschile di questa stirpe nobiliare.” Gli eredi della progenie femminile, fra cui i nobili liberi di Tures e i signori di castel d’Enn, titolari di proprietà ad Appiano, conservarono sì l’eredità del “Comes de Piano” (i diritti di contea ad Appiano e Ultimo) ma erano ormai privi di significato. La tragicità si concentra nella figura di Egnone II, divenuto ultimo conte di Appiano. Nelle funzioni di vescovo di Trento fu costretto nel 1253 a concedere al conte di Tirolo gli antichi feudi degli Appiano. Questo memorabile episodio alimenta ancora oggi la fantasia di qualcuno convinto che, in altre circostanze, quello che sarebbe poi divenuto il Tirolo avrebbe potuto invece chiamarsi Appiano. Sta di fatto che il subentro dei conti di Tirolo nella contea degli Appiano contribuì significativamente alla nascita del Tirolo. A spianargli la strada fu l’ultimo conte di Appiano.

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Shopping in una cornice di festa

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LUOGHI
Magazin

Passeggiare tra i vicoli di San Michele Appiano è già suggestivo di giorno.

Figuriamoci quanto incanta il Mercoledì Lungo, quando negozi e associazioni locali invitano a una serata di shopping che ha il sapore di una festa di paese.

Che atmosfera, proprio quella di una classica festa di paese! Spesso le giornate sono troppo corte per riuscire a fare tutto. Soprattutto quando si è in vacanza e ci sono un sacco di cose da provare e vedere. Così resta poco tempo per dare un’occhiata all’ampio assortimento di prodotti dei commercianti di Appiano, per non parlare dei tanti negozietti, delle botteghe e bottegucce del borgo. Ben venga, dunque, che almeno un giorno gli esercizi restino aperti oltre il consueto orario di chiusura.

A luglio e agosto apertura fino alle 22 Accade nei mercoledì di luglio e agosto, i cosiddetti Mercoledì Lunghi, in cui i commercianti di Appiano accolgono la clientela fino alle 22 e le tiepide serate estive si arricchiscono di un’attrattiva in più. Per i commercianti è un’ottima occasione per farsi conoscere e presentare la varietà accuratamente selezionata dei prodotti messi in vendita. Rispetto alla frenesia del giorno, di sera la clientela è più rilassata, a passeggio fra le stradine del centro. Ma associare il Mercoledì Lungo solo allo shopping sarebbe riduttivo.

L’atmosfera di una festa di paese

Le iniziative organizzate per l’occasione si protraggono anche oltre l’orario di chiusura dei negozi. I gruppi musicali che si esibiscono fra i vicoli creano una bella atmosfera di festa. I ristoranti, ma anche le associazioni locali, propongono piatti da consumare all’aperto. Una bella passeggiata ad ammirare le vetrine, a curiosare nei negozi, ad assaggiare e gustare specialità. Il Mercoledì Lungo è tutto questo e, edizione dopo edizione, si è trasformato davvero in un evento dal sapore di festa paesana. Che bella atmosfera!

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Video: Passeggiare fra i vicoli del paese, curiosando fra vetrine e negozietti, trasforma ogni Mercoledì Lungo in un evento di grande suggestione.

Gioco di concentrazione nel verde

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Tanto tempo, una buona condizione fisica e una tempra mentale ancora migliore. Sono questi gli ingredienti per affrontare il “The Blue Monster” a Riva di Sotto. Ma il campo da golf di Appiano riserva sorprese anche per i principianti e finanche per i non golfisti. 9

buche, 7 tees, 19 bunker e tanti Pros intraprendenti: “un concentrato di sfide”, constata Alexander Gostner. 43enne, imprenditore, è uno dei dieci altoatesini a padroneggiare il golf a questo livello e con il “The Blue Monster” creato nella piana alluvionale dell’Adige ha realizzato un campo da golf all’altezza delle sue capacità. Il nome, in effetti, è tutto un programma.

Partenza dal lago

“Dove trovi, in Alto Adige, quattro ettari di acqua, eccezione fatta per i laghi?” chiede Gostner

Tutta quest’acqua intorno a tees, fairway e green è assolutamente insolita per un campo da golf altoatesino e assieme alla veduta sulle distese di meli e sullo scenario montano retrostante crea un tipico feeling da percorso in stile Links. Un campo da gioco in linea con le esigenze più attuali perché anche il golf, soprattutto per quanto attiene l’equipment, è cambiato e cresciuto. “Se una volta tiravi la pallina a 200 metri, ora si arriva ormai a 300”, afferma Gostner che, appunto, si era prefisso di tenere conto di questo aspetto.

Per tutti i livelli di handicap

Da un memorabile Par 3 con rischioso ostacolo d’acqua a uno strategico Par 4 o un Par 5 con fairway stretto ma green facile per riuscire a mandare la pallina in buca: anche uno come Gostner non ha gioco facile su questo campo. Eppure anche giocatori meno arrivati riescono a produrre una buona performance, grazie alle sette possibilità di tiro. “Il golf non è un gioco di forza, bensì di concentrazione. Vince chi è mentalmente più

Eppan Magazin 41 ATTIVITÀ

Il campo da golf di Appiano: un concentrato di sfide e intraprendenti professionisti, ma anche un luogo con buone possibilità di performance anche per i principianti.

forte. È facile sbagliare se non ci si sta con la testa”, riconosce il professionista. Che punta comunque anche sulla preparazione atletica in palestra. Il golf, poi, è perfetto per camminare. Chi rinuncia alla golf car, arriva a percorrere 6-7 km, con il vantaggio di un consumo lento, ma efficiente, dei grassi. Un’attività che perdona dunque i momenti conviviali nel dopo-partita. Perché se c’è una cosa inscindibile dal golf è senz’altro la collegialità: “Noi abbiamo una fantastica squadra maschile e facciamo bellissime uscite in compagnia.”

Golf and Country Südtirol

IL

Alexander Gostner, Presidente del Golf and Country Südtirol

La passione per il golf aveva travolto Gostner già all’età di dodici anni. O piuttosto si devono alla noia vissuta nelle giornate estive a Barbiano le ore e ore trascorse in giro per i boschi con mazza e pallina da golf, intento a scavare buche e superare ostacoli per arrivare alla meta. Con il rasaerba riusciva a disegnare anche i suoi primi due green.

In qualità di presidente del Golf and Country Südtirol, Gostner è oggi portavoce di oltre 400 iscritti e, oltre al The Blue Monster, rappresenta anche il Golfclub Carezza (noto come The Mountain Beast) e il centro di perfezionamento di Castel Freudenstein. Fare rete e ampliare conoscenze e settori di attività è un must, per lui.

Non solo golf, e tutto l’anno “Con il solo golf, vai in bancarotta alla grande”, afferma con cognizione di causa dall’alto del suo successo imprenditoriale. Ecco quindi il campo da

GOLF NON È UN GIOCO DI FORZA, BENSÌ DI CONCENTRAZIONE. VINCE CHI È MENTALMENTE PIÙ FORTE.
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golf di Appiano costituire un tutt’uno con l’hotel The Lodge, il ristorante The Grill House, la palestra e il campo da padel.

“Qui serviamo piatti caldi sette giorni alla settimana, dalle 12 fino alle 23”, aggiunge Gostner contando anche gli escursionisti, i ciclisti e gli uomini di affari fra gli avventori dei locali. Il Lodge Hotel a quattro stelle è in un’ottima posizione centrale, con gli altri campi da golf raggiungibili in una quarantina di minuti di automobile, e la possibilità di fare acquisti in città, un giro in e-bike ai Laghi di Monticolo o una scalata sulle montagne nei dintorni.

“Non siamo una destinazione golfistica”, afferma convinto Gostner. “Per esserlo dovremmo avere almeno quattro campi da 18 buche nelle immediate vicinanze.”

Condizioni climatiche perfette e tempo invidiabile

La destinazione è comunque richiesta tutto l’anno. E questo anche grazie all’ottimo clima, soprattutto in primavera e in autunno. “Nelle giornate estive più calde si gioca la mattina presto, e la sera”, precisa Gostner. E grazie alle buone condizioni meteorologiche perché, a soli 500 metri da questo punto, si erge la costiera della Mendola, barriera al maltempo che porta al campo da golf un 30% di precipitazioni in meno rispetto alle zone dei comuni limitrofi.

DOVE TROVI, IN ALTO ADIGE, QUATTRO ETTARI DI ACQUA, ECCEZIONE FATTA PER I LAGHI?

Cos’altro serve? “Un sacco di tempo. Perché si sta sul campo dalle 5 alle 6 ore”, spiega l’imprenditore che apprezza del golf soprattutto la possibilità di “rallentare di brutto”. La sua principale attività di lavoro, l’eolico e il solare, è protagonista anche sul campo. E come potrebbe essere altrimenti, per un’energia chiamata “green”? “Quando ultimeremo la copertura fotovoltaica del parcheggio riusciremo a risparmiare l’80% del fabbisogno energetico”, illustra Gostner. Ma a brillare ancor più luminoso davanti agli occhi di Gostner è un altro obiettivo, se riuscirà ad aggiudicarsi terreni: il campo da 18 buche.

The Blue Monster, il campo da golf più esteso dell’Alto Adige, copre 30 ettari di morbido paesaggio su quella che un tempo era la piana alluvionale dell’Adige.

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“Lasciamo che a parlare sia il vino”

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Il 2023 è un anno da festeggiare per la Cantina Girlan. Forte di una continua modernizzazione e di un chiaro posizionamento, la cooperativa guarda ora a un futuro ancor più brillante. A renderlo possibile sono le persone che lavorano dietro le quinte delle sue eccellenze vinicole.

100 anni: inciso nel muro dell’edificio di ricevimento, l’anniversario è visibile a chiunque. Accanto ai nomi dei padri fondatori della Cantina Girlan. Una realtà che vuole così rendere omaggio ai 24 viticoltori che nel lontano 1923, fra le mura di un antico maso agricolo, decisero di dare vita a una cooperativa. Se tornassero ora nel punto in cui tutto ebbe inizio, difficilmente riuscirebbero a riconoscerlo. “Negli ultimi 15 anni la cooperativa ha eseguito incisivi interventi di ristrutturazione. Sono successe più cose che negli 85 anni precedenti”, spiega il presidente Oscar Lorandi.

