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Sulla tavola eccellenze “Made in Cuneo” mal pagate alle aziende
-55%
200mila
Anche su questo numero de “L’Agricoltore cuneese” diamo ampio spazio alle eccellenze enogastronomiche di cui la provincia di Cuneo è ricca. Allo scorso Vinitaly di Verona abbiamo proposto, con apprezzamento di tutti gli intervenuti, una degustazione di vini DOC e salumi tipici del nostro territorio. Questo mentre qualche giorno prima a Lagnasco veniva presentato il Distretto del cibo della frutta istituito proprio riconoscendo le unicità dei prodotti che nascono nei frutteti del Saluzzese e non solo. Non basta. Mentre il giornale è in stampa, a Savigliano abbiamo organizzato un convegno che magnifica le proprietà indiscusse della carne di razza Piemontese. Tuttavia, questo elevato livello di qualità, che non ha molti eguali in altre aree d’Italia e d’Europa, non pare così riconosciuto a livello europeo. Non si spiegherebbero altrimenti le innumerevoli norme, che invece di premiare le aziende agricole del Belpaese le soffocano con vincoli e adempimenti privi di reale efficacia. E non bastano le eccezioni, come quella che dopo le richieste di Confagricoltura dovrebbe aver escluso gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali, eliminando ulteriori aggravi anche per gli allevatori di suini e pollame. Occorre lavorare, dunque, per una reale presa di coscienza dei consumatori: se loro hanno visto aumentare i prezzi per l’acquisto di cibo di qualità, non di pari passo è cresciuta la remuneratività di agricoltori e allevatori, con quotazioni ai minimi storici, che non riescono neppure a coprire costi di produzione in netto aumento.
CONVEGNO
PENSIONATI
ANPA CUNEO
IL 25 MAGGIO A CAVALLERMAGGIORE
Giovedì 25 maggio, alle 17, presso “Le Cupole” a Cavallermaggiore (Strada Regionale, 20) avrà luogo il convegno provinciale organizzato dall’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori (ANPA) di Cuneo, aderente a Confagriclotura. Per l’occasione sarà presente anche il segretario generale dell’ANPA, Angelo Santori. Tutti i pensionati associati sono invitati a partecipare a questo importante momento di aggregazione. Dettagli sul programma saranno resi noti nelle prossime settimane. Per saperne di più telefonare allo 0171/692143.
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Ciò che serve
L’Agricoltore cuneese Testata mensile di Agrimpresa Srl Rivista fondata nel 1946
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UNDER 40 NEL 2022
14% % di aziende agricole giovani in Piemonte
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Chiuso in redazione il 26/04/2023
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L’Unione Europea ha ufficializzato l’estensione della “zona rossa” in provincia di Alessandria in relazione all’emergenza della Peste Suina Africana (Psa). Un’azione forte, che dice come il problema continui ad allargarsi a macchia d’olio, senza una netta presa di posizione sugli abbattimenti necessari. Intanto, subito dopo Pasqua, si sono verificati in Liguria diciotto nuovi casi di cinghiali affetti dalla malattia, che portano il totale a quasi 600 positività accertate dall’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. La probabilità che i contagi possano trasmettersi agli allevamenti di suini aumentano e quello che poteva sembrare un rischio sotto controllo, grazie alla recinzione costruita tra Liguria e
PSA, i contagi minacciano gli allevamenti suinicoli cuneesi
ENRICO ALLASIA: “NON È QUESTIONE DI VEDERE SE SI VERIFICHERÀ UN CASO ANCHE NELLE NOSTRE AZIENDE, MA QUANDO CIÒ ACCADRÀ”
di Gilberto ManfrinPiemonte per sbarrare la strada al virus, e gli interventi di depopolamento, solo annunciati ma - come detto - mai entrati nel vivo delle operatività, comincia a non sembrare più tale.
Economia della Granda a rischio “default”
“Con l’arrivo del nuovo Commissario straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, auspichiamo un cambiamento sul modo di operare - afferma il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia -. Serve una maggior operatività. Non è questione di vedere se si verificherà un caso anche nei nostri allevamenti, ma quando. I capi di cinghiali infetti sono in aumento, i ritrovamenti sono tutti al bordo della zona rossa, le reti fanno quello
che possono ma non sono la soluzione. È necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica che siamo di fronte ad un problema enorme. È a rischio un patrimonio basilare per l’economia agricola regionale - prosegue Allasia - che conta su oltre 1.300.000 suini, allevati prevalentemente (900mila capi) in provincia di Cuneo. Se la zona rossa si allargasse ad essa, per la Granda sarebbe il default. La normativa, in tal caso, prevede molti vincoli che rischierebbero di minare numerosi comparti. C’è solo una cosa da fare: ridurre in modo drastico i selvatici”.
“Stiamo lavorando con esperti a una valutazione dell’impatto negativo che avrebbe sull’economia locale il possibile ritrovamento di un caso di PSA in provincia di Cuneo –aggiunge il direttore Roberto Abellonio -. Lo studio sarà oggetto di confronto con le istituzioni provinciali e regionali”.
In gioco la sopravvivenza del comparto
Sulla vicenda, con un intervento sulle colonne della rivista “Mondo Agricolo”, è tornato a prendere posizione anche Rudy Milani, presidente della Federazione nazionale Suinicola di Confagricoltura, intervenuto lo scorso mese di dicembre al convegno “Gestione PSA e biosicurezza negli allevamenti suini” svoltosi a Cavallermaggiore: “Siamo molto preoccupati perché la mappa dei contagi si sta spostando verso le zone suinicole più vocate e perché non condividiamo l’approccio del Governo di affidare la gestione del problema della Psa alle Regioni. È in gioco la sopravvivenza di un comparto dell’agroalimentare italiano di qualità che vale, solo alla produzione 10
miliardi di euro. Se la Psa dovesse avanzare ancora sarebbe una catastrofe, non solo per il settore primario, ma anche per le produzioni Dop della pregiata salumeria italiana”. Milani ha fatto un lucido bilancio sulle contro-misure messe in atto per contrastare la diffusione del virus nei cinghiali: “Nei tredici mesi all’interno dell’area rossa, la zona ad alta positività, si è visto che i casi di positività alla Psa dei cinghiali sono raddoppiati. Abbiamo cominciato il 6 gennaio scorso con i 114 Comuni inseriti nell’area rossa, oggi abbiamo anche alcuni Comuni dell’Emilia-Romagna in area rossa, a cui si sono aggiunti una decina di Comuni della provincia di Cuneo inseriti in area buffer. Questo sta dimostrando l’inefficacia delle reti di
È IN GIOCO IL FUTURO DI UN COMPARTO STRATEGICO DEL “MADE IN ITALY”
contenimento. E non reggono non perché i cinghiali le abbattono, ma perché i cancelli vengono aperti e non chiusi o le reti vengono addirittura portate via per recuperare il materiale utilizzato.
Sulla questione delle reti di contenimento
è l’ora di smetterla di raccontarci delle frottole”.
Azioni di depopolamento solo annunciate
Un altro dato fa capire la portata di questa emergenza annunciata: “Tra positività alla Psa accertata tramite segnalazione o tramite sorveglianza attiva sappiamo – ha aggiunto il presidente della Federazione nazionale di prodotto
– che il 95% è riconducibile alla prima modalità. Questo significa che nessuno, oggi, va alla ricerca del cinghiale infetto e anche che le azioni di depopolamento annunciate non si sono mai tradotte in interventi concreti. In un recente incontro al ministero si è scoperto che la maggioranza degli abbattimenti sono stati eseguiti in Lombardia, unica regione che si è mossa in questa direzione per ridurre il rischio di trasmissione del contagio”. Milani ha sottolineato anche la portata di
una eventuale diffusione della Psa: “Se la mappa dei casi di positività dovesse allungarsi verso ovest potrebbe coinvolgere la provincia di Cuneo che conta quasi un milione di animali allevati. Se, invece,
dovesse spostarsi verso est, come sta succedendo, e avvicinarsi alla provincia di Parma è a rischio l’export dei Prosciutti di Parma, pari al 30% del totale della produzione della provincia”.
Imballaggi, il vino italiano teme una nuova “mazzata”
LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO EUROPEO IN MATERIA
PREVEDE OBBLIGHI PESANTI PER LE AZIENDE VINICOLE
di Paolo RagazzoGIANLUCA DEMARIA
Tra i grandi temi affrontati da Confagricoltura durante lo scorso Vinitaly c’è la proposta di nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre, che rischia di impattare pesantemente su intere filiere strategiche, tra cui il comparto vitivinicolo, cuore pulsante dell’economia nazionale e settore trainante del nostro export, con oltre 12 miliardi di euro di fatturato e 8 miliardi di export. Durante l’evento promosso insieme a Federvini “La revisione della direttiva imballaggi: una riforma a rendere o a perdere?” sono intervenuti gli eurodeputati Silvia Sardone e Pietro Fiocchi, la presidente di Federvini Micaela Pallini, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente
FLAVESCENZA DORATA
del CONAI Luca Ruini. L’associazione agricola ha ribadito che le disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura presentano numerose criticità; quelle che più preoccupano sono indubbiamente il ricorso al riuso anziché al riciclo e la standardizzazione degli imballaggi.
Cosa prevede il regolamento
La proposta di regolamento prevede dal 1° gennaio 2030 l’obbligo del riuso: ciò significa che su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, da 5 a 10 bottiglie dovranno essere riutilizzabili. L’azienda avrà l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori. Un’altra insidia si annida nell’obbligo di minimizzazione: entro il 1° gennaio 2030, infatti, tutti gli imballaggi dovranno ridurre al minimo peso e volume.
Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono prevalentemente
DEMARIA:
“IL RIUSO DEI CONTENITORI NON È COSÌ FACILMENTE IMPLEMENTABILE DA AZIENDE COME LE NOSTRE
ORIENTATE ALL’EXPORT”
bottiglie di vetro - quindi riciclabili al 100% - inoltre, l’Italia nel 2023 ha raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari all’88%, a fronte di un obiettivo UE al 70% entro il 2025. Studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) dimostrano che il riuso ha performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere vs vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km), e il vino è un prodotto vocato all’export.
Confagricoltura perplessa
“Dati che non solo vanificano i benefici attesi dai commissari europei - afferma Massimiliano Giansanti, il presidente di Confagricoltura -, ma evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo. Tutte queste misure andrebbero ponderate avvalendosi di evidenze scientifiche a supporto delle
Confagricoltura chiede maggior coordinamento tra Regioni, ma anche più risorse per contrastarla
La Flavescenza dorata preoccupa i produttori vitivinicoli italiani e Confagricoltura ritiene necessario un intervento efficace da parte delle istituzioni per evitare che questa malattia, una delle più distruttive dei vigneti, comprometta il potenziale produttivo di intere zone viticole. “Dietro il controllo della fitopatia c’è molto di più – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - : c’è il tema dell’economia di un territorio e c’è la questione del lavoro. Dobbiamo fare squadra e collaborare con tutte le istituzioni, perché la situazione è di emergenza e per questo chiediamo che vengano assegnati fondi di emergenza”.
