mettere a punto il prodotto. La verifica del prototipo voleva dire almeno un altro viaggio. I tempi per preparare una collezione erano biblici rispetto ad oggi. Con i programmi di grafica e progettazione il metodo si è completamente trasformato e con questo la competenza del designer. La posta elettronica, la comunicazione veloce, la possibilità di intervenire con rapidità sullo stesso progetto per apportare le necessarie modifiche comporta un approccio al progetto del tutto diverso. Riusciamo ad essere anche molto più precisi oltre che rapidi. Oggi è possibile “vedere” virtualmente un’intera collezione e fare valutazioni importanti in poco tempo, per non parlare della stampa in 3D che permette in poche ore di avere tra le mani il primo prototipo industrializzabile con tutti i suoi dettagli.
The method has changed, but we cannot ignore the cultural aspect of the product, a set of knowledge such as the nature of the material, the coherence between aesthetics and function, comfort and ergonomics, production processes, interaction with corrective lenses and, above all, craftsmanship, an exercise that passes through manual skill. This is why in eyewear design courses, new recruits are asked to design with a pencil before using a software program and to make the prototype by hand before going on to 3D printing. I think all colleagues of my generation agree that our work today has improved and evolved in an impressive way compared to before, but that the use of the pencil for the first, magical line on the paper with which we imagine a new product, is not nostalgia: it is the essence.
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Per contro, se i programmi di progettazione permettono di arrivare al risultato finale in modo più rapido e preciso, restano solo uno strumento, esattamente come la matita. Il metodo è cambiato ma non si può prescindere dalla cultura del prodotto, un insieme di conoscenze quali la natura del materiale, la coerenza fra estetica e funzione, il comfort e l’ergonomia, i processi di produzione, l’interazione con le lenti correttive e, sopra a tutto, l’artigianalità, esercizio che passa attraverso la sapienza manuale. Questo il motivo per cui nei corsi di progettazione dell’occhiale si chiede alle nuove leve di progettare a matita prima che con un programma e a realizzare a mano il prototipo prima di arrivare alla stampa 3D. Credo di trovare d’accordo tutti i colleghi della mia generazione nell’affermare che il nostro lavoro oggi è migliorato e si è evoluto in modo impressionante rispetto a prima ma che l’uso della matita per il primo, magico tratto sul foglio con il quale immaginiamo un prodotto nuovo, non è nostalgia: è l’essenza.