200 famiglie, un’azienda

A distinguerla è innanzitutto il fatto che, diversamente dai produttori vinicoli dei dintorni, la Cantina Girlan non punta su un’architettura di forte impatto per richiamare l’attenzione della clientela. L’intero complesso nel cuore del borgo vinicolo di Cornaiano ha un aspetto tradizionale e funzionale. “Lasciamo che a parlare sia il vino”, spiega Lorandi che, in occasione del centenario di attività, può citare con orgoglio successi e conquiste di nuovi mercati. Girlan è un nome noto da tempo nel mondo dei vini; la cantina può contare su una forte riconoscibilità. Dietro le quinte di questo successo ci sono 200 famiglie di viticoltori che, su una superficie complessiva di 220 ettari di vigneti, hanno una produzione annua di 1,5 milioni di bottiglie. “È vero che siamo una cooperativa, ma io tendo piuttosto a vederci come un’azienda familiare, formata da tante persone legate

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a un’attività che le tiene unite 12 mesi all’anno”, sottolinea Lorandi la coesione del gruppo e l’importante “elemento di congiunzione costituito dal cantiniere Gerhard Kofler.”

5 varietà, 1 presidente, 1 base La Cantina Girlan si caratterizza, storicamente, per un’ampia scelta di varietà. Per lasciare il segno, punta soprattutto sulle cinque varietà principali: Pinot nero, Pinot bianco, Schiava, Chardonnay e Sauvignon. “La cantina è fortemente associata al Pinot Nero, una varietà attualmente in forte crescita”, afferma Lorandi consapevole della forte domanda internazionale che incontra questa varietà. Come in altri settori, anche in quello enologico sono i consumatori finali a indicare il gusto, anche se per i vini non sempre conviene seguire tutte le mode: “Non occorre per forza aderire a ogni tendenza. Molto più importante è credere nelle proprie capacità e nel cammino intrapreso”, sostiene convinto Lorandi. La crescente ondata di riconoscimenti gli dà ragione, e premia il lavoro di tutte le persone coinvolte. Perché se c’è una cosa che emerge con chiarezza dalle parole e dall’azione di Lorandi è la consapevolezza di non essere il capo, bensì primus inter pares in una cooperativa formata e guidata da tutti i suoi soci. È una filosofia che coinvolge ogni singolo elemento, facendolo corresponsabile dell’insieme. La raccolta, di grappoli e successi, non avviene al vertice, bensì alla base.

Idee chiare e una firma ben definita

Ovviamente non è impresa facile accomunare tutti su una data rotta. “A renderci forti sono le idee chiare e una visione ben definita”, spiega il Presidente il segreto del successo, consistente nel condividerle e spiegarle anche ai soci e nel

Il segreto della Cantina Girlan: la raccolta, di grappoli e successi, non avviene al vertice, bensì alla base.

riuscire così a entusiasmarli. In questo conta molto anche la voce del cantiniere. Perché in termini di qualità delle uve da conferire è Gerhard Kofler a stabilire criteri precisi e a intervenire direttamente sul lavoro nelle vigne. “Kofler ha un’idea tutta sua e una firma inconfondibile”, spiega il presidente. Un cantiniere con una grande passione, ma anche con “un grande cuore”, come traspare non solo dai rapporti interpersonali con i soci ma anche, in ultima analisi, dai prodotti che escono dalla Cantina Girlan.

Linee chiare e vini di alta qualità Ormai consolidate sono le quattro linee: Classici, Solisti, Vigneti e Flora, quest’ultima con le etichette personalizzate dall’artista Paul Flora. Al vertice sono i Solisti, fedeli al principio del territorio classificato e un’identità votata alla perfezione. Dai vigneti delle zone vinicole di Mazzon e Cornaiano provengono i Pinot Noir Riserva “Trattmann”, “Vigna Ganger” e “Curlan”. Con il progetto Chardonnay, la cantina va puntando sempre più anche sui bianchi. L’ultima new entry nelle classifiche è quella dello Chardonnay Riserva “Curlan”. Le uve mature lavorate per questo vino provengono da due vigne selezionate nelle località di Gschleier

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e Schreckbichl mentre il risultato è il prodotto di anni di sperimentazioni nella produzione di quantità minime. Un lavoro attento e meticoloso che non può non riflettersi nel prezzo del prodotto. Una bottiglia da 0,75 l di questa eccellenza può già costare nell’enoteca della cantina fra i 100 e i 130 Euro a seconda del vino e dell’annata.

Investimento nella tecnologia e nelle persone

La cantina punta ora in misura crescente sull’income: le degustazioni private sono assai richieste. La struttura originaria, costruita nel 1713, funge oggi da sede amministrativa e centro vendite. Nella vinoteca della cantina, una lastra in vetro rivela un’antica scala in legno. Ma sono molti gli elementi originali che si è deciso di conservare, pur con i continui ammodernamenti che dal 2010 ad oggi hanno portato all’ingresso delle tecnologie enologiche più all’avanguardia. “Abbiamo investito molto anche nei cervelli”, precisa Lorandi. In fin dei conti sono le persone, dopo i vini, i migliori ambasciatori.

glücklich: felicità elevata alla decima

Il 2023 è un anno speciale. La nostra piccola boutique in Piazza Municipio compie 10 anni.

Un momento che intendiamo celebrare con pezzi unici dell’ultima collezione, classici rivisitati, successi degli ultimi anni, selezioni curate di piccole sartorie e stilisti emergenti. Saremo felici di continuare a stupirti, in questo come negli anni a venire.

A RENDERCI FORTI SONO LE IDEE CHIARE E UNA VISIONE BEN DEFINITA.

Oscar Lorandi, Presidente amministratore della Cantina Girlan

Anche il processo di internazionalizzazione prosegue: il 75-80% dei prodotti Girlan resta infatti in Italia e gli spazi per crescere all’estero ci sono sicuramente. Ma chi conosce l’evoluzione delle Cantina Girlan sa che anche questo processo sarà affrontato con coerenza, portando a quel successo che sempre corona l’autenticità. Guardare sempre avanti, dunque, ma sullo sfondo di 100 anni di storia.

glücklich

Piazza Municipio 11

39057 Appiano

Tel. +39 0471 974 989

info@gluecklich.it

www.gluecklich.it

Orari:

lun-ven 9-12 | 15-18.30

sab 9.3o–13

SAPORI

L’autunno brilla di mille colori

Un’ultima, grande esplosione di colori prima del riposo invernale. Le pennellate di giallo, rosso, oro e arancio a sovrapporsi via via al verde estivo. Fra i vigneti e sulle sponde dei Laghi di Monticolo, Appiano risplende nei colori d’autunno. Vieni ad assaporarne la meraviglia, nel tripudio di colori di una passeggiata o nella bontà dei piatti autunnali, fra Törggelen, castagne e vino nuovo.

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Essere contadine oggi, fra autonomia e tradizioni

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Una vita dedicata ai campi, all’azienda e alla famiglia: se un tempo essere contadine significava dipendenza e rinunce, le coltivatrici si mostrano oggi molto più autonome, intrepide e decise.

Antiquata. No, Renate Werth Zublasing non corrisponde a questa descrizione, pur avendo alle spalle 60 anni di vita, di cui 35 di lavoro all’azienda agricola Plattenriegelhof di Appiano Monte. “La figura professionale della contadina è cambiata radicalmente” afferma colei che per dieci anni è stata portavoce delle contadine di Appiano.

L’autonomia

In passato era normalissimo sposarsi con un contadino e ritrovarsi a lavorare nell’azienda agricola del marito: fu così anche per lei nel non lontano 1988. “L’uva e il vino mi hanno sempre accompagnata, fin dall’infanzia”, ricorda la figlia di un cantiniere “ma solo con mio marito ho imparato, da zero, il mestiere.” Una donna che al giorno d’oggi sposi un agricoltore non resta necessariamente a lavorare nell’azienda di famiglia, continuando invece a mantenere il suo lavoro da dipendente o libera professionista. Poi ci sono le giovani che magari si guadagnano da vivere con l’attività agrituristica. “Fanno bene, le donne, a costruire qualcosa per sé”, sostiene questa agricoltrice per passione che, con l’attività di affittacamere, è riuscita a crearsi un suo campo d’azione. Assicura un’entrata, una pensione e un certo grado di indipendenza. Pensiamo solo se dovessimo invece chiedere continuamente all’uomo. Sa dai racconti di altre che “per le donne, una volta, era dura, ma per molte non c’erano altre possibilità.” Se una donna decide oggi di lavorare nell’azienda agricola “devono valere per tutti le stesse regole”, afferma risoluta la Zublasing.

L’attività agricola

“Il bello dell’essere contadina, per me, sta nel poter lavorare all’aperto, in mezzo alla

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natura”, dice l’appianese. Ed è un lavoro che si protrae tutto l’anno, dal taglio degli alberi e delle viti in inverno, fino al raccolto e alla vendemmia in autunno. “Se si riesce a ottenere un buon prodotto, un prodotto che rende, si riescono a compensare le tante ore di fatica e lavoro.”

Certo, le modalità di lavoro sono cambiate: molte operazioni sono nel frattempo meccanizzate ma “a vendemmiare ci vado ancora volentieri”, riconosce la Zublasing. Nella Stube ricostruita nello stile di una volta, gli ospiti della struttura hanno la possibilità di gustare il vino torchiato nella cantina di proprietà e lo speck affumicato in proprio. La famiglia produce inoltre mosto di mele, marmellate, conserve di ortaggi e mette in tavola le uova delle proprie galline. I prodotti “a kilometro zero” raccolgono sempre più consensi. E anche i mercati contadini sono quanto mai apprezzati.

Le usanze

I krapfen li ama friggere ancora in cucina, anche se dopo puzza tutto di fritto. “È importante rimanere fedeli alle tradizioni. Nei borghi e nei masi agricoli è più facile che in città.” Vero che anche il rapporto con la religione è cambiato, ma certe feste occupano ancora un posto importante. Così come gli abiti tradizionali: “li indossiamo con orgoglio. Un tempo era normale. Oggi lo facciamo per convinzione!” Anche in cucina la Zublasing resta fedele ai piatti della tradizione rustica, preparando i migliori canederli in assoluto, come confermano figlie e nipoti. La presentazione dei piatti può anche essere insolita e creativa, dice la contadina dichiarandosi molto aperta alle novità.

IL BELLO DELL’ESSERE CONTADINA, PER ME, STA NEL POTER LAVORARE IN MEZZO ALLA NATURA.

Renate Werth Zublasing

L’educazione dei figli

Un grande cambiamento è in atto rispetto alla crescita dei figli. Ce ne sono meno, è vero, ma oggi ci sono molti più padri giovani pronti a collaborare in famiglia e nell’educazione della prole. “Anche mio marito cambiava i pannolini, se è per quello” si affretta a precisare la madre di due figlie femmine. Ma la loro educazione era compito delle donne, mentre l’uomo si occupava di gestire l’attività agricola. “Il sabato si lavorava come gli altri giorni. Non l’avevamo libero. I giovani di oggi, invece, ogni tanto se lo prendono.” La vita sotto lo stesso tetto ha vantaggi e svantaggi, ammette. “All’idea di famiglia numerosa occorre abituarsi, imparando ad accettarla.” L’importante è parlarsi e comunicare. In questo modo si riesce ad andare d’accordo anche fra generazioni diverse. “Una volta si tacevano tante cose, causando però molte sofferenze.”