È necessario un maggior coordinamento tra i vari sistemi, regionali e nazionale, con il supporto dei consorzi di tutela, ma servono risorse per rafforzare la strategia di contrasto alla Flavescenza dorata. “Fondi appropriati e commisurati alla gravità della situazione, in grado non solo di finanziare la sostituzione delle viti estirpate, ma anche e soprattutto di coprire il potenziamento di una serie di azioni coordinate di lotta alla fitopatia”, ricorda Confagricoltura.
decisioni anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino e considerando tutte le esternalità ambientali e anche quelle in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche, determinanti per il settore”.
“Comprendiamo bene la necessità di trovare misure sempre più rispettose dell’ambiente, ma quanto pensato dalle istituzioni europee sul tema contiene elementi che ci lasciano molto perplessi, con benefici attesi in termini di sostenibilità tutti da dimostrare – dichiara Gianluca Demaria, presidente della Sezione Vitivinicola Uve Rosse di Confagricoltura Cuneo e della Sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte –. In un comparto, come quello vitivinicolo, composto da numerose imprese di medie e piccole dimensioni, inoltre, le ripercussioni di queste nuove disposizioni sugli imballaggi rischiano di essere un macigno, sia a livello di costi
che dal punto di vista dell’organizzazione aziendale. Il concetto del riutilizzo dei contenitori, ad esempio, non è così facilmente implementabile da realtà, come le nostre, fortemente orientate all’export e con bottiglie di vino che finiscono in ogni angolo del mondo. Molto complesso è immaginare, infatti, di mettere in piedi un sistema che permetta di raccogliere, lavare e sanificare le bottiglie per poi rimetterle sul mercato”.
Per quanto riguarda l’etichettatura, la Commissione Ue propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Occorre l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali.
“Abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento europeo di mobilitarsi per tutelare le imprese del
Viticoltura di Precisione (Vi.P.), attività in campo
PROSEGUONO LE OPERAZIONI IN VIGNETO DEL PROGETTO DI CUI È PARTNER LA CONFAGRICOLTURA DI CUNEO
Proseguono con un’intensa fase di prove in campo, che si susseguiranno con sempre più frequenza nei prossimi mesi della campagna 2023, le attività del progetto Vi.P. – Viticoltura di Precisione che si propone di studiare, sviluppare e verificare sperimentalmente l’uso di un sistema di diagnosi, prescrizione e realizzazione degli interventi da effettuarsi sulla viticoltura, applicando il concetto di Agricoltura di Precisione, con l’obiettivo di migliorare la produttività e diminuire le risorse impiegate. L’attenzione è posta sullo stress idrico, sulle carenze nutrizionali e sulle malattie.
In particolar modo, in questa fase in campo, le iniziative stanno coinvolgen-
do l’azienda agricola di Mirko Arione a Castiglione Tinella, capofila del progetto, e prevedono la creazione di un modello che dovrà permettere la diagnosi puntuale del vigneto, grazie all’ausilio di droni e attraverso sistemi di telerilevamento, analisi multispettrale, per individuare le differenti cause di stress e malattie presenti nella coltura. L’obiettivo ultimo è l’individuazione di un modello riproducibile al servizio delle aziende del comparto vitivinicolo.
Il progetto riunisce in partnership soggetti di diverso profilo (agricolo, industriale, di ricerca, di servizio e associativo), nello specifico: Confagricoltura Cuneo, Merlo Spa, Merlo Project, Altec,
oltre questa distanza le performance ambientali del “riutilizzo” sono poche
VUOTO A RENDERE
settore e l’intero sistema produttivo del Paese, in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti criticità riscontrate nella proposta di Regolamento”, conclude Giansanti.
GIANSANTI: “ABBIAMO CHIESTO AL GOVERNO E AI DEPUTATI ITALIANI AL PARLAMENTO EUROPEO DI MOBILITARSI PER TUTELARE LE IMPRESE DEL COMPARTO”
Egea New Energy SpA, Agroinnova – Università degli Studi di Torino, AgriNewTech S.r.l. e IDS ed è finanziato nell’ambito del Psr 2014/2020 della Regione Piemonte, dalla misura 16 – Cooperazione, Operazione 16.1.1 - Costituzione, gestione e operatività dei gruppi operativi dei PEI.
Vini, crudo di Cuneo DOP e salame “superstar” a Verona
ECCELLENZE DELLA ‘GRANDA’ HANNO INCONTRATO QUELLE DI SIENA
E BRESCIA NELL’EVENTO DI CONFAGRICOLTURA AL VINITALY
Vini e salumi cuneesi sono stati protagonisti martedì 4 aprile al Vinitaly di Verona dell’incontro organizzato da Confagricoltura Cuneo, Confagricoltura Brescia e Unione provinciale agricoltori di Siena. L’evento, dal titolo, “Siena, Cuneo e Brescia: vino e salumi della tradizione – Condivisione e unione di sapori a Vinitaly 2023” è stato occasione per valorizzare le eccellenze dei tre diversi capoluoghi, accomunati da un’importante tradizione di pregevoli vini e insaccati. Per Cuneo sono stati presentati Langhe Favorita Doc e Barbera d’Alba Doc, abbinati al prosciutto Crudo di Cuneo Dop e al Salame Cotto de La Granda; per Brescia il Salame di Montisola abbinato al Franciacorta e l’Os de stomec con il Lugana. Per Siena, la sbrisolona di grigio senese di Scorgiano e salame di cinta senese di Scorgiano abbinati all’Acciaiolo Toscana Igt di Albola e al Solengo Igt di Argiano. L’evento ha registrato una folta
partecipazione di pubblico (appassionati, esperti del settore, food&wine blogger…) sia in presenza che on-line sul sito www.confagricoltura. it.
Cuneo patria di vini e salumi pregiati
“La provincia di Cuneo, conosciuta come la Granda per la sua estensione, è anche terra di grande produzione di salumi e vini di qualità indiscussa. Sono oltre 900mila i suini allevati sul nostro territorio e le loro cosce diventano non soltanto Parma DOP e San Daniele DOP, ma anche una specialità locale: il prosciutto Crudo di Cuneo DOP. Il nostro territorio vanta inoltre sette varietà di Docg e tredici Doc, ciascuna con le sue peculiarità e la sua storia. Cuneo, Brescia e Siena sono tre province italiane diverse tra loro, ma accomunate dalla passione e dalla dedizione dei loro agricoltori e allevatori che danno vita a incredibili eccellenze enogastronomiche”. Così il direttore di Confagricoltura
Cuneo, Roberto Abellonio, ha dato il via all’evento, anticipato dall’intervento di Fabiola Materozzi in rappresentanza dell’Unione provinciale di Siena, e seguito da quello di Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia.
La presidente del Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo Dop, Chiara Astesana, ha poi preso la parola per raccontare come nasce il salume, evidenziando che il Cuneese è patria dei tre elementi essenziali per la realizzazione del prodotto: la coscia di suino, in quanto la provincia è terza tra i produttori di suini in Italia, il sale, commercio da sempre florido nel territorio, e il clima favorevole con un’umidità eccezionale, la protezione delle Alpi e l’aria marina in arrivo da Liguria e Costa Azzurra. L’abbinamento del crudo di
Cuneo Dop al Langhe Favorita Doc è stato ampiamente apprezzato dal pubblico; eccellente anche l’accostamento della Barbera d’Alba Doc con il Salame Cotto La Granda: il salume è stato definito innovativo e molto apprezzato, in particolare per gli elementi d’eccezione inseriti al suo interno, tra cui alcuni presidi Slow Food.
Stefano Mosca, direttore dell’Ente Fiera di Alba, ha poi presentato nel dettaglio l’evento “Vinum Alba” che accoglie moltissime etichette cuneesi affiancate allo “street food d’langa”, con visite in cantina sul territorio, aperitivi stellati e cene con prodotti di eccellenza.
A seguire il focus e le degustazioni si sono spostati sugli altri prodotti di eccellenza dei territori di Brescia e Siena. L’evento è stato moderato dalla sommelier e narratrice digitale Adua Villa, con l’intervento di Fabrizio Nonis – El Beker, macellaio professionista, giornalista e comunicatore enogastronomico e Gelasio Gaetani Lovetelli
D’Aragona, scrittore, giornalista e wine expert.
una gestione moderna degli ecosistemi agricoli e dei processi agroindustriali e di fronte alle sfide della sostenibilità e dell’ecocompatibilità dobbiamo iniziare a dire dei sì a: scienza, ricerca, sperimentazione e cooperazione scientifico-tecnica fra enti di studio e sistemi imprenditoriali. Il miglioramento genetico è una possibile soluzione alla nostra portata. Confagricoltura, su questo fronte, è da sempre favorevole alla sperimentazione delle biotecnologie, riconoscendo che possono dare un valido contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici, alle fisiopatie ed alla diminuzione dell’uso di antiparassitari, e allo stesso tempo dare la possibilità alle imprese italiane ed europee di aumentare la produttività, contenendo i costi economici ed ambientali. Per questo, da anni chiediamo all’Unione Europea e ai Governi nazionali un’accelerazione nella regolamentazione per l’uso delle biotecnologie in ambito comunitario”. È questo il messaggio conclusivo lanciato da Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, al convegno “Miglioramento genetico di nuova generazione al servizio della viticoltura piemontese”, organizzato mercoledì 22 marzo ad Alba da Confagricoltura Cuneo e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP), in collaborazione con Banca d’Alba che lo ha ospitato nella sua sede. Il tema è stato introdotto da
In vigneto servono più “sì” alla scienza
IN UN CONVEGNO AD ALBA APPROFONDITE LE TECNICHE DI MIGLIORAMENTO GENETICO
Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Piemonte, che ha rimarcato: “La nostra agricoltura deve essere resiliente per reagire e adattarsi ai cambiamenti del clima, ma lo può fare solo con l’innovazione; la genetica e le biotecnologie hanno fatto passi da gigante, anche se spesso le risposte non sono così immediate. Oltre a formare i nostri giovani e continuare con la ricerca, allo stesso tempo sarebbe opportuno passare dal laboratorio all’introduzione in pieno campo, per applicare le novità della scienza in progetti pilota. Solo così potremmo dare risposte concrete al settore e continuare a produrre le eccellenze del Made in Italy piemontese”.
Si sono susseguiti, poi, gli interventi degli esperti dell’Università di Torino e del CNR che sono entrati nel merito delle potenzialità della genetica a servizio della vitivinicoltura. Sergio Lanteri, del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università degli Studi di Torino, ha tracciato una panoramica dell’evoluzione della genetica, per arrivare alle più recenti innovazioni della cisgenesi e del genoma editing, sottolineando però come attualmente nel mondo su 1 miliardo di ettari coltivati, 190 milioni di ettari producono OGM (soprattutto in Brasile,
Canada, Usa, India e Cina).
Ciò non è possibile in Europa, ma paradossale è il caso della soia che noi importiamo per gli allevamenti e che, nella stragrande maggioranza dei casi, è geneticamente modificata. Adesso con le nuove tecniche si può intervenire su uno o più geni in modo preciso, per avere piante più tolleranti a stress, riducendo impiego di fitofarmaci.