Nelle realtà agricole il rispetto delle tradizioni è ancora importante. Si manifesta, per esempio, tramandando le antiche ricette.

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Il costume tradizionale dell’Oltradige è indossato con piacere anche dalle contadine giovani.

La responsabilità

Pesante è oggi il fatto che ci siano dettami e regole per ogni cosa. “Tantissime norme e direttive da rispettare, criteri da soddisfare, controlli da garantire: pare di stare continuamente sotto esame. Analoga è la situazione anche nel campo del volontariato. “Un tempo era un onore prodigarsi per gli altri, mentre oggi è soprattutto una grande responsabilità”, già solo dal punto di vista legale. Occorre davvero essere animati da un grande entusiasmo. Proprio come lei. “Non ci si può mai fermare”, afferma convinta la Zublasing, frattanto in pensione. I giovani agricoltori di oggi sono tutti online, con tutti i dati e tutta la documentazione disponibili sul telefonino. La vita è un apprendimento continuo, significa dare e prendere.

I finanziamenti agricoli

In Alto Adige gli operatori agricoli possono contare su ingenti aiuti. “Senza questo sostegno, molte aziende agricole sarebbero scomparse”, è certa la contadina. Sa dell’invidia e dei dissapori che questi finanziamenti e queste deroghe generano in altre realtà. “La gente tende molto spesso a vedere solo i vantaggi, senza considerare il duro lavoro che c’è dietro”. L’Alto Adige è famoso per i suoi bei paesaggi, per i suoi terreni fertili, per i masi e i poderi ben curati. Proviamo a immaginarci, al loro posto, edifici abbandonati e terreni incolti…

La cultura edilizia

Proprio queste considerazioni spingono la Zublasing a insistere sulla necessità di conservare i complessi storici, alcuni dei quali frattanto posti sotto tutela architettonica. E sull’importanza di farlo malgrado il cospicuo onere finanziario che comporta. Il vecchio fienile della tenuta Plattenriegelhof ospita oggi appartamenti per le vacanze. “Il vecchio va preservato dall’andare in rovina. Un vecchio maso, ristrutturato e ammodernato, è bellissimo”… e tutt’altro che antiquato!

GLI ABITI TRADIZIONALI LI INDOSSIAMO CON ORGOGLIO. UN TEMPO ERA NORMALE.

OGGI LO FACCIAMO PER CONVINZIONE.

Renate Werth Zublasing

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In escursione con un bagaglio di conoscenze

Dalla prima cantina dell’Alto Adige al tratto di vegetazione selvatica, fino ai luoghi di nidificazione delle civette: chi si metta in cammino con Klaus Kostner attraverso gli affascinanti paesaggi di Appiano, fa scoperte che vanno ben oltre la mera camminata di piacere.

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La camminata è una pratica accessibile a tutti. Anche senza la necessità di un accompagnatore. Ma per chi ama scoprire angoli ancora intatti, ascoltare aneddoti curiosi o conoscere dettagli sulle rocce che si calpestano o le piante che si incontrano ai margini del sentiero, un’escursione guidata è l’ideale. Non dover pensare a nulla, pur essendo informati su tutto, rientra fra i grandi lussi che regala un’uscita condivisa. “Non è un’escursione facilissima, ma è comunque a portata di giovani e meno giovani”, spiega Klaus Kostner, accompagnatore di media montagna, riferendosi all’itinerario che ha programmato. Su incarico dell’associazione turistica locale, Klaus accompagna ogni settimana gli appassionati di camminate, curiosi e interessati, su un percorso di buoni undici chilometri e un tempo di percorrenza di 5 ore e mezza. Nell’insieme un’escursione giornaliera, completa di tutto.

Da Andriano a Castelforte

Il ritrovo per la partenza è sopra Andriano, presso il parcheggio vicino al rio Gaido. Volgendo lo sguardo alla conca valliva di Bolzano, Kostner inizia già a svelare quanto accaduto da queste parti milioni di anni fa. Le caratteristiche della roccia sotto i piedi ne evidenziano già l’origine vulcanica. Anche il modesto paesino di Andriano vanta, oltre a una lunga tradizione di Giornate della bicicletta, la presenza della “prima cantina dell’Alto Adige”, spiega la guida attingendo al suo bagaglio di curiosità.

Poi però ci si mette in moto, in direzione del primo bacino alluvionale del rio Gaido. “Passeremo per una zona piuttosto selvaggia”, anticipa Kostner riferendosi al bosco misto risparmiato dal taglio degli alberi e quindi ancora intatto. Una breve pausa per bere, dopo la mezz’ora di salita, rinfresca e anima a proseguire verso la prima tappa: le rovine di Castelforte. Il consiglio di Kostner per affrontare il sentiero che si assottiglia e si fa tortuoso: “parliamo poco e ascoltiamo piuttosto il cinguettio degli uccelli.”

Su un suggestivo ed erto sperone di roccia ecco ergersi la costruzione divenuta simbolo di Andriano. La veduta a 360° che si gode dalle rovine del castello, sulla valle dell’Adige e le montagne sullo sfondo, ripaga dei 600 metri di dislivello superati. Un ulteriore bonus è poi costituito da una breve visita guidata al rudere del castello, disabitato, e normalmente non accessibile.

Per Gaido fino a Predonico Dopo il tuffo nel Medioevo si passa all’ambiente subalpino. Il sentiero si fa più agevole e fiancheggiato da larici e abeti rossi conduce all’abitato sparso di Gaido. “La frazione più elevata del comune di Appiano, con il vigneto a più alta quota” aggiunge solerte Kostner. Sul maso Moarhof, in mezzo alla distesa di prati verdeggianti, spiega che il termine “Moar” era utilizzato originariamente con il significato di “grande” e quindi di particolare importanza: “il proprietario del maso grande

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Meta molto apprezzata ed emblema di Appiano: Castel d’Appiano.

era un tempo la seconda persona più importante del paese, dopo il sindaco, e non è poco.” Oggi il complesso rurale comprende un punto di ristoro e, nella cappella dei 14 santi ausiliatori, anche delizie storico-artistiche.

Lungo una strada poco frequentata, si prosegue fino alla parete di roccia rossastra, dove si apre una magnifica veduta sul fianco opposto della valle, fino alle vette delle montagne meranesi e del Monzoccolo di San Genesio. Attraverso il bosco, il sentiero conduce al secondo borgo del comune di Appiano, Predonico, abitato già in epoca romana. Adagiata sul colle detto di San Vigilio si erge la chiesetta consacrata a questo santo, mentre alle sue spalle i tavolini dell’Albergo Wieser invitano a rifocillarsi e godersi una meritata pausa.

Da Castel d’Appiano rientro ad Andriano

“In ogni escursione che accompagno invito a vivere la camminata in modo consapevole. Cosa vedo, dove mi trovo, quali suoni e rumori sento, quali profumi odoro”, spiega Kostner la sua filosofia. Se in primavera sono i rossi germogli delle pigne di larice a segnalare la rinascita della vita nel bosco, in autunno sono protagonisti i colori, le brume e i funghi. Il sessantenne, neopensionato, alza il capo verso l’alto, fiutando e segnalando le fragranze particolari delle varie erbe. Scendendo da Predonico, ci si avvicina a Castel d’Appiano. “Regala vedute, ma anche scorci di storia”, dice Kostner presentando l’emblema di

Appiano. Sono tanti gli elementi storici interessanti, come la “Cappella Sistina delle Alpi”, con i suoi singolari affreschi, ma anche i gustosi piatti della taverna del castello. “Se i conti di Appiano si fossero comportati meglio, questa nostra terra non sarebbe stata battezzata Südtirol, dal nome dei conti di Tirolo, bensì Südeppan”, afferma convinto Kostner, originario di San Paolo, guidando il gruppo sulla ripida discesa che conduce alla “Torre del gesso”, un’antica polveriera, da cui poter ammirare un ennesimo suggestivo panorama. Il suo riferimento alla fossa del lupo (“anche in passato i lupi erano argomento di discussione e la gente si aiutava scavando fosse nel terreno”) porta gli amanti della natura a filosofeggiare sui rischi che attualmente rappresentano alcuni animali, come il lupo, l’orso o i mufloni. Su un percorso agevole e in leggera discesa si fa infine ritorno ad Andriano, al punto di partenza. Nell’ultimo tratto si attraversa un bosco sotto tutela: “la pendice rocciosa viene spesso scelta da gufi e civette per nidificare”, spiega Kostner elencando le particolarità della flora e fauna locale. Kostner è iscritto nel registro speciale degli Accompagnatori di media montagna dell’Albo provinciale Guide alpine e sciistiche e mette il suo sapere a disposizione di chiunque voglia vivere intensamente un’escursione. Per informazioni e prenotazioni è sufficiente rivolgersi all’Associazione turistica Appiano.

Video: dalle passeggiate tranquille alle imprese in alta montagna, Appiano e dintorni soddisfano le esigenze di tutti gli appassionati di escursioni.

Una guida escursionistica conosce anche gli angoli più autentici e selvaggi di Appiano.
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Le rovine di Castelforte troneggiano su uno sperone di roccia.

Proposte escursionistiche 1

GIRO FACILE ALLE BUCHE DI GHIACCIO

Partenza: Scuola primaria di Appiano

Destinazione: Buche di ghiaccio

Tempo di percorrenza: 2 h

Distanza: 4,7 km

Dislivello: +180 m | -180 m

Difficoltà: facile

Consigliati: giacca pesante, scarpe da trekking

In collaborazione con Alpenverein Südtirol, Sezione di Appiano

Partendo dalla Scuola primaria di San Michele (Parcheggio 2) seguiamo le indicazioni per il sentiero 540 passando davanti alla chiesa e al palaghiaccio in direzione sudovest fino a raggiungere la “Lahn” (propaggine della Forcolana). Seguendone lo sviluppo fino alla residenza Gleifheim, si prosegue in direzione ovest sempre attenendosi alle indicazioni del segnavia 540. Alla fontana di Pigano, si percorre brevemente la strada asfaltata (il numero è sulla facciata di una casa sul lato sinistro della strada) fino al punto in cui curva a gomito. Mantenendo quindi la destra fra le case e incrociando nuovamente la Lahn, la seguiremo in salita, ritornando nuovamente sulla strada asfaltata. Raggiunto il punto più alto, seguiremo il sentiero segnato n. 15 che entra nel bosco. La differenza di temperatura, già percepibile, andrà accentuandosi via via che ci si avvicina al centro del fenomeno naturale noto come le Buche di ghiaccio (tavola informativa illustrata). La via del ritorno conduce fino al primo cartello segnaletico e si sviluppa quindi sul sentiero n. 7 A per San Michele. Alla Residenza Wickenburg si svolterà a sinistra e, fiancheggiando le mura del castello fino alla Residenza Gleifheim, si ritornerà al punto di partenza.

www.eppanerhof.restaurant

Fotos: www.live-style.it www.zephyris.design T. +39 0471 155 08 45 | Mittwoch – Sonntag | mercoledí – domenica | Wednesday – Sunday 11 a.m. – 11 p.m.
ATTIVITÀ
gemiatlich. gschmackig. guat. atmosfera. gusto. tradizione.

ESCURSIONE ALLA CROCE DELLA FORCELLA PICCOLA (BERGNER KREUZ)

Partenza: Appiano Monte, Parcheggio dopo l’Albergo Kreuzstein

Destinazione: Bergner Kreuz

Tempo di percorrenza: 4:40 h

Distanza: 9,7 km

Dislivello: +1273 m | -1273 m

Difficoltà: molto alta, adatta solo ad alpinisti esperti

proposta dal Club Alpino Italiano CAI, Sezione di Appiano

Questa escursione in alta montagna ripaga gli sforzi della salita con una grandiosa veduta sulla Costiera della Mendola. La partenza è dal piccolo parcheggio dopo l'Albergo Kreuzstein ad Appiano Monte (620 m s.l.m.). Il sentiero n. 546 conduce quindi in salita verso l'Albergo Buchwald (960 m s.l.m.) e, diventando sempre più ripido, fino alla piccola baita alla radura Pfaunboden. Subito dopo, il tratto forestale si riduce a uno stretto sentiero fra le rocce. Ad ambo i lati si ergono alte pareti rocciose, mentre in un percorso a zig-zag

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si sale fino a una scala di ferro. Poco dopo seguirà l’uscita dalla Forcella Piccola (1.703 m) da cui si prenderà il sentiero n. 547 che conduce alla Croce della Forcella Piccola (Bergner Kreuz 1.770 m). Sul sentiero n. 547 si proseguirà quindi verso nord, fino al bivio per la Grande Forcella. Imboccando poi il sentiero n. 536 scenderemo attraverso la forcella fino a giungere a una strada forestale, che percorreremo verso sud fino alla radura Pfaunboden. Da qui riprenderemo il sentiero n. 546 per rientrare al punto di partenza.

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ULTERIORI ESCURSIONI NELSETTIMANALEPROGRAMMA

Dietro catenacci e serrature, un mondo alla rovescia

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Dall’aspetto esteriore alquanto modesto, Castel Palù (Moos) cela dietro alle mura medioevali una realtà totalmente inaspettata, fra giardini dell’Eden e guerre tra gatti e topi.

Insignificante? Modesto? Questi aggettivi avrebbero fatto montare su tutte le furie Wolflin von Firmian, il nobile signore che fece erigere il nucleo centrale del complesso. Quella torre costruita in pietra, ben visibile da lontano, era infatti stata pensata essenzialmente come emblema di prestigio, all’inizio del XIV secolo. Ad Appiano, la zona più ricca di castelli d’Europa, Castel Moos trova oggi però una fortissima concorrenza. “Ma l’aspetto esteriore inganna”, sostiene con veemenza Ingrid H. Klauser che continua asserendo: “abbiamo cose da offrire che nessun altro castello si sogna.” Guidandoci nell’ala museale dell’antica struttura, ce ne fornisce subito le prove: sette ambienti di epoche e stili diversi, dal Romanico al Gotico e al Rinascimento. Termini che potrebbero risultare criptici ai non addetti ai lavori, ma la visita riesce subito a trasportarci in un passato molto lontano “non tanto grigio e buio come potremmo immaginarci pensando al Medioevo.” Al contrario: Castel Moos cela un’introduzione allegra e vivace a un “mondo alla rovescia”.

Topi che dichiaran guerra ai gatti

Una lampada a piedistallo, quattro pareti dipinte e un soffitto di calce bianca con decorazioni. Non c’è altro ad attendere i visitatori nella sala patronale e della caccia. A ben guardare, tuttavia, accanto alla banale rappresentazione di una caccia allo stambecco, a solo scopo alimentare, o della più nobile caccia al cervo riservata ai signori, si nota una scena insolita: la guerra dei gatti e dei topi. A sorprendere, di questo affresco relativamente ben conservato, non è tanto l’elemento artistico, quanto piuttosto l’origine egizia di questa storia, variamente raccontata, dipinta e disegnata, ma mai

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messa per iscritto. Il linguaggio iconografico è marziale. Dietro la tenda del re dei topi si scorge un patibolo al quale un topo appende un gatto e una gatta, mentre il sovrano dei felini troneggia in un castello e i suoi gatti soldati respingono l’attacco dei topi. A stabilire un nesso locale con la scena bellica è il corso del fiume Adige, dipinto al margine inferiore.

L’accalappiatrice dei 3 buffoni

Ad avere fatto bottino è anche, sulla destra, una figura di donna cacciatrice, che pur porta al braccio

un cuculo, al posto di un falco. Conduce alla fune tre uomini con cappello da giullare. Pare che quando le donne prendano il sopravvento, gli uomini perdano sovranità. Più equilibrato è invece il rapporto nel giardino delle delizie con la fontana dell’amore. Vi passeggiano coppie di giovani ma l’elemento di maggior spicco è un albero dal quale pendono falli, raccolti con evidente piacere da vergini nude. “Se si pensa agli scontri bellici di quei tempi e alle armature che lasciavano scoperta proprio questa parte del corpo maschile, è evidente quanto potesse essere pratica la ricrescita degli attributi”, osserva Klauser filosofeggiando con i visitatori divertiti alla vista dell’albero fallico.

L’inferno del letto a baldacchino

CASTEL MOOS È UNA MACCHINA

DEL TEMPO, E NON SOLO

ESTERNAMENTE; ANCHE GLI

INTERNI CONSERVANO INFATTI

TRACCE DELLE SUE DIVERSE FASI

DI SVILUPPO.

Thomas Amonn, Presidente della Fondazione Walther Amonn

Molto meno romantica è la situazione nella stanza attigua, dove il letto a baldacchino rende bene l’idea di quanto fosse scomodo e stretto dormire su irsuti sacchi di paglia avvolti negli indumenti di tela rigida in uso un tempo. Oggi sinonimo di romanticismo, il letto a baldacchino era un tempo l’esatto contrario per molti cavalieri, e soprattutto donzelle, costretti a sposarsi contro il proprio volere. All’angustia del giaciglio si contrappone tuttavia l’ampia veduta apprezzabile dalla latrina, un contrasto capace di strappare risolini fra i partecipanti alla visita.

Che la contessa avesse primariamente il compiuto di procreare, emerge con chiarezza anche dai simboli di fertilità che si rincorrono nella caminata. Malgrado i frequenti passaggi di proprietà della residenza, e i continui ampliamenti della struttura,

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In questa stanza spira aria di guerra fra gatti e topi.
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le stanze sono ancora molto fedeli all’originale. “Castel Moos è una sorta di macchina del tempo, e non solo esternamente. Anche i suoi interni conservano intatti elementi delle diverse fasi di sviluppo. Nonostante i numerosi rimaneggiamenti e interventi eseguiti nel corso dei secoli, non si è mai avuto un adeguamento estetico e funzionale in favore di una maggiore comodità o rappresentatività”, nota compiaciuto Thomas Amonn, presidente della “Fondazione Walther Amonn” che oggi gestisce e amministra il castello. Fu infatti il commerciante e collezionista d’arte Walther Amonn ad acquistare nel 1958 quel castello in rovina, a risanarne la struttura e a renderla accessibile al pubblico allestendovi un museo dedicato alla cultura abitativa e all’arte popolare medioevale.

La Stube e la cucina annerita di fumo

Un elemento di grande richiamo è la saletta gotica, in ottimo stato di conservazione, con il soffitto ligneo a carena e travi intagliate a mano, con tanto di Spirito Santo e angolo del Crocifisso. Di particolare fascino sono anche le grandi finestre con vetrate a rulli e le sedute antistanti.

Molto cupo è invece l’ambiente della cucina annerita dalla fuliggine. L’uso di legna raccolta secondo le fasi lunari ha permesso sinora di evitare incendi del soffitto in legno. “All’occorrenza sarebbero stati pronti i pompieri”, nota Klauser indicando una lunga barra di ferro sul soffitto, solitamente utilizzata per appendervi recipienti di cuoio colmi d’acqua per estinguere l’incendio.

Proprio sotto, si trova una gran varietà di padelle e tegami, piatti e oggetti minuziosamente lavorati, come poggiapentole, padelle per la tostatura dei chicchi di caffè, utensili per preparare le cialde e sbattere il burro, un telaio in legno per conservare il pane e un tagliere a cassetto per tagliarlo a fette. Anche la stanza della servitù ha qualcosa da raccontare sulla società di allora, sul lavoro alla gramola per il lino e alla ruota dell’arcolaio, sull’uso della vaschetta da vendemmia e del coltello da viticoltore, ma anche sulla minuzia di lavorazione delle gabbie per topi e delle borsette ricamate. Un ultimo sguardo attraverso lo spioncino non svelerà magari i segreti più reconditi di questa residenza ma evidenzierà con chiarezza che Castel Moos è un autentico gioiello, troppo modesto, ma tutt’altro che insignificante.

Sulle orme della storia: Castel Moos Schulthaus fu acquistato nel 1958 da Walther Amonn che lo restaurò, rendendolo inoltre accessibile al pubblico con un museo dedicato alla cultura abitativa e all’arte popolare del Medioevo

Le mura del castello celano mondi alla rovescia.
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Luccichio d’occhi in inverno

È il periodo più buio e al tempo stesso più magico dell’anno: i giorni d’Avvento ci conducono verso lo splendore del Natale, fra luci e leccornie. Un periodo di grande suggestione nel quale usanze e tradizioni sono più vive che mai. Al Mercatino di San Michele come al Natale a Cornaiano (1° dicembre 2023 – 7 gennaio 2024) gli occhi tornano a brillare come quelli dei fanciulli.

LUOGHI
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Generazione Futuro: quo vadis?

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È una gran fortuna che in molte realtà appianesi vada affacciandosi una nuova generazione di imprenditori. Da una chiacchierata con alcuni di loro trapelano indizi sui futuri sviluppi delle aziende a gestione familiare, ma anche sul nuovo orientamento turistico, comprensivo del forte legame con il territorio.

Potremmo considerarli esponenti di una nuova generazione di imprenditori, già al comando di aziende appianesi o pronti a rilevare gradualmente l’impresa di famiglia. Abbiamo incontrato Thomas Pichler (28 anni; Cucina) della locanda Lipp, Katja Tschigg (47 anni; Reception, Contabilità, Marketing) degli Appartamenti Villa Montis, Hannes Meraner (30 anni, Cucina) della Pizzeria Meraner, Marion Bologna (30 anni; Reception e Marketing) dell’Hotel Sigmundskron, Felix Leimgruber (23 anni; Produzione, Marketing, Vendite) della Distilleria St. Urban e Andreas Spitaler (45 anni; Ufficio, Acquisti, Servizio) dell’Hotel Spitaler.