Il suggerimento di Angelo Gaja
Irene Perrone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNRIPSP), ha affrontato il tema del Gene Editing per il miglioramento delle viti da vino evidenziando i risultati ottenuti e le potenzialità. In particolare, ha sottolineato il lavoro fatto per ottenere Nebbioli “editati” e micro RNA specifici di vite per aumentare la difesa dai patogeni, ricordando però come la legislazione europea
in materia non consenta di procedere con i test in campo. La collega Chiara Pagliarani, invece, ha approfondito la generazione di nuovi genotipi di vite con maggiore tolleranza agli stress ambientali, per un approccio di immediata applicazione, attraverso l’individuazione di somacloni di Nebbiolo pronti a sopportare gli stress idrici o diverse linee somaclonali di Brachetto resistenti alla peronospera. Ad aprire il dibattito finale è stato l’intervento del produttore vinicolo Angelo Gaja che, facendo sue le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha invitato i presenti in sala a “leggere il presente con gli occhi di domani” per sapersi adeguare a quanto ci impone il cambiamento climatico e ad evolvere anche approfittando delle innovazioni della scienza. Inoltre, consapevole del lungo tempo necessario per implementare tali novità, ha suggerito di rivalutare la lotta integrata e tutte quelle pratiche agronomiche che salvaguardano il territorio e le riserve idriche, aprendo in casi particolari alla possibilità di testare anche irrigazioni di soccorso.
L’intervento di Enrico Allasia al convegno in Banca d’Alba
“Per
“ARPEA snodo importante per il settore piemontese”
IL NEO DIRETTORE ALBERTO MARENGO ILLUSTRA DIFFICOLTÀ E OBIETTIVI DELL’AGENZIA PER LE EROGAZIONI IN AGRICOLTURA di Fabio
RuberoLo scorso 5 febbraio è stato nominato dalla Regione Piemonte direttore di ARPEA, Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura. Alberto Marengo oggi guida, dunque, quello che è diventato l’ente regionale pagatore per tutti i regimi di spesa, che per loro natura non devono essere gestiti a livello nazionale.
Dottor Marengo, una grande soddisfazione, ma anche un’importante responsabilità.
“Certamente ARPEA rappresenta uno snodo importante per il settore agricolo piemontese e necessita di una costante e forte attenzione per mantenere il servizio reso ad un livello adeguato, così da rappresentare un elemento positivo in piena sintonia con il grande impegno profuso dall’Amministrazione regionale a sostegno del mondo agroalimentare”.
Quali sono le maggiori difficoltà che riscontra chi si trova a dover fare da raccordo tra chi eroga i contributi (Unione Europea, Stato, Regione e non solo) e chi li deve ricevere (aziende agricole)?
“Non si può sottacere che il sistema utilizzato dall’Unione Europea, non foss’altro per la vastità di norme, attori e finanziamenti erogati, è estremamente complesso e spesso risulta arduo coniugarlo con le esigenze concrete ed impellenti dei nostri agricoltori. In questo risulta determinante il rapporto di costante collaborazione che intercorre con le organizzazioni agricole”.
Lei arriva in un momento in cui l’Ente si trova a sostenere un importante cambiamento dovuto alla direttiva ministeriale che gli conferisce una nuova operatività. Come vive questo cambiamento?
“Il cambiamento è notevole tenendo conto che la nuova PAC comporta un sostanziale cambiamento di ruolo degli Organismi Pagatori che assumono diretta responsabilità relativamente ai dati del sistema nei confronti dell’Unione Europea e dovranno attuare un sistema di monitoraggio tutto nuovo ed estremamente impegnativo. A ciò si aggiunge il riconoscimento di ARPEA anche relativamente agli OCM. La preoccupazione non è tanto per l’aumento, pur significativo, del carico di lavoro, quanto per lo stato di ridotto personale a disposizione dell’Agenzia: infatti il mio personale im-
LA NUOVA PAC COMPORTA UN SOSTANZIALE
CAMBIAMENTO DI RUOLO DEGLI ORGANISMI PAGATORI A CUI È RICHIESTO PIÙ IMPEGNO
pegno più pressante è proprio l’adeguamento strutturale dell’Agenzia rispetto al quale si frappongono vincoli normativi di non facile superamento e la difficoltà di reperire personale tecnico in questo particolare momento storico. Sono però fiducioso del buon esito di questo percorso di crescita grazie al forte impegno che hanno sempre messo in campo i dipendenti di ARPEA nel superare i momenti difficili ed al tangibile sostegno del Presidente Cirio, dell’Assessore Protopapa e della Giunta tutta”. Un PSR, il 2023-2027, entrato nelle scorse settimane nella fase attuativa con la pubblicazione dei primi bandi. A che punto siamo?
“Come Organismo Pagatore noi entreremo in campo in una fase successiva. La gestione dei bandi è di diretta competenza dell’Assessorato Agricoltura, a differenza della Domanda Unica che afferisce all’Agenzia. Comunque, la nostra attività di preparazione per la fase di erogazione dei finanziamenti è già stata attivata; del resto la collaborazione con l’Assessorato è costante e necessariamente molto stretta su tutti i fronti”.
Quanto sono importanti i contributi del PSR per le aziende agricole piemontesi?
“Gli interventi previsti e attivati dalla Regione Piemonte in relazione allo Sviluppo Rurale per quanto riguarda la Programmazione 2023 – 2027, sono essenziali per le aziende agricole; in abbinamento con i premi diretti, costituiscono un forte incentivo alla responsabilizzazione delle aziende che si assumono impegni aggiuntivi finalizzati agli obiettivi voluti
dal Parlamento europeo, con particolare riferimento agli impegni climatico ambientali”.
Quali possibilità possono offrire in un momento di oggettiva difficoltà e cambiamento come quello che stiamo vivendo?
“È un cambiamento epocale, non solo per le imprese agricole che devono organizzarsi e investire in processi nuovi ma essenziali per le politiche comunitarie, ma anche per le amministrazioni coinvolte nel processo di verifica e pagamento, che con la nuova programmazione dovranno dimostrare di essere capaci e attrezzate per raggiungere fattivamente gli obiettivi della nuova PAC, diminuendo i tempi di attese dei beneficiari finali e introducendo processi più snelli e meno burocratici; situazione che non può che essere un bene per il sistema agricolo italiano”.
“Ringraziamo il dott. Alberto Marengo per la disponibilità dimostrata e per i buoni intenti esposti” ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte al termine dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi a Torino (in foto), nella sede dell’Arpea.Il neo eletto direttore dell’Ente ha ricevuto il presidente e il direttore dell’associazione datoriale degli imprenditori agricoli piemontesi, prospettando cambiamenti nella gestione dei pagamenti e un miglioramento delle comunicazioni tra la Pubblica Amministrazione, in quanto organismo tecnico, l’Europa quale interlocutore finale, e le aziende agricole, beneficiarie degli aiuti comunitari. “Auspichiamo che Arpea si configuri in futuro come lo strumento operativo tecnico-finanziario della Regione Piemonte in grado di colloquiare proficuamente con i territori, sviluppandone al meglio le potenzialità, gestendo gli interessi di Bruxelles tenendo in considerazione le problematiche riscontrate ogni giorno dagli agricoltori” ha concluso il direttore di Confagricoltura Piemonte, Lella Bassignana, intervenuta per l’occasione evidenziando quanto il settore primario sia messo a dura prova da pesanti e continui aumenti dei costi di gestione.
Con disponibilità dei seguenti utensili:
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Flussi, fare presto un nuovo Decreto
LO AUSPICA CONFAGRICOLTURA DOPO IL CLICK DAY CON IL TRIPLO DELLE RICHIESTE
“Il Click-Day del 27 marzo scorso per la presentazione delle richieste di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali riconosciuti dal Decreto Flussi ha confermato, come da previsioni, che la quota attualmente prevista è assolutamente insufficiente per non rischiare di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi Appena un’ora dopo l’apertura del Click-Day, il numero di richieste giunte
al Viminale toccava già le 245.000, ovvero il triplo delle quote previste”. Così Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte commenta l’esito insufficiente delle operazioni per la ricezione delle domande di lavoro sul portale dedicato.
Si tratta, infatti, di poco più di 82.000 ingressi concessi in totale, di cui appena 44.000 nel settore agricolo e solo 22.000 destinati alle Associazioni datoriali di
categoria, contro i 67 mila operai agricoli censiti nel 2021 e gli 81 mila del 2022, di cui una significativa parte rappresentata dagli stagionali, che si prevede siano in ulteriore incremento per l’annata in corso.
Il direttore delle Politiche del lavoro di Confagricoltura, Roberto Caponi, ha sottolineato la necessità al Governo di emanare al più presto un nuovo Decreto Flussi, al fine di andare a coprire il reale fabbisogno
di manodopera stagionale nel settore agricolo non solo per il 2023, ma anche per le prossime due stagioni, dato che la nuova programmazione dei lavoratori in ingresso in Italia sarà triennale.
“Anche per quanto riguarda nello specifico il Piemonte, possiamo dire che il contingente assegnato al settore primario non soddisfa le richieste delle nostre aziende – continua Allasia –. Le eccellenze agroalimentari sono il fiore all’occhiello dell’economia piemontese e abbiamo già inviato agli organi competenti una richiesta per coprire il fabbisogno delle aziende della provincia di Cuneo. Auspichiamo che venga emanata al più presto una nuova ordinanza di
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ALLASIA: “ABBIAMO GIÀ INVIATO RICHIESTA PER
legge per integrare la quota di lavoratori, mantenendo la formula semplificata del silenzio/assenso, secondo cui se in 30 giorni non c’è diniego da parte delle amministrazioni, la richiesta deve intendersi accolta”. Recentemente sul tema è intervenuto pubblicamente anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti che ha sottolineato come manchino circa 200
mila addetti nell’agricoltura in tutto il Paese, con regioni dove già adesso la carenza di manodopera è drammatica e potrebbe compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi per la stagione. “Lo diciamo da anni: in campagna c’è bisogno di lavoratori e per noi non c’è distinzione di nazionalità. Ci farebbe piacere assumere cittadini italiani - precisa Giansanti -, ma non possiamo fare a meno di chi arriva da lontano. Oggi non è più l’agricoltura di una volta, ci sono aziende strutturate e i giovani possono trovare belle soddisfazioni”. Auspicando dunque “un ripensamento in chi invece ha preferito percepire il reddito di cittadinanza”.
PRIORITÀ AL GOVERNO DEF, le richieste di Confagricoltura
“Rafforzare la posizione negoziale dei produttori agricoli nella fase di formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare, in modo che il prezzo riconosciuto ai produttori agricoli sia allineato sui costi di produzione”. Lo ha chiesto il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, all’audizione sul Documento di Economia e Finanza (DEF) dinanzi alle Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera.
Nel 2022 la produzione agricola italiana si è ridotta dello 0,7%, le coltivazioni sono diminuite del 2,2%, con riflessi sui prezzi al consumo che ha avuto picchi del 12,9% a ottobre e del 15,5% nel febbraio scorso per i prodotti alimentari lavorati. “In questo contesto – ha aggiunto Barrile – risultano essenziali quelle misure in grado di garantire la tenuta delle imprese”. Preoccupa, pertanto, l’assenza di interventi di correzione delle aliquote di agevolazione sul credito d’imposta Transizione 4.0, ancora dimezzate rispetto al 2022”. La richiesta di Confagricoltura è di ripristinare le aliquote del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al 40% (beni strumentali 4.0), auspicando allo stesso tempo un più generale riconoscimento dell’agevolazione anche per altre tipologie di beni. “Ribadiamo infine la richiesta di inserire il settore primario all’interno della categoria dei comparti energivori”, ha concluso Barrile.