Sono ormai 150 anni che questo angolino di paradiso viene scelto per le vacanze. Cos’è a rendere Appiano tanto speciale?

Katja: Innanzitutto la buona posizione geografica. Poi il fatto di avere tanto da offrire a chi voglia camminare o fare trekking, girare in bicicletta o nuotare, giocare a golf e gustare la proverbiale cucina altoatesina. A questo si aggiunge ovviamente un bel clima. Ma ad affascinare la maggior parte dei turisti è l’incrocio fra il vecchio, dei castelli e delle antiche residenze, e il nuovo. E poi anche il fatto che i paesaggi siano ben curati.

Andreas: La posizione di Appiano è molto centrale, nel cuore di un paesaggio di vigneti e frutteti, e punto di partenza ideale per andare alla scoperta del nostro bel territorio. Le città di Bolzano e Merano sono raggiungibili in poco tempo, anche con i mezzi pubblici. Anche le Dolomiti e il Lago di Garda sono a un tiro di schioppo.

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Eppan

Felix: Esiste un’ottima collaborazione fra aziende di vari settori, alberghi, grandi cooperative o piccole distillerie, come la nostra. I turisti avvertono che dietro c’è una passione sincera. Per questo amano tornare e ritornare. Apprezzano il trattamento, attento e personale, che ricevono in tutte le nostre realtà. Frequentano con piacere piccoli locali nei quali i residenti chiacchierano con i turisti e, ancor di più, i turisti scambiano due chiacchiere con la gente del posto. È un bello scambio.

Com’è per le nuove generazioni prendere in mano le redini di un’azienda?

Hannes: Ci deve essere innanzitutto la voglia e il piacere di farlo. Se si prende in mano il timone solo per fare un favore ai genitori, si parte subito con il piede sbagliato. È un’attività che richiede tanti sforzi, tanto tempo e comporta tanto stress, ma che può anche dare tanto.

Felix: Quando accompagno qualche gruppo di turisti amo ripetere che sono davvero fortunato ad essere nato qui. Ho sempre saputo che prima o poi avrei fatto questo passo, ma i genitori non mi hanno mai fatto pressioni. Sono animato dalla stessa passione di mio padre. E i clienti lo sentono.

Marion: È vero che sono cresciuta nell’albergo, ma prima ho studiato per diventare infermiera. Alla passione per la ristorazione ci sono arrivata per vie traverse. Adesso non riuscirei ad immaginarmi da nessun’altra parte.

Thomas: Per me è stato simile. Ho seguito la formazione per diventare fabbro e sono entrato nell’azienda di famiglia solo in un secondo momento, entrando direttamente in cucina. Ecco, adesso posso ripararmi le pentole da solo (ride).

Katja: Io vengo, a dire il vero, dal settore contabile. Ma abbiamo sempre affittato appartamenti per le vacanze, da oltre 40 anni. E quindi sono praticamente cresciuta in questa realtà. Nel settore ricettivo c’è la possibilità di mettere a frutto tutte le proprie abilità. Il lavoro è molto vario. Non si è mai solo cuochi, o solo camerieri, o solo addetti alla reception. Bisogna avere un occhio per tutto, anche per gli aspetti economici e per il marketing. Non basta la sola forza lavoro: ci vuole testa e, ovviamente, cuore.

È faticoso seguire le orme di qualcuno?

Thomas: È stato il mio bisnonno a compiere il primo passo. Mi sento di dire, senza falsa modestia, che è davvero un onore poter portare avanti quanto cominciato da altri membri della famiglia. Certo, è una responsabilità e un impegno, riuscire a fare altrettanto, o addirittura meglio. Bisogna realmente volerlo. Altrimenti la pressione e la concorrenza diventano troppo forti.

Hannes: Si sente sempre dire dai genitori: “Abbiamo faticato molto più di voi e avevamo molto meno tempo libero. A voi va tanto meglio, adesso”. E io dico che oggi, invece, siamo sottoposti a maggiori pressioni. I genitori hanno costruito qualcosa e ora è nostro compito mantenerlo vivo. Poi siamo chiamati a migliorarci continuamente, a dare di noi un’immagine sempre migliore. È molto più difficile oggi riuscire a soddisfare i clienti. La qualità è un criterio. Ed è anche il minimo che dobbiamo

NON È FORSE PIÙ AUTENTICO ANCHE PER IL

TURISTA SE LE COSE NON SONO SEMPRE PERFETTE?

offrire. Non solo rispetto al prodotto, ma anche nel servizio, nella comunicazione, nell’immagine che do di me su Internet. È inevitabile sottrarsi a questa pressione.

Thomas: È tutto il pacchetto, nel suo insieme, a dover essere perfetto. Non è sufficiente proporre buoni piatti.

Il fatto che le aspettative siano cresciute è anche colpa dell’offerta che ha portato l’asticella sempre più in alto?

Hannes: Guardando oltre il proprio orticello, cosa che bisogna assolutamente fare, si notano i progressi fatti dagli altri. E se si vuole continuare ad aggiudicarsi una fetta di quella torta bisogna mantenere il passo.

Marion: Non lo so se prima o poi ci sarà un ripensamento. Mi auguro in ogni caso che possa nuovamente contare la normalità, l’aspetto umano. Non deve essere per forza tutto sempre più grande e lussuoso. Una finestra panoramica ancora più grande, o una piscina ancora più grande, non sono necessariamente meglio.

Thomas: Oggi è un certo tipo di clientela a stabilire cosa devi avere. Nel segmento 5 stelle ti senti dire: “Sono ormai stato per due anni nella stessa camera. Cosa c’è di nuovo?”

Marion: Ma davvero è solo questo che conta? Non è questo il futuro che voglio. La chiave di tutto, secondo me, sta nella differenziazione e nella personalizzazione. Se ci rivolgiamo a una clientela giusta per come siamo noi, abbiamo automaticamente clienti più soddisfatti. Trovo che sia molto meglio fare così, piuttosto che tentare di tenere il passo con qualcuno che con noi non ha nulla a che fare. Noi siamo una piccola azienda a gestione familiare. E diciamo subito, con chiarezza, cosa abbiamo. I clienti che ci scelgono apprezzano proprio quel che abbiamo da offrire.

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Marion Bologna, Hotel Sigmundskron

Parliamo ora del personale: è questa oggi la più grande sfida del settore?

Thomas: Trovare personale qualificato è un grosso problema. Se vuoi assumere un addetto qualsiasi, non hai difficoltà a trovarlo. Ma non ti fai di certo un favore, e anche il cliente non si aspetta di essere servito da una persona qualsiasi. Sono tante le cose da cambiare in questo ambito. La settimana da cinque giorni lavorativi diventerà prima o poi la norma.

Hannes: Cinque giorni non vuole dire però tenere aperta la struttura solo cinque giorni, bensì doversi in qualche modo barcamenare con il personale in modo da tenere comunque aperto sempre. Per un grande albergo è sicuramente più facile che per una piccola struttura a gestione familiare. Noi, in cucina, riusciamo forse a farcela un giorno in più con una persona in meno. Un cameriere può anche essere sostituito da un altro, ma se il pizzaiolo mi lavora solo cinque giorni, vuole dire non avere pizza da proporre per due giorni.

Katja: Dopo la pandemia di coronavirus è diventato in generale molto più difficile trovare personale. L’idea di fare dei tagli ai servizi appare a un primo esame senz’altro plausibile, ma è difficoltoso tradurla in realtà. Il cliente paga per avere un servizio e vuole che sia come si aspetta: a tavola, in camera e nei piatti che gli vengono serviti.

La pandemia ha paralizzato tutto: riusciamo adesso ad apprezzare di più ciò che abbiamo?

Marion: Abbiamo apprezzato, per esempio, la possibilità di tornare a lavorare (ride). Ma anche le cose

PER I GENITORI È

CERTAMENTE BELLO CHE

QUALCUNO DI FAMIGLIA PORTI AVANTI L’ATTIVITÀ.

semplici che abbiamo intorno. Personalmente mi sono resa conto che non occorre andare a cercare le bellezze chissà dove e che spesso basta allontanarsi pochissimo da casa.

Hannes: Abbiamo apprezzato anche il fatto di avere tempo libero a disposizione. Per passare la Pasqua insieme, o festeggiare in famiglia la festa della mamma, come quando eravamo giovani. Insomma, per trascorrere bei momenti insieme. Il primo lockdown sarà anche stato necessario, ma il secondo mi sa di no.

Felix: Dopo quella pausa forzata eravamo grati per ogni singolo amico, ospite o cliente che tornasse a trovarci. C’erano anche quelli che volevano venire a tutti i costi in Alto Adige. Ci ha fatto davvero tanto piacere. I turisti sono i nostri principali clienti e se i ristoranti non lavorano, è davvero dura per la distilleria. Perché ci andiamo a braccetto.

Quanto bene funziona un’azienda familiare?

MANTENERE VIVE TRADIZIONI E CULTURA LOCALI È FRA LE COSE PIÙ IMPORTANTI, SECONDO ME.

Hannes Meraner, Pizzeria Meraner

Thomas: Sui membri della famiglia puoi contare al 100%. Danno una mano e si danno da fare ogni volta che serve. Questo ha dei vantaggi, ma può avere anche svantaggi. Ovvio che la struttura potrebbe funzionare anche con la presenza di dipendenti. Ma funzionerebbe in un altro modo.

Andreas: Il grande vantaggio sta nel poter suddividere i compiti. Stabilendo chi sia responsabile di una certa cosa. E beneficiando dell’esperienza già maturata e degli spunti che vengono da ognuno.

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Thomas Pichler, Locanda Lipp

NON BASTA LA

SOLA FORZA

LAVORO: CI VUOLE TESTA E, OVVIAMENTE, CUORE.

Hannes: La famiglia è quella cosa che rinsalda l’azienda, che ti rafforza. Con un dipendente non si riesce sempre a sfogarsi, ad aprirgli il cuore. In quei momenti puoi parlare con i genitori, stando certo che ti capiscono perché condividono, oltre allo stesso lavoro, anche la stessa passione.

E che ne è della famiglia nella quotidianità del lavoro?

Marion: Io stessa ho famiglia, adesso, e il mio principale obiettivo è fare in modo che si stia bene insieme. Che funzioni. Certo, è diverso se i genitori fanno un lavoro da 40 ore a settimana e l’impegno finisce lì. In tutte le cose ci sono vantaggi e svantaggi. Ma si tende anche sempre a immaginare che l’erba del vicino sia più verde della nostra. Personalmente ritengo sia importante concedersi delle pause e ritagliare spazi a sufficienza per la famiglia. Ma anche per ricaricare le batterie.

Felix: La vita familiare è organizzata in modo diverso. Noi lavoriamo assieme tutta la settimana. Ma in piena stagione capita di rado di ritrovarci a mangiare assieme o di condividere del tempo libero. Di solito approfittiamo dell’inverno, quando c’è più calma, per dedicare più tempo alla famiglia. Diciamo che il tempo viene distribuito diversamente ma, a conti fatti, passiamo tanto tempo con i familiari.

Andreas: Negli otto mesi di apertura, il tempo per la famiglia è ovviamente limitato. Si mangia assieme e, d’estate, i bambini vengono qualche volta a fare compere con noi oppure a camminare con gli ospiti, quando andiamo in escursione. D’inverno, per contro, ci godiamo molto di più il tempo che passiamo assieme.

Quanto è importante il passaggio di consegne in azienda e il sostegno dei genitori?

Thomas: Per i genitori è certamente bello che qualcuno di famiglia porti avanti l’attività. Il passaggio di consegne non è una cerimonia ufficiale bensì, piuttosto, un processo lento e continuo.

Katja: È il grande vantaggio delle aziende di famiglia: continuare l’attività tenendosi per mano. Siamo cresciuti tutti in questa realtà, vivendola fin da piccoli. Sappiamo cosa ci aspetta e sappiamo anche di poter sempre contare sui nostri genitori.

Felix: Se dopo il passaggio di proprietà i genitori si ritirassero completamente dall’attività, non sarebbe certo facile e non funzionerebbe nemmeno, nella maggior parte dei casi. Quando arrivano clienti e sono io a servirli, mentre la volta prima era stata mia madre, noto che sono contenti che a portare avanti l’attività sia il figlio.

Veniamo al passaggio generazionale nella clientela. Ci sono ancora fedelissimi che scelgono la struttura da 50 anni?

Marion: I clienti fissi non devono essere per forza quelli che ritornano ogni anno, prenotando la stessa stanza nello stesso periodo. Il nuovo cliente fisso può anche essere un giovane che torna nella struttura duetre volte per un paio di giorni, prenotando magari senza grande preavviso. Credo sia anche nostro compito rendere l’Alto Adige interessante per i giovani, attirare maggiormente questa fascia di età.

DOPO QUELLA PAUSA FORZATA

ERAVAMO GRATI PER OGNI

SINGOLO AMICO, OSPITE O

CLIENTE CHE TORNASSE A TROVARCI.

Felix Leimgruber, Distilleria St. Urban

Katja Tschigg, Villa Montis Apartments
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Thomas: Sì, io sto notando un certo ricambio nella clientela. I giovani non avevano ancora scoperto l’Alto Adige…

Marion: … e poi è arrivato il Coronavirus a dare una mano.

Katja: Nell’ultimo anno sono venute tante persone nuove che avevano rinunciato ai voli aerei e cercavano mete di vacanza più vicine. In generale si può dire che è cambiata l’immagine del cliente fisso. Nella nostra seconda stagione di apertura avevamo clienti che tornavano per la terza volta. Magari lo fanno ancora un paio di volte e poi si cercano una nuova sistemazione…

Parliamo ora della limitazione dei posti letto. La Provincia ha posto un limite all’aumento delle capacità ricettive. Che conclusione trarne?

Felix: Era solo questione di trovare il momento giusto per farlo. Neanche ai vacanzieri piace stare in coda sulle strade in alta stagione. Fintanto che non si trovano altre soluzioni si è dovuto agire così adesso.

Katja: Uno sviluppo eccessivo va sicuramente fermato, soprattutto per quanto attiene alla costruzione di grandi complessi alberghieri che andrebbero a snaturare il nostro paesaggio, ancora fortemente rurale, e in parte originario, rischiando di soppiantare molte realtà familiari.

Marion: Bisogna pur evolversi in qualche modo. Sarebbe sbagliato parlare delle nuove generazioni e non dare loro la possibilità di crescere e svilupparsi.

Andreas: Sì, che in certe zone turisticamente poco sviluppate si possa ampliare e costruire, entro un certo limite, lo trovo giusto. Degli enormi casermoni con tantissimi letti non rispecchierebbero invece l’immagine che evoca solitamente l’Alto Adige. Non avremmo più strutture familiari, bensì realtà imprenditoriali gestite da manager.

Thomas: Lo stop ai posti letto significa che adesso non si possono aggiungere altri letti. Non vuol dire che dopodomani arriveranno meno persone, bensì che è stato raggiunto un numero ritenuto sufficiente. E attualmente contiamo tanti turisti ad Appiano. Secondo me non è male limitarsi un po’.

Felix: Se Appiano riesce a mantenere la qualità delle sue strutture, degli hotels e degli appartamenti per le vacanze, continueranno a venire ancora tante persone come ora, con vantaggi per tutti. Appiano non ha bisogno di ancora più turisti e quindi non credo che questa decisione sia un grosso problema.

Immaginiamoci Appiano nel 2050: come sarà (dal punto di vista turistico)?

Katja: Credo che nel campo del turismo l’obiettivo deve rimanere quello della qualità… Non si viene in vacanza per vivere lo stesso stress che si ha sul lavoro. Gli operatori turistici dovrebbero quindi cercare di mantenere lo spirito familiare e ospitale dell’Alto Adige.

Andreas: Il settore alberghiero altoatesino dovrebbe richiamarsi al territorio e alle tradizioni, aprendosi però anche al nuovo. È questo il nostro elemento distintivo. Le nostre idee e le nostre azioni, e finanche l’attività costruttiva, dovrebbero

mirare a preservare questa bellezza, non solo per il turista, bensì soprattutto per le generazioni future.

Hannes: Appiano dovrebbe preservare una certa qualità di vita. Mantenere vive tradizioni e cultura locale è fra le cose più importanti, secondo me. Con locali gestiti da persone del posto. Con canederli e gulasch nei piatti dei ristoranti. Con tanti produttori locali di vini e spumanti. Con le mele appese agli alberi e gente che gira con i pantaloni alla zuava per andare a una festa paesana. Con il turista capace di cogliere l’autenticità di Appiano. Insomma, dovrebbe rimanere più o meno com’è.

Marion: Sì, è vero che è bello così. Però credo che dovremmo anche rimanere al passo con i tempi, sperimentare nuove idee e guardare un po’ oltre. Forse potremmo essere più flessibili, adattandoci singolarmente alle diverse fasce di clientela. Anch’io, comunque, mi auguro che i valori continuino ad essere importanti. E non solo le cose moderne, gigantesche ed esagerate.

Felix: Io mi auguro che la gente continui a venire ad Appiano perché apprezza la qualità dei prodotti che offriamo.

SETTORE ALBERGHIERO ALTOATESINO DOVREBBE
AL TERRITORIO E ALLE TRADIZIONI, APRENDOSI PERÒ ANCHE AL NUOVO. È QUESTO
NOSTRO ELEMENTO DISTINTIVO.
IL
RICHIAMARSI
IL
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Un anniversario –1000 impressioni

Il 2022 è stato all’insegna dei “150 anni di turismo ad Appiano”. Il centocinquantenario ha offerto l’occasione per far conoscere gli sviluppi della località vitivinicola, divenuta in un secolo e mezzo un’apprezzata destinazione turistica. Tante le iniziative che hanno visto coinvolto residenti e turisti.

PUBBLICAZIONI

Vicende poco conosciute, ricordi non ancora svaniti: nella pubblicazione “Auf dem Weg ins Paradies…” (Sulla via del paradiso), uscita nell’agosto 2022 per la casa editrice Folio Verlag, il pubblicista e regista appianese Martin Hanni presenta episodi della storia locale, ambienti, edifici e personaggi, aneddoti e curiosità dell’Appiano turistica, chiedendosi cosa ne sia dell’antico splendore e del tanto osannato buon clima della località.

Il libro (in lingua tedesca) è disponibile presso gli uffici dell’Associazione Turistica Appiano.

MOSTRE

“Arrivano i foresti”: una scritta a caratteri cubitali sintetizzava all’ingresso della residenza Lanserhaus le reazioni della popolazione ai primi sviluppi turistici di Appiano. Nella mostra a carattere storico rimasta aperta da agosto a novembre, curata da Wally Kössler, testimonianze personali, fotografie e documenti illustravano il percorso non sempre facile affrontato dal piccolo comune rurale nel processo di trasformazione in destinazione turistica di successo.

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FESTEGGIAMENTI

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FILMATI

A passeggio per le vie del centro, fra vetrine dei negozi e viaggi nel tempo. Gli appuntamenti con il “Mercoledì Lungo” nel mese di agosto sono stati all’insegna dei film d’epoca. Due filmati dedicati al paesaggio rurale, storico e indimenticato, della Strada del Vino rapivano l’attenzione dei tanti spettatori facendo ripercorrere gli esordi della promozione turistica e rammentando, con un’altra famosa pellicola di Evi Keifl, gli slogan con cui, all’inizio, si richiamavano i turisti d’oltralpe, puntando sulla conoscenza della lingua tedesca e sulla disponibilità di acqua calda negli affittacamere.

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Oltre 350 invitati prendevano parte il 10 novembre all’evento clou delle celebrazioni dell’anniversario: la festa sociale nella Cantina di San Michele Appiano. A personalità di spicco e aziende particolarmente meritevoli veniva consegnata la spilla d’onore del centocinquantenario. Particolarmente emozionante, il momento della premiazione dei pionieri del turismo, grazie al cui impegno la località di Appiano ha potuto diventare ciò che è oggi.

DIBATTITI

Cosa porta il turismo? Benessere e ricchezza per tutti? Personalità di spicco hanno partecipato nel mese di giugno a una tavola rotonda organizzata nel cortile interno della Cantina Girlan e dedicata al turismo e alla sua evoluzione al passo con i tempi. Concordi gli esperti di turismo e i corrispondenti di viaggi nel riconoscere che Appiano sa cogliere i vantaggi rappresentati dai suoi castelli, dai suoi laghi e dai suoi vini, ma anche mantenere un rapporto cordiale, amichevole e personale con i suoi ospiti. Appiano, in sintesi, è sulla strada buona.

RACCONTI

Dettagli e curiosità sui turisti e vacanzieri, su soggiorni e permanenze nella località. Gli appuntamenti con il “Caffè narrativo” facevano luce su questi e altri aspetti. Chi meglio delle dirette e dei diretti interessati conosce infatti questo periodo di grande fioritura del turismo? Le testimonianze degli anni Sessanta raccontate in questi incontri hanno evidenziato successi e insuccessi, vantaggi e svantaggi legati alle nuove possibilità di introito, quali l’attività ricettiva e la ristorazione.