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RISERVE IDRICHE
Giovani agricoltori per aziende più innovative
SECONDO IL 7° CENSIMENTO ISTAT LE IMPRESE GUIDATE DA UNDER 40 SONO PIÙ DIGITALI E SOSTENIBILI
di Anna PellegrinoWALTER AUDISIO
Le aziende agricole guidate da giovani sono più digitalizzate, più sostenibili e più attente alle novità. Lo racconta il 7° Censimento generale dell’Agricoltura rilasciato da Istat con dati che indicano come i capo azienda
PSR 2023 - 2027
giovani tendano a guidare particolari tipologie di aziende, fortemente caratterizzate da alcuni fattori identificativi. I giovani agricoltori hanno un livello di istruzione decisamente più elevato rispetto alla media generale dei loro colleghi di tutte le età, sia a livello nazionale sia nelle singole regioni: il 50% ha conseguito un diploma di scuola media superiore e il 19% ha una laurea; inoltre, il 46,5% dei giovani capi azienda ha dichiarato di aver
frequentato almeno un corso di formazione, questo dato scende al 27,2% tra gli “over 40”. Il miglior livello di istruzione ha effetti positivi su aspetti diversi dell’attività aziendale: ad esempio nelle aziende condotte da giovani si riscontra un livello di digitalizzazione più che doppio rispetto a quelle dei colleghi più anziani (33,6% contro il 14%) e vi è, inoltre, una maggiore propensione agli investimenti innovativi (24,4% contro il 9,7%).
Presto in arrivo un bando per i giovani agricoltori
La Regione ha attivato la nuova programmazione dello Sviluppo Rurale del Piemonte per il periodo 2023 – 2027, con una dotazione finanziaria di 756 milioni di euro, dei quali andranno a beneficiare nei prossimi anni oltre 50 mila aziende agricole su un milione di ettari di superficie agricola. In particolare, nei prossimi mesi verrà pubblicato un bando da 43 milioni a sostegno dei giovani che decidono di aprire nuove attività
Il bando sarà dedicato ai giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e i 40 anni, che si insediano per la prima volta come capo azienda e diventano agricoltori attivi, presentando un piano aziendale per lo sviluppo dell’attività, da realizzarsi entro 18 mesi dall’ammissione al premio. L’intervento sarà volto a sostenere i giovani agricoltori nelle fasi iniziali d’insediamento, favorendo l’acquisizione dei terreni, dei capitali e delle conoscenze con premio in conto capitale di un importo forfettario di 45.000 euro (55.000 euro in zone montane) diviso in due rate (acconto 70%, saldo 30%). Sarà possibile l’insediamento di più giovani nella stessa azienda.
COSTI DEI TERRENI
ELEVATI E DIFFICOLTÀ DI ACCESSO AL CREDITO
Walter Audisio, presidente di ANGA(Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) di Confagricoltura Cuneo, commenta i dati del Censimento, confermando la situazione dei giovani agricoltori della provincia Granda. “Anche le aziende dei giovani cuneesi investono in tecnologia di avanguardia. Nei frutteti si lavora sul risparmio idrico, nelle stalle di suini si usa il controllo da remoto per l’alimentazione, in quelle delle mucche da latte la strumentazione è sempre più innovativa. Viste anche le molte difficoltà che sta vivendo il nostro settore, noi giovani agricoltori stiamo cercando di rinnovare la mentalità in alcuni casi tradizionalista dell’agricoltore, lavorando con maggior spirito imprenditoriale, costruendo, ad esempio, business plan che prendano in considerazione anche i cambiamenti climatici”.
Il Censimento generale dell’Agricoltura
indica, inoltre, che le aziende guidate dagli under 40 hanno una superficie media quasi doppia rispetto a quella del totale delle imprese agricole italiane, con terreni in affitto e non di proprietà. “I costi dei terreni sono altissimi, quindi spesso conviene l’affitto rispetto all’acquisto. Inoltre, l’accesso al credito è molto complesso per noi giovani; è molto più complicato rispetto ad un tempo cavarsela da soli: le banche difficilmente sostengono i nostri investimenti senza una solida garanzia alle spalle. Il sistema dell’accesso al credito per i giovani è da rivedere” spiega Audisio. Infine, Istat conferma che le aziende degli “under 40” sono più propense alla pratica biologica, alla multifunzionalità e alla diversificazione delle attività con, ad esempio, una consistente crescita del numero di agriturismi, agrimacellerie e agriasili e di trasformazione e vendita diretta. “Spesso la diversificazione dell’attività permette di avere una redditività complementare a quella dell’azienda agricola. Nonostante la troppa burocrazia spesso cerchi di metterci i bastoni tra le ruote, noi giovani
siamo resilienti e crediamo in ciò che facciamo” conclude il presidente dell’ANGA.
Sempre meno
giovani agricoltori in Italia e UE
Nonostante l’innovazione, la voglia di imparare e le nuove tecnologie i giovani non riescono ancora a decollare nel proprio ruolo. Lo dimostrano i dati che indicano
una perdita, in Italia, di circa il 20% delle aziende guidate da under 35 negli ultimi dieci anni: dalle
186.491 nel 2010 alle
104.886 nel 2020.
Rispetto al 2010, nel
2020 la percentuale di aziende agricole con capo azienda giovane è scesa dall’11,5% al 9,3%.
Questi dati sono confermati dagli ultimi raccolti da Eurostat, riferiti al 2016, che indicavano che nell’UE solo l’11% dei capo azienda avevano fino a 40 anni. Di fronte all’invecchiamento della popolazione agricola l’Unione Europea sta intensificando gli sforzi per incoraggiare un maggior numero di giovani ad avviare un’attività agricola, tramite aiuti per far decollare l’attività con sovvenzioni
all’avvio, sussidi al reddito e altre forme di sostegno come la formazione supplementare. Sostenere la prossima generazione di agricoltori europei non ha soltanto l’obiettivo di migliorare la competitività futura dell’agricoltura europea, ma contribuisce anche a garantire l’approvvigionamento alimentare dell’Europa per gli anni a venire.
Il Piemonte inverte la tendenza
Il rapporto annuale sul Piemonte Rurale 2022 dell’IRES (Istituto di Ricerche Economico-Sociali del Piemon-
te), basandosi sui dati forniti dall’Anagrafe Agricola della Regione Piemonte, conferma che il settore agricolo sia uno di quelli in cui la componente “anziana” è maggioritaria. Tuttavia, osservando l’andamento di questi dati nel corso degli ultimi 15 anni, si scorgono alcune note positive. A partire dal 2016, infatti, si registra un’inversione di tendenza nella percentuale di aziende giovani (il minimo è stato toccato nel 2015 con l’11,5%) e il 2022, dopo un triennio di stabilità ha fatto segnare un nuovo aumento
portando questa quota oltre il 14%. In ogni caso, nel 2022, la percentuale di “over 65” in Piemonte è rimasta molto elevata, il 32% del totale, un numero altissimo se si considera che l’età della pensione per vecchiaia in Italia è fissata a 67 anni e che la media nazionale dei pensionati in agricoltura è ancora più bassa (circa 62 anni).
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Bene l’ok al Registro dei crediti di carbonio
CONFAGRICOLTURA ESPRIME APPREZZAMENTO PER IL VIA LIBERA ALL’EMENDAMENTO AL DECRETO LEGGE PNRR
“Agricoltura e foreste sono le uniche attività produttive in grado di sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera, incorporandola stabilmente nei suoli e nei vegetali, andando così a compensare le emissioni di CO2 residue anche di altri settori produttivi. Per questi motivi gli agricoltori, i silvicoltori e i gestori del territorio hanno elevate attese sullo sviluppo di un nuovo modello economico legato all’assorbimento di carbonio nei suoli”. Esprime la sua soddisfazione il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, circa l’approvazione dell’emendamento al decreto-legge PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili, che prevede l’istituzione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali presso il CREA. L’iniziativa valorizza la capacità delle imprese agroforestali di “imbrigliare” la CO2 attraverso i servizi ecosistemici svolti nella gestione del patrimonio agro-forestale nazionale. L’emendamento mira a definire il modo in cui le quantità di carbonio immagazzinato verranno certificate e trasformate in crediti da scambiare su un mercato unico e condiviso.
La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto le 419,13 parti per milione (ppm) con un aumento di 1,82 parti per milione rispetto al 2022. Lo dicono i recenti dati dell’osser-
vatorio NOAA, situato a 3 387 metri sul vulcano Mauna Loa sull’isola di Hawaii. Si tratta di un nuovo, negativo, record: in 63 anni non era mai stata rilevata così tanta CO2 nell’aria.
“Alla luce di questa notizia è fondamentale definire le regole per il mercato dei crediti di carbonio. Uno strumento importante per raggiungere l’obiettivo del Green Deal europeo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 - prosegue Confagricoltura -. Parallelamente, è altrettanto importante mettere il settore primario nelle condizioni di esercitare il ruolo, che riveste da sempre, di ambito produttivo capace di catturare e immagazzinare il carbonio prodotto dalle attività umane”.
DEFINIRE REGOLE PER IL MERCATO DEI CREDITI DI CARBONIO PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI EUROPEI
Si guarda con favore al disegno di legge sulle TEA Confagricoltura guarda con grande interesse anche ad un’altra recente iniziativa messa in campo dal Governo. L’associazione, infatti, da tempo sostiene l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico e il disegno di legge sulle Tea (Tecniche di evoluzione assistita) – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Non solo. Le tecniche di evoluzione assistita permettono di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda di cibo e per mantenere alta la qualità Made in Italy. Questo permetterà all’Italia di essere pronta quando verrà pubblicato il Regolamento che la Commissione Ue intende proporre per regolamentare le nuove tecniche genomiche.
CSR 2023-2027: BANDI PER GLI
INTERVENTI AGRO-CLIMATICOAMBIENTALI E PER IL BIOLOGICO
A decorrere dal 6 aprile 2023 è operativo l’applicativo “Sviluppo rurale 2023-2027” di SIAP per la presentazione delle domande di aiuto/pagamento dei seguenti interventi dello sviluppo rurale 2023-2027:
1) SRA 29 - Agricoltura biologica (Azione 1 e Azione 2)
L’intervento SRA 29 riconosce un contributo a chi adotta e mantiene le pratiche di produzione biologica con le sue due azioni
CODICE INTERVENTO
SRA29 AZIONE 1 - CONVERSIONE ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA
SRA29 AZIONE 2 - MANTENIMENTO DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA
INQUADRANDO IL QR CODE È POSSIBILE ACCEDERE AL TESTO COMPLETO DEL BANDO REGIONALE
2) SRA-ACA - Agroclimatico-ambientali:
La Deliberazione (DGR) della Giunta regionale n. 1- 6605 del 16/03/2023 ha stabilito l’attivazione delle risorse necessarie alla copertura finanziaria, per la durata di un quinquennio, dei seguenti interventi, oggetto delle presenti disposizioni:
- SRA-ACA1 Produzione integrata;
- SRA-ACA3 Azione 2 Tecniche di lavorazione ridotta dei suoli: minima lavorazione e/o di tecniche di lavorazione a bande;
- SRA-ACA5 Inerbimento colture arboree;
- SRA-ACA6 Cover crops;
- SRA-ACA8 Azione 3 Gestione pascoli permanenti;
- SRA-ACA14 Allevatori custodi dell’agrobiodiversità;
- SRA-ACA17 Impegni specifici di convivenza con la fauna selvatica;
- SRA-ACA24 Pratiche agricoltura di precisione.