ESCURSIONI

C’è stato un via vai insolito, in maggio, alla forcella Forcolana: le sezioni locali del CAI, Club Alpino Italiano, e dell’AVS si sono date appuntamento per un’escursione del centocinquantenario alla scoperta della suggestiva gola. Nell’ambito di una breve visita guidata, escursionisti di tutte le età si sono dunque avventurati all’interno della galleria di raccolta dell’acqua potabile. Al cippo di massi ubicato poco sopra il punto di accesso alla Forcolana, i partecipanti hanno poi brindato insieme a celebrazione dell’anniversario, prima di proseguire individualmente l’escursione su diversi itinerari.

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ANNULLO SPECIALE

Per la ricorrenza del centocinquantenario, le Poste italiane hanno inoltre deciso di parteciparvi con un annullo speciale costituito dal logo creato dall’Associazione Turistica Appiano per i 150 di turismo nella località. Un servizio postale temporaneo, appositamente allestito il 25 agosto 2022 in Piazza Municipio a San Michele, consentiva a chiunque di munire lettere, cartoline e pacchi con il timbro speciale creato per l’occasione. Annullata con lo stesso timbro anche nell’ufficio postale locale, la corrispondenza veniva poi spedita in tutto il mondo. Lo speciale annullo costituirà ora parte della collezione storica di Poste italiane e sarà esposto a Roma al Museo delle Poste e Telecomunicazioni.

per il futuro”

Che impressioni Le ha lasciato il 2022, anno del Centocinquantenario del Turismo ad Appiano?

Thomas Rauch, Promotore delle celebrazioni per l’anniversario e direttore di lunga data dell’Associazione Turistica Appiano: Impressioni molto positive. Con varie iniziative siamo riusciti a coinvolgere in egual misura residenti, turisti e aderenti all’associazione. L’obiettivo che avevamo in mente era di ricordare da quanto tempo il turismo fosse presente ad Appiano e di rafforzare l’immagine della destinazione turistica. Nell’ambito del dibattito pubblico e dei racconti fatti dai testimoni storici abbiamo guardato con occhio critico all’evoluzione del turismo, arrivando però a concludere che la strada imboccata da Appiano è davvero quella giusta.

Quale è stato per Lei il momento più significativo?

Rauch: Indubbiamente la festa sociale della Cantina San Michele Appiano, con oltre 350 invitati. In quella cornice hanno ricevuto la spilla d’onore del centocinquantenario alcune figure e aziende particolarmente meritevoli. Particolarmente commovente è stata la premiazione dei pionieri del turismo i quali, con la loro attività e il loro impegno, hanno permesso la crescita della località. Alcuni di loro sono ormai novantenni.

Quali altri spunti ha colto?

Rauch: Non fa male, ogni tanto, guardare indietro. Negli anni Sessanta e Settante c’erano già ottime iniziative in campo turistico. Reinterpretandole, potremmo senz’altro sviluppare idee per il futuro.

Resta la domanda sull’indirizzo del futuro turistico di Appiano…

Rauch: Bisogna continuare a promuovere la destinazione puntando in modo ancora più mirato sulla qualità, sottolineando la varietà di sfaccettature, consolidandone il posizionamento nel contesto gastronomico e ricreativo e rafforzando il rapporto con il territorio e la cultura locali. Non puntiamo alla quantità, ma alla qualità. Non vogliamo crescere e avere di più, bensì continuare a migliorarci.

“Idee
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Thomas Rauch, Promotore delle celebrazioni per il 150°

Programma settimanale

Camminate alla scoperta di Appiano, visite guidate alle cantine storiche, degustazioni di vini. Castelli e residenze, parchi artistici e itinerari in bicicletta ai Laghi di Monticolo: il programma di appuntamenti settimanali di Appiano propone questo e altro.

ATTIVITÀ
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I ghiacci di Appiano

La nostra esperta ci condurrà a scoprire miti, leggende e luoghi magici. Ci fornirà dettagli sui ghiacciai, le rocce porfiriche e le Dolomiti, concludendo “in freschezza” l’escursione con il curioso fenomeno geologico delle Buche di ghiaccio.

CASTELLI + LAGHI + VINO = APPIANO

MARTEDÌ

Corso tecnico di mountain bike –Livello 1

Impara con Stefan, bike guide qualificata, i fondamenti della mountain bike: come affrontare le curve a gomito, distribuire il peso, superare gli ostacoli e frenare correttamente. Il corso prevede anche una breve sessione nel bosco, per mettere subito in pratica le tecniche apprese. Indicato anche per le bike elettriche.

Dalla cucina contadina:

mezzelune ripiene

Dopo una capatina al mercato contadino di San Michele in compagnia di Ricky, coltivatrice locale, per l’acquisto degli ingredienti freschi di stagione, prepareremo insieme questa tradizionale specialità altoatesina, che poi gusteremo accompagnandola a un buon vino di Appiano.

Visita storico-artistica alla chiesa di San Paolo

Visita al “duomo di campagna”, la parrocchiale di San Paolo, sotto la guida di uno storico dell’arte, con salita al campanile. Seguirà una piacevole sosta al negozio di delizie Vis à Vis davanti a un bicchiere di vino.

Parco delle arti Hochfrangart

Esclusiva visita al suggestivo parco privato sopra Frangarto. Un luogo incantato, con possibilità di pic-nic fra le sculture, fra un bicchiere di Pfefferer della Cantina Schreckbichl e la veduta panoramica ammirabile dallo spiazzo accanto alla sfera gigante.

Enopasseggiata alla Cantina

San Paolo con visita del bunker di spumanti

Un’immersione nella varietà di vini della Cantina San Paolo con visita all’insolito bunker e ai preziosi vini e spumanti conservati al suo interno.

LUNEDÌ
Progr a m ma settiman a l e · ammargorP s e t elanamit
Eppan Magazin 77 ATTIVITÀ

MERCOLEDÌ

Corso tecnico di mountain bike –Livello 2

Ripassa e migliora con Stefan, bike guide qualificata, le tecniche base già apprese, fra imbocco delle curve a gomito, distribuzione del peso, superamento degli ostacoli e frenata, e mettiti alla prova su un trail nel bosco. Indicato per e-bike e mountain bike.

Viti - castelli - residenze

Escursione guidata da esperti nel pittoresco paesaggio di vigneti di Appiano con visita esclusiva a castelli e residenze privati. Un appuntamento da concludere in bellezza davanti a un bicchiere di Pinot Bianco Schulthauser della Cantina San Michele | Appiano, con possibilità di pic-nic sul prato.

Percorso enologico (in primavera e autunno)

Escursione guidata tra i vigneti lungo il sentiero enodidattico di Cornaiano, seguita da una visita alla cantina Girlan, con degustazione e spuntino.

Nel mondo di un viticoltore indipendente

Klaus Lentsch, viticoltore locale, ci farà conoscere la sua cantina e degustare i vini di tre diversi territori classificati. La visita alla cantina viene riproposta anche il venerdì.

GIOVEDÌ

Escursione in mountain bike/e-bike

Alla scoperta dell’incantevole paesaggio di Appiano e dintorni in compagnia della nostra guida ciclistica Stefan. Una grande varietà di fondi e tracciati e bellissimi punti panoramici capaci di fare la gioia di tutti i ciclisti. I percorsi vengono scelti in base alle abilità e condizioni atletiche dei partecipanti. Per informazioni sul noleggio biciclette rivolgersi agli uffici dell’Associazione turistica Appiano.

Vicoli – Vigneti – Cantine

Passeggiata guidata allo storico borgo vinicolo di San Paolo: uno spaccato locale fra storia, architettura, cultura enologica e vita quotidiana. Con impressioni ed emozioni da suggellare con un buon bicchiere della cantina San Paolo.

Dall'uva al vino

Visita alla Cantina San Paolo con degustazione

enologica

L'affascinante mondo della produzione vitivinicola. Una visita guidata alle cantine per scoprire i dettagli della vinificazione e concludere con la degustazione di una selezione di vini.

Vino e delizie culinarie

Degustazione dei migliori vini altoatesini e nazionali in abbinamento a prelibatezze gastronomiche presso la Casa di vini e delizie culinarie “Vis à Vis” di San Paolo.

Arte ed eccellenza distillatoria

Visita alla distilleria St. Urban con degustazione dei suoi pregiati brandy.

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VINO = APPIANO

VENERDÌ

Lezione prova di golf

I fondamenti del golf, fra tipi di mazze, campo da gioco con fairways e greens. Primi tiri con il Pro (istruttore di golf) e i suoi assistenti. Piccola gara finale di putt. A conclusione: chiacchierata informativa davanti a un bicchiere di vino, speck Alto Adige e la tipica schiacciata di segale.

In carrozza fra i vigneti

Al traino dei cavalli fra i vigneti della campagna di Appiano con sosta presso un viticoltore locale per una degustazione di vini.

Camminata da Andriano a Castelforte, Gaido, Castel d’Appiano e ritorno

Itinerario impegnativo, ma assai vario, in partenza da Andriano, con ingresso nella gola per Gaido, salita a Castel d’Appiano e ritorno al punto di partenza. In compagnia di Klaus, guida escursionistica e gran conoscitore di Appiano, Andriano e dintorni.

SABATO

Wine-talk in compagnia

Un momento di degustazione, ascolto, meditazione e conoscenza. Un piccolo viaggio in piacevole compagnia, nella suggestiva cornice della tenuta vinicola Klaus Lentsch. Degustazione guidata di vini locali e specialità italiane.

Il fascino della distillazione

Dalla frutta al distillato: visita con degustazione di acqueviti alla distilleria Ortler.

Ulteriori informazioni su queste ed altre escursioni enogastronomiche rientranti nel programma di appuntamenti settimanali sono raccolte nell’opuscolo dedicato e disponibili inoltre all’indirizzo

eppan.com/programmasettimanale

Per gli ospiti delle strutture aderenti sono previste riduzioni per alcuni eventi selezionati.

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CASTELLI + LAGHI +
Eppan Magazin 79 ATTIVITÀ

Eventi ad Appiano

Tutto l’anno Appiano propone a residenti e turisti una vasta gamma di iniziative ricreative, gastronomiche e culturali.

PROGRAMMA CELEBRAZIONI ANNIVERSARIO | 750° DI EGNONE A CASTEL D’APPIANO

1° giugno

Inaugurazione degli spazi residenziali, conferenza di esperti

1° giugno, a seguire il 1° di ogni mese fino al 1° ottobre Ciclo di conferenze

Dal 1° giugno

Esposizione all’aperto nel Triangolo dei Castelli e negli spazi residenziali di Castel d’Appiano

Estate 2023

Serate di lettura a Castel d’Appiano (programma per bambini)

21 ottobre

Convegno di esperti

22 ottobre

S. Messa solenne a San Paolo

28 ottobre

Concerto di gala della Brass Band Oltradige

e tanto altro!

Ulteriori eventi e date alla pagina eppan.com/eventi. Con riserva di modifiche.

PRIMAVERA

1° aprile Mercato primaverile dell’artigianato SelberGMOCHT

1-2 aprile Sanvit Bike Festival

1-30 aprile Appiano in fiore

Martedì: Corso di cucina primaverile contadina

Giovedì: Tour in (e)-bike per buongustai

Venerdì: In carrozza nella distesa di fiori di Appiano

8 aprile Aperitivo di Pasqua per tutta la famiglia

15 aprile Giornata del vino alla cantina di San Michele Appiano

15 aprile MendelRace

22 aprile Castello in festa a Castel d’Appiano

Da maggio a settembre, ogni venerdì

16.6, 11.8, 18.8, 25.8, 1.9, 8.9, 15.9 & e altre date Concerti serali delle bande musicali e delle corali di Appiano

BM San Paolo | BM Frangarto | BC San Michele | BM Cornaiano

80 Eppan Magazin
ATTIVITÀ

18 e 19 maggio

Spatium Pinot Blanc alla Cantina di San Michele

Appiano

Dal 20 maggio al 1 giugno

Eppan Humor

1° giugno

Thomas Hochkofler

ESTATE

10 e 11 giugno

Castelronda

10 giugno

Notte delle cantine sulla Strada del Vino dell’Alto

Adige

24 giugno

Gschleier Weinkost – Degustazione enologica a Cornaiano

5, 12, 19, 26 luglio e 2, 9, 16, 23, 30 agosto

Mercoledì lungo

Dal 20 al 29 luglio

Settimane enoculturali nel borgo vinicolo di San Paolo

Passeggiata enologica | 20 luglio

Canederli della cucina contadina | 22 luglio

Tavolata enogastronomica | 25 luglio

Enotavola a San Paolo/Appiano | 29 luglio

e altri momenti di spicco a San Paolo

22 luglio

Festa patronale a Castel d’Appiano

6 agosto

Sfilata celebrativa della banda musicale di San Michele

AUTUNNO

Dal 1° al 16 settembre

BikeWeeks

10 settembre

Picnic sui prati di Gaido

16 settembre

Giornata senz’auto sulla Mendola

Dal 18 settembre al 20 ottobre

Settimane d’autunno ad Appiano

30 settembre

Mercato autunnale dell’artigianato SelberGMOCHT

14 ottobre

Giornata del Romanico a Castel d’Appiano

15 ottobre Castelmusika

Autunno 2023

Cucina contadina ad Appiano

Dal 20 ottobre al 5 novembre

Suoni di Vini nelle antiche mura lungo la Strade del Vino

INVERNO

Dal 1° dicembre al 7 gennaio

Avvento ad Appiano

Apertura Mercatino di Natale a San Michele | 1° dicembre

Apertura Natale a Cornaiano | 1° dicembre

Apertura Mostra presepi a San Paolo | 2 dicembre

2a Corsa dei Krampus | 2 dicembre

San Nicolò | 6 dicembre

ATTIVITÀ

Vacanze à la carte

Giornate studiate a tavolino, ma in tutta libertà, scegliendo fra le varie proposte del menù destinazioni. Quasi l’imbarazzo della scelta, grazie alle tante possibilità previste dalle GuestCards personalizzabili. E sempre gratis, per momenti da gustare fino in fondo.

In pullman al museo, trekking in funivia, camminate tra frutteti e vigneti in compagnia di un esperto o escursioni guidate in sella a un’e-bike noleggiata: oltre che avvincenti, le vacanze possono essere realmente spensierate. Il bello di una vacanza, infatti, è non doversi preoccupare di nulla. Proprio questo permettono di fare le tessere personalizzate per gli ospiti. Tessere totalmente gratuite, che danno diritto a tantissime riduzioni.

Prediligi i mezzi pubblici

I vantaggi previsti dalle GuestCards si estendono anche ai mezzi di trasporto sul luogo di vacanza. Non solo ad Appiano, bensì su tutto il territorio della Provincia di Bolzano/Alto Adige. Per muoversi con grande facilità, su un’ampia rete di collegamenti viari, funiviari e ferroviari, non solo in tutta comodità e tranquillità, ma anche rispettando l’ambiente.

Quand’anche dovessi arrivare ad Appiano con la tua quattroruote, la GuestCard ti offre l’opportunità di lasciarla ferma, salendo a bordo dei mezzi pubblici presso una delle tante fermate presenti ovunque.

Il biglietto da utilizzare per la corsa o l’escursione non è altro che la GuestCard, valevole per l’intera durata del soggiorno, senza restrizioni né costi aggiuntivi.

In base al tipo di alloggio

Buono a sapersi: le carte vantaggi vengono rilasciate in base all’alloggio prescelto. A seconda della struttura e delle predilezioni della clientela, la GuestCard sarà disponibile nella versione “mobil&activ” o nella versione “WinePass” dando diritto a tutta una serie di gratuità specifiche. Le proposte fra cui scegliere sono davvero tante e danno la possibilità di personalizzare la vacanza in base ai propri gusti. Le tessere ospiti restano valide per tutta la durata del soggiorno e non sono trasferibili.

Ecco in sintesi il pacchetto di servizi e proposte studiati per farti trascorrere ad Appiano sulla Strada del Vino una vacanza ricca di emozioni:

Consulta
I Eppan
qui gli orari di tutti i mezzi pubblici
82 Eppan Magazin LUOGHI

mobil&activ Card

Nella versione "mobil&activ", la GuestCard include un duplice vantaggio: Uso gratuito di tutti i mezzi pubblici dell'Alto Adige:

- Treni regionali (Brennero – Trento, Malles – San Candido)

- Autobus del trasporto locale (urbani, extraurbani e citybus)

- Funivie del Renon, Maranza, San Genesio, Meltina, Colle e Verano

- Tramvia del Renon e funicolare della Mendola

- AutoPostale Svizzera tra Malles e Müstair

12 servizi di alta qualità, proposti gratuitamente dalle località sulla Strada del Vino dell'Alto Adige:

- Visita storico-culturale nella parrocchia di San Paolo

- In sella con la tecnica giusta

- Passeggiata storico-culturale fra le vie di Caldaro (solo in lingua tedesca)

- Camminata guidata per i frutteti e vigneti, Cortina s.S.d.V.

- Visita guidata di mele al Grieserhof a Nalles | Con i frutticoltori altoatesini

- Escursioni guidate Termeno e dintorni

- Escursione guidata avventurosa per famiglie, Termeno

- Escursioni guidate nelle montagne circostanti, Terlano

- Escursione giornaliera nelle Dolomiti, Termeno

- Tour del paese: Vivere Egna, il più antico mercato del Tirolo e il suo fascino unico

- Visita guidata ai meleti, Caldaro (solo in lingua tedesca)

- Visita guidata alla chiesa gotica di San Giorgio a Corona, fraz. di Cortaccia (solo in lingua tedesca)

WinePass

Nella versione "WinePass", la GuestCard comprende quattro generi di vantaggi:

Uso di tutti i mezzi pubblici dell’Alto Adige:

- Treni regionali (Brennero – Trento, Malles – San Candido)

- Autobus del trasporto locale (urbani, extraurbani, citybus)

- Funivie del Renon, San Genesio, Maranza, Meltina, Colle e Verano

- Tramvia del Renon e funicolare della Mendola

- AutoPostale Svizzera tra Malles e Müstair

- Oltre 90 musei e collezioni inclusi nella museumobil Card

- Circa 70 esperienze incentrate sul vino con il 50% di SCONTO

- Tante attività ricreative con una riduzione del 50%

Scopri tutti i dettagli delle GuestCards "mobil&activ" e "WinePass" alla pagina www.eppan.com/it/guestcards/274-0.html

Meraner Land Express

Il servizio Meraner Land Express, operativo due volte a settimana (mercoledì e sabato) nel periodo dal 26 marzo al 5 novembre, consente di raggiungere comodamente Merano e dintorni anche da Monaco di Baviera, usufruendo inoltre del servizio navetta diretto da e per l’alloggio scelto ad Appiano/Caldaro. A bordo di un comodo pullman turistico, anche il collegamento con la Germania si preannuncia dunque facile e senza lo stress di dover trascinarsi dietro i bagagli. Per dettagli sulle prenotazioni e gli orari di partenza dei pullman è possibile rivolgersi agli uffici dell’Associazione turistica Appiano.

Südtirol Express

Il servizio Südtirol Express, operativo ogni sabato da fine marzo a fine ottobre, collega le località svizzere di San Gallo, Wängi, Winterthur, Zurigo e Langaro con l’Alto Adige, a bordo di un confortevole e moderno pullman turistico, offrendo inoltre il servizio navetta da e per l’alloggio prescelto ad Appiano/Caldaro. Oltre a garantire un comodo trasporto bagagli e persino biciclette, il servizio è gratuito per i bambini sotto i 6 anni e scontato del 50% fino ai 14 anni. Per ulteriori informazioni sulle possibilità di prenotazione e gli orari consultare la pagina www.suedtirolexpress.ch

NOTE EDITORIALI

Redazione: Associazione Turistica Appiano Ideazione grafica, layout: effekt.it Associazione Turistica Appiano Traduzioni: Dunia Cusin, Studio Traduc – Bolzano, Associazione Turistica Appiano

Immagini: Marion Lafogler, LIVEStyle Agency, Klaus Peterlin-allesfoto, Andrea Bianchi Photography, Eppan Wein/Alex Filz, Helmuth Rier, Frieda Petermair, IDM Südtirol, Vis à Vis Enothek KG des Schwarzer Martin, Guenther SKUK, St. Urban distillery, Optik Zublasing, Angelika Schwarz, Edmund Hohrenk, Alexander Gostner, glücklich OHG, Renate Werth Zublasing, Klaus Kostner, Peter Daldos / spherea3D GmbH, TV Eppan, Thomas Amonn, Manuela Tessaro, Thomas Hochkofler, Armin Huber, IDM Südtirol/Helmuth Rier, Burg Hocheppan GmbH, Jan Palma;

Autoren: Petra Kerschbaumer – Und Punkt, Tourismusverein Eppan;

A cura di: Associazione Turistica Appiano, Pres. Evelyn Falser, Dir. Thomas Rauch;

Stampa: Athesia;

Tiratura: 7.000 in tedesco, 1.500 in italiano, 750 in inglese;

Disclaimer: I contenuti di queste pagine sono frutto di un’accurata selezione delle fonti, ciò nonostante non se ne garantisce la correttezza. Riproduzione e utilizzo consentiti solo previo consenso della redazione. Tutti i dati senza garanzia.

Eppan Magazin 83 LUOGHI

SAN MICHELE CORNAIANO SAN PAOLO FRANGARTO MISSIANO RIVA DI SOTTO PREDONICO GAIDO MONTICOLO MONTE GANDA

Eppan Tourismus

Via Stazione 7

I-39057 S. Michele | Appiano sulla Strada del Vino Tel. +39 0471 662 206

info@eppan.com eppan.com

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