INQUADRANDO IL QR CODE È POSSIBILE ACCEDERE AL TESTO COMPLETO DEL BANDO REGIONALE
Per informazioni rivolgersi al proprio ufficio CAA di riferimento.
SCADENZA PAGAMENTO CONTROLLI ASL
Le Asl del territorio di competenza in questi giorni stanno trasmettendo alle PEC degli operatori del settore alimentare (aziende agricole trasformatrici) la comunicazione relativa al pagamento delle tariffe forfettarie annue come definito dal Decreto legislativo 32/2021 riguardante i controlli ufficiali.
Le tariffe sono state definite sulla base dell’autocertificazione trasmessa delle aziende lo scorso anno; qualora vi siano delle modifiche riguardanti la produzione aziendale occorre inviare nuovamente via PEC all’ASL di competenza l’autocertificazione.
Si ricorda che il pagamento deve essere regolarizzato entro 60 gg dal ricevimento della PEC, in caso di inadempienza sarà applicata una maggiorazione del 30%.A pagamento effettuato la ditta dovrà inviare copia della ricevuta di pagamento al Servizio dell’Asl di competenza. Per maggiori informazioni contattare l’Ufficio Tecnico.
DICHIARAZIONE REDDITI 2023: TUTTA LA DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE AL CAF
La Dichiarazione dei Redditi va presentata dai contribuenti obbligati alla trasmissione o da coloro che intendono portare a deduzione e a detrazione ai fini Irpef sui redditi le spese sostenute nell’anno di riferimento della dichiarazione.
Il CAF Confagricoltura Cuneo è a disposizione per la compilazione e l’invio dei modelli 730 e UNICO. Per tutte le pratiche (anche per i precompilati) il CAF verifica i dati della dichiarazione dei redditi, impegnandosi a conservare la docu-
mentazione per almeno 5 anni e a gestire gli eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Elenco principale documentazione da presentare
• Atto di acquisto e di stipula del mutuo, parcelle notarili per acquisto dell’abitazione principale anche se relativi ad anni antecedenti il 2022.
• Codice fiscale del contribuente, del coniuge e dei famigliari a carico.
• CU 2023 relativo a somme percepite
nell’anno 2022.
• Assegni periodici corrisposti al coniuge.
• Copia Mod. 730 o UNICO anno 2022 (se non redatta presso i nostri uffici).
• Atti notarili relativi a vendite e/o acquisti di terreni o fabbricati anno 2022.
• Contratti di affitto per fabbricati locati e relativi estremi di registrazione.
• Spese mediche datate anno 2022.
• Scontrini fiscali farmacie esclusivamente con codice fiscale del contribuente (e famigliari a carico), natura e quantità
del farmaco acquistato nel corso del 2022.
• Rate mutui su fabbricati pagati nel 2022.
• Ricevute di pagamento interessi passivi per mutui agrari anno 2022.
• Ricevute di versamento premi assicurazione sulla vita o contro infortuni anno 2022.
• Ricevute di pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali, nonché i versamenti dei contributi per la previdenza complementare.
• Mod. RAD per coloro che possiedono azioni (dividendi) e che non hanno optato per la ritenuta alla fonte.
• Certificazioni relative a collaborazioni o gettoni di presenze anno 2022.
• Eventuale certificazione I.N.A.I.L. per
indennità temporanea (infortunio) o Cassa Edile anno 2022.
• Fatture o ricevute per spese funebri, veterinarie, istruzione, attività sportive praticate dai ragazzi e contributi volontari a favore di Istituzioni Religiose o paesi in via di sviluppo, ONLUS, ONG, ecc. sostenute nel 2022.
• Attestati di versamento contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici ed all’assistenza personale o familiare anno 2022 (badanti, colf).
• Attestati di versamento degli acconti d’imposta (Md. F24) eseguiti direttamente dal contribuente anno 2022.
• Per le spese sostenute per il recupero del patrimonio
edilizio: ricevute dei bonifici bancari, quietanze di pagamento degli oneri di urbanizzazione, attestati di versamento delle ritenute operate dal condominio sui compensi dei professionisti, nonché le quietanze rilasciate dal condominio attestante il pagamento delle spese imputate al singolo condomino.
• Copia fatture e pagamenti effettuati per sistemazioni aree verdi.
• Per le spese sostenute per Superbonus 110 % copia bonifici effettuati, fatture, asseverazione costi e attestazione energetica, scheda informativa intervento eseguito,
abilitazioni amministrative, attestato APE, comunicazione ENEA.
• Bonus Facciate 60% copia bonifici effettuati, fatture emesse anno 2022 da chi ha prestato lavori, asseverazioni tecnico abilitato, attestato qualificazione energetica APE, quietanze pagamenti urbanizzazione, comunicazione ENEA.
• Calcolo IMU dovuta per il 2022, se non effettuato presso i nostri uffici.
Alla dichiarazione deve essere allegata copia della documentazione, che dovrà essere conservata in originale dal contribuente per tutto il periodo entro il quale l’amministrazione ha
facoltà di richiederla e cioè, per la dichiarazione di quest’anno, fino al 31 dicembre 2028. Il contribuente deve, inoltre, presentare al CAF la scheda per la scelta dell’8 per mille, del 5 per mille e del 2 per mille (Mod. 730-1), anche se non espressa la scelta. Per maggiori informazioni contattare l’ufficio CAF Confagricoltura nella tua zona di riferimento.
Collaudo ristrutturazione vigneti e proroghe annate precedenti
Si informano le aziende che hanno presentato domanda di Ristrutturazione e Riconversione vigneti campagne 2020/2021 e 2021/2022 con fine lavori previsto per il 20/06/2023, che a seguito dell’emanazione delle Istruzioni Operative AGEA n. 12 del 08 febbraio hanno la facoltà di richiedere l’applicazione della norma transitoria che prevede il differimento del termine lavori al 20/06/2024, pertanto le aziende interessate dovranno entro e non oltre il 20/05/2023 presentare richiesta di proroga presso il CAA. Si ricorda che l’adesione alla norma transitoria prevede l’obbligo entro il 15 ottobre 2023 di aver sostenuto almeno il 30% delle spese pianificate pena il decadimento della domanda stessa.
Restano invariate le scadenze del fine lavori per le domande presentate nella campagna 2022/2023 con termine lavori previsto per il 20/06/2023 o 20/06/2024.
Per maggiori informazioni contattare gli uffici tecnici di Confagricoltura Cuneo.
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ASSISTENZA ALLE IMPRESE PER IL PIANO MIRATO DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA PENSIONI, QUOTA
È partita il 30 marzo 2023 la fase preliminare del Piano Mirato della Prevenzione 2020-2025 promosso sul nostro territorio dalle ASL di Cuneo, di Alba-Bra e di Asti: un programma che prevede interventi di accompagnamento verso la prevenzione, e non solo di verifica dell’applicazione della normativa, in materia di salute e sicurezza.
I piani mirati di prevenzione
I Piani Mirati di Prevenzione, sono una novità del Piano Regionale di Prevenzione disceso dall’omonimo Piano Nazionale (PNP); si sviluppano su più anni e rappresentano un modello territoriale partecipativo di assistenza e supporto alle aziende nella prevenzione del rischio per la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali.
Le attività per il settore agricolo prevedono l’invio tramite PEC alle imprese di schede di autovalutazione che dovranno essere compilate e restituite allo S.Pre.S.A.L. competente.
Le azioni di accompagnamento
dello
S.Pre.S.A.L e il coinvolgimento delle aziende
Per il conseguimento degli obbiettivi fissati nel Piano Mirato della Prevenzione, lo S.Pre.S.A.L. (la struttura delle Aziende sanitarie che si occupa dei servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) provvederà all’identificazione di aziende target del nostro territorio, per poi procedere all’invio di due tipi di schede:
- Scheda A: scheda conoscitiva, da restituire compilata allo S.Pre.S.A.L. competente da parte dell’azienda target;
- Scheda B: contenente una scheda di autovalutazione (con check list proposta) più eventuale messa in atto delle misure correttive. Nella fase di vigilanza, gli interventi dello S.Pre.S.A.L saranno maggiormente focalizzati alla prevenzione nei settori di macchine agricole e attrezzature ed ambienti confinati.
Si invitano, pertanto, le aziende agricole associate che dovessero ricevere la convocazione dello S.Pre.S.A.L. ad aderire al progetto. La mancata adesione potrebbe comportare un’azione di vigilanza da parte dell’ente. Gli operatori di Confagricoltura saranno a disposizione per fornire supporto e assistenza nella compilazione e nella gestione delle schede.
Il Piano Nazionale Prevenzione vedrà nel 2025 la conclusione della fase di valutazione con la diffusione delle buone pratiche o misure di miglioramento.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a rivolgervi all’Ufficio Sicurezza e formazione di Confagricoltura Cuneo nel proprio ufficio zona di competenza.
103: COME FUNZIONA
La domanda per la pensione anticipata flessibile è prevista in via sperimentale dalla legge di bilancio 2023 (legge n.197/2022) per i lavoratori che entro la fine del 2023 maturano un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni. La pensione – ricorda l’istituto, che ha pubblicato una circolare di chiarimenti sulla misura introdotta con la legge di Bilancio – si può ottenere trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti e, comunque, non prima del 1° aprile 2023. I soli lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono attendere sei mesi e, se hanno raggiunto i requisiti prima della fine di gennaio, almeno il 1° agosto 2023.
Importo massimo mensile
Durante il periodo che intercorre tra la data di decorrenza della
pensione anticipata flessibile e la data di conseguimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, non è possibile cumulare la pensione con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione dei redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5mila euro lordi annui. L’importo massimo mensile della pensione anticipata flessibile in pagamento inoltre non potrà superare cinque volte il trattamento minimo stabilito per ciascun anno (per il 2023 l’importo è pari a 2.818,65 euro). Tale limite non trova più applicazione al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia, che per il biennio 2023/2024 è di 67 anni.
Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio del Patronato ENAPA più vicino.
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Lo S.Pre.S.A.L. identi ca le aziende target
Le aziende target ricevono tramite PEC le Schede A e B
!ATTENZIONE Le aziende target sono invitate ad accettare l’invito dello S.Pre.S.A.L.
La Scheda A dovrà essere compilata e restituita allo S.Pre.S.A.L.
La Scheda B dovrà essere compilata e conservata in azienda
Fase di accompagnamento dello S.Pre.S.A.L. verso una maggiore sicurezza dell’azienda
Calcolo della pensione: all’ENAPA assistenza gratuita
Se sei interessato a simulare il calcolo della pensione col fine di conoscerne l’importo, oppure vuoi fare un controllo sui contributi necessari per capire se hai diritto alla prestazione pensionistica, puoi rivolgerti al patronato ENAPA. Che si tratti di un controllo, del calcolo o della domanda di pensione, il Patronato ENAPA ti offre assistenza gratuita.
Appello alla Regione per le raccomandazioni Efsa
CONFAGRICOLTURA HA SCRITTO ALL’ASSESSORE ICARDI PER LE RICADUTE DELLE NUOVE MISURE PER GLI AVICOLTORI
di Anna PellegrinoContinua la denuncia di Confagricoltura a riguardo delle rischiose raccomandazioni dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, volte a migliorare il benessere animale negli stabilimenti destinati all’allevamento dei polli da carne e delle galline ovaiole.
“Crescita lenta e minore densità metterebbero in gravi difficoltà la sopravvivenza dalla filiera avicola composta da allevatori, ma anche macelli, incubatoi, mangimifici e trasporti. Si avrebbe una grave crisi occupazionale, con decine di migliaia di posti di lavoro persi”, denuncia Oreste Massimino, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Piemonte.
In risposta a queste raccomandazioni, Confagricoltura ha recentemente inviato un documento di lavoro all’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, spiegando nel dettaglio le ricadute che la trasformazione in legge di queste raccomandazioni avrebbero sul settore e chiedendo un intervento presso le sedi comunitarie.
La produzione secondo le norme Efsa
“L’applicazione di queste norme porterebbe ad una diminuzione di oltre il 70% della produzione di carne” spiega Massimino che presenta alcune proiezioni che avvalorano i dati. Attualmente, garantendo il benessere animale come previsto dalle normative comunitarie, in 123.060 mq di strutture, nell’arco di un anno, si stima la produzione di 30.168.445 kg di carne, con una quota annua di 245,15 kg carne/mq. I dati sono stati ricavati dall’allevamento di circa
10.000.000 di broiler in un anno. Efsa propone di ridurre la densità di allevamento dei polli da carne convenzionali a 11kg/mq. Partendo dagli stessi parametri dei dati presentanti, impiegando sempre una razza broiler ross 308, ma diminuendo di un terzo la densità di allevamento come indicato da Efsa, la produzione annua scenderebbe a 89,08 kg carne/mq.
Inoltre, altra proposta di Efsa, è quella di limitare il tasso di crescita ad un massimo di 50 gr al giorno passando a razze a lento accrescimento. “In questo caso –spiega Massimino – sarebbe necessario effettuare soltanto 4 cicli all’anno e non 5 come di norma e, dovendo rispettare anche la nuova richiesta di densità nell’allevamento, la produzione annua sarebbe di 71,240 kg carne/mq”.
Avicoltura: miglioramento in produttività e sostenibilità
“È importante ricordare – continua Massimino – che negli ultimi 20 anni il settore avicolo ha fatto passi da gigante sull’impatto ambientale e la sostenibilità. Ad esempio, basti pensare che
il pollo moderno è biologicamente più efficiente: a 2,5 kg di peso vivo sono necessari 800 gr di mangime in meno, con una riduzione del 42% di terreni agricoli utilizzati e il 18,3% dei trasporti dedicati alle materie prime”.
Ridotto anche il consumo dell’acqua dimostra Confagricoltura alla Regione: per ogni chilogrammo di pollo, il consumo si è ridotto di 0,57 litri con un miglioramento della sanità intestinale dell’animale, della qualità delle lettiere e conseguente minor lesione plantare con un utilizzo dell’acqua più efficiente. Importanti anche i numeri che impattano direttamente sull’ambiente: il miglioramento della conversione alimentare e riduzione del periodo di allevamento hanno provocato un 19% in meno di emissioni di gas serra, con una riduzione del potenziale riscaldamento della terra. Il miglior utilizzo di nutrienti ha ridotto del 28% la produzione di nitrati e fosfati e il progresso in peso vivo, la riduzione del periodo di allevamento e delle produzioni di mangimi e trasporti ha diminuito del 19% l’utilizzo di energia.
“Tutti questi passi avanti in cui il nostro settore si è fortemente impegnato sarebbero spazzati via dall’approvazione delle raccomandazioni Efsa. Verrà quindi persa tutta la ricerca scientifica che negli ultimi anni ha permesso di produrre proteine nobili a basso costo e ad un sempre minor impatto ambientale. Inoltre, la FAO richiede un aumento costante di milioni di tonnellate annue di carne, soprattutto avicola, per combattere la fame nel mondo” conclude il presidente della sezione avicola di Confagricoltura Piemonte.
“Lnuove proposte della PAC 20232027, in particolare a riguardo dell’eco-schema 1, non sono di semplice comprensione, né di semplice applicazione, nè di piena soddisfazione. Questo seminario rappresenta l’inizio di un lungo percorso che Confagricoltura Cuneo vuole intraprendere a fianco dei suoi associati per comprendere a pieno le opportunità e condividere le indicazioni operative”. Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, ha aperto con queste parole il seminario “Riduzione dell’antimicrobico: resistenza e benessere animale negli allevamenti bovini”, tenutosi martedì 18 aprile presso la sede di Confagricoltura Cuneo. Ad introdurre il tema, Martino Vivalda, tecnico di Confagricoltura, che ha spiegato come nella nuova Pac, la grande novità siano gli Eco-schemi a cui è stato destinato il 25% delle risorse, evidenziando come di questo 25%, circa il 41% sia riservato all’eco-schema 1. “A differenza degli altri Eco-schemi per cui la consulenza viene svolta da noi tecnici della Confagricoltura, sull’Eco 1 i professionisti ai quali è affidato, in qualità di consulenti, il compito di indirizzare gli allevatori al raggiungimento degli obiettivi fissati, sono i veterinari” ha spiegato Vivalda.
Esperti a confronto
Per questo motivo, ad approfondire la tematica, sono stati il dott. Davide Grande,
Benessere bovini e regole nuova PAC
IL DELICATO TEMA APPROFONDITO IN CONFAGRICOLTURA CON GLI ALLEVATORI
medico veterinario di Ferrero Mangimi, e il dott. Piero Iannello, medico veterinario libero professionista. Al fine di sostenere il processo di transizione del settore zootecnico verso un modello allevatoriale ancora più sostenibile, ridurre ulteriormente l’antimicrobico resistenza, migliorare ancor più il benessere degli animali e innalzare la qualità e salubrità delle produzioni agroalimentari, la PAC ha attivato uno specifico eco-schema, detto Eco-schema 1 e suddiviso a sua volta
in due livelli. Il primo livello introduce l’impegno alla riduzione dell’uso del farmaco ed è rivolto agli allevamenti della specie: bovina (latte, carne, duplice attitudine e vitelli a carne bianca), bufalina (latte e carne), suina, ovina e caprina. Il secondo livello, invece, incentiva gli allevatori all’adesione al Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale - SQNBA (con obbligo di pascolamento) e all’adesione dell’allevamento biologico ed è dunque dedicato all’allevamento bovino
IN FIERA A FOSSANO Azienda Eraldo Cravero premiata
Durante la 94^ edizione della Fiera del Vitello Grasso di Fossano mercoledì 29 marzo l’allevamento di Eraldo Cravero, associato a Confagricoltura Cuneo, ha vinto il primo e il secondo premio nella categoria “Manzi castrati razza Piemontese”, sopra 24 mesi, con i capi Fuoco e Fusto. Un doppio riconoscimento importante per l’azienda di Villafalletto ritirato dai due giovani fratelli Guido (25 anni) e Walter (32 anni). Circa 200 i capi allevati a ciclo chiuso. A loro le congratulazioni della Confagricoltura di Cuneo.
e all’allevamento suino allevato all’aperto che prevedono un periodo minimo di pascolamento. Gli interventi hanno approfondito diversi aspetti dell’eco-schema con un grande interesse da parte del pubblico che ha posto domande e quesiti ai due veterinari. A seguire, il dott. Paolo Cerrina, referente ricerca, sviluppo e comunicazione di Ferrero Mangimi, ha parlato del ruolo dell’azienda mangimistica nella sostenibilità a livello zootecnico.
Norme sempre più attente alla sostenibilità
La legislazione Europea è, infatti, sempre più attenta alla sostenibilità e, di conseguenza, per ottenere gli aiuti e i finanziamenti comunitari le aziende devono adeguarsi a certi parametri. Anche Il consumatore è sempre più attento nei confronti dei prodotti sostenibili, risulta quindi necessario che l’intera filiera investa in innovazioni che permettano delle migliori performance ambientali. Questa attività, infatti, coinvolge non solo gli allevamenti, ma tutta la filiera zootecnica: per questo, ha spiegato Cerrina, Ferrero Mangimi ha avviato il progetto 3P, finalizzato a verificare e validare tecnologie avanzate per processi industriali ad alta efficienza energetica, minore consumo di risorse naturali e ridotte emissioni.
L’evento è stato molto partecipato, sia in presenza che tramite i videocollegamenti messi a disposizione negli uffici di zona di Savigliano, Mondovì, Saluzzo e Alba.
Sui noccioleti l’insidia della siccità
DOPO UN’ANNATA NON FACILE PER I PRODUTTORI ANCHE IL 2023 PARTE CON MOLTI INTERROGATIVI
di Francesca Braghero
Riparte la stagione corilicola e gli umori tra i produttori di nocciole non sono dei migliori.
“La partenza di quest’anno si porta malauguratamente dietro i problemi del 2022 – commenta Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura Cuneo –. La recrudescenza della
Cytospora corylicola dello scorso anno ha reso indispensabile il rinnovo di gran parte dei corileti della provincia per eliminare il materiale colpito dal fungo e i noccioleti necessitano di parecchio tempo per ritornare alle loro condizioni originali”.
A ciò si aggiunge il grosso problema della
siccità, già presente la scorsa stagione ed ulteriormente aggravato dalla persistente mancanza di piogge. “A causa delle condizioni di aridità dell’autunno passato, molti produttori sono stati costretti a tagliare numerosi rami ormai secchi e questo ha portato ad una rilevante riduzione delle chiome, che
ha come inevitabile conseguenza il calo del rendimento delle piante – spiega Aldo Gavuzzo, presidente della sezione Frutta in Guscio di Confagricoltura Cuneo –. Senza contare l’indebolimento generale dei noccioli, resi maggiormente vulnerabili agli attacchi di acari e altri parassiti dalla carenza
Un noccioleto in provincia di Cuneo di acqua”.
Si calcola una diminuzione di precipitazioni di oltre il 60% rispetto alla norma, che rende le previ-
SABATO MAGGIO 27
Il nocciolo torna protagonista a Cherasco sabato 27 maggio 2023, quando alle 9.30 presso il PalaExpo, avrà luogo il consueto appuntamento con il convegno annuale organizzato da Confagricoltura, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor e con il patrocinio e il sostegno di numerosi partner istituzionali e privati.
Quest’anno il filo conduttore sarà la concimazione, come suggerito dal titolo: “Il
Nutrizione dei corileti se ne parla a Cherasco
SABATO 27 MAGGIO, ALLE 9.30, TORNA IL CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA CUNEOnocciolo, una corretta nutrizione in funzione di qualità e quantità
“Il convegno di Cherasco è un importante momento di confronto tra gli attori della filiera – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura
Cuneo –. Sempre più attenzione viene data alle tecniche colturali, anche per l’incidenza dei costi di produzione, che lo scorso anno non sono stati coperti
a causa della scarsa produzione, unita al ribasso dei prezzi”. Gli effetti dei cambiamenti climatici, insieme all’aumento spropositato dei costi, in particolare quelli dei concimi, hanno cambiato le modalità di gestione dei noccioleti. “Stanno divenendo sempre più importanti la scelta dei concimi da utilizzare, il quantitativo corretto e la giusta epoca di distribuzione, in funzione
dell’età dell’impianto – commenta Gianluca Griseri, tecnico corilicolo tra gli organizzatori del convegno –. Oltre a concimare correttamente, nei noccioleti occorre poi ripristinare e mantenere la giusta percentuale di sostanza organica, evitando così l’impoverimento dei terreni.
Concimi organici e organo-minerali, prodotti fogliari, biostimolanti, bioattivatori, ma anche
PIOGGIA IN MENO
-60% % di riduzione delle precipitazioni
pratiche come l’inerbimento e il sovescio, possono contribuire in modo significativo ad ottenere una concimazione più sostenibile”.
La giornata dedicata al nocciolo continuerà con il consueto “porte aperte” della ditta Chianchia, specializzata nella produzione di macchine per la raccolta ed essicazione delle nocciole.
Il convegno sarà a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e verrà trasmesso anche via streaming. Per prenotare la partecipazione sarà possibile registrarsi sul sito www.confagricolturacuneo.it. Per info: 0171/692143 - eventi@confagricuneo.it.
sioni particolarmente difficili, specie per le aziende corilicole localizzate nelle zone collinari dell’Alta Langa. Come se non bastasse, l’abbassamento termico fino a valori sotto lo zero nelle nottate della prima metà del mese di aprile ha compromesso la delicata fase di
allegagione in alcune vallate. “Ci troviamo di fronte a situazioni disomogenee: abbiamo corileti in alta collina con assenza quasi totale di fiori maschili e pochi fiori femminili, e altre zone di bassa collina e fondovalle con una presenza accettabile di fiori, grazie a condizioni climatiche migliori”, continua Antonio Marino. Anche l’andamento stagnante dei prezzi non promette un’ansia migliore di quello
del 2022, troppo basso rispetto alla produzione, attestata su piccoli numeri –sottolinea Gavuzzo –. Il ridotto calibro del frutto porta ad un deprezzamento del suo valore commerciale e la denominazione IGP continua a restare poco valorizzata anche sul piano dei prezzi, provocando un disincentivo ad investire sull’acquisizione del marchio”.
Nel Cuneese oltre 4.700
nocciolo, di cui oltre 4.700 in provincia di Cuneo, con più di 16.000 ettari. Ma, il perdurare di questa situazione di incertezza generale del settore, dovuta a cause non dipendenti dai produttori, ha portato alcuni di essi a compiere scelte drastiche e convertire i propri corileti in vigneti, restringendo ulteriormente la superficie coltivata a nocciolo.
“Al momento è difficile fare una previsione di mancato germo
gliamento rispetto allo scorso anno, che fa presagire qualcosa di buono in più sulla quantità – conclude Marino –. Tuttavia, serve un cambiamento di rotta, anche immaginando incentivi che restituiscano ai produttori la voglia di andare avanti e resistere nonostante le molte difficoltà”.
“SI SPERA IN UN PREZZO MIGLIORE RISPETTO AL 2022”
È nato il Distretto del cibo della frutta
CONFAGRICOLTURA CUNEO TRA I PROMOTORI DELLA NUOVA REALTÀ PRESENTATA A LAGNASCO
di Anna Pellegrinoenti e organizzazioni di produttori. All’evento sono intervenute diverse autorità, tra cui il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa.
Uno strumento della Regione
“Siamo particolarmente soddisfatti della forte manifestazione di interesse da parte di tutto il territorio a tutela dei prodotti della nostra terra. Come Confagricoltura siamo stati promotori del Distretto del cibo della frutta fin da subito e, inizialmente, abbiamo coordinato i rapporti con la Regione, in collaborazione con i comuni di Saluzzo e Lagnasco”.
Commenta così, Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, la serata di presentazione al territorio del “Distretto del cibo della frutta”, tenutasi a Lagnasco, in occasione di Fruttinfiore, venerdì 31 marzo, con oltre 40 amministrazioni comunali, associazioni di categoria,
I Distretti del cibo nascono nel rispetto del Regolamento regionale di individuazione e disciplina degli stessi, approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale del Piemonte n. 4/R del 13.11.2020. Il Distretto del cibo si forma e organizza come processo strategico e strumento operativo, destinato a guidare l’azione di breve e medio periodo degli operatori della filiera frutta intesi in senso inclusivo, come tutti i soggetti che, in ragione dei rispettivi ruoli e competenze, rappresentano il tessuto imprenditoriale che compone la filiera e intrattengono con essa relazioni di tipo economico o istituzionale, comunque funzionali al suo sviluppo e, più in generale, alla crescita sostenibile del territorio nel quale la filiera si esprime e della comunità che lo abita.
Il Distretto poggia su tre pilastri fondamentali, condivisi dai soggetti promotori, che sono la centralità della frutticoltura, l’importanza di
un’azione di governance per rilanciare la frutticoltura locale come bacino occupazionale strategico e come bene comune essenziale e l’equilibrio tra crescita economica e salvaguardia delle risorse ambientali.
come la sostenibilità, l’etica nella contrattualizzazione della manodopera, l’attenta produzione locale” spiega Allasia.
Il Distretto
e il Tavolo Frutta del Monviso
Le prime azioni organizzate per la costituzione del Distretto sono nate grazie al Tavolo Frutta del Monviso, formatosi con la missione originale di creare un protocollo sanitario in risposta al Covid e gestire l’accoglienza dei lavoratori stagionali impegnati nella raccolta della frutta e diventato, con il tempo, il primo luogo stabile di confronto sulla frutticoltura locale. “La maggior parte degli attori coinvolti nel Tavolo Frutta sono gli stessi del Distretto ma le finalità sono differenti: il Distretto promuove i prodotti ma anche i territori. Tra le proposte del Distretto, quella di creare un marchio riconoscibile a livello nazionale, grazie a cui il consumatore potrà identificare le caratteristiche più peculiari dei nostri prodotti
Con la formalizzazione degli intenti e del regolamento del Distretto, gli enti aderenti si sono impegnati, entro il prossimo mese, a definire la governance, il presidente e i soggetti che andranno a sedersi al tavolo in rappresentanza delle diverse istituzioni firmatarie.
“Istituzionalizzare questo strumento ci permetterà di potenziare la sinergia tra gli enti a favore della comunità, della ricerca e del turismo e, in futuro, di creare dei cluster con gli altri 150 Distretti già presenti in Italia per accedere collegialmente a risorse e bandi nazionali e comunitari” conclude il presidente di Confagricoltura Cuneo.
GLI ENTI ADERENTI SI
SONO IMPEGNATI, ENTRO IL PROSSIMO MESE, A DEFINIRE LA GOVERNANCE
La nuova proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio va ad impattare pericolosamente non solo sulla viticoltura, come visto a pagina 6, ma è dannosa anche per le imprese ortofrutticole. Sulla proposta, ufficializzata dalla Commissione europea il 30 novembre 2022, la Confagricoltura è intervenuta sin da subito per sensibilizzare le istituzioni nazionali ed europee sui numerosi rischi che il nuovo dettato normativo avrebbe comportato per le imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dell’intera filiera alimentare considerato che gli imballaggi alimentari, inclusi quelli monouso, fra i più colpiti da questo approccio, sono strategici per la protezione e conservazione degli alimenti, l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti.
Confagricoltura ha sempre
Imballaggi: le nuove norme non piacciono, vanno riviste
CONFAGRICOLTURA DA SUBITO SI È SCHIERATA CONTRO LA PROPOSTA EUROPEA. MICHELE PONSO: “A RISCHIO FETTE DI MERCATO”
evidenziato il forte impatto negativo che la proposta, così come definita, avrebbe generato sul sistema alimentare nazionale ed europeo. Tale rischio è stato sottolineato anche nel corso dell’ultimo Tavolo Ortofrutticolo Nazionale al Ministero. Nei giorni scorsi, alla definizione di un documento di posizione in sede di Copa-Cogeca che, per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, ha formalizzato la richiesta in merito al divieto di immissione sul mercato di imballaggi monouso per frutta e verdura fresca inferiore a 1,5 Kg.
“L’obiettivo di mettere al bando tali confezioni imporrebbe infatti un cambiamento profondo dei processi di con-
fezionamento da parte degli operatori, rendendo vani gli importanti investimenti introdotti in questi anni sul fronte del packaging per esigenze della GDO e quindi del consumatore – spiega Michele Ponso, presidente della FNP frutticoltura di Confagricoltura -. Inoltre, si corre il rischio di perdere una fetta importante di mercato (famiglie monocomponenti), in un settore che già oggi versa in condizioni di stagnazione, non agevolando peraltro i consumi di frutta e verdura che andrebbero invece rilanciati proprio per l’importanza che questi prodotti hanno sulla salute ed il benessere delle persone. Al rischio di contrazione dei consumi, si aggiunge poi il
serio pericolo di aumento degli sprechi e di pregiudicare l’igiene degli ortofrutticoli”. Per quanto riguarda il tema delle etichette adesive apposte su frutta e ortaggi che, sulla base di quanto previsto dall’articolo 8 della proposta di regolamento, dovrebbero essere totalmente compostabili per il futuro, è stata rimarcata la necessità di preservare l’utilizzo di questi “accessori” che hanno un impatto oggettivamente trascurabile nel sistema di gestione dei rifiuti ma che assolvono un ruolo importante nel veicolare al consumatore informazioni che spesso riguardano i sistemi di qualità e le denominazioni di origine del prodotto.
Doppio partecipato incontro di formazione organizzato da Confagricoltura a Saluzzo e Savigliano, nell’ambito della Mis. 1 del PSR 20142020 La “Frutticoltura: nuove varietà, piccoli frutti, noce e mandorlo” è stato il tema del corso che si è tenuto mercoledì 5 aprile, presso l’ufficio Confagricoltura di Saluzzo. Durante la mattinata Cristiano Carli, referente del Centro Sperimentale ortaggi, fragola e piccoli frutti della Fondazione Agrion, ha approfondito la tematica a partire da mirtilli, lamponi e more, con un excursus anche su goji e mirtillo
CASCINE PIEMONTESI
Corsi di formazione a Saluzzo e Savigliano
siberiano. In particolare, oltre alle principali tecniche di fertilizzazione, irrigazione e potatura, si è parlato delle diverse metodologie di difesa verso i parassiti. Nel pomeriggio, Eugenio Cozzolino, ricercatore Agrion, agronomo e forestale, ha invece parlato di noce e mandorlo, avviando la discussione con un case history sui territori della collina emiliano romagnola. Sono stati poi approfonditi i vari aspetti della gestione della pianta di noce, dall’impianto alla raccolta, con molta attenzione alle possibili avversità e alle soluzioni di difesa. A seguire, si è parlato delle prospettive e dell’innovazione della mandorlicoltura partendo dall’esempio della California che, tra il 1961 e il 2006, è passata dal 20% al 70% della produzione mondiale di mandorle. La potatura e la raccolta sono stati poi i principali argomenti dibattuti, con una riflessione finale sul livello di intensività di coltivazione del mandorlo.
Uso razionale della risorsa idrica
Si è parlato invece di “Irrigazione di precisione”, mercoledì 19 aprile, presso l’uf-
ficio Confagricoltura di Savigliano. Nella prima parte della giornata, Luca Nari, ricercatore e tecnico della Fondazione Agrion, ha dato alcune soluzioni pratiche per risolvere l’aumento della scarsità idrica grazie ad un corretto bilancio idrico, una valutazione del serbatoio terreno, l’uso della evapotraspirazione, la misura del potenziale idrico nel suolo, portando ad esempio un’innovativa sperimentazione di Agrion sul tema. Roberto Giordano, referente per Agrion del coordinamento orticolo, fragola, piccoli frutti e castagno, ha presentato il programma di investimenti per l’irrigazione in agricoltura della Regione Piemonte, con un approfondimento storico sulla situazione delle precipitazioni e sulla possibile soluzione dei serbatoi flessibili e dei sistemi sensoristici nell’irrigazione di precisione. Carlo Pellegrini, tecnico di irrigazione e cofondatore della Bluetentacles srl e Matteo Morra, tecnico della Esi irrigazione srl, hanno invece trattato il tema della gestione dei software abbinati agli impianti irrigui e all’impiantistica come soluzione per il risparmio di risorse. (A.P.)
in vetrina alla “Fiera di Primavera” a Mondovì e domenica 21 maggio a “Quintessenza” a Savigliano
Le aziende di Confagricoltura Cuneo e Cascine Piemontesi sono state protagoniste alla Fiera di Primavera di Mondovì lo scorso 15 e 16 aprile. Una quindicina le imprese presenti che hanno messo in vetrina il meglio della produzione agricola cuneese e piemontese: formaggi, pane, farine, ortaggi, nocciole, biscotti, miele, lumache, riso e molto altro. “Condizioni meteo favorevoli e un ottimo afflusso di visitatori hanno decretato il successo della manifestazione, a cui anche nelle prossime edizioni intendiamo dare il nostro contributo consolidando la nostra presenza”, dichiara Valentina Sciandra, responsabile Confagricoltura zona di Mondovì.
Il consorzio Cascine Piemontesi sarà presente con le sue aziende domenica 21 maggio a Savigliano alla manifestazione Quintessenza, l’evento dedicato alle erbe, alle spezie e ai fiori, in programma dalle 9 alle 19 in piazza Santa Rosa e nelle vie del centro cittadino.
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Sono una ventina le aziende agricole che in queste settimane stanno prendendo parte al corso per operatore di fattoria didattica organizzato da Confagricoltura Cuneo in collaborazione con Agripiemonteform.
L’operatore di fattoria didattica è una figura che opera
EVENTO A
nell’ambito della multifunzionalità dell’azienda agricola, organizzando l’accoglienza con programmi educativi per famiglie, bambini, ragazzi e gruppi scolastici al fine di offrire la possibilità di approfondire la conoscenza delle attività svolte in azienda, dell’ambiente rurale, delle piante, degli animali e dei
prodotti, con professionalità e competenza specifica. Il corso di 60 ore, propedeutico al conseguimento dell’abilitazione necessaria per l’iscrizione nell’apposito albo regionale, si svolge in parte in presenza a Torino e in parte online. Durante il corso, è prevista anche una visita presso una fattoria didattica piemontese.
Gli argomenti trattati durante le 60 ore di lezione sono i seguenti:
• da azienda agricola a fattoria didattica –contesto normativo e obblighi legislativi;
• Il pubblico/La scuola in fattoria (elementi
progettuali per la costruzione dei percorsi; strumenti e metodologie della didattica, pedagogia del fare e relazione educativa);
• educazione alimentare allo sviluppo sostenibile (storia dei prodotti e delle tradizioni locali; caratteristiche nutrizionali e stagionalità dei prodotti; sistemi di qualità dei prodotti agroalimentari; elementi di agricoltura sostenibile; caratteristiche organolettiche: laboratori del gusto e dei sensi delle principali filiere alimentari);
• comunicazione, promozione e immagine (elementi di marketing territoriale; strumenti e metodologie per la comunicazione in rapporto ai destinatari; elaborazione Project Work).
Il corso, erogato in forma gratuita, è organizzato nell’ambito della Mis.1 del PSR 2014-2020.
BENE VAGIENNA Agricoltura sociale a “La fattoria di Bubi e Mimi”
Venerdì 26 maggio, dalle 15,30 alle 17, a Bene Vagienna (in Frazione Pra 14) presso l’azienda “La fattoria di Bubi e Mimi” avrà luogo il seminario sul tema “Agricoltura sociale: gli interventi di aiuto nel verde all’interno delle aziende agricole tradizionali”, organizzato da Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Piemonte, in collaborazione con il Consorzio del Monviso Solidale, il Comune di Bene Vagienna, Aulia S.r.l., Dual Green, Altri Mondi Impresa Sociale e CIS SAI di Bene Vagienna. La partecipazione è gratuita. Al termine dell’incontro, è previsto un momento conviviale.
Durante la tavola rotonda verrà presentato il progetto “Fili d’Erba” con cui la fattoria Bubi e Mimi si è aggiudicata l’edizione 2022 del premio nazionale “Coltiviamo agricoltura sociale”, ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che punta a valorizzare, attraverso l’agricoltura, attività di welfare verde per offrire supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili.
“Fili d’Erba” prevede interventi di aiuto tramite la cura e la gestione del verde, finalizzati all’inclusione sociale di bambini in situazione di svantaggio. Saranno coinvolti venticinque bambini e tre ospiti del Sistema di Accoglienza e Integrazione di Bene Vagienna. Dopo ottanta ore di formazione tecnico-pratica per la coltivazione delle piante aromatiche e officinali saranno 4.000 le piante e le erbe, a basso consumo d’acqua e dall’alto valore agro ecologico, piantumate e curate dai protagonisti del progetto. Nasceranno così sei nuovi prodotti di BiocosmETICA il cui 30% degli incassi di vendita sarà utilizzato per il proseguimento dell’iniziativa.
Tecnologia e tradizione fanno il buon latte cuneese
A MARENE “LA FERDINANDA” DEI FRATELLI LINGUA ALLEVA OLTRE 450 BOVINI DI RAZZA FRISONA CON LE MIGLIORI TECNICHE
Paolo RagazzoCollari per rilevare l’attività motoria e lo stato di salute di ogni capo e una sala computer per il monitoraggio da remoto. È utilizzando la tecnologia che le aziende produttrici di latte stanno ormai affrontando le nuove sfide, consapevoli dell’utilità dell’innovazione
per una gestione sempre più efficiente dell’allevamento. Lo abbiamo visto di persona nell’azienda “La Ferdinanda” in località Mallone a Marene, dove i due fratelli Giovanni Battista (50 anni) e Michele (39) Lingua conducono un allevamento di oltre 450 frisone. “L’arrivo della tecnologia
in stalla ha per noi una data ben precisa: gennaio 2018 – spiega Michele Lingua –. Da allora abbiamo iniziato ad appendere intorno al collo delle nostre manze (dopo l’anno di vita) dei sensori che non sono fastidiosi per gli animali, rilevano i calori 24 ore su 24, basandosi sul mo-
vimento, e ci permettono anche di tenere sotto controllo la salute delle bovine attraverso i dati di ruminazione ed ingestione, identificando l’animale in sala di mungitura. Il tutto è controllato a monitor attraverso due differenti software”. E i benefici sono evidenti, grazie anche ad un sistema di messaggi “alert” e notifiche che avvisa l’allevatore sullo smartphone e gli consente di intervenire repentinamente in caso di problemi. In questo modo si migliora di gran lunga non solo il benessere animale, ma anche la qualità del lavoro di chi opera in stalla, che riesce ad avere sempre la situazione sotto controllo.
Questa propensione all’innovazione è insita nei fratelli Lingua che, da quando si sono insediati in azienda nel 2003, l’hanno fatta crescere passando dai 42 animali in mungitura (70 in tutto) agli attuali 210 in mungitura, più almeno altrettanti capi, tra in asciutta, in accrescimento e i piccoli.
Stiamo parlando di un allevamento storico della provincia di Cuneo. “Siamo
nati nel 1932 - continua Michele – grazie al lavoro di mio nonno, il fondatore, portato avanti poi da mio papà e mio zio, che hanno permesso a questa realtà di mettere radici e consolidarsi. Ora tocca a noi proseguire e lo stiamo facendo misurando bene ogni passo, perché questi non sono tempi facili da decifrare”. Fondamentale è l’organizzazione aziendale. E su questo fronte i due fratelli hanno compiti precisi: Giovanni Battista si occupa della conduzione dei 56 ettari di terreni da cui si ricavano foraggi preziosi per l’alimentazione delle vacche, mentre a Michele tocca la gestione di tutto il lavoro in stalla. Ad aiutarli anche tre lavoratori di origine indiana, che ormai da tempo sono in azienda e seguono prevalentemente le fasi di allevamento e di mungitura. Quest’ultima operazione viene svolta tre volte al giorno (alle 5, 13 e 20) e il latte ricavato viene conferito da ben 89 anni alla Biraghi di Cavallermaggiore: “Saremo tra i loro conferenti più storici”, dice sorridendo Michele.
Il clima torna a farsi subito serio quando chiediamo ai
due allevatori come se la passa il comparto.
Preoccupano la siccità e il forte rialzo dei costi
“Siamo preoccupati anzitutto per la mancanza di acqua – confida Giovanni Battista –. In queste settimane stiamo irrigando il foraggio prima dello sfalcio, ma lo facciamo anche per preparare la successiva semina del mais. Il periodo siccitoso, che sembra non avere fine, non ci fa stare tranquilli sul prosieguo della campagna. I nostri animali hanno bisogno di molto foraggio per produrre e già lo scorso anno abbiamo avuto un calo del 30% sull’anno precedente, quest’anno temiamo andrà ancora peggio.
È una situazione che non si risolve acquistando altrove, pur a caro prezzo, perché erba e fieno di questo passo mancheranno per tutti. Per via di una produzione ridotta, abbiamo quasi terminato anche gli insilati e il prodotto fresco che andremo a generare ha bisogno di almeno tre mesi per maturare ed essere così nutriente per gli animali. Non so, però, se riusciremo ad attendere”. Sul mercato, inoltre, i prezzi
di vendita del latte alla stalla sono aumentati in questi mesi, ma non abbastanza da compensare il rialzo dei costi di produzione, che per alcune componenti ha toccato addirittura quota +300%.
Come fare allora per continuare a garantire latte di qualità per i tanti prodotti caseari di eccellenza di cui è ricca la nostra tradizione gastronomica?
“Non aumenteremo il numero di animali – continua
Michele Lingua –, ma lavoreremo sempre meglio sulla genetica dei nostri capi e sulla maggiore efficienza delle operazioni in azienda. Solo così potremmo continuare ad essere competitivi”. Un’interessante e funzionale scelta in questa direzione, ad
esempio, è la condivisione con oltre 30 aziende del territorio di alcuni macchinari e attrezzature attraverso la Cooperativa Agricola Marenese (CAM) di cui “La Ferdinanda” è socia. “Ciascun membro della cooperativa si occupa della gestione di alcuni macchinari necessari alle lavorazioni in stalla o in campo e ne organizza la condivisione. In questo modo riusciamo a contenere i costi e ad avere sempre attrezzature aggiornate e dalle elevate prestazioni”, conclude Michele. È anche con la condivisione di esigenze comuni, in fondo, che si può scrivere il futuro dell’agricoltura cuneese in uno scenario in rapida e costante evoluzione.
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